ROMA – “Si ipotizza che alla base possa esserci un processo infiammatorio cronico che potrebbe a sua volta essere innescato da alcuni tipi di testurizzazione tipici di alcune protesi o da un microfilm batterico presente sulla superficie dell’impianto”. E’ questo che riporta il Report del ministero della Salute, diramato al termine delle fase pilota del Registro nazionale sulle protesi al seno, relativamente al presunto legame tra questi dispositivi medici e il rischio di linfoma anaplastico a grandi cellule (il BA-ALCL), una patologia “la cui eziopatogenesi resta ancora da chiarire”, si legge. Il ministero si fa parte attiva di studio e sta finanziando, come il documento riporta, una ricerca per capire perchè “con uno stesso tipo di protesi solo pochissimi soggetti sviluppino” questo tipo di linfoma. Da oggi quindi questa tipologia di linfoma diventa in certo senso “un rischio” legato alla chirurgia che utilizza le protesi mammarie ed è contemplato nel consenso informato. Nel registro, attivo da marzo 2019, risultano inseriti “3 casi di BA-ALCL” e “negli ultimi 10 anni, a febbraio 2022, ne risultano notificati al ministero 79”. L’insorgenza della malattia arriva a una media di 7,7 anni e il sintomo è il “sieroma periprotesico”, diagnosticabile con un’ecografia. L’incidenza è “molto variabile” e va da “1 caso su 3.817 a 1 su 30.000”. La variabile è legata al tempo di vita della protesi e alla tipologia di protesi impiantate. “Nell’esperienza italiana il 90% delle pazienti è guarito” e su 35 milioni di protesi impiantate nel mondo il numero di casi resta basso, ma, si legge ancora, “la mancata significatività dell’esiguo numero di casi non esime il ministero della Salute dal continuare a studiare questa patologia”, soprattutto per gli aspetti ancora da chiarire e la massima autorità italiana a tal fine è infatti operativa in una task force internazionale che fa monitoraggio, raccoglie e studia i dati relativi alla patologia.
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ROMA – Dopo ‘Soldado’ e ‘Senza rimorso’, Stefano Sollima torna a girare in Italia. E lo fa con ‘Adagio‘, che vede tra i protagonisti Pierfrancesco Favino, Toni Servillo, Valerio Mastandrea e Adriano Giannini. Scritto da Stefano Bises e Sollima, le riprese del film sono iniziate in questi giorni a Roma e si svolgeranno per circa nove settimane. Questa mattina alcune strade interne a via Tiburtina si sono ‘svegliate’ con il ciak del regista delle serie ‘Romanzo Criminale’ e ‘ZeroZeroZero’. Sul set, come mostra il video, gli attori Servillo, Giannini e Francesco Di Leva.
L’ULTIMO CAPITOLO DELLA TRILOGIA CRIMINALE ROMANA
“Sono impaziente ed entusiasta di tornare finalmente a raccontare la mia cittàdopo tutti questi anni. Roma è cambiata e anche io. ‘Adagio’ è una storia crepuscolare di vendetta e redenzione, giusta per essere l’ultimo capitolo della mia trilogia criminale romana (iniziata nel 2012 con ‘A.C.A.B.’ e proseguita nel 2015 con ‘Suburra’, ndr)”, ha dichiarato il regista in una nota. ‘Adagio’ è prodotto da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, Stefano Sollima per AlterEgo, con Vision Distribution.
“Sono molto felice di produrre questo film con Stefano Sollima. Ho sempre ammirato come riesca a entrare con il cinema nelle oscure profondità delle realtà criminali e sociali del nostro Paese (e non solo). E quando mi ha proposto questo ultimo atto della sua trilogia su Roma, l’ho trovato non solo un film bellissimo, ma anche, ora più che mai, importante e necessario”, ha detto in una nota Mieli.
