Oh pienezza dei miei giorni pensiero intenso, impetuoso come vento che scuote ogni singolo ramo. Terra in cui affondo radici per nutrirmi e sostenere il peso della vita. Cosa potrà il tempo, cosa le stagioni, se la tua ombra avvolge le mie spalle e a te mi abbandono. Il cuore trema e grida una gioia senza voce, e bevo l’aria che la tua essenza quasi mi sottrae. Imma Paradiso Immagine: “I due amanti” Marc Chagall
Era la nostra nonna ( però era mia), un mix d’ereditá di geni attraversarono l’oceano e tanti vocaboli erano un cocktail ben assimilato e naturale.
E così, tramandati nel tempo. Mia nonna Victoria era un personaggio abbastanza particolare; robusta, massiccia, pele bianca e sottile sembrava un velo di fina seta, segni d’incazzatura permanente tra gli occhi che difficilmente qualcuno gli si avvicinaba per farle uno scherzo. La Vitto era molto speciale. Si alzava presto, poco pretenciosa però quando si metteva qualcosa in testa non c’era neanche il miglior mediatore ad oggi che potesse farle cambiare idea.
La Vitto, prácticamente mi alevvò, fra tante pentole e un curioso bracciere di ferro del quale, uscivano pasti e pietanze uniche. Cucinate s’un pentolone oppure talvolta direttamente sulla griglia, sotto c’erano le brace tenue, dopo aver preparato il carbone con degna maestria.
Quello che mi rimane ancora oggi in testa, sono i profumi degli impasti messi a cuocere per fare una “tortilla” di pane con un pò di grasso di maiale, esquisitezza che appena tolta dal braciere, ti bruciava fino al midollo e aveva la peculiarità di un fondo arrostito diventato nero. Que crocantezza.
Ma i pezzi forti di lei, non era soltanto la cucina, dentro o nel patio, pieno di verde…
Mi manca tanto, l’ha perse troppo presto…e penso a lei spesso, ogni volta che mi si avvicinaba una farfalla bianca. Mi diceva: – ricorda, quando perdi una persona a te cara, tornerà a trovarti tramutata in una farfalla bianca; aveva ragione… e parlo con lei.
Oh pienezza dei miei giorni pensiero intenso, impetuoso come vento che scuote ogni singolo ramo. Terra in cui affondo radici per nutrirmi e sostenere il peso della vita. Cosa potrà il tempo, cosa le stagioni, se la tua ombra avvolge le mie spalle e a te mi abbandono. Il cuore trema e grida una gioia senza voce, e bevo l’aria che la tua essenza quasi mi sottrae.
Imma Paradiso Immagine: “I due amanti” Marc Chagall
Quando ha compiuto cinque anni gli hanno regalato tutto, ma quello che gli è piaciuto di più è stato il regalo della zia: un carillon. La ragazza lo mise sul comodino; lì, incollato al letto, attaccata ad esso. Prima di andare a dormire accendeva il lumicino; Così, nell’oscurità della stanza, una luce fioca ha fatto brillare ancora di più la ballerina mentre si girava su un piccolo specchio ballando il Lago dei cigni. Gli occhi della bambina brillavano più luminosi dello specchio. All’età di diciannove anni debutta come prima ballerina, appunto, in quel balletto di Ciajkovskij. È stato un successo. È uscito sulle riviste, in televisione. Hanno pubblicato molti articoli . La parola che è stata ripetuta nei commenti è stata “rivelazione”. Raccontava tutto, tranne che nell’esecuzione non seguiva la musica che veniva dai violini, né dai flauti, né dagli oboi, né dagli altri strumenti, ma seguiva quella che veniva dal suo cuore: quella della piccola scatola di musica.
Prof. Claudio Mamud
Traduzione dall’idioma spagnolo all’italiano a cura di Elisa Mascia.
Recensione : La musica che accompagna i giorni e le notti dei bambini nn si cancella mai più dalla memoria ma soprattutto resta impressa nel cuore e anche quando, in futuro, si diventa personalità e artisti importanti quelle melodie non abbandonano da adulti poiché sono elette dal cuore. Elisa Mascia
Cajita de música
Cuando cumplió cinco años, le regalaron de todo, pero lo que más le gustó fue el regalo de su tía: una cajita de música. La niña la puso sobre su mesita de luz; ahí, pegada a la cama, pegada a ella. Antes de dormir, prendía el velador; así, en la oscuridad de la habitación, una tenue luz hacía brillar aún más a la bailarina que daba vueltas sobre un pequeño espejo bailando El lago de los cisnes. Los ojitos de la pequeña brillaban más que el espejo. A los diecinueve años debutó como primera bailarina, precisamente, en ese ballet de Tchaikovsky. Fue un gran éxito. Salió en las revistas, en la televisión; le hicieron muchas notas. La palabra que se repetía en los comentarios era “revelación”. Ella contó todo, menos que en la función no seguía la música que provenía de los violines, ni de las flautas, ni de los oboes, ni de los demás instrumentos, sino que seguía la que provenía de su corazón: la de aquella cajita de música.
