Il cibo è poesia: il pomodoro

Date: 14 marzo 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Articolo di Marina Donnarumma. Roma 14 marzo 2023

La psicologia del colore è legata alle emozioni e i significati dei colori possono variare
anche a seconda delle culture. I colori hanno degli impatti sul nostro cervello
e la psicologia dei colori diventata essenziale per il neuromarketing.
Lo scopo è di studiare le reazioni del consumatore alla vista di un certo colore.
Molti pittori hanno utilizzato il colore per esprimere la spiritualità dell’anima, con l’armonia
deicolori. I colori esprimono delle emozioni ben precise, come i lineamenti del viso.
Parlerò di un colore preciso, il rosso. Ad esempio la rabbia è rossa, ma oltre che l’odio
rappresenta l’amore ed è un colore che spicca più di ogni altro.
Il rosso è il cuore, il sangue, le passioni violente, l’energia, il desiderio.
Un colore che viene usato per attirare l’attenzione, viene rappresentato anche come colore
di pericolo.
Io trovo che il rosso sia ” hot” ed è un colore che adoro, nel mio guardaroba ho molti vestiti
rossi, tacchi, stivaletti rossi, giacche rosse. Un colore emozionante, eplosivo, sensuale,
passionale. Il rosso ti veste in modo emozionale, emana presenza, emana luce.
Una rosa rossa, una ciliegia, rossa, una fragola rossa, un rossetto rosso, unghie laccate
di rosso, un bicchiere di vino rosso, lava rossa incandescente, tramonto rosso.
Il rosso è una poesia di amore, rabbia, furia, passione, ma è anche pomodoro rosso.
Impazzisco per il rosso e per il pomodoro, un calice di sauvignon blanc che esprime potente
la foglia del pomodoro. La fresella con i pomodorini, inondazione di olio evo, basilico
abbondante, olive di Gaeta. La salivazione aumenta, se poi aggiungi il peperoncino fresco,
le papille vanno in visibilio.
La mia discendenza è napoletana, il peperoncino e il pomodoro dovunque.
Tagliolini al pomodoro fresco, pizza margherita, alla marinara. Il pomodoro fa da padrone
ovunque e il suo aspetto, rotondo, oblungo, piccolo, grande, rigato, poesia pura per gli
occhi, per il cuore, per il sapore. Esistono tante qualità di pomodori, anche gialli.
Un orto di pomodori è qualcosa di sublime, in mezzo ad una folta vegetazione spiccano
lucidi, polposi, poetici. Pomodoro e sole, pomodoro e amore.
Pomodoro ed emozione, fame, tanta fame e tanto basilico.

Il pomodoro, un nobile che fa da padrone in ogni piatto, mai una nota stonata.

Uno spartito musicale che rende armonica ogni cucina.

Ode al pomodoro
Un estate adolescente con pezzi di frutta nei capelli,
Un sole che sa di pomodoro rosso maturo,
un tramonto che sorge dalla terra
con mazzi di basilico, pioggia di origano
e aglio sfrigolante.
Pomodori lucidi di olio, nevicati di sale
e fiori di capperi.
Grappoli del piennolo agli angoli delle porte di legno antico,
Alle persiane grigie di tempo
spiccano rossi ad asciugare.
Cesti di pomodori,
dopo il crepuscolo,
come lampade accese,
capaci porcellane di Vietri ricamate,
spaghetti di grano e acqua corrente,
arrotolati in punta di forchetta,
un ode alla terra e ai suoi pomi d’oro. Iris G. DM

Per finire una mia ricetta sul pomodoro molto semplice.
Io amo i pomodori rossi, polposi, carnosi. I miei preferiti i san marzano e i piccadilly.
Lavare i pomodori, togliere la parte del picciolo, tagliarli a pezzi. Mi raccomando in
un insalatiera di ceramica bianca.
Condirli con sale, olio evo, cipollotto fresco di tropea, olive se volete, tanto basilico.
Girare il tutto con delle posate degne di tale piatto e servire con abbondante pane
casareccio a fianco. Buono per mangiarli e scarpettare il tutto.
Bon appetit.

foto presa dal web

Articolo di Marina Donnarumma Roma 14 marzo 2023

Il colore della poesia: Iris G. DM

Date: 14 marzo 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Pochi mi conoscono,

ma la primavera si ricorderà di me,

una collana di margherite

che profuma di camomilla,

una cravatta di farfalle,

un barattolo di miele,

millefiori di dolcezza e nostalgia.