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La domanda che si pone Mahatma Gandhi in questa sua poesia è una domanda importante. Infatti c’è sempre da chiedersi “dov’è la pace” che poi in sostanza significa “che cos’è la pace”. “La pace, infatti, non è una condizione di vita tra le altre, ma quella che più si adegua alla forma umana della vita che è fatta, come direbbe Hanna Arendt, per vivere e non per morire”. Tuttavia, la storia umana appare come una successione terribile e con poche tregue di guerre atroci. Per Freud gli esseri umani sono nel loro fondo una «masnada di assassini». E’ un fatto: esiste un desiderio umano che è contro il Diritto, criminogeno, feroce e crudele e che non trova alcun corrispettiva nemmeno nel mondo animale che, non a caso, non conosce né la brutalità del crimine, né quella della guerra. Tuttavia, anche la fratellanza tra gli uomini è un sogno che ha una sua forza. La guerra dunque “contenuto immorale dei nostri sogni “ che si oppone alla fratellanza che oggi sembra ritornare nella forma di invocazione al pacifismo . La guerra in Ucraina si trascina ormai da tempo e, con essa, le ombre di un mondo che sembra aver detto addio al pacifismo. Per rendersene conto basta fare un confronto con il 2003, quando gli Stati Uniti invasero l’Iraq. In quell’occasione le manifestazioni portarono in strada milioni di persone in tutto il mondo in una delle più grandi proteste contro la guerra di sempre. Nei mesi scorsi, invece, quando i movimenti per la pace hanno organizzato mobilitazioni contro l’invasione russa e l’invio di armi a Kiev, in piazza è sceso un numero minore di persone. La Rete italiana pace e disarmo (Ripd) e le organizzazioni promotrici hanno ribadito la condanna dell’azione militare in Ucraina da parte della Federazione Russa, e hanno espresso la massima solidarietà alle popolazioni coinvolte al fine di sostenere tutti gli sforzi della società civile pacifista e dei lavoratori e lavoratrici in Ucraina e Russia che si oppongono alla guerra con la nonviolenza. A livello mondiale va detto che,malgrado appunto una minore incidenza rispetto ad altri scenari del passato, comunque secondo il Sole 24 ore in un articolo di Emilio Calabrese in una treemap costruita con i dati derivanti “dal database di ACLED, che raccoglie in tempo reale informazioni relative ai luoghi, agli attori dei conflitti, alle vittime e ad altre fattispecie come alle proteste politiche e sociali, si evidenzia che in tutto sono state quasi duemila le manifestazioni pacifiste e che tra tutti i Paesi oltre all’Ucraina stessa, a cui fanno riferimento quasi la metà di queste sono gli Stati Uniti a detenere il primato di iniziative contro l’invasione pilotata dal Cremlino a discapito del popolo ucraino.
NAPOLI
Mohāndās Karamchand Gāndhi, comunemente noto con l’appellativo onorifico di Mahatma (in sanscrito: महात्मा, letteralmente “grande anima”, ma traducibile anche come “venerabile”, e per certi versi correlabile al termine occidentale “santo”) (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948) è stato un politico, filosofo e avvocato indiano. Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha, un termine coniato da lui stesso, cioè la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l’India all’indipendenza. Con le sue azioni, Gandhi ha ispirato movimenti di difesa dei diritti civili e personalità quali Martin Luther King, Nelson Mandela e Aung San Suu Kyi. In India, Gandhi è stato riconosciuto come “Padre della nazione” e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo. Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della nonviolenza dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Dov’è la pace Mahatma Gandhi
Quando sento cantare: “Gloria a Dio e Pace sulla terra” mi domando dove oggi sia resa gloria a Dio e dove sia pace sulla terra. Finché la pace sarà una fame insaziata a finché non avremo sradicato dalla nostra civiltà la violenza, il Cristo non sarà nato.
*Versi forti, che incidono come pietre e non hanno bisogno di chissà quali interpretazioni. È inutile cantare inni, festeggiare la fratellanza nelle chiese, a Natale, Pasqua…non c’è nessuna pace sulla terra finché verrà versato sangue e Cristo non nascerà.
Alessandria: Al via i lavori di manutenzione e riqualificazione del parco giochi Borsalino
di Pier Carlo Lava
Alessandria, nell’ambito di un piano dell’Assessore ai lavori pubblici Michelangelo Serra finalizzato e riqualificare e mettere in sicurezza tutti i parchi giochi alessandrini, ieri sono iniziati i lavori anche nel parco giochi del villaggio Borsalino in via Don Giovine.
Lo stesso versava da anni in stato di degrado ed era potenzialmente pericoloso in particolare nella recinzione, dove i soliti vandali avevano rimosso diverse parti della recinzione lasciando lunghi chiodi scoperti e mettendo quindi a rischio l’incolumità dei bambini.
Al momento la stessa è stata rimossa e sostituita con una nuova solida e decisamente colorata, che oltre a migliorare la sicurezza piacerà certamente ai bambini.
Restano ancora da fare gli interventi di riqualificazione dei giochi, la messa a dimora di alcune piante mancanti e la verifica dello stato di alcune panchine, lavori che presumiamo verranno fatti nei prossimi giorni.
Il parco giochi da alcuni anni non veniva più frequentato per i motivi sopra citati, ora non appena i lavori saranno terminati siamo certi che lo sarà nuovamente.
Y por ‘ai anda… mi carne descompuesta y mis huesos rotos, vagabundeando siempre entre las mesmas paredes. Errando sin sendero con el techito siempre blancuzco.
Pispeando por ‘ai, por si acaso, pasa el bayo con los pelos al viento; que las yeguas en los ranchos de los parajes; son muchas y les agarra la calura cuando se hace ver.
