
Bonhoeffer: un Cristianesimo senza scrupoli
„Sono effettivamente ciò che gli altri dicono di me? | Oppure sono solamente ciò che io conosco di me stesso?“
Dietrich Bonhoeffer
Le poesie di Bonhoeffer
Mi è capitato di incontrare questi versi di Dietrich Bonhoeffer e di finirci dentro tutta d’un pezzo, scarpe comprese: o è stata la frase che mi è piombata addosso, insieme ai suoi puntini e ai suoi dubbi? Mi pare chiaro infatti che, a partire da essa, gli interrogativi potrebbero moltiplicarsi. Non tanto dal versante della prima domanda, quanto piuttosto dal versante della seconda. Si potrebbe infatti continuare e chiedersi “cosa conosco di me” ed ancora: “è corretto ridurre ciò che io sono a ciò che conosco di me? E se sì, fino a che punto lo è?” Ancora: messa a punto una qualche risposta, in che misura essa è in grado di rappresentarmi di fronte agli altri e di fronte a me stesso; in che misura la conoscenza che ho acquisita su di me può trasformarmi? Si tratta insomma di una conoscenza statica o dinamica?
Credo siano proprio interrogativi inderogabili di questo genere: radicali alla, e radicati nella, nostra umanità, a rendere degno di attenzione chi l’ha pronunciata. Si tratta di Dietrich Bonhoeffer (4. Febbraio 1906 – 9. Aprile 1945) teologo luterano tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo. Un uomo che ha reso la sua azione gigantesca e incommensurabile risposta a questa serie di interrogativi, fino alla morte.

Lucia Triolo, Sagome in filigrana, Teologia luterana
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