Biblioteca delle Ragazze e dei Ragazzi: un ottobre ricco

Biblioteca delle Ragazze e dei Ragazzi: tutti gli appuntamenti di ottobre
Laboratori, storie e letture aspettando Halloween
Aspettando Halloween, tornano gli appuntamenti della Biblioteca delle Ragazze e dei Ragazzi Emanuele Luzzati di Casale Monferrato con numerose iniziative per i giovani della città, e non solo.
Si inizierà domani, martedì 4 ottobre con il dodicesimo incontro del ciclo Il Parco va in Biblioteca, la Biblioteca va al Parco, i laboratori, con passeggiate, organizzati con le Aree protette Po Piemontese e il contributo della Compagnia di San Paolo. Per questo mese Renza Baiardi proporrà alle ore 17,00 Hotel degli insetti, un laboratorio di costruzione per realizzare con diversi materiali naturali una cassetta rifugio per gli insetti. Le stanze saranno “arredate” con canne, pezzi di corteccia, paglia, e accoglieranno durante l’inverno i piccoli ospiti utili per i giardini.
Mercoledì 5 ottobre alle ore 17,00 torneranno i volontari di Orizzonte Casale con Ma che bel castello marcondirondirondello, che intratterranno i presenti con i Mezzi di comunicazione nel Medioevo: segnali di fumo, messaggeri a cavallo, piccioni viaggiatori, segnali luminosi, messaggi portate a voce e su pergamene. Tantissime nozioni e curiosità, per arrivare ai giorni nostri.
Per il ciclo Npl – Nati per leggere, prenderanno il via il 6 ottobre i Martedì e giovedì da favola, le letture a bassa voce delle ore 17,00 a cura delle insegnanti volontarie Teresa e Marinella: appuntamento il 6, il 18, il 25 e il 27 ottobre. Per questo mese, letture da brivido dedicate ad Halloween!
Sabato 8 ottobre sempre per il ciclo Npl l’associazione Penelope proporrà alle ore 10,30 Che paura… crescere, con lettura del libro Gino, piccolo grande girino sul significato della crescita dei bambini insieme ai genitori. Confronto con i genitori e laboratorio creativo per i bambini.
Martedì 11 ottobre alle ore 17,00 primo dei due laboratori creativi dedicati ad Halloween a cura della Biblioteca Luzzati con attività manuali e la creazione di simpatici e spaventosi oggetti. Il secondo appuntamento sarà giovedì 20 ottobre.
Il tradizionale laboratorio orticolo curato da Giovanni Ganora proporrà per ottobre Attrezzi e storie del passato, con la visita alla sede del Centro Doc Paolo Desana per scoprire gli arnesi utilizzati nelle colline del Monferrato nei decenni passati. Appuntamento per giovedì 13 ottobre alle ore 17,00.
Venerdì 21 ottobre alle ore 17,00, infine, il Collettivo Teatrale proporrà nuovamente E se sugli alberi crescessero scarpe?, racconti animati di storie che crescono sui rami e che basta staccarle, lucidarle e… attendere che svelino i loro segreti. Un’iniziativa del ciclo Nati per leggere con i raccontastorie già in programma nel mese di settembre ma rimandato.
Durante il mese di ottobre ci saranno anche una serie di appuntamenti dedicati alle scuole, come Favoleggiando, girovagando, con le ex insegnanti volontarie dell’Auser di Casale Monferrato per promuovere e incentivare la lettura, Libri in viaggio, con la consegna di un trolley di libri direttamente nelle sedi scolastiche, o Bas – Biblioteca A Spasso, con la consegna di libri di argomenti a tema per la didattica delle insegnanti.
La partecipazione a tutti gli incontri e attività è gratuita. I materiali necessari ai laboratori saranno forniti dalla biblioteca. Per aderire alle iniziative è obbligatoria la prenotazione all’indirizzo biblioluzzati@comune.casalemonferrato.al.it o ai numeri telefonici 0142-444302 / 444308 / 444297.
Si ricorda che con il mese di ottobre la Biblioteca Luzzati cambierà orario e sarà aperta dal martedì al venerdì dalle 15,00 alle 18,00 e il sabato dalle 9,00 alle 12,00.

Libri: Intrighi e Morte sull’Adda, di Antonio G. D’Errico. F.lli Frilli Editori

Pagg. 224 coll. I Tascabili Noir € 13,90 Isbn 9788869436376

Un intrigo sulle sponde dell’Adda, nella provincia lombarda, tra Treviglio e Cassano D’Adda, in cui un avvenimento inaspettato mette in crisi la pace di un liceo di provincia. Il miraggio dei soldi facili, del divertimento assicurato a base di droghe e di sesso fanno di questo noir l’immagine realistica della cronaca dei nostri giorni. Il conflitto eterno tra l’amore promesso e l’instabilità dei sentimenti rende tragica la convivenza di due giovani studenti, che si rincorrono tra errori e pentimenti. Il commissario Albani si mette sulle tracce degli autori di delitti insoluti e dalla scuola muove le sue indagini e penetra nella realtà cittadina dei due paesi. C’è l’ombra del carcere i cui cancelli si aprono per chi non sa mettere un freno alle sue ossessioni. Eppure uno spiraglio di luce potrebbe arrivare dall’amicizia che vince sull’amore folle e corrotto dal risentimento.

Antonio G. D’Errico, autore prolifico che spazia nei vari campi della cultura. Poeta, scrittore e sceneggiatore. Premio Grinzane Pavese, nel 1998 e nel 2000. Nel 2008 con il noir ispirato alle attività delle sette sataniche, Il Discepolo (Fratelli Frilli Editori), ha conquistato il podio della giuria popolare al Premio Scerbanenco. Nel 2018 sempre con un noir, Morte a Milano. Ernest (Macchione editore), ha vinto il Premio Nazionale Rende. Intrighi e morte sull’Adda è il suo quarto noir. Ha scritto numerosi testi di argomento musicale. Nel 2011 pubblica la biografia di Eugenio Finardi, Spostare l’orizzonte (Rizzoli), scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino Daniele, Je sto vicino a te. Sempre nel 2015 con l’editrice Arcana pubblica Per rabbia e per amore, neapolitan power e dintorni: una conversazione con i protagonisti dell’ondata creativa della neapolitan power, con le testimonianze di James Senese, Enzo Gragnaniello, Eugenio Bennato, Tony Esposito, Beppe Barra. Ha scritto inoltre la biografia di Marco Pannella, nel 2012, dal titolo Segnali di distensione. Ha scritto per il teatro insieme a Donato Placido, fratello di Michele, del quale ha redatto nel 2019 la biografia, dal titolo Dio e il cinema. Nel 2020 ha scritto il saggio di divulgazione scientifica Il virus delle verità (Santelli editore).

