Poesie dal mondo nel programma di UMRO in radio con Felipe de Jesús A. Hernandez

UMRO – UNIAMO IL MONDO CON LA POESIA IN RADIO ONLINE

“Uniamo il mondo con la poesia”

I tuoi amici Capitano e Collaboratori, vi facciamo un cordiale invito ad unirvi a noi nel loro programma di “Ode magiche di uniamo al mondo con la poesia”, che sarà trasmesso in questa occasione da Bacalar, Quintana Roo, a due ore e 20 minuti utos della zona archeologica di Tulum, domenica prossima 17 luglio 2022, dalle 08:30 alle 12:00 del giorno, ora del Centro del Messico, dove potrete godere delle belle poesie di alcuni dei grandi poeti dei 108 paesi dei cinque Continenti che partecipano a nuovi Stra grande famiglia da “Uniamo il mondo con la poesia”, così come informazioni sul progetto e bella musica, nel suo programma di Ode Magiche di Uniamo al Mondo della nostra radio: UMRO, questa domenica 17 luglio 2022 dalle 08:30 alle 12:00. Tempo del Messico Center, sotto la guida del suo amico Filippo de Jesus A. Hernandez.
In questa occasione avremo l’opportunità di ascoltare i nostri amici poeti:

Leticia Guzmán dal Messico, Cristina Gonzalez dall’Argentina, Amalia Figarella de Jesurum dal Venezuela, Gladys Sandoval dal Guatemala Ana Ulehla Argentina, Rajashree Mohapatra India, Mtra. Guadalupe Martínez Galindo dal Messico, Eden S Trinidad Filippine, Katy Torres Dorado dalla Spagna, Gloria Judith Lopez Soto dalla Colombia, Elizabeta Pavlovska dalla Macedonia, Sayeeda Sharmin Bangladesh- Canada, Ana Maria Restrepo dalla colombia, Slavka Božović dal Montenegro, Oliverio Guzman dal Guatemala, Татьяна, Татьяна Теребинова (Tatyana Terebinova), Russia Slavka Bozovic Montenegro, Kika Jaume Spagna, Natasha Ilia Albania, Martha Elena Ulloa Aguilar Messico, Dervisa Grabus Colakovic Stati Uniti d’America, Tanja Ajtic Serbia (Canada), Ervina-Mila
Omeragic Dzanovic Serbia, Laura Virginia Ocaña Zurita, Messico, Soledad Lanas Varela Cile, Zlatan Demirovic Bosnia-Erzegovina (Stati Uniti d’America), Hugo Rodrigo Bastidas Bastidas Colombia, Colombia, Olimpo Del Cristo 524 Stati Uniti d’America, Elisa Mascia Italia, lolanda Leotta Messico, Agron Shele Abania- Belgio, Marcela Cortez Coronel Argentina, Narzine Bani Hashem Libano, Eva Petropoulou Lianou-Author Grecia, @TAG, Canada, India, @TAG, Macedonia, @TAG, Ecuador, @TAG, Argentina, Marocco, @TAG, Bosnia-Erzegovina (Stati Uniti d’America, Rahim Karim Karimov Kyrgyzstan, Shikdar Mohammed Kibriah Bangladesh, Shuli Sapir-Nevo Israele, Miroslava Panayotova Bulgaria | In pny’ Israele, Marjeta Shatro Rrapaj, Albania, Albania Francia, Filippo di Gesù A. Hernandez, Messico e altri.

Come ospite di Canto a Nuria Yusta Donato dalla Spagna.
Vi lasciamo con molto piacere il link affinché possiate accedere alla nostra radio: Il link di: Computer o cellula :

https://zeno.fm/UMRO-ONLINE/

https://www.google.com/amp/s/zeno .fm/UMRO-ONLINE

https://zenoplay.zenomedia.com/s

/u3lgr8

Ricordatevi che tutti possiamo partecipare e ascoltare le vostre poesie nei due diversi programmi di “Uniamo al mondo Radio Online” (UMRO), facendo arrivare le vostre poemi alla mail o ai dati che ogni conducente indica. Per il caso di Ode Magiche, potete inviare le vostre poesie sul mio Messenger o alla mail: com e non dimenticate che UMRO è stato progettato e realizzato da e per voi.
ORARI:

Messico: 08:30 ore

USA: 08:30 ore. Honduras, Guatemala, Salvador: 07:30

ore

Perù, Colombia: 08:30 ore

Brasile, Argentina, Uruguay: 10:30h Venezuela, Bolivia, Cile, Paraguay:

09:30 ore

Repubblica Dominicana, Porto Rico:

09:30 ore

Portogallo: 14:30 ore

Italia, Spagna, Croazia: 15:30 ore Sud Africa, Camerun 14:30 ore

Germania, Marocco, Belgio, Palestina,

Albania: 15:30 ore

Romania: 16:30 ore

India ore 18:30

Indonesia, Filippine: 22:00 ore

Arabia, Israele, Turchia: 16:30 ore

Egitto, Macedonia, Serbia, Russia:

15:30 ore
Polonia, Danimarca: 15:30
Poesia e voce di Elisa Mascia – Italia
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https://youtu.be/Xrr3nJtC8go
https://youtu.be/0GjCybmKNTg

I trulli sono tutelati dall’UNESCO dal 6 dicembre 1996 quali patrimonio dell’umanità, di Why we love Italy

I trulli sono tutelati dall’UNESCO dal 6 dicembre 1996 quali patrimonio dell’umanità, di Why we love Italy

I trulli sono tutelati dall’UNESCO dal 6 dicembre 1996 quali patrimonio dell’umanità.

La storia della loro nascita è davvero molto particolare: un editto del Regno di Napoli del XV secolo prevedeva un tributo per ogni nuovo insediamento urbano. I conti di Conversano, gli Acquaviva d’Aragona proprietari del territorio dell’attuale Alberobello decisero di andare contro l’editto ed imposero ai contadini che dovevano bonificare l’area di costruire case a secco, senza malta, in modo che figurassero come case precarie e dunque non come nuovo insediamento urbano.

I contadini costruirono queste cascine a pianta tonda, o quadrata, con tetto a falsa cupola.

Buongiorno e buon sabato a tutti voi, cari amici, da Alberobello!! 

The trulli have been protected by UNESCO since 6 December 1996 as a World Heritage Site.

The story of their birth is very particular: an edict of the Kingdom of Naples in the fifteenth century provided for a tribute for each new urban settlement. The Counts of Conversano, the Acquaviva d’Aragona owners of the territory of the current Alberobello decided to go against the edict and imposed on the farmers who had to reclaim the area to build dry houses, without mortar, so that they appeared as precarious houses and therefore not as a new urban settlement.

The peasants built these farmhouses with a round or square plan, with a false dome roof.

Good morning and happy Saturday to all of you, dear friends, from Alberobello !! 

Grazie: Complimenti a

@instagram.com/dany.muolo

I°Simposio Internazionale Accademia Espíritu Santo – Dialoghi Latino-americani

Ester Abreu Vieira de Oliveira – Presidente dell’Accademia Espíritu Santo

L’Accademia di lettere dello Spirito Santo terrà, il 23 luglio, il I Simposio internazionale sui dialoghi latinoamericani: Rubén Darío e Juan Ramón Molina, in collaborazione con l’Instituto Ambiental Reluz, l’Università federale di Espírito Santo (Ufes) e il Sesc Glória Centro culturale. L’iniziativa si potrà seguire online, dalle 14:00 alle 18:30, attraverso il canale YouTube del Centro Cultural Sesc Glória, e mira a riunire ricercatori e amanti della letteratura ispano-americana attorno all’eredità del poeta nicaraguense Rubén Darío (1867-1916) e il poeta honduregno Juan Ramon Molina (1875-1908).

Considerate personalità essenziali della scrittura modernista in America Latina, hanno avuto un forte impatto come i loro nuovi e altri successivi, iniziando la costruzione di una potente opera letteraria che ha definito l’identità culturale della regione.

L’evento celebra in particolare uno di questi passaggi intellettuali attraverso il Brasile e l’incontro che ebbe con gli scrittori in Brasile e la fine dell’Accademia brasiliana di Machado de Assis, con la quale ebbe contatti durante il suo passaggio in Brasile tra il XIX secolo e l’inizio del il 20° secolo 20° secolo.

Fasi
Il palinsesto sarà suddiviso in fasi. La prima parte sarà mediata da Anaximandro Amorim, con un’apertura di Getúlio Marcos Pereira Neves. A seguire, la presidente dell’Accademia di lettere Espírito Santo, Ester Abreu Vieira de Oliveira, parlerà sul tema “L’importanza della letteratura per un’identità latinoamericana e di Rubén Darío e Juan Molina per il Movimento 1906”.

Sarà data la parola a Michele Freire Schiffler per parlare sul tema “Latin American Intercultural Dialogues: Sharing Stories, Letters and Struggles”; Renata Bomfim: “Rubén Darío: un ritratto intimo”; Nicasio Urbino: “Rubén Darío: l’uomo e la sua opera”; e Martín Katz Darío, con il tema “Rubén Darío: il mio antenato”.

