E poi ti accorgi che non è come nelle poesie. Un giorno sali su fino alle colme, fino al grande prato al limitare del bosco e il bosco è proprio quello dei ciclamini, e il prato quello che hai tanto cantato, dove correvi nel sole tra le api e le farfalle e lì le bambine erano belle. C’erano fiori tanti, e freccie che rimbalzavano sugli alberi, c’ era un’ armonica che riempiva l’ aria. Un giorno sali alle colme dicevo, e scopri che il grande prato non è poi così grande, come se il bosco fosse avanzato a prenderselo e poi nel bosco non ci sono nemmeno i ciclamini, e allora inventi la scusa della stagione, sarà che l’ inverno è già quasi finito, ma neanche al prato non ci sono fiori, nè api o farfalle sarà sempre colpa della stagione. C’è solo un elleboro dove il prato finisce e scivola ripido a valle se ne stà lì, col suo verde sfacciato, e se la ride, come a dirti inutilmente, vieni giù dal pero povero illuso. Inutilmente, appunto perchè non è pazzia, io li ho visti i narcisi e anche i ciclamini e le bambine belle e non era un sogno, e poi si sente una fisarmonica lontana suonare per davvero. Forse sarà più in su, alla prossima colma. forse più su, sarà la prossima volta, dovrò solo smettere di fumare per arrivarci e non smettere di cantare tutte queste cose.
Stava distesa la collina erbosa sopra cuscini morbidi di muschio, funghi e ciclamini nel bel mezzo del bosco stava il suo sesso aperto come fonte umida di vita. L’acqua scendeva calma in rivoli lungo i pendii le cosce erano i fianchi della valle più sotto il lago che formava. L’ho visto un giorno entrando nell’anima del bosco il filo che collega la fonte al lago così che ora torno salendo lungo quel filo è così che mi ritrovo nel bel mezzo del bosco a cercare la fonte umida della vita. E sempre appare come in forma nuova che il muschio cresce e i rivoli cambiano il percorso ma sempre portano risalendo il loro filo a qualche fonte inesauribile di vita dove l’acqua viene calma verso me.
Credevo se ne fosse andata un giorno verso la notte più buia del mondo credevo anche che mi avesse dimenticato solo, in tutto quel buio. Ero solo arrabbiato e così m’ ero nascosto come al solito sotto il tavolo con la coperta fino a terra e lì niente esisteva più. Invece è sempre stata là fuori ad aspettare che io uscissi per continuare a baciarmi gli occhi prima di dormire e per venirmi a trovare quando più mi manca. E ci sarà per sempre nei giri in bici per boschi e vie d’acqua nelle corse con i nipotini o nelle serate estive in riva al lago sì, ci sarà per sempre. Verrà ancora, e ancora Eterna come credevo allora quando sbirciavo dalle coperte facendo finta di dormire e lei veniva a cantare di fianco a me una eterna vie en rose.
Durante il corso della nostra vita incontriamo così tante persone da non riuscire a quantificarle. Spesso ne incrociamo il cammino per un breve periodo, alcune volte, invece, condividiamo dei lunghi percorsi. Nel momento stesso in cui le conosciamo non ci chiediamo il perche’ di quell’incontro, ne’ come mai, tra tanti, proprio quei destini abbiamo attraversato. La vita, però, una risposta ce la da e ci ritroviamo a ripercorrere momenti che credevamo dimenticati. Allora, vorremmo poter entrare dentro il ricordo, vivere un determinato momento, colmare un vuoto, abbracciare e dire tutto ciò che non abbiamo detto a chi non c’é più. Asciugare una lacrima, sanare una ferita, consolare un dispiacere, chiedere scusa, dire grazie, compensare una mancanza, colmare un rimpianto, dire di no e, persino, andare via. Così facendo, non recuperiamo soltanto i ricordi ma anche po’ di noi stessi, di come eravamo prima che la vita operasse in noi cambiamenti irreversibili e comprendiamo, allora, che tutto ha un senso, che ogni cosa, seppur banale, ha un proprio valore. Anche gli occhi cambiano il modo con cui guardare alle cose e l’anima conquista un nuovo modo di percepire se stessa e gli altri. Questa nuova sensibilità ci permette di individuare a pelle gli spiriti affini, nei quali riconosciamo noi stessi e con i quali non abbiamo bisogno di filtri, ne’ di barriere o di maschere perché, come noi, desiderano essere liberi di potersi mostrare come sono realmente.
Ogni giorno è l’alba di una nuova vita, un momento in cui ogni cosa si trasforma. Il susseguirsi di questi piccoli istanti, impercettibili ma costanti, produce un cambiamento ineluttabile, del quale alcune volte siamo fautori ed altre fruitori passivi.
