afferrami nell’offerta che
tu solo
di me
puoi fare a te
adatta a trasognare
solo dentro un particolare

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puoi fare a te
adatta a trasognare
solo dentro un particolare
Date: 28 febbraio 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica
Articolo di Marina Donnarumma. 28 febbraio 2023.
Febbraio il mese delle tragedie, forse non avvengono tutti i giorni? il terremoto, la guerra, la fame, la povertà, la speculazione, lo sfruttamento, la corruzione, lo sciacallaggio che ogni giorno avviene a scapito dei morti, ma anche dei vivi. Tutti ne parlano, tutti addolorati, tutti scandalizzati, tutti inalberati, ma solo a parole. Per i giornalisti l’ennesimo scoop di cui parlare. Tutti i tuttologi a giudicare, ma voi l’avete capita la tragedia vera?
Quella disperazione che è dentro le pieghe dell’anima, quella disperazione che ti fa aggrappare anche a un filo, e questo filo si spezza e poi non la vita, non la speranza, la morte che galleggia, un fiore reciso, i capelli come una corona di petali, quante lacrime prima di questo? Quante? Questi migranti affrontano prove durissime per nutrire la speranza, in casa loro non ce l’hanno, le risorse delle loro terre sfruttate dal potere dei soldi, oppure guadagnano talmente poco da non riuscire a sopravvivere, e anche noi che non capiamo e giudichiamo, non siamo tanto lontano da loro, visti i nostri stipendi da fame.
“Gli scafisti chiedevano 8mila euro a persona” avete idea cosa devono fare per racimolare questa cifra? nessuno si mette nei panni di questa gente, nessuno cammina con le loro scarpe, tragedie che si consumano ogni giorno e fondamentalmente non importano a nessuno. Tutto ciò che è successo è frutto di scelte politiche, scelte politiche di tutta l’ Europa, tutti siamo ” Ponzio Pilato che si lava le mani”, noi non siamo loro, noi non capiamo fino in fondo, facciamo spallucce, qualcuno sicuramente avrà detto ” se la sono meritata”. Io piango per tutti, per questa umanità senza umanità, questa umanità disumana senza anima, per tutti i bambini che non diventeranno uomini e donne, per tutti gli uomini e donne che credevano di dare una speranza alle loro famiglie e hanno trovato la morte.
Pubblico un articolo della mia amica blogger ” la farfalla della gentilezza” un blog meraviglioso da seguire e da leggere
Caro Italiano che stai al sicuro e all’asciutto in casa tua e ci spieghi che i migranti non devono partire.
Se tua figlia avesse smesso di andare a scuola solo perché è femmina;
Se tua moglie fosse sepolta dentro un burka;
Se tua sorella fosse morta di parto;
Se tu avessi perso il lavoro e i tuoi figli non avessero niente da mangiare;
Se tuo figlio avesse perso una gamba su una mina;
Se l’aspettativa di vita nel suo paese fosse tale per cui oggi tu non staresti qui con noi;
Se tua nipote fosse stata rapita e stuprata dai terroristi;
Se la tua casa fosse crollata e avessi perso tutto;
Se
Se
Se
Il tuo senso di responsabilità sicuramente ti avrebbe portato a combattere per migliorare la situazione nel tuo paese, come suggerisce un nostro Ministro.
Ma se invece non ci fossi riuscito?
Saresti rimasto lì ad aspettare il peggio? O avresti tentato l’ultima carta che ti rimane?
Prima di giudicare gli altri bisogna camminare nelle loro scarpe.
Ma tu dici che siamo diversi, perché così puoi negare agli altri gli stessi diritti tuoi.
Però su questo hai ragione: è vero che siamo diversi.
Da una parte ci sono gli esseri umani.
Dall’altra ci sono esseri cinici con una pietra sul cuore, convinti di essere i privilegiati padroni del mondo.
https://www.agi.it/cronaca/news/2023-02-26/migranti-naufragio-crotone-27-cadaveri-20266984/
Noi non siamo loro e loro non sono noi, ma facciamo parte della stessa umanità, evidentemente però essere umani è una scelta e io questa scelta non la vedo
Articolo di Marina Donnarumma 23 febbraio 2023
Date: 28 febbraio 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica
Anselmo Pagani
Articolo di Anselmo Pagani
“Imperscrutabile e misteriosa rimarrà sempre”.
Così avrebbe detto di lei, ad un secolo circa dalla sua scomparsa, la famosa scrittrice Virginia Woolf, che la considerava “la prima o forse la seconda in ordine d’importanza e fama” nella storia del romanzo britannico.
In effetti, ad oltre due secoli dalla scomparsa di Jane Austen (spirata il 18 luglio del 1817 a soli 42 anni d’età) ben poco si sa di lei, anche perché la sorella Cassandra bruciò quasi tutte le lettere indirizzatele dalla stessa Jane, così contribuendo ad alimentare l’aura di mistero che ancora avvolge colei che è stata definita “la portavoce della borghesia”.
Certo è che “la sua breve vita fu singolarmente povera di eventi”, come affermò nel 1870 il suo primo biografo, il nipote Edward Austen.
Infatti, a parte qualche rara gita a Londra, non si allontanò mai dal sud dell’Inghilterra, dove nacque nel 1775 come secondogenita di George, pastore della Chiesa Anglicana, e di Cassandra Leigh, che insieme misero al mondo otto figli, di cui sei maschi e due femmine.
Dalla tranquilla Steventon, nello Hampshire, dove vide la luce nel 1775, seguì il padre nella città termale di Bath, molto alla moda in quegli anni perché frequentata da turisti al tempo stesso benestanti, frivoli e chiassosi, che a Jane risultavano particolarmente fastidiosi.
Proprio questa località ed umanità fanno da sfondo a tante scene dei suoi romanzi, in parte scritti nell’ancora esistente cottage di Chawton, villaggio dove Jane si trasferì insieme alla sorella e alla mamma nel 1809, dopo la morte del padre, in un’abitazione messale a disposizione dal fratello Edward, perché in quegli anni le donne non sposate come lei, per mantenere la loro rispettabilità di fronte al mondo, necessitavano della tutela di un parente maschio, non potendo lavorare e guadagnarsi da vivere da sole.
Fu pertanto l’altro fratello Frank a trattare per lei, con gli editori, la pubblicazione dei suoi romanzi a partire dal 1811, non essendo consentito a Jane di farlo in prima persona.