Prof. Claudio Mamud
Reseña: La música que acompaña los días y noches de los niños nunca se borra de la memoria sino que sobre todo queda impresa en el corazón e incluso cuando, en el futuro, te conviertes en una personalidad y artistas importantes esas melodías no abandonan como adultos porque son elegidas por el corazón. Elisa Mascia
Già sono buone, se poi un grande poeta ci compone dei versi, creando un’immagine deliziosa facendocele assaporare, coglierne l’odore e il suono allegro dello sfrigolio della frittura allora è un invito irrinunciabile.
Ode alle patate fritte, da “Navegaciones y regresos (1957-1959)”, Pablo Neruda
Scoppietta nell’olio friggendo l’allegria del mondo: le patate fritte entrano nella padella come candide piume del cigno del mattino ed escono semidorate dalla crepitante ambra delle ulive.
L’aglio aggiunge ad esse la sua terrena fragranza, il pepe, polline che attraversò le scogliere, e vestite a nuovo con abito d’avorio, riempiono il piatto ripetendo l’abbondanza e la saporita semplicità della terra.
Camminano le orme, si infittiscono, corrono agitate nella tempesta
La casa dove nacque saltella sempre là con la corda piroetta frustate sul giardino della polvere grigia e pallida come una vecchia bambina spettinata e irriguardosa
ha ancora quell’ odore che si incarna sulla pelle come un tatuaggio e non te ne disfai più.
Ma l’ uomo non l’ha portata con sè in tasca ha solo la finestra occhiuta il vento la sbatte, vento trascinato dal vento pioggia bagnata dalla pioggia,
i piedi della mente ghignano ancora tempeste d’anima, dolori umidi paure trapassanti dove si incontrano anima e carne, vaga accanto al suo tempo la casa lo tiene prigioniero nella sua aria cieca come una buca
In fondo alla porta d’ingresso stringe in pugno un desiderio inespresso ormai avvizzito. L’ha incastrato prima che uscisse
Ma la vita spesso deraglia dai binari entro i quali avevamo cercato di farla viaggiare; così ci troviamo di fronte a eventi a cui non avevamo minimamente pensato che, come scosse di terremoto, fanno crollare le certezze a cui eravamo aggrappati.
E non importa se è il momento gusto oppure no. Se ha il doppio della tua età o la metà. Non importa se vive nell’altra metà del mondo o parla un’altra lingua.
Se è quello giusto oppure il più sbagliato che ti potesse capitare.
L’amore arriva all’improvviso. Non bussa alla tua porta.
Non ti chiede permesso.
Arriva e basta.
“La ragazza che sognava l’Africa” disponibile cartaceo e ebook.
A una settimana dalle nozze la vita di Margherita, promettente avvocato di Roma, è sconvolta da un evento drammatico: il fidanzato muore in un incidente stradale. La donna non riesce ad andare avanti e decide di lasciare tutto per partire come volontaria in Uganda, realizzando il sogno di sempre. Durante un’escursione a Kampala incontra Giorgio, giovane dottore di Medici Senza Frontiere, che le fa scoprire l’Africa. Margherita si innamora di questa terra e vorrebbe farla diventare la sua casa, ma una notizia inaspettata riavvolge il nastro della vita e rischia di allontanarla dal posto che custodisce nel cuore.
Inutile dire che il mio libro è in cima ai miei pensieri. Forse vi annoio. Qualcuno smetterà di leggere i miei post. Io però ho bisogno di parlarne. Di crederci. Di andare avanti in questa strada. Da casa mia che è piccola piccola cerco di raggiungere il mondo. Cerco di far conoscere la mia sensibilità.
Saranno tutte illusioni? Forse. Però mi rispondo che devo tentare. Devo lottare fino alla fine. Perché sai cosa succede se non lotti? Ti arrendi. E arrendersi significa abbandonare tutto. Significa vivere senza emozioni. Senza quella cosa che ti fa battere forte il cuore e ti fa sentire vivo.
Grazie a chi parla del mio libro.
A chi ha voglia di parlarne. A chi come me continua a scoprire che nonostante tutto la vita è bella.
Grazie a tutti anche a quelli che se ne sono andati.
Mi sono letteralmente innamorata di questo romanzo man mano che procedendo nella lettura ne ho apprezzato il protagonista e l’ambientazione.