Libreria multimediale w. Press
El bayo, pasa haciéndose el distraído, coleteando de acá para ayá, baileteando y presumiendo.
Y por ‘ai los veo, alejándose al galopo, con su perro Guayaray…
El bayo, parando las antenas, escucha la voz del patrón, que con un par de estribadas en el lomo le dice que ‘ai que ir a laburá.
Tempo che trascorre, feroce e inesorabile; come un fiume nel quale non si può far la risalita.
Sarebbe faticoso; doloroso prendere la strada contro corrente, non si deve. Tornar indietro non è saggio, probabilmente sarebbe una fermata nel posto sbagliato. Soltanto ai ricordi amari, che la saggezza della scorrevolezza dell'acqua, porta via...
Scorre; forse perdendosi nell'infinito del mare; chi l'ho sa, oppure si ferma di colpo contro una roccia, destinato a colpire e colpire; una, due volte e ancora fino all'eternità.
Da Frida la loka
Soltanto gocce di tempo dolce riusciranno nel intento, per quello che avanza è già scritto nelle radici di cedri profumati, che nelle sue radici si aggrappano, si aggrovigliano, quei ricordi che non mollano, non vogliono finire nell'oblio...
Il Comune di Arquata Scrivia sta lavorando insieme a volontari ed associazioni all’atteso evento Ar.Qua.Tra. , Artigianato Qualità Tradizione, alla 14esima edizione, che si svolgerà il prossimo 18 settembre. “Un viaggio tra Gusto, Cultura, Passione”, tante le novità, rivolte proprio a tutti. Una mostra inedita sui “Tesori culturali” verrà allestita con l’aiuto del Servizio Civile nel Palazzo Spinola. Il tema del patrimonio culturale é di grande attualità. Questo cambiamento di visione deve allontanare da una certa idea che vede la cultura come un qualcosa per pochi e di elitario: la Cultura é un bene che deve essere messo a disposizione di tutti. L’Amministrazione Comunale sente da sempre la necessità di costituire tassello su tassello un mosaico, via via più completo, del patrimonio culturale locale.
In piazza Bertelli ci sarà l’Accademia dei giochi antichi, riproduzioni fedeli, che grandi e piccini potranno sperimentare; in via Interiore invece troveremo gli artigiani e i mestieri del passato, le esposizioni artistiche, Arquator con i presepi e sulla gradinata si esibiranno le straordinarie Arcobalene e i Buena Onda.
Potrete passeggiare in via Libarna tra negozi, bancarelle, visitare atelier e partecipare a interessanti laboratori.
Immancabile un percorso nel gusto: si avrà la possibilità di conoscere e degustare i vini presso la Soms ed assaggiare le specialità della tradizione nell’Isola Gastronomica dalla Lea, curata dalle Associazioni.
Botteghe aperte con la loro cortesia, i loro prodotti sempre più interessanti e tutta la passione dei commercianti arquatesi.
A partire dalle ore 18 poi, prenderà vita uno inedito “ArquaGIOVANE”, a cura dei mitici locali arquatesi “Music & Food” fino alle 24.
Nicoletta Cucinella, Vicesindaco e Assessore a Cultura e Promozione del Territorio, afferma: “Siamo molto emozionati nel pensare a questo evento che finalmente riparte alla grande e con tanto entusiasmo; abbiamo rivisitato questo format, riprendere le fila di tutto non è per niente facile: abbiamo voluto camminare sul solco della tradizione con uno sguardo al nuovo e ci pare la scelta giusta. Non poteva che essere così visto che i nostri Consiglieri giovani Lasagna e Di Modugno si stanno impegnando a fondo e per questo tutti noi vogliamo ringraziarli. Ovviamente estendiamo i ringraziamenti ad ogni volontario, grazie davvero! “.
C’era una zingara a vegliarmi le notti un tempo appoggiata al muro sempre sorridente nel suo abito rosso e con sempre rose tra la mani. La sua cornice dorata svaniva nella la notte per me scendeva tra lampi di blu elettrico a cancellare le ombre. Poi svanì per sempre la sua gabbia e fu sempre con me, a ogni ombra del bosco nei pendii di montagna, dove crescono i narcisi nel brillare del lago in pezzetto di cielo disegnato e ancora nelle notti più buie. Ma per sempre non è per sempre. E’ tornata alla sua cornice sta in una casa che non so e io giro al bosco con un fischio a tremila hertz nelle orecchie e confonde il silenzio il canto e l’ incanto e so che non la vedrò più nella sua cornice.
Anche se la cerco ancora negli arcobaleni delle cascate in un lago che brilla al sole e deforma il profilo dei monti. O solo nel buio della stanza. Fuori dalla sua cornice dorata.
