Quando io me ne vada, non voglio che piangi, resta in silenzio, senza dire una parola, vivi ricordi, dai conforto all'anima. Quando mi addormenti, rispetta il mio sonno, per qualche motivo mi addormento; per qualche motivo me ne vado. Se senti la mia mancanza, non pronunciare nulla, e nell'aria con paso molto delicato, cercami nella mia casa, cercami nei miei libri, cercami nelle mie lettere e tra fogli scritti in fretta. Mettiti le mie camicie, mettiti il mio sweater, il mio cappotto, puoi usare tutte le mie scarpe. Ti presto la mia stanza, il mio cuscino, il mio letto e quando faccia freddo mettiti le mie sciarpe. Puoi mangiarti tutto il cioccolato e bere il vino che ho lasciato da parte. Ascolta quel brano che mi piaceva tanto, usa il mio profumo, e annaffia le mie piante. Se coprono il mio corpo, non darti pena, Corri verso lo spazio, libera la tua anima, accarezza la poesia, la musica, il canto e permetti al vento giocare col tuo viso. Baccia per bene la terra, bevi tutta l'acqua e impara la lingua viva degli uccelli. Se ti manco troppo, nascondi il fatto, cercami nei bambini, nel caffè, la radio; e nel posto; quello dove mi ocultavo. Mai pronunciare la parola morte. Talvolta è più triste vivere dimenticato a morire mille volte ed essere ricordato. Quando mi addormenti,non portarmi dei fiori ad un'ammara tomba. Urla con tutte le tue forse viscerali che il mondo è vivo e continua la sua marcia. La fiamma accessa non si spegnerà per il solo evento di non esserci più. Gli uomini che "vivono" non muoiono mai, si addormentano a tratti, a tratti piccoli e il sogno infinito è solo una escusa. Quando io me ne vada, stendi la tua mano sarai con me sigillata, in contatto e anche sé non mi vedrai, e anche sé non riuscirai a toccarmi, saprai che per sempre resterei al tuo fianco. Allora, un giorno, sorridente e vibrante, saprai che son tornato per non andarmene più.
( Adattazione e traduzione: Frida la loka)
Breve biografia:
Poeta narratore e drammaturgo di tagettoria a livello internazionale. Assessore culturale, dall’anno 2000 ad oggi, direttore di Cultura di Vicuña Mackenna ( Córdoba – Argentina). Lavora come proffesore di Lingua e Letteratura. Nel suo lavoro letterario ha lavorato su diversi generi. Ha nel suo avere 20 libri con pubblicazioni di antologie con scrittori di tutto il mondo. Alcuni dei suoi libri; “Zona gris”(teatro), ” En Voz Baja- Reflexiones” (2008), ” Con el Sello del alma” ( poesia e prosa poetica- 2010). Ha partecipato in congressi poetici in Cile/ EE.UU. E autore del famoso poema ” Cuando io me ne vada”.
Marco Piemonte l’intervista: fotografo dell’anima, ovvero quando la fotografia diventa un quadro e i figli del vento. I Tuareg, gli uomini blu, e i colori del deserto. 2° parte
Roma 12 ottobre 2022. Art. di Marina Donnarumma Iris G. DM
Marco Piemonte
Tutti gli incontri che si fanno o si cercano sono conoscenze reciproche, se lo fai in modo gratuito e generoso, ogni persona ti lascerà qualcosa di prezioso di se. Prima di raccontarvi di lui, perchè è notevole, vorrei io dire qualcosa di Marco Piemonte. E stato come dire, un incontro poetico, nel senso che le sue foto nei testi di uno splendido poeta romanesco. Foto rigorosamente in bianco e nero e le stesse, pura poesia.Marco Piemonte ha vinto il ” best photos of the year nel Las Vegas contest” nel 1998. Nel 2003 espone all’Art Gallery di Chicago, nella Gallery of fashion di Sidney. Ha collaborato e collabora con Burberry’s, Prada e tanti altri marchi famosi come Gucci, Calzedonia, e tanti altri, e le sue foto su riviste come Cosmopolitan, Max e Life, National Geographic, insomma un elenco lungo.
