Ross Gutierrez Coordinatrice del CUCBA presenta Elisa Mascia

Ross Gutierrez presenta poeti e artisti del mondo

Foto : Elisa Mascia

Ross Gutierrez – poetessa Coordinatrice del CUCBA, nel gruppo “VIP ARTISTS & TURISMO” presenta Elisa Mascia dall’Italia:

Ciao cari amici artisti plastici e colleghi scrittori, spero che stiate bene, è il mio più grande augurio.

Di seguito faremo la presentazione, in primo luogo, di una donna nobilissima, con una carriera letteraria e artista plastica di grande qualità, ha un’espressione umana elementare, nella più bella del suo linguaggio; un’estensione stampata, senza limitazioni, che meriti un tale nome.
Elemento naturale nella raffinatezza delle emozioni e dei sentimenti.
La sua poesia è scritta con cura per resistere nel mondo della letteratura.
È possibile che molti la conoscano, è una poetessa originale, ordinata, di grandezza lirica.
Con te dalla bella Italia
Elisa Mascia
Un onore avere la tua presenza.
Una passerella di poeti, artisti plastici, cantanti e altra arte, viene presentata in questo bellissimo spazio.

Nata a Santa Croce di Magliano (Cb), Italia, Scrittrice, poetessa, speaker, conduttrice radiofonica, critica, giurata in concorsi di poesia e narrativa, promotrice culturale, Ambasciatrice della Pace.
“Scrivere è una vera esigenza di vita.”
Ha partecipato a numerosi concorsi di poesia nazionali ed internazionali. Ha pubblicato La Silloge poetica dal titolo “La Grattugia della Luna”, con “L’inedito Letterario”, dedicata al maestro Erminio Girardo, traduzione poetica del libro di poesie Savage Wind del giornalista poeta indiano Asoke Kumar Mitra – “Magiche Emozioni Dell’anima ” e “Sogni Dipinti”, altre due brevi raccolte di poesie.

Ha partecipato a 10 edizioni del Premio Histonium. Pubblica poesie sui siti: Scrivere – OggiScrivo e Alidicarta.
Declama  poesie in molte radio.
È membro del RINASCIMENTO MILLENNIO III di George Onsy. Membro della Giuria del Premio Thrinakìa, Presidente Orazio Maria Valastro
Disegna e dipinge.
Ha presentato opere artistiche in New Cultural Era CUCBA – Coordinatore: Prof Renato Reúl Ulloa. e partecipa agli eventi mensili della Coordinatrice Ross Gutiérrez di poesia ispirata all’arte.
Ha ricevuto, dal Movimento “Pacis Nuntii” – Argentina, il Certificato e lo Stendardo Universale della Pace che conferisce al suo portatore il carattere e lo spirito di Annunciatore e Costruttore di Pace Universale, su proposta della scrittrice  argentina, promotrice culturale Stellamaris Sandoval.
È un membro fondatore di WikiPoesia, è cittadina della Repubblica dei Poeti e Dama dell’Ordine Dante Alighieri.
Dalla prof. Teresa Gentile è Dama dell’Arcobaleno


Pace dell’Universo.

Sapienti mani piene di luce
offrono il simbolo della pace.
In libertà la colomba vola nell’Universo,
illumina il mattino vestito di colori dei fiori.
La natura, orgogliosa,
indossa l’abito delle rose profumate di primavera
mentre svolazzano festosi gli uccelli
tra cielo e terra
dove portano l’annuncio di serenità
con le melodíe di  suoni e fischi allegri
che il cuore accoglie e conserva
tra i ricordi più belli,
per quando non ci saranno più.
Alcuni sprofondano nel calice fiorito per intingersi il becco lungo, colorito pappagallino
che collabora alla vitalità della natura nelle foreste e nei giardini
che anche di chi nulla possiede si sente felice come un re.
I colori dei fiori, i profumi, gli uccelli,
la pace dell’anima di ogni regina che invia un messaggio per te.
La pace sei tu.
Adesso sorridi al fratello.

