Il volontariato animalista di Flavia Sironi

Elisabetta e Peggy.

Sono una volontaria da più di trent’anni.

Nel volontariato animalista mi sono occupata un poco di tutto.

 Sono passata dalla segreteria telefonica per aiutare le persone a risolvere problemi di ogni genere, ai controlli su presunti maltrattamenti, ho fatto banchetti e ora faccio pre-affidi per i cani del Sud.

 Fare volontariato non è per niente facile, bisogna tener conto di tanti fattori. La cosa principale è avere estrema lucidità nel capire ciò che ci si trova di fronte. Non farsi prendere dal panico, dalla rabbia, dall’euforia. Non agire mai di pancia ma usare la testa. Spesso mantenere freddezza e controllo.

 La cosa principale è che sono solo le autorità preposte, Guardie Zoofile, Guardie Forestali, Vigili Urbani, Carabinieri, Polizia di Stato, Divise del WWF, che hanno l’autorità per poter intervenire.

 Succede a volte che situazioni che sembrano critiche non lo sono affatto e viceversa.

 Tanta gente nasconde e tanta altra denuncia fatti inesistenti perché odia il vicino di casa o è invidioso di qualcuno che sta meglio di lui.

 Bisogna sempre sapersi controllare. Esistono visionari, passionari, e anche imbecilli.

Ho rischiato d’essere “impallinata”, di cadere da qualche postazione scomoda per poter accertare la situazione esistente e pure di vomitare di fronte a situazioni di degrado totale.

Ricordo una volta che ho preso la funivia ben dieci volte per osservare una situazione che si poteva vedere solo dall’alto. Con la macchina fotografica cercavo di fotografare come meglio potevo l’area dove certi animali vivevano in uno stato di degrado assoluto.

 Il bigliettaio mi guardava allibito tutte le volte che pagavo il biglietto.

Sono anche stata insultata e accusata da persone che non sanno bene come funzionano le cose di non fare abbastanza. Ho compreso negli anni che generalmente chi accusa non fa mai nulla per nessuno!

Io, come tutti i volontari del resto, ho sempre messo denaro di tasca mia.

Ora mi occupo solo ed esclusivamente di pre-affidi per i cani del Sud. Io stessa nel mio branco di quattro ne ho tre che vengono dalla Sicilia.

Per fare pre-affidi devi avere una lucidità notevole.

Molte persone che vogliono un cane o un gatto spesso non considerano i problemi che un animale può comportare. Molti pensano che un animale sia un giocattolo da prendere per poi disfarsene quando non lo vogliono più. Tanti sono impreparati pensano che il nuovo arrivato li adori da subito sia pieno di gratitudine e si comporti di conseguenza. Tutti vorrebbero cuccioli non considerando che il cucciolo è esuberante ed è un distruttore. I cuccioli, soprattutto quelli da caccia, sono adatti a giovani energici e attivi. Spesso i cani che arrivano da lontano attraverso viaggi in staffetta sono terrorizzati e ci vuole tempo perché comprendano e si adattino alla nuova vita e soprattutto ai nuovi compagni di vita.

Molte persone addirittura si indignano se il nuovo arrivato fa i bisognini in casa e non dà al malcapitato il tempo di capire cosa ci si aspetta da lui.

I nuovi arrivati quasi sempre i primi giorni piangono, non vogliono essere accarezzati. Capita che i nuovi proprietari non hanno la pazienza necessaria e la comprensione per aspettare il tempo necessario perché il nuovo componente della famiglia si adatti alla nuova vita.

Per non parlare poi dell’argomento sterilizzazione!

Entrare in casa delle persone per fare un prea-ffido è impegnativo e comporta una responsabilità notevole. Far arrivare un cane o un gatto che la famiglia poi non volesse con sé è un serio problema perché il povero animale senza una collocazione dovrebbe finire o in un canile oppure tornare al mittente. Oltre che un grave trauma per l’animale è anche una spesa notevole che grava sulle tasche già semivuote dei volontari.

Io quando in casa c’è già un altro quattro zampe e una coda mi baso sull’osservazione del suo comportamento. Difficilmente una famiglia ama profondamente ed accudisce con dedizione il cane o gatto già esistente e lega alla catena e maltratta il nuovo arrivato.