Alessandria: Nuovo appuntamento della rassegna letteraria Storie alessandrine: un libro, tante vite promossa da: Amici del Museo Etnografico Gambarina, Alessandria in Pista, Circolo culturale Marchesi del Monferrato, Circolo provinciale della Stampa, Movimento Cristiano Lavoratori di Alessandria, Società Alessandrina di Italianistica e Spazioidea. Mercoledì 19 ottobre, alle ore 17:45, nella sala del Museo “C’era una volta”, in piazza della Gambarina n.1, avrà luogo la presentazione del libro Il lavoro come valore. Quando c’era la F.L.M. – Gli anni delle lotte sociali, della tensione, dei diritti e dell’unità (1968-1980) di Renzo Penna. La pubblicazione, edita da Falsopiano, è stata realizzata in collaborazione con la CGIL di Alessandria e l’Istituto provinciale per la Storia della resistenza e della società contemporanea. Ne discutono con l’autore: Franco Livorsi, professore ordinario dell’Università di Milano, Bruno Pesce, già segretario provinciale F.L.M. e Mariano G.Santaniello, presidente ISRAL. L’incontro sarà moderato da Albino Neri e Mauro Remotti.
La Fondazione Italiana Linfomi al fianco dei giovani ricercatori con due iniziative da 110 mila euro.
Alessandria, 17 ottobre 2022
La Fondazione Italiana Linfomi Onlus (FIL) conferma il suo impegno a sostegno dei giovani ricercatori attivi nello studio dei linfomi e promuove anche quest’anno il Bando Giovani Ricercatori, dedicato alla memoria del Prof. Luigi Resegotti, uno dei pionieri in Piemonte nella lotta contro le neoplasie del sangue e presidente onorario della Fondazione.
Il bando è proposto per il 5° anno grazie alla collaborazione con la Fondazione Giulia Maramotti e la Fondazione GRADE Onlus. L’iniziativa consiste in un grant di 100.000 euro assegnato a un giovane ematologo under 40 per la realizzazione di un progetto di ricerca di sua ideazione.
I progetti di ricerca in gara, per aggiudicarsi il finanziamento, devono prevedere aspetti innovativi nella diagnosi e nella terapia dei pazienti con linfoma per approfondire la conoscenza della malattia o migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti.
Il Bando si è chiuso lo scorso 30 settembre e sono 11 i candidati che hanno presentato domanda. È in corso in queste settimane lavalutazione, a cura di un Comitato Scientifico, composto da membri interni e esterni la Fondazione. Il vincitore sarà proclamato il prossimo 11 novembre a Napoli, durante l’assemblea annuale della Fondazione. Nel 2021 ha vinto Vincenzo Maria Perriello dell’Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia con uno studio riguardante il trattamento dei linfomi di Hodgkin tramite cellule CAR-CIK.
Accanto al Bando Resegotti, FIL promuove, in collaborazione con l’Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma (AIL), il Premio Brusamolino: due grant del valore di 5 mila euro ciascuno, da assegnare a un medico e a un biologo under 40, scelti sulla base della rilevanza delle loro pubblicazioni sulla biologia o clinica dei linfomi.
Le domande di partecipazione devono essere compilate entro il 30 ottobre 2022. La proclamazione dei vincitori si terrà il prossimo 11 novembre a Napoli, durante l’assemblea annuale della Fondazione.
“E-MOBILITY AL”: RETE DI SCUOLE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE E PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Il Comune di Alessandria – che ha conferito il proprio Patrocinio all’ISS ‘Vallauri’ di Fossano per la quinta edizione del progetto “E-Mobility” per la diffusione ed il supporto della cultura del “lifelong learning”, dell’adozione dello sviluppo e della mobilità sostenibile -, è al fianco dell’Istituto ‘A. Volta’ di Alessandria nella declinazione e promozione di attività formative, a detta mobilità, funzionali.
Il ‘Volta’ annuncia la seconda edizione di “E-MobilityAL” che si svolgerà il 21 ottobre presso la sede di Spalto Marengo, 42.
Referente della rete di scuole per la mobilità sostenibile e per la sostenibilità ambientale, l’Istituto organizza e promuove questa giornata frutto del competente ed appassionato lavoro rivolte ad un tema fondamentale dei nostri tempi.
Dalle ore 9, in aula Magna, un convegno con relatori di alto profilo accompagnerà le studentesse e gli studenti in un efficace viaggio intellettuale che, partendo dalle basi tecnologiche, arriverà al fine vita delle auto elettriche.
Nel giardino dell’Istituto, aperto alla cittadinanza fino alle ore 18, le principali Aziende del nostro territorio presenteranno gli ultimi modelli esponendone caratteristiche e prestazioni.
La giornata pubblica sarà anticipata da un tavolo tecnico tra tutti i portatori d’interesse volta al confronto tra i diversi punti di vista ed esigenze in merito alla figura professionale necessaria a sostenere la transizione.
Il Dirigente Scolastico dell’Istituto ‘A. Volta’, Maria Elena Dealessi sottolinea “L’importanza e l’attualità dell’evento specificando quanto sia importante valorizzare e implementare le buone pratiche connesse alla sostenibilità ambientale e all’impegno eco-sostenibile che tutti dovremmo applicare nella vita quotidiana. Si tratta pertanto di una reale occasione di crescita condivisa a vantaggio dei nostri studenti. Il pomeriggio si configura infine come autentico momento di confronto e di apertura al pubblico (anche dei più piccoli), per un approccio corretto e consapevole verso buone pratiche ormai davvero irrinunciabili”.