Elisa Mascia 5-11-2021

Poesia ispirata all’opera disegnata e colorata da Elisa Mascia per C. U. C. B. A. Del mese di ottobre 2021

Fiocco rosa.

Colore delicato che annuncia nuova vita
di una bimba che presto diventerà donna
tra sfide e prospettive futura nonna
giorni come petali strappati di margherita.

Quel fiocco rosa con il tempo muta
diventa lotta per sé, per fratelli e sorelle,
angeli di sollievo, occhi brillano di stelle.
Si è insinuato nel corpo a sua insaputa!

Con tutte le forze adesso combattere,
si è in prima linea, è necessario reagire
amara medicina, non si può addolcire,
cambia personalità e anche il carattere.

Affidarsi all’intima preghiera è compagnia
nei momenti quando tristezza assale,
assaporare le piccole cose è ciò che vale,
ti strappa un sorriso e un po’ di allegria.

Elisa Mascia 19-10-2022

Ross Gutierrez – poetisa Coordinadora de CUCBA, en el grupo “ARTISTAS VIP & TURISMO” presenta Elisa Mascia desde Italia :

Hola queridos amigos artistas plásticos y compañeros de letras, espero que se encuentren bien, es mi mayor deseo.

A continuación haremos la presentación, primeramente de una mujer muy noble, con una carrera Literaria y Artista plástico de gran calidad, posee una expresión humana elemental, en lo más hermoso de su lenguaje; una extensión impresa, sin limitación, que merece tal nombre.
Elemento natural en la sofisticación de  emociones y sentimientos.
Su poesía está escrita cuidadosamente para perdurar en el mundo de la literatura.
Es posible que muchos la conozcan, es una poeta original, ordenada, de grandeza lirica.
Con ustedes desde la bella Italia
Elisa Mascia
Un honor contar con su presencia.
Una pasarela de poetas, artistas plásticos, cantantes y demás arte, se presentan en éste bello espacio

Felicidades 👏

Nacida en Santa Croce di Magliano (Cb), Italia, Escritora, poetisa, declamadora, locutora de radio, crítica, jurada en concursos de poesía, promotora cultural, Embajadora de la Paz.
Escribir es una necesidad real en la vida.
Ha participado en numerosos concursos de poesía nacionales e internacionales. Ha publicado La Silloge poetica titulado “La Grattugia della Luna” con “L’inedito Letterario” dedicado al maestro Erminio Girardo, traducción poética del libro de poemas Savage Wind del poeta indio Asoke Kumar Mitra – “Magiche Emozioni Dell’anima ” y ” Sogni Dipinti “, dos breves colecciones de poemas.
Ha participado en 10 ediciones del Premio Histonium. Publica poemas en los sitios: Scrivere – OggiScrivo y en Alidicarta.
Declamadora de poemas en muchas estaciones de radio.
RENAISSANCE MILLENNIUM III de George Onsy. Miembra del Jurada del Premio Thrinakìa, Presidente Orazio Maria Valastro
Dibuja y pinta.
En  El Umbral de las Artes y Nueva Era Cultural CUCBA – Coordinador: Prof Renato Reúl Ulloa. – Coordinadora Ross Gutiérrez de poesía inspirada en el arte.
Recibió, del Movimiento “Pacis Nuntii” – Argentina, el Certificado y la Bandera Universal de la Paz que otorga a su portador el carácter y espíritu de Anunciador y Constructor de la Paz Universal, a propuesta de la escritora, divulgadora cultural argentina Stellamaris Sandoval.
Es miembro fundador en WikiPoesia y es ciudadana de la República de los Poetas y Dama de la Orden Dante Alighieri.

Autora : Elisa Mascia
País : Itália

Título : Paz del Universo.

