C’è stato un tempo,
una brusca emozione nella vita allo specchio
vissuta.
come su un trapezio volante
balzavo da una cima all’altra dei desideri:
due balzi nel poco, il doppio nell’eccesso,
l’infingardaggine negli uni,
la sfrontatezza negli altri
e io, nel vuoto, a guardare lo specchio piegarsi,
strizzarsi, distendersi, allargarsi,
aggiustarmi il cappello sul volto,
sorridere alle unghie dipinte,
offrire una rosa alla ruga dei
miei compleanni,
lì, sotto l’occhio sinistro.
C’è stato un tempo che lo specchio
interrogava:
“tu, dei miei desideri che sai,
sei ancora una memoria elegante
e slanciata?”
E’ passata una vita
in un attimo,
uno sguardo
profondo ma anche di sfuggita
dentro noi
nella contrazione dei giorni, delle ore,
dei minuti
un attimo insomma che, come una bella,
si guarda allo specchio.
e lì sa tutto di sé.
“Sapessi cosa riflettono gli attimi
-diceva lo specchio-:
una vita? Ah, come è poco una vita!”
C’è stato un tempo,
un singhiozzo del tempo
e c’è ancora, quel tempo
ieri, domani
o forse non più.