Protagonisti dunque: l’ambiente e l’energia con la loro indagine e salvaguardia; la partecipazione scolastica e formativa coordinate da una sempre attenta docenza e dirigenza.
A questi nuclei, il Comune di Alessandria rivolge la sua gratitudine.
Infatti il Sindaco Giorgio Abonante afferma: “L’Amministrazione Comunale oltre a nutrire naturalmente particolare interesse per un argomento della massima attualità, delicatezza e importanza, guarda all’Istituto ‘A. Volta’ come ad un vero e proprio braccio operativo nonché come ad il referente esperto locale nell’ambito dell’intero Progetto ‘E-Mobility’. Con gli Assessori di riferimento, a diverso titolo coinvolti nei lavori di questi giorni, partecipo sin da questo momento con entusiasmo al convegno del 21 ottobre prossimo e sostengo con convinzione ogni azione di approfondimento ringraziando la Preside Dealessi e il Docente di riferimento Franco Gabriele per l’impegno e la cura profusi”.
Cerimonia intitolazione del parco Papa Giovanni Paolo II ad Alessandria
Questa mattina – alla presenza dell’Assessore Antonella Perrone (in rappresentanza del Sindaco Giorgio Abonante), del Presidente del Consiglio Comunale Giovanni Barosini, del Consigliere Provinciale Gian Paolo Lumi (in rappresentanza del Presidente Enrico Bussalino), di mons. Guido Gallese, Vescovo di Alessandria, del Viceprefetto aggiunto Francesco Farina e di molti Rappresentanti Istituzionali civili e militari locali nonché delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma – è stata intitolata l’area verde presso il laghetto della Zona Residenziale 14 (posta tra via Nenni, via Togliatti, via Basso e via della Palazzina) ad Alessandria a Papa Giovanni Paolo II (18.05.1920 – 02.04.2005): 264° Pontefice della Chiesa Cattolica, “gigante” della fede e della storia.
La Città di Alessandria ha inteso in tale modo onorare e ricordare la figura di questa grande Personalità e lo ha fatto con una solenne cerimonia che ha trovato fondamento – a partire dalla proposta formulata dal Consigliere Comunale Giuseppe Bianchini insieme al già Consigliere Comunale Mauro Bovone, nell’aprile 2021 – in ciò che è stato approvato all’unanimità dalla Commissione Comunale per la Toponomastica riunitasi in data 29.07.2021 nonché dalla Deliberazione della Giunta Comunale n. 266 del 02.12.2021 e, infine, dalla Deliberazione della Giunta Comunale n. 18 del 27.01.2022, nonché dal Decreto Prefettizio di autorizzazione del 18.03. 2022.
Karol Józef Wojtyla nasce a Wadowice (Polonia), il 18 maggio 1920. Orfano di madre quando ha appena nove anni, cresce sostenuto dal padre, sottufficiale dell’esercito e uomo molto devoto.
Nel 1938 si iscrive all’Università Jagellónica di Cracovia. Studente di Filologia polacca, cofonda il “Teatro Rapsodico” e l’esperienza drammaturgica inciderà molto sulla precisazione di alcune idee di fondo che caratterizzeranno anche il suo futuro ministero pastorale.
Quando nel 1939 le forze di occupazione naziste chiudono l’Università, per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania il giovane Karol lavora (1940-1944) nelle cave di pietra di Zakrzowek e, in seguito, nella fabbrica della Solvay in Borek Falecki, come addetto alle caldaie.
Nel 1942 entra nel Seminario clandestino e il 1° novembre 1946 è ordinato sacerdote. Poco dopo, parte per Roma dove consegue il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino.
Nel 1948 torna in Polonia e insegna Teologia morale ed Etica presso il Seminario di Cracovia e la Facoltà Teologica di Lublino. Nel luglio 1958 Papa Pio XII lo nomina Vescovo ausiliare di Cracovia.
Nel gennaio 1964 Papa Paolo VI lo nomina Arcivescovo di Cracovia e, con questo titolo, partecipa al Concilio Vaticano II contribuendo in particolare alla formulazione della Costituzione “Gaudium et spes”.
I Cardinali, riuniti in Conclave, lo eleggono Papa il 16 ottobre 1978. Karol Wojtyla sceglie il nome di Giovanni Paolo II e il suo pontificato, durato quasi 27 anni, è uno dei più lunghi della storia della Chiesa.
Esercita il suo ministero con uno spirito pastorale instancabile: compie 104 viaggi apostolici nel mondo e 146 nella sola Italia, incontra Uomini di Stato (38 visite ufficiali, 738 udienze con Capi di Stato e 246 con Primi Ministri) e milioni di pellegrini. È anche considerato uno degli artefici del crollo del “socialismo reale”.
