OPEN MIND”

OPEN MIND”

Nuova stagione di dialoghi, incontri, seminari, laboratori e spettacoli 

con

Inaugurazione anno accademico Domenica 6 Novembre ore 15,30 

Polo musicale di Salabue

Il concerto di inaugurazione dell’Anno Accademico 2022-23 apre la nuova stagione “Open Mind” realizzata da Le Muse Accademia Europea d’Arte in collaborazione con il Comune e la pro loco di Ponzano Monferrato,  la Banda della Collina e la rassegna Books&Blues.

Domenica 6 novembre presso il Polo musicale di Salabue alle ore 15,30 il concerto, che da tradizione apre ufficialmente le attività didattiche dell’Accademia Le Muse, vedrà la partecipazione dei docenti Andrea Cataneo, Andrea Rogato, Gabriele Guglielmi, Gigi Andreone, Giulia Motta, Matteo Foresto con alcuni allievi dei corsi musicali; il Coro Anima Mundi diretto da Massimiliano Limonetti; e una formazione ridotta de La Banda della Collina diretta da Luca Cecchini
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Da quest’anno l’Accademia Le Muse, oltre alla sede in Via Trevigi di Casale Monferrato, avrà una sede distaccata delle attività presso il Polo artistico musicale di Salabue, dove insieme diverse realtà culturali del territorio offrirà un ricco calendario appuntamenti, la nuova stagione “OPEN MIND”.

“Un sogno fino a ieri, da oggi una realtà. Il Polo artistico musicale di Salabue muove i primi passi. Questo grazie alla perseveranza dell’amministrazione comunale e della Pro loco che hanno  trovato nell’Accademia Le Muse e nella Banda della Collina i partners ideali per realizzare il grande progetto!” Paolo Lavagno, sindaco di Ponzano Monferrato.

La stagione OPEN MIND che proseguirà fino a maggio, sarà un’occasione di dialoghi, incontri, seminari, laboratori e spettacoli che soddisferà la curiosità e l’interesse di tutte le età, abbracciando diverse arti performative.
Sarà anche il gradito ritorno dopo 18 mesi di fermo di Book&Bluesla rassegna di musica e libri, ideata da Paolo Bonfanti, che comincia con 2 incontri che vedranno Paolo Bonfanti dialogare prima con Ezio Guaitamacchi, noto giornalista, conduttore radiofonico e autore di molti libri a tema musicale e successivamente con il vulcanico Aldo Pedron, giornalista e divulgatore. Entrambi presenteranno le loro più recenti produzioni librarie.

Prossimi appuntamenti di Novembre, che si terranno preso il Polo Artistico Musicale di Salabue, nel Palazzo Comunale (ex scuole) in Via Garibaldi 1:

Concerto _ Domenica 6 novembre, ore 15.30

Inaugurazione dell’anno accademico, presentazione dei corsi e della stagione OPEN MIND

Docenti Le Muse Accademia Europea d’arte: Andrea Cataneo, Andrea Rogato, Gabriele Guglielmi, Gigi Andreone, Giulia Motta, Matteo Foresto accompagnati da alcuni allievi dei corsi musicali Fabiana Rosa, Francesco Zavanone, Glauco Held, Michele Minja, Samanta Valsecchi ;

Coro anima Mundi, diretto da Massimiliano Limonetti;

La Banda della Collina, diretta da Luca Cecchini;

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Books&Blues _ Domenica 20 novembre, ore 16.30 
Ezio Guaiatamacchi: “La Storia del Rock”, Hoepli Editore, con Paolo Bonfanti.

La prima opera italiana che, a 60 anni esatti dalla nascita, celebra la storia della musica che ha cambiato il nostro mondo. Dalle radici folk e blues all’avvento di Elvis, dalla Swinging London di Beatles e Rolling Stones alla San Francisco psichedelica, dalla rivoluzione punk al “fragore del metallo” sino al nichilismo grunge e ai suoni del nuovo Millennio. Il rock è un’arte straordinaria, una delle più rilevanti e influenti del secolo scorso. Ma anche una delle forme d’espressione più rivoluzionarie mai concepite dagli esseri umani. Perché il rock non è stato soltanto ritmo e melodia: nuove mode, stili di vita innovativi, filosofie di pensiero alternative, arti, culture e controculture sono state influenzate o addirittura generate da questa formidabile miscela sonora. Una blend acustica nata a metà del ‘900 dall’incrocio tra la cultura nordamericana bianca e quella afroamericana, fenomenale mix di folk e blues che ancora oggi è in grado di affascinare il mondo intero. Come le sue “radici” sono lì a testimoniarlo, il rock è una forma d’arte popolare. E, come tale, deve essere analizzato tenendo così conto del tempo, del luogo e del contesto socio-culturale da cui è emerso. Ecco perché quest’opera, la prima in Italia come unicità e completezza, traccia un percorso per “momenti”, “scene” e “fenomeni” piuttosto che concentrarsi sulle bio-discografie (per altro presenti) dei protagonisti o seguire un percorso strettamente cronologico.