Il vento, scivoloso muschio,

la battigia color cammello,

morbida ed intonsa.

Le impronte svaniscono

nella terza onda,

le conchiglie sbiancano

come occhi ciechi,

cristalli di calcio,

giglio delle dune di marzo,

ai lati del leccio piccole viole.

Tra le dita migliaia di granelli,

disegno una vela,

il vento la porta via.

Ingoio troppe parole,

la gola graffia e fa male,

L’albero delle nespole

è ancora verde,

le fragole hanno macchiato

il bianco del mio vestito,

Io sono ancora ad osservare

La mia primavera,

non è ancora 21,

se devo morire lo voglio fare ora. Iris G. DM

GUFO REALE

quandolamentesisveste

Eccellente
notturno rapace
stupendo ipnotico
strigiforme.
Territorio
nidifica
europeo

Tipico
ruotante 
tondo capo
frontali
immobili occhi
aranciati.
Sfoggia
due appariscenti ciuffi

Rilevante corpo
fiero
spicca 
taciturno volo
montando
feroci artigli
su sensibili
vista e udito

TEMIBILISSIMO PREDATORE

Predilige boschi 
e piccole pareti rocciose.
Intere ingoia prede
preferendo
piccoli mammiferi
Non teme rivali

Solitario 
e stanziale volatile
non migratore
sofferma 
personale territorio
cacciando notturne ore

Affascina
suo atavico
canto d'amore.
Schiusa delle uova
piccoli sopravvissuti
godono duratura
aspettativa di vita
@Silvia De Angelis 

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Anselmo Pagani presenta: “Un’impresa rara e mirabile”, “un bellissimo inganno”, “un’azione degna dell’antica Roma”.

Date: 14 marzo 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

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Articolo di Anselmo Pagani, 14 marzo 2023

“Un’impresa rara e mirabile”, “un bellissimo inganno”, “un’azione degna dell’antica Roma”.

Sono le definizioni date, rispettivamente, da Niccolò Machiavelli, Paolo Giovio e Luigi XII di Francia di quello che oggi chiameremmo piuttosto eccidio o strage efferata.

Ad idearla fu Cesare Borgia, alias “il Valentino”, che, con la scusa di festeggiare il Capodanno del 31 dicembre del 1502, invitò ad un banchetto riconciliatore nel palazzo del Governatore di Senigallia coloro che sapeva essere stati gli ideatori della “Congiura della Magione”, località sul lago Trasimeno dove, nel settembre precedente, era stato ordito un piano, poi fallito, per sbarazzarsi di lui, da poco diventato Duca di Romagna, e restituire ai rappresentanti delle Casate sconfitte (Riario, Manfredi e Malatesta) i rispettivi Stati.

Una volta caduti in trappola, Vitellozzo Vitelli e Oliverotto da Fermo coi cugini Paolo e Francesco Orsini furono arrestati dalle guardie del Valentino, imprigionati e infine strangolati.

Questa la pasta di cui era fatto il ventisettenne Cesare Borgia, figlio naturale dello spagnolo Alessandro VI, eletto Papa nel 1492 al termine di uno dei conclavi più simoniaci della storia.

Creato cardinale dal padre a 18 anni, Cesare capì subito che la carriera ecclesiastica non faceva per lui. Bello, atletico e dotato di una straordinaria forza fisica, riusciva a piegare con le mani un ferro da cavallo e a decapitare un toro con un solo colpo di spada durante le corride.

Le donne se lo contendevano per i suoi modi da gentiluomo, l’aura da tenebroso e il parlare forbito. Deposto il galero cardinalizio, si dedicò anima e corpo al progetto che più gli stava a cuore: la creazione di uno Stato personale, per ottenere il quale il padre non gli fece mancare nulla, attingendo risorse un po’ dovunque pur di costituirgli un patrimonio che gli consentisse di armare un esercito di circa 4.000 mercenari svizzeri, più 2.000 italiani di varia provenienza.

“Gratta” di qua, arraffa di là, Cesare poté così presentarsi alla Corte di Francia nelle fiammanti vesti di condottiero militare nella primavera del 1499 per essere ricevuto come un principe da re Luigi XII, tanto più perché latore di bolle papali quanto mai attese.

