Un micro racconto scritto dal Prof Claudio Mamud da Buenos Aires – Argentina
Opera postuma.
Il mio amico Ildebrando mi ha detto che aveva in programma di fare un grande scherzo al mondo. Disse che avrebbe composto un pezzo per pianoforte alla maniera di Schubert e lo avrebbe fatto passare per una delle tante opere trovate dopo la morte del grande compositore. Una settimana dopo si presentò con uno spartito chiamato Impromptu in si bemolle maggiore. Ho corretto tre battute in cui l’armonia era più tipica dell’impressionismo che dell’epoca del compositore viennese. Dopo aver apportato le modifiche, lo ha presentato in forma anonima alla rivista tedesca di musica classica Musikalischer Himmel. Non si preoccupava dell’autenticità della carta, nel suo messaggio affermava che era stata trascritta da un musicologo francese senza nome a metà del XIX secolo. L’opera ha meritato un’ampia nota nell’edizione di fine anno. Il pianista cinese Chiang Li lo ha inserito come bis al termine di un concerto in cui ha suonato con la Filarmonica di Praga. Una volta verificato che l’opera fosse così lodata e diffusa, Ildebrando inviò una lettera alla rivista tedesca dove denunciava l’inganno. Nella risposta lo chiamavano bugiardo, scroccone e altre parole irriproducibili, perché erano molto offensive e perché, ovviamente, erano in tedesco. Sono stato anche sorpreso dal successo dell’improvvisazione. Ildebrando mi disse che avrebbe fatto causa a tutti: la rivista, l’editore che lo pubblicava, e tutti i pianisti che lo suonavano. Mi chiese se mi volesse come testimone e io gli dissi di no, che se i musicologi e critici di quella rivista e altri lo affermano, e se lo suonano tanti pianisti, l’opera deve essere autentica. Gli ho chiesto di non insistere più con me. Non mi piace mentire. Prof. Claudio Mamud Nella voce della soprano e attrice e Alicia Cordón
Mi amigo Ildebrando me contó que planeó hacer una fenomenal broma al mundo. Dijo que compondría una pieza para piano a la manera de Schubert y la haría pasar por una de las tantas obras que se encontraron luego de la muerte del gran compositor. Una semana después se me apareció con una partitura llamada Impromptu en si bemol mayor. Le corregí tres compases en los que la armonía era más propia del impresionismo que de la época del compositor vienés. Luego de hacer los cambios, la hizo llegar de manera anónima a la revista alemana de música clásica Musikalischer Himmel. No se preocupó por la autenticidad del papel, en su mensaje decía que había sido transcripta por un musicólogo francés sin nombre de mediados del siglo XIX. La obra mereció una extensa nota en la edición de fin de año. El pianista chino Chiang Li la incluyó a manera de bis al terminar un concierto en el que tocó con la Filarmónica de Praga. Una vez que Ildebrando comprobó que la obra era tan elogiada y difundida, envió una carta a la revista alemana donde daba cuenta del engaño. En la respuesta le decían mentiroso, aprovechador y otras palabras irreproducibles —por ser muy ofensivas y porque, por supuesto, estaban en alemán—. Yo también me vi sorprendido por el éxito del impromptu. Ildebrando me dijo que les haría juicio a todos: a la revista, a la editorial que lo publicó y a todos los pianistas que lo estaban tocando. Me preguntó si contaría conmigo como testigo y le dije que no, que si lo afirman los musicólogos y críticos de esa revista y otras más, y si la tocan tantos pianistas, la obra debía ser auténtica. Le pedí que no me insistiera más. No me gusta mentir. Prof. Claudio Mamud
Gli horti romani erano ricche domus dotate di un grande giardino, costruite entro la cerchia urbana, ma in aree suburbane, come dire in periferia. Erano un luogo di otium, come le ville di campagna, in cui era possibile vivere isolati e nella tranquillità, ma senza allontanarsi dalla città.
RICOSTRUZIONE DEGLI HORTI DI SALLUSTIO
La parte più importante degli horti era la vegetazione, spesso foggiata in forme geometriche o animali, secondo l’ars topiaria, quell’arte creata dai giardinieri romani che darà luogo più tardi al giardino all’italiana e al giardino aalla francese.
