Sedicenne accoltella la professoressa che lo vuole interrogare prima della fine dell’anno scolastico per recuperare l’insufficienza;Gabriella Paci

E’ di pochi giorni f ala notizia dell’accoltellamento di una docente di italiano e storia di 51 anni avvenuta nell’istituto di istruzione superiore “Alessandrini” di Abbiate Grasso in provincia di Milano. L’alunno, un ragazzino di 16 anni doveva essere interrogato a storia per recuperare le insufficienze e la docente la prof.ssa Elisabetta Condò, aveva appunto chiamato il ragazzo a sostenere al verifica ma lui si era portato da casa un coltello da caccia del padre e una pistola giocattolo con cui ha minacciato i compagni prima di procedere con l’aggressione alla donna che ha riportato serie ferite all’avambraccio e alla testa. Il ragazzo ora è ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’ospedale mentre al docente è stata operata nell’ospedale di Legnano ma non è in pericolo di vita.

 Il padre del ragazzo, avvertito dalle forze dell’ordine accorse  sul posto dell’aggressione ,ha dichiarato di non essere informato sulla situazione scolastica e comportamentale del figlio ma resta da chiarire come sia possibile, dato che il ragazzo aveva più di una nota disciplinare a suo carico e che , grazie ad un codice fornito dalla scuola ,ciascun genitore può verificare i voti del figlio riportati nel registro elettronico.

A destare preoccupazione è comunque la sempre maggiore reattività da parte degli adolescenti a qualunque divieto o regola da seguire e alla violenza  che mostrano nei confronti dell’ambiente e delle persone. Non a caso episodi di bullismo e di teppismo organizzati in veri e propri raid  sono  all’ordine del giorno.

I rimedi  

La sottosegretaria” all’Istruzione e al merito” Paola Frassinetti dichiara che bisogna far acquisire maggiore autorevolezza ai docenti e punire severamente gli studenti che compiono gravi atti di violenza e di sopraffazione . Purtroppo il ruolo educativo delle famiglia è spesso demandato alla sola scuola  che non può sopperire a carenze istituzionali e formative della famiglia  se non ha strumenti correttivi  validi : la semplice nota negativa non ha efficacia se non è supportata dalla famiglia e da punizioni educative che insegnino ,come nel passato, che ad ogni azione corrisponde un effetto.

Il ministro dell’Istruzione Valditara prevede la figura di uno psicologo  operante nella scuola ,affinchè ragazzi in difficoltà vengano sostenuti e guidati. Purtroppo forse non si tiene conto che quando lo psicologo c’è (e parlo di esperienza diretta) il ragazzo problematico non sempre è cooperante o disponibile ad andare alle sedute e certi atteggiamenti, se restano senza conseguenze disciplinari, rischiano altresì di diventare motivo di vanto se non addirittura di emulazione da parte dei più fragili che vedono nel ribelle un leader .

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A 150 anni dalla morte Alessandro Manzoni con il suo romanzo “I promessi sposi “ è ancora portatore di messaggi di speranza e di rinascita,Gabriella Paci

Alessandro Manzoni   stesso non avrebbe mai supposto di diventare una “pietra miliare “ della letteratura italiana , di far scuola per la diffusione della lingua italiana dopo la raggiunta unità del 1861 e di essere considerato un promotore del Risorgimento e dunque, della stessa unificazione.

Secondo Mattarella, che ne ha celebrato a Milano il 22 maggio scorso il 150 esimo anniversario, è stato “un padre della patria” nonostante non abbai mai fatto parte attiva di movimenti di  patrioti e nonostante non si sia interessato di fare politica ,vuoi per indole riservata, vuoi per problemi di salute, anche se accetterà la nomina a senatore del regno nel 1860. Questo perché già si era distinto per la sua opera principale il romanzo “I promessi sposi” anche se era autore apprezzato di Inni sacri, poesie, trattati di storia, tragedie.

Manzoni cercava un’Italia unita, che fosse la sintesi di un grande popolo, fiero della sua cultura della sua lingua e delle sue origini e questo è un messaggio quanto mai attuale.

Il capolavoro.

Del resto, l’amore per la propria terra e la distanza dalla prevaricazione di un popolo su di un altro,(anche se lui parla di spagnoli) permeano tutto il suo romanzo “I promessi sposi “ che si fa anche portavoce dei valori civili e cristiani che saranno poi alla base del nuovo stato. L’espressione dopo “la risciacquatura dei panni in Arno “ e cioè l’eliminazione delle influenze dialettali milanesi, si fa promotore di quella parlata del ceto colto toscano: agile ,duttile, viva. La lingua toscana ,del resto, da Dante e Boccaccio  in poi era già un punto di riferimento per la lingua” nazionale “(anche se si scriveva in modo retorico e artificioso) e proprio per questo il libro fu adottato in tutte le scuole del regno.

Un fine utile attraverso il vero che deve essere interessante

Un libro che doveva -e lo fu-utile, vero, interessante. Utile ,secondo i principi illuministici, a educare politicamente, moralmente e civilmente. Vero o almeno con una storia tale da sembrare, evitando artifici e contenuti inverosimili in cui i lettori non si possano  specchiare ed interessante perché gli argomenti ,vicini ai fatti realmente accaduti ,interessino ampi gruppi di lettori e non elite colte ma ristrette .Interessante per la storia personale dei protagonisti che si intreccia con quella di personaggi verosimili o realmente esistiti. Una storia in cui trionfa la Divina Provvidenza ma con il superamento della visione idilliaca della vita che bisogna imparare ad affrontare a denti stretti, con la consapevolezza del male presente nella storia umana  pur non perdendo mai la speranza di una mano Divina. I due protagonisti Renzo e Lucia,attraverso le loro vicissitudini che si attualizzano nella storia di sempre, dove la prepotenza dei forti opprime i deboli, si  formano e diventano personaggi che acquisiscono una matura consapevolezza del loro stato anche se Manzoni non è un rivoluzionario e vuole che ognuno si evolva rimanendo sempre tuttavia nell’ambito che gli è proprio, senza creare capovolgimenti sociali.

Il lieto fine era d’obbligo non solo perché una bella storia d’amore deve avere successo ma anche perché educativo: lottare e credere in un obiettivo è un atteggiamento che tutti dovrebbero avere ma se…il lieto fine non c’è? Manzoni ci rasserena perché ci dice che ci sarà nell’aldilà una ricompensa tale da non farci disperare se qui sulla terra non abbiamo fortuna e a tale scopo è emblematica la poesia “Il cinque maggio” dove Napoleone muore sì nella desolazione e nell’abbandono terreno ma con la prospettiva di una gioia e una pace celeste senza limiti.

Gabriele D’Annunzio :lo scrittore italiano che ha fatto del Decadentismo uno stile di vita e di sentire in grado di influenzare intere generazioni,Gabriella Paci

(Arezzo)

Gabriele D’Annunzio è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal Re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso. 

Figura di indiscussa fama e oggetto di ammirazione, lo fu al punto di determinare lo stile di vita di un’intera società che seguiva il “dannunzianesimo “ ovvero il suo modo di vestire ,parlare, agire ,e …pensare .Grande promotore di se stesso, seppe incarnare i desideri e le aspettative di gran parte degli italiani del periodo,tanto che lo stesso Mussolini,una volta al potere,si sentì minacciato nella sua figura di leader da D’Annunzio che cercò di relegare nella villa sul lago di Garda, affiancandogli una donna  che lo doveva distogliere da impegni politici e gratificandolo con doni e riconoscimenti.

La sua vita è quella tipica dell’esteta, un uomo cioè che mira a fare della sua vita “un’opera d’arte” nel senso che programma e sceglie tutto ciò che ritiene sia bello e piacevole ,senza pensare a limiti morali o etici Questo comporta frequentare luoghi ricercati, persone di alto livello, circondarsi di oggetti  preziosi e non comuni, indossare abiti e accessori di lusso e particolari ma anche godere pienamente dei sensi .Legato al suo estetismo ,che comparirà come nota trainante nel suo romanzo “Il piacere” che sarà un prototipo nel panorama europeo insieme ad altri romanzi (Il ritratto di Dorian  Gray di Wilde o””Mario l’epicureo di Pater o ancora “A ritroso” di  Huysmans )c’è il sensualismo, ovvero l’utilizzo  fine dei sensi per poter vivere la pienezza della natura sia fisica propria che del mondo naturale circostante .Per questo sarà un seguace del filosofo Nietze  e della sua teoria dionisiaca che porta all’esaltazione della vitalità e del piacere dei sensi

Questo lo farà aderire anche al “panismo” ovvero quella corrente di pensiero che vede la natura dotata di un’energia vitale che accomuna tutti gli esseri viventi,siano essi esseri del mondo animale che vegetale o minerale .Si è tanto parlato infatti del suo trasmigrare nella realtà circostante, divenendone parte integrante  come si evince nella sua lirica più nota “la pioggia nel pineto “ dove lui  e la donna amata diventano a poco a poco esseri che si immedesimano in modo in districabile, nella vegetazione divenendo esseri”vegetali e non solo umani”,come  anche accade  nella lirica “la sera fiesolana “,dove ,questa volta,è la natura ad “umanizzarsi”e la sera diviene una fanciulla .Una poesia dove la sensualità si fa chiara nelle ultime strofe, quando il poeta si volge ad una ipotetica accompagnatrice o interlocutore …

Una lirica emblematica  : “la sera fiesolana”

La sera fiesolana

Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta
su l’alta scala che s’annera
contro il fusto che s’inargenta
con le sue rame spoglie
mentre la Luna è prossima a le soglie
cerule e par che innanzi a sé distenda un velo
ove il nostro sogno si giace
e par che la campagna già si senta
da lei sommersa nel notturno gelo
e da lei beva la sperata pace
senza vederla.

Laudata sii pel tuo viso di perla,
o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace
l’acqua del cielo!

Dolci le mie parole ne la sera
ti sien come la pioggia che bruiva
20tepida e fuggitiva,
commiato lacrimoso de la primavera,
su i gelsi e su gli olmi e su le viti
e su i pini dai novelli rosei diti
che giocano con l’aura che si perde,
e su ’l grano che non è biondo ancóra
e non è verde,
e su ’l fieno che già patì la falce
e trascolora,
e su gli olivi, su i fratelli olivi
che fan di santità pallidi i clivi
e sorridenti.

Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!

Io ti dirò verso quali reami
d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l’ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s’incùrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l’anima le possa amare
d’amor più forte.

Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!

Come si evince dal testo, la lirica è fortemente caratterizzata da suggestioni oniriche e sensitive che creano un’atmosfera di rimandi e richiami di ancestrale memoria, Un richiamo appare anche Il cantico delle creature di San Francesco , dove tuttavia l’esaltazione della natura non era così prettamente sensuale e fisica.Qui,come detto, la sera si personifica in una fanciulla portatrice di frescura, profumi  e intimità mentre il paesaggio circostante assume una connotazione umana/divina nel suo trascolorare nell’ora che avvicenda il giorno con la sera e crea ,nella musicalità del verso, immagini visive e olfattive di grande spessore.

Un uomo che ha stupito e stupisce per la sua camaleontica capacità di essere se stesso pur divenendo tanti altri , impersonando così una  tipologia di “pirandelliana memoria “che è oggetto di critica negativa ,ma anche di ammirazione .

Arezzo veste Prada e non solo nella moda: tre location acquistate dal noto marchio e riportate a nuova vita;Gabriella Paci

L’edicola

Nel centro di Arezzo, in piazza San Jacopo, c’è un’edicola “storica “che, nata nel 1953, è sempre stata gestita da Piero Scartoni e lo è tuttora, nonostante che il titolare abbia ben novant’anni. Questa edicola, simbolo di Arezzo, rischiava di essere chiusa se Patrizio Bertelli, il presidente del gruppo Prada, non avesse deciso di acquistarla, realizzando un atto d’amore e di riconoscenza verso la città che ha segnato la sua fortunata carriera.

 Ritrovo nel tempo passato di sportivi e frequentata dal giornalista Gianni  Brera e da Pier Paolo Pasolini,questa piccola edicola retrò è appunto un “luogo del cuore “per tanti aretini delle passate generazioni. Aveva resistito, per 70 anni, alle mutazioni intorno come l’abbattimento nel 1967  della retrostante chiesa del XII secolo per far posto alla costruzione dei Grandi magazzini Rinascente-Upim.

Lì gravitavano i giocatori della squadra amaranto  e gli allenatori Manlio Bacigalupo o Omero Tognon , quando erano allenatori dell’Arezzo” o   politici come Walter Veltroni e Luciano Lama  e artisti come Pier Paolo Pasolini, in città in visita al suo amico Ninetto Davoli, all’epoca in servizio di leva presso la Cadorna.

