Tristezza

Bergamo, ore 20:49

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Tristezza

Sei sempre più forte…

Posso ingannarti con il computer

Posso illudermi di poter combattere

Posso pensare di non essere

Tuo bersaglio

Non sei stanca di colpirmi?

Non sei stanca di vincere sempre?…

Nemica mia… Perché mi perseguiti?

Non hai già preso il meglio

Degli anni miei?…

Non hai colpito abbastanza?

Perché turbini nella mia vita?

Ho bisogno anche del dolore

E dell’amaro…

Ma non pensi di essere

Onnipresente, nella mia vita?

Buon Dio, ti prego: allontana da me

Questa sofferenza…

Però, sia sempre fatta

Non la mia, ma la Tua

Di volontà.

Bettelmatt, di Me Piemont

Me Piemont

Bettelmatt

Il bettelmatt è un formaggio prodotto esclusivamente in alcuni alpeggi estivi siti nell’Ossola superiore .

In particolare, alpe Bettelmatt, Kastel, Vannino e Toggia che si trovano in alta Val Formazza, mentre alpe Forno, Sangiatto e Poiala in Valle Antigorio (e più precisamente in Valle di Devero), tutti oltre i 1800 m s.l.m.

Con il nome bettelmatt si identifica fin dal XIII secolo, un formaggio di eccellenza che veniva utilizzato come merce di scambio.

Il nome Bettelmatt deriva da battel che significa questua, quindi era senz’altro utilizzato per forme di beneficenza, l’unione a matt, che in tedesco significa pascolo, rende chiaro il significato del nome in: pascolo della questua.

Il suo nome deriva dall’omonima Alpe Bettelmatt anticamente dei signori de Rodis. Deve la sua fama alla ricchissima fioritura del pascolo.

L’attuale tecnica di preparazione risale al Quattrocento. Il latte intero, prima utilizzato solo per produrre formaggio semi-grasso e burro, da allora viene portato a temperatura direttamente all’alpeggio. Il formaggio prodotto viene pressato con grosse pietre, lasciato riposare un giorno, salato e conservato in piccole baite chiamate “Speicher”.

Nel 1710 si parla già di un formaggio Bettelmatto in documenti dell’Archivio Borromeo. Vasti pascoli di produzione sono stati distrutti, negli anni 30, dalla costruzione di diversi bacini idroelettrici.

(Fonte: Wikipedia)

Momenti di poesia. L’ANTICA FERROVIA (ai miei concittadini) di Augusta Del Corso

L’ANTICA FERROVIA (ai miei concittadini)

Li avremmo visti poi

solcare l’azzurro del mare

i gabbiani…

Io penso a prima

e a quando la vecchia ferrovia

da quelle brulle colline

di pietre e saggina

scendeva a valle

tra casolari ed aie…

Ma che ne è stato

di quello scialle rosa

un po’ svanito…

dei miei sedici anni

e dei tuoi…

dei nostri sogni…

Ora so che anche noi

siamo impastati della terra

di queste colline

che come noi ancora oggi

si struggono

di nostalgia di mare

solo per esserne state abbracciate

in ere lontane…

Augusta Elena Del Corso

18 Ottobre 2022

Diritti Riservati –

Momenti di poesia. LIBERA, di Paola Varotto

LIBERA

Libera

ora sono davvero libera

da quella che sembrava

una prigione

e invece era Vita.

E non saprò mai se

fa più male

sognare ancora

o rinunciare a immaginarti

sulla mia pelle.

Si muore di troppo amore?

Allora stiamo usando le

parole sbagliate.

E se non mi penserai

che differenza fa

Non sarà meno

grande il mare

e il cielo, non avrà

meno stelle da contare.

E se mi cancellerai

riempirai il mio posto

con tutte le parole che

ricami sulla carta.

Sapessi quanto sale può

contenere una ferita

e quanto dolore si prova

a voler essere in un posto

che non è il tuo.