Tra il verde si trovavano padiglioni, porticati per passeggiare al riparo dal sole o dalla pioggia, fontane, terme, tempietti e statue, spesso repliche di originali greche.
Il primo ad averne l’idea fu Lucullo, che si fece costruire una lussuosa dimora sul colle del Pincio, imitato subito dopo da Sallustio.
Le parole dell’inquietudine ““ ediz .Luoghinteriori 2019 presenta un contenuto,che, come suggerisce il titolo, è contrassegnato da visioni ed indagini psicologiche inquiete ,dubbiose,alla ricerca,talvolta fallimentare,di certezze o risposte confortanti. Ma proprio nella esplicitazione di tali stati d’animo ,sembra scaturire una possibile via salvifica,poiché essa permette di condividere e,dunque,sentirne un peso minore:..basta un fioco lampione/ed è ritorno insperato alla vita..(Notte)o ancora..”oggi punge viva la presunzione/di seminare sul foglio bianco parole/da lasciare in dono ai domani nostri ed altrui/nella perenne speranza di nutrire di vita pensata /il nostro fragile andare sotto le intemperie”(Presunzione)
Sono dunque i momenti di inquietudine personale, ma anche i dolori per le persone amate che mancano all’appello: “Si allarga il cerchio delle assenze ./Tutto l’amore dato e ricambiato/ non crea più una rete di fili stretti/sotto cui ripararmi”..(Assenze) o ancora per la madre tanto amata e così cambiata dall’età :”Ti ho riconosciuta sempre/ comunque edovunque /nella forza di un legame /chiamato/amore” (Ti ho riconosciuta,madre)
Infine, la poesia civile, come quando si parla del crollo di Ponte Morandi: “gli olivi contorti nel sole/avvezzi al dolore che sale/ respirano piano ,/ per non far altro rumore /oltre a quello di voci che/senza rispetto gridano colpe/e sulle tombe ne fanno mercato”(Ponte Morandi)degli attentati:Siamo funamboli sul filo della vita/sospeso su un campo minato /dove mine inesplose rendono /arduo e precario ogni passo/(Precarietà)
Una raccolta dunque,che attraverso l’introspezione psicologica tenta di interrogarsi ed interrogare su fatti che non sono mai solo personali in quanto di tutti e di tutti i tempi, a prescindere dalla contingenza specifica che può rendere attuali i testi della sezione “il mondo intorno”
Gabriella Paci
Finalista con la silloge inedita”Le parole dell’inquietudine” al XXV concorso letterario “J.Prevert”
Menzione di merito al concorso letterario “La clessidra” 2019 con la silloge inedita “Le parole dell’inquietudine “
3°premio al festival premio “Emilio Lussu”con il libro edito “Le parole dell’inquietudine “Ediz.LuoghInteriori
1°premio al concorso internazionale “Dal golfo dei poeti Shelley e Byron alla val di Vara 2019 “con la silloge“le parole dell’inquietudine
Menzione d’onore al concorso internazionale “Kalos” 2019 con il libro “le parole dell’inquietudine”
2°premio al premio internazionale “Emozioni poetiche “2020” con il libro edito “Le parole dell’inquietudine “
“1° premio al concorso nazionale “Persephone 2020” con il libro”Le parole dell’inquietudine”
Segnalazione particolare della giuria al 45°premio letterario Casentino con il libro “Le parole dell’inquietudine
Encomio d’onoreal 2 concorso internazionale 2020“la nebbia agli irti colli” Ediz.Atlantide con il libro “Le parole dell’inquietudine”
2°premio al concorso internazionale “Ut pictura poesis 2020 con il libro “Le parole dell’inquietudine “
3°premio al concorso nazionale “Alessio Di Giovanni con il libro “Le parole dell’inquietudine” °
1 premio al 3 concorso nazionale “Persephone,fiori di poesia 2020” con il libro :Le parole dell’inquietudine “
4° posto al concorso “A vento e sole 2020”con il libro edito “Le parole dell’inquietudine
2°premio al concorso internazionale “Agenda dei poeti 2020” con il libro “Le parole dell’inquietudine “
1°posto al concorso internazionale“Equilibri “ di Roma con il libro “le parole dell’inquietudine”