Promuove il dialogo con i giovani (nel 1985 istituisce la Giornata Mondiale della Gioventù), con gli ebrei e i rappresentanti delle altre religioni, invitandoli tra l’altro ad Assisi nel 1986 alla Prima Giornata Mondiale di Preghiera per la Pace. Nel 1992 ammette che fu un errore della Chiesa condannare Galileo Galilei e chiede pubblicamente perdono per le guerre di religione e i torti inflitti ai non cattolici nel corso della storia.
Incoraggia il rinnovamento spirituale della Chiesa anche attraverso numerose nuove beatificazioni (1338) e canonizzazioni (482) e la pratica teologale (scrive 14 Lettere encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche).
Dopo essere sopravvissuto a un grave attentato (13 maggio 1981) e avere fronteggiato una lunga malattia, Karol Wojtyla muore in Vaticano il 2 aprile 2005.
Il 27 aprile 2014, a meno di dieci anni dalla morte, Papa Francesco lo proclama Santo della Chiesa Cattolica.
EINSTEIN & ME La storia d’amore che ha rivoluzionato la fisica e il mondo
Produzione Tieffe Teatro Milano, Associazione culturale Paul Dirac
Di e conGabriella Greison Con la voce diGiancarlo Giannini nei panni di Albert Einstein
In questo monologo teatrale Gabriella Greison interpreta Mileva Maric, fisica, prima moglie di Albert Einstein e madre dei suoi figli. Il monologo è tratto dal romanzo “Einstein e io”, edito da Salani, uscito nel 2018, scritto dalla stessa Greison. “Einstein & me” è un viaggio nella vita di Albert Einstein attraverso gli occhi di una donna che è stata fondamentale per la sua crescita e per l’attualissima battaglia dell’affermazione femminile in campo scientifico. I due si sono conosciuti tra i banchi di scuola, al Politecnico di Zurigo nel 1896 e per oltre vent’anni hanno vissuto insieme. Anni fondamentali per Einstein e per la storia della fisica, dalla formulazione della teoria della relatività ristretta (con la famosa formula E=mc²) alle basi per la teoria quantistica.
Una vita vissuta in simbiosi, che ha permesso ad entrambi di crescere e creare, tra lezioni all’università, lunghe camminate in montagna, esami, soste ai tavolini del Café Metropole, laboratori di fisica, salotti, figli, e battaglie contro gli stereotipi e i luoghi comuni a cui una donna doveva sottostare in una società come quella di inizi ‘900. Chiunque può identificarsi nelle vicende evocate nel monologo, metafora bellissima per tutti, delle piccole azioni che compiamo ogni giorno, dei grandi progetti, dei cambiamenti, degli opposti che inevitabilmente si attraggono, delle speranze e dei diritti. Chiunque sia mosso dalla ricerca affannosa verso la conoscenza e la realizzazione dei propri sogni.
Gabriella Greison intesse un monologo in cui le sue ricerche vanno a sdoganare le false voci le voci su Mileva, regalandole una vita diversa e molto attuale. Le quattro stagioni si alternano nella vita di Mileva, esattamente come accade nella vita di ciascuno di noi. Racconta Greison: “L’idea di approfondire questa nuova visione della vita di Albert Einstein, dal punto di vista femminile della moglie, nasce dalla mia esigenza di avere nuove forme di confronto e stimolo. Un tempo i biografi di Einstein sono stati tutti uomini, ed è per questo che l’immagine di Mileva ci è arrivata distorta. Oggi Mileva è una di noi, modernissima, indipendente, sicura, che non si fa certo scrupolo nel rifiutare situazioni che le vanno strette. Nel mio lavoro non si fa cenno a polemiche sui lavori di Albert Einstein, e all’attribuzione degli stessi, che sono sempre stati e sempre lo saranno di Einstein stesso, essendo lui stato un genio assoluto; ma si descrive con i termini di oggi, la personalità, la mente e la natura di una donna che potrebbe essere una di noi, il cui percorso è stato oscurato da una società che mal tollerava le diversità ed era arroccata su vecchi concetti di appartenenza. Il finale è un viaggio nel futuro, ancora aperto, ancora da scrivere”. La stessa Greison ha portato nel 2018 al Politecnico di Zurigo una domanda per l’attribuzione di una laurea postuma a Mileva Maric, domanda che è stata all’inizio rifiutata, mentre ora, ai giorni nostri, nel 2022, con il cambio di rettorato, è al vaglio della nuova commissione.
Oggi vorrei presentarvi la bellissima poesia di Sualen Riccardi, “Biglietti della follia – Le ultime lettere di F.Nietzsche”, risultata tra l’altro meritevole della menzione d’onore al Premio Letterario Internazionale Arte e poesia nella notte.
È un brano complesso e difficilmente accessibile, ma altresí interessante e affascinante, in particolar modo per chi è interessato ad avere uno “spaccato realistico” del Nietzsche degli ultimi anni…Quelli della follia.