Romolo è un uomo solitario e questa sua condizione è descritta con dovizia di pensieri, gesti e atteggiamenti, credo che non sia casuale la scelta di vivere in Valsesia dove questa sua solitudine si esprime compiutamente nelle scarse relazioni sociali e in un clima che favorisce il chiudersi in se stesso e la contemplazione delle bellezze del lago d’Orta. Il lago da sempre considerato un luogo malinconico, dove uno spirito contemplativo ha modo di riflettere su se stesso e la propria vita.
In questa esistenza solitaria, volutamente cercata, si innesta quella forzata dovuta alla pandemia, Romolo trascorrerà molto tempo investigando con il pc. Tutta la storia è pervasa da una malinconia che ha catturato la mia attenzione e che si contrappone al desiderio di proseguire la lettura per capire quali sono i motivi del delitto. Ovviamente non mi addentro nei particolari per non sciupare la lettura, ma posso affermare che La suora non ha niente da invidiare ai gialli letti nella mia lunga vita di lettrice.
La leggenda di un treno abbandonato dai tedeschi alla fine della seconda guerra mondiale, si intreccia con le indagini di un orrendo omicidio consumato all’interno del palazzo Passione Paciotti di Urbino.
Gabriele Terenzi Presenta IL MISTERO DEL TRENO SCOMPARSO Una nuova indagine di Costantino Bez
Una mattina di novembre, nel cortile interno del palazzo Passionei Paciotti viene ritrovato il corpo orrendamente sfigurato di Lara Matteucci, la bibliotecaria. Per Costantino Bez inizia una nuova indagine, che questa volta vedrà al suo fianco la moglie Michela, giornalista interessata al caso. È proprio grazie a una sua intuizione che l’omicidio viene messo in relazione alla leggenda di un treno tedesco carico di oro e oggetti di valore sottratti agli ebrei nel 1944 e sepolto nella galleria di Cà Menocchio sulla tratta dismessa Urbino-Pergola. Quanto c’è di vero nella leggenda del treno scomparso? In che modo la bibliotecaria si è trovata coinvolta in questa storia fino a rimetterci la vita? Dopo Mistero a Palazzo Ducale (2021 – Blitos Edizioni), l’autore Gabriele Terenzi ci porta nuovamente per le strade di Urbino, insieme a Costantino Bez, imprenditore turistico che collabora con le forze dell’ordine. Il connubio tra realtà e finizione è la cifra stilistica di Terenzi e anche in questo caso si innesca la curiosità su questo evento accaduto alla fine della seconda guerra mondiale. Secondo il racconto tramandato dalle persone del luogo esisterebbe davvero un treno sepolto sotto una galleria, che fu abbandonato dall’esercito tedesco durante la ritirata. A noi non resta che avventurarci in questa avvincente indagine, seguendo gli indizi, alla ricerca dei colpevoli.
AUTORE
Gabriele Terenzi nasce a Urbino nel 1963, dove vive tutt’ora. Laureato in Biologia, svolge la professione di Informatore Medico. Figlio del Direttore della locale Azienda di Soggiorno e Turismo, fin da piccolo respira l’aria dell’ambiente di promozione turistica. Nel 1975, ancora adolescente, vive il clamore del furto dei dipinti di Piero della Francesca e Raffaello che vengono trafugati dal Palazzo Ducale di Urbino. Da sempre appassionato di romanzi polizieschi, decide di ispirarsi a questo fatto di cronaca per scrivere il suo primo romanzo Mistero a Palazzo Ducale edito da Blitos Edizioni (2021), traslando la narrazione al giorno d’oggi. Le altre esperienze editoriali includono la collaborazione con un quotidiano locale e con una rivista del settore ludico, dove si occupava di analisi matematico-statistica e calcolo della probabilità. Il mistero del treno scomparso è il secondo romanzo della serie di Costantino Bez. Anche questo romanzo è legato al territorio di Urbino
Titolo Il mistero del treno scomparso Autore Gabriele Terenzi Genere Giallo investigativo Collana Tracce di sangue Pagine 306 Disponibile in · ebook: 2,90€ · Paperback: 14,90€
Editore: Blitos Edizioni – Giugno 2022 Acquistabile su Amazon, in libreria o sul sito dell’editore http://www.blitos.it
BLITOS EDIZIONI nasce come Associazione di Promozione sociale in ambito culturale. Creata con partecipazione di scrittori emergenti, si propone come interlocutore unico per tutti gli scrittori italiani che vogliono affermarsi nel panorama editoriale italiano. Blitos conta su diverse professionalità dall’ufficio stampa a un folto numero di editor, nonché formatori ed esperti marketing. Tutto è stato creato per rispondere alle esigenze degli autori emergenti. Compare un romanzo di Blitos vuol dire sostenere il sogno di uno scrittore italiano.