Menzione di merito al concorso “Ascoltando i silenzi del mare 21”con il libro “Le parole dell’inquietudine
Menzione d’onore al premio “La ginestra di Firenze 21”con il libro “le parole dell ‘inquietudine”
Menzione d’onore al premio internazionale “Michelangelo Buonarroti “ con il libro “leparole dell’inquietudine
Menzione di merito al premio internazionale “Principe Boncompgni-Ludovisi” con illibro “le parole dell’inquietudine
Dopo un’ abbondante pausa estiva ritorna la mia rubrica ” del poeta sconosciuto. Non che io abbia smesso di cercare, ma capita di doversi fermare per mille motivi. Questa ricerca delle parole ”parole di altri poeti” mi affascina. Mi rendo conto che alcuni scrittori hanno una tale ricchezza interiore! La donano attraverso i loro scritti, il loro sentire. Puoi parlare dello stesso argomento, ma sentirlo in modo diverso. Migliaia di secoli di poesia, tesori inestimabili di parole, ed ecco ognuno racconta di se, le sue storie, le sue emozioni. Certo la poesia intima è sempre esistita, Saffo, Catullo, ma molti poeti narravano anche di storia, come Alessandro Manzoni nel ”Cinque Maggio ”, di esempi tantissimi. Poi con l’avvento dei social e in particolare di fb, tutti a scrivere, purtroppo anche chi non lo sa fare! Ormai una jungla dove è difficile farsi strada, se non a colpi di machete! Gli editori non ti guardano, cestinano anche cose valide, se non sei molto social, poi la poesia è di nicchia! Invece la poesia ridà le emozioni in questo mondo arido, ed è terapeutica. Il dolce infinito sentire dell’anima, del dolore, della gioia, e delle mille sfumature della vita. Quindi io scavo, cerco, e alla fine trovi chi non vuol farsi notare, ma splende di luce propria, sto parlando di Milena Lauro Patrizi. Una donna silenziosa, discreta, che legge molto anche di altri, e pensa di essere da meno. La sua è una poesia profonda, sviscerata, intensa, lei si riconosce spirito e carne, in un eterna lotta, che poi è la lotta di ogni persona pensante.
Spirituale e Carnale
“Spirituale e carnale
sono io
nel delirio del mio essere
il disvelarsi di una follia
essenza incarnata
di donna e di te
che sa affrettare
il passo e fuggire
da processioni d’ipocrisia
sguardi che sussurrano
e dita che puntano
Spirituale e carnale
sono io
un canto di congiunzione
tra sentimento e ragione
assonanze di emozioni
tentazione e opposizione
moralità e passione
viandante di notte stellate
da mistiche elevazioni
Dolce e amara
miele e fiele
estasi e preghiera
fuoco e sangue
brividi e vene
imperfetta
e sfrontatamente
sincera
Con questo spirito
ti venero e ti adoro
con questa carne
fortemente ti amo
tu sei la mia musica
la mia poesia
Il mio centro
il traguardo
il finale punto
Spirituale e carnale
sono io
e non ho meriti né colpe
per tutto questo amore
che mi porto dentro”
Milena Lauro
La sua poesia, è una poesia intima, spirituale, come la sua vita, una vita non facile, come quella di tutti noi, ma predomina con i suoi valori, l’amore, l’amore per la famiglia, per Dio. Oggi è lecito essere atei, agnostici, buddisti, musulmani ma guai essere diversi da tutto ciò! Di lei ho un ritratto delicato, dolce, ma forte deciso, coraggioso e le sue poesie sono molto belle, le definirei ‘ il mondo di Milena”, anche se lei non si definisce all’altezza, io direi che non solo lo è, ma supera l’altezza e va oltre. Leggetela è veramente brava!
Maria Maddalena dipinto di Denise Daffara
Milena Lauro, nata a Roma dove attualmente risiede. Sposata e madre di un ragazzo 26 anni e una ragazza di 20 anni. Ha frequentato l’istituto tecnico femminile di analista chimica “Armando Dìaz”. Ha lavorato come impiegata 15 anni nel negozio di arte sacra “Ghezzi”, esperienza significativa che le ha permesso di arricchirsi spiritualmente e culturalmente.
