Bettelmatt, di Me Piemont

Me Piemont

Bettelmatt

Il bettelmatt è un formaggio prodotto esclusivamente in alcuni alpeggi estivi siti nell’Ossola superiore .

In particolare, alpe Bettelmatt, Kastel, Vannino e Toggia che si trovano in alta Val Formazza, mentre alpe Forno, Sangiatto e Poiala in Valle Antigorio (e più precisamente in Valle di Devero), tutti oltre i 1800 m s.l.m.

Con il nome bettelmatt si identifica fin dal XIII secolo, un formaggio di eccellenza che veniva utilizzato come merce di scambio.

Il nome Bettelmatt deriva da battel che significa questua, quindi era senz’altro utilizzato per forme di beneficenza, l’unione a matt, che in tedesco significa pascolo, rende chiaro il significato del nome in: pascolo della questua.

Il suo nome deriva dall’omonima Alpe Bettelmatt anticamente dei signori de Rodis. Deve la sua fama alla ricchissima fioritura del pascolo.

L’attuale tecnica di preparazione risale al Quattrocento. Il latte intero, prima utilizzato solo per produrre formaggio semi-grasso e burro, da allora viene portato a temperatura direttamente all’alpeggio. Il formaggio prodotto viene pressato con grosse pietre, lasciato riposare un giorno, salato e conservato in piccole baite chiamate “Speicher”.

Nel 1710 si parla già di un formaggio Bettelmatto in documenti dell’Archivio Borromeo. Vasti pascoli di produzione sono stati distrutti, negli anni 30, dalla costruzione di diversi bacini idroelettrici.

(Fonte: Wikipedia)

Grappoli come uva, di Giuseppe Scolese

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Giuseppe Scolese

Grappoli come uva

Grappoli come uva, acini succosi, è dentro dei piccoli semi. E ogni seme è una possibile pianta. Accorgersi è bello, capire di più.

Il seme in sostanza è già albero e grappoli d’uva, chi dice questo? La scienza, ma anche la fede, che mi fa sperare che seppellendo un piccolo seme, nasce un albero. Capire questo è scienza, prima, molto prima era intuizione, l’uomo intuisce che la pianta è frutto del seme e a sua volta diviene creatore del seme.

È consapevole il seme di divenire pianta? Non lo sappiamo, perché il suo livello di coscienza è differente dal nostro. Differente, non migliore o peggiore.

Tutto nasce, cresce, vive e muore. Tutto è già lì, solo non lo sappiamo, e quindi è mistero, ma solo finché non viene svelato. Possiamo scoprire tutti i misteri del mondo, eppure non sapremo mai come sia possibile che un piccolo seme abbia in sé la futura vita dell’albero che sarà e magari anche il tempo esatto che vivrà, sempre che non intervenga un fatto anomalo a decidere per lui.

Giuseppe Scolese

Arrendiamoci al presente, di Guido Mazzolini

Guido Mazzolini

Arrendiamoci al presente, c’è un attimo nuovo che aspetta, nascosto dietro un angolo di dubbio. A nessuno è negato l’adesso. Siamo qui, siamo ora, e non ci accorgiamo del miracolo di un presente che si rinnova ogni istante, Nulla è ripetibile, tutto può essere migliorato.

Con pazienza e umiltà, accogliendo l’oggi, accogliendo la vita col desiderio di uscire da noi stessi per incontrare l’altro. È questo il regalo del presente, la possibilità di ripartire dal prodigio di un incontro, dal saluto di un giorno nuovo, dalle domande che accomunano l’umanità.

Noi inquieti e insicuri, schegge del medesimo specchio. Una grande famiglia che attende risposte e che spesso le cerca nel fragore di un temporale, quando invece potrebbe trovarle nel mormorio leggero del vento.

I giorni si seguono ininterrottamente, di Rosa Cozzi

Rosa Cozzi

  · 

Buongiorno!☕️🥐🍹🍀

I giorni si seguono ininterrottamente,

scanditi dal tic-tac delle lancette

di un orologio invisibile!