 Fino a settembre sarà ancora Piero Scartoni con la figlia, a gestire il chiosco ma la continuità grazie all’acquisto di Prada , gestito dall’avvocato Gatteschi, è garantita. Tuttavia ,come rileva Scartoni, la carta stampata oggigiorno interessa pochi,soppiantata dall’informazione online .

Il caffè de’Costanti”

E’il terzo atto d’amore da parte di Bertelli, il quale ha rilevato anche un altro locale storico, “Il caffè dei Costanti “ situato nella bellissima Piazza San Francesco.Un locale d’altri tempi, dove i liceali di un tempo si fermavano per una rapida colazione e dove le signore sostavano il pomeriggio nella saletta da the interna al locale. Oggi il  caffè con il suo outdoor  nella bella piazza storica, era affollato da turisti e aretini, specie all’ora degli aperitivi. Chiuso da tempo, circa 500 giorni, nonostante l’espandersi con i tavoli dei locali attigui, la piazza era menomata nel suo  tradizionale modo di essere. Ancora il caffè ,che ultimamente era anche un ristornate con piatti veloci, è chiuso, ma il suo acquisto da parte di Bertelli rende   imminenti i lavori di ristrutturazione per la sua riapertura a fine estate.

L’asta, lanciata ad inizio anno da Intesa Sanpaolo ,proprietaria dell’immobile ereditato da Ubi e a sua volta  da banca Etruria prevedeva una base di 1 milione e 350 mila euro e Prada l’ha acquistata per 1 milione e 600 mila euro.

 La” buca di San Francesco”

Altro acquisto che è tuttora attivo ,con un menu toscano ,è il ristorante chiamato “la buca di San Francesco”,situato nell’omonima piazza. Nato nel 1929 ad opera di Giuseppe Porcellotti, detto” Beppino della Buca” è stato gestito fino 2018, anno della sua scomparsa da Mario De Filippis che aveva sposato al figlia del Porcellotti. Gestito poi anche con i due figli ,era diventato un punto fermo di Arezzo. Chiuso poi nel 2019 causa covid, non era stato più riaperto. Il locale ha visto passare regine, scienziati,attori, registi, vips vari, e tutti gli amanti della tradizione culinaria toscana di livello. Perfino Harry Truman, presidente degli Stati Uniti ha mangiato nella Buca,come personaggi del calibro di Charlie Chaplin,Roberto  Benigni, Salvador Dalì, Gustavo VI di Svezia, Raymond Peynet, Adriano Celentano,Sting, Carolina di Monaco, Giorgio Gaber ,Margherita Hack e altri…

Sotto le suggestive volte affrescate,il locale ha riaperto ora  i battenti con prezzi accessibilissimi.

La città auspica di vivere una nuova stagione di presenze di  personaggi di spicco perché questo significa turismo e nuova linfa per una città che ha , peraltro, un centro storico d’eccellenza e borghi limitrofi di straordinaria bellezza.

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God save the King: a breve l’incoronazione di Re Carlo  d’Inghilterra,Gabriella Paci

(Arezzo)

Nell’abbazia di Westminster di Londra il 6 maggio, alle ore 11,00 Carlo, figlio della regina Elisabetta e del principe Filippo sarà incoronato re d’Inghilterra con il nome di Carlo III insieme a Camilla, regina consorte. Il programma avrà il nome in codice “Operazione Golden Orb”

Il nome

Carlo III sarà il primo re Carlo dal 1600 condividendo il nome ufficiale con i monarchi che regnarono durante uno dei periodi più turbolenti della storia britannica.

È infatti una lunga storia di assolutismo, dispotismo, sangue ed edonismo, quella di Carlo I e di suo figlio Carlo II, due sovrani assoluti. I regni di Carlo I e Carlo II, padre e figlio, andarono dal 1625 al 1685 e videro il rovesciamento e la restaurazione della monarchia, lasciando un’impronta indelebile nel quadro istituzionale dell’epoca con conseguenze del tutto imprevedibili e inattese. 

L’organizzazione e i costi.

Il re disporrà di due carrozze: nella prima, la Diamond Jubilee State Coach,creata per il giubileo della regina Elisabetta,  la coppia reale si recherà all’Abbazia, mentre utilizzerà la Gold state coach, molto più scomoda , solo per il ritorno. La Diamond è una carrozza più moderna e confortevole, dotata di aria condizionata e finestrini elettrici. A trainarla saranno sei Windsor Grey, i cavalli grigi tradizionalmente utilizzati dalla royal family per le parate ufficiali.

Sulla carrozza troneggia una corona dorata scolpita nel legno di quercia della HMS Victory ,la nave ammiraglia di Nelson nella battaglia di Trafalgar. Nell’interno intarsi con legni, metalli e altri materiali derivanti da varie residenze  reali ,quali Buckingam palace, Kensington Palace, Castello di Windsor, palazzo di Holyroodhouse  da cattedrali quali St Paul’s ,Westminster.

La processione del re partirà da Buckingham Palace attraverso il Centre Gate e procederà lungo The Mall, passando per Admiralty Arch e a sud dell’isola di re Carlo I. Poi virando a destra costeggerà Whitehall e Parliament Street, con il palazzo di Westminster. Infine, costeggerà i lati est e sud del palazzo del Parlamento, arriverà all’Abbazia di Westminster, dove la cerimonia dell’incoronazione inizierà alle 11.

La cerimonia costerà ,secondo la Golden Orb, circa 100 milioni di sterline ,nonostante le misure di contenimento della spesa :ne è prova la lista ridotta di ospiti,circa 2000 persone e tale spesa è a carico dei contribuenti perchè l’incoronazione di un re è un affare di stato e le casse statali riceveranno introiti cospicui dai numerosissimi turisti che saranno presenti e che acquisteranno i vari e costosi gadget creati per l’occasione.

Per l’incoronazione della regina Elisabetta II la spesa nel 1953 ci fu una spesa di 1 milione mezzo di sterline,che rapportata  aoggi è comunque la metà dei costi che sosterrà Carlo. La spesa per Carlo a causa della sicurezza che al tempo non era un problema.Comunque anche  i diritti  televisivi mondiali copriranno i costi e daranno un ulteriore impulso al turismo.Gli Hotel registrano già il tutto esaurito,come dichiara la “The sun” una fonte di Buckingam Palace”.A conti fatti i guadagni dovrebbero aggirarsi sul mezzo miliardo di sterline e,dunque, l’impatto sul paese dovrebbe essere molto lieve e Carlo ,dopo i festeggiamenti, comincerà a risparmiare.

La famiglia reale

La famiglia reale,presente all’incoronazione ,oltre al promogenito William con la moglie Kate e i loro  figli conterà anche il secondogenito Harry, ma senza la moglie e i figli.

I contrasti con la sua famiglia sono evidenti anche in questa occasione,dato che a lui verrà riservato il 10 posto . Una cosa irrilevante, si potrebbe pensare, ma fondamentale in ottica royal, perché in certe occasioni i posti vengono assegnati per importanza e per ruolo, non certo per parentela. Harry è sì il figlio secondogenito di Carlo, ma allo stesso tempo non è più, per sua scelta, un membro senior della royal family britannica, ossia non lavora attivamente per The Firm, quindi inevitabilmente non potrà sedere nelle prime file, tra «quelli che contano».

Runner ucciso da un’orsa in Trentino : catturata dalla forestale ma è polemica sul suo destino,Gabriella Paci

La notizia del giovane runner Andrea Papi, morto sbranato da un’orsa in Trentino,ha riaperto il tema irrisolto degli animali selvatici in città.

Da tempo l’invasione di cinghiali ha allertato gli abitanti della città, alla prese con animali che possono essere finte di pericolo e che si aggirano vicino alle abitazioni e per le strade urbane,attirati dall’immondizia e dagli odori di cibo. Si è proposto di abbattere i maschi ma poi il provvedimento è apparso inadeguato per  risolvere il problema ,nella consapevolezza che le femmine potevano andare in calore con maggiore frequenza.

I gabbiani ,altra presenza frequente ha creato disagi ai bar ,ai ristoranti ed attività similari svolte all’aperto per la loro richiesta di cibo che li portava addirittura a rubare dai tavoli e a rischiare di ferire le persone.

Ora però sono gli orsi a far temere per l’incolumità degli abitanti del Trentino,ad una vicinanza sempre maggiore con questi animali  che si aggirano  nei boschi limitrofi ai centri abitati se non addirittura sconfinano nelle proprietà private.

Aggressioni infatti ce ne sono state ed alcune hanno significato rischio di vita per gli aggrediti ma la terribile vicenda di Andrea Papi ha ridestato l’attenzione sulla pericolosità di lasciare liberi animali problematici .

Così,dopo varie discussioni, la trappola è scattata e l’orsa incriminata per l’aggressione è stata catturata dal tubo approntato dal corpo forestale e JJ4 ,il nome attribuito all’animale è ora “agli arresti”. Gli animalisti da subito,capeggiati dall’onorevole Vittoria Brambilla, si sono opposti alla sua uccisione e perfino  i genitori di Andrea si sono dichiarati contrari alla soppressione. Il presidente della regione autonoma del Trentino  Maurizio Fugatti ha dato la notizia il 18 aprile del suo contenimento nella zona faunistica del Casteller,l’unica in Italia autorizzata a vigilare gli animali pericolosi ed ha anche ammesso che il provvedimento doveva essere preso dai primi avvistamenti nel 2020  di orsi in zone abitate ma l’iniziativa era stata bloccata dai tribunali.  L’orsa era in compagnia dei figli, tre cuccioli di 35 /40 kg  di peso di circa due anni e ,dunque ,in fase di svezzamento che, dopo al cattura della madre,si sono subito allontanati,dimostrandosi (pare) autosufficienti. Se il tribunale amministrativo si pronuncerà entro l’11 maggio, si procederà all’abbattimento dell’orsa con l’eutanasia.

Gli animalisti hanno ora manifestato la loro rabbia sui social, coniando anche un hastag in polemica verso il governatore Fugatti. Molti affermano che non faranno più vacanze in Trentino se l’orsa verrà abbattuta perché l’animale ha solo cercato di difendere i cuccioli. Contrari  all’eutanasia anche i veterinari.

-“La Madonna mi ha scelto”- afferma Gisella Scarpulla .La Chiesa osserva e tace mentre centinaia di migliaia accorrono a Trevignano Romano per assistere al miracolo delle lacrime,Gabriella Paci

Ogni tanto qualcuno dice di sentire messaggi e di vedere  piangere statue rappresentanti il Cristo o la Madonna.

L’ultimo di tali episodi risale a circa 7 anni fa, anche se è solo da pochi mesi che la notizia  si è diffusa a macchia d’olio richiamando fedeli provenienti da ogni parte d’Italia e non solo: a Trevignano Romano, paesino alle porte della capitale sul lago di Bracciano ogni 3 del mese la statua della Madonnina acquistata a Medjugorje  dalla cinquantatreenne Gisella, al secolo Maria Giuseppa Scarpulla, piangerebbe lacrime di sangue.  La donna, una ex imprenditrice in bancarotta è la prescelta per tale miracolo. Anzi, a riprova della sua vocazione ,esibisce delle piaghe sulle mani ,che sembrerebbero stigmate che tuttavia non le impediscono di usare le mani dalle quali esalerebbe un profumo di rose.

Tra i numerosi fedeli accorsi c’è chi giura di aver assistito al miracolo e veder il sole che “pulsa “ durante le apparizioni  e alcuni fanno donazione alla onlus o meglio organizzazione del terzo settore  che Gisella ha fondato con il marito.

Lo psicologo sociale della Bicocca di Milano Lorenzo Montali vicepresidente delCicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze.
 spiega le varie motivazioni di tale fiducia che sono da ricercarsi nella disperazione, per un lutto o un familiare gravemente ammalato, nella voglia di credere in qualcosa di sovrannaturale che dia conferma al proprio credo,  nel pathos collettivo,nel senso di colpa ecc.

Il fatto che tanti accorrano, non deve comunque  stupire più di tanto: la dottrina ufficiale accetta le cosiddette “profezie private “ ovvero fenomeni in cui la divinità si manifesta e lascia messaggi a persone non consacrate. Alcuni, pur nel dubbio, non vogliono rischiare di perdere occasione di contatto con il divino.

Secondo il professor Montali ognuno ha,all’interno dello stesso sistema di valori e dogmi, tende a declinarla in modo individuale. Questo accade soprattutto nei paesi occidentali

“Viviamo nella società più secolarizzata della storia, in cui la religione sta perdendo pian piano la sua funzione di collante sociale, e sempre meno persone vi si rivolgono per avere una lettura unificante del mondo».Ci dice Montali

A prescindere, quindi, da cosa dirà la Chiesa dopo l’inchiesta della diocesi, i fedeli della Madonna di Trevignano potrebbero comunque non scoraggiarsi, come di fatto è avvenuto in altri casi (oggi più famosi). «Le apparizioni di  non sono state riconosciute ufficialmente dal Vaticano – dice sempre Montali –  ma oggi attirano milioni di presenze”.

