Tutto quello che non ti ho detto l’ho chiuso in uno scrigno di ottone intarsiato di lapislazzuli e pepite d’oro.
L’antica chiave di ferro che lo apre l’ho nascosta in fondo all’ultimo cassetto della biancheria e presto me ne dimenticherò. Ti ho scritto parole su fogli che profumano d’albero, lo stesso su cui salivamo e guardavamo giù meravigliandoci di quanto fosse essenziale la vertigine.
Non avevamo paura quando oltrepassavamo il ruscello delle nostre emozioni saltando da una roccia all’altra in bilico sul filo della nostra innocenza.
Bevevamo acqua limpida e ci prendevamo cura delle nostre anime che si specchiavano sulla superficie. I nostri amici erano il vento, il buio e i lupi. La nostra medicina il veleno dei serpenti. Invincibili non avevamo paura di niente nemmeno di noi. Tutto quello che non ti ho detto l’ho chiuso in uno scrigno di ottone intarsiato di lapislazzuli e pepite d’oro che si trova al centro del mio cuore. Trova la chiave e vieni a prenderlo.
Tutto si tinge di rosso, il colore del sangue e delle viscere della terra. Il serpente attorcigliato su se stesso si risveglia dall’arcaico torpore e ha fame.
Il suo cibo son frutti che maturano in lande profonde. Il rettile si muove deciso, conosce la sua direzione e strisciando solca il sentiero. Il suo veleno è medicina, i suoi denti affilati annientano sogni.
La sua dimora è il cielo.
Lo seguo con il mio occhio magico e trovo il suo giardino nell’abisso della terra. I suoi frutti sono rossi, grandi, succosi, goduriosi e brillanti nell’oscurità. Con la mano ne prendo uno. Un morso, poi un altro. È dolce più del miele.
Lo sguardo del serpente che si nasconde tra le foglie pare mostrarmi visioni contrastanti. Un fuoco che arde nel mare, una stella che brilla al centro della terra. Negli occhi le galassie.
Cado in terra immobile e senza respiro. Il serpente strisciando pesante sul mio corpo mi sussurra un canto lasciandomi abbandonata in un sonno profondo.
All’ombra di un albero di mele rosse apro gli occhi. Il sole forte rischiara ogni ambiguità, anche l’ombra più cupa del serpente.
La luce penetra dalle imposte chiuse della camera e Alma si risveglia dal torpore del dormiveglia mattutino. La notte appena trascorsa è un flebile ricordo oppure solo uno strano sogno ma in ogni fibra della sua pelle vive un sottile cambiamento.
Sposta le lenzuola a fiori aggrinzite e si mette seduta sul letto. Quando poggia i piedi sul pavimento freddo si irrigidisce. Vorrebbe tornarsene nel ventre caldo da cui è sgusciata qualche minuto fa ma lo stomaco borbotta e rivendica qualche biscotto di frolla alla cannella e un pezzo di crostata di mele, prelibatezze entrambe preparate per lei dalla nonna.
Infila i piedi nelle pantofole ed esce dalla camera abbracciandosi nello scialle di lana.
Si ferma ad osservare il dipinto appeso al muro del corridoio che ritrae una imponente balena regina del mare che nuota nel suo regno. Lo scruta come se fosse la prima volta. I colori intensi e sfaccettati che identificano quell’angolo di mare impresso su tela le solleticano la voglia di scendere di nuovo giù nelle profondità del sonno e del sogno. Ma lo stomaco borbotta ancora.
In cucina il profumo di mele e cannella è come una carezza che Alma assapora tutta. La nonna non c’è, sul tavolo il cappuccino è ancora caldo.
“Nonna?”
Nessuna risposta.
Alma si dirige verso la finestra. Il sole d’autunno le fa socchiudere gli occhi e le riscalda i punti del viso più esposti alla luce. La bocca si scioglie in un sorriso quando vede la nonna nel frutteto che coglie le mele cotogne. Accanto a lei un gatto nero dagli occhi magnetici la fissa attraverso il vetro. Al collo porta una chiave, la stessa che la notte scorsa tremolava nel muro e lo sgretolava, mattone dopo mattone.
L’infinitezza dei campi arati della campagna all’orizzonte fa meno paura di quella degli stessi celati al buio di una notte senza luna. La chiave adesso brilla al riflesso del sole.
“Bambina mia queste cotogne sono perfette per la marmellata!”