Su google trovi poco e niente di Marco Piemonte, lui un uomo schivo, dedito alla sua passione che non è solo lavoro, ma la sua vita. Marco Piemonte è un bravissimo fotografo di moda e poche attrici mancano all’appello, Jennifer Aniston , Charlize Theron, Danni De Vito, tantissimi altri. Lui è un uomo d’arte, lui immortala gli istanti, questi istanti diventano poesia. Ama il bianco e nero, le sue foto hanno quell’atmosfera magica degli anni quaranta, Humphrey Bogart, Lauren Bacall, non so perchè, ma è come ritornare indietro in quell’atmosfere fumose, dove si amava appassionatamente, o si viveva appassionatamente. Lui fotografa il tempo, lo manipola e tu vorresti entrare nelle sue foto, senza chiedere permesso. Magari solo per accompagnare o seguire quel qualcuno che si allontana, da solo sotto la pioggia, sul ponte di Brooklin. Le sue foto sono pitture in chiaro scuro, dove spesso viene adoperato il carboncino, e vorresti una parete tutta cosi. Perchè lui gli istanti li rende immortali, magici, atmosfere, nonostante tutto, calde, enigmatiche. Le sue foto raccontano, Marco Piemonte, non dice di se, parlano le sue foto, le sue emozioni in bianco e nero e se a colori, i colori caldi ,ocra, atmosfere gialle, luminose. La macchina fotografica è il prolungamento della sua anima, delle sue intuizioni, che lo fanno restare ore sotto la pioggia per un solo scatto magico. Ogni foto una storia, una storia in una foto, una panchina, un lampione, una scarpetta da punta, una scala senza destinazione… Cosa so di Marco Piemonte? in realtà nulla, ma lui è ciò che è dietro l’obbiettivo, immenso , profondo nella sua arte, si svela foto dopo foto e cosi racconta di se. Marco Piemonte un romano metà italiano, metà di origine scozzese, un connubio di uomo artista, ma anche di visioni forti, selvagge, tradizionali.
Foto di Marco Piemonte
Nella sua vita, è stato un pò di tutto, attore, cantante, per poi approdare all’arte fotografica, per cui ha un naturale talento. I grandi fotografi, vedono dove gli altri non guardano, loro guardano cose che a noi sfuggono. La fotografia è pura emozione, come una musica, una poesia, un balletto, un opera d’arte. Nelle sue foto io sento Louis Amstrong, Frank Sinatra, Gene Kelly che balla e canta ” singing in the rain”. Quindi ha importanza chi sia lui? Ammiriamo le sue foto, cosi lo scopriamo! Marco Piemonte,discreto, timido, riservato, le sue foto sono lui, lui è le sue foto. Lui è un cacciatore di istanti a cui spara una foto. Il grande Bresson dice ”fotografare è trattenere il respiro, quando tutte le facoltà convergono per catturare la realtà fugace, E in quel preciso momento che padroneggiare un immagine diventa una grande gioia fisica e intellettuale”. La mia ultima citazione è per Marco Piemonte, per la sua predilezione nel bianco e nero. Il colore dedrammatizza…il bianco e nero è più carico di sensi. ( Jean Baudrillard). Il bianco e nero una scatola che puoi aprire per vedere l’infinità dei colori che contiene.
” Io sono quello che scatto, ogni volta mi immedesimo, la foto è l’istante, l’universo di un film. Devo sempre cogliere quell’inquadratura che mi permetta di attraversare il tempo, di finalizzare lo scatto in qualcosa di godibile e non banale, c’è poesia e fantasia in ogni momento e situazione della giornata. La mia foto è cresciuta con me.
”Marco Piemonte. Per me vuol dire creare un rapporto di empatia con il soggetto da fotografare ma non è sufficiente. Cerco di creare una sorta di intimità, di confidenza affinchè io possa ottenere il meglio, dal soggetto. Una simbiosi in cui la modella o il modello possano esteriorizzare la loro parte latente, quella parte che non sanno di possedere e che io tiro fuori.