Non mi vedi, ma sono li,,

esisto, come i punti cardinali

i venti, le correnti.

E cammino a testa in su

cercando ossigeno

per respirarti ancora

perchè mi giri dentro

ed io non so tenerti.

Io che pensavo ci fosse

un motivo per ogni cosa

e che nulla avviene per caso.

ci scegliamo con una ragione precisa

e ci lasciamo con il cuore che sanguina.

Per ritornare a cercarci

come il giorno si arrende alla notte,

le nostre anime si cercano

e trovano la pace!

©copyright L.633/1941

Paola Varotto

Territorio. Me Piemont: La Panissa

Panissa

La paniscia (in novarese) è un tipo di risotto diffuso tra Piemonte e Lombardia con alcune varianti regionali.

È diffuso soprattutto nel Novarese con il nome di paniscia e nel Lodigiano ed alta Lomellina, dove è conosciuta come paniscia; nonché nell’appenninica alta val Curone (paesi di Bruggi, Salogni, Caldirola, Forotondo ecc…), dove è stata importata dai lavoratori stagionali nelle risaie vercellesi ed è celebrata da una sagra a Lunassi ad inizio settembre.

Si ipotizza che il nome derivi da panìgo, una varietà povera di miglio, con il quale veniva cucinato questo piatto, prima della diffusione del riso.

Gli ingredienti della panissa vercellese sono: riso della varietà Arborio, Baldo, Sant’andrea o Maratelli, fagioli della qualità tipica coltivata a Saluggia o a Villata, cipolla, vino rosso Barbera, lardo, salam d’la duja, sale.

Gli ingredienti della paniscia novarese sono: riso della varietà Arborio, Carnaroli o Roma, fagioli borlotti, cavolo verza, carota, sedano, cipolla, vino rosso (possibilmente delle Colline Novaresi), lardo (non il burro), cotica di maiale, salam d’la duja, sale e pepe. In ogni casa, naturalmente, la ricetta viene personalizzata e spesso la lista degli ingredienti è ridotta anche se sicuramente non possono mancare i fagioli, la cipolla, il vino e il salame.

Un piatto di panissa si può abbinare ad un vino rosso fermo di medio corpo come un barbera piemontese o un vino delle Colline Novaresi (ad esempio un Ghemme DOCG) o delle Coste della Sesia (come ad esempio un Gattinara DOCG).

(Fonte: Wikipedia)

VOCE DAL SEN FUGGITA, Augusta Del Corso

VOCE DAL SEN FUGGITA

Ho ancora il tuo sapore

sulle labbra

ho ancora dentro

il calore del tuo corpo

ho ancora nella mente

quelle due parole

non potendo tu nell’estasi

mentire

ho ancora in me la pena

dell’ora fuggita troppo presto,

ma quando ti dico

che questo continuo

timore di perderti

può rendere vano

il gigante d’amore

ch’è’nato tra noi

tu sorridi e forse

non comprendi.

Augusta Elena Del Corso

13 Ottobre 2022

Diritti Riservati-

Leggi anche: https://alessandria.today/

NUOVA PROSPETTIVA, Giusy Finestrone

NUOVA PROSPETTIVA

L’alba del nuovo giorno ha i colori dell’estate

Molto più realista, senza gnomi e senza fate

Ho preso coscienza del mondo, ho i piedi ben saldi a terra

Finalmente alla mia anima ho finito di fare la guerra

Da sempre ho idealizzato chi pensavo mi stesse vicino

Ho donato il mio cuore a chi invece è stato meschino

Vivendo nel dubbio atroce che forse ero quella sbagliata

Ma l’unico grande errore è che da sempre mi son fidata

Oggi ho compreso appieno che nessuno senza tornaconto dà

Che devo prender coscienza che sono io la mia sola metà

Tutti bravi a parlare, tutti ” IO CI SARO’ “

Ma è l’enfasi del momento, si eclissano dopo un pò

Ed oggi mi rialzo, metto cerotti ad ogni ferita

Del resto ho preso sempre schiaffi da questa vita

C’è un mondo del tutto nuovo che può ancora darmi molto

Mi scrollo il dolore di dosso che da troppo mi aveva sepolto !!!

