Anselmo Pagani presenta:” l’Autoritratto con girasole”

Date: 24 marzo 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica
Articolo di Anselmo Pagani.

A mezzo busto e con lo sguardo rivolto verso l’osservatore, come a richiamarne l’attenzione, Antoon Van Dyck si auto-ritrae con indosso un’elegante blusa di raso rosso, mentre con la mano sinistra solleva la pesante catena d’oro che gli cinge le spalle a sottolineare la sua condizione d’agiatezza economica, e con la destra indica il girasole che ha da poco finito di dipingere.
Simbolo di fedeltà, perché collegato al mito di Clizia, questo fiore, oltre ad assumere significati amorosi, negli stemmi nobiliari olandesi e inglesi indicava la fedeltà al sovrano.
Ignorando a chi fosse dedicato, non sappiamo se l’artista l’avesse dipinto per una donna o per Carlo I d’Inghilterra, per il quale nel 1633, anno della sua realizzazione, stava lavorando.
Certo è che questo autoritratto, per originalità della composizione e uso dei colori, figura fra i capolavori del fiammingo Antoon Van Dyck, nato ad Anversa il 22 marzo del 1599.
Col nostro Paese il maestro ebbe un feeling particolare perché nell’arco della sua breve vita trascorse in Italia circa sei anni, spostandosi fra Genova, Roma, Bologna, Venezia, Firenze e Palermo, per poi trasferirsi a Londra al servizio di Carlo I.
I Fiamminghi infatti, popolo laborioso che ha costruito il proprio benessere sui commerci e i traffici marittimi, sono sempre stati aperti al mondo in un proficuo interscambio non solo di merci, ma anche di idee, mode e cultura, in un quadro di generale tolleranza impregnata d’ideali calvinisti e improntata alla valorizzazione dell’essenziale, oltre che al fastidio per l’ostentazione fine a se stessa.
In quest’ottica non meravigliano gli stretti legami che in quel periodo li univano a coloro che in Italia rappresentavano un po’ i loro “gemelli”, seppure di parte cattolica: i Genovesi, anch’essi da sempre dediti al commercio ed ai traffici marittimi, laboriosi, austeri e poco propensi agli sperperi.
Così la prima tappa che il giovane Van Dyck fece durante il “Grand Tour” fu proprio Genova, dove sbarcò nel 1621 nel bel mezzo del “Secolo d’Oro” di questa città, che in quel periodo riuscì a sopravanzare per ricchezza e cultura la Firenze del secolo precedente.
Qui si mise al servizio delle famiglie del patriziato cittadino, nomi come gli Spinola, gli Adorno, i Doria, i Durazzo, i Lomellini e soprattutto i Brignole-Sale, per i quali realizzò i ritratti dei personaggi più importanti.
Molti di questi meravigliosi dipinti si trovano ancora in città e possono essere ammirati all’interno di quella straordinaria serie di Palazzi che impreziosiscono i due lati dell’attuale via Garibaldi formando la cosiddetta lista dei “Rolli”, Patrimonio dell’Umanità.
Il nostro si spostò poi a Roma dove realizzò il bellissimo ritratto del Card. Guido Bentivoglio, protettore della folta comunità fiamminga di Roma, e poi ancora a Bologna, Venezia, Firenze
e Mantova, luoghi in cui ebbe modo di ammirare quadri di Tiziano, Caravaggio, Paolo Veronese, Guercino e di chissà quanti altri artisti ancora, facendone tesoro per la propria arte.
Infine fece tappa a Palermo dove, oltre a realizzare il quadro di “Santa Rosalia incoronata dagli Angeli”, ebbe la straordinaria possibilità d’incontrare l’ultra-novantenne pittrice Sofonisba Anguissola, di cui ci lasciò un intimo ritratto eseguito a carboncino.
L’esperienza italiana gli permise d’imporsi a livello europeo come apprezzato ritrattista, tant’è che negli anni seguenti lavorò prima per la Regina di Francia Maria de Medici, e poi per Carlo I d’Inghilterra, di cui divenne il pittore di corte, trasferendosi a Londra dove sarebbe morto ancora giovane il 9 dicembre del 1641.
Fu sepolto nella londinese Basilica di San Paolo, in una tomba purtroppo andata persa in quello che, un paio di decenni più tardi , sarebbe stato il grande incendio di Londra.
Accompagna questo scritto l’”Autoritratto con girasole”, di Antoon Van Dyck, 1633, collezione privata del Duca di Westminster.
(Testo di Anselmo Pagani)

Articolo di Anselmo Pagani