Come se fossero materiale grezzo, che io ripulisco per farli brillare. Se devo fotografare un talento nuovo, cerco di creare già da almeno un paio di settimane prima, una sorta di contatto, in modo che possa fidarsi e diventare il prolungamento del mio obiettivo. Molto importante è la sensualità del soggetto, da alla foto un aspetto tridimensionale e qualcuno ha detto che io riesco a far uscire l’anima dalle foto.
Le tue foto raccontano. Ma raccontaci come è capitato che tu arrivassi a regalarci queste emozioni. –
Marco Piemonte
Le mie fortune risalgono all’età di 18 anni, anche se già da prima, sfruttando la notorietà televisiva di mia sorella che fu l amata Susanna tutta panna dei formaggini, ebbi la fortuna di essere scelto per la pubblicità dell’algida come campagna pubblicitaria cartellonistica che rimase pet circa 3 anni. In quel tempo io mi sentivo un cantautore e riuscii anche a farmi produrre un 45giri sotto etichetta Durium e a fare quattro concertini.. il primo al teatro delle Muse, due al teatro Olimpico e l ultimo al teatro. Manzoni, per poi capire che studiare, lavorare e cantare non erano molto conciliabili e quindi deciso di lasciare l attività meno probabile…ma nel frattempo avendo conosciuto Fabrizio Ferri, fotografo molto famoso che aveva scattato per algida appunto virai il mio lato artistico dal canto alla fotografia….un caso quindi. Quindi quando andai a Milano per un corso di marketing presso la MC Ericsson, produttrice degli spot algida, Fabrizio mi invitò a vedere il suo super studio (così è chiamato) che era iper tecnologico… E da lì iniziai a scattare sotto la sua guida ed a sviluppare un mio modo di vedere attraverso l obbiettivo. Ho sempre avuto una sensibilità per le arti, pensavo fosse il canto, poi è diventata la foto.
Chi ama l’arte, ama vivere in un suo mondo parallelo, fatto di fantasia, per me è sempre stata tutto. Non so dove posso ancora arrivare, ma sono felice di ciò che ho e faccio.
So che suoni anche il sax, non finisci mai di sorprendere! Tu dici che solamente un artista può vivere due volte. Questa frase veramente profonda, vorrei che tu mi spiegassi, perchè solo un artista può vivere due volte?-
La frase aveva un duplice significato. Il primo è generalizzato per il semplice fatto che l artista agisce come un medium che si connette ad una dimensione a pochi accessibile,… quindi vive due vite parallele, ha e assume due sensibilità! Deve forzatamente dividersi tra due mondi energicamente lontani. La seconda è più introspettiva e personale e si riferisce ai tradimenti subiti durante la vita non considerando quelli di coppia ma di amicizie e collaborazioni.
Nella tua vita hai realizzato tutto ciò che desideravi, sei stato capace di diventare un grande artista, le tue foto hanno occhi, mani, odori, emozioni, ora ti vorrei chiedere se hai un sogno nel tuo cassetto, traboccante di cose stupefacenti!-
Il sogno nel cassetto non è nato da tanto… Gli altri che avevo li realizzati con un po’ di fortuna… Da un po’ di anni sento il bisogno personale di voler insegnare quello che sono riuscito a raccogliere durante la mia strada, metterlo a disposizione e vedere crescere nuovi artisti felici.
Quindi il mio sogno, molto fantasioso questa volta, sarebbe quello di andare ad insegnare in un college le mie materie, un po’ come in quel film di Hugh Grant, con un titolo italiano idiota, professore per amore, che ho trovato bellissimo e calzante. Se vedi il film vedi il mio sogno.
Io ti ringrazio Marco Piemonte per la tua disponibilità, sono rimasta sorpresa per la tua umiltà, il tuo essere profondamente umano e sensibile. Le qualità, indiscutibili, di un grande artista.