BIGLIETTI DELLA FOLLIA di Sualen Riccardi Le ultime lettere di F. Nietzsche
Scriverò parole che parranno veleno -come i laburni- da una crisalide aperta a picco sul cielo. Cadranno dall’aria il sole e i bagliori notturni- Scuoterò dal fiore ogni petalo
lasciando null’altro che stelo. Scriverò parole dai segreti giardini taciturni- tra le danze ebbre dei satiri
nelle notti di gelo. Squarciata la cortina del Tempio diverrà allora scampolo il velo. Scriverò parole accecanti. Lucenti come tutti i miraggi diurni- E scriverà dalle montagne Zarathustra un nuovo Vangelo. “Saprò creare chi sono soltanto divenendo oggi chi ero” Scriverò da sopra l’Abisso come da un grattacielo. Scriverò la fine di una favola nello sfiorire dei viburni. Elogerò la follia pura. La linfa negli alburni– Scriverò scosso dal vento che sparge il pensiero. Ora che il cigno di Parsifal sembra divenire sparviero. E che solo io vedo in questo cavallo un eroico destriero. Giungo in scalata sulla terra dell’impervio sentiero con in mano la lanterna di Diogene per sfilare via il falso dal vero. Troppo presto, lo so- A ormeggiare in un porto che non attende veliero.
L’anestesia continua ad essere la scoperta più importante del secolo in quanto ha consentito la chirurgia indolore e la sua diversificazione, nonché procedure diagnostiche senza ansia, senza stress o sotto ipnosi. Oggi, 16 ottobre, si celebra la Giornata Mondiale dell’Anestesia.
Voglio ringraziarvi per questa incredibile opportunità di praticare in Italia 🇮🇹 nella città di Campobasso. Non è stata una strada facile ma con disciplina, costanza e tanta voglia di imparare ho progettato il futuro.
Voglio ringraziare chi mi ha invitato a lavorare per due mesi e che, fortunatamente, si è trasformato in 18 mesi… e ringrazio …
marinellys #gianmichelle #giustino.
Non so per quanto tempo continuerò a vivere questa meravigliosa esperienza ma mi godrò ogni giorno e continuerò a dare il massimo in ogni anestesia. Grazie a tutto l’U.O.C. anestesia e rianimazione per pazienza, fiducia e accoglienza fin dal primo giorno, con un’équipe così tutto è possibile. Yosela Odorisio Arenas
La anestesia sigue siendo el descubrimiento más importante del siglo pues ha permitido la cirugía indolora y la diversificación de la misma, así como procedimientos diagnósticos sin ansiedad, sin estrés, o bajo hipnosis. Hoy 16 de octubre se celebra el día mundial de la anestesia.
Yo quiero agradecer ésta increíble oportunidad que tengo de estar ejerciendo en Italia 🇮🇹 en la ciudad de Campobasso. No ha sido un camino fácil pero que con disciplina, perseverancia y muchas ganas de aprender he ido sorteando.
Quiero agradecer ha quienes me invitaron a trabajar durante dos meses y que la fortuna me ha transformado en 18 meses y los que faltan… #marinellys #gianmichelle #giustino.
No sé hasta cuando seguiré viviendo esta maravillosa experiencia pero disfrutaré cada día y seguiré dando lo mejor de mí en cada anestesia. Gracias a todo el team de la U. O.C. anestesia y reanimación por la paciencia, la confianza y la acogida desde el primer día, con un equipo así todo es posible. Yosela Odorisio Arenas
Quando si esce, nel pomeriggio assale un forte senso di desolazione, in
quanto, a meno che, non si transiti per vie costellate di svariati negozi, negli altri percorsi della città, vige un quasi deserto.
Ciò accade anche nel sabato pomeriggio, quando la maggior parte delle
persone non è impegnata lavorativamente.
Possibile che siano tutti solo su internet e il desiderio di una sana passeggiata in una bella giornata d’autunno, non assalga più nessuno?
Mi chiedo spesso dove siano tutti….e quei pochi che circolano sono tutti in compagnia del loro “quattrozampe”, malvestiti e distratti, in attesa che il loro amico strattoni fortemente il guinzaglio , verso la direzione di casa.