Giaceva nell’altare solitario
quell’oggetto dimenticato
referto d’un tempo diafano
allacciato al rito genitoriale
in costante orizzonte…
Nella beffa friabile del fato
si disallineano paradigmi di logica
rilasciando insani detriti
e grigi artifici in bilico
sull’orma del tallone.
In quel capogiro che gira all’inverso
ho ritrovato quel tuo amuleto obliato
ora cosmico rifugio
nel colpo d’occhio quotidiano
mentre sancisco il mio sollievo
e tu da qualche parte, ridi!
@Silvia De Angelis
E’ qualcosa di prima dell’infanzia che ricordo qualcosa che altri hanno visto forse in un lontano e caldo Agosto, come questo cercando ombre e frescure. Altri che ora sono io.
E’ così che ho preso quella strada che scendeva stretta tra gli alberi tutta curve e ombre, partendo dalla statale a lago, ricordando qualcosa che non so. E’ così che ho sceso tutte quelle scale in pietra con occhi e gambe d’altri innamorati.
E più scendevo più pesava l’ ombra sulle cose che non si vedono senza fatica scendevo e riposava il cuore in forma d’acqua, brillante e calme onde.
L’ultima scala ha una grata in ferro va verso frontiere sconosciute, che non so dove qualcuno mi sogna.
Chiusa. Non è ora di partire per altri lidi, ma di tornare.
C’è un’ ora, quando il sole sta per scendere oltre i monti in cui il lago s’ indora, e si calma. L’ acqua si ferma e i cigni hanno già fatto l’ ultimo volo. È lì che manca e non è solo nostalgia o tutte quelle balle sull’ età che fa asciutti gli occhi. È che gli anni senza sono sempre di più è che non ricordo la voce, la voce in-canto sulle rive del lago. Per questo ci vado spesso. Finchè la sentirò chiamare il mio nome.
Cosa vedi quando guardi il lago non lo so ma posso dirti cosa vedo io vedo il tempo farsi eterno vedo il bimbo che gioca nell’ acqua e il nonno sulle rive bianche di neve che lo guarda. Non ci sono ore più belle di altre che sia mattino di sole o bianco di nebbia o notte scura e nera coi monti invisibili nel cielo sono tutte qui, dentro gli occhi, insieme nient’altro attorno, sei sempre solo quando guardi il lago. Forse però un’ora c’è quando il lago s’indora, che il sole sta per scendere oltre i monti e cade obliquo nell’ acqua allora i monti sembrano grembi di madri con bimbi attaccati al seno e c’è la stessa pace. Sarà che ho questi occhi acquosi di lago dentro i quali lei si è fatta isola eterna sulle cui rive gioca mia madre bambina e la notte lascia graffi di luce nell’acqua nera. lì dentro non sono il nonno che guarda dalle rive bianche di neve ma il figlio, e c’è una gran pace proprio come sotto un immenso cielo stellato che si riflette nel lago.
Forse sono passate / le stagioni fatate e non ci ho fatto caso. E ancora credo per me / e non solo per me che ne verranno altre domani. Un elettrico argento / m’ha portato sul lago in questo vagabondare. Non è il nostro lo so / però anche qui venivamo anche solo a guardare. Oltre la fine del lago / le cime dei monti e l’azzurro del cielo qui c’è ancora il tuo cuore / e i tuoi sogni e li vedo brillare. Sotto un tiepido sole / li vedo brillare io sono qui / sulle rive del lago e mi sembro un coglione un sognatore un acchiappanuvole con la mia lattina di tè al limone Io sono qui / sulle rive del lago sono venuto a cantare Farà neve lo so / e anche presto ma sarà ancora più bello quando scenderà attorno al lago come un anello.
Io sono qui sulle rive del lago.. tra le mani ho soltanto un panino.. Ne vuoi un pochino?
MONFRA JAZZ FEST: BACI IN MUSICA ALLA PASTICCERIA NININ PER COLAZIONE
Ultimi concerti per il Monfrà Jazz Fest, una coda davvero gustosa della manifestazione cominciata ai primi di giugno, considerando che il primo sarà il 17 settembre alla Pasticceria Ninin di Piazza Martiri della Libertà n.10 a Casale Monferrato.
Il concerto degustazione ha per titolo “Un bacio a colazione” e l’ora si presta: sarà infatti alle 10.30 del mattino. Un momento perfetto per iniziare la prima giornata della 61° Festa del Vino del Monferrato Unesco che si tiene in città.
Il concerto è anche l’occasione per presentare il nuovodolceBacio della Pasticceria Ninin e ovviamente il bacio è anche il filo conduttore di tutte le note che accompagneranno questo momento: 12 “baci musicali” scelti tra le più belle ballate e standard jazz interpretati dal Perilli Vercesi duo.