Dice la nonna ad Alma rientrando in casa con gli occhi lucenti e il cestino pieno di mele. Un incontro di sorrisi e un abbraccio al profumo di chiodi di garofano e narcisi.
Informazioni AMBA – Provincia di Buenos Aires – Repubblica Argentina – Il Mondo
ARTE, SPORT, DISABILITÀ, EDUCAZIONE, TRE FEBBRAIO
È organizzato a Caseros dall’associazione civile YAD Internacional, una scuola di yoga in acqua per persone con disabilità. Saranno presenti le autorità del comune di Tres de Febrero e dell’Ambasciata dell’India. La giornalista, Agustina Kampfer, madrina dell’evento; Chris La Valle direttore di YAD International ed esperti in educazione, yoga e disabilità. Interverrà, tra gli altri, il medico ayurvedico Antonio Zangaro. L’insegnante specializzata in disabilità, Claudia Iazzetta, fondatrice di Inclusive Teachers. E Luis Giuliani direttore di Mondo Disabili. Sarà sabato 12, dalle 10, al CEDEM 1 su Tres de Febrero, Av Juan Bautista Alberdi 5524.
Il volantino dell’YAD YAD International è una scuola inclusiva di yoga, arte, yoga in acqua e anche meditazione creata da Chris La Valle 45 anni fa. Dall’entità spiegano che “è un’energia e una filosofia di vita basata sull’amore, l’umorismo e il rispetto per gli altri. Dove tutti impariamo gli uni dagli altri e condividiamo saggezza e conoscenza”.
I valori dell’istituzione si basano sull’intelligenza emotiva e spirituale per raggiungere la pace nel mondo. International YAD organizza la 1a Giornata di Yoga Wateryoga e Disability for Peace. Sarà questo sabato 12 al CEDEM 1 di Tres de Febrero, Av Juan Bautista Alberdi 5524. Fatto in casa. Ci saranno conferenze di esperti e anche workshop e pratiche.
WaterYoga inclusione pace Chris La Valle sarà il direttore di YAD International. Anche la giornalista Agustina Kampfer, madrina del Convegno. E le attività inizieranno alle 10, con la presenza delle autorità municipali, dell’Ambasciata dell’India. E anche l’accensione di una lampada commemorativa del maestro indiano, Indu Verma.
Il famoso ballerino e insegnante di Yoga spiegherà anche cosa sono i menhi (decorazione temporanea della pelle). E durante il giorno farà tatuaggi Hena. A nome del comune di Tres de Febrero, responsabile dei centri sportivi CEDEM del comune, sarà il direttore municipale del CEDEM n. 2, Hernán Jofre.
Le attività proseguiranno fino alle 19:00. Verranno affrontati temi sull’educazione inclusiva e sui suoi contributi a una cultura di pace. Inoltre, i contributi dello Yoga alle persone con disabilità e alla medicina. Yoga inclusivo. E verso le 15:00 Chris La Valle terrà un masterclass di yoga in acqua.
Foto : Claudia Iazzetta Fondatrice di Insegnanti inclusivi
Claudia Iazzetta, specialista in disabilità e fondatrice di Inclusive Teachers, terrà una lezione sull’educazione inclusiva e una cultura della pace. Inoltre, autore di A place for you, a place for me – L’integrazione scolastica come strategia di integrazione sociale (Ocruxaves 2011). E da Per una società pacifica (Amazon 2016).
Accessibilità yoga e altro ancora Liliana Reckinger Master in Yoga Terapeutico e Disabilità, di AURANANDA BUENOS AIRES, affronterà gli effetti dello Yoga sulle disabilità causate da malattie autoimmuni. Parteciperà anche Claudia Casabianca, Campionessa del Mondo di tennis 1977, e insegnante di tennis per disabili mentali.
Luis Giuliani, specialista in trasporti e accessibilità, e direttore di Mundo Discapacitado, parlerà di accessibilità per le persone con disabilità. papà. E il medico ayurvedico, Antonio Zangaro, ginecologo e ostetrico, presenterà anche i benefici dello Yoga dalla medicina.
Ci saranno lezioni ogni 15 minuti, in media. Inoltre verranno svolte pratiche di yoga in acqua, laboratori di mandala e Pranayama (energia corporea) per la vita quotidiana. Danze indiane. Yoga, meditazione, mantra.
E María Ester Palumbo parlerà di “Ascolto attivo e comunicazione”.