Da quando scrivi?
Fin dai primi anni dell’infanzia ho sempre manifestato un”indole timida e particolarmente introversa; trovavo difficile esprimere le mie emozioni ed è così che quando imparai a scrivere trovai finalmente “il mio mondo”. La poesia mi aiutava dunque a concretizzare ció che sentivo e a sentirmi parte di qualcosa, anche se frutto della mia stessa immaginazione. Questo mio mondo fantastico, misto di realtà e sogno, mi ha sempre accompagnato nei vari stadi della vita fino all’età adulta. Per me esso è stato e continua ad essere un’importante fonte di consolazione che mi ha sostenuto nell’affrontare i drammi e le prove alle quali la vita mi ha messo dinnanzi.
Scrivi a caso o sotto l’impulso di un episodio o di un’emozione che ti spinge a farlo?
No, io non scrivo mai a caso. Ho sempre bisogno di una fonte di ispirazione o comunque di uno stimolo, che sia positivo o negativo, tangibile o intangibile. Come ho già spiegato, spesso sono i drammi e le difficoltà che mi spingono ad esternare ció che sento e tale forma espressiva mi aiuta anche ad affrontare queste situazioni difficili. Inoltre, sono una persona molto credente e fin da bambina sento un forte “legame spirituale” con il Creatore. Leggendo le mie poesie ci si rende facilmente conto di questo aspetto religioso e dentro di me ho la certezza che un simile “dono” sia semplicemente il frutto del mio amore per Lui, mia più grande fonte di ispirazione.
Per te cosa significa scrivere?
Ho già risposto in parte a questa domanda, ma proverò ad approfondire tale aspetto. Quando scrivo mi sento di connettermi sia alla mia anima che a una sorta di “sfera celeste”. È come un vero e proprio viaggio spirituale che mi permette di “toccare con mano” i miei sentimenti e le mie sensazioni, fortemente legate all’ispirazione divina.
Tanti di noi scrivono e hanno un progetto, tu ce l’hai?
Onestamente, non ho mai avuto grandi progetti e credo che queste mia insicurezza sia dovuta a vari fattori che spiegheró di seguito. In primis, vi è l’aspetto caratteriale che purtroppo mi ha frenato più volte dall’intraprendere qualsiasi tipo di progetto. Poi, vi è l’aspetto che riguarda l’istruzione personale. Sfortunatamente, in età adolescenziale fui travolta da vari problemi personali che non mi permisero di completare gli studi. Questo fatto ha creato in me un senso di insicurezza, inferiorità, inadeguatezza e forte vergogna che ha perseguitato e tormentato la mia esistenza. Dunque anche la mia mancata educazione ha sempre troncato ogni iniziativa sul nascere. Ora, in età adulta, sto cercando di superare questi limiti condividendo “la voce della mia anima”. Oltre questo, ho intenzione di creare una raccolta di poesia per lasciarla ai miei figli, una parte di me vorrebbe pubblicarla una volta terminato, ma riguardo a questo ancora non ho preso una decisione definitiva.
Sei una brava scrittrice, molto profonda,ti leggo tra le righe e leggo questa sorta di te che non vuoi fare vedere, ti occulti. In tutti noi regnano storie
io abito nella zona universitaria di Tor Vergata. Sinceramente mi sento un animo tormentato da fattori e preoccupazioni sia esterni che interni, quindi no non mi definisco serena. Tuttavia, vorrei tanto esserlo e diventarlo è il mio fine primo. Il mio concetto di felicità lo definisco così “vivere in pace, lontano da ogni male e angoscia, esprimere sè stessi con sincerità e spontaneità senza temere niente e nessuno.” Io mi definisco come una donna semplice, devota ai valori tradizionali quali la famiglia, ma assetata di sapere e conoscenza. Infatti amo la lettura e fare approfondimenti sui miei interessi.
Altra domanda, che ne pensi di tutte queste persone che scrivono?
Le rispetto e in generale le sento vicine a me in quanto utilizziamo la stessa forma espressiva. Per alcuni in particolare provo una sincera ammirazione e per me sono dei modelli da seguire.