Quando invece non c’è un altro animale in casa ne porto uno dei miei, a volte anche due, e vedo come si comportano di fronte all’ospite quadrupede. Lascio che si scateni per casa e osservo il comportamento dei futuri adottanti.

Ho detto anche no e fatto ragionare le persone sulla scelta sbagliata indirizzandoli verso un altro candidato idoneo alle loro esigenze.

Devo dire che fino ad ora, a parte due casi che però hanno avuto la voglia e la determinazione di farsi aiutare per il bene del nuovo arrivato, non ho mai avuto “resi”.

Spero di mantenere la capacità d’essere logica per il bene di tanti povere anime in cerca di affetto e amore.

Ho anche fatto mettere in black list loschi individui che cercavano animali per i loro oscuri scopi.

Sono orgogliosa di me stessa per avere donato una famiglia amorevole a tanti bau e tanti miao.

Qui ritratte Elisabetta con Peggy, indubbiamente uno dei miei migliori pre-affidi. Peggy arriva dal Sud, per l’esattezza da Lecce, dalla volontaria Rossella Corsano attraverso una staffetta. A fare il pre-affido a casa sua a suo tempo sono andata col mio cagnolino Giuseppino, un piccolo scricciolo proveniente da terribili violenze. Timoroso e diffidente. Betty e la famiglia sono stati così amorevoli che sono riusciti a conquistare la sua fiducia un talento incredibile. Non ho avuto il minimo dubbio pre-affido riuscito!

Poco dopo l’arrivo di Peggy Elisabetta si è ammalata di cancro, uno brutto, cattivo, aggressivo. Peggy col suo amore incondizionato, coadiuvata da una famiglia meravigliosa, ha aiutato Betty a vincere la bestia.

Un amicizia particolare di Flavia Sironi.

Havana e Batman.

Qualche giorno fa si è svolta la giornata mondiale dell’amicizia voglio parlare di un’amicizia particolare.

Chi lo dice che l’amicizia tra cane e gatto è impossibile?

Spesso, invece, è molto più solida che tra cane e cane e soprattutto tra gatto e gatto.

Fra i due animali si stabilisce un rapporto molto intenso basato sul gioco e sull’aiuto reciproco.

Il cane tende a proteggere il gatto. Amano, oltre che giocare, condividere il momento del riposo.

Quando fa freddo si riscaldano a vicenda strofinando i loro caldi corpi l’uno sull’altro.

Uno dei miei gatti, Lemonsoda, molto spesso amava fare regalini al mio cane Petrus, gettando del cibo dal tavolo e si divertiva ad osservarlo mentre lo mangiava.

La mia cagnolona Stampella si diverte a rincorrere il mio micione Batman. Lui scappa veloce per poi fermarsi di colpo e rotearsi a pancia in su.

Con Havana Batman adora accoccolarsi e dormire in santa pace. Tra le sue zampe si sente protetto.

Attila, gatta dal carattere molto forte, da qui il suo nome, prendeva a schiaffi il povero Oreste dalla cassettiera e lui la guardava adorante.

Bruna, cucciola chihuahua della mia cara amica Angela, adora scatenarsi con la bellissima gatta Nina che sopporta pazientemente tutte le sue scorribande.

Osservando il mio branco noto molto spesso come questa amicizia tra due animali così diversi tra loro, perché cane e gatto sono gli opposti, sia forte, leale e solida.

Quando uno dei due vola sul ponte dell’arcobaleno l’amico del cuore col quale ha stretto questo sodalizio soffre.

La “personalità” dei cani di Flavia Sironi

Gilda

I cani e la loro “personalità “.

Anche i cani, proprio come gli umani, stringono legami differenti. Esistono cani più indipendenti di altri.

Sono sempre e comunque molto legati all’uomo essendo stati, attraverso i millenni, modificati per soddisfare le nostre esigenze.

Tutti i cani, proprio tutti, dai più grandi ai più piccoli discendono dal lupo.

L’uomo primitivo, allora cacciatore, si radunava attorno al fuoco per cuocere e cibarsi della carne cacciata.