Si riserva ogni uso e utilizzo@copyright di Giusy Finestrone

Coldiretti. Gas: contro il caro bollette 1 su 5 ha già rinunciato ai fornelli, i consigli antispreco

I cuochi contadini di Campagna Amica hanno realizzato un vademecum per risparmiare

Gas: contro il caro bollette 1 su 5 ha già rinunciato ai fornelli, i consigli antispreco

Cittadini e aziende sono in grave difficoltà, subito intervento a livello nazionale ed europeo

Con la crisi energetica e i rincari in bolletta quasi un alessandrino su cinque (19%) per risparmiare ha già rinunciato ai fornelli, cucinando di meno e indirizzandosi verso pietanze che non necessitano di essere cotte. E’ quanto emerge da un sondaggio Coldiretti sull’impatto del caro energia i cucina dove un altro 53% ha adottato comunque accorgimenti per coniugare la voglia di continuare a portare in tavola cibi cotti con la necessità di ridurre l’impiego dei fornelli, contribuendo alla campagna per il risparmio energetico lanciata dal Governo con il decreto del ministro Cingolani. Solo il 27% dei cittadini dichiara di non aver cambiato le proprie abitudini di consumo in cucina.

Per sostenere l’impegno dei cittadini per il risparmio i cuochi contadini di Campagna Amica hanno preparato un vademecum che va dal fare attenzione all’uso delle stoviglie al modificare tempi e modalità di cottura.

“Meglio usare pentole che consentono il risparmio di energia come quella a pressione o per cotture plurime (bollitura e vapore) e utilizzare il coperchio quando è possibile. Importante anche utilizzare il fornello adeguato alle dimensioni della pentola che si sta utilizzando e verificare che la fiamma del fornello sia di colore blu, che indica efficienza nella combustione – ha affermato Stefania Grandinetti, cuoco contadino di Campagna Amica e presidente provinciale Terranostra -. Ridurre la cottura dei cibi per gustare bocconi più croccanti, al dente, leggermente al sangue vuol dire ingerire cibi con un più alto contenuto di nutrienti, assaporarne gli aromi originari degli ingredienti e soprattutto masticare di più aiutando moltissimo la digestione. Per gli alimenti che, per sicurezza alimentare, è meglio servire ben cotti, come pollo e uova, preferire ricette che permettano cotture veloci. Quando si utilizza il forno si possono pianificare più infornate, cuocendo contemporaneamente più pietanze facendo attenzione ai vari gradi di cottura, oppure infornare di seguito piatti diversi sfruttando la temperatura già raggiunta dal forno”.

Ma è possibile risparmiare anche l’energia elettrica, magari scegliendo di scongelare i cibi togliendoli qualche ora prima dal congelatore invece di utilizzare il forno a microonde o usando per la preparazione dei cibi gli attrezzi manuali come frusta e cucchiai invece del frullino elettrico. 

Consigli pratici per fronteggiare una situazione che necessita però di un intervento a livello nazionale ed europeo per sostenere i cittadini e le aziende.  

“Con i rincari energetici che stanno facendo esplodere le bollette di famiglie e imprese, occorre innanzitutto mettere un tetto al prezzo di tutto il gas che entra in Europa, non solo a quello proveniente dalla Russia – ha aggiunto il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Come Coldiretti abbiamo già chiesto al Governo di dare risposte ai bisogni delle nostre imprese ma queste risposte devono venire anche dall’Europa perché non è accettabile in un momento di gravissima crisi prevalgano gli egoismi. Con la beffa che le nostre aziende si trovino a subire, oltre all’aumento dei costi, anche la concorrenza sleale da parte di Paesi come l’Olanda o la Germania, che ha annunciato un piano nazionale di sostegno al proprio sistema economico”. 