Una delle rare apparizioni riconosciute dalla Santa Sede è stata quella di Fatima,quando tre pastorelli del Portogallo, affermarono di aver visto e di parlare con la Madonna .Il fatto attirò

 migliaia di persone che giurarono di aver visto il sole “ballare” (miracolo del sole del 1917).

I messaggi lasciati dalla Madonna  in tutti i casi sono generici, che si possono leggere in vario modo e un osservatore esterno può leggervi tante somiglianze con Trevignano anche se in questo caso è stata predetta anche la mancanza di cibo e acqua,da sopperire dunque con acquisti di cibi in scatola e acqua minerale.

Attualmente la sedicente Gisella, la “veggente “ non fa più incontri e lei ha dichiarato di “sospendere “momentaneamente gli appuntamenti. Molti sostengono che Gisella ha lasciato l’Italia per la Romania,dove vive il marito. Dal suo staff non emergono informazioni ma solo raccomandazioni a non dare adito alla stampa e alla tv dove la donna viene diffamata.

Si è detto infatti che le analisi hanno rivelato che il sangue del lacrime della statuetta della Madonna sia sangue di maiale ma alcuni sostenitori della veggente obiettano che il suddetto sangue,già analizzato nel 2016 non aveva rivelato compatibilità con quello di Gisella e del marito Gianni Cardia e che la Curia stessa aveva decretato che si trattava di sangue umano ,tanto che il vescovo di Civita Castellana aveva  prestato come location  la chiesa del Sacro Cuore e la parrocchia per recitare il rosario ed aveva benedetto i fedeli con la statuetta.

Certo è che adesso la chiesa tace, specie dopo una presunta moltiplicazione degli gnocchi e della pizza operata da Gisella,durante una conviviale con i fedeli e dopo le lamentele di donatori che, perduta la fiducia specie dopo la sua fuga, rimpiangono il denaro incassato dalla veggente e dal  marito.

Restiamo in attesa di controlli da parte di autorità statali e religiose in merito e , nel frattempo,c’è chi ancora la ritiene una santa e chi compatisce i creduloni burlati….

Una voce leggera eppure forte,quella della poetessa Antonia Pozzi,che forse ancora non tutti conoscono come merita,Gabriella Paci

Voce leggera, pochissimo bisognosa di appoggi, essa tende a bruciare le sillabe nello spazio bianco della pagina.»disse di lei il grande Eugenio Montale

Milano 1912-1938

Antonia è solo il primo di un a serie di nomi parentali ed è quello del nonno materno ,persona coltissima,storico, pittore di acquerello e amante dell’arte. La nonna Maria è a sua volta coltissima e di famiglia illustre: è infatti  nipote di Tommaso Grossi.

 I genitori di Antonia  sono entrambi molto istruiti e raffinati:il padre, Roberto è un noto avvocato e la madre ,contessa Lina Cavagna di Sangiuliani è donna di spessore,che conosce bene il francese e l’inglese e legge molto,suona il pianoforte,ama la musica e il teatro, ricama e dipinge.

Antonia ha anche tre zie materne con le quali trascorre parte della sua infanzia e una zia paterna che ama e dalla quale è teneramente ricambiata,come del resto accade con  la nonna materna.

La bimba era nata desiderata ardentemente dalla coppia,e lei  delicatissima,bionda e minuta non tradisce le aspettative :è intelligente e precoce,tanto da supporre che frequenti   la prima classe come uditrice, prima dell’età scolare

Il suo percorso scolastico elementare si attua poi nella scuola statale di via Ruffini a Milano.

 Non ancora undicenne, Antonia viene iscritta al Liceo e già in terza superiore comincia ad interessarsi alla poesia con le amiche del cuore Lucia Bozzi e Elvira Gandini.

Qui fa la conoscenza con il professore di greco e latino e ne rimane affascinata :Antonio Maria Cervi è uomo che desta ammirazione non per l’aspetto fisico ma per la coerenza,l’integrità, la cultura profonda e l’amore per l’insegnamento.

Distribuisce libri,incoraggiamenti,consigli agli allievi e Antonia scopre molte affinità di sentire e di pensiero con lui,che avverte colpito da un dolore profondo che glielo avvicina ancora di più, ,sensibilissima come è. Ma il padre,al quale il professore chiederà la mano di Antonia,ostacola fermamente la relazione e nega il consenso alle nozze .

Questo amore negato sarà un grande dolore per la giovane Antonia che non troverà mai più una tale intensità di amore e di affinità elettiva.  Nel 1930 Atonia entr anella facoltà di lettere e filosofia dove incontrerà persone amiche di grande spessore come Vittorio Sereni, Dino Formaggio, Remo Caantoni, Antonio Banfi con cui deciderà di laurearsi con una tesi sullo scrittore decadente Flaubert.

Emergono in questi anni i suoi interessi per la montagna,specie quella vicino a Pasturo, dove trascorreva le vacanze, e che vengono tratteggiati in pagine di prosa e di alta poesia. Nel 1934 compie una crociera in Sicilia,Grecia, Africa e scopre quella storia e civiltà studiate al liceo;poi si reca in Austria e in Germania per approfondire la conoscenza della  lingua tedesca,che ama grazie al suo insegnante Vincenzo Errante, tanto da tradurre in italiano alcune pagine di Hausmann.

Antonia ama la montagna e la natura ,che fotografa cercando di cogliere con l’obiettivo,l’anima nascosta delle cose.In pratica,è un altro modo di far poesia .

Sembra tutto normale :viaggi,interessi,amicizie ma non è così:la sua anima vive costantemente il tormento esistenziale  che nessun diversivo sa placare.Neppure diventare docente presso l’istituto tecnico “Schiaparelli”o l’attività a sostegno dei poveri o il progetto di scrittura di un romanzo sulla storia della Lombardia ,né la poesia,che resta la sua vocazione più profonda.

Del resto,pur essendo un’anima  pia,non è supportata dalla fede e questo contribuisce alla sua disperazione che la porterà a suicidarsi,ingerendo dei barbiturici, il 3 dicembre del 1938 a soli 26 anni,quando già spirano i venti di guerra.

Lei che aveva scritto al suo amato:«Anche se io non riuscirò mai a vedere nel vostro Cristo più che l’uomo, pure saprò farmi buona, saprò camminare, saprò crearmi dentro sempre più il mio dio: e non cercherò di conoscerlo, perché conoscerlo è rimpicciolirlo. Sarà un camminare con una meta canora dentro, che non si può vedere ma senza posa si sente; un vivere la vita senza abbandoni, creandosene dentro, ad ogni istante, gli scopi.»

E ancora:

.Tu sai tutti i segreti,

come il sole;

potresti far fiorire

i gerani e la zàgara selvaggia

sul fondo delle cave

di pietra, delle prigioni

leggendarie.

Perduto quell’uomo-guida,quasi luce divina ,la sua vita si fece buia,senza più la necessità del vivere.La sua innata malinconia si fece dolore e nessuno scopo le parve più interessante da raggiungere senza l’unica persona che,idealizzata forse, aveva avuto la capacità di renderla felice ed appagata.

Recita una sua lirica che sembra un presagio..

Suonano i passi come morte cose

Scagliate dentro un’acqua tranquilla

Che in tremulo affanno rifletta

Da riva a riva

L’eco cupa del tonfo.

Il suo biglietto di addio ai genitori parla di un’invincibile “disperazione mortale” ma la famiglia negò a lungo la circostanza del suicidio, per evitare lo scandalo. Le sue prime opere vennero pubblicate un anno dopo la sua morte dalla casa editrice  Mondadori, dopo essere state revisionate dal padre, che modificò soprattutto quelle dai contenuti amorosi, per evitare lo scandalo.

Tuttavia la produzione poetica di Antonia,nonostante le revisioni del padre, affascina ancora per il suo richiamo al crepuscolarismo e all’espressionismo e per quel suo essenziale verseggiare carico di malinconia .Dopo un periodo di dimenticanza anche il cinema ha posto attenzione su questa poetessa e ne è derivato un cine-documentario della regista Marina Spada dal titolo “Poesia che mi guardi” Presentato fuori concorso alla 66° mostra del cinema di Venezia nel 2009 .I registi Bonatti e Ongania hanno realizzato poi a loro volta un film documentario “Il cielo in me-Vita irrimediabile di una poetessa”e nel 2016 è stato proiettato il film di Cito Filomarino “Antonia”

Il 20 marzo è al giornata dedicata alla felicità…,Gabriella Paci

CI sfiora la felicità

Bussa con fragile becco la felicità

sul davanzale dei desideri e subito

un frullo d’ali la porta lontano.

A nulla vale la lusinga della briciola

che diventa segno del sogno.

Resta una sensazione più che un’evidenza

l’aver tentato il gioco della seduzione

per  un’emozione antica o meglio

per la ricerca ostinata di un’idea che

addolcisce il vero e rende mite la sera

anche se la luce abbandona il giorno,

illudendoci con la bellezza del tramonto.

E’in questa discontinuità e la sensazione

di aver provato qualcosa che sta una parte

del sentire la felicità come un bene che

ci ha sfiorato, anche se per poco, la fronte

e rende prezioso il tempo della sua attesa.

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il 18 marzo è la giornata in cui si celebra il ricordo dei morti di covid… una mia poesia per celebrarla, Gabriella Paci

18 marzo: giorno della memoria covid

A chi ha superato il confine della vita

senza la tenerezza di un bacio,

abbraccio o carezza vanno queste parole:

siano esse per sempre aiole dove

 far fiorire i gesti negati  scaldati

dal calore mai spento del ricordo.

 Come preghiera sale alle labbra

di ognuno un addio da ricucire

nel vuoto delle mani ma non del cuore

dove non mancano nomi e volti di tanti

che come sabbia sugli occhi bucano

lo sguardo che cerca a terra le radici

antiche che ci ancoravano al tempo.

Sventola lo scampolo dell’oggi

sul pennone della fragilità. Ci sentiamo

un po’ più soli e un po’ più vecchi

nell’accasciarsi della luce sulla notte

di un corteo senza fanfare,solo di bare

clandestine che ha reciso il filo della prospettiva.

Difficile alzare ora gli occhi al cielo

alla ricerca della stella cometa a indicare

la via della speranza con i  pesanti  passi del dolore.

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A palazzo Bonaparte, a Roma, una mostra da non perdere: 50 opere di Van Gogh, il pittore impressionista che fece della pennellata la sua vita.Gabriella Paci

La vita

Vincent Van Gogh nacque il 30 marzo 1853 a Zundert, nei Paesi Bassi. Era figlio di un pastore protestante e durante l’infanzia si sentì un sostituto di un fratello morto un anno prima,di cui ebbe il nome.Fu un ragazzino taciturno e poco amante degli studi che abbandonò a 15 anni.

Nel 1869 cominciò a lavorare come apprendista presso un aimpoertante compagnia internazionale di commercio d’arte a L’Aia dove lo zio Vincent era socio.Amava quel alvoro perché amava l’arte dei pittori come Rembrandt e i paesaggisti francesi.Da l’Aia fu trasferito prima a Bruxelles e poi a Londra dove ebbe una crisi amorosa a causa del rifiuto di matrimonio di Eugenie Lover,figlia della sua affittuaria. Trasferito dalla compagnia a Parigi,venne poi licenziato.

Decise allora di seguire il padre e si iscrisse ad una scuola evangelica ma non fu ammesso alla facoltà di teologia per cui andò come missionario evangelista a Wasmes in Belgio,dove si prese cura dei minatori fino a trascurare se stesso:fu qui che disegnò “I mangiatori di patate”,opera poi tra le più celebri.

Tornato a casa nel 1880 decise di dedicarsi alla pittura, dipingendo con realismo il mondo degli svantaggiati e come punto di partenza,si concentrò sui pittori realisti francesi. Caratteristica di questa fase l’uso di colori cupi e di scarsa illuminazione come nel “Tessitore”.Era supportato per le strette necessità dal fratello Teo,che,tra l’altro si proccupò di trovargli una compagnia in Paul Gauguin che andò a convivere con Vincent nella “Casa gialla ,così chiamata per il colore della facciata.

Ben presto il carattere deciso ed insofferente di entrambi, provocò attriti e Van Gogh arrivò  minacciare Gauguin con un rasoio, tranne poi pentirsi e recidersi l’orecchio sinistro da offrire come discolpa all’amico, che inorridito, lo considerò un malato di mente. Di questo episodio ci restano due autoritratti :in uno di Vincent che ha un orecchio bendato,fuma malinconico la pipa.

Theo, preoccupato per la fama di squilibrato che il fratello si era fatto,lo convinse a farsi ricoverare nell’ospedale di Arles dove dipinse una gran quantità di quadri . Nel maggio 1889, spaventato all’idea di non poter più lavorare, lui stesso si fece ricoverare a Saint Remy -de Provence dove restò per un anno. 