Il “piccolo mondo” antico in cui visse la sua tranquilla – comunque mai monotona – esistenza è il vero protagonista delle sue opere. Si tratta di un mondo ovattato, discreto, quasi ritagliato dal chiasso dell’altro mondo, ben più ampio e tuttavia lontano, in cui contemporaneamente in quasi tutta Europa si combatteva contro Napoleone.
In questo ambiente i personaggi creati dalla fertile immaginazione della Austen si muovono, gioiscono, soffrono, amano e – a volte – vengono respinti in un intreccio dove a caratteri introversi e taciturni fanno da contraltare altri chiassosi, buffi e finanche sguaiati, che compensano i silenzi dei primi.
Finisce così che i vari Bennet, Darcy, Thorpe, Musgrove e Bertran, con la loro variopinta umanità, ci risultano familiari, come se fossero i nostri vicini di casa.
Il capolavoro dell’autrice di “Ragione e Sentimento”, “Emma”, Mansfield Park”, “L’abbazia di Northanger” e “Persuasione”, rimane comunque “Pride and Prejudice” (“Orgoglio e Pregiudizio”) del 1813, romanzo dal quale sono state tratte numerose versioni cinematografiche.
In quest’opera la Austen descrive l’incontro-scontro fra Elizabeth Bennet, figlia di un gentiluomo di campagna, e Fitzwilliam Darcy, ricco e aristocratico proprietario terriero.
Sebbene i due paiano presi l’uno dall’altra, la vicenda è animata dalla forte contrapposizione, da un lato, dell’ “orgoglio” generato dal rango sociale e dalla fortuna, e del “pregiudizio” nei confronti dell’inferiorità sociale dei Bennet nutrito da Darcy e, dall’altro, ancora una volta dall’ “orgoglio” dell’autostima e il “pregiudizio” verso lo snobismo altrui, che animano Elizabeth.
A duecento anni dalla scomparsa, i numerosi lettori, prima ancora che la critica moderna, rimangono affascinati dalla capacita di Jane Austen di mettere a nudo la tragicomicità di vicende umane e contesti sociali apparentemente ordinari e circoscritti.
Accompagna questo scritto un fotogramma tratto dal film “Orgoglio e Pregiudizio”, 2005, con l’attrice Keira Knightley nei panni di Elizabeth e Matthew Macfeyden in quelli di Darcy.
(Testo di Anselmo Pagani)
Alessandria, 28/02/2023
Cronaca – Cultura Il prossimo 8 marzo cadrà, come ogni anno, la Giornata Internazionale della Donna.
Per richiamare l’attenzione su questo tema la Consulta Comunale Pari Opportunità di Alessandria, il Sindaco della Città e Assessore alle Pari Opportunità di Alessandria, Giorgio Abonante, e l’Amministrazione Comunale tutta promuovono il programma “Marzo Donna 2023”.
Si tratta di un progetto che prevede più di trenta appuntamenti, alcuni già iniziati il 24 febbraio scorso e che continueranno lungo tutto il mese di marzo e nei primi giorni di aprile.
Trovano posto iniziative fra loro differenti, ma legate da un unico filo conduttore. Mostre, testimonianze, spettacoli teatrali, concerti e seminari “racconteranno” il mondo femminile in ogni sua declinazione: una serie di eventi realizzati grazie alla collaborazione delle Associazioni culturali e delle Associazioni di genere, attivamente coinvolte nella Consulta Comunale Pari Opportunità.
“Marzo Donna 2023” si conferma dunque un importante “contenitore” in grado di creare una rete di partecipazione tra una molteplicità di autorevoli Soggetti locali che collaborano per coinvolgere l’intero territorio comunale sulla riflessione relativa alla promozione e al rafforzamento della figura della Donna in tutti i propri ambiti di vita.
Sono intervenute alla conferenza stampa di presentazione Vincenza Palermo, Presidente Consulta Comunale Pari Opportunità, Mimma Caligaris, Vicepresidente Consulta Comunale Pari Opportunità, Ivana Tripodi, Segretaria Consulta Comunale Pari Opportunità, la Consigliera Comunale Giulia Giustetto, delegata dal Sindaco per i rapporti con la Consulta, nonché molte Componenti della Consulta Comunale Pari Opportunità di Alessandria e diverse Rappresentanti delle Associazioni e dei Soggetti istituzionali coinvolti.
Di seguito i Soggetti complessivamente aderenti al programma “Marzo Donna 2023”
CITTÀ di ALESSANDRIA
INFO: consulta.pariopportunita@comune.alessandria.it
Ufficio Pari Opportunità 0131-515462
Servizio Patrocini Eventi e Manifestazioni 0131-515185
Un quadro dipinto con pennellate di delicata sensibilità che lasciano trasparire, anche attraverso il titolo metaforico, l’importanza di vivere consapevolmente la propria esistenza, cercando di conservare la voglia di essere se stessi. Le due sorelle, così finemente delineate dalla penna di Daniela Piu, si appropriano del loro spazio narrativo e danno alla luce due persone che hanno ben compreso il valore dei sentimenti e dei rapporti umani, mostrando i pensieri, i sogni e le emozioni che hanno caratterizzato il loro vissuto. Degna di nota la destrezza compositiva della scrittrice nell’adottare una narrazione fluida e scorrevole, pur trattando un argomento, la sofferenza e la morte, che induce ogni lettore a riflessioni profonde. Tuttavia, anche la morte, nel finale del racconto si connota di un significato inaspettato, proprio quando assume la leggerezza di un volo e si trasforma in una nuova vita. [Maria Rosaria Teni]
«Insegnare italiano alle medie è stato per me motivo di grande orgoglio, lo dico senza nessuna vanità. Tra l’altro non era un istituto qualunque, bensì la gloriosa numero Cinque. Gli alunni non mi hanno mai dato nessunissimo fastidio, anzi, stavano zitti e composti. Infatti mi ammiravano tutti. Quando ne incontro qualcuno per strada, che io mai riconosco tanto sono cambiati in peggio, non mancano di fermarmi per complimentarsi di quanto invecchio bene. Una volta, alla lavasecco, mi ha fermato una: “Buongiorno professoressa! Si ricorda di me?”
Io non me la ricordavo affatto, figurarsi.
“Sono stata sua alunna al Marconi. Ora insegno anch’io matematica, e ho adottato il suo metodo. L’ho aggiornato, ovviamente, l’ho avuta negli anni Settanta!”