Interpreti saranno Laura Perilli, Voce e Ukulele e Martino Vercesi alla Chitarra.
Laura Perilli – Cantante dalla voce raffinata e persuasiva, particolarmente adatta sia al repertorio degli “standard” del jazz americano che alla bossanova brasiliana. I suoi riferimenti: Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e parlando di artiste contemporanee Dee Dee Bridgewater, Diana Krall, l’italiana Rossana Casale, Roberta Gambarini e Ada Montellanico. Nel 2006 è stata selezionata come voce del Berklee Award Group Award per l’edizione 2006-2007 di Umbria Jazz Winter. Attiva soprattutto nel circuito jazz laziale e lombardo, collabora con Alessandro Fraternali, Alessandro Tomei, Paride Furzi, Matteo Camera, Tazio Forte, Martino Vercesi, Gabriele Pelli, Marcello Testa, Marcello Turcato, Tito Mangialajo Ranzer, Gigi Andreone, Renato Tassiello, Andrea Rogato (con questi ultimi per la “Orange Blues Band”). Grazie alle collaborazioni con il chitarrista Peter Autschbach ha anche pubblicato un cd nel 2009 (Summer Breeze). Ukulele Fairy Tales il suo ultimo progetto discografico di classici jazz/blue.
Martino Vercesi – È considerato uno dei più interessanti e versatili chitarristi italiani. Oltre alle doti tecnico-strumentali in lui si esprime una profonda conoscenza del linguaggio jazz e una personalità forte e definita, che fa di lui solista d’eccezione e nel contempo accompagnatore di rara sensibilità. Ha scritto “A Method For Modern Guitar” pubblicato nel 2006 da Sinfonica Jazz. Ha suonato in numerosi teatri tenendo recital solistici di chitarra classica. Ha collaborato con diversi musicisti di chiara fama nazionale come Luigi Bonafede, Tony Arco, Giovanni Falzone, Marco Vaggi, Sandro Cerino, Fabrizio Trullu, Ares Tavolazzi, Luca Dell’Anna, Mauro Battisti, Walter Calloni, Marcello Testa, Marco Micheli, Ferdinando Faraò, Danilo Gallo fra gli altri. Ha suonato presso alcuni dei più importanti teatri e jazz club nazionali e internazionali come Blue Note Milano, Auditorium “G.Verdi” Milano, Porgy and Bess Vienna, Jazz Club Chur, Jazz Club Torino. Ha suonato in diretta radio, e ricevuto lusinghe recensioni su riviste specializzate. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni sia come solista che come sideman.
Per assistere al concerto la prenotazione è gradita al 345 5145878.
L’evento è in collaborazione con: Comune di Casale Monferrato, Pasticceria Ninin, Festa del Vino.
Molte volte sento l’espressione, forse qualche volta l’ho detta anch’io, “scrivo per me stessa “.
Condizione che può essere anche veritiera, ma che cambia sostanzialmente le cose quando si inizia a pubblicare, perché in quel caso si inizia a scrivere anche e in qualche caso soprattutto per gli altri.
Infatti la riuscita di un buon libro sta proprio nell’efficacia dei rapporti fra autore e lettore. È quindi necessario comprendere il processo che mette in relazione chi scrive e la sua opera con il mondo circostante, cioè individuare con estrema precisione il destinatario dell’opera stessa.
Come suggeriva John Steinbeck, può essere utile rivolgersi a una persona, reale o immaginaria, e scrivere soltanto per lei.
‘Vie del Sale’, online il nuovo sito. Nasce il percorso escursionistico
‘La Mulattiera dell’Olio’ e il video-documentario
Sarà online venerdì 16 settembre il nuovo sito internet delle ‘Vie del Sale’, percorsi escursionistici che dalla Pianura Padana e dalle Valli Piacentine raggiungono la costa Ligure. Il progetto (https://www.leviedelsale.org) è curato da “La Pietra Verde”, associazione di promozione sociale nata nel 2001 che opera nell’ambito dell’escursionismo, dell’educazione ambientale e della promozione e valorizzazione del territorio che comprende le Province di Alessandria, Pavia, Piacenza e Genova. Le ‘Vie del Sale’ sono antichi percorsi che si snodano tra Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Liguria in una terra di passaggio, anticamente frequentata da mercanti e mulattieri, e mettevano in comunicazione la Pianura Padana e le valli dell’entroterra con il Mar Ligure per l’approvvigionamento del preziosissimo sale utilizzato per la conservazione dei cibi. Il commercio del sale tra la costa ligure e la pianura padana si sviluppò fin dall’epoca romana attraverso una fitta rete di piste e strade di crinale che mediante alcuni passi storici (gioghi) permettevano il trasporto di questo prodotto indispensabile per la sopravvivenza di uomini e animali.