Gettava i resti dietro di sé. Si accorse che alcuni lupi, i più deboli che venivano allontanati dal branco, si cibavano degli scarti avendo così la funzione di spazzini.

Osservandoli compresero la loro abilità nella caccia.

In seguito li utilizzarono come guardiani, per la pastorizia fino ad arrivare ai giorni nostri.

Insomma subirono una serie di selezioni venendo così incrociati a seconda delle loro peculiarità.

Formando così, in funzizone della razza, personalità canine differenti. I cosiddetti meticci sono unici nel loro genere perché sommano caratteristiche formate dai diversi incroci.

Io ho sempre posseduto un piccolo assortito branco di cani, generalmente composto da quattro, numero che riesco a gestire.

Ho sempre notato le differenze tra loro dettate dalla razza, dalla provenienza, dal carattere, dalla vita vissuta prima di arrivare a casa mia e dall’età che avevano quando me ne sono fatta carico.

Dei quattro cani che possiedo ora uno in particolare è totalmente dipendente dalla mia persona.

Rosso, che io definirei il cane “mammone” per eccellenza è costantemente attaccato alle mie caviglie. Spesso, inavvertitamente, lo calpesto procurandogli, a volte, dolore fisico. Ma lui niente imperterrito sempre appiccicato mi segue ed è la mia ombra.

Tornassi indietro lo chiamerei attack.

Havana invece essendo un incrocio tra un levrieroide e un labrador è un cane che passa dall’energia sfrenata alla pigrizia totale. A volte appiccicosa, a volte indipendente, è una cagnolina decisamente unica nel suo genere.

Stampella, che ha la colonna spezzata e una zampa offesa, da qui il suo nome, è un pastore tedesco, ha una volontà di ferro. Nonostante sia stata lasciata morente ai margini della strada dopo essere stata investita è riuscita, con l’aiuto dei volontari che hanno usato il carrellino e la fisioterapia, a rimettersi in piedi o meglio sulle zampe. Ora al mio fianco cammina per diversi chilometri e si è formata una muscolatura eccezionale.

Sandokan, incrocio maremmano golden retriever è un cane riflessivo, oserei dire posato. E’ tranquillo, tranne quando scorrazza per prati e boschi. Non agisce mai d’impulso, lui osserva e si comporta di conseguenza. E’ un santo perché sopporta tutte le angherie dell’esuberante Stampella.

Tornassi indietro lo chiamerei SanTokan.

Come già detto durante la mia lunga vita di cani ne ho avuti davvero tanti. Con loro ci sono nata, i miei genitori sono sempre stati amanti di questo favoloso animale, ci sono cresciuta e invecchiata visto i miei sessantatré anni.

Porto, ognuno di loro con le proprie paure, le proprie fragilità, i propri talenti e le loro necessità, nel bagaglio dei miei più cari ricordi, sono dentro di me, nel profondo del mio cuore. Mi mancano e nella mia realtà di agnostica spero, non so come, di rivederli un giorno.

C’è un cane, o meglio una cagnolona, che mi manca più di tutti che mi ha lasciato un vuoto profondo, incolmabile, Gilda.

Arrivò da me accompagnata da una mia cara amica Guardia Zoofila storica di Bergamo, Marina Maestroni. Lei e il suo compagno Alessandro l’avevano prelevata in una stalla buia dove era mantenuta a pane secco e acqua sporca.

I pastori la tenevano come fattrice per utilizzare i cuccioli che letteralmente avrebbe “sfornato” per la transumanza sui monti durante la primavera a venire. Quelli in esubero sarebbero stati soppressi.

Aveva occhi color del cielo, trasparenti, limpidi. Appena mi vide mi fissò dritta, occhi negli occhi, sguardo nello sguardo. Era sporchissima, magra da far paura, maldistribuita e puzzava terribilmente.

Legata ad una corda dietro di lei c’erano la mia amica col suo compagno che speravano con tutta l’anima che superassi lo schifo, Gilda era davvero brutta, e me ne facessi carico visto che avevo appena accompagnato la mia meravigliosa Nebbia, razza pastore bergamasco, sul ponte dell’arcobaleno.

