Nelle sue opere ha sempre raccontato la carnalità, la sessualità, l’alcolismo, la depressione e in questa che vi proponiamo, la vita. Una vita fatta di graffi e dolori ma che, inevitabilmente, non smetterà di essere la nostra vita.
Il cuore che ride di Charles Bukowski
La tua vita è la tua vita. Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza. Stai in guardia. Ci sono delle uscite. Da qualche parte c’è luce. Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre. Stai in guardia. Gli dei ti offriranno delle occasioni. Riconoscile, afferrale. Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta. E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà. La tua vita è la tua vita. Sappilo finché ce l’hai. Tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.
*Grande Bukowski, poteva essere un tipo difficile ma di certo vero senza maschere o infrastrutture. Quanto sono profondi e sinceri questi versi. La vita è tua, tocca a te scegliere se accettarla e subirla o approfittare di quei piccoli spiragli che a volte si aprono per darti delle occasioni. Tutto è maledettamente complicato ma ci vuole anche tanto coraggio.
Darío J Delgado “Darius”-Artista plastico, scrittore e poeta venezuelano. Chiamato “Il poeta di Maracaibo” Con due libri pubblicati e più di 350 poesie sui social network. Il suo soggetto preferito è Maracaibo, con più di 100 video e fotografie della città in Persfomance e declamazioni in tutte le istituzioni dello Stato Zulia e nelle piazze più note. Gli hanno dato il soprannome di poeta di Maracaibo. Con il suo cappello e il suo carattere fluente. Accompagnato dal maestro José Luis Ferrer (violinista). “Darius” è un compositore di cornamuse. Le sue opere sono state esposte in più occasioni in musei e Gallerie dello Stato di Zulia. Ha partecipato a mostre collettive in più di 30 occasioni. Fondatore della Galleria Carlos Sánchez. Presidente e creatore dell’Universal Consortium of Science and Fine Arts-CUCBA. In procinto di pubblicare un romanzo romantico e una raccolta di poesie anche di sua paternità.
INNAMORATO
Tu mi entri pensiero e rimani così tranquillo, ma la luce del tuo sguardo mi dice che mi ami. Entri come la brezza che inumidisce il mio corpo, e lascia rose e petali, galleggiando sul mio letto.
Entri come la pioggia fresca della mattina, come un’eco nel silenzio, che mi copre di calma.
Come un raggio nel palmo, che ondeggia nel vento, e ti sento ogni momento, Perché illumini la mia anima.
Paternità: Darío J Delgado Darius-Venezuela.
DOLCE RISVEGLIO*
Ti muovi così silenziosa, tremante tra le lenzuola, irrequieta di notte, ti riposi ogni mattina.
E si svegliano i pensieri che alimentano i desideri, senza distanza né sentiero, ti abbraccio sul mio petto, ti togli i vestiti come rose al vento. Quando viaggio lentamente sulle le curve del tuo corpo, mi accarezzi i capelli con le dita teneramente, e la corrente ci porta, alla dolce marea; rifugiata nel letto, tu porti il turbine; e in un secondo, sono in cima alle montagne ascoltando i gemiti, del volo dei gabbiani, sensi alternati, nel respiro della tua bocca; bagnata e paurosa, tra le lenzuola, nuda, stai così tranquilla come un petalo di rosa. Il battito del tuo cuore si calma nell’abisso dell’amore, e nel letto, in un angolo, si sveglia disteso un Angelo!
Paternità: Darío J Delgado Darius-Venezuela.
VOGLIO FARE L’AMORE CON TE
Voglio fare l’amore con te, al sussurro di un verso, e godere dei tuoi baci, prima che il sole tramonti. Al tuo corpo divino spogliarlo nella seta, al lume di candela, e un bicchiere di vino.
Adornarei tuoi capelli con bellissime farfalle, e alla tua anima sublime, prenderla tra le rose.
Svelare la passione dentro una bottiglia, e toccare le stelle dentro il tuo cuore. Voglio fare l’amore con te, nel mare dei fiori, e riempire di colori la tua tristezza e il tuo dolore.