Sabias manos llenas de luz
ofrecer el símbolo de la paz.
En libertad vuela la paloma hacia el Universo,
ilumina la mañana vestida con los colores de las flores.
Naturaleza, orgullosa,
lleva el vestido de las rosas perfumadas de la primavera
mientras los pájaros revolotean alegremente
entre el cielo y la tierra
donde llevan el anuncio de la serenidad
con las melodías de alegres sonidos y silbidos
que el corazón acoge y conserva
entre los mejores recuerdos,
para cuando se hayan ido.
Algunos se hunden en el cáliz florido para sumergir su largo y colorido pico de periquito
que contribuye a la vitalidad de la naturaleza en bosques y jardines
que hasta el que nada tiene se sienta feliz como un rey.
Los colores de las flores, los perfumes, los pájaros,
la paz del alma de cada reina que envía un mensaje para ti.
La paz eres tú.
Ahora sonríele a tu hermano.

©®Elisa Mascia
Derechos reservados 5-11-2021

Poema inspirado en la obra dibujada y coloreada por Elisa Mascia para C. U. C. B. A. Del mes de Octubre 2021

Título : CINTA ROSA

Delicado color que anuncia nueva vida
de una niña que pronto se convertirá en mujer
entre retos y perspectivas para la futura abuela
días como pétalos de margaritas arrancados.

Ese lazo rosa cambia con el tiempo.
se convierte en una lucha por uno mismo, por los hermanos y hermanas,
ángeles de alivio, los ojos brillan con estrellas.
¡Se deslizó en el cuerpo sin su conocimiento!

Con todas tus fuerzas lucha ahora,
estás en primera línea, necesitas reaccionar
medicina amarga, no se puede endulzar,
cambia la personalidad y también el carácter.

Confiar en la oración íntima es compañía
en los momentos en que la tristeza asalta,
saborear las pequeñas cosas es lo que vale,
te arrebata una sonrisa y un poco de alegría.

Elisa Mascia 19-10-2022

👇👇👇 http://nonsolopoesiarte.art.blog/2022/10/25/ross-gutierrez-presenta-elisa-mascia/
http://alessandria.today/2022/10/25/ross-gutierrez-messico-presenta-elisa-mascia/

