Attimi di vita vissuta; l’amore, il dolore per la fine di un amore, la dolcezza dei ricordi, la consapevolezza del tempo che passa, lo sguardo volto alle brutture del mondo sono i temi essenziali della silloge “Scorci di vita”. La solitudine dei giorni scandisce il tempo di un’anima tormentata che anela all’infinito, che s’innalza oltre il cielo, che vive di piccole cose e che, nonostante tutto, è nell’amore che affoga il suo pianto quando i fantasmi del passato le fanno compagnia. Un passato doloroso, la ricerca di una stasi in cui, nonostante tutto, la poetessa resta abbagliata davanti al manifesto del creato e riesce a svegliarsi dal torpore del sonno e vivere di quel sole tiepido che ancor riscalda. Non si abbatte, la speranza riempie i suoi giorni ed è proprio dalla sofferenza che ricomincia la ricerca di nuove linfe che possano alimentare l’essenza del vivere.
Ciao, ti scrivo le mie modeste riflessioni sul tuo libro.
L’ultima opera, “L’attesa…”, di Rosa Maria Chiarello mi è piaciuta molto. Nella prima parte si evince la conferma della sua bravura a scrivere versi. Le poesie ci catturano e ci allietano l’animo e come scrive lei “i ricordi riemergono e le emozioni prendono il sopravvento”. Con una forza naturale e garbata i suoi versi ci accompagnano nei ricordi e ci conducono verso l’orizzonte in cerca di un approdo dove riparare per non farci piegare dal destino che a volte può essere ingrato. Rosa María trasforma le memorie che riaffiorano in parole che compongono versi che ci giungono come immagini con delicata attenzione .
Nella seconda parte scopriamo la vena narrativa di Rosa Maria, dove riesce con lo stesso stile garbato a raccontarci della vita in tutte le sue sfaccettature. I racconti si leggono con passione e ci conducono sempre verso quell’orizzonte cui l’autrice anela, verso quell’approdo che sta oltre il nostro sguardo.
La Writers Capital International Foundation invita la vostra gentile presenza durante il programma MEET THE AUTHOR che si terrà domenica 30 ottobre 2022 via Zoom. L’autore ospite della sessione è Joan Josep Barceló.
Biografia Joan Josep Barceló i Bauçà (Palma di Maiorca – Spagna, 1953). Ha studiato lettere e scienze all’Università di Barcellona, Isole Baleari, Madrid e Londra. Durante la sua carriera ha esplorato vari campi della cultura, tra cui la letteratura, il pensiero e le arti. È autore di numerosi libri di poesia in catalano e italiano, ha ricevuto importanti riconoscimenti e premi internazionali nella sua carriera letteraria. Sviluppa uno stile caratterizzato dal surrealismo e dall’astrazione, con richiami a un mondo onirico e mitico, spirituale e carnale, alla ricerca di un concetto rivoluzionario che ne approfondisca i criteri filosofici e scientifici. La sua poesia si connette con l’arte visiva e la performance, mostrando nuovi concetti e stili di comprensione della letteratura, offrendoci di entrare in un mondo che unisce le scienze sociali e scientifiche in un unico corpo verbale e artistico. Nel campo del pensiero e della ricerca, ci introduce a nuovi concetti del rapporto tra filosofia nel corso della storia e come affrontare il presente e il futuro, analizzando l’evoluzione dell’uomo attraverso i secoli e come entrare in un nuovo mondo tecnologico significhi che molti concetti devono essere rivisti di fronte all’attuale cambio di paradigma. Oltre al mondo letterario, come artista plastico e visivo, le sue opere pittoriche mostrano un legame tra materiali naturali e sintetici, con la creazione di opere incorniciate nell’arte contemporanea, ha esposto in diverse mostre collettive, dove poesia e arte si fondono sempre. Siamo di fronte a un artista-poeta poliedrico che comprende il mondo che lo circonda come un tutto indivisibile che deve essere una guida per l’uomo di oggi per entrare nel futuro.