Paternità: Darío J Delgado Darius-Venezuela. IO TI INVITO ALLA FIERA INDIPENDENTE DAL LIBRO MARACAIBO (FILMING) GIOVEDI’ 28 LUGLIO 2022
ORA: 18:00
*Presentazione del mio libro “Poemas de Dario” (Antologia)
Autore: Dario J Delgado
Ramirez (Editore Sultana del Lago)
Luogo: TEATRO BARALT (Cortile del giardino “Lilia Boscan di Lombardi”)
INVITA I TUOI AMICI E AMICHE E APPOGGIAMI IN QUESTO PROGETTO
SEMBLANZA
Darío J Delgado “Darius”-Artista Plástico, Escritor y poeta venezolano. Denominado “El poeta de Maracaibo” Con dos libros publicados y más 350 poemas en las redes sociales. Su tema favorito es Maracaibo, con más de 100 videos y fotografías de la ciudad en las Persfomance y declamaciones En todas las instituciones del Estado Zulia y en las plazas más conocidas Le dieron el apodo del poeta de Maracaibo Con su personaje de sombrero y flux Acompañado del maestro José Luis Ferrer (violinista). “Darius”es compositor de gaita. Sus obras han sido expuestas en múltiples ocasiones en museos y galerías del Estado de Zulia. Ha participado en exposiciones colectivas en más de 30 ocasiones. Fundador de Carlos Sánchez Gallery. Presidente y creador del Consorcio Universal de la Ciencia y las Bellas Artes-CUCBA. En vías de publicar una novela de corte romántico y un poemario también de su autoría.
ENAMORADA
Entras a mi pensamiento y te quedas tan callada, pero la luz de tu mirada me dice que me amas. Entras como la brisa que humedece mi cuerpo, y dejas rosas y pétalos, flotando sobre mi lecho.
Entras como la lluvia fresca de la mañana, como un eco en el silencio, que me recubre de calma.
Como un rayito en la palma, que se mece en el viento, y te siento cada momento, porque iluminas mi alma.
Autoría: Darío J Delgado Darius-Venezuela.
DULCE DESPERTAR
Te mueves tan quieta, trémula entre las sábanas, intranquila en la noche, descansas cada mañana.
Y, despiertan los pensamientos que avivan los deseos, sin distancia ni camino, te abrazo en mi pecho, te despojas de las prendas como rosas en el viento. Cuando recorro lentamente las curvas de tu cuerpo, acaricias mi cabello con tus dedos tiernamente, y nos lleva la corriente, a la dulce marejada; refugiada en la cama, te albergas al torbellino; y en un segundo, estoy encima de las montañas, escuchando los gemidos, del vuelo de gaviotas, alternando los sentidos, en el aliento de tu boca; húmeda y temerosa, entre las sábanas, desnuda, te quedas tan callada, como un pétalo de rosa. Te calman los latidos en el abismo del amor, y en la cama, en un rincón, ¡un Ángel amanece tendido!
Autoría: Darío J Delgado Darius-Venezuela.
QUIERO HACERTE EL AMOR
Quiero hacerte el amor, al susurro de un verso, y disfrutar de tus besos, antes de que se oculte el sol. A tu cuerpo divino desnudarlo en la seda, a la luz de las velas, y la copa de vino.
Adornar tu cabello con bellas mariposas, y a tu alma sublime, atraparla en las rosas.
Develar la pasión dentro de una botella, y tocar las estrellas, dentro de tu corazón. Quiero hacerte el amor, en el mar de las flores, y llenar de colores tu tristeza y dolor.
Autoría: Darío J Delgado Darius-Veenezuela.
TE INVITO A LA FERIA INDEPENDIENTE DEL LIBRO MARACAIBO(FILMAR) JUEVES 28 DE JULIO 2022
HORA:6:00 p.m.
*Presentación de
mi libro “Poemas de Darius” (Antologia)
Autor: Dario J Delgado
Ramirez (Sultana del Lago Editores)
Lugar: TEATRO BARALT (Patio Jardín
“Lilia Boscán de Lombardi”)
INVITA A TUS AMIGOS Y AMIGAS APOYAME EN MI PROYECTOIO
BANANE E LAMPONI, CA(N)ZZONI E MELONI, di Piero Milanese
Tantissime persone, come me, amano la musica. Tutta la musica, dalla classica al jazz, dalle canzoni dei cantautori al blues, al folk, al rock ecc. Per questo molti gestori di bar, pizzerie e ristoranti organizzano concerti nelle loro sale invitando per lo più artisti locali ad animare le serate con la loro musica.
Purtroppo l’aspetto negativo di tali iniziative è che a queste serate partecipano moltissimi clienti cui non importa nulla del concerto, continuando a sganasciare sui loro piatti e parlando ad alta voce per esprimere le loro cazzate.
È la solita genìa di “itaglioti” che se ne frega di chi sta sul palco e di quelli che vorrebbero ascoltarli, cafonismo e maleducazione cui poco a poco ci stiamo assuefacendo.
Visto il pullolare di simili individui, diventa inevitabile pensare come alle prossime elezione possa davvero vincere la Meloni.