Ho sbarrato gli occhi vedendola ridacchiare. Poi si è rivolta alla grossa tizia dietro il banco:” Eravamo tremendi! Gliene facevamo di tutti i colori alla professoressa”
I miei colleghi non solo mi ammiravano, ma addirittura hanno deciso all’unanimità di eleggermi vice-preside. Fortunatamente questo succedeva quattro anni prima che andassi in pensione, dato che la carica non era retribuita. Lavoravo il doppio per lo stesso stipendio. Il preside faceva in modo che mi occupassi io delle questioni più spinose, diceva sempre che lui era troppo irascibile. Ricorderò sempre quel giorno che il collega di inglese entrò nell’ufficio di presidenza in lacrime. Ovviamente c’ero io, perché il preside era occupato chissà dove. Aveva la testa e la giacca piene di palline di carta intrise di saliva, uno schifo! Si sedette, disperato, e disse che non sarebbe mai più riuscito a entrare in classe: i ragazzi erano scalmanati. Lo ripulii alla bell’e meglio, poi entrammo insieme. Nessuno fiatò. La mia presenza aveva riportato l’ordine senza bisogno di fare niente»
La voce fievole fu sopraffatta dal cinguettare degli uccelli, nella stanza entrò la luce dell’alba.
«Non riesco più a dormire per colpa dei dolori, mi fa male la mano. Forse dovrei tornare da quell’ortopedico che mi aveva consigliato di fare una lastra… ma poi la dottoressa ha detto che non c’era bisogno, ognuno dice la sua. Non c’era bisogno, non c’era bisogno, intanto sono io che non dormo, accidenti»
Seguita dalla luce del mattino arrivò la sorella, con un sontuoso mazzo di rose nostalgiche e ranuncoli sui toni dell’arancio. La seguii con lo sguardo mentre si avvicinava al vaso accanto alla finestra. Entrò nel bagno per riempirlo d’acqua, poi sistemò i fiori e si voltò verso di me con il viso accaldato dall’emozione. Aveva da un pezzo superato i trent’anni e le era rimasta, nel muoversi, la leggiadria di un’adolescente. Si avvicinò alla sorella e la baciò sulla fronte: sembrava la madre, tanto l’altra si era trasformata in uno strano bozzolo umano. Dopo averla guardata a lungo, venne verso di me col suo passo leggero.
«Com’è andata stanotte?»
«Tutto tranquillo, le ho aumentato un po’ la dose di morfina»
«Fra poco sarà tutto finito»
Mi alzai dalla poltrona per lasciarle il posto, la salutai e fu l’ultima volta che le vidi, le due sorelle. Seppi dalla collega del turno successivo che, alla fine di quella mattina, il bozzolo umano era morto. La sorella aveva sbrigato la faccenda con grande solerzia e si era dileguata.
Qualche mese dopo l’aveva incontrata nell’ufficio dell’amministrazione, sollecitata più volte era passata a consegnare dei documenti con grande ritardo. Si erano fermate a fare due chiacchiere, e la donna le aveva raccontato di essere rinata; disse proprio così: rinata. Aveva assistito la sorella per tanti di quegli anni… e ora che non c’era più aveva completamente cambiato vita. Per prima cosa aveva lasciato la cattedra di matematica allo Scientifico, conseguita subito dopo la laurea. D’altronde era stata obbligata dalla madre a scegliere la carriera dell’insegnamento. Lei, la madre, era stata insegnante a sua volta, ma di italiano alle medie. Fin da quando era piccola, le aveva agitato lo spauracchio della pensione, e alla fine l’aveva convinta a seguire le sue orme. Ma ora era tutto finito. Subito dopo il funerale della sorella si era iscritta al corso per piloti privati dell’ENAC, era in procinto di conseguire la licenza. Salutò la mia collega con un sorriso di gioia sulle labbra, e mentre si allontanava col suo passo leggero le disse: «La morte mi ha messo le ali!»
Daniela Piu
George Anastasiadis partecipa con le sue opere d’arte alla Biennale Agiografia Iconografia Internazionale
Nell’ambito del Premio Biennale Internazionale di Agiografia/Iconografia 2023 – POESIA E ARTE
“Chi ha due tuniche, darà a chi non ne ha” Luca γ’11 La WRITERS CAPITAL FOUNDATION è orgogliosa di annunciare la Biennale di International Hagiography/Iconography Awards 2023 con l’obiettivo di evidenziare l’agiografia che instilla la Parola Divina e l’Amore di Cristo per l’uomo e la promozione dell’arte dell’iconografia.
Presentiamo: George Anastasiadis
Breve biografia:
George Anastasiadis è nato a Salonicco l’11-11-1968.
Lavora come fisioterapista in un centro pubblico di riabilitazione per disabili ma gli piace dipingere. È un pittore autodidatta.
Dipinge automaticamente immagini che provengono dal subconscio. Nei suoi quadri si nascondono decine di simboli e messaggi. La pittura è una specie di confessione. È una comunicazione con il mondo, un deposito dell’anima dell’artista. In tutti i suoi quadri nasconde “un pezzettino dell’anima”. I suoi dipinti nascono dalla sua volontà interiore di trovare e migliorare se stesso, attraverso le sue ricerche filosofiche, razionali e metafisiche. Il suo obiettivo è il suo continuo sviluppo personale.
https://geoanas-artpage.com/
Titolo:
“Battaglia eterna”, 2022
Materiali:
Inchiostro Winsor & Newton e SAKURA Pigma su carta Schoeller.
Dimensioni:
50 X 35 cm
Descrizione:
I generali hanno schierato i battaglioni e la battaglia è iniziata secoli fa.
L’uomo è posto al centro come causa del conflitto.
In cima c’è Dio, come Creatore dell’Universo.
È felice della sua creazione, ma allo stesso tempo rattristato dalla polemica scoppiata.
La gioia che Dio prova con la creazione dell’uomo può essere paragonata a quella che prova un bambino. Allo stesso tempo, Dio è profondamente preoccupato di cosa fare con l’Uomo… Dio lascia che l’Uomo agisca con il libero arbitrio.
La libertà è il bene supremo conferito all’uomo.
****
In the context of Biennale of International Hagiography / Iconography Awards 2023 – POETRY & ART
“He that hath two coats, I will give to him that hath not”
Luke γ’11
The WRITERS CAPITAL FOUNDATION is proud to announce the Biennale of International Hagiography/Iconography Awards 2023 with an aim of highlighting hagiography instilling the Divine Word and the Love of Christ for man and the promotion of the art of Iconography.