Ambiente: Mauro GIANI: Scelta del sito nazionale scorie nucleari

Dopo una serie di notizie e smentite si è arrivati ad un passo preoccupante destinato a concludersi con l’indicazione del “sito meno idoneo possibile”. Quello per il confinamento delle tonnellate di rifiuti ad alta, media e bassa radioattività di origine industriale, sanitaria e, soprattutto, come residuo del breve periodo di produzione elettronucleare italiana.

Si tratta di quasi 150 ettari di territorio per la maggior parte coperti da strutture di contenimento “eterne” destinate ai rifiuti a media e bassa radioattività. Con circa un quarto di questa superficie destinata ad uno stoccaggio temporaneo (almeno decennale) delle scorie nucleari più pericolose, in attesa di una loro collocazione estera. Bene!

A tutto ciò l’Associazione Agriambiente di Alessandria si oppone da sempre! I costi di costruzione, gestione e decomissioning, come previsto, si stanno presentando proibitivi e di difficile quantificazione.

Ora, come già scritto in altre occasioni, assieme a Laboratorio Synthesis siamo per trovare (e aiutare le forze di governo e con responsabilità specifica) la migliore soluzione possibile, data l’insostenibilità e il rischio degli attuali stoccaggi temporanei (anche in provincia di Alessandria e Vercelli).

Meglio sarebbe esportare tutte le quantità in oggetto, anche a bassa e media radioattività o, in subordine, indicare il sito meno idoneo possibile. Sicuramente non in territorio alessandrino e vercellese per i possibili interessamenti di falda, la situazione idrogeologica difficile, la composizione poco idonea del terreno, la capillare presenza di centri abitati e, soprattutto, la presenza di numerosi siti di interesse storico/culturale.

Le associazioni ambientaliste nazionali competenti sull’argomento hanno più volte segnalato ai Ministri uscenti possibili intelligenti vie d’uscita… non sicuramente (come sembra) la ricerca “del territorio e dei Sindaci meno ostili dietro cospicuo riconoscimento”. Non aggiungiamo altro, attendendo l’ufficializzazione dei 58 siti, per ora non ancora iscritti nei repertori ufficiali.

Il Presidente Provinciale Mauro GIANI

Associazione Nazionale Agriambiente

“La capitagna e il glifo”: presentazione del libro di Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè all’auditorium di Marengo giovedì 20 alle ore 17,30

“La capitagna e il glifo”: presentazione del libro di Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè all’auditorium di Marengo giovedì 20 alle ore 17,30

Prosegue la nuova stagione di “Marengo di giovedì”, la rassegna culturale che ha come splendida cornice l’Auditoruim di Marengo e che propone una serie di interessantissimi appuntamenti.

Il prossimo incontro prevede la presentazione del nuovo romanzo storico scritto da Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè dal titolo “La capitagna e il glifo”, vicenda ambientata nell’Alessandria del 1589.

Gli autori dialogheranno con lo scrittore e redattore del quotidiano online Alessandria24.com Piercarlo Guglielmero.

La vicenda romantica quanto rocambolesca narrata nel romanzo offrirà al pubblico e ai lettori interessantissimi spunti per riscoprire la vita quotidiana e l’aspetto dell’Alessandria di fine XVI° secolo con i suoi palazzi ed i monumenti in gran parte purtroppo perduti.

L’appuntamento è all’auditorium di Marengo per giovedì 20 ottobre alle ore 17,30.

La trama

Corre l’anno 1589. Diversi stati d’Italia sono stretti nella morsa del dominio spagnolo.  Non fa eccezione Alessandria che subisce la pressione fiscale da parte del Governatore in carica: Don Rodrigo de Toledo, un uomo dissoluto e senza scrupoli, il quale si invaghisce di una giovane orfana, Elvira che lava i panni per la guarnigione spagnola nel palazzo cittadino dove dimora Don Rodrigo.

La fame di riscatto spinge Elvira tra le braccia del Governatore, le promette una nuova vita. Don Rodrigo però viene meno alla parola data e scatenerà in Elvira un rancore tanto grande da indurla ad aderire a un gruppo di ribelli deciso a insorgere contro l’oppressore a causa delle ingenti tasse che attanagliano il popolo e le corporazioni cittadine. 

La rivolta fallisce ed Elvira viene imprigionata nelle segrete del Palazzo insieme ai suoi compagni di sventura, ma proprio quando le speranze sembrano essere perdute, Elvira conoscerà Carlito, una guardia spagnola, che l’aiuterà a fuggire dalla città attraverso la ragnatela di strade sotterranee.

Oltre la storia di Elvira e Carlito la trama del romanzo focalizzerà l’attenzione sulla storia architettonica della città di Alessandria. 

Una storia di chiese, piazze, palazzi che oggi, in parte, non possiamo più ammirare, ma soltanto ricordare come i capisaldi della nostra cultura.

Gli autori

Simonetta Gorsegno vive ad Alessandria, la città dove è nata nel 1963. Ha scritto numerosi racconti per diverse case editrici e vinto diversi premi letterari. Appassionata di viaggi, nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro di viaggi dal titolo: “Horn please – Viaggio nel paese dei Maharaja” edizioni Sillabe di Sale. Scrive racconti per un giornale locale.

Gianni Cellè è un esperto di storia locale. Collabora a giornali e riviste di Alessandria. Laureato in architettura è stato curatore di diverse mostre cittadine e organizzato cicli di convegni e conferenze presso il museo etnografico di Alessandria “C’era una volta”.

Nel 2012 ha pubblicato “Valentinum primi insediamenti umani nella pianura alessandrina”, nel 2014 “Piazzetta del Grano e le osterie delle tre lepri” e nel 2015 “Il Mestiere, caratteri dell’economia alessandrina attraverso i secoli”.

“La capitagna e il glifo” di Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè

Sisifo Edizioni Alessandria

Pag. 206 – Euro 15,00

Legambiente: I° edizione del Forum Agroecologia in Piemonte 2022

I° edizione del Forum Agroecologia in Piemonte 2022
Primo momento di confronto tra associazioni ambientaliste, associazioni di categorie, ricerca e mondo universitario per trovare la giusta applicazione dei principi di agroecologia sul territorio piemontese
Oggi si è tenuta la prima edizione del Forum Agroecologia di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, in collaborazione di Fondazione Agrion. Legambiente ha organizzato un tavolo di confronto associazioni ambientaliste, associazioni di categoria, ricerca e mondo universitario per sottolineare il ruolo del cibo contro la crisi climatica verso una transizione ecologica giusta e solidale. 
Considerata la rilevanza del territorio, il Forum Agroecologia si è realizzato nella città di Cuneo, presso le sale del Centro Incontri in Corso Dante Alighieri 41, per poter cogliere l’occasione di valorizzare le realtà virtuose che già operano nella provincia. 
 
