Ospitiamo con vero piacere, per la rubrica “Il libro del mese”, la seconda raccolta di poesie (dopo Blu, Edizioni Ensemble, 2019) di Giuseppe Settanni dal titolo Affreschi strappati (Edizioni Ensemble, 2022). Si tratta di una raccolta di pezzi di intonaco, come descrive l’autore, dipinti su un muro crollato nel tempo e pazientemente rimessi insieme con l’illusione che si possa ricucire ogni divisione. Non c’è spazio per costruire di nuovo ciò che è stato distrutto una volta: solo il ricordo e l’immaginazione possono salvare dall’abbandono qualche particolare di ogni vissuto. E, in questo senso, gli Affreschi strappati trovano una briciola di eternità nel museo delle parole in cui tutti i figli di Prometeo hanno il diritto di entrare.
Dalla postfazione di Ilaria Triggiani: ” Cosa fa di un verso, una poesia? Cosa rende un uomo, anche un poeta? Sono queste le domande da porsi al termine di Affreschi strappati, terza pubblicazione di Giuseppe Settanni, arrivata un po’ insieme alla stessa maturità anagrafica dell’autore. Forse perché, già dal titolo, si avvertiva un senso di rottura, un piccolo momento – o motivo? – di ribellione, un’inquietudine non ancora risolta, ma finalmente rivelata. Come fece l’immenso Montale negli ultimi anni di vita e in risposta a coloro che incessantemente chiedevano cosa la poesia fosse, quale atto – umano o divino – la rendesse tale, dopo questo libro è lecito ancora domandarselo. Se lo chiede il lettore, ma ancor prima l’autore. Poiché è l’autore il primo destinatario del suo stesso poiéin. Poiché la riflessione sul linguaggio, determinante nella poesia di Settanni, qui diventa umanamente urgente. Poiché da questi versi emerge prepotente una curiosità nuova, rinvenire chi si cela dietro la poesia, e poi ancora dietro il poeta. Come in un gioco di scatole cinesi. Come se la poesia, l’arte, si potessero spiegare empiricamente. O psicanaliticamente. Ma il poeta ha la straordinaria dote di affrontare tutto con naturale leggerezza.”
Di seguito una selezione di testi scelti:
ne1 frattempo, galleggiavi
attaccato alla rete
e quel figlio
avrebbe dovuto riscaldarsi
accanto a te
la colpa era scontata:
un lenzuolo, una lampada
respiravi con regolarità
fino a quando i1 tentativo
di rendere impraticabile
quell’anima pesante?
i1 cane e torbido,
forse si può rinascere
anche senza la speranza
piove fango
premio di una saldatura,
conservazione garantita
a1 minimo
ripetendo
ripetendo involontariamente
involontariamente e al freddo
battere il ferro finché morte non mi separi
a1 telefono
una volta 1’anno
in cerca di dilatazioni
barattoli senza scadenza
ti ricordi
della passeggiata in cattedrale?
avrâ avuto, futuro anteriore
in disuso
i cardini rosicchiati
topi nella baracca
quintali di legna
sui binari le formiche
allora quando ci vediamo?
se faccio la conta
qualcuno manca sempre
e non posso prosciugarmi
per svanire tra le zolle
al vento rispondo
potevi farlo tu
no, sono il primo a non crederci
a non credermi
alcuni piedi si allontanano
come i1 pane fatto in casa.
Una silloge di ottima composizione, delineata attraverso una versificazione asciutta eppure incisiva, che indaga sulle sfaccettaure di una realtà quotidiana che incombe e rende fragili. L’adozione di immagini che, nette, si stagliano nel corpus della lirica con un’abile sperimentazione basata sulla figurazione allegorica ne fanno un poeta maturo e sagace nell’articolare abilmente le varie tecniche poetiche. [Maria Rosaria Teni]
Giuseppe Settanni – Sono nato a San Giovanni Rotondo nel 1981 e vivo a Fano (PU). Laureato in Giurisprudenza, sono avvocato e docente universitario presso l’Università di Urbino. Prima di Affreschi strappati (Edizioni Ensemble, 2022), ho pubblicato la silloge poetica Blu (Edizioni Ensemble, 2019 – Premio Anselmo Filippo Pecci). Con la poesia Fratture non scomposte sono risultato vincitore al Premio Nazionale di Poesia Inedita Ossi di Seppia 2019 e con la lirica Il museo delle mancanze ho vinto il Premio Ariodante Marianni 2020; il mio testo Delirio dell’amore bestiale, invece, mi è valso il Premio Roberta Perillo al Concorso Ciò che Caino non sa 2020, mentre con la composizione Il richiamo sono risultato vincitore assoluto al Premio Besio 1860. Ho ricevuto il Gran premio della giuria nel concorso I colori dell’anima (con In un logaritmo) e la mia poesia visiva Dialoghi è stata esposta alla Biennale di arte contemporanea “Luglio a Palazzo Merizzi 2021”. Miei testi sono pubblicati su vari blog e siti letterari, quali Poesia del nostro tempo, La poesia e lo spirito, L’Altrove – Appunti di Poesia, Margutte, l’angolo Poesia del quotidiano La Repubblica, Inverso – Giornale di poesia, l’Angolo degli inediti di Stampa 2009, ecc.
Versi davvero belli!
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Parole,poche e taglienti, costruiscono immagini scarnificate di una realtà cruda,colpita come da un lampo .Fugace luce le percorre e immediata scatta la necessità di fermarsi a riflettere.
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Continua analisi introspettiva segnata da parole crude che portano il lettore a soffermarsi e riflettere.
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