Ambasciatore dell’India Dinesh Bhatia e Chris La Valle direttore di YAD International
Información del AMBA – Prov. de Buenos Aires – República Argentina – El Mundo
ARTE, DEPORTES, DISCAPACIDAD, EDUCACIÓN, TRES DE FEBRERO
La organiza en Caseros la asociación civil YAD Internacional, escuela de wateryoga para personas con discapacidad. Habrá autoridades del municipio de Tres de Febrero y de la Embajada de la India. Participarán la periodista, Agustina Kampfer, madrina del evento; Chris La Valle directora de YAD Internacional; y expertos en educación, yoga y discapacidad. Entre otros, disertarán el médico ayurveda, Antonio Zangaro. La profesora especializada en discapacidad, Claudia Iazzetta, fundadora de Docentes Inclusivos. Y Luis Giuliani director de, Mundo Discapacitado. Será el sábado 12, desde las 10, en el CEDEM 1 de Tres de Febrero, Av Juan Bautista Alberdi 5524. Caseros.
El Flyer de la YAD YAD Internacional es una escuela de yoga, arte, wateryoga y también meditación inclusiva creada por Chris La Valle hace 45 años. Desde la entidad explican que “es una energía y filosofía de vida basada en el amor, humor y respeto hacia el otro. Donde todos aprendemos de todos y compartimos sabiduría y conocimiento”.
Los valores de la institución parten de la inteligencia emocional y espiritual para lograr la paz en el mundo. YAD internacional organiza la 1ª Jornada de Yoga Wateryoga y Discapacidad por la Paz. Será este sábado 12 en el CEDEM 1 de Tres de Febrero, Av Juan Bautista Alberdi 5524. Caseros. Habrá conferencias de expertos y además talleres y prácticas.
WaterYoga inclusión paz Estará Chris La Valle directora de YAD Internacional. También la periodista Agustina Kampfer, madrina de la Jornada. Y las actividades se iniciarán a las 10, con la presencia de autoridades municipales, de la Embajada de la India. Y además el encendido de una lámpara conmemorativa a cargo de la profesora india, Indu Verma.
La reconocida bailarina y docente de Yoga también explicará qué son los mendhis (decoración temporal de la piel). Y durante la jornada realizará tatuajes de Hena. Por parte del municipio de Tres de Febrero, a cargo de los centros deportivos CEDEM en la comuna, estará el director municipal del CEDEM Nº 2, Hernán Jofre.
Las actividades continuarán hasta las 19. Se abordarán temáticas sobre educación inclusiva y sus aportes para una cultura de la paz. Asimismo, los aportes del Yoga a las personas con discapacidad y a la medicina. El Yoga inclusivo. Y alrededor de las 15, Chris La Valle dictará una masterclass de wateryoga o yoga acuático.
Sobre educación inclusiva y cultura de paz dará una conferencia la licenciada en gestión y administración educativa, Claudia Iazzetta, especializada de discapacidad, y fundadora de Docentes Inclusivos. Además, autora de, Un lugar para vos, un lugar para mí-La integración escolar como estrategia de la Integración social (Ocruxaves 2011). Y de Por una sociedad en Paz (Amazon 2016).
Yoga accesibilidad y más Liliana Reckinger master en Yoga Terapéutico y Discapacidad, de AURANANDA BUENOS AIRES, abordará los efectos del Yoga en las discapacidades generadas por enfermedades autoinmunes. También participará, Claudia Casabianca, campeona Mundial de Tenis 1977, y docente en tenis para personas con discapacidad mental.
Luis Giuliani, especialista en transporte y accesibilidad, y director de, Mundo Discapacitado, se referirá a la accesibilidad para las personas con discapacidad. dad. Y el médico ayurveda, Antonio Zangaro, ginecólogo y obstetra además, planteará los beneficios del Yoga desde la medicina.
Habrá disertaciones cada 15 minutos, en promedio. Además se realizarán prácticas de wateryoga, También talleres de mandalas y de Pranayamas (energía corporal) para la vida diaria. Danzas de la India. Yoga, meditación, mantras. Y María Ester Palumbo hablará sobre “La escucha activa y la comunicación”.