ESTASI E SPASMO “

Eccomi statua di creta

in attesa delle tue carezze,

voglia di

baci impuri

che sfiorano l’incavo tenero

del mio essere donna.

Mi trasformi e mi plasmi

a tua immagine e ormai vinta

mi lascio trasportare dai sensi

trattengo il respiro

e accetto il tuo sensuale contatto.

Cresce in me

la voglia di abbandonarmi

desiderosa di te e sottomessa

aspetto languidamente

che tu compia l’ultimo gesto.

da “ Diario Erotico “

di Rosa Cozzi

D.L.1941/ 633

foto di Eva Angelini

“L’ EXTASE ET LE SPASME “

Je suis statue de Crète

dans l’attente de tes caresses.

Envie de baisers impures

qui frôlent l’encoche tendre

de mon être une femme.

Tu me transforme et me moule

a ton image et déjà gagnée

je me laisse porter par les sens.

Je retiens mon souffle

et j’accepte ton sensuel contact.

Grandit en moi

l’envie de m’abandonner.

Désireuse de toi et soumise

j’attend indolemment

que tu fasse le dernier geste.

“Diario Erotico”

De Rosa Cozzi

D.L. 1941 / 633

photos d’Eva Angelini

Sono nata a novembre, di Marina Donnarumma

Marina Donnarumma

Sono nata a novembre,

Il mese delle lapidi e delle messe,

Dei giorni grigi e delle piogge che pungono

Come metallo.

Da bambina pensavo che i crisantemi

Fossero tutti bianchi, poi ho scoperto gli altri colori.

Ho pensato che forse non era così triste novembre!

Alla fine le corone erano state mazzi di fiori!

Ho pensato che era un mese per morire,

di fiammelle a consumare.

Però c’erano le mele nuove,

Le focacce d’uva,

Nei cassetti le noci e i cachi a maturare.

Sono nata a novembre,

La luna era calante,

Non si poteva amare,

chi era nata a novembre.

A novembre si moriva,

Chi mi avrebbe mai amata!

I cipressi nascondevano la luna,

Ma la luce, la luce,

Quella inondava ogni atomo

Del mio corpo! Iris G.DM

Il bellissimo comune di Bellagio

Why we love Italy

Il bellissimo comune di Bellagio è un borgo lombardo che si affaccia sul lago di Como. Incantevole meta turistica e culturale, Bellagio è celebre per la sua posizione geografica davvero esclusiva: il borgo si trova sull’estremità settentrionale del Triangolo Lariano, proprio nel punto in cui si dipartono i due rami del lago di Como. Sormontato dalle Alpi, questo incantevole comune è uno dei luoghi più visitati del comasco.

Il centro storico di Bellagio, chiamato anche “il Borgo“, con i suoi numerosi negozietti situati lungo strette viuzze a gradoni, intervallate da infiniti passaggi e portici, è rinomato in tutto il mondo e attira ogni anno migliaia di turisti.

L’atmosfera che si respira tra le sue vie è quella di un borgo molto vivace ed elegante, dal passato sfarzoso ed internazionale, fatto di eventi culturali, artistici e mondani di alto profilo. Teatri dalla fitta programmazione, grandi e lussuosissimi alberghi, che già nell’800 facevano concorrenza per eleganza a quelli delle principali capitali europee e botteghe artigianali di altissima qualità hanno fatto la storia di questo paese. 🇮🇹❤👏👋

The beautiful town of Bellagio is a Lombard village overlooking Lake Como. An enchanting tourist and cultural destination, Bellagio is famous for its truly exclusive geographical position: the town is located at the northern end of the Lariano Triangle, right at the point where the two branches of Lake Como branch off. Surmounted by the Alps, this enchanting town is one of the most visited places in the Como area.

The historic center of Bellagio, also known as “il Borgo”, with its numerous shops arranged along narrow stepped alleys, interspersed with infinite passages and arcades, is renowned throughout the world and attracts thousands of tourists every year.