Il focus dell’edizione del Forum Agroecologia 2022 è stato l’agricoltura sostenibile al tempo dei cambiamenti climatici con interventi e stimoli per affrontare la crisi climatica, come PAC, il rapporto con la biodiversità, cambiamenti di stile di vita e di metodi agricoli. 
 
Dove c’è agricoltura ci sono coesione sociale, presidi territoriali, tutela del paesaggio, difesa del dissesto idrogeologico, rapporto con le comunità” – dichiara Giorgio Prino, Presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta. “È urgente la necessità di una vera e propria rivoluzione, attualmente avviata solo in parte nel sistema agroalimentare. Si deve partire dai dati e dalle informazioni, dai consumi reali, dalla domanda presente e potenziale. L’agricoltura, asse portante dell’economia Made In Italy, deve divenire un settore strategico anche dal punto di vista ambientale, a cominciare dalle sfide imposte dalla crisi climatica, scoraggiando economicamente pratiche agricole e zootecniche intensive e a elevato impatto ambientale, indirizzando le risorse europee verso l’agroecologia”. 
 
Dopo i saluti istituzionali di Giorgio Prino (Presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta), Luca Robaldo(Presidente Provincia di Cuneo), Patrizia Manassero (Sindaca Città di Cuneo), ha aperto la sessione un ampio confronto con le varie associazioni di categoria con gli interventi con gli interventi di Giacomo Ballari(Presidente Fondazione Agrion), Gabriele Carenini (Presidente CIA Piemonte), Roberto Moncalvo(Presidente Coldiretti Piemonte), Enrico Allasia (Presidente Confagricoltura Piemonte). 
Secondo Giacomo Ballari, Presidente Fondazione Agrion, c’è ancora necessità di migliorarsi, ma ci sono gli strumenti per andare nella giusta direzione, riducendo l’impatto delle colture agricole e sprecando il meno possibile gli scarti di produzione e alimentari. 
 
Ad approfondire il tema della PAC e del PSR è intervenuta Anna Maria Valsania della Direzione Agricoltura e Cibo Regione Piemonte. A seguito Maria Letizia Gardoni, Ufficio di Presidenza FederBio, che ha posto l’accento sulla necessità di convertire la produzione agricola secondo i principi del biologico. 
Come ha affermato Maria Letizia Gardoni, l’Agricoltura biologica e biodinamica pongono l’Italia ai primi posti a livello europeo con un 17% di superficie agricola biologica.  Non si devono, però, abbassare gli standard qualitativi solo con l’obiettivo di raggiungere il 25% di superficie biologica richiesta dalle direttive europee. 
 
A conclusione del Forum Agroecologia, gli interventi del mondo accademico con Chiara Flora Bassanini(Docente Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Cristiana Peano (Docente Università degli studi di Torino), Danilo Demarchi (Docente Politecnico di Torino), e l’intervento di Angelo Gentili, responsabile nazionale Agricoltura di Legambiente. 
 
L’agroecologia è un approccio sistemico che punta alla trasformazione dell’agricoltura e delle filiere alimentari verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica” – dichiara Chiara Flora Bassanini. “L’agroecologia è una scienza transdisciplinare ed un insieme di pratiche, ma soprattutto è un movimento politico, che porta all’advocacy e alla sensibilizzazione su queste tematiche della cittadinanza territoriale”. 
 
Nel pomeriggio si sono tenuti 3 tavoli tematici di discussione su “Il ruolo del biologico e stop pesticidi” coordinato da Giuseppe Ferraris, Legambiente Vercellese e della Val Sesia; “Il ruolo della biodiversità e del suolo in agricoltura” coordinato da Gianfranco Peano, Legambiente Cuneo; “Innovazione tecnologica” coordinato da Lorenzo Berra, Fondazione Agrion. 
 
Il Forum Agroecologia si è svolto con il patrocinio di Comune di Cuneo, Provincia di Cuneo, Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte e Unioncamere Piemonte.

Teatro Menotti. Milano: EINSTEIN & ME. GABRIELLA GREISON. La storia d’amore che ha rivoluzionato la fisica e il mondo

18 | 23 ottobre

PRIMA MILANESE

GABRIELLA GREISON

EINSTEIN & ME
La storia d’amore che ha rivoluzionato la fisica e il mondo

Produzione Tieffe Teatro Milano, Associazione culturale Paul Dirac

Di e con Gabriella Greison
Con la voce di Giancarlo Giannini nei panni di Albert Einstein

In questo monologo teatrale Gabriella Greison interpreta Mileva Maric, fisica, prima moglie di Albert Einstein e madre dei suoi figli. Il monologo è tratto dal romanzo “Einstein e io”, edito da Salani, uscito nel 2018, scritto dalla stessa Greison. “Einstein & me” è un viaggio nella vita di Albert Einstein attraverso gli occhi di una donna che è stata fondamentale per la sua crescita e per l’attualissima battaglia dell’affermazione femminile in campo scientifico. I due si sono conosciuti tra i banchi di scuola, al Politecnico di Zurigo nel 1896 e per oltre vent’anni hanno vissuto insieme. Anni fondamentali per Einstein e per la storia della fisica, dalla formulazione della teoria della relatività ristretta (con la famosa formula E=mc²) alle basi per la teoria quantistica. 

Una vita vissuta in simbiosi, che ha permesso ad entrambi di crescere e creare, tra lezioni all’università, lunghe camminate in montagna, esami, soste ai tavolini del Café Metropole, laboratori di fisica, salotti, figli, e battaglie contro gli stereotipi e i luoghi comuni a cui una donna doveva sottostare in una società come quella di inizi ‘900. Chiunque può identificarsi nelle vicende evocate nel monologo, metafora bellissima per tutti, delle piccole azioni che compiamo ogni giorno, dei grandi progetti, dei cambiamenti, degli opposti che inevitabilmente si attraggono, delle speranze e dei diritti. Chiunque sia mosso dalla ricerca affannosa verso la conoscenza e la realizzazione dei propri sogni. 