Tutte le foto ci sono state gentilmente concesse dal fotografo Marco Piemonte
Rabindranath Tagore, chiamato talvolta anche con il titolo di Gurudev, nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur (Calcutta, 7 maggio 1861 – Kolkata, 7 agosto 1941), è stato un poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo bengalese.Poeta, prosatore, drammaturgo e filosofo bengalese, nacque il 6 maggio del 1861 nell’antica residenza famigliare di Jorasanko, a Calcutta, da una famiglia appartenente ad un’elevata aristocrazia che svolse un ruolo importante nella vita culturale, artistica, religiosa e politica del Bengala.Rabindranath era il più giovane di quattordici fratelli, molti dei quali divennero personalità importanti nel campo artistico e culturale.Nel 1874 muore la madre e lui vive col fratello maggiore Dwijendranath (1840–1926), poeta, musicista e filosofo, e la moglie di lui Kadambari (1858 – 1884). Pubblica le sue prime composizioni poetiche o drammatiche su riviste letterarie. Una delle prime è il poema Il lamento della natura.Nel 1902 muore la moglie, nel 1904 la figlia, nel 1907 il figlio più giovane. Il poeta è affranto dal dolore e scrive composizioni che riflettono il suo stato d’animo: Luna crescente, Soron, Nashta Nir Il nido distrutto, Chokher Bali Pugno nell’occhio. Dal 1907 al 1910 compone le 157 poesie che saranno pubblicate nella raccolta intitolata Gitanjali.Il mondo occidentale lo premia col Premio Nobel per la letteratura nel 1913.Tornato in India nel 1914 pubblica le 47 liriche di Balaka. il poeta è molto scosso dall’infuriare della guerra. In questi anni avrà i suoi primi incontri con Gandhi da poco rientrato in India dal Sud Africa. Nel 1921 realizza il progetto di trasformare la scuola di Santiniketan in un’università internazionale, La Vishva Bharati University. Ad essa devolve i proventi del premio Nobel e i diritti d’autore dei suoi libri. Partendo dalla contemplazione della Natura, Tagore giunge ad una concezione monistica, al credo nell’Assoluto, l’Uno onnivadente che si trova nell’immensità dei cieli, nella varietà della natura, nella profondità della coscienza.Per il poeta ogni creatura vale in quanto è tale, senza le inique distinzioni di casta o di classe. Il poeta fu molto attento anche agli umili e ai derelitti, nei quali vedeva la presenza di Dio: “dove sta il più disprezzabile di tutti, / il più povero dei poveri / Tu regni”
Napoli
Rabindranath Tagore racconta il sentimento dell’amicizia nella poesia “Non nascondere il segreto del tuo cuore”. La forza dell’amicizia è la disponibilità all’ascolto e alla comprensione senza limiti di tempo e in questo caso, proprio durante la notte, quando il resto del mondo dorme e nemmeno gli uccelli cantano, si consuma il senso dell’amicizia.
“Non nascondere il segreto del tuo cuore”
Non nascondere
il segreto del tuo cuore,
amico mio!
Dillo a me, solo a me,
in confidenza.
Tu che sorridi così gentilmente,
dimmelo piano,
il mio cuore lo ascolterà,
non le mie orecchie.
La notte è profonda,
la casa silenziosa,
i nidi degli uccelli
tacciono nel sonno.
Rivelami tra le lacrime esitanti,
tra sorrisi tremanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore.
*Bellissimi versi che ben esprimono il dono prezioso dell’amicizia… l’ascolto…la disponibilità, la condivisione fatta con il cuore senza avere la presunzione di giudicare ma magari asciugare le lacrime. Quanta sensibilità, quanta dolcezza, quanto da imparare da questo Maestro di vita, quando la sofferenza diventa amore per gli altri.
Osservo il ritorno nel dolce torpore del sonno, sfiorato appena dall’alito leggero del sogno. Negli sguardi rubati agli occhi amati. Nella nostalgia di un tramonto, che sembra l’ultimo. Nel desiderio di un bacio, che non sarà mai come il primo: rubato. Nelle carezze, che non saranno più di quelle mani. Nell’ossessione di quell’unicitá irripetibile che mai avrà eguali. Con tutto l’amore che mai sarà restituito osservo il ritorno.
C’é un linguaggio destinato a pochi, spesso persone uniche che sono in grado di comprenderne il senso profondo. Parole che danno forma ad un’idea, indicano un percorso, esplicitano un desiderio. Assunte come atto di fede, sono destinate a coloro con i quali puoi essere altro.