Ha preso una tachipirina. Ha mangiato solo due crostini tanto per non essere digiuno, tanto per fermarsi lo stomaco. Accende la radio. La stazione sta passando una canzone straniera di moda negli anni ’80, di cui non riesce a ricordarsi il titolo. Fa degli sforzi di memoria, proprio non riesce a ricordarlo. Sono arrivati a un paese del circondario dove c’è un panificio che fa una buona schiacciata. Suo padre parcheggia. Poi va a comprarla. Lui aspetta in macchina. Dopo cinque minuti suo padre mette sui sedili posteriori la busta con dentro la schiacciata. Gli fa cenno di uscire fuori dell’abitacolo e andare in un bar vicino, distante solo trenta metri, per prendere qualcosa. Piove a dirotto, ma loro si incamminano, incuranti di tutto. Due schizzi d’acqua non hanno mai rovinato la salute a nessuno! Entrano. Il titolare è cinese. La barista è italiana. Suo padre ordina un caffè. Lui prende un cappuccino. Ci sono degli avventori che parlano tra di loro. Scherzano, ridono, parlano del tempo. Lui prende il cappuccino e si mette seduto a un tavolino. Prima si gusta la schiuma con dei colpi di cucchiaio. Quindi apre la bustina dello zucchero, che gira e rigira. Infine si sorbisce lentamente il liquido. È un buon cappuccino perché il latte e il caffè sono di qualità. Si guarda intorno. Arriva una donna sulla quarantacinquina. È lei o non è lei? È una sua vecchia conoscenza? Rimane interdetto. I suoi pensieri sembrano fermarsi. Il tempo sembra fermarsi. Sono istanti di incertezza e di sospensione. Molti anni fa quando lei era una bella ragazza lo aveva illuso. Passava sempre davanti al suo negozio. In realtà lei aveva solo giocato. Lei aveva molti uomini e lui non significava niente per lui. Solo un gioco di sguardi molto prolungato, durato delle settimane, ma che non aveva portato a nulla. Appena lui aveva provato ad approcciarla, lei si era rivelata ferma, decisa, categorica, risoluta. Lo aveva preso a male parole e il giorno dopo si era presentata davanti al suo negozio con un uno dei suoi amanti a scambiarsi effusioni. La delusione era stata cocente, ma erano altri i drammi, le vere sofferenze nella vita. Bisognava non pensarci, andare avanti, fare finta di niente, sopportare tutto. Lei continuava a passare davanti al luogo dove lavorava come se fosse invincibile, irreprensibile, totalmente padrona del mondo o almeno di quel piccolo mondo di provincia, dove le belle ragazze potevano permettersi tutto. Lui non sapeva il suo nome, sapeva solo dove lavorava. Poi lui aveva chiuso il negozio e non l’aveva più vista. Poco male! Meglio così! Quindi un giorno morì un ex collega di lavoro di sua madre. Lui andò a visitare il profilo Facebook del defunto e trovò che lei era una sua amica sui social. Solo allora seppe il suo nome e cognome. Poi seppe, leggendo il giornale, che il padre di lei era morto. Forse è lei in quel bar. È quasi irriconoscibile. Quello è un vero tuffo nel passato. È un vero tuffo al cuore. Prende la tazza e la riporta al banco. In quel breve tragitto la guarda. È davvero lei. È appoggiata al banco di tre quarti. Lei lo guarda di sguincio, con la coda dell’occhio. I loro sguardi si incrociano, ma senza alcuna curiosità né elettricità né erotismo da parte di entrambi. Lei forse si chiede cosa mai ci faccia lì. Lui sa già che quello è il suo paese. Nota che la sua bellezza è sfiorita. Lei mormora qualcosa, mentre lui posa sul banco la tazza. Lei sussurra queste parole: “il tuo problema è che non hai il fisico”. Le bisbiglia, le pronuncia in modo appena percepibile. I due uomini che sono con lei, forse suoi amici o forse suoi amanti, lo guardano male, lo apostrofano con due insulti. Cercano la rissa. Sono disposti a venire alle mani. Lui capisce che non tira aria, che quel luogo non fa per lui. Chiede a suo padre che sta leggendo un giornale sportivo se possono andare via. Il padre annuisce. Vanno verso la macchina. Lui è totalmente immerso nei suoi pensieri. Non l’attrae più quella donna e poi è una vecchia ferita ormai interamente cicatrizzata. Però non riesce a non pensarci. Pensa che a volte