Incontra autori contemporanei da tutto il mondo attraverso il programma “Meet The Author” della Writers Capital Foundation che sarà presente sul World Wide Web e su varie pagine di social media,
Offerto da Writers Capital International Foundation wcifcentral@gmail.com
il desiderio è la scintilla del fuoco. Kimerik Ed.. 2016 (Ed. italiano/lombardo) un attimo di tenerezza. Kimerik Ed. 2017 chiavi di persistenza. Aletti Editore. 2017 collegamenti covalenti. Aletti Editore. 2017 de sang – di sangue. Il Convivio Editore. 2018 (Ed. catalano/italiano) grembo. Leonida Edizioni. 2019 elettronegatività. Il Convivio Editore. 2019 (Ed. catalano/italiano) drømmeøya. Eugraphìa. 2020. (Ed. catalano/italiano) parassiti della memoria – paràsits de la memòria. Le Mezzelane Casa Editrice. 2020 (Ed. catalano/italiano) non devo morire oggi. Edizioni Setteponti. 2021 alla periferia del cerchio – en perifèria del cercle. Il Convivio Editore. 2021 (Ed. catalano/italiano) perché? Il mio nome è coco. Edizioni Setteponti. 2022 OMNISCIENT. Filippo Papa (photography) & Joan J. Barceló i Bauçà (poetry). Edizioni Setteponti. 2022 (Edizione italiano/inglese)
WRITERS EDITION MEET THE AUTHOR
JOAN JOSEP BARCELO Poetry and Art. Concepts of communication through literature and art in poetic and visual language.
Writers Capital Foundation in association with Writers International Edition, Greece. October 30, 2022 at 05.30 PM (Greece) / 04.30 PM (Italy-Spain-France) / 03.30 PM (Portugal)
BIOGRAPHY Joan Josep Barceló i Bauçà (Palma de Mallorca – Spain, 1953). He studied literature and science at the University of Barcelona, the Balearic Islands, Madrid and London. Throughout his career he has explored various fields of culture, including literature, thought and the arts. He is the author of numerous books of poetry in Catalan and Italian, having received important awards and international recognition in his literary career. He develops a style characterized by surrealism and abstraction, with references to a dreamlike and mythical, spiritual and carnal world, in search of a revolutionary concept that deepens the philosophical and scientific criteria. His poetry connects with visual art and performance, showing new concepts and styles of understanding literature, offering us to enter a world that unites the social and scientific sciences in a single verbal and artistic body. In the field of thought and research, it introduces us to new concepts of the relationship between philosophy in the course of history and how to face the present and the future, analysing the evolution of man through the centuries and how entering a new technological world means that many concepts must be revised in the face of the current paradigm shift. In addition to the literary world, as a plastic and visual artist, his pictorial works show a connection between natural and synthetic materials, with the creation of pieces framed in contemporary art, he has exhibited in several group exhibitions, where poetry and art always merge. We are facing a multifaceted artist-poet who understands the world around him as an indivisible whole that must be a guide for the man of today to enter the future.