We present : George Anastasiadis
Short Bio:
George Anastasiadis was born in Thessaloniki, on 11 – 11 – 1968.
He works as a physical therapist in a public rehabilitation center for the disabled but likes to paint. He is a self-taught painter.
He automatically paints images that originate from the subconscious. Dozens of symbols and messages are hidden in his paintings. Painting is a kind of confession. It is a communication with the world, a deposit of the soul of the artist. In all his paintings he hides “a little piece of the soul”. His paintings come from his inner will to find and improve himself, through his philosophical, rational, and metaphysical quests. His goal is his continuous personal development.
https://geoanas-artpage.com/
Title :
” Eternal Battle”, 2022
Materials:
Winsor & Newton and SAKURA Pigma ink on Schoeller paper.
Dimensions:
50 X 35 cm
Description:
The generals have lined up the battalions and the battle has begun centuries ago.
Man is placed at the center as the cause of the conflict.
At the top is God, as Creator of the Universe.
He is happy with his creation, but at the same time saddened by the controversy that has broken out.
The joy God feels with the creation of Man can be compared to what a toddler feels. At the same time, God is deeply concerned about what to do with Man… God lets Man act with free will.
Freedom is the supreme good bestowed upon man.
For a better picture, you are more than welcomed to download it from the following link :
https://geoanas-artpage.com/451922901/451922901_185035025
http://nonsolopoesiarte.art.blog/2023/02/28/eventi-di-arte-e-poesia-george-anastasiadis/
http://alessandria.today/2023/02/28/eventi-di-arte-e-poesia-della-biennale-agiografia-iconografia-internazionale-george-anastasiadis/
Giorni avanti d’uno
disperso nelle antagoniste retrovie
ove giace la muta parodia del silenzio.
Sconfinare nella potestà
d’un canone incontaminato
lasciandosi ubriacare
d’essenza di lavanda
purificata da quelle polveri nude
annegate volutamente
nella memoria breve
scivolata nell’avido abbaino
dei miei troppo…
@Silvia De Angelis
Catania 2023
FILIPPO PAPA
UN MARZO 2023 DI EVENTI INTERNAZIONALI
IN SPAGNA, TURCHIA E OLANDA
Filippo Papa, dopo il grande successo dei suoi eventi in giro per il globo nel 2022 e delle
sue importanti collaborazioni, dalla “Fondazione Amedeo Modigliani” al “Ministero
della Cultura della Tunisia”, ha in programma un marzo 2023 pieno di eventi
internazionali per l’artista.
Il primo in ordine di tempo sarà l’evento a Palma di Maiorca della “Writers Capital
International Foundation” una live session presso la llibreria lluna sabato 4 marzo alle
11:30. Papa è uno dei due organizzatori visto il suo suolo di “Working committee for Italy”
della fondazione insieme allo scrittore e artista Catalano Joan Josep Barcelo – chief
advisor – coordinator – Spain.
Rimandato invece l’evento della Turchia dal titolo “Art for Future” si doveva svolgere dal
6 al 12 marzo presso la “Kocaeli Fine Arts Gallery” patrocinato dal Ministero della
Cultura e del Turismo e quello dell’educazione turchi. L’artista è stato scelto per
presentare la sua opera fotografica inedita “Humanity,” anno 2012 che verrà venduta e il
ricavato andrà in beneficenza ai terremotati della Turchia e della Siria.
L’evento in Olanda dal titolo “Nomadic Canvases” si svolgerà dal 19 al 22 marzo presso
la “DAM Gallery di Amsterdam” , Papa presenterà una delle sue opere fotografiche più
emblematiche “Il Canto della Pietra 1”, anno 2017. Un’opera che immortala la Chiesa di
Catania della Badia di Sant’Agata. L’artista ha utilizzato lo stile del bianco e nero in modo
tale da far fuoriuscire l’architettura attraverso i forti contrasti che lo contraddistinguono,
esaltando l’essenza stessa delle forme.
BIOGRAFIA
Filippo Papa nato a Leonforte (EN) nel 1986 è un eclettico artista visivo siciliano che è
stato inserito, fra gli esponenti più significativi del panorama artistico contemporaneo,
all’interno delle due più importanti pubblicazioni editoriali italiane quali l’Atlante dell’Arte
Contemporanea edito De Agostini e il CAM Mondadori. Inoltre, è vincitore del premio Italia
per la fotografia 2022. La sua arte trova la massima espressione spaziando tra la
fotografia d’architettura – caratterizzata dal contatto col divino attraverso l’estrema
sintetizzazione delle forme ottenuta dal bianco e nero e dai forti contrasti tra luci ed ombre
– e la performance in cui il suo corpo è il protagonista, specchio delle sue molteplici
sfaccettature intime e carnali. Il movimento diventa forza, i gesti omaggi a miti e artisti del
passato. Una nuova visione metafisica che connette tempo e spazio creando linguaggi
ibridi tra le varie forme d’arte.
Per ulteriori informazioni
Web: http://filippopapa.com/
mail: press@filippopapa.com
http://nonsolopoesiarte.art.blog/2023/02/27/eventi-di-arte-e-fotografia-con-filippo-papa/
http://alessandria.today/2023/02/27/eventi-arte-e-fotografia-con-filippo-papa/
Un uomo che ho stimato, un poeta che amo
È che imbianco l’esistenza
con il lavoro
e con il soldo pronto
a saldare ogni mese le fatture dei misfatti
a puntellare i debiti con la bruttura costante
e poi vedere
quasi sentire che in me la bellezza
c’è e intorno al mattino –
che continui così continui
perché io sia in piedi davanti
a tante sberle di facce.
*
Er primo amore
è quello che se ricorda più de tutti
e ancora te fa friccigà er core
quanno ripenzi a qua cotta
difficile da sbollì e arenata a forza
drento ‘n’anima monella
Eh si perché a’arbore d‘a vita
ogni emmozzione cià ‘n’impeto
che nun se po’ arestà
Adiritura te travorge co’ ‘na potenza
che nun ze po’ descrive
n’ quer monno fatto
de primi tentativi ove ‘ a vita te provoca
quarche bruciatura pe’ fatte
tirà fori ‘n carattere che lotta…
anche si poi serve solo
a fatte sbatte er grugno
‘ndove ce sta ‘ a pietra
che nun poi scarfì….