LA RAPINA, di Silvia De Angelis

Lavorava come cubista in un locale alla moda, Miriam, per mantenersi gli studi all’università e il tempo a sua disposizione, per vivere la vita, era davvero pochissimo, visti i vari impegni che la prendevano.
Una ragazza davvero volenterosa, e sempre aggiornatissima sugli eventi del globo, per avere una visione obiettiva sulle eventuali mete da raggiungere.
Una sera tarda, mentre si sta cambiando nel suo camerino del Prince (è questo il nome del locale ove lavora) trova vicino alla specchiera un voluminoso mazzo di rose rosse, accompagnate da un biglietto. Curiosissima di conoscere il latore di quel profumato pensiero,  avvicina le narici ai fiori per coglierne, a pieno, l’essenza….ma poco dopo sviene, stordita da quella malefica fragranza.
Si risveglia, legata e imbavagliata, in un luogo buio e sconosciuto. Tenta di allentare le corde che le cingono i polsi, ma senza risultato. Improvvisamente uno sconosciuto, mascherato, si pone di fronte a lei, osservandola con attenzione e, imboccandola, le dà del cibo per nutrirsi e dell’acqua da bere. Miriam si divincola e fa capire di volere una spiegazione per quanto le sta capitando ma la persona si rifiuta di parlare, e se ne va sbattendo l’uscio, di quell’angusto e semibuio locale.
Trascorre qualche giorno e gli eventi si ripetono sempre uguali. Ma una sera l’enigmatico rapitore decide di parlare, e rivolgendosi alla sventurata ragazza, le dice di essere un suo fratellastro non riconosciuto dal padre della donna e di trovarsi in una precaria situazione economica.
Sta progettando di effettuare una rapina in banca, e vuole avere come complice Miriam, che se rifiuterà la collaborazione sarà uccisa.
Miriam è sbigottita, e impaurita, da questa inaspettata e pericolosa situazione, quindi decide di sottostare alle richieste dell’uomo, per salvarsi almeno la vita.
Nei giorni successivi Paolo (questo è il nome del fratellastro della ragazza) cerca di delineare un preciso piano per la rapina da fare con Miriam,  minacciandola anche di non intralciare quanto sarà pattuito, perché, in quel caso, la donna, pagherebbe drammatiche conseguenze.
La banca in questione è una piccola filiale d’un’altra sede importante, e si trova in una strada piuttosto deserta, quindi anche se venisse dato l’allarme ci vorrebbe più tempo per raggiungerla, da parte della polizia.
Arriva il fatidico giorno, Miriam cerca di tenere bene in mente quanto le è stato detto da Paolo e giunta insieme a lui, all’entrata della banca, con una maschera sul volto, segue le direttive del fratello, che con arma in pugno, minaccia  i pochi  malcapitati (impiegati e pubblico). La donna tremante ha in mano una bisaccia nella quale l’uomo getta nervosamente le banconote, che raccatta con velocità dalle varie casse, per poi uscire alla svelta, dalla piccola filiale, e saltare insieme a Miriam, su una potente moto .
Raggiunto il nascondiglio Paolo, si rivolge alla sorellastra facendole pesare tutto il suo livore, per non aver avuto una situazione familiare affettiva, come è giusto che sia, e di essersi sempre trovato in una situazione disastrosa ,lavorativamente. Quindi allontana la sorella, minacciandola con violenza, se le fosse venuto in mente di denunciarlo all’autorità pubblica.
La ragazza, sfinita, torna a casa, usando le chiavi di riserva, lasciate sotto lo zerbino dell’appartamento.
Un lungo sonno ristoratore la ripaga, almeno in parte, da quella inaspettata esperienza, e ascoltati i vari messaggi impressi nella segreteria telefonica, riprende i contatti col suo mondo.
Passa qualche mese ,e una sera mentre sta eseguendo il suo spettacolo sexy sul cubo, intravede Paolo, che la osserva, con un particolare interesse.
L’uomo raggiunge la ragazza nel camerino e con un fare molto deciso confessa alla stessa di essersi inventato la storia del fratellastro, di non essere assolutamente parente della ragazza, e di averla coinvolta nel furto, perché aveva intuito che era una donna forte e disinvolta….quindi, in conclusione, avrebbe avuto piacere di avere una storia d’amore con lei……
La ragazza si dimostra lusingata e accetta le avance di Paolo, ma dopo poco tempo arriva una volante della Polizia che arresta l’uomo…..
Miriam aveva sempre con sé un piccolo registratore, e sapendo, che prima o poi Paolo, si sarebbe fatto vivo con lei, non aspettava che incastrarlo!
@Silvia De Angelis 



Antonella Viola: Abbiamo davvero bisogno del merito?

Antonella Viola: Abbiamo davvero bisogno del merito?

Nessuno più di me crede nel merito applicato ai settori strategici e competitivi del mondo del lavoro. Ho una storia personale dolorosa in questo senso: quando ancora non esisteva l’abilitazione scientifica nazionale e si andava in giro per l’Italia a fare concorsi, sono stata costretta più volte a ritirarmi perché il mio curriculum era troppo forte e avrebbe rotto schemi che si erano decisi a tavolino. Sono stata minacciata, lusingata.. e alla fine ero così disgustata dal sistema che quando arrivò il “mio concorso” (quello in cui dovevo vincere io, sempre per calcoli e incastri accademici) non mi presentai, mandai un sms in cui dicevo che dovevo portare i bambini a scuola. E lasciai l’Italia. Avevo un curriculum da ordinario da anni, ma ero ancora una ricercatrice perché non sono “figlia” di nessuno, nel senso che non ho mai avuto un capo in Italia. Ricordo che quando finalmente arrivarono le abilitazioni nazionali ed io partecipai, tra i vari giudizi (tutti positivi) ce n’era uno in inglese che diceva: ma come è possibile che questa persona non sia già prof. ordinaria da anni? Ho dovuto vincere un ERC Advanced Investigator Grant da 2,5 milioni di euro per diventare ordinaria e continuo a sostenere che il Consiglio Europeo della ricerca sia stato e sia ancora oggi uno strumento fondamentale per favorire la meritocrazia nell’accademia italiana. Ma la scuola, è una cosa diversa. La scuola deve accogliere e accompagnare tutti i bambini e le bambine verso un processo di crescita e formazione, senza metterli in competizione tra loro. La scuola deve insegnare la cooperazione, la complementarietà, il valore delle differenze, l’utilità degli errori. L’unico obiettivo della scuola dovrebbe essere di non lasciare indietro nessuno, insegnando ai nostri ragazzi che la bellezza del viaggio sta nel percorso, non nella meta.