Bibliography in Catalan
una mar de tempestes dins la nit. Editorial Cort. 2010 emergència sobtada. El Petit Editor. 2016 nòmades. Documenta Balear Edicions. 2017 carn crua. Adia Edicions. 2018 svalbard. Adia Edicions. 2018 Poesia Bloom. Adia Edicions. 2018 suïcidi màfic. El Cep i la Nansa Edicions. 2019 INRI. Edicions Saldonar. 2022
Titolo: Gli alberi del nord Autore: Marco Bosonetto Editore: Bandini + Castoldi
Pietro Gastaldi è un commissario di polizia, è in ferie, è stanco di lavorare e vorrebbe andare in pensione prima possibile. Ma accade qualcosa di grave, tre ragazze vengono trovate impiccate sul fiume Po. La scoperta è di un barcaiolo che ha subito sporto denuncia. Una delle ragazze riesce a salvarsi aggrappandosi al cadavere di una delle sfortunate compagne. Gastaldi è un uomo concreto, esperto, cerca la verità e non soluzioni di comodo per la stampa o per tener buona l’opinione pubblica. Le indagini sono orientate verso il mondo della prostituzione, ma Gastaldi sente che quella non è la strada giusta e cerca altrove, insieme ai suoi fidi collaboratori, in silenzio, lontano dai riflettori. La ragazza salvata ha uno strano segno sulle guance, la figlia archeologa trova una pista che potrebbe essere decisiva per scoprire i colpevoli. Il libro racconta una storia dolorosa, del degrado sociale che stiamo vivendo in questo periodo, ma lancia anche qualche segnale di speranza. La vicenda è ambientata a Piacenza, con il fiume Po protagonista assoluto insieme alla nebbia, fonte di tanti disagi ma capace di creare quelle atmosfere rarefatte tipiche di tante mattine, piene di fascino e di mistero. Una storia tra il giallo ed il noir che tratta temi di grande importanza sociale, come il razzismo, la prostituzione, le condizioni delle donne immigrate, sfruttate e derubate di tutto, dalla dignità al diritto alla speranza, ma anche la crisi economica, le aziende che chiudono e lasciano a casa tante persone che non hanno più di come vivere. Se molti soffrono per la situazione economica, altri diventano sempre più ricchi, potenti ed arroganti, si sentono in diritto di comprare tutto, anche chi non ne vuole sapere di essere corrotto. Marco Bosonetto è riuscito a trattare temi delicati mantenendo un misurato distacco dalle vicende, con una scrittura diretta, efficace, molto adatta alla storia.
Un romanzo che si presenta come un thriller di tipo tradizionale, con evidenti riferimenti ed omaggi a due opere di Agatha Christie. Il protagonista è Giovanni, un professore universitario di economia, che è di ritorno da Monaco dove ha ritirato un premio prestigioso. Resta bloccato all’aeroporto per una violenta tempesta di neve. I voli sono tutti cancellati, impossibile per gli aerei atterrare e decollare. Giovanni deve tornare a casa a tutti i costi, sua moglie ha organizzato la cena di compleanno a cui lui non può mancare. L’unica possibilità per Giovanni sembra essere prendere un treno che partirà in pochi minuti. Giovanni prenota e acquista il biglietto con il cellulare, si reca alla stazione e sale sul treno. Il viaggio si prospetta scomodo ma date le circostanze c’è poco da lamentarsi. Dopo qualche ora di viaggio, nei pressi di Innsbruck, il treno viene investito da una violenta valanga di neve, tutti i vagoni vengono spazzati via, solo il vagone n.12 si salva. Con Giovanni restano in vita altre sette persone. Per i superstiti inizia una avventura incredibile, dovranno affrontare la neve, il freddo gelido ed un micidiale killer che vuole uccidere tutti i sopravvissuti. Giovanni si trova al centro di un incubo che cambierà la sua vita per sempre, in modo imprevedibile. Paolo Navi scrive in modo netto, senza fronzoli, diretto e molto efficace. La trama è sorprendente, con un avvio lento, poi l’incidente, la lotta per la sopravvivenza, l’attesa per i soccorsi, la sequenza di omicidi. La storia acquista ritmo, gli eventi incalzano, la situazione precipita in un baratro che sembra non finire mai. Nel finale tutto cambia e Giovanni si troverà a fare i conti con sé stesso e con la propria vita, trovando il coraggio per fare quello che non avrebbe mai creduto di essere capace di fare. Un libro che offre molto di più di quello che lascia intendere dalla copertina e dalle note di presentazione.
Argentina, 1960. Adolf Eichmann è un ex ufficiale delle SS che ha trovato rifugio in Argentina partendo in nave da Genova. Eichmann ha cambiato identità, vive nella penombra, in modo semplice al limite della povertà, con la costante paura di essere scoperto.
Zvi Aharoni è un agente del Mossad, è alla ricerca di nazisti in fuga, ha Eichmann nel mirino. Non vede l’ora di smascherarlo e di consegnarlo alla giustizia israeliana.