@Silvia De Angelis
IL PRIMO AMORE(traduzione)
Il primo amore
è quello che si ricorda più di tutti
e ancora ti fa tremare il cuore
quando ripensi a quella cotta
difficile da sbollire e arenata a forza
dentro un’anima monella
Eh si perché all’albore della vita
ogni emozione ha un impeto
che non si può arrestare
Addirittura ti travolge con una potenza
che non si può descrivere
in quel mondo fatto
di primi tentativi ove la vita ti provoca
qualche bruciatura per farti
tirar fuori un carattere che lotta
anche se poi serve solo
a farti sbattere il grugno
ove esiste la pietra
che non puoi scalfire
Date: 27 febbraio 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica
Articolo di Flavia Sironi. 27 febbraio 2023
Campionato Nazionale di Canicross Italia CSEN.
Canicross Italia CSEN in collaborazione con ASD Dog Trail Canicross Lecchese, con il Patrocinio del Comune di Primaluna e della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino Riviera, e del Parco Regionale della Grignia Settentrionale, organizzano l’ottavo campionato Nazionale Canicross Elite CSEN 2023 e il Secondo Canicross Esordienti CSEN 2023.
La gara è valida per i titoli di:
– Campioni Nazionali Assoluti Elite CSEN
– Campioni Nazionali di categoria Elite CSEN
– Categoria Esordienti CSEN
– Best Scooter 2 cani Open
– Campioni Microdog ( cani <45cm al garrese )
– Premio speciale “Spirit of the gam”
Trofeo Spirito Libero del Nord con le seguenti premiazioni:
– Canicross Nordic Breed Men
– Canicross Nordic Breed Women
– Bikejoring Nordic Breed Men
– Bikejoring Nordic Breed Women
– Scooter un cane Nordic Breed Men
– Scooter un cane Nordic Breed Women
– Scooter 2 cani Nordic Breed
I Cani Nordic Breed ( con o senza pedegree ) ad esempio:
Siberian Husky, Alaskan Malamute, Samoiedo, Greenland-dog, Canadian Eskimo dog, OldInut dog, ecc.
Nelle date 18 marzo e 19 marzo a Cortabbio-Primaluna (LC) a Cascina Trote Blu località Fregera si svolgerà il Campionato Nazionale di Canicross Italia CSEN.
Ci sarà anche la gara dedicata ai bambini, questo perché i cuccioli d’uomo sono il futuro di questo magnifico sport.
Per loro l’iscrizione è gratuita. Vale la pena di raggiungerci anche solo per assistere alla loro competizione. Come si sa per i piccoli vivere a fianco di un cane è molto importante perché li aiuta a crescere. Fare sport col proprio amico del cuore li tiene impegnati nel modo migliore e li fa diventare grandi facendo una vita sportiva all’aria aperta.
Il Campionato Nazionale di Canicross è la manifestazione più importante riguardante questo sport.
Il più grande evento Nazionale CSEN, pensato per riunire tutto il meraviglioso movimento del canicross italiano.
Gli atleti che vogliono competere per partecipare al Campionato Mondiale ICF che quest’anno si svolgerà in Germania devono partecipare a queste due gare cercando di dare il meglio di se e del proprio “quattrozampeeunacoda”.
Franco Quercia, responsabile Canicross Italia CSEN, ringrazia, a nome suo e dei suoi preziosi collaboratori, tutte le ASD che organizzano questi eventi, perché tutto quello che si vede nel giorno delle gare è frutto di impegno delle settimane che precedono la competizione. Molte volte questo aspetto non è percepito dagli atleti che sono concentrati sulla perfomance. Un immenso grazie cari organizzatori a nome mio e dei miei collaboratori che durante tutto l’anno dedicano gratuitamente gran parte del loro tempo per rendere questo sport sempre più visibile.
Il sito che ospiterà tutti gli atleti è ubicato nella bellissima Valsassina ricca di natura e di aria buona.
Questa lussureggiante valle è racchiusa tra il gruppo delle Grigne ad occidente, e il gruppo delle Alpi Orobie che a semicerchio da oriente a settentrione la separano dalle valli bergamasche e dalla Valtellina. Si collega al ramo lecchese del lago di Como grazie a due varchi uno a sud che collega questa valle con Lecco, l’altro a nord che permette la discesa su Bellano.
Il percorso, attentamente studiato dai nostri responsabili, è bellissimo e particolare, vario e divertente, a voi scoprirlo.
Si potrà soggiornare, sia in alberghi convenzionati, che in camper in spazi dedicati.
La Valsassina è anche conosciuta per le sue specialità gastronomiche quali: formaggi, polente, dolci e tante altre cose che potrete gustare nei locali del posto.
Inutile dire che vi aspettiamo numerosi accompagnati dai vostri “quattrozampeeunacoda”.
https://sites.google.com/…/campionatonazionale2023/home…#sguardoanimaledisironiflavia#sironiflavia#canidiinstagram#camminacolcane#canichegiocano#sguardoanimale#canibelli#cane#cani#canifelici#canicross#canicrosstraining#sportcinofili#camminacolcane#canidiinstagram#caniliberi#canifelici#canichehttps://fb.watch/i2jGl0-sXC/
Articolo di Flavia Sironi. 27 febbraio 2023
Date: 27 febbraio 2023Author: irisgdm0 Commenti— Modifica
Articolo di Marina Donnarumma. 27 febbraio 2023, Roma
Il popolo del cielo
Il grande bambino soffia via pigramente
i resti zuccherosi di defilate nuvole
Sotto lo sguardo attento e vigile di mamma Luna,
mentre stelle sbeffeggianti smoccolano
l’indaco celeste di giallo polveroso e chiacchierone.
Sera d’estate. Voci e rumori irrompono da lontano,
nere rondini incorporee in cerca tra un balletto e l’altro,
del proprio corpo sottile e trasmigrante.
L’ineffabile trapunta siderale con un fare arrogante e inconsapevole
ricopre l’intermittenza di vita e morte di affollate gradinate terrestri.
Scarabocchio caduto dall’empireo per pochezza stilistica,
noi siamo qua sotto di loro, distratti osservatori del perfetto.
Io come tutti gli altri, perso in un’altra nebbiosa nuvoletta,
fumetto speculare dei miei confusi e turbolenti pensieri,
mentre un vuoto di stelle va perdendo l’appuntamento
con l’eclissi della mia allegra malinconia.
La notte imminente e ingorda ci lascia alle nostre voluttà,
a scurirci e abbruttirci, ferma esplosione di crepe remote
nel disegno terrestre che è stato smarrito.