Amica mia

Nella mia poesia

Amica mia

Di notte una mano silenziosa
scarabocchia i muri dell’assenza
amica mia, tu non sai ciò
che di te s’è fatto, in nome tuo
sfregiando il radicare dei tuoi rami
dove i nidi nascondevano gusci
e il vento intonava i suoi canti.
No, non sai amica, quanto profanata la tua anima sottile
sia stata
nella mia morte, nella tua
e non mi so spiegare perché
perché mai tu m’abbia abbandonata
abbia lasciato il cammino
la simbiosi che legava i nostri polsi
l’inciampo, le caviglie
hai spezzato le catene forse?
Le labbra umide hanno ancora parole da intonare tra i miei versi
rovinosa arranca la mia vena
e non ti lascio andare per una zona franca.
Non saprei senza il tuo respiro
sostenere la mia vita
e anche tu, tu intima e segreta
senza questa penna deturpata
dove rinasci e risorgi per me ora
in quale cellula ti addormenti
‘sì serena o tormentata
in quale tuorlo o albume.
Tu sola sai amica cara
quanto bisogno ho
di non restare ombra

@nella

I miei jeans

Nella mia poesia

I miei jeans

Alcune volte il mondo mi sembrava un confessionale, uno di quelli delle chiese dissacrate; un tatuaggio, un anello al naso, una moda.

Ché ogni cosa ritorna tra quelli civili, quelli che fanno tutto diventando dozzinali. Qualcuno penserà, senti chi parla -io me la rido.

E mi ricordo i miei jeans da ragazza
almeno due taglie più grandi
celesti, con le macchie a mo’ di leopardo fatte nella vasca con la candeggina.

Li tenevo su col cinturone e l’infilavo negli anfibi. Amavo le mie magliette corte, aderenti, e gli orecchini a cerchio con la croce appesa come Madonna.

In questo paese dove le comari guardavano dietro le tende di bambù, e additavano chiunque, vestite di nero, col fazzoletto sulla testa.

Loro andavano in chiesa, con l’occhio vigile e il rosario tra le mani, tra un padre nosto e un’ave maria. (Hai visto quella, ma com’è vestita?)


Sì, loro andavano in chiesa…
Loro non erano me

@nella

Giovani italiani

Giovani italiani

Nella mia poesia

A me non piacciono le costrizioni, i parametri, le rime, le stilose porzioni di sillabe che costringono i versi al conto e a cercare l’ultimo accento nel vocabolario. Io sono una di fretta, come di fretta è il mondo, mi sono adeguata.
Eppure se ci penso la vita qui da me è più lenta, c’è ancora una primavera da aspettare, c’è ancora un albero in fiore, una poesia. Ma niente, mi sono dovuta adeguare, al caos, allo smog, alla voce bassa, alla settimana della moda, al tram, alla metro, al Duomo, alle corse, a non scivolare sui sampietrini, e a stare attenta, attenta alle lancette quando vivevo al nord. Qui da me un’amica dice, dai, ci vediamo nel pomeriggio per un caffè, e tu dici, d’accordo ti avviso quando esco. Al nord invece un’amica dice, ci becchiamo alle quindici e quindici, se non ci sei io vado.