I percorsi e il ‘passaporto’
Il sito propone differenti percorsi, completi di descrizioni dettagliate delle singole tappe (lunghezze, dislivelli, altimetrie), punti di interesse, punti di ristoro e per l’acqua, strutture ricettive per il pernottamento e per i pasti, tracce Gps (per la loro realizzazione è stato utilizzato il programma Garmin Base Camp), informazioni logistiche (come arrivare e tornare con i diversi mezzi di trasporto), principali luoghi di interesse che si incontrano lungo il cammino, cenni storici sull’origine delle varie ‘Vie del Sale’.
Il progetto è stato condiviso con numerosi organismi associativi nell’ambito dell’attività escursionistica (Cai Sezione di Tortona, Cai Sezione di Piacenza, Federtrek Escursionismo e Ambiente, Turisport Europe, Progetto Italia, Gaep – Gruppo Alpini Escursionisti Piacentini, Appennino Trekking), le Camere di Commercio e numerosi enti locali coinvolti attraverso la concessione del patrocinio e, nel caso dell’ente camerale di Alessandria ed Asti, di un contributo a sostegno dell’iniziativa.
Non manca il “passaporto del camminatore” che testimonia il viaggio. Il documento identificativo certifica il passaggio dell’escursionista lungo queste vie e sulla credenziale sono riportati i timbri e le date dei luoghi visitati e le strutture di ospitalità in cui si è stati accolti. «Questa timbratura – spiegano i responsabili dell’associazione – può essere emessa anche da attività commerciali come bar o negozi e favorisce l’accesso alle strutture che accolgono i camminatori. Sono state inoltre realizzate la spilla da appuntare sullo zaino e la T-shirt con il logo distintivo di questi cammini».
Le nuove sette tappe
Sulla scia dei risultati raggiunti da ‘Le Vie del Sale – dalla Pianura Padana al Mar Ligure’, realizzato nel 2021 e che ha preso in considerazione la ‘Via del Sale’ che da Varzi raggiunge la località di Portofino, quella che da Tortona raggiunge anch’essa Portofino e la ‘Via Piacentina’ che da Travo raggiunge Genova, negli ultimi mesi «abbiamo ampliato il progetto legato ai cammini escursionistici – spiega Riccardo Rancan, referente del progetto – includendo un percorso che, dalle Valli Piacentine, raggiunge la costa Ligure. Si chiama ‘La Mulattiera dell’Olio – Il Cammino da Bobbio a Levanto’ e si sviluppa in sette tappe attraversando il territorio appenninico compreso tra la Val Trebbia e la costa ligure delle Cinque Terre, che un tempo era solcato dalle carovane di mulattieri impegnati negli scambi commerciali tra la pianura ed il mare». I contenuti delle pagine web della ‘Mulattiera dell’Olio’ saranno raccolti e organizzati anche per la realizzazione di una pubblicazione tascabile, analoga a quella già disponibile per la sezione delle ‘Vie del Sale dalla Pianura Padana al Mar Ligure’.
Sempre venerdì 16 settembre sarà pubblicato il video-documentario ‘La mulattiera dell’Olio’, realizzato da Michele Ferroni per l’associazione “La Pietra Verde”, che racconta la sua esperienza lungo l’affascinante percorso, che permetterà «di immedesimarsi e scoprire questi territori meravigliosi». Il video sarà pubblicato sul canale YouTube di Michele Ferroni https://www.youtube.com/c/MikefC, sul sito internet delle Vie del Sale https://www.leviedelsale.org, sul sito internet e sui canali social de “La Pietra Verde”. Ferroni, genovese, rapper, cantautore e tecnico del suono, è appassionato dei cammini e amante del territorio Appenninico. In passato ha realizzato un video sull’alta via dei monti liguri.
“La Pietra Verde” con gli istruttori Iwe (Istruttori di Walking Ecoconsapevole) accompagna gruppi di persone o scolaresche su itinerari appositamente studiati, con particolare riferimento alla botanica, alla paleontologia, alla zoologia, organizza uscite all’esplorazione di luoghi di interesse naturalistico o storico, progetta uscite di trekking diversificate in base alla difficoltà anche di più giorni, e di Walking urbano alla scoperta di città d’arte, borghi medievali, piazze e monumenti. Si occupa inoltre di progetti di didattica ambientale nelle scuole e della tracciatura e manutenzione delle reti sentieristiche presenti in zona, georeferenziando e mettendo a norma Cai i vari percorsi individuati. La sede legale dell’associazione è il Rifugio Escursionistico Piani di San Lorenzo, frazione Pallavicino di Cantalupo Ligure. La struttura è direttamente gestita da “La Pietra Verde”.