Mamma Luna tende la sua manina eterea e argentina
mentre sgattaiolo tra i vicoli in cerca di un riparo
Tra la magia di pietre antiche sempre giovani.
Mi perdo fra la gente come tra le strade,
labirinti di eterne tesi mai confermate ne confutate.
Incantesimo mediterraneo che sfida il mio malumore,
lascio che il tempo mi imbrigli in altre strettoie,
fino a che mamma Luna rimanga l’unica,
sostegno leggero di mille cittadelle umane fantasticherie,
la sola presenza luminosa che sentinella il meta-confine
tra il popolo del cielo e quello della terra.
Cinzia Perrone.
Chi è il popolo del cielo? Forse siamo noi quando alziamo gli occhi nell’unica consolazione che non sia la luna e i nostri sogni?
Tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci.
– Ernest Hemingway
Se c’è un libro che vorresti leggere, ma non è ancora stato scritto, allora devi scriverlo tu.
– Toni Morrison
Spesso mi domando cosa ci sia dentro l’anima di uno scrittore, forse un libro con tante pagine bianche da colmare. Cinzia Perrone, al suo attivo diversi libri, lei dice modestamente, non ne ho scritti tanti, ma io aggiungerei che un libro è un parto. Noi donne capiamo benissimo , conciliare la casa, la famiglia, il lavoro e poi ritagliarci un angolo dove abbiamo bisogno di riempire pagine bianche, aspettano solo di essere vergate, nero su bianco. La Perrone, un anima del sud, porta la sua solarità in un bellissimo paese delle Marche.
La scrittura è frutto di studio e di lettura, uniti alla nostra fantasia e creatività. Non tutti possono essere scrittori, non serve sapere scrivere bene, bisogna saper comunicare, entrare nell’interesse delle persone.
Se non hai tempo di leggere non hai il tempo (o gli strumenti) per scrivere.
– Stephen King
l’ ultimo libro di Cinzia Perrone. Mi fa piacere pubblicare la recensione di Alberto Barina
Nota di lettura – Non ho dubbi nell’identificare le poesie che compongono “Popolo del cielo” di Cinzia Perrone, come poesie “resilienti” (del resto è anche il titolo di una delle liriche incluse nella silloge).Sono poesie che, forti del loro andamento prettamente narrativo e didascalico, entrano fin da subito in empatia con il lettore, ponendosi in un costante dialogo con quest’ultimo, in modo tale che lo stesso possa riconoscersi nel vissuto, nel racconto e in quel continuo interrogarsi e porsi domande che l’autrice non smette di fare a se stessa in primis. Dicevo che sono poesie “resilienti” dunque resistenti, e se per resilienza si intende quella capacità di affrontare e superare difficoltà ricostruendo un proprio tracciato, si potrebbe dire che la poesia e lo scrivere qui assume dunque un valore catartico, di “purificazione” e superamento delle proprie angosce e del malessere interiore. Perché il “rifugiarsi” nello scrivere per il poeta è la sola cosa (o forse una delle poche) che gli riesce bene. Riesce bene anche a Cinzia Perrone questo scrivere ed affondare la penna a trecentosessanta gradi, con coerenza e lucidità, affrontando varie tematiche a lei care, mettendo sempre in evidenza tra le priorità i sentimenti e gli stati d’animo dell’essere umano che hanno mille sfaccettature, nel bene e nel male, s’intende; proprio per questo il linguaggio talvolta si lascia piacevolmente andare ad atmosfere infantili come una sorta di cordone ombelicale mai spezzato in realtà, o si risolve in versi e composizioni in rima. Completa la raccolta una breve sezione dedicata a liriche scritte in dialetto napoletano, che oltre a restituire tutta la vivacità della parlata e della lingua napoletana, non manca di farsi celebrativa proprio della città stessa e di alcune usanze, come ad esempio quella di non poter rifiutare di prendere un caffè se ad invitarti è un amico… rifiutare sarebbe un gesto di scortesia, perché l’offrire un caffè è anzitutto un gesto di benevolenza ed amicizia. Anche la nostra autrice ci offre il suo lavoro, le sue liriche che chiedono di essere lette inducendo a riflettere su quella parte di noi stessi e delle nostre azioni che spesso, per poco tempo o per poca voglia, fatichiamo ad ascoltare e ad osservare con gli occhi interiori dell’anima. – Alberto Barina
Cinzia Perrone è nata a Napoli, ma vive a Jesi ormai da quindici anni circa. Qui ha ripreso la sua passione per la scrittura, cominciando a pubblicare qualche racconto o qualche poesia in varie raccolte. Poi ha deciso di andare oltre, pubblicando qualcosa di totalmente suo. Arriva così nell’aprile 2017 il suo esordio con il romanzo breve “Mai via da te”, pubblicato da Montedit editore e ora in seconda edizione con la PlaceBook Publishing.
Sempre nel 2017, nel mese di novembre pubblica il suo secondo romanzo, “L’inatteso” con Del Bucchia Editore. Ha pubblicato inoltre nel 2018, una raccolta di racconti e poesie, “Annotazione a margine”, con la Lfa Publisher di Napoli.
Ha anche iniziato a scrivere sul web e ha anche un suo blog personale, dove scrive articoli di argomenti vari e recensioni.
Con la PlaceBook Publishing ha pubblicato anche “Vivi di sogni”, nel 2020, un romanzo di formazione, e “Il popolo del cielo”, nel 2021, una silloge poetica.
Laureata in Giurisprudenza, felicemente sposata e madre di una ragazza di 17 anni, non poteva mancare nella sua vita un amico pelosetto, Leone, un dolcissimo meticcio di 12 kili.
Cinzia Perrone in questo momento è principalmente una madre e questo ruolo traspare anche da quello che scrivo, mi riferisco in particolare sul mio romanzo “Vivi di sogni”, fatto di miei ricordi legati all’adolescenza ma anche della mia esperienza genitoriale.
In generale sono una donna mite, ma se c’è da puntare i piedi, non mi tiro certo indietro; difendo sempre i miei principi e le mie convinzioni quando ne vale la pena e serve a qualcosa, altrimenti ho imparato a disinnescare, quando il gioco non vale la candela.
Cerco di impegnarmi per quel che posso anche guardandomi intorno: le esperienze di volontariato che ho fatto mi hanno arricchito molto, come donna ma anche come scrittrice.