Gabriella Greison intesse un monologo in cui le sue ricerche vanno a sdoganare le false voci le voci su Mileva, regalandole una vita diversa e molto attuale. Le quattro stagioni si alternano nella vita di Mileva, esattamente come accade nella vita di ciascuno di noi. Racconta Greison: “L’idea di approfondire questa nuova visione della vita di Albert Einstein, dal punto di vista femminile della moglie, nasce dalla mia esigenza di avere nuove forme di confronto e stimolo. Un tempo i biografi di Einstein sono stati tutti uomini, ed è per questo che l’immagine di Mileva ci è arrivata distorta. Oggi Mileva è una di noi, modernissima, indipendente, sicura, che non si fa certo scrupolo nel rifiutare situazioni che le vanno strette. Nel mio lavoro non si fa cenno a polemiche sui lavori di Albert Einstein, e all’attribuzione degli stessi, che sono sempre stati e sempre lo saranno di Einstein stesso, essendo lui stato un genio assoluto; ma si descrive con i termini di oggi, la personalità, la mente e la natura di una donna che potrebbe essere una di noi, il cui percorso è stato oscurato da una società che mal tollerava le diversità ed era arroccata su vecchi concetti di appartenenza. Il finale è un viaggio nel futuro, ancora aperto, ancora da scrivere”. La stessa Greison ha portato nel 2018 al Politecnico di Zurigo una domanda per l’attribuzione di una laurea postuma a Mileva Maric, domanda che è stata all’inizio rifiutata, mentre ora, ai giorni nostri, nel 2022, con il cambio di rettorato, è al vaglio della nuova commissione.

STAGIONE 2022 | 2023

BIGLIETTERIA

CAMPAGNA ABBONAMENTI

PREZZI

  • Intero – 34 € 
  • Ridotto over 65/under 14 – 17,50€

ABBONAMENTO MENOTTI CARD

4 ingressi: €50,00

TEATRO MENOTTI

Via Ciro Menotti 11, Milano – tel. 0282873611 –  biglietteria@teatromenotti.org

ORARI BIGLIETTERIA

Dal lunedì al sabato dalle ore 11.30 alle ore 19.00

Domenica ore 14.30 | 16.00 solo nei giorni di spettacolo

Acquisti online

Con carta di credito su www.teatromenotti.org

ORARI SPETTACOLI

Dal martedì al sabato ore 20

Domenica ore 16.30

Lunedì riposo

UFFICIO STAMPA

Linda Ansalone

stampa@teatromenotti.org

Provate voi – Barbara Garlaschelli

Ripubblicato da Frida la loka (Lombardia)

"Provate voi a essere donne
con il coltello alla gola
le gambe aperte
e la pistola puntata alla tempia.

Provate voi a essere donne
la costola di Adamo
la polvere di stelle
gli assorbenti con le ali
le ali senza vento,
in caduta libera.

Provate voi a essere donne
a morire come foglie
calpestate come foglie
bruciate come foglie.

Provate voi ché noi siamo stanche
di mettere al mondo uomini che ci tagliano la vita
e ci seppelliscono che ancora respiriamo."
Libreria multimediale

Breve biografia:

Laureata in Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, ha esordito nella scrittura nel 1993 con l’antologia in floppy disk Storie di bambini, donne e assassini, Del 1995 è il suo esordio a stampa, con O ridere o morire, edito da Marcos y Marcos.

Scrittrice versatile, si è cimentata in vari generi: dal noir, alla letteratura per ragazzi (quest’ultima edita da EL, di cui ha diretto la collana “I corti”; con Walt Disney in collaborazione con Nicoletta Vallorani) al teatro. Costretta fin dall’età di 16 anni su una sedia a rotelle a causa della rottura di una vertebra per un tuffo in acque troppo basse, ha descritto con stile asciutto il suo percorso di vita nei dieci mesi successivi in Sirena, Moby Dick, Faenza 2001. Il libro è considerato un long seller e ha avuto varie ristampe: nel 2004 con Salani, nel 2007 con TEA e nel 2014 con Laurana Editore. (Wikipedia).

Tua.

14 ottobre, 2022.

Dal blog personale

http://fridalaloka.com

PERCEZIONE

quandolamentesisveste

Focale percezione
dentro le mura astratte delle mie ciglia.
Accentua inaspettate forme nel pensiero
ribaltando un azzurro sotterfugio
in una profetizzante incandescenza
sui cardini della pelle.
Sembra quasi mirare
a un doloroso flagello.
Traverserà
il torace fiaccato
da un disavanzo della soglia
impreparata a spianare
le piaghe di un’ombra d’amore
che discosti la mano alla luna…
@Silvia De Angelis

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La presidente provvisoria Liliana Segre apre tra gli applausi la prima seduta al Senato della nuova legislatura

Fanpage.it: La presidente provvisoria Liliana Segre apre tra gli applausi la prima seduta al Senato della nuova legislatura.

“Incombe su tutti noi l’atmosfera agghiacciante della guerra, vicino a noi, con tutto il suo carico di morte e distruzione in una follia senza fine. La pace è urgente e necessaria. La via per ricostruirla passa da un ristabilimento del diritto internazionale e della libertà del popolo ucraino. Oggi sono emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva. A ottobre ricorre il centenario della marcia su Roma, che dette avvio alla dittatura. Il valore simbolico di questa circostanza si amplifica in me perché ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre. Fui costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il banco della scuola elementare. Oggi per uno strano destino mi trovo sul banco più prestigioso del Senato.

Potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica ‘alta’ e nobile, che senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza.

In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica.

Altro terreno sul quale è auspicabile il superamento degli steccati e l’assunzione di una comune responsabilità è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni. Permettetemi di ricordare un precedente virtuoso: nella passata legislatura i lavori della ‘Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza’ si sono conclusi con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo Segno di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici, che è essenziale permangano”.

METEREOPATIA, di Silvia De Angelis

Quando in cielo transitano quei nuvoloni “gonfi”, che si muovono lentamente in un  cielo plumbeo, il nostro umore sembra avere una caduta “di stile”, precipitando  in una indefinibile linea malinconica, che perdura, fin tanto che la luce non riacquisti  un tenore accettabile.

Sembra proprio che in prossimità di giornate grigie o piovose, il nostro spirito subisca  un decadimento emotivo notevole, perdendo il flusso di energia positiva e sbarcando  su nostalgiche linee e pensieri d’oscuro.

E’ importantissima la luce, nella nostra esistenza….il sole non solo ci trasmette calore,  ma trasferisce in noi forza e vitalità per muoverci con scioltezza e buonumore nella  giornata.

Ogni colore illuminato da una bella luce acquista delle sfumature speciali che  lo impreziosiscono aumentandone il fascino.