The atmosphere that reigns in its streets is that of a very lively and elegant village, with a sumptuous and international past, made up of high-profile cultural, artistic and social events. Theaters with a dense program, large and very luxurious hotels, which already in the 19th century competed in elegance with those of the main European capitals and high-level artisan shops have made the history of this country. 🇮🇹❤👏👋

Grazie: Complimenti a📷@instagram.com/temistio

MI SENTO IN BILICO, di Mirella Ester Pennone Masi

Mirella Ester Pennone Masi

MI SENTO IN BILICO

(controcanto)

Vita lieta che da bambina

aleggiavi cantando, mi ricordi

anche gli ingenui vent’anni,

i sospiri non devi aggirare

fosti il tenero mistero del cuore

e la fiaba priva d’inganni.

Cerca e trova nel lontano mare

la memore bufera di sentimenti;

l’azzurro splenderebbe solare.

Ritornerai, è quel che io sento,

sopra i fiori e i roveti morenti.

Trovatore di quel mio tempo

il notturno sarà un nuovo volo;

già ti scelsi tra mille più stelle:

“Forse sei un miraggio tremulo

che vuole risplendere da solo?”

Sai che, quelle lacrime salmastre

fra le ciglia pungeranno sempre?

Ma noi siamo ancora gli stessi,

viviamo dunque la lirica campestre

mosto dolce e musica solenne:

“Mi sento in bilico!”

@Mirella Ester Pennone Masi 26 novembre 2022

photo dal web

L’arminuta, di Donatella Di Pietrantonio


Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri

Patrizia Franchina  ·   · 

L’arminuta di Donatella si Pietrantonio

E’ un romanzo scritto in prima persona da una ragazzina di 13 anni che, come non era insolito nelle famiglie numerose e molto povere delle campagne nell’immediato dopo guerra, era stata ceduta dai genitori ad una coppia di parenti senza figli, da loro la bimba era stata cresciuta nel benessere e nell’amore; improvvisamente, all’età di 13 anni viene restituita alla famiglia di origine senza apparente motivo. Dall’oggi al domani, quindi la ragazzina perde il suo mondo, le sue certezze, quasi la sua identità, per finire catapultata in un’altra realtà da lei mai sospettata a cui si sente estranea e guardata con ostilità dai fratelli.

L’ arminuta, ossia, la restituita, dovrà farsi carico di imparare a vivere una nuova vita, deve imparare a fare a meno delle comodità che le erano familiari, adattarsi a condividere ogni intimità con i nuovi familiari in una casa vecchia e povera. La madre, quella vera, non sa o non è in grado di aiutarla, di sostenerla perché è una donna indurita dalla vita, dalle fatiche , dalle innumerevoli gravidanze e dalla miseria; solo Adriana, la sorellina più piccola, sveglia e scaltra, sembra ben disposta nei suoi confronti, quasi protettiva e tra loro nasce un legame di affetto e di complicità.

Ma è il comportamento della madre il più contraddittorio: per un verso sembra provare ammirazione per quella figlia tanto brava a scuola, dai modi educati e comunque ormai lontana dall’ambiente rozzo e povero in cui è nata, ma nello stesso tempo sembra essere irritata dalla sua presenza e non tenta minimamente di aiutarla a capire cosa sia davvero successo; non la aiuta a comprende come una madre possa a privarsi della propria figlia affidandola ad altri se non la speranza di offrirle qualcosa di meglio o di diverso da quanto lei stessa potrebbe darle.

E che cosa può spingere una madre adottiva, che tanto desiderato una figlia, poi da rimandarla indietro senza alcuna spiegazione ragionevole? E come una ragazzina puo vivere il doppio abbandono e la perdita di ogni certezza? Sono questi i temi della narrazione, oltre che la difficoltà e la fatica di ricostituirsi un posto nella nuova famiglia imparando a controllare i propri sentimenti di rifiuto, paura, insicurezza generati dalla nuova situazione. L’autrice indaga con uno stile asciutto, severo, essenziale a volte duro i sentimenti di un’adolescenza rifiutata e abbandonata due volte, il suo ingiustificato senso di colpa per l’inadeguatezza degli adulti, e il desiderio di rimediare comunque una motivazione, una giustificazione per essere stata rifiutata una seconda volta.