Milena Lauro Patrizi, leggetela, una vera scoperta. Le sue poesie delicate, gentili, piena di sentimenti, tutti da scoprire.
È LO STUPORE
“È lo stupore che mi salva mi plasma in varchi estesi di serenità e pienezza mi fonde in spiragli temporali di gioia spalancandomi valichi in un’esplosione di pace incanto e bellezza facendomi parte di infinito impercettibile e sconfinato particella di cielo amalgama di terra e pulviscolo di stelle energia nell’universo senso di totalità in un istante nell’immensità perduto
È lo stupore che mi salva da questa vita violata dall’ingiustizia da tutte le brutture e le disarmonie dal cuore profanato della sua dolcezza ed è stupore il versante sull’amore che perseguo passo dopo passo amore grande smisurato senza limiti quello creatore che mi fa amare gli altri e me stessa con tutta la passione e la compassione con tanta tenerezza
“Io sono palpiti di tenerezza e la mia vocazione è amare resina di olibano che arde
aromi diffusi che si consumano dietro una celata bellezza
Sono fugaci fantasie e armoniose immagini svelate in semplicità e grazia una rosa di un giardino sempre in fiore candela incessantemente accesa
Sono effluvio del vivere persa dentro ad un amore linfa di corteccia testimone di misteri divini rivelati nello spettacolo dell’aurora boreale di un cuore scenario di un divampante fuoco e dimora di passioni ignote
Sono impastata di versi e di rime di sorrisi che nascondono il dolore musica e canti sinfonie dal sacro inebriate la mia anima è di vento e di sole e sono albore nel chiarore del mattino un esplosione di luce in nuvole bianche di schiuma
“Irrequieta per riflesso divino per passione orgoglio e fierezza sopraffatta dal silenzio mi smarrisco in un fondo di tristezza
Ho messo un fermaglio alle mie ali perché non spicchino più voli di parole da dedicare a questo amore che non siano stucchevoli e banali
China sui miei fianchi esausta indifesa stremata con eleganza come una danzatrice in scena sui passi finali di una danza
Mi inchino e non mi aspetto niente resto muta deglutisco raggomitolata su un altopiano lunare grigio e opalescente trangugio prosodia irregolare di versi e non mi illudo se penso che la metrica non serve per te che sei il mio canto libero e sei ovunque che mi travolgi come un uragano di fiori e ti sento nel concerto del vento
Alessandria: “La capitagna e il glifo”: presentazione del libro di Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè sabato 17.09 alle ore 17 al Museo Etnografico della Gambarina di Alessandria
Verrà presentato sabato 17.09 alle ore 17 al Museo Etnografico della Gambarina di Alessandria il nuovo romanzo storico scritto da Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè dal titolo “La capitagna e il glifo”, vicenda ambientata nell’Alessandria del 1589
La trama
Corre l’anno 1589. Diversi stati d’Italia sono stretti nella morsa del dominio spagnolo. Non fa eccezione Alessandria che subisce la pressione fiscale da parte del Governatore in carica: Don Rodrigo de Toledo, un uomo dissoluto e senza scrupoli, il quale si invaghisce di una giovane orfana, Elvira che lava i panni per la guarnigione spagnola nel palazzo cittadino dove dimora Don Rodrigo.
La fame di riscatto spinge Elvira tra le braccia del Governatore, le promette una nuova vita. Don Rodrigo però viene meno alla parola data e scatenerà in Elvira un rancore tanto grande da indurla ad aderire a un gruppo di ribelli deciso a insorgere contro l’oppressore a causa delle ingenti tasse che attanagliano il popolo e le corporazioni cittadine.
La rivolta fallisce ed Elvira viene imprigionata nelle segrete del Palazzo insieme ai suoi compagni di sventura, ma proprio quando le speranze sembrano essere perdute, Elvira conoscerà Carlito, una guardia spagnola, che l’aiuterà a fuggire dalla città attraverso la ragnatela di strade sotterranee.
Oltre la storia di Elvira e Carlito la trama del romanzo focalizzerà l’attenzione sulla storia architettonica della città di Alessandria.