Tomas Tranströmer (1931 – 2015) è stato uno scrittore, poeta e traduttore svedese, molto conosciuto e apprezzato in patria. È stato insignito del Nordic Council’s Literature Prize nel 1990, del Premio Struga e del Neustadt International Prize for Literature nel 1990. Nel 2011 ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura con la seguente motivazione: “perché attraverso le sue immagini condensate e traslucide, ci ha dato nuovo accesso alla realtà”.
Passando, s’incontra all’improvviso qui la vecchia quercia gigantesca, alce pietrificato dalla chioma sconfinata sulla fortezza nero-verde del mare di settembre. Temporale del nord. È il tempo in cui maturano grappoli di nespole. Vegliando al buio si sentono scalpitare le costellazioni alle loro poste in alto sopra l’albero.
Sembrerebbe una cosa strana, ma talvolta preferiamo non sapere, o non indagare su alcuni tracciati della nostra esistenza, per evitare di crearci pensieri negativi o sofferenze.
Infatti scavare a fondo su alcune situazioni o atteggiamenti che ci mettono in allarme, non sempre è l’atteggiamento giusto per la nostra persona e soprattutto per il nostro
sistema immunitario.
Infatti, anche se non ce ne rendiamo conto, il nostro organismo, è sensibile ad ogni evento di vita, e risente maggiormente di quelle fragilità del percorso, che concorrono a farlo adombrare.
Esistono persone cavillose, e molto pignole, che amano sapere qualsiasi cosa e controllare l’andare dei propri cari, interferendo, talvolta, in quegli atteggiamenti, in cui non si trova d’accordo…..penso che questo agire non porti a buoni risultati.
Ognuno di noi deve proporsi, come sente, e intraprendere quelle azioni che contribuiscono ad un buon equilibrio interiore, senza farsi condizionare da intromissioni, che potrebbero, in qualche modo, modificare il comportamento.
Personalmente mi piace vivere secondo i miei crismi, e non amo intromettermi nella vita del mio contorno, anche se, talvolta mi giro altrove, quando qualcosa degli altri mi lascia perplessa…
L’ingegnere Achille Vitale fa un lavoro difficile, con la sua squadra recupera le navi in difficoltà per conto di una impresa di Cagliari che ha in dotazione una flotta di rimorchiatori, sempre pronti a tutte le ore del giorno e della notte ad entrare in azione. Soccorrere le navi è un business, si guadagnano soldi, mentre per Achille e la sua squadra andare per mare è la passione più grande. La notte di Natale del 1981 la nave turca Izmir va in difficoltà e lancia l’allarme. L’equipaggio viene tratto in salvo e la nave va alla deriva, diventando una grande occasione per la squadra di Vitale, che senza esitazioni entra in servizio per recuperare l’imbarcazione. L’operazione è tutt’altro che agevole, il tempo è pessimo, la nave è una montagna di ruggine che si tiene in piedi per miracolo. Ma il lavoro è lavoro e non si butta via una occasione così a portata di mano. Il carico della nave è composto da pesce surgelato, ma c’è anche qualcosa d’altro, a cui sono interessate persone molto pericolose.
Una storia avvincente che si svolge in una notte, le cui conseguenze sconvolgeranno la vita di Achille Vitale, ingegnere navale, mancato ufficiale di marina, espulso dall’accademia militare dove era stato ammesso con grandi sogni e speranze. Achille è un uomo coraggioso, padre di Nina e marito di Brigitta, grandi competenze tecniche e doti umane e capacità di comando uniche. Una storia che esalta l’amicizia tra uomini abituati a vivere nel pericolo e nella fatica, ma c’è un uomo misterioso che insidia la squadra di Achille Vitale e che deve protegge i traffici loschi in cui è coinvolto. Una storia notturna, un vero noir per ambientazione e temi trattati, una scrittura avvincente e molto marinara, che affascina e drammatizza la forza del mare e la potenza della natura, contro cui poco può fare l’uomo senza la tecnologia.