Ricamare i petti delle giacche era diventata una sequenza, una sorta di catena di montaggio, pensavo come Frederick Taylor e agivo come Ford.
Per non parlare della fabbrica dove cucivamo i vestiti giganti delle mascotte, i guanti di spugna, mentre aspettavamo che asciugasse la colla dei copriscarpa, e tagliavamo le magliette che andavano veloci alla signora di turno alla tagliacuci per la rifinitura.
Non vi dico il call-center, un numero dietro l’altro e un continuo ripetere le stesse cose, a cadenza, tra un non mi interessa, non rompermi i maróni e un vaffa… Beh dai, al nord sono tutti gentili, salutano ovunque e chiedono sempre come stai, salvo poi non aspettare nemmeno che tu risponda, sono di fretta, corrono.
Il lavoro non manca, salvo esaltare il fatto che il lavoro non manca e trattarti come uno del sud. (Non sono tutti uguali, c’è brava gente ovunque, ovviamente).

Non che qui al sud sia differente, ma del lavoro nero si è sempre parlato solo al sud, oggi è diverso, sì, non che non si parli del lavoro nero, no, anzi, se ne dà perfino una giustificazione, esiste grazie al famigerato reddito di cittadinanza. Beh! Certo, il sud ne ha sempre una per scansare il lavoro, però bisogna considerare anche che le persone del nord che ho conosciuto erano imparentate in qualche modo con qualcuno del sud, insomma, un nonno, uno zio, un cugino, un padre.
Perché non è così difficile da credere e pensare, sapete? I giovani italiani del sud un tempo emigrati a nord, sono gli anziani di oggi che hanno i figli del nord che dicono male del sud. Non hanno tutti i torti forse, il sud non dà modo di restare, perché restare agli occhi di tutti oggi come ieri è sinonimo di “Non avere voglia di lavorare “. È vergognoso.

E io? A me non piacciono le costrizioni, i parametri, le rime, le stilose porzioni di sillabe che costringono i versi al conto e a cercare l’ultimo accento nel vocabolario, sono sempre di fretta per chi è di fretta, sono lenta per la mia vita, mi sono adeguata, e non aspetto che mi chiami un call-center per mandarvi a … ché io so come funziona, lo so, perchè sono una del sud, che ha dovuto lavorare in nero a nord per mantenere agli studi una figlia del sud che per lavorare, non sta al sud, non sta al nord, sta all’estero.

Perché questa è l’Italia, l’Italia non dà modo di restare… Al sud come al nord

@nella

La favola Gender, di Giovanni Mainato

La favola Gender

Postato il  di Giovanni Mainato

Ero già abbastanza indignato per la favola che la maestra aveva fatto leggere a mio figlio la settimana scorsa.

La cicala è là, fornica. Questo il titolo nel quaderno. “Sei sicuro di avere scritto bene?” “Sì sì, papà”.

Questa settimana la favola si intitola Un orsetta.

Ho sperato, ho pregato fino all’ultimo che l’assenza di apostrofo fosse un errore di mio figlio.

Invece anche in questo caso non è così.

E’ un infido tentativo della maestra di propagandare teorie Gender.

Per fortuna sono esperto di ortografia e l’ho colta in fallo. Scusate la volgarità.

Domani stesso mi recherò dal preside.

No ai Genders! Contronaturisti! Vergogna.

gen

IL BLOG DI GIOVANNI MAINATO

Istruzioni per l’uso, di Giovanni Mainato

Istruzioni per l’uso

Postato il  di Giovanni Mainato

Penso che molti di voi abbiano avuto modo di apprezzare la raffinata comicità dei miei post(s), una comicità che ha alle spalle molti modelli, da Aristofane ad Achille Campanile (in effetti mi considero un campanilista). 

Non tutti però avranno colto il fatto che i miei post(s) si prestano a due livelli di lettura: c’è un livello, immediato, basso, quello della battuta facile, per intenderci; ma c’è anche un livello più sottile, un significato profondo, allegorico, subliminale, sublime. 