il destino gioca dei brutti scherzi. Pensa che è strano e davvero buffo rivederla dopo poco più di quindici anni. Quante cose sono avvenute in quel periodo! Pensa a un mare di cose. Pensa che lei prima poteva puntare sulla bellezza e ora non è altro che una donna rozza, sgraziata, ormai non più appariscente, non più piacente. Certo il suo pensiero o questa sua semplice constatazione di fatto non è da comunicare al prossimo perché sarebbe stato ritenuto cinico, odioso, politicamente scorretto, insensibile nei confronti delle donne. Certe grandi intellettuali femministe se sapessero questi suoi pensieri lo considererebbero un omuncolo banale, scontato, sotto la media. Lui se ne frega altamente. Questa sua idea cattiva, spietata gira e rigira nella sua mente e lui quella mattina è davvero di buon umore. Sa che è senza lavoro, che ha solo un amico fidato, che non ha una donna, che forse i suoi soldi finiranno presto, che c’era stata una pandemia terribile e una terribile guerra è in corso. Sicuramente questo è segno inequivocabile che è meschino, ma ognuno ha la sua meschinità che nasconde a tutti in fondo all’animo. Sono piccoli pensieri da non rivelare al prossimo, ma esistono e ci fanno talvolta stare meglio, sono garanzia di momenti di felicità. Non fate finta di essere puri e candidi come gigli! Ammettetelo serenamente. Non cercate di dimostrare una grandezza d’animo che non avete. Confessatelo che è la vostra gretta meschinità che vi fa tirare avanti in questa vita! E lui quella mattina si sente solo ma felicemente solo. È stato rifiutato da quella ragazza anni fa. Non ha avuto baci, carezze, calore, orgasmi da lei. Ma ora a 50 anni è felice di essere stato rifiutato, di non esser il suo uomo, di non avere figli da lei e si sente davvero un uomo fortunato. Pensa a tutti i problemi del mondo, ma non può fare a meno di essere di buon umore e niente e nessuno possono togliergli quello stato d’animo, pensando a come è diventata ora quella ragazza che un tempo stordiva tutti con la sua bellezza. È di nuovo in macchina. Partono. Sono di nuovo in un ambiente caldo e confortevole. Accende di nuovo la radio. La stazione passa una canzone straniera di moda negli anni ’80, di cui lui proprio non riesce a ricordarsi il titolo, nonostante gli sforzi di memoria.
Articolo di Marina Donnarumma. Roma 10 novembre 2022
Questa, una mattina in cui ti svegli già indisposta verso il mondo, perchè ti girano ” le cosiddette”. Cielo grigio, pensieri grigi, ti sbatti giù dal letto pensando come il mondo è ingiusto con te. Vorresti fregartene di tutto e di tutti, velenosa come una tarantola, poi ti imbatti in qualche cosa che ti fa dire – cavoli dove ti giri è peggio!- EMPATIA, GIUSTIZIA, ” PIETAS”. Sapete quell’antico sentimento che induce amore, compassione e rispetto , per le altre persone ? Lo conosciamo? Lo conoscete?.
Leggo spesso un bellissimo blog, che si chiama ” la farfalla della gentilezza” e sono venuta a conoscenza della storia di Marta, ma ” Marta” è la storia di una – uno- e di tanti. Tutte storie avvolte dal massimo menefreghismo e indifferenza, da parte dello stato, ma anche da parte di ognuno di noi. Noi pensiamo solo al nostro ” io” mostruoso ed egoico.
Con il permesso della blogger ” della farfalla della gentilezza ” posto il suo articolo
Anche Marta è una studentessa straordinaria. Ma lei non vuole bruciare le tappe, non vuole nemmeno diventare una studentessa da record. Vorrebbe solo il diritto di fare quello che fanno i suoi coetanei, senza troppi problemi. Anche cose molto semplici, come uscire, andare a prendere un caffè al bar, farsi un bel giro per il centro di Napoli, dove abita.
Però per Marta Russo tutto questo non è così semplice, perché per muoversi ha bisogno di una sedia a rotelle.
E quindi non può uscire sola, perché anche scendere sotto casa diventa un’impresa impossibile: le macchine parcheggiate male le rendono impossibile anche gli spostamenti più semplici, il trasporto pubblico per lei è praticamente inesistente, le barriere architettoniche di fatto diventano una barriera anche sociale.
