Una protesta di piazza infiamma l’Iran: il popolo chiede un cambiamento e resiste alle repressioni ma si acutizza anche lo scontro con l’occidente.Gabriella Paci  

Non si ferma la protesta dei giovani che sorta da oltre due mesi dopo l’uccisione di Mahsa Amini,la ragazza che non indossava correttamente il velo imposto alle donne a coprire i capelli, anzi si allarga a vaste zone dell’Iran, Un’onda d’indignazione popolare,capeggiata dalle donne  che continua a crescere in ogni angolo (geografico e sociale) dell’Iran e che sta facendo tremare fin dalle fondamenta la Repubblica islamica, con il regime degli ayatollah mai così in difficoltà dalla presa del potere. Un governo che non ascolta, non concede  ma reprime con la violenza ogni dissenso a quanti osano sfidare le regole imposte dalla teocrazia sciita. Secondo l’ agenzia per i diritti umani  (Human Rights Activists News Agency)i dimostranti di cui si è finora accertata la morte violenta sono 336 ma nelle carceri iraniane il numero resta sconosciuto. Tra i primi ,anche ragazzi adolescenti,come la ragazzina  di 14 anni uccisa a bastonate dalla polizia  per aver staccato dal muro la foto di Ali Khamenei

A morte i “nemici di Dio”

Ora si muove anche la magistratura, segno che la protesta, e il pericolo che ne consegue, è cresciuta d’intensità, come se fosse diventata più matura, più consapevole. E’ del 6 novembre scorso la richiesta di condanna a morte per un imputato accusato di corruzione sulla terra, ovvero essere nemico di Dio per aver appiccato il fuoco ad un edificio governativo. Una pena esemplare servirà che non ci sarà clemenza alcuna per chi minerà l’onore e la sicurezza del popolo e dei suoi governanti.

Ciò che preoccupa è anche sapere che si è acutizzato l’odio verso l’America, accusata di fomentare la rivolta e,in generale,verso tutto il mondo occidentale che condanna un governo autoritario che massacra i dissidenti in nome di Dio,

Va infatti sottolineato che per il mondo islamico non c’è separazione tra legge civile e religiosa come avviene invece in gran parte nell’occidente,dove solo alcuni “peccati “ sono considerati “reati”

L’Ue condanna il regime iraniano

Anche la richiesta di condanna a morte ha infatti riacceso il fuoco delle polemiche internazionali. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è detto disgustato s dal comportamento  del regime dei mullah verso i manifestanti .

Il presidente francese Emmanuel Macron l’11 novembre ha ricevuto all’Eliseo un gruppo di manifestanti donne iraniane,rivolgendo loro incoraggiamenti ed elogi per il loro coraggio.I rapporti tra Francia e Iran erano del resto già tesi per il colloquio ora fermo.sul nucleare

 Lunedì scorso l’Unione Europea ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni contro l’Iran. «L’UE condanna fermamente l’inaccettabile repressione violenta dei manifestanti», ha detto Josep Borrell, alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. «Siamo dalla parte del popolo iraniano e sosteniamo il suo diritto di protestare pacificamente e di esprimere liberamente le proprie richieste e opinioni. Oggi stiamo imponendo ulteriori sanzioni ai responsabili della repressione dei manifestanti iraniani. Le sanzioni, confermate anche dalla Gran Bretagna,  prevedono il congelamento dei beni all’estero e il divieto di viaggio per 29 persone tra le quali il ministro dell’interno iraniano e capo della polizia iraniana, Ahmad Vahidi) e di tre “entità”, compresa l’emittente statale Press TV, che secondo il Consiglio dell’Unione Europea  è responsabile delle confessioni forzate dei detenuti.

L’Iran ha respinto definendoli inaccettabili,interventisti e illegali tali provvedimenti appellandosi alla sua sovranità .

Tuttavia un rovesciamento del regime non viene visto come possibile nell’immediato e,forse,neppure auspicabile perché un vuoto improvviso di potere potrebbe scatenare altre lotte intestine, anche se oramai gran parte della popolazione risulta decisamente insoddisfatta della forma di governo in atto..

  Novembre di sangue

La repressione, come la protesta, non è nuova. Nel 2019,una simile ondata di protesta, nata per l’aumento eccessivo dei carburanti ,aveva fatto si che l’ayatollah Ali Khamenei, tuttora in carica, avesse ordinato una repressione in qualunque modo e mezzo e ciò aveva causato una sparatoria da parte delle polizia sui manifestanti e la morte di almeno 1.500 di essi.  Purtroppo nulla lascia pensare che, oggi, il livello di comprensione e di tolleranza possa essere mutato ma è mutato il motivo e i ceti sociali coinvolti.

Oggi persone di diverse estrazioni sociali come  donne madri di famiglia ,impiegati  studenti insegnanti,negozianti,artisti,atleti  protestano per motivi economici ma anche per la libertà di ballare, cantare, vestire come credono ed esprimere liberamente i sentimenti.

Anche volti celebri dello spettacolo sono stati imprigionati e impediti nello svolgimento della loro attività perché coinvolti nelle  proteste. Addirittura è stata istituita una task force  di 10 membri per identificare e tenere sotto controllo gli artisti o gli atleti “ribelli”

Ma i manifestanti resistono a dispetto delle centinaia di vittime e di migliaia di arresti mentre i governo non cede e,anzi il comandante delle forze di terra dell’esercito incita Ali Khamenei ad essere ancora più duro ,sparando a raffica sulla folla Ma si tratta non di nemici ma di ragazzi e ragazze “ribelli”

Ci chiediamo se questo nuovo episodio di ribellione cambierà davvero qualcosa nel chiuso mondo iraniano e se la gente potrà finalmente godere di una maggiore libertà  o se servirà solo a riaccendere la divisione tra mondo arabo e quello occidentale,colpevole di essere un esempio demoniaco e corrotto, lasciando nell’immobilità  il paese

Il colore della poesia: Iris G. DM

Date: 30 novembre 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Sicuramente non conosciamo

sufficientemente cosa sia l’amore,

é facile che ci sfugga,

E’ reale un dito che disegna il contorno delle labbra,

magari ti mordo!

Per assaggiare quel desiderio

che diventa un unico respiro,

brividi e piccole maree.

E’ tardi?

Arriviamo troppo tardi?

Quale è il momento giusto?

C’è una specie di lentezza nelle tue mani,

uno stelo di nebbia, che mi accarezza la schiena.

Oltremare io sento,

nata da corolle d’avorio,

alle spalle della luna,

girata al mondo.

I tuoi baci sono rotondi,

sferici come gocce di pioggia,

cadono umidi e tracciano sentieri,

che asciugheranno la loro luce.

L’ombra lieve delle palpebre chiuse,

sul mio essere imperfetta,

non mi negherà che l’amore non è divino,

ma rendere l’istante una divinità. Iris G. DM

Potrebbe essere un contenuto artistico

Il posto di una donna di Imtiaz Dharker

Poetessa anglo pakistana

almerighi

Imtiaz Dharker (1954) è una poetessa, artista e videomaker britannica nata in Pakistan.

Devi stare attenta alla bocca, soprattutto
se sei una donna. Un sorriso
va soffocato con l’orlo del sari.
Nessuno deve vedere la tua serenità incrinata,
neppure dalla gioia.
Se ogni tanto hai bisogno di urlare, fallo
da sola, ma di fronte a uno specchio
dove puoi vedere la forma strana che prende la bocca
prima che la strofini via.