L’arte è l’incontro inatteso di forme e spazi e colori che prima si ignoravano. Fabrizio Caramagna. Un altra citazione che mi piace sempre di Fabrizio Caramagna dice che l’arte è un arco teso che lancia la sua freccia più in là dell’infinito. Tutto ciò che crea emozione è arte, poesia, danza, musica, pittura, scultura. Mario Banella, direi che lui ascolta il mondo e poi fiorisce la sua poesia. Una poesia curata, frutto di uno studio illuminato che in lui ha creato il ”suo modo di fare poesia” Quando lo leggi, pensi che starebbe bene nei libri di scuola, nelle librerie vorresti vedere i suoi libri in un intero scaffale. Pura poesia in ogni cosa che scrive, lui li ha letti tutti, Leopardi, come può mancare! Baudelaire, Eluard, Valery, Lorca, Machado, i greci, Antonia Pozzi.tanti altri ancora, direi ”il naufragar mi è dolce in questo mare di parole”parafrasando il Leopardi. Annegare in un mare di parole che poi ti salvano, e le sue parole si sentono, ti invadono, ti entrano. Un vero artista della parola, ma anche uno studioso di letteratura. Chi scrive sa che la poesia salva, ma può anche farti morire, sono due estremi che generano molto emotività Sei di strada, oggi nel sole più arduo che conosci. L’estate è un ombra sui muri e dei pochi, il cui passo sfiori. Mario Banella l’estate è un ombra sui muri e dei pochi…sfioriamo le ombre dell’estate, che passa in fretta. Noi le cose non facciamo in tempo a tenerle, ci sfiorano e fuggono. Forse potrei amarlo come un poeta greco e sicuramento amo il modo di scrivere di Mario Banella. Uomo dotato di grande sensibilità, certamente rara, come la sua discrezione e il suo non lasciarsi andare se non con le parole, e che parole! Leggetelo come si legge un grande, le sue poesie mettetevele dentro l’anima, usciranno leggere e piene di luce.
Prima domanda di prassi, quando hai cominciato a scrivere? Hai sempre scritto solo poesie o altro?
Ho cominciato a scrivere delle cose intorno ai 15/16 anni. Poesieole, raccontini. Sui vent’anni l’aspetto narrativo ha prevalso sulla poesia. Il racconto era la forma a me più congeniale, anche se il mio primo libro(Chiara e le altre)è stato un romanzo breve. La poesia la coltivavo con calma, non essendo ancora sicuro di esprimermi al meglio
Tu fai un lavoro nella sanità pubblica, quindi hai a che fare con malati, dolore, senza speranza. Tutto ciò ispira anche il tuo modo di scrivere?
Tutto il mio scrivere nasce in modo indiretto. Devo confessare che il mio lavoro mi influenza come può influenzarmi una qualsiasi cosa che mi colpisce. Certo, vedo il dolore, le persone toccate dal dolore. Le dinamiche poi sono tutte personali. Magari, la sofferenza che osservo al lavoro può colpirmi molto più tardi. Nel momento che osservo un paesaggio o penso ad altro.
La tua vita influenza il tuo scrivere?
Potrei rispondere. La vita è il mio scrivere. L’ Antonia Pozzi, scriveva che la poesia le scorreva nelle vene. Tutto m’influenza. Le persone che amo, che incontro, che mi deludono incidono sul mio scrivere. E anche la letteratura. L’aprire un libro, determina la mia minuscola scrittura.
C’è stato un momento della tua vita in cui non sei riuscito ad esprimerti?
Io so esprimermi solo con la parola scritta. In sostanza non sono tanto a mio agio con tutto il resto. All’esterno posso anche dare una immagine non mia. Non veritiera. Esprimermi mi è difficile, causa di quel che vedo intorno. Molte cose non le capisco più. Se il silenzio potesse diventare una forma di scrittura lo userei come giudizio. Espressione di me stesso.
Io so che tu leggi molto, studi, ami molto i poeti maledetti, Rimbaud, Baudelaire, ecc, hanno influenzato la tua crescita?
Ho cominciato a scrivere qualcosa leggendo Rimbaud. A 16/17 se sei appassionato di poesia non puoi non leggere Rimbaud. Non puoi non immedesimarti in questo poeta andato ben oltre Baudelaire. Lui teorizzava. Rimbaud no. Ha messo in pratica la sua idea di poesia. Ha mostrato la grandezza del binomio Vita-Poesia. Questa è l’eredità a noi dataci. Il massimo della libertà.
Sono curiosa di sapere chi è il tuo poeta preferito.