Un acceso prato di verde,intinto in un  lieve sibilo di vento, sembra sfiorarci con dolcezza  la mente, trasmettendoci una sensazione di grande emotività e ancor di più se qualche  inaspettata fioritura spontanea rallegri le nostre narici con una deliziosa essenza

Effettivamente la natura, con le sue variegate atmosfere, influisce sul nostro profondo  imprimendogli  inconsci messaggi, che si fluidificano nel dì, sulla linea del nostro umore  reso, talvolta, fragile dalle intemperie della vita

@Silvia De Angelis

Vittorio Mangili giornalista e reporter, di Giorgio Abonante

Alessandria: Tra i celebri nomi che sono legati alla nostra città oggi vogliamo ricordarne uno in particolare: Vittorio Mangili, giornalista e reporter, nella sua casa a Lobbi oggi spegne 100 candeline.

Mangili è stato testimone oculare dei più significativi avvenimenti storici che hanno tracciato il solco indelebile del ‘900: divenuto reporter RAI nel 1956, tra i suoi primi incarichi da inviato televisivo ci sono i drammatici giorni dell’insurrezione ungherese.

Lui è lì, in una terra che sente vicina a sé: nato da madre ungherese, parla la lingua locale e vive in prima persona gli eventi che mineranno le basi del dominio sovietico in Est Europa.

Grazie alla sua innata vicinanza, corre con i patrioti per le strade della capitale e produce l’unica testimonianza audiovisiva di quei momenti. Il nastro verrà succesivamente consegnato all’ ONU come testimonianza delle violazioni dei diritti umani perpetrate in quelle occasioni.

Tra i suoi servizi più conosciuti vi sono quelli di carattere alpinistico, dalla scalata di Reinhold Messner della parete nord del Makalu fino alla spedizione di alpinisti valdostani che nel 1982 raggiunse la vette del Kanchenjunga.

Nei momenti più critici abbandonò taccuino e cinepresa per prestare soccorso: quando la roccia franò sulla valle del Vajont esattamente 59 anni fa, fu uno degli angeli del fango durante l’Alluvione di Firenze e imbracciò la pala anche quattro anni più tardi a Genova.

Per molti anni Vittorio Mangilli con i suoi reportage ci ha raccontato la Grande Storia, oggi in occasione del suo compleanno siamo noi a voler raccontare la sua.

AUTORITRATTO (di un poeta) di Marcello Comitini

AUTORITRATTO (di un poeta)

Busso alla porta con la tenerezza della rondine.

Cerco l’amante che mi desidera

prima che il giorno muoia tra le sue braccia.

Nella stanza vuota la lampada è accesa.

Sul comodino lo specchio solitario splende

del suo viso in lacrime. L’ho abbandonata

quando la scorza del dolore

tratteneva il mio essere. Sin dentro me stesso

la cerco in ogni addio. La sua parola

ritorna nell’onda del mio sangue.

Tra le pareti della stanza accanto

tappezzate da mille petali

e dal profumo inebriante dei narcisi

si riuniscono familiari e amici.

Nessuno risponde. Mi attendevano.

O forse desideravano che li avvertissi?

Io sono un uccello migratore

che non si fa annunciare dalle stagioni.

Mi getto nel volo di un indicibile spazio

spalanco le mie ali da un polo all’altro

dell’immaginazione. Coloro che mi attendono

immobili nei loro giardini di statue

come zampilli da monotone fontane

non possono sapere il giorno del mio arrivo

né se sono arrivato. Ma quando m’incontrano sanno

che nel loro più intimo essere porto

la notte e lo spazio divino

dove le stelle sono la luce che respiriamo.

31/01/2022

In questi versi io mi racconto fingendomi poeta e un po’ poesia. Quando scrivo è come accedere a una stanza, in cui la donna amata attende. È a lei che busso come tornando da una lunga assenza e a lei mi rivolgo senza essere spesso capace di comunicare compiutamente il mio stato d’animo o il mio pensiero. Trovo quindi nella stanza vuota solo briciole lacrimose. La poesia è fuggita.

Accade però che essa torni quando meno la si aspetti, non soltanto al poeta ma a coloro che si accostano ai suoi versi e a chiunque senta l’esigenza di un mondo più luminoso dove anche il dolore e la morte portano il segno della bellezza.

Ci sono due luoghi di questi versi in cui la poesia può essere attesa: il primo è la stanza, ancora profumata di narcisi che è il profumo di chi scrive poesie, dove coloro che conoscono il poeta sanno che prima o poi tornerà, l’altro è il giardino che ciascuno porta in sé ornato di statue come i loro pensieri, e dove aspettano immobili come fontane che zampillano, perché c’è sempre nel cuore di ciascuno un giardino con fontane, che attende un poeta che le canti.

Ma il più folgorante è l’incontro inatteso, quello con un verso o con un’immagine, che all’improvviso trascina il lettore nel cuore della notte per rivelargli la visione dello spazio divino in cui le stelle sono la luce del respiro umano.

TUTTO SCORRE, di Ela Gentile

TUTTO SCORRE

Ho appena aperto gli occhi

e sto pensando che tutto va bene

tutto scorre se tu sei con me

se ti vedo e ti sento

se ci sei e ci sarai sempre

nella mia vita, nei miei giorni

nel bene e nel male

nei momenti “no”

nell’emozione

nel lampo di fuoco che lambisce

di giorno e di notte

nella mente e d’intorno

nella carezza, nella stretta al cuore

nelle lacrime,

spesso asciutte che affogano dentro,

nell’ansia dell’attesa

nella sapida arsura

e nell’esplosione dell’anima

che canta l’amore … panacea per sempre.

Non lasciarmi la mano

che non inciampi nel dolore

quello assoluto che uccide.

ma accompagnami nell’azzurro,

che oggi esplode,

cavalchiamo quel raggio di sole

che ci contamini il cuore.

Ela Gentile

“Ultimo volteggio”, di Ana Giancarlo

“Ultimo volteggio”

E mentre apparve il sole

nel cielo limpido di un

giorno qualunque

di un autunno inoltrato,

il pensiero mio si volse

alle ultime foglie

ancora in una speranza

aggrappate,

sapendo che sarebbe

bastata una folata di vento

per portarle a danzare

nell’ultimo volteggio,

in un dolce valzer viennese

e poi dolcemente in una

lieve carezza adagiarle

all’ultimo alito di vita…

NINA – Anna Giancarlo

La solitudine degli angeli, di Iris G. DM

Buongiorno ❤️

Svelami ,o luna, il tuo lato oscuro,

lascia che io guardi le stelle

e soffi su piccoli petali

di margherita gialla.