L’autore: Ezio Guaitamacchi, milanese e milanista, viaggiatore e tennista, nella vita fa tante cose divertenti: è giornalista musicale, autore e conduttore radio/tv, scrittore, musicista, docente e performer. Direttore di JAM, voce di Lifegate Radio, docente di giornalismo al CPM di Milano, ha diretto collane di libri musicali e scritto una dozzina di saggi rock. 

Ingresso ad offerta fino ad esaurimento posti.

Per info: www.accademialemuse.org

Novi d’Autore, i nuovi appuntamenti PROSEGUE LA RASSEGNA LETTERARIA IN BIBLIOTECA

Novi Ligure: PROSEGUE LA RASSEGNA LETTERARIA IN BIBLIOTECA

Novi d’Autore, i nuovi appuntamenti

Prosegue con numerosi appuntamenti la rassegna letteraria Novi d’Autore organizzata dalla Biblioteca Civica di via Marconi, 66.

Venerdì 4 novembre (ore 17,30) presso la Sala Conferenze, Roberto Livraghi, direttore del Museo ACdB (Alessandria Città delle Biciclette), presenta “PISTA! Alessandria capitale ciclistica della Belle Époque (1867-1915)” (Touring Club Editore, 2020). Il volume racconta le origini del ciclismo e, grazie al meticoloso lavoro di ricerca archivistica e fotografica dell’autore, l’importanza che ha rivestito Alessandria nello sport delle due ruote.

Venerdì 11 novembre (ore 17,30), al primo piano della Biblioteca (Sala Consultazione “Michelangelo Mori”), Gianluca D’Aquino presenterà i volumi “TRAIANO – il sogno immortale di Roma” e “Storia di un quadrifoglio che non sapeva di esserlo”. Due romanzi molto diversi nel genere, da una parte un romanzo storico (pluripremiato e finalista al celebre premio “Fiuggi Storia”) che ripercorre la vita di Marco Ulpio Traiano, imperatore romano vissuto a cavallo fra il I e il II secolo, dall’altra una piccola guida nata in seguito all’esperienza del lockdown dove anche la vita di coppia ha dovuto affrontare realtà che, nella frenetica vita moderna, non si era più abituati a vivere.

Mercoledì 16 novembre (ore 17,30) Guido Rosso, novese di nascita, attualmente dirigente presso l’Istituto Superiore Marconi di Tortona, ci accompagna in quella che definisce “civiltà contadina letteraria” con un saggio dal titolo “Terra (Terrae). Riflessioni sul mondo contadino in Cesare Pavese, John Steinbeck e altri autori” (Puntoacapo editrice,2022), nel quale si concentra sull’analisi dei romanzi pavesiani “Paesi tuoi” e “La luna e i falò”, conducendo un approfondito parallelo con alcuni lavori di John Steinbeck. Il libro è corredato da appendici didattiche per l’utilizzo scolastico. La partecipazione all’incontro avrà valenza come aggiornamento del personale docente e, al termine, verranno rilasciati gli attestati agli insegnanti e agli studenti che parteciperanno.

È invece in programma sabato 3 dicembre alle ore 10,30 l’appuntamento con Federico Fornaro e la presentazione del suo ultimo libro “Il collasso di una democrazia. L’ascesa al potere di Mussolini (1919-1922)” (Bollati Boringhieri, 2022). Un saggio che analizza gli avvenimenti che segnarono l’ascesa al potere di Mussolini con un’attenzione ulteriore all’analisi della situazione sociale dell’Italia di inizio ‘900.

Il romanzo autobiografico “Scampoli di vita” di Francesco Giannattasio, giovedì 15 dicembre (ore 17,30) ripercorre la gioventù dell’autore e, con una narrazione briosa e vivida, offre uno spaccato dell’Italia degli anni ‘50 e ‘60, caratterizzati dall’emigrazione interna con i problemi sociali che la causarono e caratterizzarono.

Infine, è in fase di definizione la data della presentazione del romanzo “La ragazza del circo” del dottor Gianfranco Di Somma, primario del reparto di chirurgia dell’Ospedale San Giacomo di Novi Ligure.

Novembre …Gabriella Paci

Si trattiene sulle ciglia della sera

 il raggio che invano finge l’estate

nella foglia ingiallita sul ramo

 nella brina che piega lo stelo

nella nube che preme sul cielo

a richiamo di pioggia incipiente.