Aveva conosciuto e frequentato a Parigi gli impressionisti francesi e i puntinisti e la sua pittura,sia per l’influenza di questa scuola, sia per la sua indole irrequieta e visionaria, rappresenta un esempio altissimo dell’arte impressionistica.

Negli ultimi anni della sua vita,la sua instabilità si accentuò e aveva profonde crisi anche se la sua produzione, tranne brevi pause,andava avanti.

A 37 anni, un colpo di pistola pose fine alla sua vita .Anche in questa occasione Theo gli fu vicino fino alla morte. Restano dubbi sul suicidio perché quello sparo all’addome e il mancato ritrovamento dell’arma hanno posto domande senza risposta.

La produzione artistica.

Dal suo intenso rapporto con gli scuri paesaggi della giovinezza allo studio sacrale del lavoro della terra scaturiscono figure che agiscono in una rassegnata quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne che si occupano di lavori domestici o curve nel trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno;umili personaggi  colti nella loro abitudinarietà.

La sua mano coglie dunque l’intensa osservazione della realtà più umile del tempo
Particolare importanza riveste il periodo parigino in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di immagini vibranti anche cromaticamente,come confermano i numerosi autoritratti ,che sono la voglia di lasciare traccia di sé,nella convinzione di una maggiore capacità rappresentativa ,anche della figura umana.

È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza,colta da pennellate rapide,vibranti che danno l’idea della sua tumultuosa anima .

Il colore diventa protagonista a partire dal 1887 ,forse per l’influenza del colore e dell’aria del sud e ne sono esempi “Il seminatore “ , “il giardino dell’ospedale di Saint-Remy”o il burrone “ dove si riaffacciano però  i fantasmi della sua anima nella voragine e nel “Vecchio disperato “chesimboleggia tutta la sua disperata solitudine.

La fama post-mortem

Grazie ad una nobildonna “Helene Kröller-Müller che era la moglie del ricco imprenditore olandese Anton Kröller, la collezione di Van Gogh fu salvata ed esposta .

 Nata in una famiglia di industriali tedeschi, non era cresciuta in un ambiente particolarmente sensibile all’arte e iniziò ad apprezzare l’arte moderna quando aveva già superato da molto i 30 anni. Così tra il 1907 e il 38 cominciò a collezionare dipinti di ,Picasso,Mondrian,Signac Seurat, Redon e Van Gogh di cui era rimasta colpita vedendo “ I girasoli”.

Comprava dipinti come fossero oggetti come accessori  e ne fece una collezione che solo dal 1913 rese aperta a visitatori selezionati. La scelta di Helene Kröller-Müller fu decisiva comunque per la conoscenza e l’apprezzamento dell’arte moderna da parte del pubblico.. Nelle lettere al fratello Theo e nelle opere di Van Gogh,fino allora semisconosciuto, la donna ritrovò  lo stesso suo travaglio interiore. Anche lui si era liberato dalla fede intesa in senso tradizionale e da una ritualità borghese, non a caso il suo fervore religioso non è immediatamente percepibile nei dipinti.La scelta del pittore non fu dipingere scene religiose ma la vita tormentata di tanti.

L’idea di costruire un museo fu dettata dall’incontro con Bremmer ,suo maestro d’arte e primo estimatore di Van Gogh. Helene ,inoltre, contrasse una grave malattia che la portò, una volta superata,a voler lasciare una traccia di sè .

 Subito dopo la Grande Guerra la Kröller-Müller incaricò l’architetto e artista belga Henry Van de Velde di costruire un immenso museo nelle sue proprietà . Purtroppo la sua impresa fu destabilizzata da una grave crisi economica ma l’esposizione delle opere in Europa e in America  incrementarono le sue finanze e la fama dell’artista e così la donna potè realizzare il suo museo di cui divenne direttrice.

Per comprendere Van Gogh Helene studiò Spinoza d si sforzò di vedere Dio nella natura nella realtà quotidiana.
Secondo Helene l’arte moderna rappresentava una transizione ‘dal visibile all’Assoluto’. Selezionando pezzi di periodi e stili diversi, desiderava evidenziare questo movimento dal ‘realismo’ all’‘idealismo’, ovvero all’astrazione. Apprezzava molto il lavoro di artisti astratti come Picasso e Mondrian, ma il top per lei erano quelle opere capaci di stare in equilibrio tra i due poli. Nella sua visione i dipinti di Van Gogh erano il massimo esempio di questa sintesi.

La mostra di Roma

La mostra,dunque ,offre una panoramica utile a comprendere l’artista anche nei suoi risvolti personali e privati che emergono,oltre che dalle sue  opere, dalle seu azioni e dal suo pensiero, noto attraverso al fitta corrispondenza con l’amato fratello Theo,che lo supporterà in ogni senso fino alla sua tragica morte,arrivando a comprender anche la sua decisione, poi fallita,di sposarsi con una prostituta incinta e madre di una bimba.

La mostra,attiva da ottobre , è stata prolungata fino  al 6 maggio sembra che siano state 70mila le prevendite dei biglietti registrate prima dell’inizio della mostra. Esistono diverse tipologie di biglietti con i rispettivi prezzi, molte riduzioni previste per particolari fasce di popolazione. In biglietteria, il costo di ogni ingresso è di 18 euro l’intero e 16 il ridotto. L’acquisto on line come spese di prevendita: prevede un sovrapprezzo di euro 1,50 : l’intero, quindi, costa 19,50 e il ridotto 17.50, mentre la visita guidata, dalla durata di 80 minuti, 25 euro a persona.

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Aria di nostalgia,Gabriella Paci

Sciamano i ragazzi  all’uscita di scuola:

macchie colorate rimbalzano l’inverno,

gridi di rondini in continua primavera

spengono il rumore dei motori accesi.

Scampanellate le risate che

aprono il grigio del cielo

ad un’attesa di sorriso e di luce

e il cuore si desta a un palpito antico.

Ventate di vita riportano

il pensiero agli anni verdi quando

il cielo si apriva ad illusioni d’amore

nel ventaglio multicolore delle possibilità.

Sospiro e respiro e un’aria che

ha l’odore della  nostalgia di quando

fiorivano petali di sogni: invano

sibilava sorda l’ora della delusione.

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Vedi? Ho tagliato i miei lunghi capelli (In memoria di Mahsa Amini)Gabriella Paci

“DEDICATA A TUTTE LE DONNE IN LOTTA PER LA LORO LIBERTA’: 8marzo 2023”

Vedi? Ho tagliato i miei lunghi capelli

che avrei voluto sciogliere al vento

della libertà che soffia  dietro le imposte

chiuse a oscurare anche il riflesso della

luce che può guidare la voce al canto.

Solo agli uccelli spetta  gorgheggiare

la melodia del cuore e diffonderla

nell’aria satura di dinieghi e divieti:

io sono  una bocca comprata

che ha diritto solo ad un sospiro

celato dietro il velo della sharìa.

Solo gli occhi rivelano ancora il guizzo

d’un sogno sognato nell’inferno della

mia schiavitù d’essere donna venduta

bambina e senza la  scelta  dei giorni.

Dietro il velo dell’obbedienza ho issato

il mio supplizio che ha il clangore di

catene che segnano i polsi ma ora…

 vedi? Ho tagliato i miei lunghi capelli

che saranno radici sotto le quali- lo so-

germoglierò un giorno a vita nuova

qui o in un lontano prato di fiori recisi

dove tremeranno le stelle nel brivido

del mio  volo di Icaro nel sogno delle

ali della libertà che sgretola le pareti

di un’obbedienza cieca che può imprigionare

il mio corpo ma non il librarsi dell’anima.

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La desertificazione dei centri storici passa attraverso la chiusura dei negozi, una volta simbolo e vanto della città, Gabriella Paci

Un fenomeno in crescita è quello della chiusura di negozi al dettaglio nei centri urbani. Colpa delle vendite online e delle catene della grande distribuzione e non solo.

Negli ultimi 10 anni centomila negozi al dettaglio e 16 mila imprese della vendita ambulante sono spariti : questo fenomeno ha cambiato e sta cambiando il volto delle nostre città come rileva un’indagine dell’Ufficio studi confcommercio in collaborazione con il centro studi delle camere di commercio.

Il locale lasciato dai negozi viene adibito a ristorante, a bar o comunque  a luogo di ristoro : tuttavia questa nuova destinazione non copre la perdita di posti che neppure la creazione di nuovi alberghi riesce a colmare. L’Italia infatti mostra,dopo la stasi del periodo del covid,una forte vocazione turistica e,dunque verso le strutture ricettive ad essa collegate.

Altro fenomeno è quello della presenza degli stranieri sia come impresari (+44mila )che come occupati (+107mila) mentre si riducono le attività degli occupati italiani.

Una indagine su città medio-grandi del centro Italia ha evidenziato la riduzione delle attività di vendita, accentuata nei centri storici, mentre si incrementano farmacie, telefonie, alloggi e ristorazione :solo al  sud ancora resiste la vendita al dettaglio.

Crollano in particolare attività quali vendita di  libri, giocattoli ,mobili, abbigliamento vario con un calo che la confcommercio ritiene difficile recuperare ,visto il trend degli ultimi 10 anni del 20%.

Cosa fare ? Tornare a puntare sulla vendita online che già a soppiantato molte vendite tradizionali con la  conseguente ulteriore desertificazione.

Anche la Toscana non sfugge a questo trend e l’incremento di negozi di telefonia, tabaccherie, farmacie, elettronica e ristorazione non colma la perdita del reparto distributivo. Benessere ,tecnologia e salute non ammettono risparmi ma il livello generale delle famiglie toscane è arretrato di quasi trent’anni. Lo sostiene il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, rilevando come la pandemia abbia accentuato un fenomeno già visibile prima e come ora bisogna far convivere nella stessa realtà di vendita l’ online e il  tradizionale.Tuttavia rileva il presidente di Confcommercio  toscano Aldo Cursano che un minor numero di negozi significa meno servizi e meno turisti e un danno specie a carico degli anziani e delle fasce deboli. E significa  anche una fisionomia delle città cambiata,con minor sicurezza,minore scambio di relazioni  e maggior degrado con fondi abbandonati e strade vuote.

Confcommercio ritiene dunque utile un maggiore coinvolgimento del territorio e una maggiore integrazione progettuale tra temi urbanistici ed economici,a partire dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per la rigenerazione urbana,con riferimento alla nuova politica di coesione 2021-27 .La programmazione europea ha infatti come obiettivo il territorio e la città al fine di promuovere lo sviluppo integrato e realizzare strategie urbane .

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A Marzo Lucio Battisti  e Lucio Dalla , accomunati anche dalla passione per la musica,avrebbero compiuto 80 anni: le loro canzoni, tuttavia,restano intramontabili nel cuore di tutti.Gabriella Paci

Lucio Battisti

Il 5 marzo Lucio Battisti avrebbe compito 80 anni essendo nato a Poggio Bustone in tale giorno nel 1943.E’morto a Milano il 9 settembre del 1998 ma come è stato riservato nella vita,anche le cause del decesso rimangono avvolte nel dubbio di almeno due o tre  cause .

La sua immagine ,ma soprattutto le sue canzoni sono tuttavia ancora tra noi :hanno accompagnato l’adolescenza di molti di noi e ancora sono richieste dal publico più o meno giovane tanto che resta uno dei maggiori cantautori della musica italiana.Ma non solo perché è stato anche compositore,( compose per Gene Pitney gli Hollies, Paul Anka)  polistrumentalista, arrangiatore, e produttore discografico. Ha inciso 17 album di studio e venduto 25 milioni di dischi .

Il suo sodalizio artistico con Mogol fu il fulcro del suo successo e le canzoni da lui interpretate rappresentarono sentimenti e sogni della gioventù degli anni 50/60 e restano,”poesie in musica

Ritiratosi dalla scena negli anni ottanta fino alla morte, continuò tuttavia a far sognare con la sua musica, struggente anche quando provocatoria.“ dopo il ritiro  dette vita ad un nuovo sodalizio,prima con la  moglie poi con Pasquale Panella ,avviandosi ad un rinnovamento musicale e testuale che lo portarono al limite del comprensibile o addirittura del non sense.

Questo gli attirò critiche anche pungenti e la delusione di suoi tradizionali fans.

Autodidatta, chitarrista ritmico con la sua voce caratteristica,(lui sosteneva che l’emozione dovesse prevalere sulla tecnica vocale) , seppe trasmettere emozioni  tanto da far cantare i suoi testi e riconoscersi in essi a intere generazioni .Anche la sua frequentazione di vari generi e stili del panorama anglo-americano fu da autodidatta ma ciò non gli impedì la riscoperta negli Stati Uniti.

