La valle delle regine

VALLE DELLE REGINE
Il mio viaggio è finito
Sono in piedi sul bordo
e chiudo gli occhi
a questo mondo di bugie
la mia volontà è infranta
è la fine di tutti i miei sogni
la mia anima brama
attraverso la valle delle regine
la mia rosa appassita
non fiorirà mai più
la terra è secca
è giunto il momento di morire
la mia fede mi ha lasciato
hanno rubato tutti i miei sogni
oh seppellitemi
nella valle delle regine
la mia ricerca è terminata
il mio nome è scolpito nella pietra
sulla parete del tempio
oltre il corridoio di Osiride
nessun sacro raggio di sole
illuminerà le mie tombe dei sogni
non tornerò
dalla valle delle regine"

(Dalla tomba di Nefertari)


Gli Egizi conoscevano la Valle delle Regine  con il toponimo di : Ta set neferu.


Contenuto: proprietà esclusiva di: “storia egizia” (karol Bossi e team).

Fonte:  foto  proprietà esclusiva di “storia egizia”.

Fonte:  foto  proprietà esclusiva di “storia egizia”.

Tua.
8 agosto, 2022.

http://fridalaloka.com

Il colore della poesia Iris G. DM

Il colore della poesia Iris G. DM

Date: 8 agosto 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Sto in punta di piedi,

se necessario posso volare,

un breve gesto per la mia anima,

seppure il vento mi dondola,

un altalena per vedere il cielo

e capovolgermi tra le nuvole.

Sto in punta di piedi,

se necesserario posso volare,

non credo di essere felice,

aspetterò che cade la pioggia,

ho un ombrello giallo con fiori turchini,

se lo apro spariranno le dissonanze. Iris G. DM

Potrebbe essere un'immagine raffigurante fiore

foto dal web

Il colore della poesia Iris G.DM

Il colore della poesia Iris G.DM

Date: 8 agosto 2022Author: irisgdm0 Commenti— Modifica

Noi siamo donne di fede,

preghiamo Dio

e dormiamo con gli angeli.

Raccogliamo bambini dal fango,

prepariamo calde minestre,

stendiamo panni al vento.

Asciughiamo i capelli al sole,

anche le lacrime,

che evaporano calde.

Metà la vita di noi donne,

intera in un cerchio,

amore e dolore. Iris G. DM

dal Web

Apologia dell’ amore

Io sono una di quelle che pensa che tutto sia possibile e

Se non è possibile sogna che sia possibile.

Ogni giorno mi sveglio nuova di speranza e non c’è giorno che io non l’abbia fatto.

Spesso ho inciampato nella vita ma, mi sono rialzata con le ginocchia sbucciate

Spolverando la mia gonna.

Sono una di quelle che rinuncia a tutto per amore ma non al suo orgoglio e alla sua dignità.

Sono una donna che se maltrattata non abbassa la testa

ma ,mai e poi mai mi metto al livello di chi lo fa.

Sono timida ma non mi lascio intimidire.

Ho sempre voglia di essere un po’ bambina,

ho molti sbalzi di umore ,mi piace ridere

ma spesso il riso si trasforma in un pianto.

Ho lacrime attaccate al sorriso

Oppure un sorriso pieno di lacrime.

Desidero vivere, ballare ,correre, andare al mare,

voglio sentirmi viva, ascoltare la musica ,prendere il sole,

bagnarmi di pioggia, sporcarmi di fango, vedere tramonti, aurore,

voglio respirare la vita a pieni polmoni.

Non amo le vie di mezzo,

anzi soprattutto nell’amore le detesto.

Voglio un amore intero, senza se e senza ma,

perchè io so amare solo totalmente con tutta me stessa.

Voglio essere presa per mano, voglio baci sul collo,

voglio carezze sui capelli e voglio essere amata per quella che sono.

Forse una donna troppo complicata perché pretendo un amore assoluto,

che mi fa sussultare, che mi fa tremare, un amore che mi tiene per mano.

Io non ho bisogno di un uomo per completarmi io sono già completa ho bisogno di un amore che mi ama.

