L’amore è un sentimento universale e che nasce con la nascita dell’uomo sulla terra e da sempre celebrato nelle varie espressioni dell’arte e della letteratura.
Tutti hanno presente ad esempio, la celebre storia d’amore di Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra, Romeo e Giulietta, Paolo e Francesca, o addirittura Orlando e Angelica, o meglio, la pazzia di Orlando per non essere corrisposto nel poema “Orlando Furioso”
Amori questi,destinati all’infelicità ma caratterizzati da una grandissima passionalità, tanto che perfino Dante e Shakespeare,tanto per citare due nomi certamente noti, hanno trattato la loro storia.
E dunque ,ogni anno ,il 14 febbraio si celebra questa ricorrenza con scambio di fiori, biglietti, canzoni dedicate ,doni e dichiarazioni da parte degli innamorati in molti paesi del mondo.
Le origini della festa
Ma perché questa data? E perché “San Valentino”?
Valentino era un vescovo cristiano che morì a Roma nel 723 d.C. Nato ,secondo la leggenda a Interamna Nahars nel 176 ,fu ordinato vescovo di Terni nel 176 dopo la sua conversione al cristianesimo.
Recatosi nel 270 a Roma,cerca addirittura di convertire l’imperatore Aureliano che voleva dissuaderlo dal seguire il cristianesimo e perciò viene condannato e muore da martire il 14 febbraio.
Una leggenda vuole che ,avendo trovato due innamorati che litigavano furiosamente, abbia preso una rosa e l’abbia messa tra le mani congiunte dei due innamorati,spingendoli ala riconciliazione-
Secondo un’altra leggenda, il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come dote per il suo sposalizio, che, altrimenti non si sarebbe potuto celebrare La ragazza, priva di mezzi e di altro sostegno,si sarebbe potuta perdere o finire in preda di giovani senza scrupoli mentre così si potè sposare con chi amava:Ecco la tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.
Nel IV secolo a Terni venne costruita una basilica che conservava le sue spoglie e venne istituita come festa nel 496 grazie a papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana dei Lupercalia, presumibilmente anche con lo scopo di cristianizzare la festività romana.
Tale festa pagana celebrava la fertilità attraverso un corteo di donne giovani che venivano percosse con fascine da giovani uomini nudi che rappresentavano le virilità selvaggia e libera.
Febbraio era il mese in cui si vedevano i primi cenni di rinascita dopo il periodo invernale .
Da ciò,dunque ,la celebrazione i questa data come data dell’amore:una festa,dunque ,in parte civile e in parte religiosa che,tuttavia,non viene riconosciuta come festività in nessuno dei due ambiti.
L’amore è dovuto a fattori chimici ?
Non esiste una formula chimica o matematica che possa descrivere l’amore o l’attrazione provati verso qualcuno. Alcuni scienziati hanno però osservato i fenomeni che il nostro corpo manifesta nella fase dell’innamoramento e ne hanno attribuito la causa a ormoni e neurotrasmettitori :
Il cervello, e non il cuore, è il responsabile della variegata serie di emozioni che proviamo da quando ci innamoriamo, a quando soffriamo per un amore finito. Tutto ciò è dovuto appunto a specifiche molecole, i neurotrasmettitori che agiscono a livello cerebrale: testosterone ed estrogeni, dopamina, serotonina, adrenalina, norepinefrina, ossitocina e vasopressina, che sono comunemente chiamati “ormoni dell’amore e dell’attaccamento” Questi entrano in gioco in fasi diverse dell’innamoramento che sono,fondamentalmente, tre: desiderio, attrazione e attaccamento.
Preferiamo tuttavia credere che l’amore sia il trasporto che sentiamo verso una persona per il motivo che ci capisce, ci fa sentire importanti , con la quale condividiamo non solo l’appetito sessuale ma anche la progettazione di vita e i desideri essenziali per noi .
Ecco la mia personale spiegazione con una poesia….
Ti amai perché…
Forse perché eri il senso delle cose
o il destino dei sogni che ti amai.
Ti amai per la tua aria di
mistero del tutto mai svelato
il tuo costruire palazzi con
terrazze affacciate su
l’orizzonte delle speranze,
il tuo coprire lo sguardo a non
rivelare la tenerezza aperta
nei gesti e nei silenzi gravidi
di parole intrise dalla luce
dell’inconsapevole gioventù
che rende vero l’impossibile.
Forse ti amai perché eri fuoco
mai uguale a se stesso e acqua
dove io mi potevo specchiare
bella e trovare nel fondo
pietre colorate e conchiglie
come amuleti contro il vento
che sbatacchiava la banderuola
sul tetto della prospettiva acerba.
Ti amai per queste cose e per
tutte quelle che rendono magica
l’età che tesse la tela del futuro
con le trame della contraddizione
ma che sa cercare nel dedalo dei
pensieri il magico filo di Arianna.
