
Buco il tempo
Quando guardo mia madre
il giallo ocra, il verde
occhi così tristi
le labbra e il blaterare lento
- mi stacco di un palmo
figlia di una parola nuda
essere matti è un momento
dell’altrui temo il giudizio
vela di carta al vento il ricordo
mi stringo
in un tempo infantile
nella mia vita piegata
da sola da sempre.
Quando penso a mia madre
mani consumate da un ago
sacrificio nel cuore
fiori di un grembiule.
Le mie scarpe più corte
che diventano estive
il pane raffermo
è solo croccante
bagnato di fonte
il filo d’oro dell’olio
rosso fuoco il pomodoro
c’è l’arcobaleno
a scuola va bene.
Quando guardo mia madre
che impasta la bocca di parole sorde
la gente si stranisce
accelero il battito
e lo smorzo col fiato e poi, poi
buco il tempo
tra i ciotoli delle vie
di un posto invisibile, solo mio
e muoio piegando le parole.
Ogni volta muoio