Controluce: le maschere

Date: 29 novembre 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Articolo di Marina Donnarumma. Roma 29 Novembre 2022

Per Luigi Pirandello le maschere rappresentano la frantumazione dell’io in identità molteplici ed un adattamento dell’individuo in base al contesto sociale in cui si trova cui. Pirandello faceva la distinzione tra l’essere e l’apparire di ognuno, inteso come uomo. L’autore parlava di “recita del mondo”: l’umanità viveva in un perenne palcoscenico, certo apparentemente costretta a comportarsi in un certo modo. Ciò comportava secondo Pirandello una schizofrenia tra l’essere e l’apparire.

Solo una figura riesce a liberarsi dalle maschere ”il folle”. Non è, forse considerato folle chiunque dica la verità? Non è sempre vero e terribilmente moderno quello che sosteneva Pirandello? Tutta la società è composta da individui che indossano maschere, e nessuno di noi può dire il contrario! Anche noi che lo diciamo, affermiamo, indossiamo maschere o le abbiamo indossate. Tutti noi abbiamo ricevuto false parole, spacciate per verità! Menzogna e maschere viaggiano di pari passo. Fino a che l’individuo non capirà che essere se stessi è il dono più grande, anche nella diversità, ci sarà una società mistificatrice. Nessuno è e sarà quello che è. Abbiamo sconosciuti al nostro fianco. Io direi che ” verba volant, facta manent”, solo cosi può rivelarsi una maschera

Spesso mi domando se siamo quello che dimostriamo oppure quello che nascondiamo. Molti sono abituati ad indossare una maschera per dimostrare agli altri come sono bravi, disponibili, affabili, animatori, sostenitori. Come delle salamandre mimetizzano il loro vero io e hanno la capacità di capire e di carpire come fare ad affascinare. Vogliono essere sempre i protagonisti delle scene, costruiscono una facciata cosi reale da sembrare reale. Questi appartengono alla categoria degli affabulatori, cioè quelli che incantano con le loro parole e i loro modi. Ne incontriamo ogni giorno, ogni giorno ognuno di loro ci incanta e poi ci uccide. Si uccide in molti modi, non solo con un arma ma, anche con le parole quando sono false e ipocrite. La caratteristica degli affabulatori è la vigliaccheria e non affrontare le situazioni di petto ma, facendo le vittime .In realtà sono loro che mietono vittime, con un indifferenza cosi glaciale che sconvolge. Ne fanno parte uomini o donne che nascondono quello che in realtà sono. Avere a che fare con queste persone è distruttivo ma evitarle è impossibile, perché quando te ne accorgi solitamente è troppo tardi. A questa categoria appartengono ad esempio i politici, i traditori seriali che negano fino alla morte e tutte quegli individui soprattutto maschili che hanno anche un certo carisma, perché se non l’avessero non attirerebbero l’attenzione e gli interessi.

Hanno una forte componente narcisistica che li porta ad avere anche una sorta di disprezzo nei confronti del prossimo, che mascherano sapientemente e non esitano a camminare sui cadaveri delle persone che manipolano per i loro scopi, qualsiasi siano. Molti di loro sono anaffettivi, smettono di sembrare sinceri e disponibili quando ormai l’altro costituisce, secondo loro, un problema. Riempiono di belle parole ma, quando si tratta di agire passano ad altro nascondendo l’”effettiva realtà con menzogne, scuse e troncano i rapporti facendo in modo che la colpa ricada sulla vittima designata e quest’ultima è capace anche di sentirsi in colpa. Poi ci sono le persone che sono quello che dimostrano di essere e solitamente sono le vittime degli affabulatori.

Alla fine è un mondo quasi tutto di maschere, è un mondo triste perché in ognuno vorresti scoprire la bellezza del proprio essere. Per quanti sforzi facciamo queste persone si nascondono bene e la categoria delle persone che sono sempre quelle che sono, in genere vedono sempre la parte bella degli altri, pensano che tutti possano essere uguali dentro e fuori. Se tu sei onesto, pensi che anche gli altri siano come te. Se non sei abituato a mentire o lo fai per mascherare situazioni gravi e in casi del tutto eccezionali, sei del parere che anche gli altri siano così. Vivere nella menzogna è cosa grave e cosa grave è arrivare a credere alle proprie bugie. Possiamo salvarci da queste persone? Sinceramente non lo so. Dobbiamo fidarci in genere? Sinceramente non lo so. Si può vivere non fidandosi continuamente. Questo lo so. Non si può vivere non fidandosi mai, bisogna pur vivere e alla fine le persone sincere dimostrano sempre attraverso i fatti quello che sono. Prima o poi la maschera cade, quest’ultimi però saranno pronti ad indossarne altre.