La seconda parte del simposio sarà mediata da Solveig Josefina Villegas Zerlin e la partecipazione dei relatori Luis Alonso Maldonado Galeas (con il tema “Juan Ramón Molina – Sublime e Bohemian”), Elsa Ramírez (“Almas Mates in Time”), Jubal Valerio Hernández (“Poeti come riformatori della razza e dell’umanesimo, secondo Juan Ramón Molina”) e Jorge Elias Neto (“III Congresso Panamericano del 1906: Juan Molina e il Brasile”). La cerimonia di chiusura sarà affidata al  presidente onorario dell’AEL, Francisco Aurélio Ribeiro, che parlerà sul tema “Saul de Navarro e lo spirito iberoamericano”.

L’accesso al simposio sarà aperto al pubblico, attraverso la moderazione dell’Academia Espírito Santo de Letras. Con questa iniziativa, il presidente dell’AEL, Ester Abreu Vieira de Oliveira, intende ricordare il III Meeting Panamericano, svoltosi a Rio de Janeiro, nel 1906. Nello scenario politico internazionale, quell’evento ottenne l’unione interamericana e stimolato indagini che hanno messo in relazione la storia e la letteratura del continente americano, nella prospettiva della cooperazione interculturale tra docenti universitari e studenti.

“Tra gli intellettuali che sono stati qui, spiccano il nicaraguense Rubén Darío e l’honduregno Juan Ramón Molina”, sottolinea Ester. “Oltre a questa celebrazione dei personaggi degli intellettuali latinoamericani, il simposio cerca di riaffermare l’importanza di mantenere il plurilinguismo nell’istruzione, ripudiando le manovre di insegnamento di una sola lingua, l’inglese, nel curricolo secondario in Brasile”.

I SIMPOSIO


A Academia Espírito-santense de Letras realiza, no próximo dia 23 de julho, o I Simpósio Internacional Diálogos Latino-americanos: Rubén Darío & Juan Ramón Molina, em parceria com o Instituto Ambiental Reluz, a Universidade Federal do Espírito Santo (Ufes) e o Centro Cultural Sesc Glória. A iniciativa vai acontecer de forma online, das 14h às 18h30, por meio do canal do Centro Cultural Sesc Glória no YouTube, e tem o objetivo de reunir pesquisadores e amantes da literatura hispano-americana em torno do legado do poeta nicaraguense Rubén Darío (1867-1916) e do poeta hondurenho Juan Ramon Molina (1875-1908).

Considerados personalidades essenciais da escrita modernista da América Latina, os escritores impactaram fortemente as suas gerações e outras que as sucederam, a partir da construção de uma obra literária potente e definidora para a identidade cultural da região.

O evento vai celebrar, especialmente, a passagem desses importantes intelectuais pelo Brasil e o encontro que tiveram com escritores e acadêmicos da Academia Brasileira de Letras, entre os quais Machado de Assis, com quem tiveram contato durante sua passagem pelo Brasil entre o final do século XIX e o início do século XX.

Etapas
A programação será dividida em etapas. A primeira parte terá como mediador Anaximandro Amorim, com abertura de Getúlio Marcos Pereira Neves. Na sequência, a presidente da Academia Espírito-santense de Letras, Ester Abreu Vieira de Oliveira, vai falar sobre o tema “A Importância da Literatura para uma Identidade Latino-americana e de Rubén Darío e Juan Molina para o Movimento de 1906”.

Em seguida, farão uso da palavra Michele Freire Schiffler, com o tema “Diálogos Interculturais latino-americanos: compartilhando histórias, letras e lutas”; Renata Bomfim: “Rubén Darío: um retrato íntimo”; Nicasio Urbino: “Rubén Darío: o homem e sua obra”; e Martín Katz Darío, com o tema “Rubén Darío: meu ancestral”.

A segunda parte do simpósio terá como mediadora Solveig Josefina Villegas Zerlin e a participação dos conferencistas Luis Alonso Maldonado Galeas (com o tema “Juan Ramón Molina – Sublime e boêmio”), Elsa Ramírez (“Almas Gêmeas no Tempo”), Jubal Valerio Hernández (“Os poetas como reformadores da raça e do humanismo, na visão de Juan Ramón Molina”) e Jorge Elias Neto (“III Congresso Pan-americano de 1906: Juan Molina e o Brasil”). O encerramento será com o presidente de honra da AEL, Francisco Aurélio Ribeiro, que irá discorrer sobre o tema “Saul de Navarro e o espírito ibero-americano”.

O acesso ao simpósio será aberto ao público em geral, mediante a moderação da Academia Espírito-santense de Letras. Com esta iniciativa, a presidente da AEL, Ester Abreu Vieira de Oliveira, pretende relembrar o III Encontro Pan-americano, ocorrido no Rio de Janeiro, em 1906. Dentro do cenário político internacional, aquele evento obteve a união interamericana e estimulou investigações que relacionavam a história e a literatura do continente americano, com a perspectiva de uma cooperação intercultural entre professores e estudantes universitários.

“Entre os intelectuais que aqui estiveram destacam-se o nicaraguense Rubén Darío e o hondurenho Juan Ramón Molina”, aponta Ester. “Além dessa celebração de personagens da intelectualidade latino-americana, o simpósio busca reafirmar a importância da permanência do plurilinguismo na educação, repudiando as manobras do ensino de um só idioma, o inglês, no currículo médio no Brasil”, completa.

I SIMPÓSIO

Passione che nasce e mai muore, di Alma Bigonzoni

Passione che nasce e mai muore, di Alma Bigonzoni

Passione che nasce e mai muore

un fuoco che arde all’interno 

dell’anima.

Ti porterò con me negli abissi più 

profondi del cuore,

nei silenzi più remoti dell’anima.

sarai nutrimento dei miei sogni.

Sono a un passo dalle tue labbra,

soffia dolcemente caldo vento 

d’amore 

voglio canzoni che parlino al cuore.

___@Ab___

Ogni mattino lascio i miei sogni d’amore, di Lety

Ogni mattino lascio i miei sogni d’amore, di Lety.

Sussurri d’amore

Ogni mattino lascio

i miei sogni d’amore,

li depongo con

cura nel mio

cuore, 

al sorgere dell’alba 

gioco con la

fantasia e immagino 

realizzarsi i miei 

desideri,

raccolgo emozioni 

e spargo desideri 

ovunque con la 

speranza che un

giorno si avverino,

c’è tempesta nella mia

mente, 

ma sorride la mia 

anima, 

sono sensazioni

contrastanti tra

loro,

ma si abbracciano tra

con amore come

amanti innamorati, 

il cuore furioso invoca

l’amore, 

si placa la mente e 

ascolta il suo

dire,

mi guardo attorno, 

sono circondata da 

tanti colori che 

riflettono come specchi 

sui miei occhi, 

penso…

E aspettando la notte

c’è sempre il

forte desiderio di

riprendere ancora 

una volta a sognare 

l’amore. 

Lety. 

Dio arriverà all’alba – Alda Merini

Dio arriverà all’alba – Alda Merini

Prima di entrarci da ricoverata 

ero stata in manicomio 

a trovare con altri parenti una lontana zia, 

una volta s’era matti sempre,

anche se oggi si dice “malati di Alzheimer”.

Mentre i miei parenti procedevano sicuri, 

per me era la prima li e mi fermai 

qualche secondo all’ingresso, 

vicino al giardino.

Fu nel giardino di un manicomio 

che incontrai una giovane dal volto pallido,

bella e piena di stupore.

Mi sedetti accanto a lei sulla panca, 

e chiesi: “Perché sei qui?”. 

Lei mi fissò con uno sguardo di meraviglia, 

e disse: ” È una domanda indiscreta, 

ma risponderò lo stesso. 

Mio padre voleva fare di me 

una perfetta copia di se stesso; 

e così anche mio zio. 

Mia madre voleva che fossi l’immagine 

di sua madre o di mia sorella. 

Mio fratello elevava di continuo 

la moglie “sottomessa e domestica” invitandomi a seguirne l’esempio.

E anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia,

il maestro di musica e il professore di logica erano tutti ben decisi: 

ognuno di loro altro non voleva 

se non che io fossi 

il riflesso del suo volto in uno specchio.

Per questo sono venuta qui. 

Trovo che sia più sano, qui. 

Qui posso essere me stessa, almeno.”

Poi si volse di scatto verso di me e disse:

“Dimmi, anche tu ti trovi in questo posto 

per ragioni attinenti all’educazione 

e ai buoni consigli?”

E io risposi: “No, sono qui solo in visita.”

E lei: “Ah, sei una di quelle che vivono 

nel manicomio, di là 

dall’altra parte del muro.”

tratto da ” Dio arriverà all’alba – Alda Merini

scritto da Antonio Nobili

Scopri di più sulla vita, la storia e la poetica di Alda Merini nel libro:

Indagine su Alda Merini: non fu mai una donna addomesticabile

di Margherita Caravello

Lo trovi qui: https://amzn.to/39JAbhG 

Il Soldato Dimenticato di Claudio Restelli

Il Soldato Dimenticato di Claudio Restelli

Prima Guerra Mondiale. Uomini, Soldati, Eroi. L’Esercito Portoghese durante la Grande Guerra 

In questa meravigliosa Fotografia, colorata recentemente, Soldati di Fanteria dell’Esercito Portoghese durante la Grande Guerra in territorio Francese, sul Fronte Occidentale.