Eichmann è stato un ufficiale delle SS potente e devoto alla causa, ha provocato la morte di milioni di ebrei, elaborando nuovi metodi di eliminazione, per risparmiare tempo, per incrementare giorno dopo giorno il numero di ebrei eliminati, come un manager d’industria, che ottimizza e migliora i processi, per aumentare l’efficienza, a vantaggio degli azionisti. Il libro racconta la sua vita da ufficiale, gli ordini che riceveva, la fredda determinazione con cui li eseguiva, il funzionamento dei campi di concentramento, dove zelanti e ottusi militari commettevano crimini orrendi convinti che fossero solo esecutori di ordini e quindi esenti da colpe.
La vita passata di Eichmann e quella attuale da fuggitivo, sono raccontate con grande efficacia, evidenziando i pensieri, le ambizioni, la fredda cattiveria, la consapevolezza della fine che avrebbe fatto se la giustizia avesse messo le mani su di lui.
Anche Zvi Aharoni viene raccontato con i suoi pensieri, la determinazione con cui dà la caccia ad Eichmann, la grande pressione fatta sui suoi capi per finanziare le ricerche e l’operazione di arresto. Un libro mai indulgente sul passato ed il presente di Eichmann, che pur mostrando nella sua seconda vita argentina alcuni aspetti umani inediti della sua personalità, non ha mai avuto il minimo pentimento per le sue colpe. Il libro racconta l’oscenità del nazismo in modo originale, riuscendo ad esprimerne tutto l’orrore senza giudicare, suscitando nel lettore dubbi e domande.
Ho lasciato decidere alla vita, e ho perso. Ho perso quando non ho impuntato i piedi al suolo. Quando non ho studiato. Ho perso quando ho indossato le scarpe più grandi. Quando mi sono innamorata non di me stessa. Quando ho pianto. Ho perso in ogni modo e in ogni dove. Quando ho scritto e ho pensato. Quando volevo essere e non sono stata. Quando non ho ascoltato. Quando mi hai deriso per strada e ti ho risposto, per questo ho perso. Ho perso nella vita e non c’è dubbio. Ho perso con me stessa ma ci ho provato. E sì, ho perso quando ho resistito all’urlo, alla rabbia, ai piatti rotti, ai pugni contro il muro. Alle lacrime di mia madre, alla sua mente vaga, alla mia inerme forza. Ho perso quando non me ne sono andata. Quando avrei dovuto, voluto e ho rinunciato, quando sono stata niente. Ho perso troppe volte non me ne importa.
“Per ogni fiore incolto io, forse ho perso per quello specchio dove vedevo ciò che ancora odio. Due volte sono stata un guanto, grembo; due volte ho ammirato il mio perdono. Due volte sono stata artista, pittore, poeta, e di successo. Due volte ho saputo amare il solo per sempre che esiste al mondo; e non sarai tu a dirlo, lo so per certo
Io sono quella persona che ancora guarda il cielo aspettando una meteora e la sua scia luminosa. Quella che sfoglia le margherite quella che bara che finge di perdere il conto. Quella sono io matta che sorride alle offese che saltella nelle campane disegnate sul nero dell’asfalto quella immobile quando conti fino a tre e non sta in equilibrio quella che perde quella che ascolta. Quella che resta in disparte in silenzio, o che urla senza vie di mezzo. Quella che non ha voce in capitolo ombra dei lampioni riva del mare, luce all’alba. Il bicchiere mezzo pieno il digrigno dei denti le spalle al tempo lacrima nascosta. Il verde dell’aurora. Uno spettacolo. Il controsenso. Non parlerò in pubblico non leggerò ciò che scrivo ho la danza nel cuore ma non so ballare
Certe volte, ho i pensieri tra i lampioni, le mani nelle tasche che giocano con i buchi, le spalle stringono un “vabbè così doveva andare” e gli occhi brillano di “grazie”. E lo so, lo so che posso sembrare scema, col coltello tra le labbra a cercare di cantare canzonette la domenica mattina mentre l’olio salta sotto il pomodoro. Certe volte i lampioni sono spenti, le mani non hanno più buchi da cercare, rivoltano le tasche. Non passano i rimpianti tra le scapole, le braccia e i palmi e io, ad occhi chiusi rallento il respiro, mi abbraccio e mi metto a ballare, perché la vita certe volte è più leggera tra le spighe d’oro, sopra un libro giallo o sotto le campane, e si sa per i matti ogni cosa ha colore, ogni illogica parola, ora o frase. Certe volte, si ha addosso un bel cappotto, un garofano all’occhiello. All’occorrenza è quanto basta a zittire il mondo
I’ve written my first sijo… and I admit it was a bit intimidating. There is a rhythm that I’m not sure I found.