Basta citare alcuni dei titoli della sua cospicua produzione per farci salire alle labbra le parole e la musica di accompagnamento di “Con il nastro rosa;”I giardini di marzo ;Ancora tu “,”La collina dei ciliegi””E penso a te”;Pensieri e parole “”Fiori rosa ,fiori di pesco”;Sì viaggiare,”“Una donna per amico”;Acqua azzurra,acqua chiara “Io vorrei,non vorrei”” perché erano i pensieri e le parole di tutti che lui ,come fa un poeta, sapeva comunicare così bene emozionandoci nel profondo ,tanto che , a distanza di venticinque anni dalla sua scomparsa,ancora le cantiamo.

Lucio Dalla

Il suo omonimo Lucio Dalla,era nato il giorno prima a Bologna nel 1943 ed è morto di infarto nel 2012 .Ha cominciato come suonatore di jazz per poi esibirsi negli anni sessanta, come cantante e poi come cantautore. Scanzonato e irriverente , ha colpito l’attenzione di giovani che cantavano a squarciagola “ 4/3/1943 “ Piazza Grande” Com’è profondo il mare “ L’anno che verrà” Caruso “ Attenti al lupo”e “Ciao “considerate dei punti fermi della musica contemporanea.

Compositore di musiche da film,ideatore di trasmissioni tv, scrittore di racconti ,compositore di opere popolari come Tosca.Amore disperato ha duettato con Morandi,Mina, Zero, Pavarotti, De Gregori .Nel 2021 ha partecipato a Sanremo in coppia con il giovane Carone.

Nel 2022 gli è stata dedicata una mostra per illustrarne al dimensione artistica e umana.

Ma più che parlare della sua vita artistica giova ascoltare ancora oggi le sue canzoni, da cui emerge la sua passione che ci contagia di nostalgia.

Diversissimi per stile, aspetto e scelte artistiche si trovano oggi insieme nel nome del ricordo di personaggi diventati veri e propri miti

“La musica di Lucio Battisti (S) e di Lucio Dalla (D) è immortale. Ma se fosse possibile chiederei lo stesso un miracolo: averli di nuovo tra noi per poter continuare a gioire della loro arte”. E’ il “regalo” che Mario Lavezzi sognerebbe di fare per festeggiare gli 80 anni dei due Lucio, icone della musica italiana: il 4 marzo li avrebbe compiuti Dalla e il 5 Battisti, 02 marzo 2023. ANSA

Maurizio Costanzo ,uomo poliedrico dello spettacolo ,muore a 84 anni in un clinica a Roma. La sua facezia e il suo volto erano ormai un’abitudine a cui sarà difficile rinunciare ,Gabriella Paci

(Arezzo)

La vita

Chi non conosceva Maurizio Costanzo ? Credo davvero pochi,i ragazzi  se non altro come marito della show girl presentatrice –talent scout  Maria De Filippi, che lui ha sposato nel 1955.

Lui  inossidabile conduttore del programma “Maurizio Costanzo Show “  ha intrattenuto davanti allo schermo intere generazioni ,mentre intervistava,con domande di spiccato interesse  di aspetto privato e/o pubblico personaggi del mondo artistico,sportivo o istituzionale.Senza bisogno di musica,immagini o altro teneva davanti allo schermo milioni di telespettatori

Nato da una famiglia abruzzese,dopo il diploma in ragioneria,intraprende la carriera giornalistica per poi diventare conduttore e autore radiofonico e televisivo,rivelando doti di intrattenitore intelligente e d arguto.

Varie relazioni amorose prima della De Filippi e matrimoni  quali con la fotoreporter Lori Sammartino nel 1963 e  con la giornalista Flaminia Morandi,dalla quale ha avuto i figli Camilla e Saverio.

Ha poi una relazione  con l’attrice-doppiatrice Simona Izzo fino la 1986  e ha sposato ill nuovo amore Marta Flavi nel 1989per poi convolare a nozze civili con l’attuale moglie De Filippi Maria

La carriera

Fin da ragazzo sognava di fare il giornalista e infattia soli 18 anni è cronista per “Paese sera”e poi entra nella redazione de il “Corriere mercantile”. A 22 anni collabora con “Tv sorrisi e canzoni “ ed intervista Totò.poi passa a l settimanale femminile “Grazia”dove è caporedattore.

La canzone “Se telefonando” cantata da Mina con le musiche di Ennio Morricone, lo porta al successo perchè lui è un coautore del testo.

Pochi sanno che è anche coautore del personaggio di “Fracchia”,interpretato da Paolo Villaggio,che lui stesso scopre ed incoraggia ad esordire in un cabaret di Roma.

Nel 1970 conduce la trasmissione”Buon pomeriggio “ di grande audience e da allora è ideatore e conduttore di numerosi spettacoli televisivi quali “Bontà loro “ “l’ospite delle 2” Acquario “ “Grand’Italia ,”Fascination” ma è “Maurizio Costanzo Show “ quello più longevo e di grande successo grazie alla sua magistrale tecnica di interrompere e nello stesso tempo incrementare la conversazione portando i suoi ospiti a rivelare più di quanto volessereo.

Sotto i suoi riflettori,al teatro Parioli ,dove si attuano le riprese, passano, tanto per citarne alcuni, ospiti famosi come :Vittorio Sgarbi, Valerio Mastrandrea; Ricky Memphis; Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Daniele Luttazzi

Ma Costanzo è stato anche autore di opere teatrali ,in collaborazione con altri autori quali ,ad esempio: Un coperto, “Cielo, mio marito,” Il marito adottivo “Con assoluta gratitudine,” Un amore impossibile”, Vecchi,” Vuoti a rendere,”ecc.

E’ stato anche collaboratore nel film “Salò o le 120 giornate di Sodoma”  e ha partecipato alla sceneggiatura di molti altri film

Scopritore di talenti ,fa lasciare ia professione di ingegnere a Luciano De Crescenzo che diventerà solo autore-attore.

Nel 1981 lo scandalo della Loggia P 2 lo travolge perché il suo nome è rinvenuto tra quelli presenti nelle liste di Licio Gelli .

Deve perciò ripartire con al sua carriera ex novo ma questo significherà anche la nascita del “Maurizio Costanzo Show” e della sua carriera di attore nei 52 episodi di “Orazio “ e la sua collaborazione con la rivista “Gente

Negli anni 90 è direttore del teatro “Ciak “ di Milano e poi direttore di canale 5. Nel 1999 è nominato presidente di Mediatre che si occupa di fiction televisiva e nel 2000 fonda con Benetton la Maurizio Costanzo comunicazione che si occupa di comunicazione multimediale.

Ha ricevuto una laurea”Honoris causa “dalla IULM di Milano  in giornalismo,editoria e multimedialità ed ha anche insegnato tali campi di conoscenza nell’università “la Sapienza “ di Roma.

Il legame con Roma

Un legame inscindibile, quello  fra il conduttore nato a Roma il 28 agosto 1938 e la sua città natale, di cui conserva sempre un certo spirito sornione, ironico, capace di accogliere anche l’elemento più estraneo e all’apparenza disturbante, come dimostra con il Maurizio Costanzo Show dal Teatro Parioli, si cui è stato anche per una stagione direttore artistico. 

Impegnato con nuove sfide fino ai suoi ultimi anni, vigile fino a pochi giorni prima di spegnersi, Costanzo ha seguito da una camera della clinica Paideia il festival diSanremo.Dopo numerosi ricoveri,però, l’intervento a cuore aperto  non gli ha consentito di vivere ancora

La camera ardente sarà allestita sabato e domenica presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio (ingresso dal Portico del Vignola; sabato dalle 10.30 alle 18, domenica dalle 10 alle 18, raccomandato l’utilizzo della mascherina FFP2). I funerali si svolgeranno lunedì 27 febbraio, alle 15, presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo.

Come un Arlecchino,Gabriella Paci

E’carnevale in questo febbraio disilluso

e mesto nei mattini ancora pigri e grigi .

Le maschere cercano nel gioco della

trasformazione una rinnovata emozione

nella falsa realtà che cambi l’umore

con il colore e la ricchezza del decoro.

All’ombra della finzione il gioco è

 seduzione dell’anima in cerca del tempo

della dimenticanza per poter trovare

riparo nell’illusione di vivere altro in

altro tempo senza orologio e senza

dovere per sentirsi Arlecchino davvero

nella fantasmagoria di un oblìo sincero

che regali nella momentanea dimenticanza

una sillaba di ritrovata infanzia …

Martedì  grasso : un giorno che segna  l’inizio della Quaresima e la fine del Carnevale  in Italia e non solo.Gabriella Paci

Origini

Il martedi grasso è l’ultimo giorno del Carnevale, quello in cui la Chiesa cattolica permetteva di festeggiare consumando cibi sostanziosi dolci  e avanzi dei banchetti del periodo precedente. Veniva fatto largo uso di grassi  nella preparazione dei cibi, consumando le scorte invernali ,dato i periodo  di “magra “della quaresima e l’avvicinarsi della bella stagione.  Dopo questo giorno,in cui ancora oggi vige tale tradizione, si dovevano consumare cibi più semplici e astenersi dai divertimenti.

 Eccezione è Milano ,che festeggia la fine del carnevale nel “Sabato grasso” poiché posticipa di una settimana la quaresima secondo la tradizione che narra che Sant’Ambrogio ,essendo fuori città e non facendo a tempo a rientrarvi per celebrare la liturgia, fece posticipare appunto tale fine.

A Venezia il giorno più importante è però il giorno del toro ,da cui deriva il famoso motto “Tagliar la testa al toro” ad indicare la soluzione che mette fine ad una incertezza .Infatti nel 1162 il doge di Venezia Vitale Michiel sconfisse il patriarca di Aquileia Ulrico e i 12 feudatari suoi alleati,.

Come risarcimento di guerra,Il Doge richiese il pagamento di un toro,12 pani e 12 maiali  in un giovedì appunto che fu detto “Grasso” .Gli animali rappresentavano i nemici vinti per cui erano oggetto di offese e scherno prima di essere uccisi. Per ultimo, toccava al toro, a cui veniva appunto tagliata la testa.

Oggi

Ancora oggi si mangiano  carne saporita e cibi sostanziosi e soprattutto dolci fritti,che variano a seconda delle regioni  come frittelle zeppole cenci stracci, Chiacchiere, tortelli, gale, crostoli, lattughe, castagnole, frappe, bugie,Sono impasti a volte solo fritti ,a volte ripieni di crema o miele serviti caldi e croccanti, ornati da un velo di zucchero: sono un cibo dolce che fa pensare alla libertà del gusto. che arricchiscono ogni mensa  

Nel Regno Unito questa giornata si chiama “Shrove (verbo che significa confessarsi) Tuesday” e si mangiano i pancake .In Germania si festeggia non il martedì grasso ma il lunedì, mentre in Francia prende vita la tradizione medievale della Festa dei folli al termine della quale veniva eletto il Papa dei folli, della quale parla anche Victor Hugo nel suo ‘Notre-Dame de Paris’.

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Amore di cuore o di testa? Poco importa purché sia amore  e il 14 febbraio lo celebra in tutte le sue forme. Gabriella Paci

L’amore è un sentimento universale e che nasce con la nascita dell’uomo sulla terra e da sempre celebrato nelle varie espressioni dell’arte e della letteratura.

Tutti hanno presente ad esempio, la celebre storia d’amore di Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra, Romeo e Giulietta, Paolo e Francesca, o addirittura Orlando e Angelica, o meglio, la pazzia di Orlando per non essere corrisposto nel poema “Orlando Furioso”

Amori questi,destinati all’infelicità ma caratterizzati da una grandissima passionalità, tanto che perfino Dante e Shakespeare,tanto per citare due nomi certamente noti, hanno trattato  la loro storia.

E dunque ,ogni anno ,il 14 febbraio si celebra questa ricorrenza con scambio di fiori,  biglietti, canzoni dedicate ,doni  e dichiarazioni da parte degli innamorati in molti paesi del mondo.

 Le origini della festa

Ma perché questa data? E perché “San Valentino”?

 Valentino era un vescovo cristiano che morì a Roma nel 723 d.C.  Nato ,secondo la leggenda a Interamna Nahars nel 176 ,fu ordinato vescovo di Terni nel 176 dopo la sua conversione al cristianesimo.

Recatosi nel 270 a Roma,cerca addirittura  di convertire l’imperatore Aureliano che voleva dissuaderlo dal seguire il cristianesimo  e perciò viene condannato e muore da martire il 14 febbraio.

Una leggenda vuole che ,avendo trovato due innamorati che litigavano furiosamente, abbia preso una rosa e l’abbia messa tra le mani congiunte dei due innamorati,spingendoli ala riconciliazione-

Secondo un’altra leggenda, il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come dote per il suo sposalizio, che, altrimenti non si sarebbe potuto celebrare La ragazza, priva di mezzi e di altro sostegno,si sarebbe potuta perdere o finire in preda di giovani senza scrupoli mentre così si potè sposare con chi amava:Ecco  la tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.