“Ma occorre lavorare anche per l’autosufficienza energetica, incentivando l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti per stimolare la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole, superando a livello europeo il limite dell’autoconsumo come barriera agli investimenti agevolati – ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Ed è importante anche supportare la produzione di biogas e biometano, arrivando ad immettere nella rete fino a 6,5 miliardi di metri cubi di gas “verde” da qui al 2030, e potenziare la capacità estrattiva che nel nostro paese si è ridotta dei 3/4 negli ultimi decenni. E possiamo fare anche a meno dei fertilizzanti prodotti proprio a partire dal gas, puntando su quelli organici e, in particolare, sul digestato, facendo chiarezza sulla possibilità di utilizzo ed eliminando la soglia dei 170 chilogrammi di azoto per ettaro all’anno”.

L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustriale, ma che devono valere anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione.

Cuneese al rum

Me Piemont: Cuneese al rum

Il cuneese al rum è un tipo di cioccolatino formato da due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticcera al cioccolato fondente e rum, il tutto rivestito da uno strato di cioccolato fondente, che si produce a Cuneo. Solitamente è avvolto in carta rossa con scritte dorate.

Il cuneese al rum venne inventato da Andrea Arione, primo proprietario dell’omonimo negozio-bar, il quale decise di proteggere la sua creazione registrandola con il Brevetto per Marchio d’Impresa. Oggi, tale cioccolatino viene imitato in tutta la provincia, ma la ricetta originale è custodita dai proprietari del negozio-bar Arione.

L’8 maggio 1954 Ernest Hemingway sostò a Cuneo circa un’ora per recarsi nel negozio-bar Arione e acquistare i Cuneesi al rum per la moglie in vacanza a Nizza.

Versioni

Nonostante il principale e storico cioccolatino sia il Cuneese al rum, è possibile trovarlo in diverse versioni, con e senza liquori. Esso è, infatti, disponibile anche ai gusti Grand Marnier, nocciola, crema di marroni, cremino.

(Fonte: Wikipedia)

Paste di meliga

Me Piemont: Paste di meliga

Le paste di meliga (in piemontese paste ‘d melia) sono un biscotto frollino tipico del Piemonte, in particolare delle Valli di Lanzo, del cuneese, del biellese e bassa Val di Susa.

Sono dolci a base di farina di frumento, farina di antico mais piemontese (melia o meira in piemontese), burro, zucchero, miele, uova e scorza di limone.

Cenni storici

Di origine antica, si vuole che siano nati per necessità di fronte ad un cattivo raccolto che aveva fatto salire alle stelle il prezzo del frumento. I fornai cominciarono quindi a mescolare il fior di farina (oggi definito farina 00) con il frumento di mais, cioè con la farina ricavata dal mais macinata finissima, del tipo non utilizzabile per la polenta ma destinata a confezionare dolci. La peculiarità della macinazione molto fine favorisce la realizzazione di un biscotto dal gusto particolarmente definito e di struttura molto friabile.

(Fonte: Wikipedia)

Piatto inventato ieri sera per cena da mia moglie Anna Maria, Bruno Mattu

Piatto inventato ieri sera per cena da mia moglie Anna Maria.

Pasticcio di Persico in crosta di lenticchie.

Ingredienti:

filetti di persico (circa 1 kg)

prosciutto crudo (circa 150 gr)

2 uova

parmigiano reggiano grattugiato (circa 50 gr)

lenticchie rosse decorticate (circa 50 gr)

un finocchio intero

Olive dolci (circa una decina)

sale q.b.

Procedimento:

Sciacquare i filetti di persico e tagliarli a rettangoli, disporli nella teglia.

Sgrassare le fettine di prosciutto e disporle in modo da avvolgere i rettangoli di filetto di persico, disponendoli nuovamente nella teglia.

Rompere le uova in un piatto e sbatterle, aggiungendo una parte del parmigiano grattugiato.

Versare l’uovo sbattuto sui rettangoli di filetto di persico ricoperti dal prosciutto.

