
Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri
Claire Keegan, Piccole cose da nulla, Einaudi, 2022, traduzione di Monica Pareschi
Con l’avvicinarsi del Natale del 1985, Bill Furlong si ritrova sempre più turbato da un senso di insoddisfazione. Mercante di carbone e legname che vive a New Ross, in Irlanda, dovrebbe essere felice della sua vita: è felicemente sposato e padre di cinque brillanti figlie, e gestisce un’attività di successo. Ma le cicatrici della sua infanzia permangono: sua madre lo ha dato alla luce quando era ancora un adolescente e non ha mai conosciuto suo padre.
Ora, mentre si avvicina alla mezza età, Furlong si chiede se tutto ha un senso e se ci sia da aspettarsi qualcosa di nuovo. Ma una serie di incontri preoccupanti nel convento locale, che funge anche da “scuola di formazione per ragazze” e attività di lavanderia, sconvolge la vita tranquilla di Furlong. I lettori che hanno familiarità con la storia delle Magdalene Laundries irlandesi, istituzioni in cui le donne venivano incarcerate e spesso morivano, riconosceranno immediatamente le circostanze di cui si parla e la situazione delle donne disperate intrappolate nel convento di New Ross.
Ma Furlong non capisce immediatamente a cosa ha assistito. Keegan, premiata scrittrice irlandese di racconti, purtoppo poco nota in Italia, riesce a dire moltissimo usando pochissime parole, con effetti straordinari, in questo breve e molto convolgente romanzo.
Nonostante la brevità del testo, lo stato emotivo di Furlong è reso pienamente, con una perfetta aderenza psicologica, e risulta profondamente toccante. Keegan riesce anche a ricreare con cura la rete di complicità attorno alle attività del convento, rete che risulta assai banale, e quindi tanto più agghiacciante. «Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l’uno con l’altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com’erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?». Furlong riesce a rispondere alla sua domanda e a dare un senso alla sua vita.
Romanzo bellissimo, scritto con una prosa asciutta e che va dritta all’essenziale: consigliatissimo.