L’astuto Papa Alessandro infatti, in uno scambio alla pari con quel sovrano, gli concesse l’annullamento delle nozze con la sterile Giovanna di Valois, così lasciandolo libero d’impalmare in seconde nozze la Duchessa Anna di Bretagna. Inoltre, concesse al suo ministro Georges d’Amboise il tanto agognato cappello cardinalizio, ottenendo in cambio per il figlio Cesare la mano della principessa Charlotte d’Albret insieme alla titolarità del Ducato di Valentinois, che gli sarebbe valso il famoso soprannome.

Rientrato trionfalmente a Roma dalla Porta del Popolo il 26 febbraio del 1500 Cesare Borgia fu onorato dal padre con la nomina a “Capitano generale e Gonfaloniere della Chiesa”, che accrebbe ulteriormente la sua insaziabile ambizione personale.

Sospettato d’aver fatto ammazzare il suo stesso fratello Giovanni, Duca di Gandia, fu il mandante certo dell’assassinio del cognato Alfonso, Duca di Bisceglie e secondo marito della sorella Lucrezia. Miracolosamente scampato ad una prima imboscata, quest’ultimo fu visitato da Cesare che, chinatosi su di lui, gli mormorò sibillino: “Ciò che non s’è fatto a pranzo, si farà a cena”. Pochi giorni dopo fu strangolato nel letto da un sicario.

La rapidità con cui Cesare Borgia conquistò gli Stati di Imola, Forlì, Rimini e Faenza, impressionò moltissimo Machiavelli, che di lui fece il prototipo del suo “Principe”, descrivendone ogni piccolo gesto con un misto di terrore, stupore ed ammirazione.

In politica si sa, però, che la ruota della fortuna può rapidamente girare in senso contrario e così, quando nell’afoso mese d’agosto del 1503 Alessandro VI spirò a causa di un attacco malarico, con la successiva elezione al soglio pontificio di Giulio II Della Rovere per Cesare il passaggio da persecutore a perseguitato fu veloce.

Fuggito prima in Aragona e poi in Navarra, qui trovò la morte trafitto da ventitré colpi di picca di fronte alla città di Viana, il 12 marzo del 1507.

Accompagna questo scritto il “Ritratto di Cesare Borgia”, di Bartolomeo Veneziano, 1510 circa, Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma.

(Testo di Anselmo Pagani)

Articolo di Anselmo Pagani 14 marzo 2023

Foglio di via di Franco Fortini

Orgoglio della poesia italiana

almerighi

Franco Fortini (1917 – 1994) , nato Franco Lattes, è stato poeta, saggista, critico letterario e traduttore.

Dunque nulla di nuovo da questa altezza
dove ancora un poco senza guardare si parla
e nei capelli il vento cala la sera.
Dunque nessun cammino per discendere
se non questo del nord dove il sole non tocca
e sono d’acqua i rami degli alberi.
Dunque fra poco senza parole la bocca.
E questa sera saremo in fondo alla valle
dove le feste han spento tutte le lampade.
Dove una folla tace e gli amici non riconoscono.

*

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Tango argentino – di Frida la loka

Lombardia

Un po’ di storia

Il tango è nato sulle rive del Río de la Plata nelle città portuali di Buenos Aires, Argentina e Montevideo, Uruguay, alla fine del 1800. È cresciuto gradualmente fino a diventare una miscela unica di persone e tradizioni musicali che sono cresciute allo stesso tempo . In quel momento, le città portuali hanno ricevuto grandi ondate di immigrazione mentre crescevano rapidamente. Man mano che la popolazione diventava più diversificata, gli stili musicali argentini e uruguaiani (che erano in realtà un mix di musica locale indigena e spagnola) furono affiancati da una vasta gamma di influenze che vanno dal candombe africano e dall'habanera ispano-cubana al valzer europeo, polka, chotis , mazurka e flamenco e dando vita a nuovi generi musicali: prima la milonga e poi il tango.

Ebbe inizio con le classi urbane inferiori, inclusi schiavi, immigrati e classi povere e operaie. La musica e la danza iniziarono a prendere forma nelle strade e nelle case popolari, dove molte persone vivevano insieme in quartieri con aree comuni per socializzare. Il quartiere La Boda di Buenos Aires è stato uno dei luoghi in cui il tango ha brillato di più. All'inizio, questa danza sensuale era famosa nei bordelli, sebbene fosse ballata tra due uomini. In ogni caso il tango aveva una pessima reputazione ed era disprezzato dalle classi superiori.