Il Commissario Innocenti continua nella sua vita in salita. La promozione a Commissario e il conseguente trasferimento, lo hanno reso inquieto e nervoso, lui è un uomo di azione e si trova in difficoltà a gestire gli uomini. Anche la vita privata è sempre più complessa, i rapporti con la ex moglie sono ridotti al minimo ed anche con la fidanzata il rapporto è ormai arrivato alla fine. Solo con la adorata figlia riesce ad avere un rapporto positivo, anche se saltuario. Una sera, mentre era al supermercato per i soliti acquisti frettolosi per la cena, si imbatte in una ragazza stupenda, una battuta e poi l’altra, l’invito a casa seguito da una notte fantastica. La mattina dopo la ragazza sparisce prima che Innocenti si sia alzato. All’arrivo al commissariato, la notizia di un incidente, una persona è morta investita da un vagone della metropolitana. Innocenti si precipita e scopre che la vittima è proprio la ragazza con cui ha passato la notte. Di lei conosce solo il nome, Eva, che si rivelerà falso. Chi era veramente Eva? E in che pasticcio si è cacciato il commissario? Innocenti è un grande pasticcione e questa volta l’ha combinata grossa, mettendo a rischio sia la carriera in polizia che la sua vita privata. L’indagine scoprirà i molti volti di Eva ed una amara verità. Questo è il quinto libro di Fabio Rennani, sempre con Innocenti come protagonista, che segna una decisa crescita del personaggio, sempre più inguaiato ed alle prese con una vita che non è proprio prodiga di soddisfazioni. Anche Fabio Rennani è cresciuto molto come scrittore, con una svolta Noir apprezzabile, con una maggiore consapevolezza delle sue doti di scrittore e di inventore di trame sempre più complesse, interessanti, con contenuti sociali sempre più marcati e di spessore. Il finale del libro lascia intendere che ci sarà un seguito che sarà atteso dagli ormai numerosi fan di Fabio Rennani, l’ingegnere scrittore di gialli.
Titolo: L’angelo custode Autore: Leo Giorda Editore: Ponte alle Grazie
Spesso persone innocenti vengono accusate di crimini che non hanno commesso, così come spesso per mancanza di difensori adeguati, si ritrovano vittime di errori giudiziari a cui nessuno vuole porre rimedio. E così che inizia la storia di questo “L’angelo custode”, un giallo ambientato a Roma, in buona parte tra i quartieri San Lorenzo e San Giovanni, quartieri di persone normali, lontani dai fasti delle strade dello shopping e dei più eleganti quartieri della zona Nord. Il ritrovamento di un cadavere in un cassonetto, un indiziato che suona il piano in un locale e che in passato è stato sospettato di pedofilia senza essere stato condannato, ora come allora nessuna prova lo collega al crimine di cui è accusato, se non il fatto di abitare di fronte al cassonetto del ritrovamento. Un investigatore privato che in realtà è un maestro elementare, un matrimonio da dimenticare ed una figlia quasi sconosciuta, che sente il bisogno di indagare solo per aiutare casi umani in difficoltà. Si fa chiamare Woodstock ed è un tipo che fuma volentieri le canne, che lo ispirano soprattutto quando deve risolvere un caso. Le canne faranno l’effetto sperato e il caso sarà risolto, anche se non sarà facile convincere il vicequestore Chiesa della bontà delle intuizioni di Woodstock, soprattutto alla luce delle conseguenze investigative che coinvolgono personaggi molto in alto, quasi intoccabili. Un libro che si stacca dalla media della produzione di gialli/noir/thriller nazionali per l’originalità del protagonista, per la sua straripante simpatia dovuta al suo essere irregolare e fuori dagli schemi. Una scrittura lineare, efficace, piena di umorismo, che cattura l’attenzione da subito. Woodstock è un personaggio apparentemente debole, in balia degli eventi, sensibile ma capace di trasformarsi in coraggioso paladino dei deboli quando si tratta di combattere un sopruso, di andare contro l’autorità costituita, contro i poteri forti definiti tali per il potere che hanno a prescindere dell’autorevolezza invece dimostrano di non avere. Ottimo esordio per Leo Giorda.