S’assottiglia la voglia dell’aria

nel  respiro più corto che punge

mentre si restringe la luce del giorno

E si pensa al tempo che corre

nel  tramonto che sussurra la fine

come curva che segna rughe d’ombra

ch’oggi son  più lunghe di ieri.

E’ Novembre nella cenere arsa

di castagne vogliose di vino

 a scaldare coperte di sogni

a coprire l’incertezza che segna

il cammino su tappeti consunti

 di foglie.

E’ novembre e si pensa a chi

c’era prima nel sospiro d’un’ ala

che vola  come segno fugace

di un pianto che s’alza  al cielo

a dire che il ricordo aleggia tra noi.

Photo taken in Laihia, Finland

Giovanni Cacia, lo scrittore con la musica dentro. Presentazione, biografia. 1° parte

Giovanni Cacia, lo scrittore con la musica dentro. Presentazione, biografia. 1° parte

Date: 31 ottobre 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Roma 31 ottobre 2022. Articolo di Marina Donnarumma

Non c’è Segreto
più intimo
di quello che lega
la Vela al suo Vento
il Cavaliere al suo Cavallo
la Rosa al suo Profumo
il Vino al suo Colore
l’Uccello di passo al suo Balcone
il Tuo Ricordo al Mio. Giovanni Cacia.


.

Ecco! Comincio a presentarvi Giovanni Cacia con l’anteprima di una delle sue bellissime poesie. Lo incontro virtualmente e ho l’impressione di un uomo gentile, di altri tempi, ma con un carattere fermo e deciso, di chi sa perfettamente ciò che vuole. Giovanni Cacia prima aspirante medico e poi psicologo e poi imprenditore medico, con un amore appassionato verso la poesia, che da lui si eleva come musica, come note musicali che fanno vibrare l’aria e l’anima. Una personalità forte, carismatica, anche estremamente incentrata nel suo mondo, il tutto unito ad un animo estremamente poetico, e lui con le parole, ci sa fare decisamente.! Bella voce, gentilezza, fermezza, quante sorprese ci riserverà? Leggete le sue poesie e le amererete tutte! Un uomo che sogna e ci fa vivere sogni con le sue parole musicali, ci entrano dentro e dentro ruotano e noi le assaporiamo. Giovanni Cacia scrittore dalle mille sorprese, dalle tante sfumature metà razionale, metà sognatore.

L’AUTUNNO AL PARCO NAZIONALE DELLA SILA

.

Come si può dimenticare la Bellezza?

Come riviverla quando la si è persa?

Alcuni Luoghi hanno il colore dei Pensieri

assorbono l’anima,

la nascondono nei vicoli della mente

in un ordine sparso di memorie

per riaffidarle un giorno a chi le sa ascoltare…

… o a chi ritorna

per riprendersi il Passato. Giovanni Cacia

DA BAMBINO
Da Bambino mi chiedevano: DI CHI SEI Tu?
Io appartengo a Rime e Sogni,
avendo corso il rischio
di viverli davvero quei sogni.
Io sono
delle alte maree d’inverno
a cui non ho dato naufragio
delle Albe
anche quando l’alba non è
di lettere mai spedite
mai scritte.
Io sono di un Desiderio
racchiuso nel mio cuore
sono
di una stagione
che non avrà fioritura
sono
di ricordi dimenticati
degli spigoli smussati
e dei perdoni mai avuti
sono di chi mi ha amato
e di chi mi ha ignorato,
e di chi mi ha amato e ignorato
sono di una gatta
acciambellata addosso
per la sua troppa voglia
di essermi anima.
Di una nuvola passeggera io sono
di porte sbagliate e mai varcate
di una Vita che si cela alla morte. Giovanni Cacia


Giovanni scrive ” “… e sono di quella voglia di ritornare Bambino, quando bastava un girotondo a far cascare il mondo.”
Essere ancora bambini, nonostante passino gli anni e magari le rughe ci segnano, ma la nostra anima, no ! il nostro cuore, no! rimangono spigliati e giovani come erba bagnata di rugiada e ci fa conservare quello stupore di osservare le cose come se fosse la prima volta e in una forma sempre nuova. La novità, in tutto quello che osserviamo se abbiamo occhi per vedere oltre.
Come si può dimenticare la Bellezza?
Come riviverla quando la si è persa?
Alcuni Luoghi hanno il colore dei Pensieri
assorbono l’anima,
la nascondono nei vicoli della mente
in un ordine sparso di memorie
per riaffidarle un giorno a chi le sa ascoltare…
… o a chi ritorna
per riprendersi il Passato. Giovanni Cacia

Il suo segreto? scoprire la bellezza. Un dono veramente grande, tutto in Giovanni Cacia che unisce una forte razionalità come imprenditore, ma con un anima che va oltre e ci regala con le sue poesie e il suo vissuto interiore.

Messina.
La verità è che rivisito spesso la mia infanzia,
mi è rimasta dentro l’orma di quei cieli
e anche ora che da quel mio albero
è caduta ogni foglia
quei rami sono ancora cosi pieni di voci!
Che pace in quei richiami!
Ogni volta che ci torno
mi nascondo tra le sue nuvole passeggere
e un che di saporoso liquore del mio sangue
m’invade
quando quel pensiero antico
si getta nella mia pelle come un grido…
……………………………………………………………..
e a quel punto a volte piango. Giovanni Cacia

Le terre che mi hanno dato l’anima sono ancora intrise di onde greche… e da quel mare mi arriva una musica senza tempo


Biografia letteraria
BREVE AUTOBIOGRAFIA LETTERARIA
La Poesia ha tenuto a battesimo Giovanni Cacìa fin dalla sua nascita a Messina. La mamma, poetessa e musicista, gli ha sussurrato di arte e lettere fin da piccolo tanto che all’età di 15 anni vince il Premio Mosè. La passione per la poesia non lo abbandona mai, neanche quando si trasferisce a vivere a Milano, dove invece incontra artisti, scrittori e poeti come Alda Merini, e scrittori come Alberto Moravia, Alberto Bevilacqua.
Da oltre trent’anni conduce un salotto letterario “Il Sofà delle Muse” e ha curato la prefazione del libro “ Le mie vie senza tempo” di Danila Porta ( Pellegrini editore).
Da anni scrive di medicina per diverse testate giornalistiche online, oltre ad aver trovato nei social lo strumento per far conoscere le sue poesie. È stato Consulente Editoriale di Benessere e Bellessere, della Rivista Antiaging, di Esteticamente e Natura e Benessere. Poeta, autore del libro “Il Respiro del Tempo”. La sua poetica ha uno stile riconoscibile.

Giovanni Cacia dice di se – Sono nato a Messina ma dopo il liceo classico mi sono trasferito a Padova a studiare prima medicina, poi ho lasciato per psicologia. Poi ho creato dei centri medici imprenditorialmente, e da lì mi sono trasferito a Milano dove sono vissuto 25 anni. A Milano ho aperto una agenzia di comunicazione in campo medico. Da pochi anni vivo vicino CZ, in un paese della presila dove era nato mio padre. Un luogo della memoria e dell’anima per me. Qui riesco a scrivere i miei versi. Il sofà delle muse…

Roma 31 ottobre 2022. Art. di Marina Donnarumma

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MALINCONICA FOLLIA, di Manuela Floris

MALINCONICA FOLLIA, di Manuela Floris

E la tempesta giunse.
Non più zagare in fiore
né gelsomini e mandorli,
non più albe profumate di gioia, non più tramonti d’amore…
ma amara prigione.
senza speranze.

E voló via
come rondine d’inverno,
tra il suo grande amore
e i sogni
mise l’oceano,
che attraversò con il cuore
trafitto.

Per trovare la pace rinunciò
all’unico uomo che avesse
mai amato.

Ma basterà,
tale distanza dell’oceano a darle pace?
O sarà solo malinconica follia?…

LA MARGHERITA BAMBINA, di Manuela Floris

LA MARGHERITA BAMBINA, di Manuela Floris

Sono nel cosmo della mia placenta
nasco come un pulcino nel mio uovo
poetessa viva che mai si accontenta
creo la rugiada sparsa e il giorno nuovo.

Nel ventre di mia madre ora ritorno
avvolta dai miasmi del mio mondo
sono un fiore che sboccia e fa del giorno
la pia regalità … di un girotondo.

Ne fui mai calla con la coppa bianca
o sposa come l’orchidea latina
e benché ogni mia foglia voli stanca
resto la margherita e la bambina.

Fiori di campo, boschi e ciclamini
papaveri e gramigne in biondo grano
di spighe riondeggianti ai venti affini
finché ogni chicco passerà di mano

Tutto sarà falciato in quel raccolto
com’io ritornerò nella placenta
di dimensione cosmica e di ascolto
come una Stella che non si spaventa …

È poi tornerò ancora … e su ogni via
a promanare luce … di Poesia …

C’è stato un tempo di Monique Wittig

Poetessa francese

almerighi

Monique Wittig (1935 – 2003) è stata una poetessa, saggista, teorica femminista e docente universitaria francese È ricordata per la sua visione dell’eterosessualtià vista più come un sistema sociale, che come una categoria naturale.

C’è stato un tempo in cui
non eri schiava, ricordalo.

Camminavi da sola, ridevi,
ti facevi il bagno con la pancia nuda.

Dici di non ricordare più niente
di quel periodo, ricorda…

Dici che non ci sono parole per
descrivere quel tempo,
dici che non esiste.

Ma ricorda.
Fa uno sforzo per ricordare.

O, se non ci riesci, inventa.

*

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UNO SPIRITO DECISO, di Silvia De Angelis

Nella piana di Amarna  il faraone Onuris ama stabilire la sua elegante residenza, indiscussa, naturalmente per solidità ed eleganza.Infatti è immersa in ampi e verdi cortili rettangolari, ravvivati dal turchino d’una piscina in cui sguazzano pesci  variopinti, alla mercè di vistose piante acquatiche.
L’atmosfera vivacissima nelle ore del giorno, si tinge di mistero, nelle ore del buio, velato di sussulti  e aliti arcani , che rendono ancora più intriganti i  respiri di quegli ambienti.
E’ Nefret  la ragazza enigmatica, che da qualche giorno s’addentra fra le stanze della suntuosa dimora e Onuris, che  ne ha notato la presenza, per l’indicibile bellezza , cerca di sondare il terreno, circa notizie che la riguardano,rimanendo il più possibile nell’anonimato.
L’entourage del sommo, rende noto allo stesso,che la donna è una delle ancelle addette al controllo delle stanze e al riordino dei papiri, riguardanti  trame ataviche e tracce di mappe astronomiche, in corso di aggiornamento.
In una sera particolare, in cui l’acqua del Nilo è bassa, e un vento di tramontana fa sentire il suo sibilo, fino all’udito di Onuris, questi si sente pervaso da un incomprensibile inquietudine, che rende agitate e schiuse le sue palpebre….come se una invincibile contrasto, gli impedisse un sonno tranquillo…
Il re, allora, si avvicina al tavolo per bere una morbida tisana, che col suo calore renderà più facile il rilassamento delle ore notturne….ma quando cerca di allungare il braccio, per afferrare la bevanda,  una mano, lo trattiene,accarezzandolo con dolcezza, e con voce suadente. Narra di essere lo spirito di Isis, la figlia morta dopo poche ore dalla nascita. L’eterea fanciulla, afferma, di voler incarnarsi in una delle donne che si addentrano nella residenza, per riprendere, il posto e l’autorità che le spettano, e che le sono sfuggite di mano per la morte prematura.
Onuris è quanto mai sbigottito, per l’incredibile evento, e certo che si tratti di un’allucinazione, si corica, cercando di non dare importanza all’accaduto. Isis insiste, e sedendosi accanto al padre, inizia a parlargli con un tono quasi trascendente, indicando in Nefret, la persona in cui lei immedesimerà il suo spirito.
All’alba il faraone si sofferma con gli scribi per delle missive importanti, quando ecco comparire, bellissima, negli abiti smaglianti, Nefret….subito Onuris torna col pensiero a quanto accaduto la sera prima, ma cerca di convincersi, che ha sognato e chiede udienza alla donna non appena lui avrà congedato gli amanuensi.
Nefret è ragazza dolcissima, e affascinante, e il re è quasi rapito dal suo raffinato porsi e  dalla sua voce aggraziata,mentre lei  lo aggiorna sul significato di complicati geroglifici, riportati sugli antichi papiri.
Ma inaspettatamente, mentre la donna sta esprimendo il suo dire, muta il timbro di voce, assumendone un  altro, assai cupo e velato, e iniziando a muoversi  lentamente… indi si rivolge al sovrano in modo del tutto anomalo,  facendo chiaramente capire che non è altri che Isis, che si è introdotta nel corpo di Nefret, prendendone le  sembianze.
La ragazza fa capire chiaramente al padre che intende portare avanti, in modo definivo, la situazione, ma cercherà di non farlo intendere, al resto dei presenti, nella regia dimora.
Il suo scopo è quello di riappropriarsi di una vita, che le è stata negata sul nascere, per via di una malformazione…ma il suo spirito ha continuato a vivere ed è carico di energia.
Il sovrano è sconcertato, dalla rivelazione di Isis, e molto pensieroso si rivolge, al sacerdote, suo fedele consigliere, e amico,per avere un parere sulla situazione e su che tipo di atteggiamento assumere per l'occasione.
Naturalmente il religioso rende noto al sovrano che nessuno si può impossessare della vita d’un'altra creatura, tanto più che ormai sia stato designato alla tenebra, quindi dona al re un manoscritto, con una formula, che il sovrano dovrà recitare, alla presenza di Isis, per farla tornare nella dimensione remota da cui è venuta.
Così, suo malgrado, e molto combattuto, Onuris decide di optare per la soluzione proposta dal religioso, e non appena Isis è alla sua presenza, recita “il dictat” per farle lasciare il corpo di Nefret…immediatamente la ragazza inizia a tremare, poi innalza un acuto gemito e cade a terra svenuta.
Soccorsa e curata dai medici, dopo molte ore, riprende conoscenza e con grande sollievo del re, la ragazza ha la voce  di Nefret, che è ritornata perfettamente lucida nel suo corpo.
Trascorrono molti giorni e non ve ne è uno in cui  Onuris non pensi a Isis e le dedichi  profondi pensieri affettuosi, anche se fortemente rammaricato per le sue decisioni.
Ma è in un dì fatale, durante un viaggio del faraone sul  Nilo, che d’un tratto, il fiume comincia ad agitarsi e ad elevare  onde altissime, che fanno sobbalzare l’imbarcazione…l’equipaggio precipita rovinosamente in acqua, ed è quel punto che si sente la voce di Isis inferocita, perché è stata fatta tornare, contro la sua volontà, dove non c’è luce, e, per vendetta, attirerà  nella tenebra lo spirito paterno e quello di Nefret, perché soffrano in eterno nella dimensione del buio e  della solitudine.


@Silvia De Angelis

QUELLE DIFFERENZE, di Silvia De Angelis

Talvolta, capita, di trovarsi a parlare con persone che la pensano, in modo diverso, dal nostro iter mentale.

Ascoltiamo il loro colloquiare, intensamente, e non possiamo fare a meno, dentro noi, di constatare che abbiamo dei punti di vista di tutt’altro tipo.

Se intendiamo non intavolare una discussione, che infine potrebbe diventare imbarazzante, annuiamo in silenzio, con un sorrisetto, altrimenti iniziamo un’accesa polemica, che in realtà non porterebbe a buoni risultati, in quanto ognuno, certamente, rimarrebbe della propria opinione.

Ma i motivi di queste diverse osservazioni, della mente, dipendono da una serie infinita di motivazioni: dall’educazione ricevuta in ambito familiare, dalle frequentazioni, dalla cultura, dall’esperienza.

Sono principalmente tutti questi fattori, a modellare la personalità di un individuo, che poi si trova a dover agire in una società collettiva, non facile da gestire, per le precarie situazioni che presenta, a tutti i livelli, nell’epoca che ci ospita.

Sarebbe consigliabile, anche se non sempre si riesce nell’intento, di essere carichi di una certa dose di positività, che dà manforte, in qualsiasi momento complicato, e di tanta  pazienza, per riuscire a raggiungere gli scopi prefissati.

In una società avanzata tecnologicamente, e velocissima, è necessario essere sempre aggiornati per stare al passo con le varie esigenze del quotidiano, cercando di estrapolarne, le cose migliori, e lasciando da parte tutto ciò che è dispendioso e non pratico.

Infine anche se il nostro interlocutore ha idee contrastanti con il nostro pensiero,  evitiamo di colpevolizzarlo, ma accettiamo bonariamente, il suo punto di vista, perché in realtà essere dissimili rende congruo l’andamento della società.

@Silvia De Angelis 

https://silviadeangelis4.blogspot.com/

La scuola in riva al bosco, di Franco Bonvini

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La scuola in riva al bosco

 franco bonvini  Pensieri  26 ottobre 2022 1 Minute

Era speciale la mia scuola in riva al bosco,
dalle pareti di vetro si vedeva come una spiaggia verde
fatta di fili d’erba e margherite per conchiglie
finiva su una fila d’ alberi, dove iniziava il bosco.
Era difficile star fermi nel banchetto
così col bel tempo si usciva a raccoglier ghiande e foglie
e margherite, per contarle o farci le operazioni.
I banchetti erano di quelli verdi, col foro per il calamaio
proprio come quelli della scuola in centro
e anche lì era difficile starci fermo dentro ma non si poteva uscire.
In riva al bosco invece si poteva uscire sul prato,
ascoltare gli uccellini e cantar insieme filastrocche
mettere ghiande in fila e far di conto.
Era davvero speciale
piena anche di bambini speciali
che proprio non riuscivano a star fermi nel loro banchetto.

https://bonvinifranco.wordpress.com

Dove nasce la gioia, di Franco Bonvini

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Dove nasce la gioia

 franco bonvini  Pensieri  26 ottobre 2022 1 Minute

Perchè avrà pure una fonte
un luogo dove se ne sta
nascosta in attesa di sgorgare.
E forse sgorga in note
strappate con ruvida forza
che mandano le valvole in saturazione
e riempiono l’ aria
riecheggiando
in un delay
se pur digitale.
O forse sgorga in una poesia
o anche in una sola parola di quella poesia
che colpisca le corde giuste
saturando un sentimento
e riecheggi per giorni e anni, forse per sempre.
E se invece sgorgasse in colori?
un accostamento tra forme liquide e colori danzanti
che si imprimono nella retina
e non se ne vanno chiudendo gli occhi.
Oppure tutte tre insieme
una danza colorata
che satura gli occhi
e le orecchie
e i sentimenti.
Forse tutto questo sgorga da un inguine di donna
e tu sei tutto questo.

Regina del lago, di Franco Bonvini

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Regina del lago

 franco bonvini  Pensieri  28 ottobre 2022 1 Minute

Sta alla balaustra e guarda il lago
affacciata a un’invisibile finestra
aspettando un’ onda, un segno, un brillare o un guizzo
e si lascia ammirare.
Non le importano le stagioni o gli anni
non teme il freddo o il caldo
nè d’esser dimenticata quando farà l’inverno
la neve le farà un mantello che Primavera poi scioglierà.
Soltanto aspetta e lo sa che tornerai
per guardare il lago insieme
in quei posti che sono sempre stati tuoi.
Ha una spada al fianco per demoni o fantasmi
che non userà mai
nonostante tutti i peccati che le racconterai.

Grafemi d’allaccio infinito

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Grafemi d’allaccio infinito.

Ah, quante leghe e quanti anni

misurare bisogna a che l’amore si spenga?

V’è  misura solo se fu fatuo accidente,

un brillio di illusione che danzava su niente,

ma se vortice fu d’anima e carne passione,

non v’è distanza o assenza che tenga.

Ti basterà nominare l’amante

e ti si farà vivo nell’istante,

perché, sai, l’alchimia del sempre,

mistura di infinito, non galleggia nel tempo.

Oh di lacrime gli occhi riempio

mentre d’Eloisa ed Abelardo leggo,

prigionieri d’ostruzione e violenza

tracciarono grafemi d’allaccio infinito,

segni di un sempre

che non diverrà mai inchiostro sbiadito.

Indicibile

stellare

Un luccicore che viaggia

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Un luccicore che viaggia.

Dicono che le stelle che vediamo

potrebbero già esser svanite.

Un luccicore che viaggia,  disperso nel cosmo,

infinito pulviscolo di particelle

e forse chiamiamo false quelle facelle?

Quelle, proprio quelle, che ci argentano lo sguardo?

Illusione è di luce del sagittario il dardo?

Oh no, ciò che luccica non muore,

fosse pure ricordo di luminoso dolore.

Persiste e trafigge nell’intoccato vuoto

ciò che viaggia oltre il tempo e a cui tu resti devoto.

Indicibile

stellare

Stella polare

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Stella polare

Vedi, figlio mio, quella è l’orsa minore,

diceva mio padre…

-osserva la coda, l’ultimo brillore,

quella è la stella polare,

chiamala, se vuoi piccolo carro.

E mi figurai campi celesti,

lì su su in alto, osservando la volta

lì dal mio giardino di montagna.

-Se un giorno andrai per mare

e la bussola perderai…

segui quella luce, ti darà il nord.

Io vidi nei suoi occhi lo stesso bagliore,

penserò a quelli, al loro nitore,

quando, per terra o per mare,

smarrirò della via l’ardore.

Indicibile

stellare

Basta chiudere gli occhi 30

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Basta chiudere gli occhi 30.

E di natura mi nasce nostalgia. Ch’io amo l’acqua così come anche le solitudini silvane. Mentre ancora soffermo lo sguardo sugli alberi divelti, sui marmi freddi che fanno da giaciglio al barbone smarrito, penso fortemente che questo freddo lo scalda il mare. Quel mare che evapora in respiro donando di salsedine il maestrale che spazza via il grigiore urbano e che regala selvaggio al paesaggio dei palazzi il sibilo della sua purezza. Questo pensiero m’accompagna verso altre solitudini. Eh si! Questo vagare mi fa smarrito. Alzo gli occhi al cielo a cercare il bagliore delle prime stelle, ma l’oscena illuminazione al quarzo tra il castello e la piazza mi obnubila la vista. E penso ad altro mare, ad un mare verde tra pascoli e faggeti, ad un fruscio di foglie che somiglia al soffio ruvido della battigia.

LA MIA VALLE.

Vedi, figlio mio, quella è l’orsa minore,

dice mio padre…

-osserva la coda, l’ultimo brillore,

quella è la stella polare,

chiamala, se vuoi piccolo carro.

E mi figuro campi celesti,

lì su su in alto, osservando la volta

lì dal mio giardino di montagna.

-Se un giorno andrai per mare

e la bussola perderai…

segui quella luce, ti darà il nord.

Io vedo nei suoi occhi lo stesso bagliore,

penserò a quelli, al loro nitore,

quando, per terra o per mare,

smarrirò della via l’ardore.

Indicibile

stellare

Sei un Marinaio o Capitano?

PENSIERO E SENTIMENTO

Sei un Marinaio o Capitano?

V.R.

Scritto in piena pandemia

È un po’ un incubo, se ci pensi: non poter andare dove vuoi, non essere libero di fare ciò che senti, non poter amare chi desideri. 
Viviamo sottostando a regole invisibili, mentre siamo convinti di essere noi al timone. 
E intanto siamo così piccoli, talmente piccoli che bastano degli eventi un poco più grandi di noi a farci barcollare. Allora, ci sentiamo in gabbia, ci comportiamo come se avessimo perso un equilibrio che, in realtà, non avevamo nemmeno prima.

Ah, sì, mi rivolgo a te: ti ricordi anche tu quel via vai di gente, treni in corsa, appuntamenti in ritardo che ti facevano ritornare a casa a un orario decisamente sbagliato per la cena? 
Ricordi quando viaggiare era ormai così tanto scontato, che quasi non ti andava più?
Ci ripensi mai alla sensazione di vivere nel lato giusto del mondo e di essere fortunato per le cose -scontate- che avevi? Gli amici, le solite uscite, i soliti discorsi. Quanto avresti dato per rimanere a casa il sabato sera?

Eccolo, mio caro marinaio, il sogno è stato esaudito; la risposta inattesa, la pausa, la sosta ti aspettano nel tuo salotto di casa.
Ecco che sebbene non sia padrone del tuo destino, almeno puoi fingere di esserlo all’interno del tuo appartamento.
Ecco che quella libertà normale, scontata, superflua, adesso l’hai persa, non ce l’hai più.
Ecco che il “quando potevi farlo, non l’hai fatto” ti bussa alla porta.
E adesso, quasi quasi, ti manca il mare.

Ti sei fermato, marinaio, in questa vita che sembra tutt’un tratto fluttuare?
Ti sei perso? O sai perfettamente che quella è casa tua, che quello è il tuo posto?
Mentre la giostra si è bloccata, tu eri nel luogo giusto oppure no?
Quando la corsa si è arrestata, chi avevi accanto?

Eppure niente è definitivo, vecchio lupo di mare.
Come quell’amore che avevi per l’andare a cavalcioni sulle onde di velluto, di punto in bianco, ti è sparito.
Guarda questo periodo tanto strano e inatteso; figlio del tempo, non temere, anche ciò ha una scandenza.
La Fortuna corre ancora con i capelli al vento e la nuca scoperta; e quando lo farà nuovamente, tu, marinaio, avrai imparato come acciuffarla al suo passare?

Hai visto tanti tramonti e innumerevoli albe che non ti serviva più altro; volevi morire perché stanco dell’apatia, senza accorgerti che attorno ad essa, quella era vita. 
Muoversi, 
correre, navigare, 
sempre andare.
E tu, in che porto ti sei fermato, marinaio? Dove ti ha condotto la nave su cui viaggiavi? Chi la guidava? Chi ha deciso di farti allontanare?
Tanto lo sai che a decidere in quale porto straniero gettare l’ancora, è sempre il conducente.
Dunque, ti sei chiesto chi è il capitano della tua nave? Chi è più il forte, tra di voi? Sei tu che comandi o è lui che decide per te, e tu obbedisci?

Eppure, sai: da dentro la tua casa, fin dentro il tuo ufficio, tu sei libero di volare con l’anima e ad occhi chiusi, planando ad ali spiegate su ogni aspetto della tua vita.
È questo il punto di svolta: adesso hai il tempo di fermarti; ora è tempo di avere il lusso di rivalutare e di rivalutarti.
Allora prendi carta e penna, e comincia a scegliere per te stesso.
Dove vuoi andare, marinaio, alla fine di questo blocco generale?
Dove vuoi che ti spinga il vento?
Vuoi essere marinaio o vuoi essere capitano? 
Come non capisci che è proprio questo il momento per trasformarti in capitano.
E quindi, capitano: che piani hai per il tuo futuro?

Devi sempre avere una valigia pronta con te; devi essere tu quella valigia, pronto a ripartire quando la vita riprenderà il suo normale corso stravagante.
Perciò disegna una mappa, armati di pazienza e di conoscenza.
Tieni gli occhi bene aperti, sii lesto ad acchiappare la Fortuna.
Porta la Prudenza e l’Astuzia, che servono entrambe per cavalcare le onde.
Perché quelle onde ritorneranno, stanne certo, e allora tu sarai nuovamente pronto ad affrontarle.

Eh, Marinaio?
Eh, Capitano?

Adesso, chiudi gli occhi e dormi;
dormi e sogna benevoli mari in tempesta, che movimento non significa presagio di eventi malevoli; ma moto che ti spinge altrove, dove tu non sei ancora stato.
Che domani o forse il giorno dopo ancora, 
sarà un altro anno 
e, giusto in quel momento propizio, ricomincerà al tua vita.