So che gli angeli piangono

Si abbandonano agli zefiri d’oriente

e scrivono su fogli di nuvola.

Io ora sento la musica,

note che percorrono la terra

e di brividi la mia pelle.

Bambini dormono in culle d’argento,

le gote sanno di rosa

e di

baci.

Bambini dormono su nuda terra,

le gote sanno di fango

e di pianto.

Gli angeli volano e le farfalle muoiono,

raccolgono piume che cadono,

raccolgono orrori che non fermano le guerre,

raccolgono innocenza e pianto,

stendono drappi neri

e coprono corpi di cristallo,

coprono fragilità e innocenza,

martirio e sangue,

sono soli e percorrono la terra,

sono soli e gli uomini sono soli,

pietrificatii a raccogliere la loro solitudine,

la solitudine degli angeli. Iris G. DM

Racconti: Valeria Bianchi Mian: VALITUDINE

VALITUDINE

Sto arrivando al termine, già intravedo laggiù una Z, la meta nel mio piccolo viaggio Dizionario personale. Per ricominciare, magari. È un gioco tra me e me stessa, magari utile anche a voi, trovate il resto cercando hashtag #V#ilmiovocabolario.

Valitudine è la connessione con il mio nome. Da ragazza schifavo Valeria, avrei voluto chiamarmi Sibilla o Nereide o Diana o Eva…

Nomi mitologici, insomma.

Per darmi un tono.

O perché sono da sempre una sognatrice, una tipa fantasy, una storyteller.

Crescendo ho accolto l’idea che nel mio nome ci fosse in effetti un seme donato, un regalo delle fate, un po’ come nella dote DNA.

Fanne quel che vuoi, del nome, ma noi nella culla mettiamo questo strumento del Bagatto.

Poi vedi tu.

Ave, Vale!

Valitudine è cura Temperanza, quattordicesima carta dei Tarocchi, è la mediazione del qui e ora, è spirito giocoso, Ariel va nel vento, è Rileva-trice di analisi del senso, è tutto l’anagramma dell’anagrafe.

Mi piace il mio nome, mi dà forza. Unito al Bianchi si mostra un po’ lunare, traccia una via d’Albedo. Il Mian – che in cinese rimanda alla stessa luna e al bianco cotone – è il tocco finale matrilineare, di fatto.

Insomma, questa sono io, vi offro una traccia, e voi come siete messi con la cura del vostro nome?

Racconti: Il denaro non puzza, di Cinzia Perrone – Autrice

Il denaro non puzza

L’imperatore Tito venne definito da Svetonio “delizia del genere umano” per la sua indole generosa e la dedizione nei confronti di cittadini in difficoltà. Ad esempio, nel 79 d.c., dopo la terribile eruzione del Vesuvio, contribuì con i suoi fondi privati ad aiutare le popolazioni campane sofferenti. Carattere completamente diverso da quello del padre,Vespasiano, il fondatore della dinastia Flavia, descritto da Tacito come avaro e certamente molto più accorto nella gestione del patrimonio pubblico e privato. Vespasiano, salito al potere nel ’69 dopo quattro anni di ininterrotte lotte, si trovò costretto a riesumare vecchie tasse per rimpinguare le disastrate finanze dell’impero e mantenne lo stato romano in pace per nove anni, anche per evitare spese insostenibili.

Insomma, padre e figlio erano separati da due caratteri completamente diversi ed un celebre episodio rese ancora più evidente questa divergenza. Oltre alla reintroduzione di vecchie tasse, Vespasiano ne creò anche delle nuove, tra cui la famosa centesima venalium, imposta versata dai possessori di orinatoi: l’orina, infatti, assicurava una discreta rendita dato il suo utilizzo per la concia della pelli, ecco perché l’imperatore ritenne giusto incamerare un guadagno dai privati che si procuravano una tale materia prima senza spendere praticamente nulla. Tito non prese bene questo incasso così poco nobile e non mancò di farlo notare al padre, ma Vespasiano, avvicinando al naso la prima moneta ricavata da tale imposta, la odorò ed infine disse “non olet” ( “non puzza”) espressione poi tramandata nella nota formula “pecunia non olet” (“il denaro non puzza”).

La frase è diventata il motto di coloro che intascano soldi in maniera più o meno pulita, ma non per questo ci stanno troppo a pensare su, soddisfatti dalla loro ricchezza indipendentemente da come se la sono procurata.

In effetti il giovane Tito si adombrò per una questione puramente d’immagine, non c’era nulla di male nella tassa in sé, non veniva estorta in modo ingiusto, non era incassata sfruttando qualcuno, anzi, una tassazione a privati di tal genere dovrebbe essere d’esempio per i governanti d’oggi. Già, pensiamo al presente, quanti soldi “poco profumati” girano nella nostra economia?

Libri: L’inatteso di Cinzia Perrone

L’inatteso

Questo romanzo è molto di più di ciò che appare in superficie.

Da una lettura profonda possono emergere molte sfumature, oltre la piacevole e avvincente storia della saga familiare.

Io lo definisco un po’ un romanzo scomodo, dove ho preso più di una posizione su tematiche scottanti del nostro tempo. Oltre ad avere come sfondo un secolo di storia italiana, durante la narrazione potrete trovare molte frecciate a quelle che ahimè sono state deprecabili costanti nella nostra società, ed alcune continuano ad esserlo. In primis questa ossessione per una famiglia tradizionale, quando una vera famiglia prima di tutto deve essere portatrice d’amore; la sostanza prima della forma. Una seconda occhiataccia viene lanciata verso quell’assurdo atteggiamento che ha relegato la donna in una posizione di subordinazione rispetto all’uomo, non solo nell’ambito della propria famiglia, come avviene nel romanzo, ma anche in quello dell’intera società, fino a portare la donna stessa alla convinzione di meritare abusi e violenze.

Storie vere e non, si confonderanno, tra le due guerre, il dopoguerra e il boom economico. La mercificazione di un cognome darà il via alla storia di questa famiglia protagonista del romanzo, che troverà finalmente il suo riscatto nella ribellione al loro destino già tracciato da altri, dei due protagonisti finali; la donna che si libera dal giogo del marito e l’uomo omosessuale che decide di non rinunciare a vivere liberamente l’amore, entrambi lottando contro i pregiudizi da cui sono circondati. Il finale da scoprire, darà vita a una nuova famiglia d’amore.