Un uomo che mi ama che sia romantico e mi porti a vedere la luna.

Un uomo che mi ami nonostante la mia vanità,

i miei difetti, nonostante tutto, perché quello che riceverà da me ,

sarà un amore totale, fedele.ma anche un amore giocoso,

un amore che vuole baci, che vuole rispetto,

un amore da costruire giorno per giorno.

Io sono anche una persona fragile, incerta, insicura ma,

sono anche quella che affronta le sue paure con il cuore in gola e l’aria spavalda.

Io sono quella che crede all’amore eterno ma, ancora non l’ha trovato

ma, ogni giorno sa che prima o poi lo

troverà. Vivo di sogni, di speranze, mi ci nutro come una fetta di pane e mai smetterò di sentire l’odore del lievito.

Non mi accontenterò, voglio un amore cosi, voglio un amore senza mezzi termini, senza vie di mezzo,

un amore che completi il mio cerchio della vita .Un amore magari imperfetto ma perfetto per me.

Un amore con un principe azzurro ,un principe azzurro per me, che sia ranocchio o principe non ha importanza se è disposto ad amarmi cosi.

Se non fosse cosi non ho bisogno di nessuno perché voglio un amore senza condizioni, senza muri,

senza paletti, voglio un amore libero di amare, senza paura, senza tempo,

voglio un amore eterno. Iris G. DM

APOLOGIA DELL’AMORE

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Il poeta cieco

Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo noto semplicemente come Jorge Luis Borges ( Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986) è stato uno scrittore, poeta, saggista, traduttore, filosofo e accademico argentino.
Le opere di Borges hanno contribuito alla letteratura filosofica e al genere fantastico. Narratore, poeta e saggista, è famoso sia per i suoi racconti fantastici, nei quali ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico (quali: il doppio, le realtà parallele del sogno, i libri misteriosi e magici, gli slittamenti temporali), sia per la sua più ampia produzione poetica, Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo nacque prematuro (all’ottavo mese di gravidanza) nella stessa casa di via Tucumán 840 a Buenos Aires dove era già nata sua madre.Figlio di Jorge Guillermo, avvocato e insegnante di psicologia – in lingua inglese – all’Instituto del Profesorado en Lenguas Vivas e di Leonor Acevedo Haedo. Il futuro scrittore – che sin da piccolo manifestò i sintomi di quella cecità che nei Borges era ereditaria da ben 6 generazioni – venne educato in casa, oltre che dal padre e dalla nonna materna, da un’istitutrice inglese e si rivelò ben presto un bambino precocissimo: a sette anni scrisse il suo primo racconto – La visiera fatal – e a nove tradusse il racconto di Oscar Wilde Il principe felice. Nel 1914 si trasferì con i genitori, la sorella Norah (nata nel 1901) e la nonna materna – quella paterna li raggiunse in seguito – a Ginevra, dove restò fino al 1918. Nel 1919, durante il soggiorno a Siviglia, per la prima volta venne pubblicata, sul numero 37 della rivista Grecia, una sua poesia, Himno del mar (Inno al mare). Jorge Luis Borges aveva una cultura sterminata: era un avido lettore e profondo conoscitore della letteratura europea e americana, dai classici come Dante a poeti come Walt Whitman. Viaggiava frequentemente in Europa, anche per recarsi in Svizzera per le cure agli occhi, essendo affetto da una retinite pigmentosa che lo renderà praticamente cieco prima degli anni Sessanta, senza per questo arrestare il ritmo del suo intenso lavoro di scrittore, lettore e critico letterario. Fin dall’esordio poetico, Borges aderisce alla corrente Ultraista, un movimento basato sul sistematico rifiuto del modernismo spagnolo fino ad allora dominante; nato in Spagna nel 1918, l’ultraismo fu esportato inin Argentina dallo stesso Borges, che sulla rivista letteraria Nosotros ne delineò la poetica in quattro punti fondamentali: l’intento di riportare la lirica alla sua originaria condizione di metafora, l’eliminazione del superfluo e dell’esplicativo, il rifiuto di uno stile manieristico ornamentale e, infine, una maggiore suggestività