Ogni sguardo un’emozione, ogni viso una storia da raccontare, ogni espressione uno stato d’animo personale. C’è chi ride, chi osserva intensamente, chi è preoccupato e pensieroso…

Nell’estate del 1914, la giovane Repubblica portoghese – subentrata alla Monarchia il 5 ottobre 1910 – non sembrava orientata ad appoggiare la causa dell’Intesa contro gli Imperi Centrali. Anche se alcuni leader repubblicani, tra cui il Ministro degli Esteri Augusto Soares, iniziarono molto rapidamente a valutare un intervento militare a fianco della Gran Bretagna (che per secoli aveva mantenuto buoni ma anche ambigui rapporti con il Portogallo) ritenendolo la soluzione migliore per tutelare il proprio fragile impero coloniale africano, di cui facevano parte la Guinea, l’Angola e il Mozambico: territori questi ultimi due sui quali da tempo la Germania del Kaiser (ma, segretamente, anche la stessa Inghilterra) aveva posto l’attenzione.

Nell’agosto del 1914, la Gran Bretagna, pur essendo duramente impegnata contro la Germania, non sembrava però dimostrare grande interesse ad un’eventuale partecipazione del Portogallo al conflitto, paventando eventuali pretese lusitane sui possedimenti tedeschi d’Africa (in particolare il Tanganika e l’Africa del Sud-Ovest). Senza considerare che lo Stato Maggiore inglese nutriva assai scarsa considerazione nei confronti delle forze armate portoghesi, giudicate male organizzate e peggio comandate. Ragione per cui fu soltanto alla fine del 1915, in seguito alle spaventose carneficine verificatesi sul fronte occidentale, che i governi di Londra e di Parigi iniziarono a sondare con maggiore interesse la disponibilità di Lisbona.

Il 24 febbraio del 1916, dietro pressioni inglesi, lo Stato Iberico fu indotto a sequestrare ben trentasei navi da carico tedesche bloccate dall’inizio del conflitto nei suoi scali. E questo atto, contrario alle norme internazionali, costrinse, il 9 marzo 1916, la Germania a dichiarare guerra alla Repubblica lusitana.

Passato al fianco dell’Intesa, il governo portoghese, presieduto da Bernardino Machado, s’impegnò con gli alleati ad inviare un Corpo di Spedizione di circa 55.000 uomini sul fronte occidentale. Il contingente, chiamato CEP (Corpo Expedicionário Português), venne posto agli ordini del Generale Tamagnini de Abreu. Per il trasferimento delle truppe, Lisbona mise a disposizione soltanto dieci navi da carico, costringendo i Britannici a fornirne altre sette, più sedici cacciatorpediniere di scorta. Soltanto in questo modo fu possibile trasportare (con sessantacinque viaggi) dai porti lusitani a quelli francesi 3.346 ufficiali e 52.421 tra sottufficiali e soldati, 7.783 cavalli, 1.501 mezzi a motore, 312 camion, e parecchie batterie di cannoni e obici da 75, 105 e 155 millimetri.

I primi scaglioni del Corpo Expedicionário Português giunsero a Brest il 2 febbraio, venendo poi trasferiti tramite ferrovia fino alla zona di raduno di Aire-sur-la-Lys/Thérouanne, dove i soldati vennero sottoposti ad un indispensabile, anche se breve, ciclo di addestramento alla guerra in trincea e all’uso delle maschere anti gas. Dopodiché alle unità vennero distribuite attrezzature, elmetti, fucili Lee Enfield, mitragliatrici leggere Lewis di fabbricazione britannica e mitragliatrici pesanti e pezzi di artiglieria di provenienza francese. L’11 maggio del ’17, la prima unità lusitana prese posizione lungo la linea del fronte, ma bisognò attendere il 5 novembre per assistere al dispiegamento di un’intera brigata.

L’ambientamento dei reparti portoghesi si rivelò difficoltoso fino dall’inizio. La truppa dimostrò di non riuscire ad abituarsi alle razioni inglesi e soprattutto all’inclemenza del freddo clima continentale (durante l’inverno 1917-1918 la temperatura arrivò a toccare i meno 22 gradi). Oltre a ciò, la circolazione tra i reparti di manifestini pacifisti e disfattisti ebbe come risultato un pericoloso crollo del morale.

Per i militari portoghesi il primo impatto con la dura realtà della guerra moderna risultò estremamente traumatico. A partire dal mese di aprile, cioè con l’inizio del dispiegamento dei reparti nelle trincee di prima linea, centinaia di inesperti soldati iniziarono ad essere falciati dal micidiale fuoco dell’artiglieria e delle armi automatiche tedesche, mentre altre migliaia si ammalarono di tifo e di polmonite. L’insieme di questi fattori, oltre che a contribuire alla decimazione delle truppe, non tardò ad innescare il fenomeno delle diserzioni. Preoccupato per la situazione, il Comando britannico decise di ritirare dalla prima linea il Corpo Expedicionário Português, incominciando dalla 1° divisione che venne sostituita dalla 55ma divisione West Lancashire. E il 9 aprile anche la 2° divisione venne rimpiazzata dalla 55ma e 50ma Northumbrian division. E contestualmente, il Generale Gomes da Costa rimpiazzò il Generale Simas Machado al comando della 2° divisione portoghese che venne inserita nell’Undicesimo Corpo britannico sotto il Generale Richard Haking, un ufficiale noto per la sua completa insensibilità nei confronti delle perdite subite dai suoi reparti.

Il 9 aprile, la 4°, la 5° e la 6° brigata appartenenti alla 2° divisione si ritrovarono in prima linea con alle spalle, in funzione di riserva, la 3° brigata della 1° divisione. Fu a quel punto che il comando della Sesta Armata tedesca scatenò la sua offensiva (chiamata in codice «Georgette»): la prima di una lunga serie di attacchi in massa che si sarebbero protratti per tutta la primavera-estate del 1918 nelle Fiandre, cioè nel tratto di fronte tenuto dalle forze britanniche e portoghesi. Dopo avere ritirato l’81ma divisione di riserva, rimpiazzandola con otto divisioni fresche provenienti dalle retrovie.

Sulle prime, i 20.000 soldati del Corpo Expedicionário Português, appoggiati da ottantotto pezzi d’artiglieria, tentarono di arginare l’avanzata dei 100.000 fanti del LV e XIX Corpo germanico, appoggiati per l’occasione da ben 1.700 tra cannoni e obici. Nel corso della feroce battaglia che seguì (che gli storiografi inglesi battezzarono «Battle of Estaires»), la quasi totalità del Corpo Expedicionário Português venne praticamente annientata, nonostante il tentativo fatto dal Generale Haking di soccorrere con alcune unità mobili i vacillanti reparti lusitani nell’area di Lacouture. Ciononostante, i reparti portoghesi non seppero reggere alla pressione nemica, iniziando a ripiegare e a lasciare ampi vuoti nello schieramento: vuoti che elementi della 50ma Northumbrian e della 51ma Highland tentarono di tappare. Secondo il Comando inglese, nel corso della battaglia, diverse unità portoghesi opposero una scarsa resistenza al nemico, abbandonando le trincee e dandosi alla fuga. Anche se, in verità, gli scarsamente addestrati fanti lusitani ben poco avrebbero potuto fare contro le agguerrite e numerose divisioni tedesche. Comunque sia, a «salvare l’onore» del Portogallo fu un uomo soltanto: il soldato semplice Anibal Augusto Milharis che, rimasto solo in una trincea con la sua mitragliatrice, coprì la ritirata dei suoi, bloccando per diverse ore un’intera compagnia tedesca.

Dopo questa débacle, i Britannici decisero di utilizzare i reduci del Corpo Expedicionário Português in mansioni secondarie. E fu così che parte della truppa lusitana venne impiegata per costruire strade, scavare rifugi e trincee e, addirittura, per governare le mandrie di cavalli, muli e bestie da soma nelle retrovie. Anche se nelle settimane che seguirono, in seguito alle vibranti proteste di Lisbona, gli Inglesi furono però costretti ad addestrare, armare e riportare in linea alcuni reparti lusitani, che questa volta ebbero modo di farsi valere. Nel novembre del 1918, sul fronte dell’Escaut risulta che fossero operativi tre battaglioni, tre gruppi di artiglieria leggera da campagna, undici gruppi di artiglieria pesante e quattro compagnie del genio. Secondo fonti francesi, pare che tra l’aprile del 1917 e il novembre del 1918, il Corpo Expedicionário Português abbia subito la perdita di 2.086 militari e il ferimento di 256 ufficiali e 4.968 soldati. Sempre stando alle fonti francesi, risulta che nello stesso periodo altri 270 graduati e 6.408 soldati vennero fatti prigionieri dai Tedeschi mentre oltre 7.200 uomini dovettero essere rimpatriati per ferite o malattia. Insomma, si trattò di una vera e propria strage.