Supponiamo che ad esempio uno zotico faccia una pernacchia. La gente dirà: ‘Dio mio, che burino! Ma che gente c’è in giro? Di questo passo dove andremo a finire? Che ignoranza!’. Se invece faccio una pernacchia io (con la bocca, s’intende), ecco che voi subito penserete: ‘Mainato ha fatto una pernacchia: questa cosa non è assolutamente da prendere alla leggera. Se solo avesse voluto, avrebbe potuto dissertare di filosofia, musica atonale e fisica quantistica. Invece facendo una pernacchia, Egli intende risvegliare le nostre coscienze assopite, denunciare il materialismo becero della società dei consumi in cui viviamo, la mercificazione dell’io, l’alienazione dell’uomo moderno, questo neoliberismo che ci rende schiavi e nemici gli uni degli altri’. In realtà io volevo solo fare una pernacchia, ma naturalmente mi fa piacere che voi pensiate tutte queste cose.

Insomma, per dirla in breve il mio blog è concepito in modo dale da rivolgersi sia ai raffinati intellettuali che al popolo bue. A proposito, voi in quale delle due categorie vi riconoscete? 

L BLOG DI GIOVANNI MAINATO

Filosofia che passione, di Giovanni Mainato

Filosofia che passione

Postato il  di Giovanni Mainato

Come mostrano chiaramente alcuni miei post(s), io sono da sempre un grande appassionato di filosofia. Nella biblioteca in salotto ho a portata di mano quasi tutti i grandi classici.

A cominciare da Platone: l’Antologia di Socrate (i suoi scritti più belli), il Melone, il Pedro (ambientato in Messico, se non sbaglio), il SolistaKrizia (sulla compianta stilista), le Greggi (una dura critica a quei pecoroni che non sanno che cos’è la virtù), ecc. ecc.

… e da Aristotele: fondamentali la sua Fisica e la sua Chimica, mentre trovo un po’ fuori luogo gli Anali primi e gli Anali secondi.

Anche la filosofia romana non scherza: le Ascolane di Cicerone, e soprattutto le Lettere a Lucignolo di Seneca (quante ne pensa per cercare di raddrizzare quel ragazzaccio!)

E che dire delle Confessioni? Non so mai se preferire quelle di Agostino, quelle di Rousseau, quelle di Un Italiano o quelle di Ilona Staller.

Cosa scegliere nello sterminato mare della filosofia moderna e contemporanea? L’Elogio della razzia di Erasmo da Rotterdam, gli Assaggi di Montaigne (filosofia e cucina), i Pensieri di Pascale (adoro la sua definizione “l’uomo è una cagna pensante”), Livia t’amo di Hobbes, la Clinica del giudizio di Kant (un elogio della buona sanità), la Fenomenologia dello spirito di Hegel (un saggio sull’umorismo), Il Capitano di Marx, Il mondo come volontà e aberrazione di Schopenhauer (un libro molto forte), Così pallottola turcaUmano tanto umano, e La nascita è una tragedia (un saggio molto pessimista, di stampo leopardiano) di Nice, ecc. ecc.

E’ proprio vero che la filosofia nasce dalla meraviglia, come diceva Aristotele! Io infatti mi meraviglio di non avere aperto quasi nessuno dei suddetti libri, e di sapere già così tante cose.

melone
IL BLOG DI GIOVANNI MAINATO

dopobarba e antirughe

dopobarba e antirughe

ottobre 25th, 2022

le speranze

i tanti sogni nel cassetto

come cristalli di luce

e di ghiaccio,

difficile 

vivere l’emozione

tra un bacio e una lacrima

un pantalone e una gonna,

darsi per dispersi

nello specchio

con il viso

di dopobarba e antirughe,

amo quel viale

con alberi alti e piccole foglie

che d’inverno

diventano scheletri.

POESIASTANCABLOG

pulsazioni

pulsazioni

ottobre 25th, 2022

immobile

guardo il tempo

le strade non ancora affollate

le voci che verranno,

le lenzuola sudate

di questa notte movimentata

da sogni strani sfocati

improponibili,

tu poetessa sdraiata

leggi ancora le tue storie

curiosa

quasi timorosa degli errori,

riflettono le vetrine

di fretta e soldi

di questa vita

lasciata andare poco a poco.