Una storia di chiese, piazze, palazzi che oggi, in parte, non possiamo più ammirare, ma soltanto ricordare come i capisaldi della nostra cultura.
Gli autori
Simonetta Gorsegno vive ad Alessandria, la città dove è nata nel 1963. Ha scritto numerosi racconti per diverse case editrici e vinto diversi premi letterari. Appassionata di viaggi, nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro di viaggi dal titolo: “Horn please – Viaggio nel paese dei Maharaja” edizioni Sillabe di Sale. Scrive racconti per un giornale locale.
Gianni Cellè è un esperto di storia locale. Collabora a giornali e riviste di Alessandria. Laureato in architettura è stato curatore di diverse mostre cittadine e organizzato cicli di convegni e conferenze presso il museo etnografico di Alessandria “C’era una volta”.
Nel 2012 ha pubblicato “Valentinum primi insediamenti umani nella pianura alessandrina”, nel 2014 “Piazzetta del Grano e le osterie delle tre lepri” e nel 2015 “Il Mestiere, caratteri dell’economia alessandrina attraverso i secoli”.
“La capitagna e il glifo” di Simonetta Gorsegno e Gianni Cellè
Infatti, perché dovresti aver voglia di conoscere le miliardi di storie che la vita ti offre? Perché dovresti prenderti la briga di viaggiare nel tempo, stando comodamente seduto sul divano di casa tua?
E poi, in fondo, perché farti carico delle esperienze e delle sofferenze altrui?
Però se sei di altre idee, e vuoi provarci ad entrare in altri mondi e in altre storie, leggi questo libro: “Il Portiere”.
È il mio ultimo libro ed è un’opera corale, dove ti porterò per mano in dieci storie con dieci personaggi, sempre “portieri in turno di notte” in alberghi sparsi per l’intera penisola.
Ti porterò in uno spaccato della società italiana, che si muove sui binari della vita vissuta in ogni suo aspetto, di notte come di giorno. Uno spaccato fatto di gente comune, di prostitute, delinquenti e uomini di legge.
Tutti i racconti sono irrisolti, lasciando spazio alla fantasia del lettore, affinché si intrecci con quella del narratore, creando delle conclusioni sempre differenti.
Il cervello umano è capace di cose straordinarie che non riusciamo ancora a comprendere… Lei sa muovere gli oggetti senza toccarli e sospenderli nell’aria senza fili che li reggono. Riesce anche a far volare le cose in giro per tutta la stanza e per il tempo che vuole. Lei sa leggere i segreti più intimi delle persone, le loro intenzioni e quello che gli capiterà solo toccandole. Ha scoperto di saper fare queste magie fin da piccola e non sapeva spiegarselo, ma aveva anche capito che facevano paura alla gente…
Condivido oggi una nuova soddisfazione, il mio libro edito è stato segnalato nel Premio di poesia Pascoli.
A breve info su nuova presentazione
Un bellissimo giorno a tutti! Condivido con voi questa stupenda notizia: è andato in stampa il mio libro dal titolo “L’infanzia dell’erba”
che ha vinto la pubblicazione, oltre a diversi riconoscimenti.
Questo libro è arrivato Quarto classificato nell’anno 2019 nella sezione libri inediti nel prestigioso Premio Internazionale Montefiore Conca, nona edizione. È stato finalista nel Premio Letterario Internazionale Gaetano Cingari, 14° edizione. È stato Segnalato nel Prestigioso Premio Letterario Nazionale di Letteratura Italiana Contemporanea, ottava edizione.
È stato Primo Classificato nella sezione poesia e terzo nella sezione narrativa, giacché è un libro misto, nel prestigioso Premio Letterario Melville Città di Siena, vincendo la pubblicazione gratuita.
Questo libro ispirato alla vita e opera di Tonino Guerra, riporta anche i nomi e le opere di artisti viventi che hanno contribuito a diffondere le idee di Tonino Guerra ma non solo, nel libro racconto episodi della mia infanzia a Cuba quando ero una bambina, giusto per non dimenticare l’infanzia del mondo.
Ringrazio:
Gian Ruggero Manzoni per la sua stupenda lettera di presentazione e ringrazio il pittore Alessandro Fioraso per l’immagine di copertina che ben coglie l’intento narrativo di guardare il mondo con innocenza e meraviglia.