Disporre il finocchio tagliato a spicchi negli spazi liberi della teglia.

Disporre la decina di olive nella teglia.

Ricoprire tutto il contenuto della teglia con una spolverata di parmigiano e lenticchie decorticate.

Eventualmente aggiungere un po’ di sale, ma pochissimo, vista la presenza del prosciutto e del parmigiano.

Infornare in forno ventilato a 200 gradi Celsius per circa una ventina di minuti, o comunque fino a che la superficie non risulta ben dorata.

È anche possibile ruotare i rettangoli nella teglia, in modo da farli dorare anche sul lato sottostante e nel caso aggiungere lenticchie decorticate e spolverata di parmigiano grattugiato anche nel lato che si è girato.

Nel caso si procede con la rotazione del contenuto, infornare nuovamente fino alla doratura della nuova superficie, ma non più di altri dieci minuti (per non rendere stoppaccioso il filetto).

Foto 1 prima della cottura

Foto 2 lato sottostante appena ruotato e prima della seconda doratura.

Foto 3 fine cottura

Foto 4 impiattamento con insalata mista.

da:”Piatti improvvisati”

25/09/2022

CAMPIONATO MONDIALE DEL PESTO, VINCE LA STUDENTESSA CAMILLA PIZZORNO

CAMPIONATO MONDIALE DEL PESTO, VINCE LA STUDENTESSA CAMILLA PIZZORNO

Sfidanti da ogni angolo del mondo, a trionfare è la genovese e più giovane della gara 

Camilla Pizzorno vince il Campionato

Frequentando il corso di giornalismo presso l’Università di Genova, ho avuto la possibilità di poter scrivere in prima persona articoli che trattano gli eventi più significativi della zona. Attrezzata di carta e penna, sono riuscita ad intervistare in esclusiva la vincitrice del Campionato Mondiale del Pesto. Con questo articolo voglio portarvi con me alla scoperta di tradizioni familiari e ricette segrete tra il profumo del basilico. 

Il pesto più buono del mondo lo prepara Camilla Pizzorno, 22 anni, studentessa universitaria di psicologia, residente a Pegli. È la terza donnae la ragazza più giovane nella storia a vincere il  Campionato Mondiale del Pesto Genovese, che è tornato dopo 2 anni di assenza, causa Covid. Camilla ha sbaragliato i cento concorrenti provenienti da tutto il mondo, sabato 4 giugno, sfidandosi a colpi di pestello nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Hanno partecipato adulti, bambini e addirittura un robot, grazie al contributo dell’Istituto Italiano di Tecnologia: Robo Twin, caratterizzato da un sistema di movimentazione composto da due braccia robotiche dotate di mani poliarticolate e muscoli artificiali che per la prima volta nella storia si è cimentato con la preparazione della storica salsa genovese. 

Robo Twin

Si sono sfidati concorrenti provenienti da  Cambogia, Camerun, Giappone, Guinea, Messico, Moldavia e Stati Uniti, alla presenza di trenta giudici selezionati per esperienza, competenza e attivismo nel mondo del food e della promozione territoriale, e tanti illustri ospiti, ma i veri protagonisti sono i sette ingredienti “magici” uguali per tutti, un mortaio e il pestello. 

La più giovane concorrente in gara vince con due ingredienti segreti “lo faccio con amore e divertendomi”, dedicando la vittoria alla nonna che le ha insegnato da bambina la passione per il pesto genovese “ricordo ancora quando mi veniva a prendere a scuola alle elementari, mi portava  a casa e nella sua cucina preparavamo il pesto con il suo  grosso mortaio. La guardavo affascinata, rappresentava un momento per stare insieme”. 