del testo attraverso la combinazione di immagini. Nel 1923, il giorno prima del secondo viaggio in Svizzera, Borges pubblicò il suo primo libro di poesie, Fervore di Buenos Aires (Fervor de Buenos Aires), in cui si prefigurava, come disse lo stesso Borges, tutta la sua opera successiva. Fu un’edizione preparata in fretta e furia in cui erano presenti alcuni refusi ed era priva di prologo. Per la copertina sua sorella Norah realizzò un’incisione, e ne furono stampate all’incirca trecento copie; L’unica copia appartenente alla Biblioteca Nazionale Argentina è stata rubata nel 2000 insieme ad altre prime edizioni di Borges. Nonostante la sua formazione europeista, Borges rivendicò con le tematiche trattate le sue radici argentine.Dagli anni ’40, la malattia agli occhi ereditata dal padre, la retinite pigmentosa unita alla forte miopia di cui già soffriva, peggiorò rapidamente e Borges divenne completamente cieco alla fine degli anni ’60. Questo non rallentò tuttavia la sua creatività letteraria e il suo ritmo di lavoro.Destituito nel 1946 dal suo ufficio di assistente bibliotecario (da lui ricoperto dal 1937) per aver firmato un manifesto critico contro Perón, alla caduta di questo nel 1955 fu nominato conservatore della Biblioteca centrale di Buenos Aires, incarico da cui si dimise, dopo il ritorno di Perón, nel 1974. A partire dal riconoscimento del premio Formentor (1961) conseguì una sempre più vasta notorietà internazionale. La sua ricchissima cultura letteraria e filosofica, unitamente al dominio di uno stile rigoroso e preciso e nel contempo arcanamente evocativo, caratterizzano la sua produzione nella quale affronta diversi generi letterarî. Pure in tale varietà di interessi, l’opera di Borges si presenta sostanzialmente unitaria, imperniata com’è nella ricerca del significato più profondo dell’esistenza, attenta a cogliere l’ambiguità e il fascino di situazioni e personaggi al di là delle apparenze. Nel 1967, dopo la fine della ventennale relazione sentimentale e intellettuale con la scrittrice e traduttrice Estela Canto (iniziata nel 1944) sposò Elsa Helena Astete Millán, ma la coppia divorziò dopo soli tre anni, nel 1970. Nonostante il suo enorme prestigio intellettuale e il riconoscimento universale raggiunto dalla sua opera, Borges non fu mai insignito del premio Nobel per la letteratura. Si è sempre ritenuto che la commissione del Premio non abbia mai preso in considerazione l’autore argentino, tuttavia, da alcuni atti recentemente desecretati, si scopre che nel 1967 Borges fu molto vicino alla vittoria del Nobel. Morì il 14 giugno 1986, a 86 anni, nella città di Ginevra (Svizzera), dove periodicamente si recava per curarsi agli occhi, in seguito a un cancro al fegato.

Spesso, l’amore si può trasformare in possesso, in incubo, in una gabbia. Borges ci permette di riflettere sulle diverse facce dell’amore che può essere anche un sentimento difficile. “È l’amore” di Jorge Louis Borges è una poesia che mostra, la natura struggente di questa sentimento, che non viene mostrato come qualcosa di “idilliaco”, ma come qualcosa di reale, nelle sue parti più oscure e controverse. La stima, l’appezzamento dell’altro come soggetto sono ingredienti necessari all’amore, ma il vero fuoco parte da altro, da una passione più profonda che può diventare un arma a doppio taglio.

È l’amore. Dovrò nascondermi o fuggire.
Crescono le mura delle sue carceri, come in un incubo atroce.
La bella maschera è cambiata, ma come sempre è l’unica.
A cosa mi serviranno i miei talismani:
l’esercizio delle lettere, la vaga erudizione,
le gallerie della Biblioteca, le cose comuni,
le abitudini, la notte intemporale, il sapore del sonno?
Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo.
È, lo so, l’amore: l’ansia e il sollievo di sentire la tua voce,
l’attesa e la memoria, l’orrore di vivere nel tempo successivo.
È l’amore con le sue mitologie, con le sue piccole magie inutili.
C’è un angolo di strada dove non oso passare.
Il nome di una donna mi denuncia.
Mi fa male una donna in tutto il corpo.