Link per l’acquisto online https://www.unilibro.it/…/inatteso-storia…/9788847109094

PAVIA MIA CARA, Mirella Ester Pennone Masi

PAVIA MIA CARA

Sei tu con i tuoi tramonti

E il fiume mio dell’infanzia

Sei tu con i ricordi delle cantilene

Che mi sorressero con la fantasia

Quanto ho sofferto al tuo distacco

Pavia città dalle torri antiche

Dai cortili di ringhiera

E segreti giardini chiusi

E dalle mille mie nostalgie

Ogni tanto vi ritorno in sogno

E so che ancora mi aspetti

Presso la fontanella della piazzetta

Per dissetarmi con l’acqua sua pura.

Mirella Ester Pennone Masi 11ottobre 2022

(scritta di getto)

photo conny paolella

Autunno, Maria Cristina Sabella

Autunno

Virgulto spoglio

da vesti vermiglio

treman solitari

allo sfiorar

del gelido vento

notturno,

un sussurro

nello scricchiolio

sordo,

un riccio si addormenta

sotto la foglia,

spoglia l’anima

sotto le stelle,

sette sorelle

s’addormentan

cullate dalle nenie,

lava la pioggia

le gocce dalle guance

quando suonan le capane

nel virente prato ,

una preghiera

sfiora il Creatore

e

l’odor del ciclamino in fiore

inebria il cuore.

(@Sabella Maria Cristina 13 Ottobre 2022)

IL SEGRETO DEI GIAGGIOLI, Leonardo Migliore

IL SEGRETO DEI GIAGGIOLI

Nei campi color lilla

un manto di giaggioli.

Due loro fiori,

scelti con la cura di fedi nuziali gemelle,

sonnecchiavano sulle mie palme giunte.

Con faccia semiseria

fissai la mia amica sdraiata sul prato.

Rigogliosa, mi restituì sguardi svenevoli.

Lanciai una iris pallida su di lei.

Il vento le impresse una curva singolare,

un arcobaleno capovolto

in contrasto con ogni legge di gravità.

La spinse, dentro la gonna svasata,

fra le sue gambe.

Diventò colorita di timidezza,

un sorriso rapido e fiorito le zampillò dal labbro.

Il bel profilo di una sua guancia,

i petali di un papavero acceso nel sereno viola,

mi molse i sensi.

Capii, per la prima volta,

che il mio amore a lungo soffocato

era corrisposto.

Fra fili d’erba

nell’aria leggera e profumata di ricordi

con delizia

la baciai sul collo e del viso assaporai i rossi pomelli.

Negli occhi rifulgevano vampe di gioia,

i corpi, raccolti in una voce tremula,

s’accesero di voluttà.

Ci avvinghiammo stretti stretti,

la sua prua diretta verso la riva delle mie labbra,

lingue tuffate a snudare i cuori,

fasciame calafatato,

liane di sentimenti.

L’altro fiore,

un bocciolo di lapislazzuli,

si schiuse,

fra le superfici di due candide lenzuola,

nella prigione di una cassapanca.

La sua corolla di velluto

emanava

lungo un ponte splendente adornato a festa

un delicato olezzo

che, nel tempo dell’amore,

inebriava il mio cuore.

Serravo gli occhi,

e tu, dolce fragranza,

penetravi,

come per sortilegio,

soffio di piuma,

nei chiostri più profondi della mia anima.

Era buio fitto,

la brace della passione desiderio inestinguibile.

In quelle notti d’incanto

veementi turbini di vento

rilasciarono tutto il loro spirito:

in un gomitolo argenteo svolto,

nello sciabordio delle onde,

era il rinascere del respiro.

Nella luce di rose bianche di un nuovo giorno,

ruscello fra le forre

le bisbigliai all’orecchio che mi ero innamorato di lei.

La brezza della sua mano sulla mia pelle,

nel sole

fra una costellazione danzante di pappi

galleggiava un palloncino gonfiato a elio

il calice di un fiore magico:

sentii tintinnare le campanelle,

una fata ancora custodiva nel suo talamo.

Autore: Leonardo Migliore

_ Iris pallida, dipinto di Gelena Pavlenko.

Noi siamo Amore

Tutto l’universo è un canto d’amore, un sottile, fragile equilibrio d’amore. È un bisogno insito e irrinunciabile. Infatti l’opposto è l’odio e quando esso prevale e l’equilibrio si rompe crolla tutto. Nessuno può vivere senza amare ed essere amato, nessuna creatura, neanche un filo d’erba cresce senza l’Amore del Sole e della Terra. L’opposto è l’odio, la guerra, la fine.

Noi siamo Amore.
Fiamme ardenti
che respirano
camminano
si nutrono.
Noi siamo Amore
con un cuore pulsante
caldo, vibrante,
come il sangue che
ci scorre nelle vene.
Noi siamo Amore
bisognosi di baci
che ci danno
linfa di energia,
mani, pelle,
toccarsi, sentirsi,
per volare
per esistere.
Noi siamo Amore
e nell’amore
cresciamo,
per essere felici…
Null’altro che Amore.

Imma Paradiso

NAPOLI

Marco Piemonte, cinema e moda, shooting fotografico: quando la fotografia diventa un quadro. 3°parte

Marco Piemonte, cinema e moda, shooting fotografico: quando la fotografia diventa un quadro. 3°parte.

Date: 14 ottobre 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Articolo di Marina Donnarumma Iris G. DM. Roma 14 ottobre

Abbiate cura di incontrare chi non sta nel mezzo. Cercate gli esseri estremi, i deliri, gli incanti. Franco Arminio

Tutti gli incontri che si fanno o si cercano sono conoscenze reciproche, se lo fai in modo gratuito e generoso, ogni persona ti lascerà qualcosa di prezioso di se. Prima di raccontarvi di lui, perchè è notevole, vorrei io dire qualcosa di Marco Piemonte. E stato come dire, un incontro poetico, nel senso che le sue foto nei testi di uno splendido poeta romanesco. Foto rigorosamente in bianco e nero e le stesse, pura poesia.


Marco Piemonte ha vinto il ” best photos of the year nel Las Vegas contest” nel 1998. Nel 2003 espone all’Art Gallery di Chicago, nella Gallery of fashion di Sidney. Ha collaborato e collabora con Burberry’s, Prada e tanti altri marchi famosi come Gucci, Calzedonia, e tanti altri, e le sue foto su riviste come Cosmopolitan, Max e Life, National Geographic, insomma un elenco lungo. Su google trovi poco e niente di Marco Piemonte, lui un uomo schivo, dedito alla sua passione che non è solo lavoro, ma la sua vita. Marco Piemonte è un bravissimo fotografo di moda e poche attrici mancano all’appello, Jennifer Aniston , Charlize Theron, Danni De Vito, tantissimi altri.