Amo l’arte e la letteratura. Mi affascina il cinema, infatti sono una grande fruitrice di film e Serie tv; una mia ambizione sarebbe fare la sceneggiatrice. Mi piace anche il teatro, anche se ultimamente non ho potuto frequentarlo molto, e la musica; mio marito suona e mia figlia ha la passione del canto, come potrei esimermi.
Tutto quello che scrivi è una tua creatura, non puoi non legarti a essa. Sono legata a tutti i miei libri, anche per motivazioni diverse. Certo l’esordio letterario è quello con cui hai compiuto il primo grande salto, ma “Vivi di sogni” rappresenta un po’ il mio mantra. Anche in ogni racconto o poesia che ho scritto c’è una goccia del mio sangue. Tralasciando l’aspetto qualitativo delle opere, l’affezione è verso ognuna di esse.
La poesia per me è qualcosa di sacro, non mi ritengo una poetessa, devo ammettere poi che sono più ferrata nelle tecniche di scrittura pe quanto riguarda la narrativa. Quindi il mio approccio alla poesia è più spontaneo, nasce dall’esigenza di un momento, non da ragionamenti, come può succedere scrivendo un racconto o un romanzo. Ricorro alla poesia raramente, non perché non mi piaccia, anzi, ma perché quando scrivi poesia deve essere per qualcosa di importante, di raro, è come un istante che vuoi bloccare nell’anima; non puoi sprecare la poesia, sarebbe uno sterile verseggiare, questo è almeno il mio pensiero. Visto che è così viscerale, amo molto scrivere poesie con la lingua del cuore, il mio dialetto.
Penso che non sia difficile solo per me. Viviamo in un tempo dove tutti scrivono e pochi leggono, ma teniamo duro pieni di speranza. Famosa proprio no, diciamo che anche un piccolo pubblico che ti appezza è gratificante. Di solito per non rimanere delusa cerco di abbassare le aspettative, così se succede qualcosa di bello gioisci il doppio. Come quest’anno che ho vinto un premio con un mio romanzo inedito, che dovrebbe uscire a breve.
Grazie Cinzia Perrone.
Attese
L’alternanza di speranza e sconforto mi pregiudica l’anima,
la natura spaventosamente bella e la sua immensa vastità mi confonde
nell’illusione di una vita nuova restituita al suo equilibrio instabile,
mentre sommessamente mi affido allo spirito che governa il mondo.
Pagine bianche di un destino già compiuto appaiono da lontano
dietro bagliori di speranza quasi fuoco che accende la passione.
La definitiva coerenza di un superbo e arrogante egocentrismo
si arrenderà a una voce eterea che rende insolente ogni pensiero.
Il silenzio mi permette di ascoltare la coscienza rumorosa,
riordinando i rimasugli di una romantica esistenza perduta.
Cauti passi, qualche bisbiglio, rapidi sguardi che spaziano.
Il tempo della ricerca del cambiamento lascerà il posto all’azione.
Le regole del caos daranno il giusto assetto ad ogni cosa
ripristinando l’ordine innato nel convenzionale spazio temporale,
e la collocazione transitoria del mio viaggiare disorganizzato
dovrà soddisfare le pretese e le remore del tracciato itinerario.
Cinzia Perrone dal ”Popolo del cielo”
Nero fuori
La notte placa
inesorabilmente
ogni dolore.
Lenta narcosi
al malessere diurno
metti fine.
Dolente giorno
arrivi puntuale
e rompi sogni;
dimenticanze
arretrano di fronte
al quotidiano.
Ma riprendere
il solito cammino
a volte giova;
lontano splende
un sole che ristora
il giorno nuovo,
e con un balzo
sale in cielo e poi
discende piano.
Ritorna buio,
copre il manto scuro
mille affanni.
Cinzia Perrone dal ”Popolo del cielo”
Roma 27 febbraio 2023. Articolo di Marina Donnarumma
https://www.amazon.it/Libri-Cinzia-Perrone/s?rh=n%3A411663031%2Cp_27%3ACinzia+Perrone Dove trovare i libri di Cinzia Perrone.
Questo libro bisogna chiederlo direttamente all’editorehttp://www.delbucchia.it/libro.php?c=720
Riascoltando Arnold Schoenberg: Verklarte Nacht
……
“Notte trasfigurata
chi guida
chi guida la notte
prima che cada il vento?”
“sfreccia la mia leggenda nel
bosco del tuo nome: voce le mani
chiamano nell’ansia che
ci accorda”
-“…dimmi ti prego dove fuggi
così supina e arcata
dopo aver lasciato la vetta e le tue mani
sembrano parlarti
cosa pensi vagando
in quegli abbandoni immensi?“
–“chiodo di fiamma è l’inquietudine
con cui ti guardo l’anima e
spodestare l’infinito
nell’incavo delle mani
è tenerezza
quando il respiro fuma
i nostri baci fiatano nell’aria”.
L.T. Debitum
Si sgretolano
manciate di tempo irrisolto
nel bieco silenzio
della metropoli grigia
Voci di naftalina
schiudono ritornelli ripetitivi
spolverando la mente
d’insidiose esche
profetizzanti un futuro da non rivedere
Si fa fioco il sole
tra le dita chiuse
nell’attimo deluso
alla ricerca d’una carezza
che esprima calore
@Silvia De Angelis
Oltre il sipario del vento assaporo un senso incredibile di vuoto Paia infrangersi sulla nudità del pensiero distante assai dalla morfina blu d’un cielo. E nella percezione monocorde d’un tacito istante traballano lemmi di colori. Inseguono un destriero che galoppi in slarghi del deserto sull' impronta d’un miraggio incollato allo sguardo nella cadenza d’anni luce dalle voci di labbra che ridono nel frivolo mormorio del fiume… @Silvia De Angelis
Tragedia antica sempre pronta a rinnovarsi
omaggio a Max Ernst
Qui tra i muri è freddo
la rabbia non ha più nulla
di sexy
né toast da offrire
Come in un quadro di Max Ernst
gira gente
che ha scambiato
la scarpa della madre per la sciarpa
e se l’è appesa al collo:
vanno tutti in cerca della propria pazzia
la coscienza non abita più
la parola
Io sono la reincarnazione
di un tostapane
l.T. Debitum
Metamorfosi
Metamorfosi
Interrompi la voglia di arrenderti,
la paura costante di non riuscire
Interrompi il dolore all’interno del petto e torna indietro
nei desideri più semplici.
Interrompi il passato
perché ora non ti merita più.