Nel  IV secolo a Terni venne costruita una basilica che conservava le sue spoglie  e venne istituita come festa  nel 496 grazie a  papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana dei Lupercalia, presumibilmente anche con lo scopo di cristianizzare la festività romana.

Tale festa pagana celebrava la fertilità attraverso un corteo di donne giovani che venivano percosse con fascine da giovani uomini nudi che rappresentavano le virilità selvaggia e libera.

Febbraio era il mese in cui si vedevano i primi cenni di rinascita dopo  il periodo invernale .

Da ciò,dunque ,la celebrazione i questa data come data dell’amore:una festa,dunque ,in parte civile e in parte religiosa che,tuttavia,non viene riconosciuta come festività in nessuno dei due ambiti.

L’amore è dovuto a fattori chimici ?

Non esiste una formula chimica o matematica che possa descrivere l’amore o l’attrazione provati verso qualcuno.  Alcuni scienziati hanno però osservato i fenomeni che il nostro corpo manifesta nella fase dell’innamoramento e ne hanno attribuito la causa a ormoni e neurotrasmettitori :

Il  cervello, e non il cuore, è il responsabile della variegata serie di emozioni che proviamo da quando ci innamoriamo, a quando soffriamo per un amore finito. Tutto ciò è dovuto appunto a specifiche molecole, i neurotrasmettitori che agiscono a livello cerebrale: testosterone ed estrogeni, dopamina, serotonina, adrenalina, norepinefrina, ossitocina e vasopressina, che sono comunemente chiamati ormoni dell’amore e dell’attaccamento Questi entrano in gioco in fasi diverse dell’innamoramento che sono,fondamentalmente, tredesiderio, attrazione e attaccamento.

Preferiamo tuttavia credere che l’amore sia il trasporto che sentiamo verso una persona per il motivo che ci capisce, ci fa sentire importanti , con la quale condividiamo non solo l’appetito sessuale ma anche la progettazione di vita e i desideri essenziali per noi .

Ecco la mia personale spiegazione con una poesia….

Ti amai perché…

Forse perché eri il senso delle cose

 o il destino dei sogni che ti amai.

Ti amai per la tua aria di

mistero del tutto mai svelato

 il tuo costruire palazzi con

terrazze affacciate su

 l’orizzonte delle speranze,

il tuo coprire lo sguardo a non

rivelare la tenerezza aperta

nei gesti e nei silenzi gravidi

di parole intrise dalla luce

dell’inconsapevole gioventù

che rende vero l’impossibile.

Forse ti amai perché eri fuoco

 mai uguale a se stesso e acqua

dove io mi potevo specchiare

 bella  e trovare nel fondo

pietre colorate e conchiglie

come amuleti contro il vento

che sbatacchiava la banderuola

sul tetto della prospettiva acerba.

Ti amai per queste cose e per

tutte quelle che rendono magica

l’età che tesse la tela del futuro

con le  trame della contraddizione

ma che sa cercare nel dedalo dei

pensieri il magico filo di Arianna.

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  Non è sempre facile amarti,Gabriella Paci

Sei un cielo d’Irlanda

con nubi improvvise

sull’azzurro assoluto:

improvvisi dinieghi cocciuti

a riempire di ombre

verdi distese di quiete.

Vaganti cupezze che

rendono inquiete mansuete

greggi di abitudini

incerte al  rifugio.

Attendo che passi

quest’onda inattesa

opaca e stordente

e torni parola

d’amore e di pace

e torni il cielo sereno.

Non è sempre facile amarti.

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Controluce :Al via il carnevale di Viareggio che festeggia i suoi 150 anni di storia e di successi: risate e allegoria dei problemi,Gabriella Paci

Giunto alla 150esma  edizione ,il 4 febbraio 2023 parte la nuova edizione del Carnevale viareggino , che vede ,in questo primo giorno l’afflusso di oltre 70.000 visitatori di ogni parte d’Italia. Dopo lo storico carnevale di Venezia, rinomato in tutto il mondo,questo di Viareggio,nota località balneare degli anni 60 /70 vicino a Lucca è indubbiamente il secondo.

Le origini

 Nacque in un particolare Martedì Grasso del 1873 su impulsodi una brigata di ricchi borghesi viareggini che erano soliti riunirsi al Regio Casinò e che dettero il via alla tradizione del Corso Mascherato,sfilando per la via Regia (da cui viene il nome del posto : via regis ) con le carrozze addobbate di festoni e fiori.

Con un manifesto spiritoso rogato da un fantomatico notaio Chiassone iniziò la storia del Carnevale di Viareggio allo scopo unico di divertirsi e far divertire

La giuria composta dai signori Imparziale, Intendente e Buongusto, distribuì dopo il Corso del martedì grasso … alla migliore mascherata una immensa quantità di Bottiglie di vini più o meno generosi esteri e nazionali sia bianchi, rosè, neri.

Dopo la pausa della guerra,il Carnevale si è rinnovato ogni anno ,perfezionando la tecnica motoria dei carri e l’uso della cartapesta, tanto da diventare un vero e proprio lavoro di artisti che sono impeganti tutto l’anno per il suo allestimento e la realizzazione di carri, nella Cittadella, che a partire dagli anni 90,è un distretto dove appunto si realizza quanto serve  per il Carnevale.

I carri

I carri,nella loro fantasmagorica apparizione,accompagnati da danze e musiche,con circa 200 figuranti,  sono anche una denuncia sociale e politica e ,dunque,rispecchiano i tempi in cui vengono realizzati. A proseguire questa tradizione ,famiglie che si tramandano il mestiere da generazioni. Anche quest’anno è stato così e in primo luogo sono stati trattati i grandi problemi contemporanei: guerra e ambiente .

Ecco allora il carro “Pace-armata”di Alessandro Avanzini  con la bambina soldato vestita in tuta ermetica ,maschera antigas che sventola vessilli di pace o””Evoluzione della  specie con un  King kong,alto 20 metri  e  il suo esercito di uomini-scimmie a rappresentare l’involuzione dell’uomo con la sua volontà distruttiva del pianeta.  Come sottolineano Umberto, Stefano, Michele Cinquini e Silvia Cirri con  l'”Evoluzione della specie” l’uomo  ha trovato il suo punto di non ritorno

Quest’ultimo ha già suscitato delle critiche da parte degli animalisti,che ritengono degradante per i primati essere associati al regresso e alla distruzione.

 Una macumba per dire basta!”. Fabrizio e Valentina Galli invece immaginano una grande astronave, guidata da Burlamacco e Ondina, pronta a salpare verso un Pianeta Terra 2.0 portando speranze e desideri in un pianeta lontano,migliore del nostro

C’è poi il carro dedicato alla “Depressione” con il suo Pulcinella che abbozza un sorriso dietro el note della canzone “meraviglioso “ di Modugno, come inno ad apprezzare la vita o quello sui veleni che appestano il mondo-E “Meraviglioso” è l’esclamazione del grande Pulcinella che si sveglia dall’incubo della depressione e riscopre la bellezza del mondo,

Jacopo Allegrucci immagina un vecchio cantastorie che irrompe nel Corso Mascherato con il suo carrozzone carico di emozioni e ricordi, per raccontare “Una storia fantastica”: quella dei 150 anni del Carnevale di Viareggio. “

Roberto Vannucci nell’allegoria dal titolo ”Io sono nessuno” vede nei girasoli un simbolo per indicare la strada migliore verso un ritorno alla luce, dopo anni bui e difficili in cui la povertà ha colpito ampie fasce di popolazione.

Direbbe il grande Pirandello che dietro ogni risata c’è l’amarezza di un pianto .Infatti tutta questa allegria nasconde timori, malattie, critica sociale e politica ,come è ,del resto ,nella migliore tradizione burlesca italiana come avevano fatto le maschere della commedia dell’arte

Le  sfilate dei carri in programma sui viali a mare di Viareggio. Oltre a quella del 5, si replicherà domenica 12, giovedì 16, domenica 19, martedì 21 e sabato 25 febbraio. Al termine dell’ultimo corso mascherato saranno decretati i carri vincitori dell’edizione 2023.

C’è anche una lotteria abbinata alla vincita del carro

I rioni 

A Viareggio non si può scindere il carnevale dai rioni che prevedono balli, musiche, cibi e giochi vari. Grandi serate all’aria aperta tra musica e piatti tipici che rappresentano quanto il Carnevale sia nelle vene dei viareggini. Ecco le date dei rioni: Vecchia Viareggio sabato 4 e domenica 5, Marco Polo venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 febbraio, Darsena da venerdì 17 a martedì 21 febbraio, Croce Verde Centro venerdì 24 febbraio. Le feste per i bambini: Campo d’Aviazione lunedì 6 febbraio, Torre del Lago (Gran teatro Puccini, nel foyer) sabato 11 febbraio, Vecchia Viareggio (giovedì 16 febbraio), Varignano (venerdì 17 febbraio), Darsena (sabato 18 febbraio).

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ChiaroScuro: A Castiglion Fibocchi parte dal 4 febbraio un carnevale poco conosciuto ma dal volto sorprendente ,Gabriella Paci

 Breve storia del carnevale

Studi  storici ci dicono che il Carnevale derivi dalle feste dionisiache dei Greci ,che i Romani ripresero nelle feste Saturnali ,durante le quali poteva venir commesso ogni eccesso, nel nome del divertimento e della libertà da obblighi .Questo grazie all’uso delle maschere,che celavano l’identità e ,dunque, evitavano la punizione per gli eccessi commessi.

Apuleio, nelle sue “Metamorphosi” narra appunto di gruppi mascherati che portavano in processione un uomo chiamato Mamurio Venturio, coperto di pelli di capra ,colpito con bacchette ,che rappresentava il vecchio anno solare che se ne andava per lasciare posto al nuovo, trasportato su di un altro carro.

La parola “Carnevale “ invece sembra derivare da” Carnem levare” ovvero eliminare dal banchetto la carne, dato che era l’ultimo giorno in cui ,finito il periodo di baldoria, poteva esse consumata prima del periodo di astinenza.

Potrebbe però derivare da “carnualia ovvero giochi di campagna o da carrus navalis ovvero nave su ruote come carro particolare o corteo navale ,di origine prettamente pagana ad indicare appunto i festeggiamenti d’occasione.

I toscani Medici nel XV e XVI secolo organizzavano grandi festeggiamenti  con sfilata di carri ,chiamati “Trionfi”,accompagnati  da canzoni “A ballo “ come quella scritta da Lorenzo il Magnifico “il trionfo di bacco e Arianna”.

I festeggiamenti prevedevano un finale con un fantoccio di sterpi che veniva bruciato. Come simbolo dell’anno vecchio con i suoi guai.La chiesa però si oppose a certe sregolatezze,anche perché il martedi grasso non era il precursore di un periodo di astinenza.

Il carnevale di Castiglion Fibocchi e i figli di Bocco.

Indubbiamente il Carnevale toscano più rinomato è quello della Versilia, nota zona  marittima con Viareggio ma da alcuni anni si è incrementato un altro carnevale, in un bel borgo medievale a pochi km da Arezzo: quello di Castiglion Fibocchi,in zona Valdarno,  che alcuni dicono sia il più antico d’Italia . Il suo nome deriva da signore della zonaOttaviano Pazzi, chiamato “Bocco” per un deformità del volto. Ogni anno oltre 200 figuranti,detti appunto “Figli di Bocco” si esibiscono con il volto coperto da maschere di cartapesta e bellissimi costumi barocchi

Il primo documento che ci racconta l’esistenza di questo antico Carnevale risale al XII secolo, quando Betta di Ardimanno dovette anticipare la data delle nozze con il nobile del Valdarno Guglielmo di Bernardino poiché nel Castello de filiis Bocchi si festeggiava il Carnevale con grandi libagioni, prima dell’inizio della Quaresima.

 E ancora, in un documento del 2 maggio 1174 si legge che in “Castellione de filiis Bocchi”, i bifolchi ed i Signori festeggiavano insieme la “festa de Carnesciale”.

Nel XIV secolo la tradizione fu interrotta,ma rimase nella gente la voglia di ritornare a festeggiare e così nel 1900 fu ripresa con il rito della pastasciutta,cotta nei pentoloni dove i contadini cuocevano i pastoni per gli animali e distribuita a tutti. Vi si aggiunse poi il rito dell”operazione “, tramite il quale si simulava una operazione chirurgica per estrarre da un grosso contenitore, salsicce, prosciutti ed altri cibi del posto.

Fu solo nel 1997 che il Carnevale riprese il suo spirito goliardico e vennero create le maschere con tanto di abiti fantastici,dettati dalla creatività dei suoi abitanti e dalle mani di sarte locali.

Cosa vedere e dove.