Una tradizione di famiglia, tanto che il padre aveva già partecipato ad altre edizioni del campionato, nel 2016 e nel 2018, arrivando due volte secondo. Lei lo ha superato: “Adesso il pesto a casa lo farò solo io – ha detto al termine della premiazione – Qual è il segreto del mio pesto? I segreti non vanno mai rivelati”. Inattesa la vittoria dato che il mondo delle cucina non le appartiene, ma da vera genovese è cresciuta tra basilico e mortaio

Il “trofeo”

Il pesto è la salsa più conosciuta al mondo dopo quella al pomodoro – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – non possiamo parlare di un semplice condimento ma di una bandiera non solo della Liguria ma del nostro Paese, perché all’interno dello scrigno del mortaio c’è il profumo e il sapore della nostra terra”. Il Campionato si svolge una volta ogni due anni e il vincitore viene selezionato tra i cento finalisti mondiali. Sarà dunque un compito importante per Camilla che diventa così la portavoce del pesto in tutto il mondo: “spero di adempiere questo ruolo al meglio” spiega emozionata, dovendo partecipare come giudice alle selezioni dei prossimi finalisti, una grande responsabilità rappresentando la Liguria e sopratutto Genova.

4 Pentole in Valigia

Ovunque tu vada, vacci con tutto il cuore

BISCOTTI CON GOCCE DI CIOCCOLATO — dolci.follie

BISCOTTI CON GOCCE DI CIOCCOLATO — dolci.follie

Quanti di voi amano iniziare la giornata con dei buoni e friabili biscotti fatti in casa? Oppure fare un break goloso e allo stesso tempo sano ed equilibrato con un dolcetto homemade? Noi non possiamo fare a meno di tutto ciò ed è per questo che spesso ci rifugiamo in cucina a prepare qualcosa di […]BISCOTTI CON GOCCE DI CIOCCOLATO — dolci.follie

LEMON SQUARE — dolci.follie

LEMON SQUARE — dolci.follie

Abbiamo trovato il modo di illuminare la nostra giornata!Volete sapere come? Con i LEMON SQUARE! Se ancora non li conoscete, possiamo assicurarvi che questi dolcetti di origine anglosassone vi conquisteranno al primo assaggio. Tre strati di pura bontà: una base di frolla, un morbido ripieno al limone ed una crosticina croccante, che urlano estate da […]LEMON SQUARE — dolci.follie

PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO — dolci.follie

PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO — dolci.follie

Se state cercando una ricetta per un dolce fit, ci spiace deludervi ma da noi non la troverete mai. Accantoniamo le calorie e godiamoci l’assaggio di questo morbidissimo PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO, con tanta tanta panna nel suo impasto. La vita è già dura di suo è un dolce fit, noi proprio […]PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO — dolci.follie

Dolci piemontesi: i baci di dama

Baci di dama

I baci di dama sono dei biscotti originari del Piemonte della città di Tortona dove nacquero un secolo fa, chiamati così perché composti da due calotte di pasta unite dal cioccolato che richiamano due labbra intente a baciare.

I baci di dama nacquero a Tortona nell’Ottocento ed erano originariamente prodotti con le nocciole piemontesi, più facili da reperire e meno costose delle mandorle. Sarà infatti il cavalier Stefano Vercesi sul finire del 1810 a modificare la ricetta sostituendo le nocciole con le mandorle e brevettando i “baci dorati”. Presentati alla fiera internazionale di Milano nel 1906, vincono la medaglia d’oro, massimo riconoscimento di pasticceria del tempo.
(Fonte: Wikipedia)

Festa del Vino del Monferrato Unesco: le ultime novità in attesa dell’inaugurazione

Casale Monferrato: Festa del Vino del Monferrato Unesco: le ultime novità in attesa dell’inaugurazione

Parcheggi blu gratuiti, apertura parcheggio multipiano, navetta gratuita, visita al treno storico e ordinanza sulle bottiglie in vetro

A poche ore dall’inaugurazione della sessantunesima Festa del Vino del Monferrato Unesco, prevista per domani, venerdì 16 settembre, alle ore 18,00 al Mercato Pavia, ecco alcune novità per chi vorrà partecipare al grande evento di Casale Monferrato.