Tutto questo cambio dopo l'inizio del XX secolo, quando le prime copie del tango scritto hanno viaggiato attraverso l'Atlantico. Il tango divenne molto popolare in Europa dopo la prima guerra mondiale, soprattutto a Parigi, e anche la borghesia cominciò a ballarlo. Da quando la cultura parigina ed europea cominciò ad essere esaltata dalle classi alte di Buenos Aires, il tango iniziò ad essere visto in modo diverso, quindi, un genere che fino ad allora era stato considerato volgare, era stato abbracciato dalla popolazione in generale.

Per quanto riguarda la musica stessa, i primi tanghi erano puramente strumentali. Le prime band di tango erano composte da strumenti portatili: flauti, chitarre e violini; ma questa configurazione si è evoluta nella tipica orchestra, che comprende violini, pianoforte, contrabbasso e fisarmoniche. La fisarmonica, inventata in Germania e portata in Argentina da immigrati europei, divenne lo strumento del tango per eccellenza alla fine del XIX secolo. I cantanti di tango non sono apparsi fino all'inizio del XX secolo, quando hanno iniziato a inserire testi nella musica, incluso il lunfardo: parole gergali molto specifiche influenzate dalle lingue degli immigrati, in particolare l'italiano, che hanno iniziato a far parte dello spagnolo parlato a Buenos Aires.

La prima generazione di musicisti di tango, che suonò dalla fine del XIX secolo agli anni '20, era la cosiddetta Guardia Vieja. Crearono l'identità e la struttura del tango come genere musicale e iniziarono a utilizzare la tipica orchestra. Alcuni dei nomi più famosi in quel momento erano Francisco Canaro, Roberto Firpo e Ángel Villoldo. Divennero famose canzoni come El Entrerriano, Unión Cívica, La morocha, El Choclo o La Cumparsita.


La prima apparizione in scena di Carlos Gardel fu come cantante di tango nel 1917, quando cantò Mi Noche Triste. Il leggendario Gardel è noto per aver inventato la canzone del tango e la sua famosa voce ha avuto un ruolo enorme nella divulgazione del tango. Andò da solista nel 1925 e divenne una star internazionale fino alla sua tragica morte in un incidente aereo nel 1935. Alcune delle sue canzoni più famose furono Volver, Por una cabeza, Mano a Mano, Adiós Muchachos e Mi Buenos Aires querido.

Gardel e la comparsa della canzone del tango segnarono il passaggio tra la Guardia Vieja e la Guardia Nueva, che durò dal 1917/1920 fino al 1955 (gli studiosi di tango differiscono sulle date). Julio de Caro, Carlos Gardel, Sofía Bozán, Aníbal Troilo, Rodolfo Biaggi, Carlos di Sarli, Roberto Goyeneche e Francisco Lomuto sono i rappresentanti di questa generazione. L'ultima parte di questo periodo, quando il tango era già famoso ovunque, fu chiamata L'età dell'oro, e coincise con un importante momento politico con la nascita del peronismo in Argentina negli anni '40.


I club di tango iniziarono a chiudere uno dopo l'altro negli anni '60 e '70, quando la musica rock raggiunse i cuori e le menti degli amanti della musica di tutto il mondo, così il tango fu allontanato dai riflettori. Un artista di tango, virtuoso compositore e fisarmonicista di nome Astor Piazolla, ha reagito reinventando il genere, creando un nuovo tipo di tango chiamato nuevo tango, influenzato dal jazz e da altri stili. Molti puristi hanno criticato Piazolla dicendo che aveva ucciso il tango, ma oggi Piazolla è riconosciuto come uno dei più famosi artisti di tango e uno dei più importanti compositori del XX secolo.

La questione giunse a tal punto che Papa Pio X condannò questo ballo. Inoltre, fu censurato dai governi militari argentini.

Fonti: http://donquijote.org.es , http://todolochic.com

Tua

14 marzo, 2023

Dal blog personale di

http://fridalaloka.com

Ripubblicato su

http://alessandria.today

Eventi: Biennale 2023 Agiografia Iconografia Internazionale della Writers Capital Foundation International – Gabriella Paci e la sua poesia

Poesia – Preghiera silenziosa alla Vergine Maria


Nell’ambito del Premio Biennale Internazionale di Agiografia/Iconografia 2023 – POESIA E ARTE

“Chi ha due tuniche, darà a chi non ne ha” Luca γ’11 La WRITERS CAPITAL FOUNDATION è orgogliosa di annunciare la Biennale di International Hagiography/Iconography Awards 2023 con l’obiettivo di evidenziare l’agiografia che instilla la Parola Divina e l’Amore di Cristo per l’uomo e la promozione dell’arte dell’iconografia.