I caduti portoghesi della sfortunata campagna francese 1917-1918 riposano ancora oggi nel cimitero di Richebourg l’Avoué e in altri sacrari.

PER NON DIMENTICARE

Foto Archivio Storico Imperial War Museum IWM © Q6068 colorata da Henrique M.

(Foto non presente all’interno del libro) 

IL SOLDATO DIMENTICATO. La storia di Giovanni Battista Faraldi (Leucotea Edizioni Sanremo). In tutte le Librerie e Webstore.

In pronta consegna su Leucotea Store:

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Profumo di donna: Ci sono uomini che sanno badare ai dettagli

Profumo di donna: Ci sono uomini che sanno badare ai dettagli

Ci sono uomini che sanno badare ai dettagli. Non tutti gli uomini hanno una certa sensibilità. Non tutti gli uomini hanno le parole giusto al momento giusto. 

Ci sono uomini che non riescono ad esternare i loro sentimenti e uomini che invece, lo sanno fare benissimo.

Ci sono uomini che ti sanno toccare, ti sanno parlare, ti sanno amare. Ti sanno far sentire speciale. 

Riescono a capire quando stai male, di cosa hai bisogno, cosa c’è che non va. 

E tu, è inutile che neghi, loro ci arrivano comunque.

Ci sono uomini che ti fanno sfogare e ti fanno sentire leggera come una piuma.

Ci sono uomini che amano farti sentire al centro dell’attenzione, uomini che ti fanno sentire bella. Speciale. Unica.

Ci sono uomini che ti sorprendono con poco e non con gesti eclatanti. Quei gesti che ti entrano nella mente e nel cuore.

Ci sono uomini che ti spogliano l’anima.

Ci sono uomini che ti carezzano il viso, le mani, i piedi, ti baciano dolcemente ovunque e ti parlano piano fino a farti venire i brividi in tutta la schiena. Ci sono uomini che sono puri, non hanno problemi a farti vedere davvero chi sono, senza dover mascherare. Ci sono uomini che farebbero pazzie per la propria donna. Ci sono uomini che ti dedicano del tempo e non ti fanno mancare niente. Ci sono uomini che le attenzioni non devono mancare mai. Ci sono uomini che ti capiscono e che ti fanno sentire protetta, al sicuro. Quelli che ti danno sicurezza.

Quelli che ti fanno sentire nuda anche da vestita.

Quelli che non c’è bisogno che parli, basta che ti guardino negli occhi. 

Ci sono uomini un po’ speciali.

Gli stessi per cui vale la pena rischiare.

Lottare.

Gli stessi per cui vale la pena lasciarsi andare.

Profumo di donna

Profumo di donna

Piace a Horion Enky.

Sei stanca.

Stremata.

Senza forze.

Perché hai sempre corso e non hai mai 

avuto il tempo di cadere. 

E quando è successo ti sei tirata su.

Magari nemmeno per te, ma per qualcun altro.

E la sera ti dici “domani andrà meglio”.

E’ per questo che corri.

Che sei stanca ma non cadi.

Perché prima o poi la vita ti deve un sorriso.

Perché hai sopportato tanto

e sopporti ancora.

Sei arrivata a farti andare in pezzi.

Ti sei fidata di chi ti ha fatta sentire poco.

Sei arrivata ad odiarti.

A non piacerti.

Che è la cosa che fa più male.

Però sai una cosa?

Vai troppo per essere l’ogni tanto di qualcuno.

E ogni tanto vuol dire anche una carezza che manca, un abbraccio che vorresti ma che non ti viene dato, vuol dire anche ascoltarti ma non capirti.

La vita non può essere così: ogni tanto.

Scegliti.

Perché da sola hai tutto per essere felice.

Tu sei ogni tua tempesta.

Ma amala, la pioggia che hai dentro.

Costruisciti un mare nel cuore

dove andare a prendere il sole.

E continua a lottare.

A essere stanca.

Stremata.

Senza forze.

Ma questa volta per te.

E sarai bellissima.

Continua a correre.

Che domani sarà una corsa nuova.

Quella che ti porterà al mare.

Il tuo.

Dell’estate era proprio la “controra”, di Rosalba Di Giacomo

Dell’estate era proprio la “controra”, di Rosalba Di Giacomo

News online di Alessandria e non solo

Dell’estate era proprio la “controra” 

che più amavo.

La casa scendeva 

nel fresco silenzio conservato 

dalle spesse mura e dai tendaggi. 

Dalle imposte “abbannate” 

filtravano quei raggi

di sole che brillavano sul pavimento 

e si posavano sui fiori 

del tavolo abbigliato. 

Il canto delle cicale era diventato 

abitudine per le orecchie 

e l’odore di frutta matura e di grano 

declamava a chiare lettere 

la parola estate. 

Fuori il caldo friggeva l’aria,

anche le lucertole schivavano il sole.

Di rosse formiche, alacre colonna

in fila

ferveva il formicaio. 

Oggi, gli odori ed i sapori

che non so descrivere,

accompagnano i miei giorni. 

Tutto mi ritorna ad ogni estate

ed io li rinvango e li accarezzo 

con rimpianto nei miei ricordi.

Sono state le più belle stagioni,

come vuoi che io le scordi.

Rosalba Di Giacomo

Quali sono i principali problemi ambientali oggi?

  • Inquinamento dell’aria
    Ognuno di noi, anche senza volerlo, contribuisce all’inquinamento atmosferico. Gli stessi dispositivi tecnologici che utilizziamo tutti i giorni, a casa o per lavoro, hanno effetti sull’ambiente e sul riscaldamento globale.
  • Esaurimento dello strato di ozono
    Il buco nell’ozono è la riduzione dello spessore dello strato di ozono nell’atmosfera terrestre, la fascia che ci protegge dai raggi solari più nocivi. Questa riduzione è causata dal rilascio di alcune sostanze inquinanti da parte dell’uomo, sia dalle attività produttive che di consumo.
  • Deforestazione
    Le cause di disboscamento sulla Terra sono principalmente tre: di agricoltura di sussistenza, agricoltura intensiva e allevamento di bestiame o foraggio.
  • Inquinamento idrico
    L’essere umano tende a scaricare molte sostanze chimiche in fonti d’acqua come mare, fiume laghi e oceani. In questo modo, l’acqua che beviamo è talmente inquinata da diventare una delle principali cause di molte malattie mortali.
    Finalmente il termine “ecocidio” oggi ha anche una definizione legale, elemento indispensabile per far sì che venga perseguito dalla Corte penale internazionale. La definizione legale di ecocidio recita così: “per ecocidio si intendono gli atti illeciti o sconsiderati commessi con la consapevolezza che esiste una sostanziale probabilità di causare danni gravi, diffusi o di lunga durata all’ambiente, causati da tali atti”.

In un mondo di sprechi e di eccessi, ci è stato indicato un modo per essere virtuosi. Ma senza fare grandi cose, piuttosto diventando bravi a non commettere sempre gli stessi errori.

Di seguito le 3 azioni che, anche noi, possiamo fare per l’ambiente e la sua salvaguardia:

Spegnere le luci – In casa c’è spesso un sovraccarico di fonti elettriche. Dagli elettrodomestici, accesi o in standby, fino alle lampadine, il consumo energetico non incide solo sulla bolletta. L’uso moderato dell’elettricità, l’acquisto di elettrodomestici di classe energetica dalla A+ in su, come quello di lampade LED a basso consumo, aiuta a risparmiare e protegge il Pianeta.

Chiudere l’acqua – Il mondo occidentale ha sempre avuto acqua potabile in abbondanza, ma questa è una risorsa limitata che va risparmiata. Se chiudiamo il rubinetto quando laviamo i denti, ricicliamo l’acqua di condensa del condizionatore per il risciacquo dei sanitari, preferiamo la doccia al bagno, mettiamo gli aeratori ai miscelatori per ridurre il consumo, siamo già sulla buona strada.

Fare la raccolta differenziata – Da qualche anno a questa parte le nostre città sono diventate attente allo smaltimento dei rifiuti, grazie alla raccolta differenziata comunale. Tale pratica, se seguita ed eseguita correttamente, permette di smaltire i rifiuti nel modo giusto, risparmiando le risorse e riducendo l’inquinamento

TERRA

E ti chiami Terra,
piccolo pianeta
fra milioni di stelle.
E noi, insignificanti,
piccoli uomini
che ti abitiamo,
ne condividiamo la vita.
Si, ti calpestiamo ogni giorno,
dimenticandoci che sei
Viva
palpiti nei venti che
sono il tuo respiro,
nei mari pulsanti
dove racchiudi il cuore.
Ci offri, senza risparmio
ciò che ci abbisogna,
muta spettatrice
della nostra evoluzione;
Quanti cambiamenti
nelle successive ere,
sempre in moto sul tuo asse
nell’incedere del tempo.
Ma sapevi che
all’ingegno si sarebbe
sovrapposta la stupidità?
Non sei tu, natura matrigna
siamo noi figli ingrati.
Paghi mai di niente,
ti violiamo senza pietà,
ti lasciamo agonizzare
come il fuoco che divora
le tue foreste,
togliendoti il respiro
che è il nostro.