Osservazioni minime (tanti saluti. Soltanto il tempo per un caffè)…

Per qualcuno che è ricco c’è qualcun altro che è povero. Per qualcuno che è amato troppo qualche altro è troppo solo. Potrà sembrare apparentemente banale, ma è una legge del mondo che pochi capiscono nel profondo.  Ci vogliono anni, delusioni, frustrazioni per capirla e alle volte non basta. Non ci vuole l’intelligenza. Ci vuole un minimo di cuore per capirla e poi  bisogna ritrovarsi in certe situazioni, in certe condizioni e in certi stati mentali per capire questa legge del mondo. I problemi sono due: percepire l’ingiustizia e porvi rimedio. Ma la seconda cosa è difficilissima. Richiederebbe empatia, impegno, partecipazione e sacrificio da parte di tutti e tutti dovrebbero essere capaci di risolvere il problema, oltre che essere capaci di  andare nella direzione giusta. Ma sentire l’ingiustizia, pensare la cosa giusta, farla assieme agli altri di buona volontà è chiedere la luna, è quasi impossibile.  Non a caso tutti i tentativi, tutte le rivoluzioni sono fallite. “L’uomo nuovo” non si può fare. Semplicemente non esiste. I discorsi da bar? Mi restano solo quelli, anche se molto raramente. La stragrande maggioranza delle volte vado lì solo per un caffè,  buongiorno e tanti saluti.

Se grandi poeti, grandi letterati, grandi artisti, grandi intellettuali hanno fatto naufragio è perché non erano tali? È perché non erano veri uomini o vere donne? È perché erano fragili, vulnerabili, deboli? Oppure perché erano degli incoscienti che osavano mettersi contro Dio e le sue regole? Forse non sapevano apprezzare la vita? Forse avevano perso di vista la vita, che è fatta di cose semplici? Non credo. Ritengo invece che l’animo, la mente, la vita non sai mai dove ti portino. Ci sono eventi o anche stati d’animo che in certe sere possono sopraffare chiunque.  Forse questi artisti o intellettuali al culmine della disperazione avevano più consapevolezza delle proprie fragilità e fratture interiori. Probabilmente si erano guardati dentro troppo, vuoi perché introversi, vuoi perché il loro mestiere di artisti o intellettuali richiedeva concentrazione, solitudine, capacità di introspezione.  Forse chiedevano troppo a sé stessi, alla loro arte, alla loro intellettualità. Le parole, il bello stile da soli non bastano, sono solo un surrogato. La vita è altrove, non nelle parole scritte, nella poesia, nell’arte. Prima si vive e poi viene il resto.  La verità è che tante parole sono inutili se non sono un semplice mezzo per vivere con gli altri. Per essere felici o almeno soddisfatti di sé bisogna avere le cose che tutti vogliono perché il desiderio è sempre mimetico o quantomeno una mimesi c’è sempre, anche se in un ristretto gruppo, in una piccola comunità.  È così bello essere approvati dagli altri, avere il consenso, il riconoscimento altrui. Per stare bene con sé stessi bisogna rispecchiarsi negli altri. L’artista vuole vendere molte copie del suo libro e avere riconoscimenti importanti perché desidera gli altri. Chi vuole essere apprezzato solo dalla critica vuole essere amato da una cricca.  Non si può lavorare per sé stessi. Non basta. Non funziona così la psiche umana. Ci vuole il riscontro altrui perché tutti o quasi vogliono l’amore altrui. E chi non cerca gli altri è destinato a fare cose a vuoto, a girare a vuoto.  Spera nel riconoscimento dei posteri. Insomma entra in un circolo vizioso. L’amicizia e se va bene l’amore altrui sono manna dal cielo, a cui nessuno in verità vuole sottrarsi. Si può scegliere chi amare e da chi essere amati, ma non si può rinunciare all’amore sotto qualsiasi forma si presenti.