Ringrazio la moglie di Tonino GuerraLora InGuerra per i suoi racconti di vita e per avermi condotta per mano per il suo mondo magico, abitato dalla presenza di questo grande artista poliedrico.
Ringrazio con tanto affetto il bravissimo giornalista televisivo Luca Salvatori che con tanta gentilezza e professionalità ha contribuito ad una rilettura critica del libro.
ll problema di fondo è che il realismo terminale è la rappresentazione narrante di un’umanità sconfitta. Per questo, per esempio, parlare di realismo terminale a braccetto con il potere è un ossimoro. D’altra parte farsi vedere davanti ad una fabbrica o un carcere, a differenza del secolo scorso, viene tacciato di populismo e ricerca di consensi. Cosa rimane? Forse il verso ed il silenzio. Non so, davvero non so. In questi anni di lavoro nel realismo terminale ho cercato di mostrarmi senza veli, con tutti i miei innumerevoli difetti, terribilmente imperfetta come questo mondo. Unico lusso che mi sono concessa è quello di essere sincera fino alla scarificazione e giusta per quello che ho potuto. Ne sono uscita con la schiena traforata come un colabrodo, ma in piedi. Ma niente vittimismi, il realismo terminale racconta proprio questa trasformazione epocale che ci vuole ammassati e paradossalmente soli, abbracciati agli oggetti che intanto hanno imparato a parlare di umanità meglio di quanto siamo stati capaci noi.
Domani ad Acqui Terme, se vorrete, parleremo di questo. Il Gommone Forato parla una lingua che senza sensazionalismi cerca di raccontare il grande smarrimento. I testi poetici si avvalgono della similitudine rovesciata ideata da Guido Oldani e di una consapevolezza delle trasformazioni epocali che stiamo vivendo a cui lui ha dato un nome: Realismo Terminale, di cui Giuseppe Langella è stato grande interprete. Io ho fatto del mio meglio, lavorando tanto, ma sono e rimarrò sempre una figura secondaria rispetto alle logiche standard. Continuerò questo viaggio con la consapevolezza di quello che rimarrà di me: un piè di pagina, forse, ma si prosegue!
A volte capita di abbandonarmi a pensieri di tenerezza e allora mi lascio andare con tutto il mio essere a meditazioni soavi, e prima che possa finire lo stato di abbandono, mi accade una strana cosa, come quando l’orchestra finisce di suonare una melodia e depone i suoi strumenti sul palco per una meritata pausa di riposo: vivo attimi di attesa eterna. È molto difficile seguire queste strane sensazioni per lungo tempo, perché la mia mente non riesce a concentrarsi fino in fondo, visto che, purtroppo o per fortuna sono un uomo comune, carico di tutti i suoi limiti umani.
Mi capita anche che, lungo il percorso della mia vita, incontri persone simpatiche con le quali chiacchiero spensieratamente e in allegria. Ma cosa sono le parole dette da estranei? Possono essere esteriorità senza senso se le paragoniamo alla poesia e all’arte in genere. Che senso hanno le parole che pronunciamo a iosa e a volte senza neppure dar loro importanza, rispetto a quelle che sono le manifestazioni intime della nostra interiorità religiosa, del nostro modo di intendere la pittura, la musica, la poesia?
A volte, senza voler peccare di presunzione, mi sembra di essere un angelo precipitato dal carro, che conduce in Paradiso, nella più insignificante e squallida realtà terrestre. Io dico che il poeta, l’artista in genere sono gli ultimi testimoni di una forma di vita che sta lentamente andando in disfacimento. E mi chiedo se la poesia e l’arte, non siano l’unico esempio di ciò che avrebbe potuto essere il nostro martoriato pianeta se non fosse esistita la forma del linguaggio parlato.
La comunicazione fra umani, e di conseguenza fra le varie anime, dovrebbe avvenire attraverso l’empatia fra due persone, o fra due popoli, o fra l’intera umanità. Ecco, quando si parla di comunicazione fra due anime è questo quello che penso: l’empatia. Purtroppo penso che l’umanità si stia incamminando fra altre vie, quelle dell’autodistruzione.