*Certo guardando al punto in cui siamo arrivati sembra che questo problema sia diventato enorme e molto complicato, tanto che anche le nazioni di tutto il mondo stentano a trovare delle soluzioni. Eppure non ci vuole tanto a capire che siamo tutti sulla stessa barca e se andiamo verso l’autodistruzione sarà la fine di ogni cosa. Già ne vediamo gli effetti, con queste temperature sempre più alte, intervallate da fenomeni improvvisi e distruttivi, la natura manda segnali chiari ormai. Quindi le parole servono a poco, impariamo a cambiare le nostre abitudini, sviluppiamo una coscienza globale uscendo dai nostri piccoli orti tanto che me ne importa!!! Piccole regole, cerchiamo di rispettarle! Forse da piccoli passi possiamo ancora sperare.

Valeria Bianchi Mian: Parata di Dionisio

Valeria Bianchi Mian: Parata di Dionisio

Parata di Dionisio

Il sontuoso carro di Dioniso,

Ricolmo di fiori e ghirlande,

Avanza lento, trainato

Da feroci bestie ammansite.

È un percorso che irradia

Magia: crollano le barriere,

Si annullano i bisogni,

Svaporano divieti e arbitrii.

Riconciliazione, fusione,

Riunione del singolo

Con tutti in un’armonia

Universale: ecco la suprema

Beatificazione, l’ebbrezza

Soprannaturale. Non camminiamo

Più, né più parliamo:

Cantiamo e danziamo invasati

Simili a dèi rapiti, artisti

Dionisiaci dell’ebbrezza.

Jim Morrison 

[nel giardino precedente | dionisiaca posa]

L’innno mondiale della Poesia dal Texas – USA

Juan Antonio V Delgadillo e l’inno mondiale della Poesia

Juan Antonio Delgadillo dal Texas – USA

Inno bilingue spagnolo-inglese)
Autore testi e melodia/produttore
Juan Antonio V. Delgadillo
Interprete: Ivonne Oblea
Arrangiamenti: J. Luis Alcazar

(Inno bilingue spagnolo-inglese)
Autore testi e melodia/produttore
Juan Antonio V. Delgadillo
Interprete: Ivonne Oblea
Arrangiamenti: J. Luis Alcazar

Testo:

C’è una forza che unisce le nazioni
da est a ovest e da nord a sud.
Parola viva che unisce i cuori;
fonte di amore e di virtù.

C’è una torcia che viaggia per il Pianeta
illuminando le anime con la sua luce.
È quella scintilla che scaturisce dal poeta
e nel lettore accende gratitudine.

Le Americhe ti cantano,
Asia e Africa ti abbracciano,
Oceania ed Europa
sulle loro spalle ti sollevano.

Gli idiomi diventano uno
se stai ispirando qualcuno.
Sia in prosa che in versi
ci abbraccia il tuo universo.

—- Coro —-

Viva la poesia
che offre pace al mondo.
Canto glorioso di gioia.
Anime in libertà.

Viva la poesia
sublime ambasciatrice d’amore.
Ponte fraterno di empatia;
presenza totale del Creatore.

Oggi canto per te
questo inno,
in segno di gratitudine per la tua presenza nel mondo.

Mi alzo,
come segno
di rispetto davanti al tuo flusso profondo.

(ripetere il ritornello)

Viva la poesia
che offre pace al mondo.
Canto glorioso di gioia.
Anime in libertà.

Viva la poesia
sublime ambasciatrice d’amore.
Ponte fraterno di empatia;
presenza totale del Creatore.

INTERLUDIO

Traduzione dall’idioma spagnolo all’italiano a cura di Elisa Mascia


(Himno bilingüe español-inglés)
Autor letra y melodía/productor
Juan Antonio V. Delgadillo
Intérprete: Ivonne Oblea
Arreglos: J. Luis Alcazar

(Spanish-English bilingual anthem)
Author lyrics and melody / producer
Juan Antonio V. Delgadillo
Interpreter: Ivonne Oblea
Arrangements: J. Luis Alcazar

Letra / Lyrics:

Hay una fuerza hermanando a las naciones
de este a oeste y de norte a sur.
Palabra viva uniendo corazones;
fuente de amor y virtud.

Hay una antorcha que recorre el planeta
iluminando a las almas con su luz.
Es esa chispa que brota del poeta
y en el lector enciende gratitud.

Las Américas te cantan,
Asia y África te abrazan,
Oceanía y Europa
en sus hombros te levantan.

Los idiomas se hacen uno
si inspirando estás a alguno.
Sea en prosa o sea en verso
nos abraza tu universo.

—- Coro —-

Que viva la poesía
que al mundo ofrece la paz.
Canto glorioso de alegría.
Almas en libertad.

Que viva la poesía,
sublime embajada del amor.
Puente fraterno de empatía;
presencia total del Creador.

Hoy te canto
este himno,
en gratitud a tu presencia en el mundo.

Me levanto,
como signo
de respeto ante tu fluir profundo.

(Se repite coro)

Que viva la poesía
que al mundo ofrece la paz.
Canto glorioso de alegría.
Almas en libertad.

Que viva la poesía,
sublime embajada del amor.
Puente fraterno de empatía;
presencia total del Creador.

INTERLUDIO

——-  English Chorus ———-

Oh, I love you poetry.
You bring peace to the world.
Every continent and country
with this hymn honors your word.

Oh, I love you poetry,
holy, divine and cosmic voice.
Gold of all that’s literary,
world poets and readers rejoice.

Oh, I love you poetry.
You bring peace to the world.
Every continent and country
with this hymn honors your word.

Oh, I love you poetry,
holy, divine and cosmic voice.
Gold of all that’s literary,
world poets and readers rejoice.

(c) J.A.V.D.  2021
Texas, U.S.A.

https://drive.google.com/file/d/1zgyGTZ33Tmddi-dF3eccvzMFF_IQU6Er/view?usp=drivesdk

Ognuna delle persone elencate in questo video ha inviato la propria fotografia e i propri dati, dando la propria autorizzazione a comparire in essa.

Possono condividere e taggare. Chiunque lo desideri può anche scaricare il video o utilizzare l’audio dell’inno per i propri eventi culturali e / o gruppi poetici.

103 paesi partecipanti a questa occasione:


  • Todas y cada una de las personas que figuran en este video mandaron su fotografía y sus datos, dando su autorización para aparecer en el mismo.

Pueden compartir y etiquetar. Quien así lo desee también puede descargar el video o usar el audio del himno para sus eventos culturales y/o grupos poéticos.

103 Países participantes en esta ocasión:

Albania
Alemania
Angola
Argelia
Argentina
Australia
Austria
Azerbaiyán
Bangladés
Birmania
Bolivia
Bosnia
Botswana
Brasil
Bulgaria
Bután
Bélgica
Cabo Verde
Camerún
Canadá
Chile
Colombia
Corea Del Sur
Costa Rica
Croacia
Cuba
Dinamarca
Ecuador
Egipto
El Salvador
Eslovaquia
Eslovenia
España
Estados Unidos
Estonia
Filipinas
Francia
Ghana
Grecia
Guatemala
Holanda
Honduras
India
Indonesia
Irak
Iran
Irlanda
Italia
Japón
Kasajistan
Kenia
Kirguistán
Kosovo
Liberia
Líbano
Macedonia
Malasia
Malawi
Mali
Malta
Marruecos
Moldavia
Montenegro
Mozambique
México
Namibia
Nepal
Nicaragua
Nigeria
Noruega
Nueva Zelanda
Pakistán
Palestina
Panamá
Paraguay
Perú
Polonia
Portugal
Puerto Rico
Reino Unido
República Democrática Del Congo
República Dominicana
Rumanía
Rusia
Senegal
Serbia
Singapur
Sudáfrica
Suecia
Suiza
Taiwán
Tayikistán
Trinidad y Tobago
Turquía
Túnez
Uganda
Uruguay
Uzbekistán
Venezuela
Vietnam
Zambia
Zimbabue


  • Each and every one of the people who appear in this video sent their photograph and their data, giving their authorization to appear in it.

You can share and tag. Whoever so wishes can also download the video or use the audio of the anthem for their cultural events and/or poetic groups.