Andando a Castiglion Fibocchi ,passeggiando per le stradine del borgo ,si incontrano i 200 figuranti nel loro sfavillare di colori e forme. Ognuna è diversa e ogni volta stupisce la ricchezza dei decori e delle fogge degli abiti,tanto da solleticare anche fotografi professionisti ,che si cimentano nel concorso fotografico “22 sfumature di Bocco”con foto in bianco e nero o a colori .Ogni maschera ha un suo perché e vuol rappresentare qualcosa,come si può scoprire qui:  http://www.carnevaledeifiglidibocco.it/le_mura_castellane.html anche se il re Bocco è il protagonista che apre le porte del borgo e racconta la storia. Maschere bellissime insieme a cibo, musica, balli, sbandieratori, giochi circensi  e arte, che  si sono  meritate  anche il “Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo” e, nell’anno 2014, la prestigiosa “Medaglia del Presidente della Repubblica”.

Il Carnevale dei Figli di Bocco 2023 si svolgerà in due fine settimana e quattro date: 4, 5, 11, 12 febbraio. Quella di quest’anno è la 26ª edizione moderna Puoi vedere la bella scheda descrittiva di ciascuna maschera

Il 27 gennaio è il giorno della memoria, per ricordare l’olocausto,Gabriella Paci

L’anima voleva essere pietra

Questa poesia vuol essere appunto un richiamo a ricordare..

In quei giorni d’attesa del niente

dove c’era timore del tempo che ladro

rubava  la vita nella carne diventata

solo pelle attaccata al respiro,

l’anima voleva  essere pietra per non

sentire l’agonia delle ore nel vibrare

del cuore devastato dal dolore per chi

era ormai solo cenere nel vento dispersa.

L’anima voleva  essere pietra per non

vedersi morire ogni volta in uno sguardo

che si specchiava nel fango e non era

più quello di un uomo vero nell’inferno

di terra dove era scritta una storia d’orrore

con l’inchiostro del sangue che scolorava

della neve caduta  il biancore …

e nell’aria vibrava un acuto dolore

Ecco   l’anima voleva essere pietra diventata

 ora lapide e sull’epitaffio solo un nome : pietà.

Tu che passi nel campo di morte,non

scordare di mettere un fiore sulla pietra

che ha visto morire tanti agnelli sbranati

che chiedono di non essere dimenticati.

Auschwitz -.

Un’altra icona che ha segnato la storia del cinema: Gina Lollobrigida, la “bersagliera” muore a Roma e ci lascia un po’ più soli.Gabriella Paci

    La carriera artistica

Nata a Subiaco nel 1927, figlia di una famiglia borghese benestante, Luigia Lollobrigida, nota con il nome di Gina e il soprannome “la bersagliera”( da un ruolo avuto che l’ha consacrata alla celebrità),questa bellissima attrice era anche talentuosa,avendo vinto ben 7 David di Donatello ,2 nastri d’argento ,il titolo di grand’ufficiale della Repubblica itlaliana e cavaliere della Legion d’onore francese.

Da giovane,dopo un’infanzia agita quale figlia di un  noto produttore di mobili, conosce la quasi miseria in seguito ai bombardamenti alleati :il trasferimento a Roma della famiglia non fa migliorare la condizione economica e Gina deve arrangiarsi vendendo disegni e caricature o comparendo su qualche fotoromanzo  per contribuire al pagamento dei suoi studi all’Istituto delle Belle Arti in cui è iscritta.

Ma è una ragazza di carattere e spiccata bellezza e sa cogliere l’opportunità di un concorso di bellezza nel 1947 dove,anche se lascia il titolo a Lucia Bosè, arriva seconda e conquista giudici e pubblico.

Già aveva prestato il suo volto e il suo fisico perfetto pere fotoromanzi che gli avevano fatto avere piccoli ruoli a Cinecittà.

La sua fama arriva però prima dall’estero dove per decenni è,insieme ad Alida Valli, l’attrice italiana più amata dai registi americani,primo fra tutti Howard Hughes.Ma Gina vuole conquistare l’Italia e così lascia il regista che le aveva promesso un ricco contratto in esclusiva e torna a Roma.Qui abbraccia il cinema del neorealismo e lavora sotto il regista Pietro Germi e Carlo Lizzani,con i quali si definisce come attrice dalla forte carica passionale anche se con una recitazione da autodidatta.

Il primo successo personale è però fuori dai confini: il francese “Fanfan la Tulipe” con Gerard Philipe nel 1952. Recita per René Clair, Alessandro Blasetti, Mario Monicelli e Steno, Mario Soldati e finalmente diventa diva in patria con il trionfale “Pane amore e fantasia” di Luigi Comencini (1953) con il quale sarà poi l’indimenticabile fata Turchina delle sue Avventure di Pinocchio per la tv –

Il seguito della storia ,in coppia con Vittorio De Sica, dà inizio alla  sua presunta rivalità con Sophia Loren ( di 8 anni più giovane )  che la sostituisce nella parte da lei rifiutata per più di una volta.

Intanto per la Lollo (conosciuta ora così) si apre la porta del successo che la vede recitare a fianco di Burt Lancaster, Antony Queen;Frank Sinatra,Errol Flyn,Yul Brynner.Addirittura canta da soprano e doppia in francese.

Negli anni 70,stanca del cinema, a cui tornerà però vent’anni dopo,si dedica lal fotografia dove miete successi immortalando divi e politici ,tra cui Fidel Castro.

Non basta:sarà anche scultrice in giro con le sue mostre per il  mondo.

La vita privata.

Sposatasi nel 1949 con il medico sloveno Milko Skofic,avrà un figlio con lui ma si separerà nell1971.

Ha poi avuto amori o flirt con colleghi di lavoro ,tutti invaghiti di lei che solo a 90 anni ha confessato di essere stata stuprata giovanissima e di aver avuto la vita segnata da questo episodio doloroso.

Nel 2006 ha annunciato di voler sposare lo spagnolo Javier Rigau di 45 anni ( ben più giovane di lei,che ne aveva 79 ) ma poi il matrimonio fu negato da entrambi e comunque annullato dalla Sacra Rota.

 Ancora oggi c’è  battaglia in tribunale : figlio Andrea Milko Skofic accusa un collaboratore della madre, Andrea Piazzolla ,nato da una relazione con un produttore e attore sloveno,  di averla raggirata sottraendole buona parte della sua fortuna.

A settembre una brutta caduta e la rottura del femore, l’avevano costretta al ricovero per un intervento,giudicato perfettamente riuscito,tanto da farla candidare a Latina per la lista ‘Italia sovrana e popolare’.

Non era la prima volta: nel 1999 il suo nome compariva nella lista dei Democratici per le Europee.

Solo negli ultimi anni era stata oggetto di critiche e di dubbi sulla sua integrità mentale, proprio per questo amore con un uomo che poteva essergli quasi nipote ma ,per il resto ,è stata sempre una donna discreta e ritirata e portava regalmente i  suoi 95 anni

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ChiaroScuro: Sassate ma poi si pentono. Altri però imitano…e la spirale della violenza terrorizza il povero clochard,gabriella Paci

In uno spazio verde, resede dell’istituto tecnico per geometri “Fossombroni” di Arezzo è posteggiata una vecchia roulotte:è lì da 10 anni,con il premesso della provincia di Arezzo,proprietaria del terreno.

A viverci,in compagnia di un vecchio cane, è Tiziano Birra, un 56 enne d’origine del  Canton Ticino ed ex falegname. E’ facile incontrarlo nei paraggi, sempre dignitosamente vestito e pulito ,a passeggio con il suo cane. Nessuno si è mai lamentato di lui, ombra che cammina in silenzio senza quasi alzare lo sguardo.

Eppure un gruppetto di ragazzi non ha trovato altro divertimento,tra la notte di Natale e Santo Stefano, che prendere a sassate la roulotte e frantumare il vetro del finestrino. Poi ,il rimorso: si frugano in tasca e racimolano 80 euro che lasciano al clochard con le scuse per il danno fatto e per non avere possibilità di lascargli di più.

Un gesto crudele ,forse commesso senza riflettere e senza trovare un briciolo di compassione se non dopo aver commesso il fatto. Ma ciò che è peggio ,è che il gesto si è ripetuto in un asorta di emulazione della cattiveria fine a se stessa,da parte di altri ragazzi.

A dirlo è lo stesso clochard che ha visto che si trattava di altri giovani che gli hanno frantumato l’unico vetro rimasto indenne. Questo il 3 gennaio scorso. Da questa notte il clochard vive nel timore di nuove rappresaglie ai suo danni.

Eppure intorno ci sono palazzi eleganti,tutti densamente abitati ma,si sa, chi colpisce gli indifesi ha anche la vigliaccheria di farlo di nascosto, temendo di essere sorpreso e di dover affrontare le conseguenze.

Quello che suscita indignazione e sgomento,in una realtà di città di media grandezza, dove finora non c’erano mai stati episodi di bullismo e  teppismo ,che si stia assistendo ad un progressivo espandersi delle baby gang e di episodi  di violenza gratuita, come questo di “cui abbiamo parlato

Il  consigliere comunale Mattesini,di fronte alle denunce di atti di teppismo e bullismo  ha dichiarato a suo tempo :ruolo di un amministratore pubblico non è quello di isolare ed emarginare ma di affrontare alle radici il problema. Gli adolescenti hanno bisogno di ‘guida’ ma spesso non trovano riferimenti adulti, né nella scuola né nei genitori. Siamo di fronte alla crisi delle famiglie: aumento delle separazioni e di situazioni conflittuali, incremento della disoccupazione o sottooccupazione con maggiori povertà e sfratti, impossibilità di far fronte alle spese di casa per l’aumento del costo dell’energia elettrica e del gas, orari di lavoro dilatati anche di notte, figli lasciati soli anche per l’assenza di servizi a sostegno dei minori e degli adolescenti.

Ci associamo a tale richiamo ma siamo anche consapevoli che la punizione serve a far ravvedere un giovane e che talvolta bisogna anche far aver il timore delle conseguenze di un certo comportamento, proprio anche perché le famiglie non esercitano più un serio ruolo educativo e i giovani più fragili sono soggetti a emulare certi comportamenti fuori dalle righe.

Comunque ,indubbiamente, stiamo assistendo,in tutta Italia, ad un preoccupante sviluppo di bande di giovani che disturbano,aggrediscono  e danneggiano l’ambiente.

Controluce : I  giovani ora aspirano a lavori che permettano visibilità e guadagno come essere “Influencer” e disdegnano impieghi tradizionali nonostante le richieste di mercato,Gabriella Paci

Influencer è  chi, grazie alla sua posizione,autorità,conoscenza o carisma ha il potere di influenzare gli acquisti  delle persone, orientandole in modo più o meno intenso. Generalmente, un influencer si impegna attivamente in una nicchia di mercato distinta,che va dal settore dell’abbigliamento a quello dei cosmetici,delle calzature, degli accessori e delle scelte di luoghi di vacanza  in hotel di lusso.

Gli influencer quasi sempre collaborano con le aziende, aiutandole a vendere i loro prodotti o servizi, nell’ambito del cosiddetto “Influencer Marketing”e sono definiti “beni di relazione sociale “dato che possono fare decollare un determinato marchio o prodotto.

Il rapporto di “We are social “del 2020 ci dice che 50 milioni di persone sono online  in Italia , e 35 milioni sono sui social ovvero il 58% della popolazione :esse seguono con evidente interesse e ammirazione gli influencer  per essere guidati nelle scelte, anche negli atteggiamenti stessi.

Pubblicano regolarmente post sul loro argomento sui loro canali preferiti e generano un grande seguito di persone entusiaste e coinvolte, che prestano molta attenzione ai loro punti di vista.

Tipi di influencer

 Ci sono tipi diversi di influencer :il modo più comune di valutarli è sula base del numero di follare(seguaci) che hanno e  il livello di influenza su di loro e anche il tipo di promozione effettuata.  Talvolta tuttavia essi possono cambiare prospettiva .

 Per esempio, molti mega-influencer sono anche celebrità. Sono loro ad avere oltre un milione di seguaci ,anche grazie alla loro popolarità,come Chiara Ferragni.  Eppure hanno spesso meno influenza reale sul loro pubblico, perché mancano di esperienza in una nicchia ristretta dedicata.

In genere solo i grandi marchi possono rivolgersi a loro. I loro servizi sono infatti costosi (anche diverse migliaia di euro a post) e sono estremamente pignoli sulla aziende con cui scelgono di collaborare. In quasi tutti i casi, i mega-influencer hanno agenti che lavorano per loro conto per fare qualsiasi accordo di marketing.

Alcuni micro e persino i nano-influencer possono al contrario avere un impatto enorme sui seguaci nella loro nicchia specialistica, e di conseguenza essere di grande beneficio per un’azienda che vende un prodotto destinato a quel settore. I microinfluencer sono persone comuni che si sono fatte conoscere per la loro conoscenza di quella  nicchia I micro-influencer hanno costruito una community di seguaci specializzati, e non vogliono danneggiare il loro rapporto con i loro fan promuovendo un cattivo prodotto per cui sono generalmente attendibili.