RACCONTO: VIAGGIO IN MARE DI UN FLACONE DI PLASTICA – Ester Cecere
«La crema solare è finita!» sbottò stizzita Gabriella e lanciò il contenitore sul bagnasciuga in secca.
Si alzò la marea e il flacone marrone cominciò a galleggiare allontanandosi dalla costa di quella spiaggetta all’interno del Mar Grande di Taranto. Galleggiò e galleggiò fino a quando non uscì dal bacino e si diresse verso il largo, più o meno velocemente a secondo dell’intensità del vento e delle correnti. In pochi giorni fu in mare aperto. La sua navigazione, tuttavia, non fu sempre tranquilla. Più di una volta, infatti, esemplari della specie Caretta caretta, la tartaruga tipica del Mediterraneo, tentarono di afferrare il contenitore che avevano probabilmente scambiato per un pesce. Non ci riuscirono mai e il flacone la fece sempre franca!
Intanto passavano i mesi. Sotto l’effetto dei raggi solari, il colore marrone, prima intenso, si era sbiadito e la superficie del contenitore non era più liscia ma cominciava a sfarinarsi. Eh si, perché il malcapitato flacone stava iniziando a degradarsi!
Esso sembrava ancora intatto, ma il processo degradativo incominciava a rompere i legami tra le molecole e ne modificava la struttura. Così il flacone andò incontro a ingiallimento, anche se sembrava mantenere la sua forma originale. Col passare dei giorni, la sua struttura divenne sempre più fragile e iniziò a spezzettarsi in frammenti più piccoli. In ognuno di essi, il processo degradativo continuò fino a produrre frammenti di dimensioni sempre minori ,fino a divenire invisibili a occhio nudo, ma sempre presenti nell’ambiente.
Alle fine si arrivò alla completa degradazione del polimero che costituiva la materia plastica, cioè al suo “spezzettamento” in unità di piccolissime dimensioni tanto da poter essere assimilate dagli organismi viventi (biodegradazione).
Così il contenitore della crema solare di Gabriella finì “mangiato” dagli organismi marini ed entrò nelle catene alimentari.
“No, non mangiare le ostriche! – con veemenza il padre apostrofò sua figlia Gabriella – Un gruppo di ricercatori di un famoso ente di ricerca italiano ha rinvenuto nelle ostriche, ma anche in altri molluschi eduli lamellibranchi, un’alta percentuale di microplastiche!”
Gabriella stava per “mangiare” il contenitore della sua crema solare!
Le case americane, rispetto a quelle italiane, sono molto grandi. Gli americani quando comprano casa hanno delle priorità: cucine, bagni e lavanderie spaziosi sono in cima alla lista dei desideri. Non è difficile trovare cucine con due forni e due lavelli, in certe case ci sono anche due lavastoviglie.
I bagni hanno doccia e vasca e più la casa è grande più sono spaziosi i bagni, certe volte ad ogni camera da letto corrisponde un bagno privato, come se in essi ci si passasse la vita.
Anche le lavanderie sono sempre presenti e negli anni sono salite di importanza oltre che di piano.
Mentre le case più vecchie l’avevano in cantina, quelle più nuove le hanno al piano terreno o al piano dove si hanno le camere da letto. Avere in esse degli armadi per riporre le cose è importante, molte volte sono il luogo della casa dove dorme il cane di casa, le lavatrici e asciugatrici sono sempre presenti e solitamente vendute in coppia, ma una lavanderia con due lavatrici e due asciugatrici come quella in foto, non l’avevo ancora vista! Wowww
La basilica di San Gaudenzio non necessita di spiegazioni, la sua bellezza è evidente, con la sua imponente cupola che si staglia nel cielo.
Ciò che invece necessita di essere spiegato, o meglio, narrato è un fenomeno insolito, che sfugge ai più, ma non alle anime sensibili.
E’ qualcosa di vago, avvertito non tanto dai sensi ma percepito nell’intimo; percepire una presenza che non è visibile, ma che avvertiamo.
La presenza aleggia nei pressi della basilica, specie quando vi è la nebbia; è allora che vi sentite osservati, vi voltate e …nulla.
Immaginate allora che i vostri sensi siano fallaci, ma ne siete sicuri? Ecco vacillare le vostre convinzioni, la sensazione era forte, eravate osservati!
Un brivido freddo vi percorre la schiena, vi fate circospetti, interrompete il fiato e state in ascolto; vi fa eco un silenzio ovattato.
Date un calcio ad un ciotolo, quel silenzio vi infastidisce; restate però circospetti in ansioso ascolto, ora ne siete certi: non siete soli.