POESIASTANCABLOG

Una poesia di Leopoldo Marìa Panero

Poeta spagnolo da scoprire o riscoprire

almerighi

Leopoldo María Panero (1948 – 2014) è stato un poeta spagnolo comunemente inserito nel gruppo Novísimos. 

Lettore, vieni e spiami
nell’officina dello spettro
dove il fantasma si sposa con la sua immagine
che non sarebbe mai esistita se non in questa
tomba chiusa
in questo Giardino dove i fiori
impassibili divorano gli uomini,
e una Voce, che non è lettore né uomo
né donna né pioggia sopra il letto
dice senz’anima: sono qui i vermi
che tessono senz’armi il Cadavere.

View original post

Scomoda verità, forse per altri.

Frida la loka ( Lombardia)

A te Frida.

Non molto tempo fa, la mia persona ha ricevuto una, potremo denominarla, segnalazione?, già; la chiamo così perché è quasi come un atto di denuncia, un ammonimento , da far notare che hai qualcosa in te che non va.

Essa, dopo essere stata raggirata mile volte con parole a vuoto, senza arrivare al dunque, semplicemente dire quello che ” secondo questa persona” ha riferitomi, mi ha fatto scoppiare dal ridere.

– ” HAI BISOGNO DI UNO PSICOLOGO “…

Silenzio… nel mentre facevamo una passeggiata, continuiamo a camminare muti. Mentre pensavo e riflettevo. Dopo un paio di metri, che non è che posso fare una gara di corsa; mi fermo ed inizio a raccontare minuziosamente, ogni singola avventura o disgrazia che ho dovuto subbire da quando questa nuova ” me “, ha deciso di cercare di andare avanti, lasciando dietro delle ombre nere come la pece che non andranno mai più via e mi perseguitano, là dove vada.

E pure mi potrà un giorno semmai se l’ha sente, ringraziare, perché ho tagliato parecchio di ogni singolo episodio, come ad esempio, stare per venti e passa giorni in coma e non precisamente indotto. Nel senso che oggi avrei potuto interagire, ma non certamente molto earthly.

Evidentemente è un percorso chirurgicamente ( questo aggettivo si adicce proprio al caso) complesso, che non è finito e non finira mai, finché magari la scienza si evolva e trovi una cura, sè redditizio per altri, meglio, caso contrario sarò alla frutta.

Ovviamente non potrà mai capire, che, altro che psicologo! Ho bisogno d’un team di professionisti, i migliori nel campo, che lavorino in squadra, cosa veramente utopica… un team!

Chi non è pronto oppure letteralmente non interessato ad ascoltare non potrà mai capire perché, sí, ho bisogno d’uno psicologo, con cui sfogare la mia ira o profonda tristezza, uno psichiatra bravo! A darmi i farmaci giusti, un neurochirurgo, che abbia mani d’un Canova, d’un Michelangelo! Uno che stia dietro a minimizzare i dolori quando sono insopportabili, un medico di base che quando prendo appuntamento da lui, lo trovi con buona pace di dio, sveglio!

Insomma, credetemi, finché non siete da questa parte della trincea, non saprete mai cosa significa vivere una vita a metà, la testa percorre cento in cinque minuti, il mio corpo martoriato l’ho fa in venti. Nemmeno io l’ho pensavo fino a tempo fa.

Quando tocco questo argomento a me tanto doloroso, inesorabilmente viene al mio pensiero quei furbetti dell’ INPS, che per prendere una pensione perché disabile, mal messa per lavorare, ma non lo suficiente per prendere la pensione e accompagnamento. Per loro anche in questo claustro siamo dei semplici numeri, che facendo la media, per una percentuale, non mi danno il centone.

E allora son altri tipi di dolori quando inizia il momento di prenotare specialisti privatamente.

PS: non sono il tipo di ” poverina” , ecc. Magari quest’è il karma che devo vivere per saldare conti passati in un’altra vita, chi lo sa…

Tua.

24 ottobre, 2022

Dal blog personale

http://fridalaloka.com

Ripubblicato su

http://alessandria.today