Marta per fortuna ha una famiglia che le sta vicino, e che ha sempre provveduto ai suoi spostamenti, fin dai tempi della scuola primaria, quando il servizio comunale al quale avrebbe avuto diritto si era rivelato inadeguato. Ma Marta, oggi, studentessa universitaria, non ha gli stessi diritti e le stesse opportunità degli altri studenti perché ci sono le barriere architettoniche, e perché sa che non troverà il parcheggio riservato, che lo scivolo sul marciapiede sarà ostruito da un automobilista egoista…
Abbiamo un bellissimo articolo della nostra Costituzione, il terzo, che afferma che è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Ma una barriera architettonica è evidentemente un ostacolo che impedisce a Marta il pieno sviluppo della sua personalità.
Per questo Marta ha scritto una lettera aperta alLA Presidente del Consiglio, per raccontarle le sue difficoltà quotidiane e farle notare, a proposito del merito, che se lei, Marta, vince una borsa di studio, è una grande soddisfazione, ma poi cosa succede? Che l’Inps sottrae l’intero importo al 100% dalla pensione di invalidità, cioè dalla sua unica fonte di reddito.
A proposito d
el merito…
Questo è un paese a due velocità. E ha ragione Marta, che non ha ricevuto il clamore mediatico che invece la sua vicenda meriterebbe, a dire che le girano le ruote…
(Potete seguire Marta Russo sulla sua pagina e nel suo canale youtube “I Pensieri di Marta”). La farfalla della gentilezza.
Ora mi domando, ma i propri affari personali devono diventare pubblici per essere compresi ? Compresi relativamente direi, perchè si continua a parcheggiare nei parcheggi dei disabili, non ci sono strutture adeguate per viaggiare sui mezzi, non c’è l’educazione necessaria per il rispetto, per capire.
Studentessa con disabilità scrive al premier Meloni: “Sono Marta, ho 22 anni e mi girano le ruote!”
La 22enne napoletana, costretta in sedia a rotelle, lancia un appello alla maggioranza, chiedendo maggiore attenzione per le istanze degli studenti disabili. Nessuno dovrebbe rimanere indietro: uno dei valori fondanti la società democratica si scontra però con una realtà crudele.
Credo che ognuno di noi sia testimonio concreto di questa situazione, di vedere parcheggi per disabili occupati, forse anche noi l’abbiamo fatto, oppure parcheggiare davanti una passerella per disabili. Spesso con il ” passeggino” io stessa mi sono trovata in difficoltà per un posto dove scendere dal marciapiedi, vogliamo parlare delle spiagge, di ogni luogo pubblico dove è impossibile accedere? Noi non siamo gli unici ad avere diritti, ci sono, spesso, persone che hanno bisogno che non ci siano barriere architettoniche, queste persone hanno il diritto di accedere dovunque, neppure dovrebbe essere messo in discussione.
A questo proposito vorrei citare articoli della costituzione.
Art. 2
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”
Art. 3
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”¦”
Art 24
“Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri interessi legittimi”¦.”
Art. 32
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività “¦”
Un handicap non deve essere mai causa di discriminazione e che la persona che ne è portatrice non solo deve essere opportunamente curata, tutelata , ma deve avere le stesse possibilità di una persona sana per principio di eguaglianza, a cui vorrei aggiungere per empatia e” pietas” che sarebbe amore e comprensione dell’altro, da non confondere assolutamente con la pietà che intendiamo in genere. Questa ” pietas” deve essere per ogni persona in difficoltà, che abbia un handicap o no. Siamo una società civile? Davvero non lo so più, una società violenta, dove vige la legge del più forte, in questo caso leggi del ”più ricco”, dove l’aggressività si manifesta verbalmente e fisicamente, la buona educazione, la comprensione, la tutela del cittadino, in balia di se stesso. Siamo una civiltà civile? Io non lo so, non lo so!
Vorrei che ognuno di noi riflettesse, che ognuno di noi si mettesse nei panni di Marta, Giuseppe, Giovanni, Francesco…, pensate di essere al loro posto.
Articolo di Marina Donnarumma. Roma 10 novembre 2022
Oggi che ho iniziato la giornata tornandoti sott’occhio e mi hai trovato bene e ti ho trovato ancora più bella adesso che finalmente è abbastanza chiaro dove sei e dove sono
Per la prima volta so che avrò la forza di costruire con te un’amicizia così sottile che dal vicino territorio dell’amore questo disperato inizieranno a guardarci con invidia e finiranno per organizzare escursioni per venire a chiederci come facciamo.