
Elleboro
franco bonvini Pensieri, Ripescaggi 11 ottobre 2022
E poi ti accorgi che non è come nelle poesie.
Un giorno sali su fino alle colme,
fino al grande prato al limitare del bosco
e il bosco è proprio quello dei ciclamini,
e il prato quello che hai tanto cantato,
dove correvi nel sole tra le api e le farfalle
e lì le bambine erano belle.
C’erano fiori tanti,
e freccie che rimbalzavano sugli alberi,
c’ era un’ armonica che riempiva l’ aria.
Un giorno sali alle colme dicevo,
e scopri che il grande prato non è poi così grande,
come se il bosco fosse avanzato a prenderselo
e poi nel bosco non ci sono nemmeno i ciclamini,
e allora inventi la scusa della stagione,
sarà che l’ inverno è già quasi finito,
ma neanche al prato non ci sono fiori,
nè api o farfalle
sarà sempre colpa della stagione.
C’è solo un elleboro dove il prato finisce
e scivola ripido a valle
se ne stà lì, col suo verde sfacciato, e se la ride,
come a dirti inutilmente,
vieni giù dal pero povero illuso.
Inutilmente, appunto perchè non è pazzia,
io li ho visti i narcisi e anche i ciclamini
e le bambine belle
e non era un sogno,
e poi si sente una fisarmonica lontana suonare per davvero.
Forse sarà più in su, alla prossima colma.
forse più su, sarà la prossima volta,
dovrò solo smettere di fumare per arrivarci
e non smettere di cantare tutte queste cose.
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