103 participating countries on this occasion:

Albanian
Algeria
Angola
Argentina
Australia
Austria
Azerbaijan
Bangladesh
Belgium
Bhutan
Bolivia
Bosnia Herzegovina
Botswana
Brazil
Bulgaria
Burma
Cameroon
Canada
Cape Verde
Chile
Colombia
Costa Rica
Croatia
Cuba
Democratic Republic of Congo
Denmark
Dominican Republic
Ecuador
Egypt
El Salvador
Estonia
France
Germany
Ghana
Greece
Guatemala
Honduras
India
Indonesia
Iran
Iraq
Ireland
Italy
Japan
Kazakhstan
Kenya
Kosovo
Kyrgyzstan
Lebanon
Liberia
Macedonia
Malawi
Malaysia
Mali
Malta
Mexico
Moldova
Montenegro
Morocco
Mozambique
Namibia
Nepal
Netherlands
New Zealand
Nicaragua
Nigeria
Norway
Pakistan
Palestine
Panama
Paraguay
Peru
Philippines
Poland
Portugal
Puerto Rico
Romania
Russia
Senegal
Serbian
Singapore
Slovakia
Slovenia
South Africa
South Korea
Spain
Sweden
Switzerland
Taiwan
Tajikistan
Trinidad and Tobago
Tunisia
Turkey
Uganda
United Kingdom
United States
Uruguay
Uzbekistan
Venezuela
Vietnam
Zambia
Zimbabwe

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02SxDx8fd59pU94SAPie9Vwv6JPXAYhGQSuqXdfWgj4dTdmCJhTpX7D6nd5Wb2c5dkl&id=100038922215593

Ringrazio il poeta – gestore culturale nel mondo Juan Antonio V Delgadillo per la cortese concessione dell’audio e del testo del magnifico Inno Mondiale della Poesia.
Elisa Mascia 18-7-2022

A Fiuggi 15-16-17 luglio L’inedito presente con lo stand dei libri pubblicati

L’inedito letterario a Fiuggi

La nostra associazione letteraria, l’Inedito, è stata presente in quel di Fiuggi (FR) il 15-16-17 luglio u. s., alla VII rassegna letteraria della piccola e media editoria, con un proprio stand.
Marco Belli ha seguito tutta l’organizzazione e in presenza costante per i tre giorni, dello stand dal primo all’ultimo momento. Assunta Curto ha partecipato attivamente nella giornata conclusiva del 17 luglio, domenica, e Andrea Nesta Marchetti ha animato il momento di un’ora dedicato all’Inedito, raccontando al pubblico presente chi è L’associazione dell’inedito e quale ruolo si desidera ricoprire in questo periodo così difficile per la cultura, quindi della sua presenza allo stand… Afferma Fabio Martini, direttore, “Siamo orgogliosi di voi… Grazie e viva l’inedito. ..”

Foto : Marco Belli
Foto : Andrea Marchetti e Assunta Curto

E…STATE IN ARTE

E…STATE IN ARTE

Posted on  by ilaboratoriodidee

Eloise Balia, pittrice e muralista diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze, con esperienza trentennale nell’ambito di pittura murale e pittura collettiva…

PROPONE

Un progetto di pittura collettiva 

che intende stimolare e rafforzare le naturali attitudini creative, la collaborazione e l’apprendimento mediante:

  • L’apprendere la tecnica di pittura del murale con l’uso di pigmenti e terre naturali.
  • L’esprimersi attraverso l’attività pittorica per rafforzare la fiducia nelle proprie capacità espressive e superare le inibizioni.
  • L’interagire in modo costruttivo e creativo per realizzare opere comuni mediante il confronto, la collaborazione.

Il Laboratorio si terrà presso la “Fondazione Casa Regina della pace” – Assisi

Per informazioni contattare Eloise – cell. 349 256 7684 – 347 127 9674 – email  elobalia@gmail.com

Gino Strada, una vita per gli altri

Gino Strada nasce a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, il 21 aprile 1948.

Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e si specializza in Chirurgia d’Urgenza.

Per completare la formazione da medico-chirurgo, negli anni Ottanta vive per 4 anni negli Stati Uniti, dove si occupa di chirurgia dei trapianti di cuore e cuore-polmone presso le Università di Stanford e di Pittsburgh. Nel 1988 decide di applicare la sua esperienza in chirurgia di urgenza all’assistenza dei feriti di guerra. Negli anni successivi, fino al 1994, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in Pakistan, Etiopia, Tailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia. Nel 1994, l’esperienza accumulata negli anni con la Croce Rossa spinge Gino Strada, insieme alla moglie Teresa Sarti e alcuni colleghi e amici, a fondare EMERGENCY, Associazione indipendente e neutrale nata per portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Il primo progetto di EMERGENCY, che vede Gino Strada in prima linea, è in Ruanda durante il genocidio. Nel 1998 parte per l’Afghanistan: Gino Strada rimane in Afghanistan per circa 7 anni, operando migliaia di vittime di guerra. Dal 2005 inizia a lavorare per l’apertura del Centro Salam di cardiochirurgia, in Sudan, il primo Centro di cardiochirurgia totalmente gratuito in Africa. EMERGENCY ha curato oltre 11 milioni di persone. Gino Strada ha ricevuto, nel corso degli anni, diversi riconoscimenti per il suo operato, il suo alto valore morale e umanitario. È morto improvvisamente a Rouen, in Francia, all’età di 73 anni, il 13 agosto 2021; soffriva da tempo di problemi cardiaci.

C’era una volta mago Linguaggio, un mago potentissimo, che aveva inventato le parole e le aveva regalate agli uomini i quali però non sapevano come usarle e se uno diceva CARCIOFO l’altro pensava al CANGURO o se uno chiedeva SPAGHETTI l’altro intendeva GORILLA.

Allora il mago appiccicò a ogni parola un significato preciso, cosicché le parole volessero dire sempre la stessa cosa per tutti. Ma gli uomini continuarono ad usarle “a capocchia” infischiandosi del gran lavoro del mago.

Il mago arrabbiato si mise a scombinare un po’ le cose, spostando una sillaba qua e una sillaba là, mescolando vocali e consonanti, anagrammando i nomi tanto che al mattino seguente, non ci si capiva più niente!
Quanta confusione!! Troppa confusione: gli uomini non ne potevano più.
Mandarono quindi una delegazione dal mago Linguaggio, a chiedere che rimettesse a posto le parole e con loro, il mondo.
“E va bene!” disse Linguaggio “Ma solo ad una condizione: che cominciate ad usare le parole con il loro giusto significato:

I DIRITTI devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli PRIVILEGI.
UGUAGLIANZA deve significare davvero che tutti gli uomini sono uguali, e non che alcuni sono più uguali di altri!
E per quanto riguarda la GUERRA …..”

“Per quanto riguarda la guerra” lo interruppero gli uomini “ci abbiamo pensato… tienitela pure:
è una parola di cui vogliamo fare a meno.”

GINO STRADA
Vogliamo che i nostri ospedali siano anche belli, “scandalosamente belli”: perché la bellezza diventa segno di rispetto verso persone profondamente segnate dalla guerra o dalla malattia e un luogo bello offre le condizioni essenziali per recuperare dignità nella sofferenza.

Gino Strada, chirurgo e fondatore di EMERGENCY

*Aveva un brutto carattere, si dice, perché era diretto, preciso, non usava mezze parole per descrivere certe realtà e ottenere attenzione ed aiuti. Certo era fastidioso, a volte appariva arrogante perché è molto più comodo fare finta che certe cose non esistano. Era un medico, un uomo, non un supereroe, non aveva poteri soprannaturali ma ha dimostrato che la volontà può fare miracoli. Certo persone come lui nascono ogni mille anni ma magari possiamo imparare qualcosa, ad essere meno strafottenti verso gli altri, uscendo dal nostro piccolo orto. Non sprecando inutilmente risorse ambientali, non lasciando per strada buste di spazzatura, cercando di essere più tolleranti verso il vicino, quello in coda al semaforo…a volte basta poco.

Adotta un paese: il nuovo progetto di valorizzazione territoriale di Rosmarino

Adotta un paese: il nuovo progetto di valorizzazione territoriale di Rosmarino

Adotta un paese”, questo il nome del progetto di marketing territoriale di Rosmarino che ha deciso di valorizzare i piccoli borghi del Cilento attraverso videoclip musicali.

Come si sa, l’arte, capace di impressionare lo spettatore grazie alla sua capacità di raccontare ed emozionare, ha spesso influenzato tramite i mezzi di comunicazione l’immagine di una destinazione. La musica coadiuvata dal video, infatti, riesce a ricoprire un ulteriore ruolo strumentale capace di, non solo far conoscere un territorio, ma anche di promuoverlo originando nello spettatore e uditore la volontà di esplorare e conoscere nuovi posti, nuove culture e nuove usanze.

 «Il rapporto con il territorio è una delle componenti fondamentali della missione del nostro progetto. Vogliamo sviluppare cultura in diversi borghi cilentani, così da valorizzarli e rivalutarli sviluppandone il background delle risorse e ottenere anche il loro progresso economico. Il nostro progetto, infatti, nasce dalla volontà di indirizzare l’interesse del pubblico trasformando i paesi cilentani in destinazione per viaggi, vacanze o semplici gite». Spiega Vito Buccella, owner di Rosmarino.

Un’occasione di confronto e di crescita culturale individuale e collettiva quella di “Adotta un paese” che attraverso videoclip musicali – che vedranno alla consolle il celebre Dj Gigi Squillante – rappresenta una corretta sintesi di cultura, socialità e territorio che solo un bilancio sociale è in grado di comunicare. Grazie a tale coalizione, infatti, il territorio e la musica trovano nel marketing turistico uno strumento infallibile. È un’opportunità per far conoscere le beltà delle piccole località cilentane così da favorirne il turismo e la conseguente nascita di tante attività economiche, come spiega Squillante:

 «La musica non rappresenta soltanto un’espressione creativa o artistica, ma definisce anche un insieme di attività economiche complesse che ne influenzano lo sviluppo e l’evoluzione di un territorio. Quest’ultimo, infatti, riveste i panni di una vera e propria impresa, costituita da varie componenti basate su parametri di efficienza, efficacia ed economicità, che può comportare inevitabilmente alla nascita di nuove figure professionali, o un incremento di quelle già esistenti, che fruttano lavoro e ricchezza. Il progetto rappresenta una vera e propria strategia di promozione territoriale volta ad attirare turismo come conseguenza della visione dei lavori presentati dal nostro progetto».