Abbandona l’idea di essere inferiore.
Abbandona l’invidia,
che cerca sempre di entrare.
Interrompi…
L’aborto è forse l’opzione migliore e certamente porterà pace al cuore.
Aborto,
non di un feto o di una vita…
ma cose che in nessun modo dovrebbero più essere vissute.
Tante cose da abortire
che non resti più niente,
ma che rimanga la semplicità
e il coraggio
di percorrere nuove strade.
Che rimanga la pace
e la volontà di essere migliori,
non migliori degli altri,
ma migliori di te!
Che il rispetto regni,
senza avere uno scopo.
Perché rispettare gli altri è rispettare se stessi.
Ah….
E quando il coraggio viene meno… Abbi fede
e sii la tua versione migliore, apprezza la vita,
ma apprezzala giustamente.
Abbi cura di ciò che è tuo,
proteggi il tuo cuore
perché in tutta l’esistenza
non c’è mai stata una creazione così rara…
E quando apparirà la paura, credimi, non sarà così difficile….
Il cambiamento è necessario e la metamorfosi è irreversibile…
© Franco Carta
http://nonsolopoesiarte.art.blog/2023/02/25/eventi-poesia-di-franco-carta/
http://alessandria.today/2023/02/25/eventi-poesia-di-franco-carta/
(Arezzo)
La vita
Chi non conosceva Maurizio Costanzo ? Credo davvero pochi,i ragazzi se non altro come marito della show girl presentatrice –talent scout Maria De Filippi, che lui ha sposato nel 1955.
Lui inossidabile conduttore del programma “Maurizio Costanzo Show “ ha intrattenuto davanti allo schermo intere generazioni ,mentre intervistava,con domande di spiccato interesse di aspetto privato e/o pubblico personaggi del mondo artistico,sportivo o istituzionale.Senza bisogno di musica,immagini o altro teneva davanti allo schermo milioni di telespettatori
Nato da una famiglia abruzzese,dopo il diploma in ragioneria,intraprende la carriera giornalistica per poi diventare conduttore e autore radiofonico e televisivo,rivelando doti di intrattenitore intelligente e d arguto.
Varie relazioni amorose prima della De Filippi e matrimoni quali con la fotoreporter Lori Sammartino nel 1963 e con la giornalista Flaminia Morandi,dalla quale ha avuto i figli Camilla e Saverio.
Ha poi una relazione con l’attrice-doppiatrice Simona Izzo fino la 1986 e ha sposato ill nuovo amore Marta Flavi nel 1989per poi convolare a nozze civili con l’attuale moglie De Filippi Maria
La carriera
Fin da ragazzo sognava di fare il giornalista e infattia soli 18 anni è cronista per “Paese sera”e poi entra nella redazione de il “Corriere mercantile”. A 22 anni collabora con “Tv sorrisi e canzoni “ ed intervista Totò.poi passa a l settimanale femminile “Grazia”dove è caporedattore.
La canzone “Se telefonando” cantata da Mina con le musiche di Ennio Morricone, lo porta al successo perchè lui è un coautore del testo.
Pochi sanno che è anche coautore del personaggio di “Fracchia”,interpretato da Paolo Villaggio,che lui stesso scopre ed incoraggia ad esordire in un cabaret di Roma.
Nel 1970 conduce la trasmissione”Buon pomeriggio “ di grande audience e da allora è ideatore e conduttore di numerosi spettacoli televisivi quali “Bontà loro “ “l’ospite delle 2” Acquario “ “Grand’Italia ,”Fascination” ma è “Maurizio Costanzo Show “ quello più longevo e di grande successo grazie alla sua magistrale tecnica di interrompere e nello stesso tempo incrementare la conversazione portando i suoi ospiti a rivelare più di quanto volessereo.
Sotto i suoi riflettori,al teatro Parioli ,dove si attuano le riprese, passano, tanto per citarne alcuni, ospiti famosi come :Vittorio Sgarbi, Valerio Mastrandrea; Ricky Memphis; Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Daniele Luttazzi
Ma Costanzo è stato anche autore di opere teatrali ,in collaborazione con altri autori quali ,ad esempio: Un coperto, “Cielo, mio marito,” Il marito adottivo “Con assoluta gratitudine,” Un amore impossibile”, Vecchi,” Vuoti a rendere,”ecc.
E’ stato anche collaboratore nel film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” e ha partecipato alla sceneggiatura di molti altri film
Scopritore di talenti ,fa lasciare ia professione di ingegnere a Luciano De Crescenzo che diventerà solo autore-attore.
Nel 1981 lo scandalo della Loggia P 2 lo travolge perché il suo nome è rinvenuto tra quelli presenti nelle liste di Licio Gelli .
Deve perciò ripartire con al sua carriera ex novo ma questo significherà anche la nascita del “Maurizio Costanzo Show” e della sua carriera di attore nei 52 episodi di “Orazio “ e la sua collaborazione con la rivista “Gente “
Negli anni 90 è direttore del teatro “Ciak “ di Milano e poi direttore di canale 5. Nel 1999 è nominato presidente di Mediatre che si occupa di fiction televisiva e nel 2000 fonda con Benetton la Maurizio Costanzo comunicazione che si occupa di comunicazione multimediale.
Ha ricevuto una laurea”Honoris causa “dalla IULM di Milano in giornalismo,editoria e multimedialità ed ha anche insegnato tali campi di conoscenza nell’università “la Sapienza “ di Roma.
Il legame con Roma
Un legame inscindibile, quello fra il conduttore nato a Roma il 28 agosto 1938 e la sua città natale, di cui conserva sempre un certo spirito sornione, ironico, capace di accogliere anche l’elemento più estraneo e all’apparenza disturbante, come dimostra con il Maurizio Costanzo Show dal Teatro Parioli, si cui è stato anche per una stagione direttore artistico.
Impegnato con nuove sfide fino ai suoi ultimi anni, vigile fino a pochi giorni prima di spegnersi, Costanzo ha seguito da una camera della clinica Paideia il festival diSanremo.Dopo numerosi ricoveri,però, l’intervento a cuore aperto non gli ha consentito di vivere ancora
La camera ardente sarà allestita sabato e domenica presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio (ingresso dal Portico del Vignola; sabato dalle 10.30 alle 18, domenica dalle 10 alle 18, raccomandato l’utilizzo della mascherina FFP2). I funerali si svolgeranno lunedì 27 febbraio, alle 15, presso la Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo.