Il battello dei sogni, di Marco Galvagni

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La luce dei tuoi occhi è al limite di primavera

dove ogni gesto si tocca, s’interseca

dapprima solo rosso incenso

ora sottobosco dal profumo di pruni,

nuvola immobile nell’azzurro,

violino che suona un armonico concerto di note.

Ti racconterò dei tuoi occhi,

del loro colore corvino,

folgore d’una scintilla d’un alfabeto d’amore.

Davanti all’uomo conquistato

sei cieca esaltazione, regina

ingenua come un fiume nel deserto.

Fra le aurore e il frangiflutti delle notti

vi sono ghirlande da coltivare,

te ne pongo una al collo di panna.

Fra i tuoi occhi e il mare

immagini d’onde di passione,

il nostro nido come quello d’una coppia di rondini.

Il battello dei sogni

veleggia in un lago dorato,

la terra inseminata attende i tulipani.

Sei la superba avventura del maggio odoroso

nei tuoi occhi vi son perle ogni giorno

più incantevoli d’un mazzo di fiori alle campane dell’arcobaleno.

La più femminea

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Sei giovane e più preziosa del quarzo,

la più penetrante d’ogni pensiero

che solchi la frescura del corpo,

la più femminea tra le stelle,

colei che s’è svincolata

dalle sponde d’un ghiacciaio.

I frutti della terra nel sole

hanno fiammeggianti colori-

tu l’illumini col tuo amore

e per accendere la mia vita

i tuoi baci non cercano altre labbra,

a ruota libera ne giunge il respiro.

Ogni aurora è schiusa come uno sguardo

alle delizie del tuo ideale calore,

in una nuvola di torpore

una nuvola di carezze

d’una donna di panna

luna che occhieggia.

Prigioniera fedele e intelligente,

socchiudi un mondo cangiante e fino,

un universo tiepido e dolce

sotto le nuvole delle tue palpebre

nel solo sorriso d’un bacio

perché sei donna in ogni tua stilla.