
Non importa che tu sia
uomo o donna,
vecchio o fanciullo,
operaio o contadino,
soldato o studente o commerciante,
non importa quale sia
il tuo credo politico
o quello religioso;
se ti chiedono qual è la cosa
più importante per l’umanità,
rispondi
prima
dopo
sempre:
la pace.
Ma quando finirà questa guerra “scellerata”, come l’ha definita recentemente il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella?
È l’interrogativo che noi tutti, quotidianamente, ci poniamo, di fronte alla brutale aggressione della Russia contro uno Stato sovrano, l’Ucraina, costretta a difendersi -e continua a farlo con portentoso orgoglio- grazie alle armi e agli armamenti inviati dagli Stati Uniti, dal Canada, dal Giappone, dall’Australia e da quasi tutti i paesi europei.
Sono trascorsi ormai più di sei mesi dal 24 febbraio 2022 (giorno dell’aggressione) e ancora non si intravede alcuna via di uscita dal tunnel di questo assurdo ed insensato conflitto.
Certo, la situazione è molto complessa e complicata, se neppure i numerosi appelli alla pace di Papa Francesco, l’autorità morale oggi più alta al mondo, sono riusciti a “piegare” il cuore di Putin e di Zelensky ad una sia pure provvisoria tregua.
E non sarà sicuramente l’intervento di elementi esterni o la “discesa in campo” degli Stati Uniti o della Cina a decretare la fine di tanto inutile ed ingiustificabile spargimento di sangue, giacché senza la volontà delle due forze in campo (Russia e Ucraina), non sarà possibile arrivare ad alcun tipo di pace duratura.
Intanto la pioggia dei missili russi continua a cadere sulle martoriate città dell’Ucraina, tra l’indifferenza e la distrazione dell’opinione pubblica mondiale che ogni giorno è costretta a prendere dolorosamente atto della distruzione di città, di paesi e di villaggi: gravi ed insensati misfatti che, oggettivamente, allontanano e rendono sempre più difficile e problematico il raggiungimento della pace.
La bellissima lirica del poeta cinese Li Tien-Min, nella sua semplicità e brevità, rispecchia l’aspirazione suprema del genere umano alla pace, “la cosa più importante”, da perseguire ad ogni costo, pur tra gli ostacoli e le difficoltà che ne rendono ardua e faticosa la conquista: una lirica, in conclusione, di grandissima attualità; un canto d’amore alla vita, pur nella consapevolezza delle difficoltà e delle amarezze che vanno affrontate e superate con dignità, con fiducia e con coraggio, senza alcun pregiudizio e senza alcuna distinzione di lingua, di genere, di politica o di religione.