Torna la navetta gratuita che collegherà ogni 25 minuti piazza d’Armi con il Mercato Pavia, e viceversa, il sabato dalle 18,00 e la domenica dalle 11,00 alle 15,30. Un servizio che permetterà di unire l’ampio parcheggio della Cittadella a piazza Castello che, proprio per consentire lo svolgimento della festa e degli eventi collegati, vedrà ridotto il numero di posti auto. I punti di partenza della navetta saranno: di fronte alla galleria del PalaFiere, lato Cinelandia, e lo spiazzo della rotonda tra via XX Settembre e lungo Po Gramsci.

Sempre per quanto riguarda i parcheggi, sarà aperto per tutte le notti della Festa del Vino del Monferrato Unesco il multipiano di via Sant’Anna, mentre in occasione dello spettacolo pirotecnico nella giornata di sabato 17 settembre saranno gratuiti dalle ore 8,00 i parcheggi blu di piazza Castello.

Oggi, giovedì 15 settembre, è stata firmata l’ordinanza che prevede alcune prescrizioni da adottare all’interno e all’esterno della sede della festa. In particolare, durante lo svolgimento dell’evento, all’interno del Mercato Pavia sono vietati, tra l’altro, la vendita di birra, l’utilizzo di bicchieri di vetro e portare all’esterno bottiglie di vino aperte o delle quali non si è ultimato il consumo.

Nell’ambito del raggio di 300 dalla sede dell’evento, invece, sono vietati la vendita, per asporto o consumo sul posto, di bevande alcoliche di volume superiore ai 21° in qualsiasi contenitore e la vendita di bevande di qualsiasi specie e gradazione in contenitori di vetro e in lattine metalliche, essendo consentita la vendita e la somministrazione esclusivamente in bicchieri di plastica o di carta da parte di tutte le attività di somministrazione alimenti e bevande, autorizzate anche in forma temporanea, circoli privati, distributori automatici, attività artigianali autorizzate alla vendita di bevande.

Sono fatti salvi gli esercizi di ristorazione, ai quali è consentito di somministrare bevande alcoliche esclusivamente ai clienti durante la consumazione dei pasti, fermo restando anche per essi il divieto assoluto di vendita per asporto. È consentita altresì la vendita di bevande in contenitori in vetro e/o lattine da parte di esercizi commerciali, compresi i supermercati, a condizione che l’acquisto rientri in una spesa complessiva di generi alimentari.

Domenica 18 settembre, in occasione dell’arrivo in città del treno storico da Milano Porta Garibaldi, sarà possibile visitare gratuitamente, grazie al personale di Fondazione Fs, il convoglio composto da una locomotiva diesel e cinque vetture tipo 45000 direttamente in stazione dalle 14,00 alle 16,30.

Chi volesse ancora acquistare i biglietti per il viaggio, invece, può farlo direttamente online sul sito di Vivaticket alla pagina http://www.vivaticket.com/it/ticket/treno-storico-milano-casale-a-r/187734: il treno partirà alle ore 8,55 dalla stazione di Milano Porta Garibaldi e giungerà in città alle ore 11,30 con le seguenti fermate intermedie: Milano Lambrate (alle ore 9,20), Milano Rogoredo (9,30), Pavia (9,59), Garlasco (10,21) e Mortara (11,00). Ritorno previsto per le ore 17,00 da Casale Monferrato.

Si ricorda, infine, che la Festa del Vino del Monferrato Unesco porterà al Mercato Pavia le eccellenze enogastronomiche monferrine, e non solo, con oltre venti aziende vitivinicole e oltre trenta Pro Loco che proporranno gustosi piatti venerdì 16 e 30 settembre dalle 18,00 alle 24,00 e sabato 17 settembre e 1° ottobre e domenica 18 settembre e 2 ottobre dalle 10,00 alle 24,00 con orario continuato.