In compenso i centri commerciali sono diventati il ritrovo di famiglie, single e tutto il resto della popolazione, che si rifugia in quei mega mercati, cercando di dimenticare, per qualche ora, tutti i disagi della vita…
Con l’aggettivo “comico” nella letteratura del XIII-XIV sec. ci si riferisce a quelle opere di stile e argomento non elevato che si distinguevano da quelle considerate più alte, in base alla retorica medievale che individuava tre stili diversi (uno alto e “tragico”, proprio soprattutto dell’epica e della lirica amorosa, uno medio e “comico” e uno basso ed “elegiaco”, che corrispondeva a componimenti quali il lamento d’amore o il compianto funebre). La poesia comica o comico-realistica includeva perciò tutti quei testi che in quanto a linguaggio e temi non rientravano negli altri due filoni e il termine non si riferiva al concetto classico di “commedia”, né era sempre associato a contenuti tali da suscitare il riso nel pubblico, dal momento che le poesie “comiche” potevano anche affrontare argomenti politici ed essere usati per attaccare avversari con l’arma dell’invettiva. Il pubblico della poesia comica era per lo più popolare e molti testi di questo filone erano destinati alla tradizione orale, come nel caso della produzione giullaresca, ma i componimenti dei poeti più colti si rivolgevano a lettori di estrazione sociale elevata e presupponevano la conoscenza da parte del pubblico dei testi di stile alto, che non di rado venivano parodiati (questo accadeva specialmente con la lirica d’amore, le cui situazioni tipiche venivano rovesciate per creare il ridicolo e suscitare il divertimento nei lettori). Agli inizi del XIII sec. si diffonde in Italia una poesia destinata a un pubblico popolare, di cui sopravvivono poche testimonianze scritte in quanto non era pensata tanto per la lettura quanto per la recitazione di fronte a una folla di illetterati, da parte di attori girovaghi: noti come giullari, questi personaggi erano saltimbanchi e giocolieri (il nome deriva proprio dal lat. iocularis, “giocoliere”) che si esibivano di fronte a un pubblico improvvisato nelle strade, vivendo grazie alle offerte che raccoglievano con le loro esibizioni che, spesso, erano accompagnate dalla musica. Alcuni di loro eseguivano testi scritti da altri, mentre diversi giullari erano autori essi stessi delle proprie poesie e non mancavano tra loro personaggi colti, che a un livello più alto potevano esibirsi anche alla corte di signori feudali o addirittura sovrani, inoltre, i giullari durante i loro spostamenti raccoglievano e diffondevano le notizie, svolgendo quindi un importante ruolo sociale. D’altra parte, l’accoglienza che veniva loro riservata non sempre era benevola: in alcuni casi erano soggetti a bandi e invettive (la Chiesa durante tutto il Medioevo condannò più volte l’attività dei giullari), ma in altri luoghi erano incaricati ufficialmente di diffondere notizie.
NAPOLI
Leonardo Giustinian (1388 – 1446), poeta, politico e umanista italiano. Poeta Veneto del XIV secolo, conosciuto anche come Leonardo Giustinian. nacque a Venezia nel 1388 (morì nel 1446). Fu membro e capo del consiglio dei dieci, poi procuratore a San Marco. Scrisse Epistole (Epistulae) in latino, orazioni e traduzioni dal greco. E’ celebre per le Canzonette e gli Strambotti, la cui diffusione a stampa è documentata dal 1474 in poi. Furono componimenti, musicati dallo stesso Giustinian, che piacquero moltissimo e furono tanto imitati che le canzonette esemplate sul loro modello furono dette “giustiniane”.
Se li arbori sapesser favellare
Se li arbori sapesser favellare, E le lor foglie fusseno le lengue, L’inchiostro fusse l’acqua dello mare, La terra fusse carta e l’erbe penne Le tue bellezze non potria contare. Quando nascesti gli angioli ci venne, Quando nascesti, colorito giglio, Tutti li santi furno a quel consiglio.
*Delizioso esempio di poesia popolare, cantata dai poeti giullari, erano testi semplici, fatti per divertire…tipo i cantanti pop di oggi ma col risparmio di Sanremo.
Adolescenti arrabbiatissimi, di Dr.ssa Mariangela Ciceri Psicologa Clinica e forense
Mariangela Ciceri
Alessandria: Chiunque si relazioni con un adolescente, figlio, nipote, conoscente o allievo, ben conosce come a volte sia difficile contenere quel lato aggressivo, che loro per primi hanno difficoltà a comprendere e a tenere sotto controllo.
Essere adolescenti non è semplice.
Non sono semplici i conflitti che si devono gestire né le sfide che si devono accettare.
Il corpo cambia, ciò che una volta erano garanzia di divertimento e tranquillità, come il gioco a carte con i nonni, o quel cartone animato che faceva ridere, perdono di valore.
Ci si ritrova ad essere in un corpo che cambia e in balia di emozioni e desideri sbocciati all’improvviso, faticosi da comprendere e realizzare.
Possono avere l’impressione che tutti, in casa e fuori, si aspettino qualcosa da loro, un buon voto, un comportamento adulto, una buona educazione espressa attraverso un atteggiamento non ribelle. E perfino gli amici, possono non essere più quella gran compagnia che erano un tempo. La noia può diventare una assidua compagna, la rabbia una presenza costante.
Gli adolescenti non hanno un buon controllo sulle emozioni.
Spesso le subiscono, cercano di decodificarle, possono addirittura esserne spaventati. Se la richiesta sociale (la scuola, il gruppo dei pari) e quella famigliare (la relazione con i genitori) innescano comportamenti stressogeni, l’adolescente può comunicare il suo malessere attraverso eccessi d’ira e comportamenti non del tutto funzionali.
Entrare nel mondo dei grandi significa percorre la passerella del giudizio, indossare maschere appropriate per celare agli occhi del mondo quelle insicurezze e paure che possono minare l’autostima e allora arrabbiarsi può essere tutto quello che rimane da fare.
La risposta che da adulti, da genitori, amici, insegnanti possiamo dare è l’ascolto.