Il prete di Carloforte, Don Antonio Moresco, viene trovato morto nella sua abitazione, tutto lascia pensare ad una caduta dalle scale, come afferma la relazione del medico legale. Il commissario Alvise Terranova, da poco tempo rientrato a Carloforte, non è convinto che si tratti di un incidente. Il giorno prima era stata trovata una scritta “la chiesa è in pericolo” sul muro della chiesa e in paese molti fedeli non erano contenti di Don Antonio, al punto che era stata organizzata una petizione per allontanarlo. Molte cose non quadrano ed il commissario Terranova è convinto che la morte del prete non sia stata una disgrazia. Il ricevimento di una lettera anonima, con l’indicazione del presunto colpevole, lo convince che i suoi sospetti sono giustificati e che l’indagine deve proseguire perché si tratta di omicidio. Ma non crede che il colpevole sia quello indicato nella lettera, crede che la verità sia ben diversa.
Un libro con una trama complessa, ben costruita, un finale inaspettato che affronta temi molto delicati e purtroppo molto comuni. Il testo prevede continui inserti della lingua reale parlata a Carloforte, che caratterizzano il racconto e amplificano l’efficacia dell’ambientazione. Il racconto del giallo vero e proprio include tutte le trame politiche, tradimenti, storie segrete che in realtà sono di dominio pubblico, un vulcano in eruzione di fatti e misfatti imprevedibile per quello che è da tutti considerato come un paese tranquillo dove non succede mai niente. E proprio tra queste storie segrete che sarà possibile per il commissario Terranova trovare quei piccoli appigli su cui fondare le sue ricerche che lo porteranno alla soluzione del caso. Terranova è un personaggio dalle intuizioni brillanti, appassionato di Jazz, di Tom Waits e delle buone letture, un poliziotto sensibile che sa quando affidarsi al cuore e mettere da parte la razionalità.
“Un must assoluto per gli amanti del legal thriller.” Kirkus Review
Sola contro le istituzioni. Perché ha scoperto la verità. Due giudici della Corte Suprema assassinati in una sola notte. Il paese è sotto shock, FBI e CIA brancolano nel buio. Chi poteva volere la loro morte? Darby Shaw, una brillante studentessa di legge, è convinta di aver trovato la risposta e l’ha scritta in un rapporto. Ma chiunque viene a conoscenza del “rapporto Pelican” è destinato a morire.
RECENSIONE
Oggi voglio parlarvi del libro: “Il Rapporto Pelican” di John Grisham. Una storia stupenda: sono un’autentica appassionata del genere legal thriller, lo scrittore riesce a catturare il lettura con la sua semplicità, rendendo la trama scorrevole e intrigante.
Due giudici della Corte Suprema assassinati in una sola notte. Il paese è sotto shock, FBI e CIA brancolano nel buio. Chi poteva volere la loro morte? Darby Shaw, una brillante studentessa di legge, è convinta di aver trovato la risposta e l’ha scritta in un rapporto. Ma chiunque viene a conoscenza del “rapporto Pelican” è destinato a morire.
Il rapporto Pelican è uno dei miei libri preferiti. Una storia ricca di colpi di scena e appassionante. Da questo romanzo è stato girato anche un film, veramente molto bello che consiglio a tutti!
John Grisham (Jonesboro, Arkansas, 1955) laureandosi in legge nel 1981, per nove anni è stato avvocato penalista ed è l’inventore del legal thriller. Ha ricoperto incarichi politici come membro della “Mississipi House of Representatives”. È l’autore di numerosi romanzi: Il momento di uccidere, Il socio, Il Rapporto Pellican, Il Cliente, L’appello, L’uomo della pioggia, La Giuria, Il Partner, L’avvocato di strada, Il testamento, I Confratelli, La casa dipinta, La convocazione, Fuga dal Natale, il re dei torti, L’allenatore, L’ultimo giuramento e il Broker.