I posti a sedere disponibili sono 4 mila, ma sarà possibile anche il servizio da asporto per potersi portare direttamente a casa le tipicità del territorio. Per conoscere i menu, le aziende e tutte le iniziative legate alla Festa del Vino del Monferrato Unesco è possibile consultare il sito http://www.festadelvinodelmonferrato.it.

Casale Monferrato, 15 settembre 2022

Il presente comunicato è redatto in modo impersonale (senza nomi e virgolettati) secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge n° 28 del 22 febbraio 2000 in tema di par condicio nei periodi pre-elettorali.

Era il 1979, avevo 12 anni ed ero razzista, di Lorenzo Rossomandi – Scritti

Era il 1979, avevo 12 anni ed ero razzista.

Ovviamente non lo sapevo, ma lo scoprii quell’estate.

A mia, parziale, discolpa posso dire solo che in Italia all’epoca non c’erano neanche i “vu’ comprà”.

Grazie anche al fatto che avessi due zie in Australia (Sydney per la precisione) mio padre mi mandò laggiù per le vacanze estive.

E grazie al fatto che una delle due insegnasse in una scuola pubblica mi sono fatto anche qualche giorno di scuola “australiana”.

“Scuola australiana”, insomma.

Bianchi, neri, gialli, marroncini, un po’ anche rossi. Insomma. Un arcobaleno di colori che mi stupirono.

Beh. Ho deciso di essere sincero e lo sarò. I neretti mi facevano un po’ senso… neri, con il naso schiacciato e grossetto, i palmi delle mani chiari con le pieghe scure.

Insomma via…spero che non facciate troppo i puristi. Per un dodicenne, italiano nel 1979 non poteva essere che una cosa strana.

Ma mi ricordo un giorno. Eravamo fuori, nel piazzaletto esterno della scuola, nell’ora del lunch.

5 minuti per inghiottire un “meat pie” e un po’ di succo di frutta. E via!

a giocare a “soccer”. In italia ero un mediocre giocatore di calcio, ma lì potevo fare il Pelé della situazione. Ma ancora nessuno mi conosceva. Ad inizio partita si facevano le squadre. Ne più ne meno di come facevamo in Italia, i capitani scelgono i giocatori, uno per volta a turno. Si comincia. Parte il primo capitano e sceglie Tommy il neretto. L’altro capitano sceglie un altro. Tocca di nuovo al primo. Prima ancora che alzi la testa per guardare i candidati, Tommy gli salta quasi addosso urlandogli “Lorenzo! Lorenzo!” con quella zeta dolce che pronunciano gli anglofoni. Il capitano non può fare a meno di scegliermi.

Gli ero grato per la fiducia.

La partita fu uno spettacolo. Vabbè… più volte, io e Tommy, ci siamo dati il dieci. Io con la mia manina bianca.

Lui con la sua bicolore.

Alla fine persino un abbraccio.

Nei giorni successivi ci siamo cercati. Siamo diventati amici. Abbiamo parlato, giocato assieme. Lui mi ha difeso diverse volte da qualche facinoroso. Io gli insegnai a palleggiare.

Fu strana quella vacanza.

Partii che non sapevo di essere razzista. Scoprii di esserlo e in pochi minuti mi resi conto di non esserlo più.

E che non lo sarei mai più stato in vita mia.

Autunno, di Giuseppe Pippo Guaragna

Autunno

Nei toni d’ambra splende la betulla,

nel radioso tramonto della sera

e tende verso l’acero i suoi rami,

come tenera amante,

attratta dal carminio delle foglie.

Fiorisce il ciclamino

nelle forre e nei fossi,

rosseggiano le bacche

ai bordi dei sentieri,

vanno nel cielo nuvole e gabbiani.

Si va nei boschi in cerca di castagne,

si raccolgono funghi

mirtilli ed uva spina,

prepara le cataste il taglialegna,

s’accendono i camini.

È arrivato l’autunno

con le melanconie dei giorni uggiosi,

con i venti impetuosi,

che rendono di gelo anime e volti

e fan desiderare,

che il tempo passi e torni primavera.

GPG