Accogliere quella rabbia, lasciare che trovi il modo per essere riconosciuta, raccontata, espressa e solo dopo, quando tutto il dicibile è stato detto, da persone responsabili e autorevoli quali essere genitori e insegnanti impone, ridefinire quelle regole e quei comportamenti che riteniamo utili, necessari e inderogabili.
Mariangela Ciceri
Sono psicologa clinica e forense. Come clinica mi occupo di consulenza e supporto psicologico sia individuale che di coppia, di psicodiagnostica, di sostegno alla genitorialità, di psico-geriatria, di orientamento scolastico e professionale. Come libera professionista in ambito giuridico e forense il mio ruolo è quello di consulente nella valutazione del danno psichico dovuto ad eventi traumatici, di valutazione delle competenze genitoriali in caso di separazione e divorzio, di mediazione familiare. Conduco inoltre laboratori di comunicazione, psicologia sociale, uso della scrittura come strumento di consapevolezza e problem solving, al fine di facilitare il superamento di criticità emotive.
PINK SONIC SHOW – The European PINK FLOYD Experience
Sabato 10 dicembre al Teatro Alessandrino alle ore 21.00 L’essenza dei Pink Floyd riproposta ai giorni nostri
Nati da un’idea di Francesco Pavananda nel 2011 i Pink Sonic sono riconosciuti dalla critica come uno tra i migliori tributi ai Pink Floyd, grazie alla professionalità dei loro componenti. Oltre alla continua sperimentazione in campo musicale, ogni musicista eccelle nella ricerca del sound che porta lo spettatore a rivivere le stesse sonorità ed emozioni degli originali. Il rig di Francesco Pavananda, copia del rig di David Gilmour nel celebre concerto di Venezia , le tastiere di Andrea Marzotto, le luci, i laser, le proiezioni sullo schermo circolare permettono ai Pink Sonic di portare in scena uno show di oltre due ore, dove il pubblico viene travolto ed affascinato. Prodotti da Ke Spettakolo srl faranno tappa ad Alessandria al Teatro Alessandrino con inizio spettacolo alle ore 21.00
La scaletta prevede un viaggio attraverso i maggiori successi dei Pink Floyd, senza però dimenticare pezzi storici che hanno segnato gli esordi degli stessi.
Riarrangiati e ammodernizzati rappresentano delle gemme preziose in uno show unico ed entusiasmante.
“La musica dei Pink Floyd, dopo 50 anni dal suo inizio ha ancora sfumature contemporanee, grazie anche ai loro testi con tematiche universali e non sottoposti all’erosione del tempo e delle mode. – dichiara Francesco leader e frontman – Nonostante ciò, non mi sono trattenuto dal riarrangiare canzoni come “Set the Controls for the heart of the sun” , “Astronomy Domine”e ”Welcome to the machine”. L’ inizio dello spettacolo è previsto per le 21.00. I biglietti sono in prevendita su Mail Ticket. Per maggiori info: http://www.pinksonic.show
Sono scomode non si piegano, soprattutto non navigano nelle acque altrui elemosinando l’amore con l’inganno e la complicità di perfide narcise facendo cadere la colpa
agli altri con false prove.
Le donne forti amano con la tenerezza
del cuore, come un dono di Dio, non
tradiscono, evolvono rialzandosi piu forti di prima facendone dai loro sbagli perle di saggezza corolle di onestà.
Donne Sole è una raccolta di poesie sulle donne, scritta da un uomo, il poeta Marcello Comitini.
È un inno alla femminilità, condotto con un tocco di eleganza e di erotismo, senza mai sfociare nella volgarità.
Sono donne innamorate di un uomo ma anche dei ricordi e del passato, e soprattutto del valore della propria femminilità.
Hanno dai 16 anni ai 40, quell’arco di tempo in cui ogni donna si rende bella per sé stessa e per piacere agli altri, cura il fisico, usa creme.
La donna spesso appare dominata – soprattutto agli occhi degli uomini – dalla conformazione fisica, “progettata” per essere donna-madre, ma prima ancora dalla sua predisposizione ad accogliere l’uomo “della sua vita”.
Dice l’autore nella prefazione che “La donna è presente nel pensiero collettivo come colei che è subordinata alle decisioni dell’uomo, e spesso la si pensa in funzione dell’altro, soprattutto nel rapporto amoroso. Tradite, abbandonate, violentate, uccise. Vinte. Non esiste in questo campo una corrispondenza equilibrata tra quel che le donne subiscono e quel che subiscono gli uomini.”
E quando il “miraggio” della donna perfetta è mortificato dallo svanire della bellezza esteriore, ecco che nella donna subentrano nostalgia e rimpianti. Essa allora si dispiega verso la bellezza interiore.
Ma è proprio grazie a questa ricchezza interiore che l’aspetto fisico – dice l’autore (e con lui convengo) – passa in secondo piano dando rilevanza alla bellezza dell’anima. Essa sarà ed è sempre bella a prescindere. Non conta il fisico, perché ogni donna è bella a modo suo. Ciò che conta è il suo essere, il suo carattere e i suoi pensieri.
Sono poesie che non esprimono giudizi ma invitano alla riflessione sul mondo intimo femminile.