Presentiamo la partecipazione alla Biennale Agiografia Iconografia Internazionale della poetessa Gabriella Paci.

Gabriella Paci è nata a Cortona ,in provincia di Arezzo .Ha conseguito la maturità classica nel liceo “F.Petrarca” da Arezzo e la laurea in “storia e filosofia “ nell’Università degli studi di Firenze.
Vincitrice del concorso a cattedre subito dopo la laurea,ha insegnato  italiano e storia in un Istituto superiore della sua città fino al 2020.
Da sempre appassionata di letteratura in ogni sua forma espressiva, ha scritto e diretto, a livello amatoriale, alcune commedie  realizzate poi  a livello scolastico. Ama leggere e viaggiare, meglio se in terre esotiche dove la fantasia è maggiormente sollecitata.
Solo dal 2014 scrive in modo più o meno continuativo, poesie : da quando ha sentito più fortemente l’esigenza di dare voce per condividere emozioni, sentimenti ed  opinioni  ritenendo la poesia l’espressione più immediata capace di cercare o di dare risposta ad inquietudini ed al  fluire del pathos.
Ne sono derivati, nel tempo, raccolte edite :”Lo sguardo oltre…”edito da Aletti nel 2015;”Onde mosse “edito da Effigi nel 2017 ;“Le parole dell’inquietudine “edito da LuoghInteriori nel 2019 ; “Sfogliando il tempo” edito da Helicon nel 2021e “Dissonanze “ edito da Helicon 2023 
Tutte le sillogi contengono per la quasi totalità, poesie vincitrici di concorsi nazionali ed internazionali e gli stessi libri  hanno ricevuto  numerosi e prestigiosi riconoscimenti tra i quali si annoverano:  “Premio Internazionale AUPI “”premio Casentino”  premio internazionale Quasimodo “ premio internazionale “Ut pictura  poesis “;premio internazionale “Il canto delle muse “”premio “Alda Merini” premio mondiale “Nosside”, Premio “Giglio blu di Firenze “ premio “Apollo Dionisiaco” ecc..per un totale attuale di circa 300 riconoscimenti, molti da podio.
Fa parte di “Italian poetry “ ,di Wiki poesia di cui è membro fondatore, di “Poetas du mundo”e di “Writers capital foundation”
Le sue poesie sia edite che inedite, sono presenti in numerosissime  antologie, sul giornale online” Alessandria today “ e sono state pubblicate su riviste letterarie quali “Luogos “ del “Giglio blu di Firenze, Euterpe e  ”Buonasera Taranto.”
Scrive anche articoli di cultura e informazione, oltre che nel già citato “Alessandria today “anche su “Alessandria online “ e “la voce agli italiani”.
E’ critica e membro di giurie letterarie.

Preghiera silenziosa alla Vergine Maria

Tu,madre di tutte le madri
sei  donna che conosce
il dolore e la solitudine
di tutti i figli qui,sulla terra.

Il tuo sguardo è un manto
sotto cui rifugiarsi nelle notti
scure ,quando il navigare a vista
fa temere ogni tempesta …

Tu sai ,Madre Santa quanta
pena  sia il Figlio che s’immola
senza aver alcuna pietà per
salvare tutta questa umanità

che ancora oggi non sa quello
che fa .Ma il tuo sguardo d’amore
mentre tieni in braccio il Signore
ancora bambino è messaggio

che fa salire alle labbra una
preghiera silenziosa  rivolta
a te,Vergine Maria,per
la salvezza dell’anima mia.

http://nonsolopoesiarte.art.blog/2023/03/14/eventi-gabriella-paci-alla-biennale-agiografia-iconografia-internazionale-2023/

http://alessandria.today/2023/03/14/eventi-gabriella-paci-partecipa-alla-biennale-agiografia-iconografia-internazionale-2023-della-writers-capital-foundation-international/

Eventi: Biennale Agiografia Iconografia Internazionale 2023 della Writers Capital Foundation – Franca Balla

Foto: Franca Balla -artista


Nell’ambito del Premio Biennale Internazionale di Agiografia/Iconografia 2023 – POESIA E ARTE

“Chi ha due tuniche, darà a chi non ne ha” Luca γ’11 La WRITERS CAPITAL FOUNDATION è orgogliosa di annunciare la Biennale di International Hagiography/Iconography Awards 2023 con l’obiettivo di evidenziare l’agiografia che instilla la Parola Divina e l’Amore di Cristo per l’uomo e la promozione dell’arte dell’iconografia.