Da sempre, quando vi siete sentiti osservati ed avete avuto la medesima sensazione che provate ora, sempre poi appuravate che qualcuno vi guardava.
Ora no, siete soli, voi con la vostra precisa sensazione e l’assoluta mancanza di un osservatore; qualcosa vi ha sfiorato il volto.
Ma non vi è brezza alcuna, la nebbia intorno a voi è immobile; tranne, ecco, tranne un leggero movimento che prende forma lentamente.
E sempre con lentezza assume la forma, non ben definita, di una sagoma umana; una sembianza umana fatta di nebbia, in lento movimento.
Ma voi siete razionali, ciò che non è spiegabile non esiste e quindi pensate ad una allucinazione; però, non vi fidate della vostra razionalità.
E quindi a passi lesti vi allontanate dal mistero e vi rituffate nel nostro stordente mondo attuale, rutilante di suoni ed immagini inutili.
Ostinatamente non volete ripensare a quelle sensazioni provate, ma non ci riuscite; esse si ripresentano e vi accompagnano, nonostante il vostro inutile rifiuto.
Riedizione di racconti di Ernesto Martinasso pubblicati su Me Piemont.
tu dici e scuci parole parole che la lingua non regge cadono scalpestate nell’impronta dei divi
un passante dirà dov’è la misericordia? il “bene dire”?
tutto l’amore raccolto e mai irrigare i prati dell’Eden l’acqua bevuta dagli angeli e mai restituita . . dius i amolles paraules paraules que la llengua no aguanta cauen trepitjades a l’empremta dels ídols
dirà un vianant on és la misericòrdia? el “bon dir”?
tot l’amor recollit i no regar mai les gespes de l’Edèn l’aigua beguda pels àngels i mai restituïda . . Ginevra DellaNotte
Traduzione dall’idioma italiano all’idioma catalano a cura di Joan Josep Barcelo
Il 13 luglio 1954 scompariva Frida Kahlo, un’artista poliedrica, innamorata della vita, dei colori, dell’amore, della passione che riusciva a intravedere in ogni dettaglio del reale.
Di struggente bellezza di Frida Kahlo
Ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso, ma agli occhi.
Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.
Spesso la bellezza non si cela nella perfezione, spesso una poesia non colpisce il cuore solo per l’armonia dei versi. Come dice Frida spesso la meraviglia si cela dietro un temporale con la forza dirompente dei suoi tuoni, basta saper guardare.
La notizia ci sorprende e ci addolora. Stefania gatti non è più tra noi. A poca distanza dalla scomparsa del marito le è rimasto solo il tempo per versare una lacrima ed anche per lei il tempo si è fermato.
Chi era Stefania Gatti? Ce lo dice lei stessa in una telegrafica autopresentazione nell’ultima pagina del suo volumetto di poesie: “Classe 1934, coniugata Pertusati, due figli maschi. Alla nascita del secondogenito lascia l’impiego per dedicarsi alla famiglia. Dal 1998 inizia a comporre poesie dialettali per animare le feste dell’Unitrè di Tortona, con inaspettato successo: ciò la stimola a continuare a coltivare questa passione”. E così Stefania ha continuato a coltivare la poesia, regalandoci il piacere di rileggere il nostro passato e la nostra città filtrati dal dialetto tortonese. Ci lascia un minuscolo opuscoletto di composizioni dialettali, e molte altre rimaste, purtroppo inedite,
Sono poesie che poteva scrivere solo chi ha amato ed ha vissuto la propria città. Lei, tortonese di razza, aveva trascorso l’infanzia in una casa al margine di città giardino – la cascina Gatti – , quando lì era ancora campagna, anzi segnava una netta linea di demarcazione tra la città ed un mondo rurale che le era tenacemente impresso nella sua memoria. Così ricordava Tortona, con tutti i cambiamenti avvenuti dal dopoguerra ad oggi, una città che ora si ritrova in Piazza Milano con le auto dei pendolari tortonesi, come racconta in una sua poesia. Una città raccontata con lucidità e freschezza giovanile, spesso con una sorridente ironia o attraverso episodi curiosi
Le sue poesie sono raccolte nel volumetto ‘Aria ‘d Turtona’. L’opera è divisa in tre parti: “Par schers e par amur’, e ‘Ricordi di gioventù’ presentate in dialetto (tortonese, ovviamente!), però con la ‘traduzione’ a fronte) e una terza parte di poesie nella lingua di Dante.
La scomparsa di Stefania Gatti è una grave perdita per la “L’Officina del Dialetto”, che ricordiamo assieme ad altri due amici scomparsi, Tanino Castellani e Sergio Piccinini.