Lui è un uomo d’arte, lui immortala gli istanti, questi istanti diventano poesia. Ama il bianco e nero, le sue foto hanno quell’atmosfera magica degli anni quaranta, Humphrey Bogart, Lauren Bacall, non so perchè, ma è come ritornare indietro in quell’atmosfere fumose, dove si amava appassionatamente, o si viveva appassionatamente. Lui fotografa il tempo, lo manipola e tu vorresti entrare nelle sue foto, senza chiedere permesso. Magari solo per accompagnare o seguire quel qualcuno che si allontana, da solo sotto la pioggia, sul ponte di Brooklin. Le sue foto sono pitture in chiaro scuro, dove spesso viene adoperato il carboncino,
e vorresti una parete tutta cosi. Perchè lui gli istanti li rende immortali, magici, atmosfere, nonostante tutto, calde, enigmatiche. Le sue foto raccontano, Marco Piemonte, non dice di se, parlano le sue foto, le sue emozioni in bianco e nero e se a colori, i colori caldi ,ocra, atmosfere gialle, luminose. La macchina fotografica è il prolungamento della sua anima, delle sue intuizioni, che lo fanno restare ore sotto la pioggia per un solo scatto magico.
In una pozzanghera lui fotografa la porta del paradiso, gioca con le luci, mani che raccontano, sensazioni emotive in un semplice trucco da clown. Ogni foto una storia, una storia in una foto, una panchina, un lampione, una scarpetta da punta, una scala senza destinazione…
Cosa so di Marco Piemonte? in realtà nulla, ma lui è ciò che è dietro l’obbiettivo, immenso , profondo nella sua arte, si svela foto dopo foto e cosi racconta di se.


Marco Piemonte un romano metà italiano, metà di origine scozzese, un connubio di uomo artista, ma anche di visioni forti, selvagge, tradizionali.


Nella sua vita, è stato un pò di tutto, attore, cantante, per poi approdare all’arte fotografica, per cui ha un naturale talento. I grandi fotografi, vedono dove gli altri non guardano, loro guardano cose che a noi sfuggono. La fotografia è pura emozione, come una musica, una poesia, un balletto, un opera d’arte. Nelle sue foto io sento Louis Amstrong, Frank Sinatra, Gene Kelly che balla e canta ” singing in the rain”. Quindi ha importanza chi sia lui? Ammiriamo le sue foto, cosi lo scopriamo! Marco Piemonte,discreto, timido, riservato, le sue foto sono lui, lui è le sue foto. Lui è un cacciatore di istanti a cui spara una foto.
Il grande Bresson dice ”fotografare è trattenere il respiro, quando tutte le facoltà convergono per catturare la realtà fugace, E in quel preciso momento che padroneggiare un immagine diventa una grande gioia fisica e intellettuale”. La mia ultima citazione è per Marco Piemonte, per la sua predilezione nel bianco e nero.
Il colore dedrammatizza…il bianco e nero è più carico di sensi. ( Jean Baudrillard).
Il bianco e nero una scatola che puoi aprire per vedere l’infinità dei colori che contiene.
” Io sono quello che scatto, ogni volta mi immedesimo, la foto è l’istante, l’universo di un film. Devo sempre cogliere quell’inquadratura che mi permetta di attraversare il tempo, di finalizzare lo scatto in qualcosa di godibile e non banale, c’è poesia e fantasia in ogni momento e situazione della giornata. La mia foto è cresciuta con me. ”Marco Piemonte.

  • Sono incantata da queste parole, il suo talento, è un talento del cuore, un artista degli attimi, che lui rende eterni.
Quando i colori sono potenti, la foto è essa stessa forza
Quando la moda messaggia
Americanino
Un attimo, ed è moda
I colori, questi protagonisti
I caldi colori dell’estate
La moda scolpita e la foto ha lo scalpello
Gwyneth Paltrow
Anna Faris
Marco Piemonte con  Венета Харизанова.
con Chazz Palminteri.
con Jennifer Aniston.
Ashley Judd
Charlize Theron
Ron Howard

Tutte le foto sono state gentilmente concesse da Marco Piemonte  photographer ©

Marco Piemonte fotografo dell’anima, ovvero quando la fotografia diventa un quadro. Presentazione 1° parte https://alessandria.today/2022/10/10/marco-piemonte-fotografo-dellanima-ovvero-quando-la-fotografia-diventa-un-quadro-presentazione-1-parte/

Marco Piemonte l’intervista: fotografo dell’anima, ovvero quando la fotografia diventa un quadro e i figli del vento. I Tuareg, gli uomini blu, e i colori del deserto. 2° parte https://alessandria.today/2022/10/12/marco-piemonte-lintervista-fotografo-dellanima-ovvero-quando-la-fotografia-diventa-un-quadro-e-i-figli-del-vento-i-tuareg-gli-uomini-blu-e-i-colori-del-deserto-2-parte/

Articolo di Marina Donnarumma Iris G. DM. Roma 14 ottobre

Amo l’Autunno

Amo l’Autunno

Le Attese Di Carta

Amo l’autunno, quando la luce si attenua ed ogni sfumatura si riscalda. Ritrovo, intorno, il bruno dei tuoi occhi che, assorti, si perdono nei miei. Un vento nuovo gioca tra le ciglia e avvolge la mia carne, in vorticose spire. È in quell’abbraccio che sento le tue mani mentre tra i capelli si insinua ogni sospiro. Ed altri occhi ed altra pelle non desidero, ne’ altre braccia, ne’ respiro.

Immagine personale 
https://youtu.be/UQlFOX0YKlQ

Seduzione

Seduzione

Le Attese Di Carta

Ciò che ci seduce si impone, abbacinando di promesse lo sguardo, con un battito di ciglia arriva fino al cuore e lo trapassa. Carnefice impietoso. Narciso crudele. Al dolore muto l’iride risponde, si contrae e al cuore orfano perdona ogni suo battito. Libera dall’illusione si consuma, si spegne e tace. Ma, nella fissa oscurità, ciò che non vuole lasciarci freme, si insinua e risiede. Tra le pliche degli occhi invano si trattiene. 

Foto personale

Trasfigurazione

Trasfigurazione

Le Attese Di Carta

Idealizzare un amore, un’amicizia ed il bisogno di sentirsi amati, compresi, accettati, è più una questione di proiezione di sè negli altri che, sempre, si rivela errata.
Nessuno può essere ciò che noi siamo e ciò che siamo non troverà riscontro nella storia di un altro.
Uno dei più grandi bluff dell’idealizzazione è proprio questo: nel momento in cui sveliamo l’altro trasfiguriamo noi stessi.

Foto personale
 https://youtu.be/KWVaANBbwDU