Presentiamo la partecipazione alla Biennale Agiografia Iconografia Internazionale dell’ artista Franca Balla.

Biografia

Franca Balla, nasce a Torino il 04 giugno 1949, dove frequenta gli studi primari poi segue la sua idea, iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti Albertina di Torino. Il famoso pittore futurista Giacomo Balla, nato a Torino il 18 luglio 1871 e scomparso a Roma il 1 marzo 1958, era il cugino diretto del nonno paterno di Franca.
Giacomo Balla, insieme a Gino Severini, Umberto Boccioni e Carlo Carrà, firmò il manifesto del Movimento Futurista.

“Insieme svilupparono la rappresentazione del concetto di movimento attraverso la molteplice riproduzione di un unico soggetto come in una sequenza di fotogrammi.”
Tratto da The Art edito da Mondadori (periodico bisettimanale n. 4 del 25/8/1998).

Franca Balla, dopo il Diploma Artistico, inizia a frequentare la bottega d’Arte del Maestro Giorgio Rocca, per imparare la tecnica della velatura. In seguito, si avvia verso una strada personale, attraverso sperimentazioni e nuove tecniche, affacciandosi dapprima alla pittura Fiamminga poi all’Impressionismo, copiando diversi quadri di Van Gogh, Monet e Renoir, passando poi successivamente al Verismo ed al Naturalismo, con nature morte raffiguranti cesti di frutti, fiori e paesaggi, approdando infine all’Iper-Realismo, tecnica con la quale dipinge attualmente.

Partecipa a diverse mostre personali e collettive, in Italia ed all’estero, ultima tra queste, quella organizzata dal 29 lug al 18 ago 2022 dall’Associazione Artistica Arte e Cultura di Manfredonia, nel Fossato Sud del Castello Svevo – Angioino – Aragonese, dove ha ottenuto consensi sia tra i visitatori, sia dalla Giuria Artistica, che ha apprezzato i suoi lavori di copiatura e non solo.

Dal 14 novembre al 2 dicembre, espone in collettiva alla Galleria delle Cornici al Lido di Venezia, l’opera dal titolo: Silenzio – Il Volo, abbinata ad una poesia scritta dalla Poetessa Dr.ssa Viviana Zanoboni, scomparsa recentemente.

Dal 2 al 15 dicembre, espone in personale, presso la Provveditoria del Comune di Venezia.

Dal 21 dicembre 2022 al 20 gennaio 2023, ha esposto in personale, presso l’Hotel President di Mestre (VE).

A seguire l’ opera con dal titolo

Maria – Madonna bambina
Olio su tela – Anno 1995 – cm 50 x cm 70


http://nonsolopoesiarte.art.blog/2023/03/14/eventi-biennale-agiografia-iconografia-internazionale-2023-della-writers-capital-foundation-con-lartista-franca-balla/


http://alessandria.today/2023/03/14/eventi-franca-balla-partecipa-alla-biennale-agiografia-iconografia-internazionale-2023-della-writers-capital-foundation/

Lucia Triolo: c’era una volta

“Da dove venivano? Dal luogo più vicino. Dove andavano?
Si sa forse dove si va?” (D. Diderot, “Jacques le fataliste“)*

“C’era una volta”:
un inizio che
non voglio schivare

c’ero
quella volta 
anche se non sapevo 
cosa fare
anche se non sapevo 
dove andare
Ma chi sa dove va?

Cercavo il mio 
mutamento
quello che non appartiene 
al sogno
né alla casa dai muri grigi

chi mi avrebbe
narrato con certe 
parole
nella vita degli altri?

lui, il narratore sudato di
una trasmissione di 
esperienze
di consigli pratici 
e volti familiari!

e lui dormiva di buon’ora
mi svegliava
di buon’ora
tra mercanti di ricordi
come le lenzuola

veniva dal  luogo
più vicino 
e ricominciava:
“c’era una volta”

*”D’où venaient-ils ? Du lieu le plus prochain. Où allaient-ils ? 
Est-ce que l’on sait où l’on va ?”