Io per la mia famiglia sono la “salvacani” e ho letteralmente “calcato addosso” a parenti, amici, conoscenti, poveri cani abbandonati.

Gilda mi fissava fiera, altera, si vedeva bene che non mendicava la mia considerazione, pareva dirmi: se non mi prendi con te non me ne frega un tubo ma se mi prendi non te ne pentirai. Fu proprio così dimostrò un’intelligenza e una capacità cognitiva notevoli.

Si trasformò in un magnifico esemplare, mi fermavano per chiedermi razza e provenienza. Non le insegnai nulla, imparò da sé le regole della casa.

Divenne, raggiunta la maturità, aveva all’incirca nove mesi quando la presi con me, capobranco indiscusso. Era allegra, attiva, protettiva.

Nessuno del branco la mise mai in discussione, sapeva imporsi senza fare alcun male ai cani del gruppo. Rispettava i gatti di casa.  Insomma non ebbi mai bisogno di riprenderla.

Una volta, mentre eravamo in montagna, un gruppo di animali selvatici con i cuccioli ci percepirono come un pericolo.

Immediatamente lei mise in atto una strategia di protezione nei miei riguardi, indirizzando gli altri tre lungo il sentiero. Procedeva facendo la sentinella esortando tutti, compressa me, ad andare avanti senza perdere tempo. Posizionò un cane davanti a me e due dietro e lei faceva la spola tra di noi andando prima davanti poi dietro e così via.

Anche quando è mancata si è contraddistinta. La settimana prima della sua morte ha fatto nei boschi una decina di chilometri, ho notato che alla fine era più stanca del solito.

Il giorno dopo non si è più retta sulle zampe. Prima di capire cosa avesse e prendere quella terribile decisione che terrorizza i proprietari dei cani sono passati alcuni giorni, giorni durante i quali io e la mia cara veterinaria Laura Bellentani ci siamo chieste come avesse fatto a correre, mangiare, giocare, fino alla fine senza averci fatto capire il brutto male che la divorava. L’ho accompagnata con l’aiuto della dolcissima Laura al traguardo finale e Dio solo sa la fatica che ho fatto a lasciarla andare.

Gilda senza dubbio era l’equivalente di Margherita Hack dei cani. Mi piace pensarle “vicine vicine” nell’azzurro cielo, esattamente come gli occhi di entrambe, visto che la grande Margherita amava tantissimo gli animali.  

Quando in casa arriva un cane, di Flavia Sironi

Havana e Flavia durante una gara di CaniCross

Accogliere un cane in casa non sempre è facile, ma è anche meno difficile di quanto possa sembrare. Dipende dalla volontà e dalla pazienza che ci si mette, dal tempo che si ha a disposizione, dall’età del cane e per ultimo e non da ultimo dalla razza. Spesso le mode dettate dalla pubblicità, dai film, dai documentari ecc. condizionano la scelta del cane. Però non sempre le esigenze di questo nuovo arrivato corrispondono a quelle di chi lo sceglie.

Ad esempio un cane da caccia ha bisogno di correre, di notevoli spazi, di vita all’aria aperta; un cane di questo genere non potrà mai andar bene a una persona che fa una vita sedentaria. I cani da caccia sono perfetti per atleti, alpinisti, sportivi in generale. Per quanto possa sembrare incredibile, viste le notevoli dimensioni, un alano ama stare sul divano.

Un cucciolo per una persona anziana non è proprio l’ideale. Il cucciolo vuole attenzioni, è un distruttore, rosicchia scarpe, oggetti. Personalmente ritengo che un cucciolo sia adattissimo ai bambini. Le razze sono innumerevoli e sarebbe bene informarsi sul carattere dell’animale prima di portarlo con sé. È proprio per questo che molti 4 zampe e una coda rassomigliano anche fisicamente al proprio 2 zampe, non lo avete mai notato?  Invece una scelta sbagliata la si nota subito, o è il cane che porta in giro il proprio umano trascinandolo come un pupazzo; oppure è l’umano che trascina il povero cane non collaborante. Una scelta consapevole renderà felici, per cui simili, i due amici.