È più giusto dire. I miei poeti preferiti. Direi tutti gli Anti-Novecentisti. Saba, Penna, Betocchi, Bertolucci, Sereni. Mi piace la consapevole malinconia di Antonia Pozzi, l’architettura compositiva di Amelia Rosselli. La semplicità della Gualtieri e poi la struggente bellezza delle poetesse russe. Achmatova. Cvetaeva. Insomma, tutta quella poesia, per dirla con Umberto Saba, onesta. Senza bellezze artificiali. Oggi credo si scriva troppa poesia confessionale(di per sé non è u n male)e superficiale.
per te, cosa è la poesia? Come ti fa sentire?
Sembra facile rispondere. Basta dire, mi far star bene ma nel momento dello scrivere c’è anche qualcosa che a che fare con la malattia. È un discorso complesso. Il gusto artistico non è del tutto spiegabile, comprensibile. Ci lascia degli stati d’animo. Ecco, la poesia è uno stato d’animo. Nulla di preciso, di tattile. Ci lascia sgomenti, felici, fragili, inutili, universali. Ogni poesia è un viaggio. Un qualcosa che -non sappiamo- ma è un piacere farlo.
Ottava domanda, un po’ birichina, il fatto che scrivono tutti, tutti, non pregiudica chi sa scrivere?
È assolutamente vero. Colpa di chi scrive, di chi pubblica. Colpa di chi non legge o legge male. Questo bisogna sottolinearlo. Oggi, miseria di certa informazione massiva, si pensa che L’ Arminio come categoria espressiva. Non c’è di peggio. Conosco poeti migliori di lui. La poesia è un’altra cosa. E qui sta il difetto. Chiunque crede di scriverla, di praticarla, ignorando la fatica che c’è dietro. E le case editrici giocano su questo. Sull’aspirazione di chiunque scrive. E la poesia così, oltre a non vendersi. Si butta.
Che ne pensi dell’editoria in genere e del self publishing?
Penso. Non ci sia più coraggio. Negli anni ’80 c’erano due forme di pubblicazioni. Il libro e la rivista. Il libro inteso come forma antologica. Le riviste non esistono più, se non rari esempi(Poesia. Editore Crocetti) comunque in declino e autoreferenziale. Non esistono più le riviste(per dirla alla Fernanda Pivano)Underground. Poeti che fanno riviste non ci sono più. Manca tutto sull’apparato che fa -viaggiare- la poesia .Il self-publishing? L’ho provato con il librino di poesie dal titolo “Sparse”. I risultati? Appena discreti. Fare poesia è difficile poiché per supportarla occorre un retroterra di cultura editoriale che nel self-publishing non c’è.
Cosa sogni? Cosa vorresti che ti accadesse?
I sogni? Quelli ci sono sempre. La scrittura induce al sogno. A volte a metterlo in pratica. Tutto ciò che mi è accaduto l’ho voluto, quindi ho trovato piacere che accadesse. Tranne le faccende dolorose ma quella è un’altra storia. Aspetto altro. Insomma, non desidero. Aspiro.
Ho preso dimora in un frammento di specchio sapeva di immagini morte. Li ciò che sogno e ciò che ho sognato aspetteranno ciò che sognerò Sarà un’attesa continua sarà un’attesa lunga perché non sto sognando perché non sto morendo
Probabilmente non vi capita spesso di essere in mezzo alla natura. C’è questo mare meraviglioso, ma voi non siete in relazione col mare. Lo guardate, magari ci andate a fare una nuotata, ma non avete il senso di questo mare con la sua enorme vitalità ed energia, la bellezza delle onde che si infrangono sulla costa, non c’è nessuna comunicazione fra quel meraviglioso movimento del mare e voi. E se non siete in relazione con questo, come potete esserlo con qualcun altro? Se non percepite il mare, la qualità dell’acqua, delle onde, della grande vitalità della marea che sale e scende, come potete essere consapevoli o essere sensibili alla relazione umana? Vi prego, è molto importante comprenderlo, perché la bellezza non è soltanto nella forma fisica, l’essenza della bellezza è quella qualità di sensibilità, la qualità dell’osservazione della natura. Jiddu Krishnamurti, filosofo indiano
It is probably not often that you are in the middle of nature. There is this wonderful sea, but you are not related to the sea. You look at it, maybe you go for a swim, but you don’t have a sense of this sea with its enormous vitality and energy, the beauty of the waves breaking on the coast, there is no communication between that wonderful movement of the sea and you. And if you are not related to this, how can you be related to someone else? If you do not perceive the sea, the quality of the water, the waves, the great vitality of the rising and falling tide, how can you be aware or sensitive to the human relationship? Please, it is very important to understand this, because beauty is not only in physical form, the essence of beauty is that quality of sensitivity, the quality of observing nature. Jiddu Krishnamurti, Indian philosopher