The idea is to write this sijo in three lines with a 3-4-4-4 grouping pattern in the first line; the second line echoes the 3-4-4-4 grouping with more details, and the third line is 3-5-4-4. I struggled with the line pattern, so I broke this down into syllables of 16-14-15, for around (45) 44-46 syllables.
I’ll have to work with this form some more to perfect it. Notice the punctuation and capitalization—this Korean form differs greatly from the Japanese forms.
Today, the October new moon pays homage to a solar eclipse. There is an intensity in the air, and things feel unstable and shaky in our world. When these uncertain energies surface, I make New Moon soup.
Once a month, I clean out the refrigerator, much like I empty the things from my heart that no longer serve me. In the back bins, I find carrots, kale, and pungent red onions. Chop, chop, chop. Into the pot of chicken broth, they go. Leftover chicken is the secret ingredient. For me, soup always heals the ills of the world.
Quanto sono fastidiose quelle espressioni che si diffondono come una moda!
Ricordate? Qualche tempo fa si era diffusa la moda di un attimino: un attimino qui, un attimino lì… la nostra vita si era riempita di attimini.
Più recentemente è scoppiata la moda del piuttosto che usato al posto di oppure: “in vacanza si può andare al mare piuttosto che in montagna”, “mangio una pera piuttosto che una mela”, “ascolto Malgioglio piuttosto che i Pooh”, ecc. ecc.
E ce ne sarebbero tanti altri. Non sono forse fastidiosi i cioè a ripetizione di alcuni giovinastri o i come dire di persone che vogliono sembrare colte e non lo sono?
Poi è anche vero che ognuno ha le sue antipatie. Io per esempio detesto tutti quelli che usano parole come e, con, di, per. I gusti sono gusti.
One day on a foggy new moon morning she felt a familiar soul calling her by singing a known song and she got up and released her husband’s silken embrace and walked unconsciously behind a figury soul
The figury soul was very familiar to her and so was the voice
She reached to the figury soul as some power was taking over her mind and walked with the figury soul until they reached the place where they both breathed their last in the last birth
Souls from previous lives were eager to meet in this life too as if the relationship from birth to birth continued through the ages
where dawn meets the dusk my arms outstretched for a hug became straight line
Kir stretches out his arms to embrace Zhenya passionately
With the help of a dark spell, she forces him to love her again but she chants the wrong spell and stops the fountain, the flow of water and time.
the season’simage reflection in calm water like soul’s mirror image
He deceives her in love but she loves him deeply After learning that she will be the mother of his child, she wants him back She meets a Yogini and learns a dark spell interestingly
In the wedding ceremony of the lovers, she recites, ‘I am yours and you are mine’ Thinks that her best friend and her groom are true lovers
She steps down and falls. The groom helps her, though it disrupts their wedding As she chants, her lover re-enters her life only to shower love like heavy rainfall
He is so engrossed in love that he is not even aware of the child Loves only and does not allow to take care of the baby Finally, bored and panicked, she becomes wild
Plans to kill him and an accident occurs Even after he dies, his soul yearns to become forever hers
Amo” I love you! love deeply from head to toe dark spell, drownsme in you