*Una figura di grande spessore intellettuale, letterato, filosofo, un talento vivace e precoce nonostante la malattia e la graduale inarrestabile cecità che non ha fermato la sua vena creativa. Peccato per il Nobel, che di sicuro meritava ma nulla ha tolto al prestigio riconosciuto in tutto il mondo.

IL CALDO PUÒ’ INFLUIRE SUL VINO ANCHE DURANTE LA FASE DEL TRASPORTO di Silvia Gario

L’attenzione alla temperatura di trasporto dei vini è un tema particolarmente sentito in periodi come questo che stiamo vivendo, connotato da forti ondate di caldo anomalo.

E’ importante che nella logistica del prodotto vino si tenga presente che devono esserci le condizioni ideali per il trasporto dello stesso che, ricordiamolo, affina in cantine a temperature controllate e non deve subire le cosiddette “botte di calore”.

Photo by Pixabay on Pexels.com

Durante la spedizione la temperatura elevata può creare fenomeni di dilatazione dei gas contenuti nello spazio di testa delle bottiglie, lo spazio fra vino e tappo.

Ne consegue che a causa di tale dilatazione il tappo viene spinto verso l’alto, creando la cosiddetta trafilatura, che altro non è che il fenomeno per cui il vino si infiltra nello spazio fra vetro e tappo, creando una perdita di prodotto poco rilevante (trasudazione), ma antiestetica.

Questa alternanza di fasi di espansione e costrizione sia del tappo che del vino determina un richiamo di gas dall’esterno.

Quest’ingresso di ossigeno dal tappo può accelerare l’invecchiamento ossidativo del vino che è riscontrabile nella variazione di colore dello stesso e cioè nell’aumento dell’intensità colorante nei vini bianchi e delle tonalità del rosso mattone nei vini rossi.

Il problema da affrontare è come possiamo preservare il vino durante il trasporto dagli sbalzi termici.

Molti produttori ed altrettanti spedizionieri interrompono le spedizioni dei vini, soprattutto quelli di pregio, fine wine, durante i periodi di caldo elevato.

D’altro canto astenersi dal trasportare vino durante i periodi dell’anno caratterizzati da elevate temperature è un accorgimento che deve essere mediato dal buon senso in quanto non spedire significa non essere sul mercato.

Quindi la soluzione?

Soluzioni ve ne sono sia per coloro che spediscono interi container che per coloro che spediscono in collettame.

Vediamone le principali:

  • 🚀 la velocità è la prima arma contro le alte temperature: un flusso snello e veloce evitando soste prolungate durante il trasporto (questo per quanto riguarda le spedizioni all’interno della nostra penisola)
  • 🚛 fodere termiche per container e coperte termiche per pallet: entrambe le soluzioni consentono di mantenere il vino ad una temperatura decisamente ideale rispetto a quella esterna proteggendone i sapori e le strutture chimiche (queste soluzioni per le spedizioni internazionali e soprattutto oltreoceano)
  • 🌡 utilizzo di datalogger (dispositivi elettronici che tengono traccia, in tempo reale, della temperatura della merce durante il trasporto): all’arrivo è possibile verificare a che temperatura è stata sottoposta
  • 🟡 “the yellow dot”: il primo ad utilizzarlo è il vignaiolo francese Laurent Ponsot che sull’etichetta di ciascun vino applica un bollino giallo che se diventa arancione stà ad indicare che la bottiglia è stata esposta ad una temperatura troppo alta.

Adottiamo perciò tutti gli accorgimenti necessari nella pratica di trasporto del vino, per preservarlo dagli sbalzi termici, ma non priviamocene.

Prosit! 🥂🍷

Silvia Gario