Alcuni micro-influencer sono felici di promuovere un marchio gratuitamente. Altri si aspettano una qualche forma di pagamento.

Possono essere comunque economici e avere un’enorme influenza su un piccolo numero di persone, ma nella maggior parte delle nicchie, è necessario lavorare con centinaia di nano-influencer per raggiungere un vasto pubblico.

Influencer italiane di successo

Di regola ,sono le ragazze più dei maschi a svolger il ruolo di influencer :In Italia ne abbiamo almeno 10 che cavalcano la cresta dell’onda :

#1 Chiara Ferragni, 27,5 milioni di follower

#2 Chiara Biasi, 3,7 milioni di follower

#3 Chiara Nasti, 2 milioni di follower

#4 Veronica Ferraro, 1,4 milione di follower

#5 Giulia Gaudino, 640 mila follower

#6 Eleonora Carisi, 636 mila follower

#7 Nicoletta Reggio, 446 mila follower

#8 Valentina Marzullo, 394 mila follower

#9 Maria Rosaria Rizzo, 369 mila follower

#10 Irene Colzi, 349 mila follower

Il corso di laurea triennale dell’università “E campus”

 Il corso di laurea,nuovo nel suo genere, promette di  far acquisire solide competenze a coloro che sono intenzionati a svolgere questa nuova attività lavorativa in costante crescita, ma di fornire strumenti anche a coloro che di fatto già la svolgono ma ambiscono a rafforzare le proprie conoscenze e/o acquisire nuovi strumenti di lavoro. La preparazione offerta da questo curriculum, consentirà all’influencer di svolgere nel tempo un’attività professionale affidabile e sostenibile, in particolare nel settore Moda & cosmetica , uno degli ambiti con la maggiore domanda di influencer marketing.con tanto di remunerazione professionale.

 Al giorno d’oggi in Italia la professione di influencer non è ufficialmente regolamentata. Tuttavia, nel mondo anglosassone i blogger, gli instagramer, gli youtuber e gli influencer in genere sono tra i professionisti più giovani e richiesti da marchi commerciali e agenzie pubblicitarie di rilievo. E questa realtà è arrivata con forza anche qui da noi .

Ecco il piano di studi che è proposto dall’università

1° anno:

Semiotica e filosofia dei linguaggi, Informatica, Estetica della comunicazione, Sociologia dei processi economici, Tecnica, storia e linguaggio dei mezzi audiovisivi, Organizzazione aziendale

2° anno:

Diritto dell’informazione e della comunicazione, Metodologia della ricerca sociale, Lingua inglese, Sociologia della comunicazione e dell’informazione, Psicologia della moda, Sociologia della moda, Progettazione, processi e comportamenti organizzativi, A scelta dello studente

3° anno:

Linguaggi dei nuovi media, Etica della comunicazione, Social media marketing, Lingua spagnola, Laboratorio di scrittura istituzionale e pubblicitaria, Laboratorio di scrittura, Laboratorio di lettura dell’immagine, A scelta dello studente, Tirocini formativi e di orientamento, Prova finale

Insegnamenti a scelta dello studente Organizzazione di eventi e ufficio stampa, Semiotica del testo, Psicologia della comunicazione, Intercultural communication of multi-level political and social processes, Diritto privato, Comunicazione d’impresa, Antropologia giuridica e comunicazione dei sistemi culturali, Storia della televisione, Governance dell’Unione europea, Storia del giornalismo, Urban and territorial marketing, Gestione delle imprese e marketing, Psicologia del lavoro, Strategie d’impresa e gestione della comunicazione, Diritto sindacale e delle relazioni industriali, Web content marketing, Marketing automation & e-reputation management

Indubbiamente ,come detto,i giovani sono molto attirati da una lavoro che unisce visibilità e successo ad un cospicuo guadagno e pertanto tanti sono gli aspiranti ,mentre lavori più tradizionali restano in attesa di personale disposto ad essere assunto per non dover chiudere l’attività svolta.

Scompare a 82 anni Pelè e il mondo calcistico e non solo piange il suo eroe.Gabriella Paci

E’morto in Brasile, la sua terra natale , il più famoso calciatore di tutti i tempi che aveva un suo pari solo in Maradona: tre volte campione mondiale,si è dovuto arrendere al tumore al colon che da tempo lo affliggeva e che lo ha vinto a 82 anni di età il 29 dicembre 2022.

Dapprima la famiglia aveva parlato di ricovero per accertamenti di routine,poi le sue condizioni erano venute alla luce a novembre , seppure sembrava si fosse stabilizzato,tanto che lui stesso aveva tranquillizzato i suoi fans : si pensava che il suo male gli avesse concesso una  tregua ma non è stato cosi.

Tutto ciò che siamo, è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace”. Così, aggiungendo l’emoticon di due cuori e una foto delle sue mani ‘intrecciate’ con quelle di sorelle e nipoti, la figlia di Pelé, Kely Nascimento annuncia su Instagram la morte del padre.

 Carriera calcistica

Pelé, pseudonimo di Edson Arantes do Nascimento, è stato un calciatore e dirigente sportivo brasiliano, di ruolo centrocampista o attaccante.

Era consociuto, per la sua capacità aanche “O rei” (il re) O rei do futebol (il re del calcio) “Perola Negra(perla nera) il calciatore del secolo per la FIFA e per il Comitato internazionale nonché pallone d’oro Fifa: unico ad aver avuto il pallone d’oro FIFa onorario .Ha svolto al sua carriera prevalentemente per il Santos con cui ha vinto 10 volte il campionato Paulista, 4 volte il torneoRio-San Paolo,6 il Campionato brasiliano serie A e 5il TacaBrasil w 2 la coppa Libertadores ;2 la coppa intercontinentale a ltre. Unico al mondo con 3 edizioni di campionati mondiali vinti e definito perciò “patrimonio storico-sportivo dell’umanità” nel 2011.

Vita privata

Pelé si è sposato una prima volta nel 1966, all’età di 25 anni, con Rosemeri Cholbi, con cui ha avuto due figlie: Cristina e Jennifer Kelly e un figlio, l’ex portiere Edinho, che sta attualmente affrontando un processo per riciclaggio di denaro e traffico di droga.

 Nell’aprile del 1994, dodici anni dopo aver divorziato dalla sua prima moglie, il tre volte campione del Mondo si è risposato con la psicologa Assiria Seixas Lemos, dalla quale ha avuto due gemelli Joshua e Celeste, ora 17enni.

Infine la terza volta con è Marcia Cibele Aoki nel 2016 quando Pelè  andava ormai per i 76 anni, che avrebbe compiuto nel mese di ottobre di quell’anno, mentre la donna imprenditrice di origine giapponese, ne aveva solo 42.

Se il calcio non si fosse chiamato così avrebbe dovuto avere come nome Pelé, scriveva Jorge Amado. Generazioni di bambini hanno provato il colpo da fuoriclasse ispirandosi a Pelé su un prato di periferia, un cortile, un campetto. E in effetti chiunque poteva ispirarsi per una piccola parte a lui, che era fuoriclasse in tutto: destro, sinistro, velocità, dribbling e colpo di testa. Per lui si sono sprecate le iperboli. Atleta del secolo (assegnato dal Cio nel 1999), calciatore del secolo (ex aequo con Maradona). O Rei è stato con Muhammad Ali’ l’atleta piu’ celebre della storia, famoso nei punti piu’ remoti del mondo come nelle grandi capitali.

Conosciuto in tutto il pianeta

  Nessun altro sportivo ha avuto piu’ spettatori di lui, e la sua faccia è tuttora, molti anni dopo il suo ritiro, tra le piu’ popolari del pianeta. ”Sono conosciuto piu’ di Gesù Cristo”, disse anni fa in un’intervista all’ANSA. Una frase che gli attirò critiche: ma a pensarci bene non aveva torto perché “anche se è una cosa blasfema – spiego’ – c’e’ una logica. Io sono cattolico, e so cosa significhi Gesu’ con i suoi valori.   

  Ma nel mondo e’ pieno di gente che crede in altro: in Asia , ad esempio, ci sono centinaia di milioni di buddisti. Magari non sanno chi e’ Cristo, ma di Pelé hanno sentito parlare…”.     Nel mondo, più prosaicamente, c’è anche gente che crede che un altro fenomeno del calcio, Maradona, gli sia stato superiore.    “Falso – rispose in quell’intervista -, basta guardare i fatti.  Sapete quanti gol di testa ha segnato Diego? Ve lo dico io, nessuno: Pelé cento. E di destro?….in tutto io ho segnato quasi 1300 reti, vi dice niente questo dato? Il problema é che gli argentini non si rassegnano, mi hanno contrapposto prima Di Stefano, quindi Sivori, poi Maradona. Prendano atto del fatto che comunque io valgo più di tutti e tre”.

 E’ stato intervistato e fotografato piu’ di qualsiasi altra persona: statisti e divi del cinema. E’ stato accolto da ‘Rei’ in 88 nazioni, e ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e tre Papi. In Nigeria venne dichiarata una tregua di 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perche’ tutti, da entrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare.

Per il 2023… Gabriella Paci

Scivola nella conca del tempo un anno

con il suo carico di  questioni irrisolte

lascito sgradito come grave malanno

di cui vorremmo liberarci tutte le volte.

Accogliamo questo fragile tempo nuovo

con l’illusione che sia davvero altro

e tra  fuochi d’artificio e botti galleggiano

le bollicine nei calici come salvagente

nella tempesta: speriamo che ci portino

in alto sopra la palude dove affondano

certezze e sogni  fissati in istantanee

dove brilla nei sorrisi d’occasione la

felicità da cartolina d’auguri  e nella

tristezza nascosta ci scambiamo baci

sperando che il nuovo anno abbia parola

di pace e pezze da porre sul cuore

per non farci sentire –almeno-  troppo dolore.

La magia del Natale,Gabriella Paci

Si fa luce l’attesa anche se la pioggia

insiste nella sua litania di gocce invadenti

come un pianto a lungo represso

che esplode  nella persistenza del nero.

Eppure i decori che oscillano  nell’oro

artificiale della falsa ricchezza sono

segno della festa che viene e diffondono

un’aria che profuma d’infanzia e di magia.

Anche gli alberi carichi di addobbi e luci

sono una carezza  per gli occhi in cerca

di ricordi e di stupore per occultare antiche

e nuove paure in un mondo che appare in

lotta perfino contro la sua stessa natura.

Nell’aria che scintilla anche la pioggia può

diventare ora cascata di luce a dire che la notte

è attesa e  che in ogni goccia c’è forse

stilla di -quasi felicità -perché sarà Natale

e il cuore ha bisogno di una culla dove

basterà il calore di un soffio di tenerezza

e amore per sentire che ogni passo e ogni

pena possono riposare adesso nella magìa

senza tempo di un giorno unico, speciale.

Il presepe vivente a Graffignano ha quest’anno “una “ Gesù Bambina .Gabriella Paci

Ripiego o scelta voluta?

A Graffignano ,borgo della  Tuscia in provincia di Viterbo ci sarà,come di tradizione,il presepe vivente il 26 dicembre e il 6 gennaio  2023 su iniziativa del comitato San Martino vescovo. Ma la novità è che il ruolo del Gesù bambino sarà  interpretato da Linda,la bellissima figlia di 4 mesi del sindaco,mentre il ruolo di Maria  sarà coperto dalla madre di Linda,Gioia. Giuseppe sarà invece Iacopo,uno degli 80 figuranti.

La location sarà ai piedi del castello Baglioni,scelto anche dal regista Pupi Avati per il suo film su Dante : saranno allestite botteghe e il fabbro con la fucina, i pastori con le pecore , la locanda … tutto per creare un’atmosfera suggestiva e verosimile all’immaginazione.

Il castello ospiterà invece la casa di Babbo Natale, voluta dall’associazione del” Filo..Sofie”.

Opinioni divise

Vedere un presepe vivente ,per quanto bello e suggestivo,non é una novità perché tanti piccoli borghi hanno preso questa bella abitudine per celebrare più sentitamente il Natale:quello che divide l’opinione pubblica è invece il fatto di mettere come Gesù …una femmina,snaturando, secondo alcuni ,il senso stesso della natività che vede un bambino sulla mangiatoia.

Altri,invece,ferrei sostenitori della parità tra i sessi e,anzi, tra la non distinzione alcuna tra i generi, affermano si tratti di una scelta più che consona.

Il sindaco,intervistato, ha dichiarato che nel paese mancavano neonati maschi e che non c’erano state accettazioni da parte dei genitori a far stare tante ore all’aperto e al freddo il figlio neonato. Dunque… un ripiego?

Lasciamo ai lettori le personali considerazioni in merito ad una questione: quella delle pari opportunità che , quanto meno, fa discutere, considerando che lo stesso Papa Francesco ha detto di voler affidare un dicasterio ad una donna…