*

dedico questa poesia a Saman Abbas, scomparsa a Novellara il 30 aprile 2021, vittima della violenza di genere

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CENTRALE MONTEMARTINI, di Silvia De Angelis

Inaugurata il 30 giugno del 1912, la Centrale termoelettrica Montemartini fu il primo impianto elettrico pubblico per la produzione di energia elettrica della “Azienda elettrica municipale” (oggi Acea).
Venne intitolata a Giovanni Montemartini, economista italiano e teorico più autorevole del movimento delle municipalizzazioni delle aziende di servizi ad interesse pubblico.

La costruzione della centrale, su un’area di circa 20.000 mq tra la Via Ostiense e l’ansa del Tevere, fu affidata alla ditta di costruzione in cemento armato dell’ing. H. Bollinger di Milano.

L’aspetto monumentale dell’edificio si giustifica con la volontà di manifestare l’orgoglio della municipalità nel poter provvedere da sola alla produzione di servizi per i propri cittadini. Esigenze funzionali e valore estetico si sposano perfettamente nella struttura sia esterna che interna:

Le pareti laterali lunghe erano scandite dai pilastri su cui poggiavano le capriate paraboliche che reggevano il solaio. Quest’ultimo lungo l’asse principale si interrompeva per raggiungere uno quota più alta e formare un lucernaio con finestre a nastro. Il terrazzo di copertura era formato da una doppia soletta per favorire l’isolamento termico. L’aula era stata divisa in due aree distinte a seconda della tipologia di macchinario installato.
Lo spazio del lavoro veniva poi connotato attraverso una fascia alta circa due metri in “lapis ligneus” culminante con un fregio con un motivo decorativo a festoni, fiocchi e targhe che correva lungo tutto il perimetro. Una serie di eleganti lampioni in ghisa con globi sorretti da bracci arcuati illuminava l’interno. Sulla parete est era stato sistemato un grande schermo con lo schema dell’illuminazione pubblica.

Nel 1933, fu Benito Mussolini in persona ad inaugurare i due giganteschi motori diesel da 7500 Hp Franco Tosi, lunghi entrambi 23 metri, collocati all’interno della sala macchine completamente rinnovata. Un nuovo pavimento a mosaico disegnava intorno alle macchine cornici multicolori,ancora oggi utili a visualizzare l’assetto originario.

Nel periodo fascista, la centrale venne ulteriormente potenziata con lo scopo di sostenere il consumo energetico previsto per la grande Esposizione Universale che nel 1942 il regime intendeva realizzare nella zona sud di Roma per autocelebrarsi, ma in realtà mai organizzata.

Durante i bombardamenti che colpirono la città di Roma tra il 1944-45, anche la Centrale Montemartini subì alcuni danni, ma per fortuna di poca entità. la Centrale Montemartini si fece carico da sola dell’approvvigionamento energetico dell’intera città durante la liberazione. Dopo la guerra fu ulteriormente potenziata.

Nel 1963 la produzione di energia elettrica venne interrotta a cause dell’impianto ormai obsoleto per il quale non risultava più conveniente investire ulteriori risorse.

Il recupero della ex Centrale Montemartini, esempio di archeologia industriale

Per circa 20 anni la centrale rimase abbandonata, finché l’Acea non decise di recuperare la struttura con lo scopo di realizzare uno spazio polifunzionale destinato al terziario.
Su progetto dell’ingegnere Paolo Nervi l’intervento interessò principalmente la Sala Macchine e la nuova Sala Caldaie. I lavori, iniziati nel 1989, furono realizzati nel rispetto delle forme originali, recuperando parte delle decorazioni e dei macchinari originari, tra questi la grande turbina a vapore del 1917.

Il Museo della Centrale Montemartini parte del polo espositivo dei Musei Capitolini di Roma

Nel 1997, in occasione di un ampia ristrutturazione che ha interessato i Musei Capitolini, un centinaio di sculture sono state temporaneamente trasferite all’interno della ex Centrali Montemartini ed allestite nella mostra “Le macchine e gli dei“, creando un dialogo tra archeologia classica ed archeologia industriale.

In un suggestivo gioco di contrasti accanto ai vecchi macchinari produttivi della centrale sono stati esposti capolavori della scultura antica e preziosi manufatti rinvenuti negli scavi della fine dell’Ottocento e degli anni Trenta del 1900, con la ricostruzione di grandi complessi monumentali e l’illustrazione dello sviluppo della città antica dall’età repubblicana fino alla tarda età imperiale.

L’adeguamento della sede a museo, il restauro delle macchine e la sezione didattica del settore archeo industriale sono stati realizzati dall’Acea.

Lo splendido spazio museale, inizialmente concepito come temporaneo, in occasione del rientro di una parte delle sculture in Campidoglio nel 2005, alla conclusione dei lavori di ristrutturazione, è stato confermato come sede permanente delle collezioni di più recente acquisizione dei Musei Capitolini.
Nei suoi spazi continua il lavoro di sperimentazione di nuove soluzioni espositive collegato alla ricerca scientifica sui reperti; l’accostamento di opere provenienti da uno stesso contesto consente anche di ripristinare il vincolo tra il museo e il tessuto urbano antico.

Il museo stesso è inserito all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione della zona Ostiense Marconi, che prevede la riconversione in polo culturale dell’area di più antica industrializzazione della città di Roma (comprendente, oltre alla centrale elettrica Montemartini, il Mattatoio, il Gazometro, strutture portuali, l’ex Mira Lanza e gli ex Mercati Generali) con il definitivo assetto delle sedi universitarie di Roma Tre e la realizzazione della Città della Scienza.(WEB)

Controluce: le maschere

Date: 29 novembre 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Articolo di Marina Donnarumma. Roma 29 Novembre 2022

Per Luigi Pirandello le maschere rappresentano la frantumazione dell’io in identità molteplici ed un adattamento dell’individuo in base al contesto sociale in cui si trova cui. Pirandello faceva la distinzione tra l’essere e l’apparire di ognuno, inteso come uomo. L’autore parlava di “recita del mondo”: l’umanità viveva in un perenne palcoscenico, certo apparentemente costretta a comportarsi in un certo modo. Ciò comportava secondo Pirandello una schizofrenia tra l’essere e l’apparire.

Solo una figura riesce a liberarsi dalle maschere ”il folle”. Non è, forse considerato folle chiunque dica la verità? Non è sempre vero e terribilmente moderno quello che sosteneva Pirandello? Tutta la società è composta da individui che indossano maschere, e nessuno di noi può dire il contrario! Anche noi che lo diciamo, affermiamo, indossiamo maschere o le abbiamo indossate. Tutti noi abbiamo ricevuto false parole, spacciate per verità! Menzogna e maschere viaggiano di pari passo. Fino a che l’individuo non capirà che essere se stessi è il dono più grande, anche nella diversità, ci sarà una società mistificatrice. Nessuno è e sarà quello che è. Abbiamo sconosciuti al nostro fianco. Io direi che ” verba volant, facta manent”, solo cosi può rivelarsi una maschera

Spesso mi domando se siamo quello che dimostriamo oppure quello che nascondiamo. Molti sono abituati ad indossare una maschera per dimostrare agli altri come sono bravi, disponibili, affabili, animatori, sostenitori. Come delle salamandre mimetizzano il loro vero io e hanno la capacità di capire e di carpire come fare ad affascinare. Vogliono essere sempre i protagonisti delle scene, costruiscono una facciata cosi reale da sembrare reale. Questi appartengono alla categoria degli affabulatori, cioè quelli che incantano con le loro parole e i loro modi. Ne incontriamo ogni giorno, ogni giorno ognuno di loro ci incanta e poi ci uccide. Si uccide in molti modi, non solo con un arma ma, anche con le parole quando sono false e ipocrite. La caratteristica degli affabulatori è la vigliaccheria e non affrontare le situazioni di petto ma, facendo le vittime .In realtà sono loro che mietono vittime, con un indifferenza cosi glaciale che sconvolge. Ne fanno parte uomini o donne che nascondono quello che in realtà sono. Avere a che fare con queste persone è distruttivo ma evitarle è impossibile, perché quando te ne accorgi solitamente è troppo tardi. A questa categoria appartengono ad esempio i politici, i traditori seriali che negano fino alla morte e tutte quegli individui soprattutto maschili che hanno anche un certo carisma, perché se non l’avessero non attirerebbero l’attenzione e gli interessi.

Hanno una forte componente narcisistica che li porta ad avere anche una sorta di disprezzo nei confronti del prossimo, che mascherano sapientemente e non esitano a camminare sui cadaveri delle persone che manipolano per i loro scopi, qualsiasi siano. Molti di loro sono anaffettivi, smettono di sembrare sinceri e disponibili quando ormai l’altro costituisce, secondo loro, un problema. Riempiono di belle parole ma, quando si tratta di agire passano ad altro nascondendo l’”effettiva realtà con menzogne, scuse e troncano i rapporti facendo in modo che la colpa ricada sulla vittima designata e quest’ultima è capace anche di sentirsi in colpa. Poi ci sono le persone che sono quello che dimostrano di essere e solitamente sono le vittime degli affabulatori.

Alla fine è un mondo quasi tutto di maschere, è un mondo triste perché in ognuno vorresti scoprire la bellezza del proprio essere. Per quanti sforzi facciamo queste persone si nascondono bene e la categoria delle persone che sono sempre quelle che sono, in genere vedono sempre la parte bella degli altri, pensano che tutti possano essere uguali dentro e fuori. Se tu sei onesto, pensi che anche gli altri siano come te. Se non sei abituato a mentire o lo fai per mascherare situazioni gravi e in casi del tutto eccezionali, sei del parere che anche gli altri siano così. Vivere nella menzogna è cosa grave e cosa grave è arrivare a credere alle proprie bugie. Possiamo salvarci da queste persone? Sinceramente non lo so. Dobbiamo fidarci in genere? Sinceramente non lo so. Si può vivere non fidandosi continuamente. Questo lo so. Non si può vivere non fidandosi mai, bisogna pur vivere e alla fine le persone sincere dimostrano sempre attraverso i fatti quello che sono. Prima o poi la maschera cade, quest’ultimi però saranno pronti ad indossarne altre.

Articolo di Marina Donnarumma. Roma 22 novembre 2022

Preghiera

Di Frida la loka (Lombardia)

Ho pregato; lontana oramai del Sacro.

In una piccola chiesa abandonata da Dio.

Le mie mani consunte, una sull'altra,

mi son pure inginocchiata, davanti all'altare pieno di polvere.

Ho pregato; ho chiesto perdono.

Con la fatica di chi vive nel profano, ho cercato evocare antiche parole, sante...

Occhi chiusi e percezione di anime che chiedono salvezza vagabano in giro.

Odore acre d'incenso secolare coprono i muri.

Mi scrutano, le Vergini bellate di ragnatela fine.

Un vecchio organo dall'alto filtra tenui raggi come lanterne.

Mi distraggo, qualcuno ha appena acceso una candela, ma non si vede nessuno.

Stranita e agitata, esco...
Libreria multimediale W.press

Tua

29 novembre, 2022.

Dal blog personale di:

http://fridalaloka.com

Ripubblicato su:

http://alessandria.today

Women in love – Keith Beckingham con tre poesie di Mary Oliver

Musica e poesia

almerighi

Un visitatore
.

Mio padre, per esempio,
che una volta era giovane
e con gli occhi blu,
ritorna
nelle notte più buie
in veranda e bussa
selvaggiamente alla porta,
e se io rispondo
devo essere preparata
al suo volto di cera,
al suo labbro inferiore
gonfio di amarezza.
E così, per lungo tempo,
non ho risposto,
ma ho dormito a tratti,
tra le ore del suo bussare.
Ma alla fine venne la notte
in cui sgusciai fuori dalle lenzuola
e con passo incerto scesi nell’ingresso.
La porta si aprì
ed io seppi d’essere salva
e che potevo sopportarlo,
patetico e vuoto,
con persino il minore dei suoi sogni
congelato dentro se,
senza più meschinità.
E lo accolsi e lo interrogai
dentro casa,
e accesi la lampada,
e lo guardai nei suoi occhi assenti,
nei quali vidi finalmente ciò che un bambino deve amare,
vidi ciò che l’amore avrebbe potuto fare

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I SOCIAL, di Silvia De Angelis

Il mondo sembra allargarsi sempre di più, infatti ognuno di noi può “decantare” la propria opinione sui social. In questi contenitori variegati, ormai, leggiamo le notizie e i pareri più disparati, perché ogni individuo, si sente in dovere di scrivere il proprio pensiero, i propri crucci e soprattutto la propria critica, spesso acerba, rivolta ad altre persone.

Ci siamo abituati a leggere di tutto, su queste piattaforme virtuali, e non ci meravigliamo più, nel constatare che il livello culturale e sociale della collettività, molto spesso è di basso livello culturale, ed esageratamente portato alla contestazione su qualsiasi argomento della nostra vita.

La gente pensa che possa scrivere di tutto, anche mancando di rispetto al prossimo, e creando un notevole disagio a chi legge anche con delle notizie travisate, o riportate in modo del tutto scorretto.

Credo che il web, in genere, comodissimo per molte attività, anche lavorative, racchiuda in sé anche dei lati oscuri, che andrebbero controllati, anzi del tutto eliminati, per evitare che persone sotto falsi nomi, possano approfittare della libertà di scrivere, per danneggiare gli altri o per pubblicare notizie false e allarmanti, che tanto nuocciono alla comunità.

Purtroppo, invece di prendere in considerazione il lato positivo di una piattaforma web, alcuni personaggi ne fanno tappa di malessere e comunicazioni ingannevoli, senza rendersi conto che creano danno anche a sé stessi,  soprattutto nel modo acre, e nocivo, di mettersi in

cattiva luce.

Comunque sono sempre esistite persone corrette, e altre subdole e diseducate, che andrebbero sradicate dalla nostra società…..impresa ardua e quasi del tutto impossibile!

@Silvia De Angelis

La frana di Ischia- Casamicciola

Dal blog https://parolelibere.blog/2022/11/28/la-frana-di-ischia-casamicciola/

Dalla pg FB di Antonello Di Iorio

·Oggi ho effettuato un sopralluogo nella zona di distaccamento della frana che ha colpito il Maio, zona Via Cellario. Per arrivare sul luogo sono partito dal Cretaio ed ho raggiunto la Cava Puzzillo al di sotto della sorgente di Buceto! Purtroppo smottamenti e frane sui percorsi campestri mi hanno impedito di attraversare la suddetta Cava Puzzillo. Ho cercato di arrivaci passando al di sopra della sorgente di Buceto, purtroppo anche lì era franato. Ho deciso di imboccare la il percorso che va per i Cantoni e passa al disopra di Cava Puzzillo e Cava Sinigallia, anche qui diverse frane di piccola entità si sono staccate dalla montagna e sono precipitate verso il basso.Sono quindi arrivato alla zona Cellario ed ho individuato a circa 600 metri sul livello del mare una frana di grande identità che si è staccata dalla montagna ed ha travolto quasi tutte le case che si trovavano sulla sua strada!Si tratta di terriccio inzuppato/saturo di acqua che poggia su uno strato di argilla solida! L’argilla altamente scivolosa ha fatto si che una parte del terriccio saturo d’acqua potesse scivolare facilmente verso il basso travolgendo le case che erano sul suo cammino.

Le figure da 1 a 7 documentano lo strato argilloso con sovrapposto terriccio saturo di acqua ed inglobamento di blocchi tufacei. Dalle foto si riconosce che vi sono ancora blocchi in bilico di diversi metri di diametro che alla prossima pioggia avranno facilità a scivolare verso il basso!

La figura 6 indica lo stato di saturazione del terriccio.

E le figure 8-10 indicano ove finisce lo strato di scivolamento argilloso e ove inizia il canalone che ha portato i detriti a valle.Inoltre il terriccio scivolato verso il basso ha indebolito del tutto la zona, quindi il restante terriccio alle prossime piogge avrà gioco facile per poter scivolare verso il basso. Invito caldamente i responsabili a mettere la zona in sicurezza prima dell’arrivo di nuove abbondanti piogge! Il pericolo è ancora imminente e potrebbe costare altre vite umane!

L’abbondante materiale franoso versatosi a Piazza Bagni si è comunque distaccato dalle pareti di Cava Ervaniello e Cava Sinigallia. Distacco di terriccio ed alberi si notano da lontano anche in zona Monte Cito e Pizzone, il materiale distaccato non è comunque ancora arrivato a valle.Cava Puzzillo, con il distacco di materiale nella zona alta, deve essere monitorata e messa in sicurezza in quando, con acquazzoni forti, il materiale distaccato può raggiunge facilmente il centro abitato di Piazza Bagni, via Pio Monte della Misericordia (via Lava!) ed il porto di Casamicciola.

Riassumendo buona parte del versante nord e specialmente Casamicciola Terme, dopo la tragedia del 26.11.22, sono ancora ad alto rischio per quando riguarda lo slittamento di frane che poi indebolendo i versanti da cui si staccano, impostano altre frane.#ischia#casamicciola#frana

Disturbo da ansia di malattia: la paura che il corpo possa tradire. Mariangela Ciceri Psicologa Alessandria

Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava 

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Disturbo da ansia di malattia: la paura che il corpo possa tradire.

Quello che ci fa stare male, che non riusciamo a comprendere, ad esprimere o ad accettare, non finisce nell’oblio ma si «nasconde» e attende il modo, l’occasione migliore per uscire e mostrarci, stupendoci, quanto non sia possibile ignorare ciò che crea difficoltà.

L’uso del corpo come espressione di malesseri fisici, che fisici «non sono», aveva attirato già l’attenzione di Freud sebbene tendesse a credere che la somatizzazione (che nei casi più gravi veniva classificata come «conversione isterica») fosse una patologia prevalentemente femminile. 

Occorressero anni, studi e cambiamenti socio-culturali per consentire anche all’uomo di identificare pubblicamente le sue ansie, paure, difficoltà e quindi orientare gli studi sulla somatizzazione in modo più ampio ed utile.

Oggi sono molte e in aumento le persone che, colte o immerse in periodi di difficoltà concreta, preferiscono «tacere» e non dare voce al malessere che connota i loro vissuti, nella speranza che i problemi si risolvano da soli.

Nella maggior parte dei casi, le emozioni e le preoccupazioni vengono «messe a tacere» con l’uso di farmaci tanto da essere diventati i farmaci maggiormente acquistati e usati.

Se da un lato il trattamento dell’ansia che accompagna alcuni momenti della nostra vita vada valutata e contenuta anche con la farmacologia, dall’altro poter condividere i pensieri che stanno alla base di tale malessere è un passo utile e importante.

Mentre un tempo si parlava di ipocondria, oggi il DSM-5 definisce quella situazione in cui ogni segno che proviene dal corpo (mal di pancia, mal di testa…) viene interpretato in modo sbagliato: Disturbo d’ansia da malattia.

Cos’è e come si manifesta?

È un modo scomodo di essere in rapporto con il proprio corpo. Anziché ascoltarlo, si tende ad averne paura e percepirlo come qualcosa di pericoloso che può tradirci e che non è in grado di offrirci alcun momento di serenità.

Una volta innescata questa modalità di pensiero non ci saranno medici, specialisti o esami clinici capaci di far star meglio. Internet e le informazioni che possono essere trovate non fanno altro che aggravare lo stato d’ansia che alla fine farà perdere di vista ogni altre attività relazione e occupazione sottraendo le energie disponibile e canalizzandole verso il tentativo di trovare una diagnosi giusta allo star male.

Da dove arriva questa eccessiva preoccupazione per la salute? Come ha trovato il suo terreno fertile nei pensieri di chi vive il benessere fisico come qualcosa di irrealizzabile?

Come la maggior parte, se non tutti, i disagi emotivi, dall’infanzia. Dall’essere stati bambini ammalati e quindi non aver superato lo stress legato all’esperienza.

Dall’aver avuto genitori ansiosi, rispetto alla salute che hanno interpretato erroneamente ogni malessere passeggero, come il possibile sintomo di una patologia più grave.

Dall’aver avuto in famiglia persone affette da gravi patologie e non essere aiutate a comprendere ed elaborare le emozioni che si provavano.

Dal non percepire sé stessi sufficientemente forti oppure non trovare il modo di esprime con le parole, una fragilità emotiva che ha le sue ragioni di esistere.

Dal non riuscire a fidarsi degli altri e quindi nutrire il bisogno esasperato di poter controllare gli eventi anche attraverso comportamenti ossessivi quali il dovere dimostrare di «avere qualcosa che non va»

Dal bisogno di richiamare l’attenzione su di sé

N.B: alla base di ogni ansia rispetto allo stato di salute del proprio corpo ci sono motivazioni reali e non immaginarie. Chi soffre di Disturbo d’Ansia di malattia vive costantemente in uno stato di incertezza, paura, terrore. Non è una «malattia immaginaria» e pertanto merita attenzione e rispetto.   

Mariangela Ciceri

Sono psicologa clinica e forense. Come clinica mi occupo di consulenza e supporto psicologico sia individuale che di coppia, di psicodiagnostica, di sostegno alla genitorialità, di psico-geriatria, di orientamento scolastico e professionale. Come libera professionista in ambito giuridico e forense il mio ruolo è quello di consulente nella valutazione del danno psichico dovuto ad eventi traumatici, di valutazione delle competenze genitoriali in caso di separazione e divorzio, di mediazione familiare. Conduco inoltre laboratori di comunicazione, psicologia sociale, uso della scrittura come strumento di consapevolezza e problem solving, al fine di facilitare il superamento di criticità emotive.

Alessandria

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Cultura. Libri e eventi: Nuove uscite e presentazioni a cura di Loredana Cella

Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava 

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Ricevo e pubblico con piacere quanto segue: 

La ringrazio a nome mio, dell’Associazione AEDE e del Dott. Paolo Menconi  per l’articolo sul libro delle Fiabe Piemontesi.

In allegato Le invio i libri di cui sono curatrice con le locandine dei nuovi appuntamenti.

Taccuino Piemontese nato quest’anno dopo la fortunata antologia Piemontesi per sempre del 2019 Casa Editrice Edizioni della Sera.

Sempre da pochi giorni è in vendita Chiacchierate Torinesi di cui sono curatrice. Sempre Edizioni della Sera.

Il 03/12/2022 ci sarà alla De Amicis la presentazione del Taccuino e il 19/12/2022 saremo al Circolo dei Lettori ore 21.00.

In allegato Le invio anche il link nel caso Lei voglia essere presente.

Le scrivo due parole al mio riguardo.

Sono curatrice per Edizioni della Sera di libri sul territorio. Scrivo racconti per Giulio Perrone Editore e altre varie case editrici.

Il mio primo libro 10 anni fa con la Graphot Piazza Statuto e Porta Susa. Organizzo eventi e aiuto nella pubblicazioni di libri di altri autori.

Il mio evento più bello a Claviere l’anno scorso e la presentazione alla Feltrinelli di Torino per Chiara Moscardelli.

Tutte queste cose svolte con immensa passione e allegria. Perché nonostante gli intoppi di percorso è sempre bello relazionarsi con le persone e scoprire nuovi mondi.

WALKABOUT IN TOUR A MILANO

Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava 

Social Media Manager – https://alessandria.today/

Venerdì 1, sabato 2 dicembre 2022, ore 15.45 – domenica 3 dicembre, ore 14.45

WALKABOUT IN TOUR A MILANO

IL PROGETTO FIRMATO DA SONIA ANTINORI CON LUCIA BALDINI E ARLO BIGAZZI ARRIVA A MILANO PER SCOPRIRE CON RUGGERO FRANCESCHINI IL QUARTIERE MULTIETNICO DI VIA PADOVA

Il viaggio visionario nel mondo di oggi sulle tracce delle Vie dei Canti di Chatwin si arricchisce di un nuovo formato e di un nuovo compagno di avventura

WALKABOUT – il progetto performativo che nasce dalla fusione di materiali testuali basati sui viaggi di Sonia Antinori con la ricerca visiva-visuale della fotografa Lucia Baldini e con la ricerca sonora-musicale del compositore musicista Arlo Bigazzi – verrà presentato a Milano nel formato passeggiata/promenade, per la regia e co-progettazione di Ruggero Franceschini, artista dell’ultima generazione di creativi che infonde al progetto una visione cosmopolita.

Nei giorni di venerdì 1 e sabato 2 dicembre (ore 15.45) e domenica 3 dicembre (ore 14.45) la performance itinerante attraverserà il quartiere multietnico di via Padova (punto di ritrovo M1 fermata Pasteur, uscita Via dei Transiti). “È un quartiere ingiustamente con una brutta fama e a me, che ci vivo, – sottolinea Franceschini – interessa sovvertire questa narrazione di insicurezza. L’obiettivo è creare una cartografia di quest’area attraverso una performance che rovesci la narrazione stereotipata di quartiere poco sicuro, anche perché abitato da tanti migranti”.

Nella versione milanese le immagini di Lucia Baldini vengono rimpicciolite e utilizzate per hackerare, per intervenire nello spazio pubblico sommandosi al tramestio, al rumore visivo che caratterizza le nostre città, dove ogni centimetro quadrato è occupato dalla pubblicità. Mentre invece i suoni di Arlo Bigazzi e la voce di Sonia Antinori hanno una funzione opposta, di isolamento, perché vengono trasmessi tramite un paio di cuffie wi-fi di cui verranno dotati i partecipanti. In questo modo saranno isolati dal fragore, dal traffico della vita metropolitana.

“WALKABOUT è soprattutto una sperimentazione continua – spiega Franceschini –; non ha ancora raggiunto né forse raggiungerà una totale perfezione, anche perché soprattutto nella versione dello spazio pubblico potrà essere applicata a differenti contesti, nutrendosi ogni volta dei diversi quartieri, dei diversi paesi paesaggi, territori che abiterà. Il mio intervento artistico ha proprio una funzione di cartografia, così come il “walkabout” cerca di rendere familiare l’ambiente inospitale del deserto. Perché l’atto di camminare, come ci insegna Francesco Careri nel suo Walkscapes,è un atto performativo in sé, ma anche un atto di pensiero (thinking by walking)”.

WALKABOUT

di Sonia Antinori

narrazione visiva Lucia Baldini

passeggiata a cura di Ruggero Franceschini

regia Ruggero Franceschini

musiche originali Arlo Bigazzi

una produzione MALTE 

con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Marche

Venerdì 1, sabato 2 dicembre, ore 15.45 

domenica 3 dicembre, ore 14.45

Quartiere di via Padova 

punto di ritrovo M1 fermata Pasteur, uscita Via dei Transiti

Biglietto: 3 euro

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

340 694 5608

info@maltezoo.eu

http://www.maltezoo.eu

I tesori della “Valmadonna Trust Library”. Manoscritti e incunaboli ebraici dal X° all’XVI° secolo

Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava 

Social Media Manager – https://alessandria.today/

I tesori della “Valmadonna Trust Library”. Manoscritti e incunaboli ebraici dal X° all’XVI° secolo

Lunedì  5 dicembre  alle ore 17.00 presso la  Biblioteca Civica “Francesca Calvo” di Alessandria, piazza Vittorio Veneto 1, verranno illustrati  I tesori della “Valmadonna Trust Library”, importante raccolta  di manoscritti e volumi a stampa in ebraico del collezionista Jack Lunzer che costituì il fondo oltre mezzo secolo fa.

Lunzer, nato ad Anversa da famiglia ebrea nel 1924, ha raccolto, in ogni parte di Europa e nel mondo, testi scritti o stampati in ebraico, collezionando circa tredicimila volumi, alcuni rarissimi, se non addirittura unici: Bibbie scritte a  mano, tomi introvabili, pagine che hanno attraversato secoli di storia e migliaia di chilometri per giungere nelle sue mani.

Negli anni dell’immediato dopoguerra, Lunzer frequentò molto Alessandria, ospite  della famiglia Vitale. Quando si trattò di scegliere  il nome della sua fondazione, Lunzer pensò a Valmadonna, in ricordo dei luoghi frequentati. Nacque così la “ Valmadonna Trust Library”,  la più  grande collezione privata del mondo di libri in ebraico.

La collezione comprende opere provenienti da tutto il mondo e riflette gli interessi personali di Lunzer, in particolare per l’Italia “culla della stampa ebraica”. Molti pezzi risalgono ai primi anni della stampa  in ebraico, che apparvero in Italia (Barco, Bologna, Brescia, Casal Maggiore, Ferrara, Mantova, Napoli, Piove di Sacco, Reggio di Calabria, Roma, Soncino), in Spagna (Guadalajara, Híjar, Zamora), in Portogallo (Faro, Leiria, Lisbona) e nell’Impero Ottomano (Costantinopoli). Oltre il 60% delle edizioni sono state pubblicate in Italia.  

Nel 2017 la raccolta, ritenuta la più importante collezione privata di manoscritti e libri rari ebraici del mondo, venne acquistata  dalla National Library of Israel (NLI).

A introdurre l’incontro di lunedì 5 dicembre,  la prof.ssa Paola Vitale Delegata della Sezione di Alessandria della Comunità Ebraica di Torino e Milo Hasbani Vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI.

A seguire gli interventi dei relatori, il dott. Angelo Piattelli curatore della collezione “Dr. David e Jemima Jeselsohn” di Zurigo che illustrerà la collezione della Valmadonna Library e   Mons. Pierfrancesco Fumagalli della  Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano che nella sua relazione “Alle origini dell’Umanesimo” descriverà un antico manoscritto ebraico illustrato inserito in una Bibbia ambrosiana.

Concluderanno Don Marco Visconti Direttore della Biblioteca del Seminario di Alessandria, la Dott.ssa Alessandra Rivera Presidente della Società Cooperativa Arca, la  dott.ssa Paola Ottone, responsabile dell’Ufficio  Tutela del Patrimonio librario della Biblioteca Civica di Alessandria. 

L’evento è stato realizzato grazie alla collaborazione del Centro Servizi per il Volontariato Asti Alessandria, l’azienda  CulturAle Costruire Insieme, L’Associazione La Vita Buona, L’Associazione Valmadonna Insieme.

Info: biblioteca.civica@comune.alessandria.it

Telefono: 0131 515911-917

I tesori della “Valmadonna Trust Library”. Manoscritti e incunaboli ebraici dal X° all’XVI° secolo

Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava 

Social Media Manager – https://alessandria.today/

I tesori della “Valmadonna Trust Library”. Manoscritti e incunaboli ebraici dal X° all’XVI° secolo

Lunedì  5 dicembre  alle ore 17.00 presso la  Biblioteca Civica “Francesca Calvo” di Alessandria, piazza Vittorio Veneto 1, verranno illustrati  I tesori della “Valmadonna Trust Library”, importante raccolta  di manoscritti e volumi a stampa in ebraico del collezionista Jack Lunzer che costituì il fondo oltre mezzo secolo fa.

Lunzer, nato ad Anversa da famiglia ebrea nel 1924, ha raccolto, in ogni parte di Europa e nel mondo, testi scritti o stampati in ebraico, collezionando circa tredicimila volumi, alcuni rarissimi, se non addirittura unici: Bibbie scritte a  mano, tomi introvabili, pagine che hanno attraversato secoli di storia e migliaia di chilometri per giungere nelle sue mani.

Negli anni dell’immediato dopoguerra, Lunzer frequentò molto Alessandria, ospite  della famiglia Vitale. Quando si trattò di scegliere  il nome della sua fondazione, Lunzer pensò a Valmadonna, in ricordo dei luoghi frequentati. Nacque così la “ Valmadonna Trust Library”,  la più  grande collezione privata del mondo di libri in ebraico.

La collezione comprende opere provenienti da tutto il mondo e riflette gli interessi personali di Lunzer, in particolare per l’Italia “culla della stampa ebraica”. Molti pezzi risalgono ai primi anni della stampa  in ebraico, che apparvero in Italia (Barco, Bologna, Brescia, Casal Maggiore, Ferrara, Mantova, Napoli, Piove di Sacco, Reggio di Calabria, Roma, Soncino), in Spagna (Guadalajara, Híjar, Zamora), in Portogallo (Faro, Leiria, Lisbona) e nell’Impero Ottomano (Costantinopoli). Oltre il 60% delle edizioni sono state pubblicate in Italia.  

Nel 2017 la raccolta, ritenuta la più importante collezione privata di manoscritti e libri rari ebraici del mondo, venne acquistata  dalla National Library of Israel (NLI).

A introdurre l’incontro di lunedì 5 dicembre,  la prof.ssa Paola Vitale Delegata della Sezione di Alessandria della Comunità Ebraica di Torino e Milo Hasbani Vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI.

A seguire gli interventi dei relatori, il dott. Angelo Piattelli curatore della collezione “Dr. David e Jemima Jeselsohn” di Zurigo che illustrerà la collezione della Valmadonna Library e   Mons. Pierfrancesco Fumagalli della  Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano che nella sua relazione “Alle origini dell’Umanesimo” descriverà un antico manoscritto ebraico illustrato inserito in una Bibbia ambrosiana.

Concluderanno Don Marco Visconti Direttore della Biblioteca del Seminario di Alessandria, la Dott.ssa Alessandra Rivera Presidente della Società Cooperativa Arca, la  dott.ssa Paola Ottone, responsabile dell’Ufficio  Tutela del Patrimonio librario della Biblioteca Civica di Alessandria. 

L’evento è stato realizzato grazie alla collaborazione del Centro Servizi per il Volontariato Asti Alessandria, l’azienda  CulturAle Costruire Insieme, L’Associazione La Vita Buona, L’Associazione Valmadonna Insieme.

Info: biblioteca.civica@comune.alessandria.it

Telefono: 0131 515911-917

Autunno di Vicente Huidobro

Il grande innovatore della poesia sudamericana

almerighi

Vicente Huidobro (Cile, 1893 ‑ 1948). Padre del creazionismo e uno degli autori più rilevanti della poesia ispanoamericana del secolo XX.

Porto negli occhi
Il calore delle tue lacrime…
Le ultime.
Ormai non piangerai più.
Sui sentieri
Giunge l’Autunno
E porta via tutte le foglie.
Oh, che stanchezza!
Una pioggia di ali
Copre la terra.

.
(Traduzione di Gabriele Morelli)

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Oscar Garcia Junyent

Il mondo del calcio si ferma, un dramma senza fine…

Il mondo del calcio si ferma, un dramma senza fine...

Un dramma senza fine

Un dramma senza fine e assolutamente innaturale ha colpito la vita di Oscar Garcia Junyent, ex giocatore e attuale allenatore di calcio.
Dopo mesi di lotta contro una brutta malattia, si è spenta per sempre la sua figlioletta.
Ad annunciarlo ci ha pensato lo stesso mister, pubblicando una foto che lo ritrae insieme alla piccola e accompagnandola con uno struggente addio.

La vita a volte è crudele

Veder morire un figlio o una figlia è un episodio che la natura non dovrebbe prevedere e che non dovrebbe mai succedere. Tuttavia, la vita a volte è crudele e il destino sceglie persone che devono affrontare questa montagna insormontabile di dolore.

Qualche anno fa, precisamente nel 2019, il mondo del calcio mondiale si era stretto intorno a Luis Enrique, ex calciatore spagnolo e allenatore di diverse squadre prestigiose, compresa la nazionale del suo paese.

Sua figlia, la piccola Xana di soli 9 anni, volò in cielo pochissimi mesi dopo che le venne diagnosticato un osteosarcoma. Praticamente un tumore delle ossa, che nella maggior parte dei casi si manifesta proprio nei bambini e negli adolescenti, quando l’osso è in fase di crescita.

Continua su Bigodino.it

Sinfonie di novembre. Roma. ESPERART di Flora Rucco

Sinfonie di novembre

Un nuovo appuntamento a cura di Flora Rucco nel salotto culturale Interno 4

Domenica 27 novembre alle ore 19 a Interno 4 in via della Lungara 44 a Roma appuntamento con ESPERART di Flora Rucco che presenta “Sinfonie di Novembre” serata artistica della rassegna di arte e cultura “Trascendenze”. Una serata dedicata agli artisti nati sotto il segno del sagittario, nello zodiaco hanno maggiore propensione all’esplorazione del diverso o del lontano da sé. Interverranno: Flora Rucco, pittrice, Luciana Capece, poetessa, critico letterario, Loreta Carnevale, scrittrice, Enzo Carnevale, regista, autore, Sonia De Meo, attrice psicologa, Lucia Batassa, attrice, drammaturga, Manuela Di Salvia, attrice, autrice del libro “Il viaggio”, Giuseppe Cataldi, cantautore, Anna Avelli, poetessa. Presenta Chiara Pavoni. Aperitivo artistico. 

Racconti: Noi donne sotto un apparenza fragile e gentile, nascondiamo una grande forza e volontà, di Marina Donnaruma

Noi donne sotto un apparenza fragile e gentile, nascondiamo una grande forza e volontà. Stranamente la nostra fragilità ci fa essere forti , energiche, combattive.Siamo idealiste e romantiche, crediamo nella forza dell’amore e pensiamo che tutto possa cambiare grazie a questo sentimento grande che ci appartiene. Cambiare, cambiare si può per amore, questo lo crediamo e quasi mai avviene.

La nostra forza fisica è limitata e proprio per questo siamo tenaci, resistenti, perspicaci, abbiamo una sopportazione del dolore fisico e morale che nessun uomo possiedera’mai! Amiamo sempre, anche a costo del martirio fisico e psicologico! Amiamo perché pensiamo che per amore si possa cambiare! Noi lo facciamo, per i nostri figli, per il nostro compagno o semplicemente perché dobbiamo adattarci.