Adotta un Paese” vanterà la partecipazione di ben 12 paesi cilentani, tra cui: Cicireale, Piaggine, Giungano, Roscigno, Sacco, Laurino, Stio Cilento. 

A due passi dal cielo Novella di Luciana Benotto

A due passi dal cielo Novella di Luciana Benotto

Luoghi, personaggi, fatti e leggende

Ultima parte

Ecco il lago. Sono ore che scarpiniamo, ma la vista di questo strato di lapislazzuli incastonato fra monti dagli aridi pendii, mi ripaga delle fatiche. Non ho mai visto in natura un lago di un azzurro così intenso: sembra finto. Il colore pastoso e denso delle sue acque gelide e senza vita, mi fa provare una bizzarra sensazione, forse dovuta all’aria rarefatta che agisce sul cervello modificandone le percezioni. E’ come se anch’io avessi gli occhi di quel colore chimerico.

A Ringmo, la località che vi si specchia, sorge un tempio dall’insolita forma di fungo, fatto di pietra, argilla e legno. All’interno un monaco sta recitando i versi del suo strano libro di preghiera, con le pagine unite una all’altra come se fosse una fisarmonica e la copertina costituita da due tavolette di legno. “E’ un lama BonPo” mi sussurra Kvac, “un’antichissima religione prebuddista, animist, aggiunge nel suo inglese scolastico”.

Lasciato il lago, la strada si inerpica aggrappandosi alle rocce; inizia la parte più dura del percorso: dovremo superare due passi da 5.200 metri.

A quota 4.000 la vegetazione è ormai rada, ci sono solo dei muschi, dei licheni e qualche ciuffo d’erba che spunta tra le rocce e viene brucato da alcuni yak selvatici.

Un vento freddo ci tormenta, per fortuna che il cielo è sereno e il sole ci conforta un poco coi suoi raggi. Una ragazza ha una crisi di nervi, butta via il suo zainetto e urla che vuole tornare a casa, che non ce la fa più, e piange disperatamente. Cosa sarà venuta a fare qui? Credeva fosse un gioco? Un film? Magari di quelli che prendono per i fondelli quelli che vogliono provare questo tipo di esperienza.

Il caso, (chiamiamolo caso) l’aiuta, di lì a poco infatti compare alle nostre spalle, quasi fosse sortito fuori dal nulla, un cavaliere solitario che la fa montare in sella e che più tardi si accamperà con noi.

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All’alba ci accorgiamo che quell’uomo è sparito assieme al suo robusto pony. Perché se ne sarà andato senza dire nulla? E come mai nessuno se n’è accorto?

Ma intanto Betta, così si chiama la ragazza, si è rincuorata e, riposata, riprende il cammino con maggiore serenità.

Stiamo attraversando una zona desolata e dobbiamo stringere i denti e farci forza, per superare pareti ripide e franose. In quella immensa solitudine ognuno è perso nei suoi pensieri, unico compagno il silenzio rotto ogni tanto da folate di vento freddo. Tutto appare ovattato, anche i nostri passi: provo un senso di vuoto cerebrale, di pace interiore, sono tutt’uno col paesaggio, forse uno spicchio di cielo, un sasso. Ad entrambi i passi di 5.200 metri, gli Sherpa e i portatori depositano una pietra lavorata, che va ad ingrandire il cumulo creato da tutti quelli che hanno voluto ringraziare le divinità della montagna per averli fatti arrivare quassù sani e salvi.

Dopo i passi inizia la lenta discesa alla lunga valle Do, attraverso terreni sempre più friabili. Verso quota 3.000 il cane che si era aggregato alla comitiva ad un’altitudine più elevata, sparisce come il cavaliere; “nato e cresciuto in un’aria rarefatta non sopravviverebbe altrove” dice Ubud, la guida. Ma un umile portatore appesantito da un carico sui cinquanta chili, sostiene invece che quelli che abbiamo incontrato erano gli spiriti buoni della montagna che accompagnano i viaggiatori per proteggerli. Qualcuno sorride, ma altri rimangono seri.

Scendendo iniziamo ad incontrare nuovamente gente; per un tratto godiamo, nostro malgrado, della compagnia di due portatori di sterco di Yak: un ragazzo e una bimbetta di pochi anni, carina, ma sporca, come del resto qui tutti lo sono. E’ vero, sono sporchi, maleodoranti, ma è gente senza malizia, semplice, figlia di una cultura arcaica, io però mi chiedo se sia giusto, alle soglie del Duemila, farli vivere nella miseria, impotenti di fronte alle malattie e con una speranza di vita media di appena trent’anni.

Questa è la mia ultima notte in tenda, domani saremo a Katmandu; tra tre giorni finirà questo viaggio che sa di burro rancido e fuliggine, d’essenze vegetali e di sudore, d’acqua dolce e di vento; finirà la fatica, finirà il sogno, e dovrò tornare al mio quotidiano, ai miei problemi, ma ho la sensazione che una volta a casa, qualcosa cambierà, perché quando si arriva a due passi dal cielo, non lo si fa mai invano.

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FORESI DELLO PSEUDOSCORPIONE

FORESI DELLO PSEUDOSCORPIONE

 · di Rebecca Lena · in arteRacconti. ·

Un frinìo d’ali impigliate, ogni sera, rimbalzano da una parete all’altra fino a trovare un cantuccio lanoso che li catturi. Mi ronza vicino proprio adesso, un corpicino sconosciuto, vibrante di polvere notturna e il suo soffio sussurra all’orecchio una vertigine inquieta. 

Dall’altro lato della stanza un altro microspasmo mi giunge lieve: la masticazione lentissima di alcuni pidocchi della carta che si affaccendano fra le pagine di alcuni vecchi libri. Se aprissi adesso, una pagina casuale del libro di Bernardo Soares, vedrei la sua punteggiatura esplodere, virgole e punti impazziti sulla superficie del foglio come a scombinare il tempo di lettura. Li offenderei un po’ per via della loro minutezza, mi risponderebbero, gridando in coro, con le fauci grondanti d’oceano e di vuoto, che la loro dimensione non ha confine con l’altezza del corpo ma con ciò che vedono adesso, aperta la pagina, col buio sconfinato di questa stanza. E se aprissi la finestra anche col buio sconfinato del cosmo. Così il buon Bernardo ha insegnato loro.

Riponendo poi quel libro probabilmente urterei una scocca rugosa e solida, il frutto di un’altra masticazione ancestrale, quella della vespa vasaia che oggi ha attraversato le mie tende innumerevoli volte. Il piccolo nido di terra giace su un’altra costola, come una bara di ingegno e saliva, nella quale ha riposto con cura un uovo, e insieme a lui un essere vivo ma immobile – un ragno paralizzato dal veleno della vespa, catturato e ficcato dentro – a sigillarne l’apertura. Giace adesso, quel ragno saltatore, in attesa di qualcosa. Trattengo il respiro, forse potrei percepire il suo palpito di terrore e bramosia per quell’uovo così vicino da poterlo assaggiare, se davvero potesse muoversi, ma che invece, una volta schiuso, si nutrirà di lui. Associazioni improvvise mi suggeriscono che la cella somiglia un po’ alla vita stessa, la larva è il corpo, il ragno la coscienza che ne sarà nutrimento. Lui che la osserva evolversi, la brama, poi scompare, risucchiato in tutto e per tutto dalle sue fauci. Una volta formata, la vespa fuggirà altrove, abbandonando la cella vuota.

Ora potrei sbirciare sopra l’armadio, approfittando del volo di una falena a cui mi aggrapperei con le mie piccole chele tenaci. Là sopra dev’essere un cimitero di addomi logorati, ali sparse, grumi di antenne. Forse incontrerei gli occhi del ragno violino feroce, essere imperituro, in attesa eterna. Divino e timoroso. Porterei lui un sacrificio per placare la sua fame. 

La falena esita, non vuole posarsi vicino ai resti di altri, vira e riprende il volo al centro della stanza. Gli occhi del violino li immagino soltanto, ci allontaniamo: adesso fendo l’oscurità, in groppa al mio insetto scuro, appesa in realtà alle sue zampe rassegnate, mi lascio trasportare dove vuole lui e d’un tratto ho un’intuizione, mi sento come loro, come tutto il brulichio entomologico della camera: in perenne spaventosa attesa. Io pseudoscorpione umana che sono solita viaggiare per foresi, da una parete all’altra del mondo, mi aggrappo a poche zampe altrui che mi permettano il volo – altrimenti altro non sarebbe la mia vita che un immota palude di polvere – trattengo il respiro per ascoltare meglio chi sta immobile nel buio, in attesa di divorare, o essere divorato.