Trama Per uno strano scherzo del destino, Lia, una dei protagonisti della storia, si ritrova a venire al mondo due volte. È convinta di essere sopravvissuta al crollo delle torri gemelle, di aver superato il periodo di cura nella clinica per disturbi alimentari, di aver fatto l’amore con Costanzo. Ignora che tutto questo è stato soltanto un sogno, che vegeta in un letto d’ospedale da quasi un anno. Risvegliarsi equivale a vivere un’altra vita, che non le appartiene più. Fino all’ultimo sguardo è un viaggio fatto a tappe, nei sentieri di una mente scomoda, affollata di voci e di immagini che incitano a non fermarsi, a ricercare a tutti i costi la verità; è un inno all’amicizia vera che non diventerà mai cenere.
Autrice Valentina Mattia è nata a Caltagirone (CT) e vive a Cuneo con la sua famiglia. È scrittrice di romanzi e poesie. Nel 2014 esordisce nella narrativa con Intimo ritratto – edizioni Araba Fenice Libri. A Cuneo ha frequentato una scuola di teatro e di dizione, e il corso completo di Nati per Leggere (NpL) a cura di Sillabaria – Semi di Libro. Si è classificata terza nella sezione Prosa dell’Antologia di narrativa e poesia edita da Primalpe Cuneo (2017), e nell’anno successivo (2018) la stessa casa editrice ha pubblicato il suo secondo romanzo, Alice Schanzer l’alambicco dei ricordi. Nel 2020 con Golem edizioni ha pubblicato Complici senza destino.. Ha seguito un laboratorio di scrittura. Fa parte del comitato di lettura degli adulti per il Premio Primo Romanzo città di Cuneo.
Casa Editrice Golem Edizioni è una casa editrice di Torino. Fondata nel 2016 da Giancarlo Caselli, grazie alla sua dedizione e passione, raggruppa autori, autrici e libri di vari generi, con predilezione per i saggi, i thriller e i gialli. I libri del catalogo sono presenti in tutte le librerie e negli store online.
Trama Marco Pavan un tempo era un poliziotto. Uno di quelli bravi fino a quando la storia, con la S maiuscola, non si è messa di traverso sulla sua strada sotto forma della scuola Diaz e dei fatti del G8 di Genova. Costretto ad andarsene dal Corpo per avere agito secondo “coscienza” e scaricato dalla moglie, oggi è un investigatore privato senza arte né parte. In una sonnolenta e nebbiosa Rovigo, con l’incarico di vicequestore, viene trasferito il sanguigno e ambizioso Cesare Baldini: la sua non è una promozione, ma l’ultima tappa di una carriera condita da violenze e abusi. La fama di “città nella quale non succede mai niente” viene improvvisamente interrotta dall’assassinio dell’onorevole Balzan, ex parlamentare DC. L’uomo viene ucciso in casa sua in modo efferato, con molti colpi alla schiena inferti da un oggetto non identificato. Baldini, chiamato a indagare, sospetta subito di Okigbo, il vicino di casa nigeriano. Pavan che si interessa al caso per aiutare un’amica della figlia, si convince che il nigeriano non può essere l’assassino, e inizia a indagare scavando nel passato della vittima e, con l’aiuto di un giovane poliziotto e di un’abile informatica, scopre un inaspettato legame con l’ex ospedale psichiatrico delle Granzette da cui, tra mille reticenze e difficoltà legate all’età dei testimoni, emerge un quadro di orrori e crudeltà. Pavan, un tassello per volta, inizia a ricostruire le vicende ma l’epilogo è ancora lontano e, in un susseguirsi di colpi di scena, tutti i protagonisti della vicenda si troveranno ad affrontare situazioni imprevedibili e, potenzialmente, mortali.
Autori Antani & Mascetti, entrambi di Rovigo e amici di infanzia, coltivano da sempre la passione per la letteratura e i romanzi, in particolare per il genere Giallo nel senso più ampio del termine. Lettori onnivori, amano confrontarsi da decenni sulle letture reciproche in un continuo gioco di contaminazione, suggerendosi libri e autori. Nel tempo hanno maturato esperienze diverse nel campo della scrittura. Antani ha una lunga esperienza di autore teatrale, essendosi cimentato per anni nella direzione di una compagnia amatoriale di cui curava testi e regia degli spettacoli, mentre Mascetti è un raccoglitore ossessivo di storie, personaggi e immagini sui suoi taccuini.