Viviamo sempre in mezzo a sentimenti di colpa, ho sbagliato, ho fallito, non sono stata capace! Se veniamo trattate male, pensiamo che il nostro comportamento ha generato quel tipo di situazione. Se veniamo schiaffeggiate, prese a calci, controllate, minacciate, pensiamo che forse siamo noi generare un certo tipo di comportamento!

La violenza fisica è visibile, la violenza psicologica invece non è visibile, possiamo viverla ogni giorno, siamo colpevoli di ogni cosa, la casa non è pulita abbastanza, il cibo fa schifo, non sei capace a fare la madre, figli e compagni che ti prendono a male parole. Non ti senti all’altezza, non ti senti adatta, tutto ciò che fai è sbagliato, fatto male!

Sei una poveretta, non capisci nulla e noi donne ad ascoltare il cumulo di parole che ci cadono addosso, prima come pietre poi come macigni che ti schiacciano e ti annullano. L’uomo è forte fisicamente e con le parole ma, fragile dentro e l’unica arma contro di noi è la sua forza e la sua violenza. Ci distrugge con l’unica arma che sa di possedere, la forza fisica.

Quando l’uomo perde terreno e sa che le violenze verbali, fisiche non bastano più per tenersi la sua donna, di proprietà, sa che dovrà compiere l’atto estremo, ucciderla, ucciderle i figli, sfigurarla con la complicità di una società che scusa e perdona la fragilità del povero uomo! Nessuno riesce a fermarli, nessuno ha la volontà di fermarli, nessuno li condanna abbastanza duramente e noi continuiamo a morire, morire perché abbiamo amato, morire perché abbiamo sperato, morire perché dovevamo morire per un amore malato che invece speravamo di cambiare.

L’ennesimo delitto in cui l’uomo manifesta la sua paura e fragilità ma, anche l’ennesimo fallimento dell’essere uomo. Non si può chiamare uomo chi compie un atto cosi bestiale, non portiamo fiori a tutte le donne morte per mano di un essere che uomo non è, portiamo a tutte le donne giustizia una volta per tutte. Iris G. DM

SOLTANTO, di Dario Menicucci “Le Mie Poesie”

Dario Menicucci “Le mie poesie”

  · 

SOLTANTO

Soltanto

la frenesia

mi ha trascinato.

Ma la notte

alle porte

mi aspetta.

Potessi

semplicemente

addormentarmi.

Chiudere gli occhi

per quietare

i pensieri.

Ma so già

che non

ci riuscirò.

Eppure

sono così

esausto.

Stanco

di lottare

con le nostalgie.

Soltanto

avrei voluto

invecchiare insieme.

Dario Menicucci

CANTA, di Massimiliano Giannocco. Poesia tratta dal libro “Notturno stellato”, Europa Edizioni, 2022

CANTA, di Massimiliano Giannocco. Poesia tratta dal libro “Notturno stellato”, Europa Edizioni, 2022

di Massimiliano Giannocco

CANTA

Canta la gioia di vivere,

canta le emozioni 

e, se ti va, pure i dolori, 

che poi sono come il retrogusto 

amaro del cuore

su cui banchettano i vicini.

Canta sulla base musicale

di fisarmonica, fiati e violini,

fanfara allegra e malinconica

di balli gitani sotto

i portici dell’anima.

Canta, anche se non hai più fiato,

canta con la gola squarciata,

tanto canti per te stesso

e le note esplodono dai precordi,

dalle viscere e dal seme che feconda

il mondo intero. Canta per lei,

che ti ama ed è lì che ti aspetta.

Cantate insieme, durante l’amplesso,

mentre il mare vi inonda di sensazioni

e le stelle sono l’unico pubblico

che applaude pulsante di entusiasmo,

perché la voce dei vostri corpi

è una, sola, bellissima

e partorisce fiori sulle dune della vita.

Massimiliano Giannocco 

========

Poesia tratta dal mio libro “Notturno stellato”, Europa Edizioni, 2022

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FUORI DAL BANALE, di Silvia De Angelis

E’ affascinante il brio di un’intesa

capace

ritoccare

la pochezza d’una banalità

così ovvia e irrazionale

nel suo vischioso magma

Calibrando suggestioni

e varianti a punti di buio

si svela un’espressione nuova

mai logora

nel suo linguaggio asincrono

Lascia illanguidire

parabole scontate

e vino stanco

nelle sere inchiodate

allo spazio d’un click

@Silvia De Angelis

Racconti: UN FOGLIO ACCARTOCCIATO, di Roberto Busembai

Zia Molly

UN FOGLIO ACCARTOCCIATO

Mi sento come un foglio bianco usato e stropicciato, un foglio dove forse non c’è scritto niente o invece ci sono una miriade di parole, ma nonostante tutto un foglio accartocciato che non si sa ancora se stracciare e gettare o aprirlo stirandolo alla meglio con le mani facendo rimanere impresse tutte le pieghe. Non sono affatto affranta o delusa, sono in stallo tra il sorriso e il pianto, quel momento giusto che in natura si chiama autunno e io lo sento dentro il cuore. Colori caldi, rossi e gialli intensi che portano tanto senso d’amore ma al tempo stesso lasciano aperto quel brivido di pensare e pensare a volte anche sbagliato, gli ultimi colori dorati in un azzurro grigio perlato di un mare già agitato per la fretta di cambiare. E in questo stallo, tra due piedi e due emozioni, vedo che il tempo sta scorrendo e siamo già a Natale.

Io con il Natale ho sempre avuto un rapporto particolare, al di la della fede e del senso religioso, che può essere certamente personale, a me quel senso commerciale invasivo, quella felicità “obbligata e concentrata”, quell’essere cordiali e umani all’improvviso e in quel determinato momento, ebbene non mi hanno mai rapita nel cuore e nella mente.

Ho trascorso ormai tanti mai di quei Natale che tanti si accomunano e pochi sono quelli speciali da potere ricordare, al di la delle tradizionali cene o pranzi con tutti ( e dico e sottolineo tutti) i parenti anche quelli che non avevi mai conosciuto e che improvvisamente ti venivano vicini e con un sorriso a 32 denti ti accarezzavano e con la faccia tosta di conoscerti da sempre ti rifilavano la tipica frase fatta…..”come sei cresciuta! Ti stai facendo davvero carina, tutta la zia…. ( l’ennesimo nome di una zia morta che tutti conoscevano tranne io!).

Ho odiato quella zia che mi somigliava e io non ci ho mai comunque creduto.

Ho trascorso Natale, sola con me stessa, raccolta in una coperta per ripararmi dal freddo che abitava ormai in quella casa di quattro mura, dove il riscaldamento era una stufa a legna, ma legna non ce n’era perchè per averle bisognava pagare e al tempo il mio lavoro era assai precario e mal remunerato, e sola mi stringevo la coperta e sospiravo a tempi migliori con la speranza di cambiare.

Natale pieno di doni e di regali, doni fatti per partecipazione e regali insignificanti, ripetitivi e assolutamente inservibili, obbligo della società e obbligo al consumo anche e soprattutto del superfluo.

I Natale più belli li ho trascorsi quando avevo i figli ancora piccoli e allora tutto era dedito per loro, per loro ci addossavamo il faticoso lavoro dell’albero, faticoso nel sceglierlo, addobbarlo e poi sfarlo, il presepe che ogni anno doveva essere diverso per poi finire ad essere sempre uguale ma con uno spirito di gioia sempre diverso.