Artworks creati a partire da Mid Journey Artificial Intelligence

 Racconti della Controra è disponibile su:

 IBS    ||  FELTRINELLI  || AMAZON

https://raccontidellacontrora.com

ME

ME

Devo assolutamente premettere che amo la frammentarietà delle forme brevi, libere di cambiare direzione in qualsiasi momento, di saltare un po’ ovunque nello spazio e nel tempo etereo, fuoriuscire talvolta in modo lento e magmatico, oppure esplodere viscosamente in blocchi, lapilli e ceneri.

La scrittura breve sparge i pensieri su piani multidirezionali, senza organicità, senza progetto, forse in modo meno comprensibile, ma fieramente disobbediente.

Rebecca Lena

https://raccontidellacontrora.com

P.S. Tutto ciò che scrivo non è necessariamente autobiografico.

rebecca lena
rebecca lena
rebecca lena 3
rebecca lena 1
rebecca lena 5
rebecca lena 6
rebecca lena 7
rebecca lena 4

Scopri il libro Racconti della Controra.

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CHRISTO project

a galleria Soave Arte va in trasferta non molto distante dalla sede di Via San Francesco d’Assisi e inizia una collaborazione con FERMENTO di Via Pistoia 48 Alessandria.

Le pareti della champagneria ospiteranno per circa tre mesi alcuni progetti del grande artista CHRISTO scomparso recentemente.

Il singolare evento, primo nel capoluogo di provincia, trova spazio in uno dei locali simbolo del design alessandrino.

I landscape projects, le litografie dei wrapped building si potranno ammirare sorseggiando un drink e degustando un piatto d’autore. CHRISTO ( 1945-2020) ha creato alcune delle opere visivamente più mozzafiato del XX° e XXI° secolo, dai primi oggetti confezionati ai progetti di monumenti outdoor, l’artista ha trasceso i confini tradizionali della pittura, della scultura e dell’architettura.

DAL 18 LUGLIO AL 30 SETTEMBRE 

FERMENTO WINE BAR VIA PISTOIA 48 ALESSANDRIA

ORARIO DEL LOCALE 18,30  24,00

INAUGURAZIONE LUNEDI 18 LUGLIO DALLE ORE 18,30 CON LA PRESENZA DEL GALLERISTA E SOLO PER LA SERATA ESPOSIZIONE DI ALTRE PRESTIGIOSE OPERE DELL’ARTISTA.

LA LUNA…

LA LUNA…

Posted on  by albosenga

Un movimento di gioco, sogno e compassione.

Al tempo della missione Apollo-9 nel 1969, l’astronauta Rusty Schweickart uscì dalla navicella spaziale legato soltanto da un sottile cordone ombelicale. In genere la NASA non vuole che ci siano tempi vuoti lassù, per evitare che una qualche esperienza mistica faccia irruzione senza preavviso, ma quella volta avvenne un fatto imprevisto. 

Proprio nel momento in cui Schweickart uscì dalla navicella spaziale, qualche cosa attirò l’attenzione del centro di controllo di Houston e dei suoi compagni rimasti all’interno. 

Il povero astronauta si trovò cosi totalmente abbandonato a sé stesso, mentre fluttuava in orbita attorno alla Terra in un impressionante silenzio cosmico. 

Avvenne allora una sorta di conversione, un inatteso risveglio del sentimento di compassione. 

Osservava la Terra e vi vedeva “un gioiello splendente che si stagliava su un velluto nerissimo”. 

Fu allora che Schweickart realizzò che tutto quel che amava: la sua famiglia, il suo paese, la musica, la storia umana con le sue follie e le sue grandezze stava in quel gioiello verde e blu. 

Ne fu talmente sconvolto che racconta “volevo prenderla tra le braccia, stringerla a me, come una madre abbraccia il proprio bambino”. 

Quale meraviglia devono essere stati quei giorni di avventure spaziali! Quanti cambiamenti nel cuore dell’uomo! 

Ne porta traccia anche la poesia di un poeta, che proviene proprio dalle mie terre e che nei giorni dello sbarco sulla luna scrive:

L’autra neuit, forsa d’pensé

L’hai decis ëd fé n’afé,

e apen-a rivà dí,

l’hai dispost e stabilí:

“Vist che si a i è pi nen,

pi gnun mezza ëd fessla ben,

vist che si l’hai nen fortun-a:

veuj pié n’bjett e ‘ndé ‘nt la lun-a“.

Son astoff ëd paghé d’tasse,

N’hai pí veuja d’tribulé,

Veuj pí nen fé ste vitase,

Cerco ‘l modo d’miglioré.

L’é par nen avní pí gris

Che saluto costa vita

Oramai i son decis

Compro ‘l bjett e fass ‘na gita.

Vado ‘n cerca d’la fortun-a

Sul stellite ch’a và:

vado su fin-a ‘nt la lun-a

e s’arrivio…e stago là [1].


Alla fine Enea Riccardino, non partì per la luna, continuò a svolgere la sua professione di medico. Ma le due storie ci insegnano il ritmo armonico di sogno, gioco e compassione, che sono per noi come i movimenti della luna.

Fr. Alberto Maria

[1] L’altra notte a forza di pensare/ ho deciso di fare un affare, / e appena giunto il giorno, / ho disposto e stabilito:/ “Visto che qui non c’è più niente, più nessun modo per passarsela bene, / visto che non ho fortuna, / voglio prendere un biglietto e andare sulla luna”. Sono stufo di pagare le tasse, / non ho più voglia di soffrire, / non voglio più fare queste vitacce, / cerco il modo di migliorare. / Per non diventare grigio/ saluto questa vita/ ormai ho deciso/ compro un biglietto e faccio una gita. / Vado in cerca della fortuna/ sul satellite che va, / vado su fino alla luna/ e se arrivo…io sto là.

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UN ABITO DI NUVOLE

UN ABITO DI NUVOLE

Posted on  by albosenga

O Madre Terra, o Padre Cielo, i vostri figli sulle schiene stanche portano doni splendidi. Tessete in cambio per noi vesti di luce: la trama sia la luce bianca del mattino, l’ordito sia la luce rossa del tramonto, le frange siano di pioggia, e l’orlo d’arcobaleno, così che camminiamo ben vestiti là dove cantano gli uccelli e verde è il colore dell’erba. O Madre Terra, o Padre Cielo. 

CANTO INDIANI D’AMERICA: IL TELAIO DEL CIELO – PUEBLO TEWA

Mamma Terra e Babbo Cielo. Ecco l’inizio di una famiglia.

Ambiente di vita dal sapore materno nel suo essere fatto di erba, di muschio, di rocce, di fiori e alberi, paterno nelle nubi del cielo, nei grandi azzurri luminosi, nel gioco spensierato delle stelle. 

E noi immersi in questa famigliarità nella sua grandezza e nella sua piccolezza. Nel mezzo, come immersi in un contesto vitale la nostra umanità di figli. Uomini e donne caratterizzati troppo spesso dalla fatica, dallo sguardo spento, schiene stanche di portare doni splendidi.

È vero, il dono di vivere in quest’immensità talvolta é faticoso. Troppo spesso ci stanchiamo della bellezza, della fedeltà, dell’amore, della semplicità, ma paradossalmente chiediamo ancora un dono, quello di essere coperti, sostenuti, il dono di un abito. 

Nella Bibbia si parla dell’abito di Giuseppe (Gn 37,1-14), che indica l’essere figli amati di un amore speciale, e di Adamo ed Eva che ricevettero un abito di pelle (Gn 3,20-21). 

Qui il corpo con le sue malattie, le sue stanchezze, sembra essere la ragione di questo canto e per questo chiede il dono di un abito di luce, di leggerezza. Quello che forma la trama del tessuto è la luce del mattino, il cammino della speranza, quando ci svegliamo e ci attende la vita. Così l’ordito che tutto tiene assieme è la luce rossa del tramonto. 

Trama bianca e ordito rosso fanno un abito rosa, leggero come le nubi che incontrano il sole. 

Nubi che talvolta portano la pioggia, che sono come le frange dell’abito e parlano di tutto quello che sta tra il sottile confine di noi stessi e il mondo che ci circonda. E così su queste nubi di pioggia spunta talvolta l’orlo dell’arcobaleno, quel luogo di luce che nella tradizione biblica unisce il cielo e la terra, segno della pace ritrovata, dell’amore svelato di Dio verso l’uomo. 

Ecco, è ritrovando il nostro legame con la luce celeste, lasciando che il nostro corpo di terra si illumini dei raggi della luce divina, che ritroviamo il gusto, la gioia e la gratitudine di ascoltare il canto degli uccelli, la vita degli esseri alati . Ritorniamo a contemplare il verde delle cose che crescono. Così alati dello strascico del nostro abito, abbigliati di luce, camminiamo nella vita. 

La Vita è frutto di una madre che ci dà forza e di un padre che ci dona la sua luce e il suo splendore. Vita di nubi che camminano tra il bosco e il cielo.

Fr. Alberto Maria

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