Articolo di Marina Donnarumma. Roma 22 novembre 2022

Preghiera

Di Frida la loka (Lombardia)

Ho pregato; lontana oramai del Sacro.

In una piccola chiesa abandonata da Dio.

Le mie mani consunte, una sull'altra,

mi son pure inginocchiata, davanti all'altare pieno di polvere.

Ho pregato; ho chiesto perdono.

Con la fatica di chi vive nel profano, ho cercato evocare antiche parole, sante...

Occhi chiusi e percezione di anime che chiedono salvezza vagabano in giro.

Odore acre d'incenso secolare coprono i muri.

Mi scrutano, le Vergini bellate di ragnatela fine.

Un vecchio organo dall'alto filtra tenui raggi come lanterne.

Mi distraggo, qualcuno ha appena acceso una candela, ma non si vede nessuno.

Stranita e agitata, esco...
Libreria multimediale W.press

Tua

29 novembre, 2022.

Dal blog personale di:

http://fridalaloka.com

Ripubblicato su:

http://alessandria.today

Women in love – Keith Beckingham con tre poesie di Mary Oliver

Musica e poesia

almerighi

Un visitatore
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Mio padre, per esempio,
che una volta era giovane
e con gli occhi blu,
ritorna
nelle notte più buie
in veranda e bussa
selvaggiamente alla porta,
e se io rispondo
devo essere preparata
al suo volto di cera,
al suo labbro inferiore
gonfio di amarezza.
E così, per lungo tempo,
non ho risposto,
ma ho dormito a tratti,
tra le ore del suo bussare.
Ma alla fine venne la notte
in cui sgusciai fuori dalle lenzuola
e con passo incerto scesi nell’ingresso.
La porta si aprì
ed io seppi d’essere salva
e che potevo sopportarlo,
patetico e vuoto,
con persino il minore dei suoi sogni
congelato dentro se,
senza più meschinità.
E lo accolsi e lo interrogai
dentro casa,
e accesi la lampada,
e lo guardai nei suoi occhi assenti,
nei quali vidi finalmente ciò che un bambino deve amare,
vidi ciò che l’amore avrebbe potuto fare

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I SOCIAL, di Silvia De Angelis

Il mondo sembra allargarsi sempre di più, infatti ognuno di noi può “decantare” la propria opinione sui social. In questi contenitori variegati, ormai, leggiamo le notizie e i pareri più disparati, perché ogni individuo, si sente in dovere di scrivere il proprio pensiero, i propri crucci e soprattutto la propria critica, spesso acerba, rivolta ad altre persone.

Ci siamo abituati a leggere di tutto, su queste piattaforme virtuali, e non ci meravigliamo più, nel constatare che il livello culturale e sociale della collettività, molto spesso è di basso livello culturale, ed esageratamente portato alla contestazione su qualsiasi argomento della nostra vita.

La gente pensa che possa scrivere di tutto, anche mancando di rispetto al prossimo, e creando un notevole disagio a chi legge anche con delle notizie travisate, o riportate in modo del tutto scorretto.

Credo che il web, in genere, comodissimo per molte attività, anche lavorative, racchiuda in sé anche dei lati oscuri, che andrebbero controllati, anzi del tutto eliminati, per evitare che persone sotto falsi nomi, possano approfittare della libertà di scrivere, per danneggiare gli altri o per pubblicare notizie false e allarmanti, che tanto nuocciono alla comunità.

Purtroppo, invece di prendere in considerazione il lato positivo di una piattaforma web, alcuni personaggi ne fanno tappa di malessere e comunicazioni ingannevoli, senza rendersi conto che creano danno anche a sé stessi,  soprattutto nel modo acre, e nocivo, di mettersi in

cattiva luce.

Comunque sono sempre esistite persone corrette, e altre subdole e diseducate, che andrebbero sradicate dalla nostra società…..impresa ardua e quasi del tutto impossibile!

@Silvia De Angelis