Troppo presto parlare di Natale?….Ma se nei supermercati e nei centri commerciali i Panettoni e i Pandoro sono quasi terminati, se le luci nonostante ci sia una crisi energetica in giro, a me paiono molto più numerose e brillanti di un tempo e già da quasi un mese sono accese!

E la guerra in corso? E le persone che muoiono dai soprusi dei più? E …..ma già queste cose non fanno il senso della festa e del Natale, tanto, come ieri contro la violenza sulla donna, come sempre si sono usate scarpe rosse, bende all’occhio e nomi di donne filmate su un muro colorato di rosso sangue o rosa sbiadito, e oggi tutto è già passato, come passerà anche la guerra e la morte, e l’appuntamento è “convenzionale” al prossimo anno a “ricordare”.

Ecco che riprendo il foglio bianco accartocciato e nonostante lo abbia stirato con le mani, le rughe ovvero le piegature rimangono impresse e non si possono più eliminare.

Buon Natale ve lo auguro la prossima volta.

Zia Molly

Immagine web

Poesie: GRIGIO, di Rodolfo Lettore

Rodolfo Lettore

  · 

#violenza2022

GRIGIO

Il ricordo dipinge grigio

la corsa nel nulla

la lotta ti agguanta alla vita

e ti cinge di punte

sferzano i gridi

nel silenzio che ovatta.

Lacera le vesti

che raccogli a difesa

le strappa

furente sogghigna

sei tu la resa.

Non sono nata per questo

non sono stata figlia

bambina, per questo

non ho avuto famiglia

non ho cercato l’amore

non ho gioito al bacio

non ho avuto compagno

storia

progetto

futuro.

Per questo.

Per essere qui

tra mani luride

a tacere la bocca

che morde violenza.

Non sono io questa donna

di orrore cresciuta

in spettro violato di presente.

Luisa Di Francesco@inedito

Poesie: Ti sento donna, di Mirko Bertelli

Mirko Bertelli

Ti sento donna

Ho conosciuto il battito del pericolo

Sono arrivato bello alla meta

Non ho mai reagito

Non ho mai guidato

Tu non mi hai capito

Mi hai colpito al momento giusto

Le nostre menti in poche parole

Nell’entusiasmo ti ho amato

Tu senza baci

Senza abiti

Ti sento donna

Tu che hai privilegiato il silenzio

Quel silenzio non mio

Quel silenzio che ci ha dato tutto

Libri: INVIATA SPECIALE, di Jean Echenoz

Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri

Maria Guidi

INVIATA SPECIALE

di Jean Echenoz

( F.e L. Di Lella)

Prima di questo avevo letto di Echenoz solo “Ravel”, una biografia garbata e attenta soprattutto agli aspetti umani e caratteriali del musicista, che mi piacque molto.

Nonostante ciò sono stata indecisa se iniziare Inviata , avendo letto commenti poco favorevoli ad eccezione di uno : ho così deciso di rendermene conto da me, ed eccomi qua!

Certo non lo metterò nella cerchia dei miei più amati in assoluto, ma, pensandoci bene, trovo che ha una originalità che mi ha soddisfatta.

Anzitutto lo posso definire una spy- story, anzi no ( eccoci!): è più una parodia del genere! Gli elementi ci sono tutti: lo spionaggio internazionale, il super potente super cattivo, la bella donna, le conquiste erotiche, le armi più o meno sofisticate e così via. Ma l’impresa è affidata a personaggi improvvisati, imbranati o addirittura inconsapevoli; la soluzione finale ( che certo non rivelerò) è ben diversa da quella che ci aspetteremmo.

Tutta l’azione poi sembra non decollare mai: per una buona metà del libro ci si dilunga in preparativi, molto tranquilli, e si fa conoscenza con una serie di altri personaggi che apparentemente sono solo di contorno. Ovviamente alla fine tutto si incastrerà vicendevolmente.

Oltre a questo, la stessa scrittura ha le caratteristiche della lentezza, della divagazione, magari a vantaggio delle descrizioni d’ambiente o del carattere di un personaggio: divagazioni che sembrano fatte apposta non per creare una suspense, ma per diletto dell’autore. A questo proposito cito la ripetuta informazione sui percorsi parigini, a piedi o in metrò, di qualche personaggio ed in particolare del “mercato selvaggio caotico come un terreno incolto” che invade un boulevard ( cap. 3°).

Nei momenti poi d’azione sembra prevalere nei personaggi un elemento paradossale o irrazionale ( emblematici i due che dovrebbero fungere da guardie del corpo).

Eeeh, però però…mi viene spontaneo un pensiero: ma quanta irrazionalità esiste nella realtà!? E mi riferisco a “personaggi” emblematici di potere o politico o economico, che agiscono su questo pianeta non in un romanzo… Ma via, anch’io divago, forse.

Accennavo poco fa all’autore: Ecco una caratteristica “vistosa” di lui è proprio la sua presenza nel libro, attraverso sia una brillante ironia, che sparge a piene mani nel linguaggio e nelle situazioni, sia attraverso ricorrenti ( forse anche troppi) interventi di lui medesimo al lettore.

«Ora, se non vi dispiace, ci occuperemo un po’ del marito». A volte finge di essere un personaggio interno alla storia: «Il giorno seguente, nel pomeriggio, visto che non avevamo niente da fare e passavamo giusto di lì, ci siamo introdotti con discrezione in casa di…» A volte assume il ruolo di “cronista” della vicenda : «dobbiamo interrompere questa scena perché ci è appena pervenuta una notizia».

Addirittura gioca sulla propria onniscienza di narratore, confessandone dei limiti: « Benché ci siamo un giorno vantati di essere i più informati di tutti, dobbiamo ammettere che al momento non sappiamo che ne sia stato di lui».

Questo giocare con il lettore può anche non piacere, in effetti, però l’ho chiamato gioco proprio perché l’autore pare proprio divertirsi a smontare certe regole narrative (« questo ora non ve lo dico»), ed a rovesciare il modo di raccontare senza preoccuparsi di aderire ad un genere. Tanto più che, sotto sotto, ci dipinge certi equilibri planetari che di divertente hanno poco.

Poesie: LA MENTE E IL LUME, di Mirella Ester Pennone Masi

Mirella Ester Pennone Masi

  · 

LA MENTE E IL LUME

Un dolce oriental zaffiro

Mi accolse nel sereno

Come in un brillio di stelle

Fin lassù in cima al monte

Dove la sponda si inghirlanda

Un’onda divenne chiara fonte

E fu cornice e fu fiume

La mente e il lume

Allora chiesi timidamente

A Virgilio, da sempre, il saggio,

Dov’era il Purgatorio

Lui subito mi rispose:

“Taci, e ringrazia il sole.”

© Mirella Ester Pennone Masi 22 novembre 2022

Immagine web

Libri: “IL PROFUMO DEL GELO”, di Loreta Failoni

Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri

Andrea Fornasari  ·   · 

“IL PROFUMO DEL GELO”

di Loreta Failoni

Fantastico!!

Mi sono trovato quasi per caso alla presentazione di questo libro e senza aspettiva alcuna ne ho iniziato la lettura durante un viaggio treno.

L’ho amato da subito. La scrittice mi ha parlato direttamente, a tratti musicalmente, come se i personaggi del libro appartenessero alla mia vita. Dafne, Diego, Simone, questi alcuni dei personaggi, li riconosco in me, tra amici e conoscenti. Una scrittura intima e un messaggio autorevole: l’importanza della comunicazione e della condivisione, il peso della solitudine in alcune situazione.

La morte che si intreccia alla vita come una spirale per arrivare all’amore per la vita.

Consiglio questo libro a chiunque voglia farsi un bel viaggio introspettivo o voglia regalarlo a qualche persona cara.