Sono rimasto particolarmente colpito da come l’autore abbia saputo esprimere, in maniera così elegante e genuina, questo modo di guardare alle donne, facendole parlare e vivere nei versi, anche quando i versi trattano di donne che si sottomettono alle voglie sado-maso del compagno.
Un inno dunque alle donne come quello che Alda Merini dedicava al genere femminile, E come diceva Alda: “La sensibilità non è donna, la sensibilità è umana. Quando la trovi in un uomo diventa poesia”.
In effetti il libro contiene poesie che ho molto amato, in particolare “Il mio sorriso è una farfalla, “Ho posato”, “La luce prigioniera nella stanza” e “Cosa dicono le donne affacciate alla finestra”. Ma tutte hanno qualcosa (una descrizione, una riflessione, un verso) che incanta e invita a non dimenticare la vera femminilità.
Oggidì andiamo nello spazio alla scoperta di nuovi mondi, sognando il futuro perché ciò solletica la nostra curiosità e voglia di avventura, eppure, di fronte a certe storie fantastiche e vecchie di millenni, rimaniamo ancora affascinati, soprattutto se chi le ha raccontate lo ha fatto in maniera così magistrale da guadagnarsi l’eterna memoria dei posteri. Publio Ovidio Nasone, autore di temi prevalentemente amorosi e licenziosi, è proprio uno dei grandi scrittori che attraverso i secoli è rimasto immortale; e tanto è piaciuto ed ha ammaliato i lettori con la sua capacità affabulatoria, che nell’arco del tempo pittori e scultori hanno raffigurato quei racconti della mitologia greca e romana nelle loro opere.
Nei suoi quindici libri egli ha narrato più di duecentocinquanta miti partendo dal Caos primigenio, per giungere alla morte di Gaio Giulio Cesare trasformato in astro. Nei suoi quasi dodicimila versi incontriamo dei e dee, satiri e ninfe, centauri e ciclopi, scopriamo storie d’amore felici ed infelici, presenziamo a rapimenti, e a fughe di giovinette e giovinetti per sottrarsi alla bramosia di taluni, a connubi di Giove con giovani e belle fanciulle e non solo, a vendette per torti subiti: insomma narrazioni per tutti i gusti, che terminano sempre nelle fiabesche metamorfosi dei protagonisti in alberi, fiori, animali, costellazioni, fiumi…
Sedici di queste storie sono state analizzate nel saggio Le Metamorfosi di Ovidio nell’arte, redatto dalla dottoressa Manuela Moschin, laureata in Conservazione e Gestione dei beni e delle attività culturali a Ca’ Foscari, di cui a suo tempo recensii Atman, una raccolta poetica che mi emozionò per la valentìa dell’autrice nel comunicare i sentimenti più profondi. La Moschin in questo nuovo lavoro ha scelto di esaminare le Metamorfosi del poeta romano, approfondendo per l’appunto, certe opere pittoriche e scultoree che le rappresentano.
Nel saggio ella ci conduce (tra l’altro) nella magnifica e illusionistica Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova creata da Giulio Romano; ci parla del mito di Narciso di Boltraffio, che nella piccola tavoletta in ciliegio lo ritrasse nel momento in cui il personaggio raggiunge “la consapevolezza che quello che desiderava in realtà non esisteva”; di quello di Perseo e Medusa di Caravaggio che, come in una metamorfosi, assunse le sembianze della Gorgone dai capelli di serpente; di quello di Teseo e Arianna di Tiziano col fantastico cielo lapislazzuli che fa da sfondo alla scena dove i personaggi si muovono in “pose plastiche mutuate statuaria antica” ma anche di come lo vide Canova che diede vita a un Teseo colto dopo la lotta col Minotauro; e poi ancora di quello della Centauromachia trasformato in altorilievo dall’irruento artista che era Michelangelo…
La carrellata continua nell’analisi sapiente dell’autrice che esamina tele, affreschi e sculture di altri famosi artisti con accurata precisione, partendo da un’estrapolazione del testo ovidiano cui segue un breve riassunto della vicenda, poi con la descrizione dell’opera d’arte e le curiosità che la riguardano e informazioni sull’artista che le diede forma e vita. Ovviamente non poteva mancare la biografia di Ovidio che concluse il suo capolavoro pensando alla sua dipartita, sostenendo però che quando verrà il giorno fatale, la morte potrà disporre solo del suo corpo mortale, in quanto con la sua parte migliore egli volerà in eterno più in alto delle stelle, e il suo nome rimarrà indelebile …le labbra del popolo mi leggeranno, e per tutti i secoli, grazie alla fama, se qualcosa di vero c’è nelle predizioni dei poeti, vivrò.
Il saggio, corredato da belle immagini e con prefazione del giornalista scrittore Corrado Occhipinti Confalonieri, è edito dalle Edizioni Espera a € 29,00 ed è acquistabile in libreria e negli store digitali; ma chi lo volesse con la dedica dell’autrice e al prezzo scontato di € 22,00 con in omaggio la raccolta poetica Atman, può contattarla a seguente numero di Whatsapp 389 2585658.