Una poesia dolcissima di Arnold De Vos

Poeta olandese

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Arnold de Vos (1937 – 2020) è stato un poeta olandese.

Mi sveglio in te, che torreggi controluce
e adombri il sole, carne
che cavalchi la criniera tra pube e ombelico
parapetto di pelle alla ritrosia del sangue
a volare in mio onore, aquilone
legato al filo dello scroto danzi e fai vento
sulla rétina della mia bonaccia
che trova in te la pace dell’ozio
e della bella forma imbonitrice
della mia bocca, che ancora non osa
decollare quando atterri
e cielo e terra si fondono
nella liquorizia spassosa dei nostri giochi.
*

(da Vertigo, Edizioni del Leone, 2006)

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Sono sorda – di Evaporata

Condiviso da Frida la loka, Lombardia. Per bloggers e cari lettori.

Foto: RDNE Stoc…(Pexels), foto portata: Vishnu R nair (Pexels)
(Fate clik nel titolo ” Sono sorda” , vi porta al post personale).
Siccome tocca una corda molto sensibile e a me, vicina voglio condividere con voi tutti questo appello, non solo per sensibilizzare,  ma per tendere una mano solida e concreta a chi ha bisogno.

Perciò, mi auguro con tutto il cuore, che questo mio post non sia invano. (Contattate pure me o l’interessata in primis). Grazie mille!

Se qualcuno è disponibile a contribuire al crowdfunding per Evaporata, sarei lieta di ricevere le vostre collaborazioni. Pensavo se fosse possibile partire con una base di € 20, poi qualsiasi somma è più che gradita.

Tua

31 maggio, 2023

Blog personale: http://fridalaloka.com

La mia mail: the.crazy.frida@gmail.com

Ripubblicato su: http://alessandria.today

Una poesia di Boris Ryzhy

Autore russo da conoscere e riconoscere

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Boris Borisovič Ryžij è stato un poeta e geologo russo. Considerato neo-romantico, alcuni suoi versi sono stati tradotti in inglese, italiano, tedesco, olandese e serbo. Nato nel 1974, si suicidò il 7 maggio 2001 all’età di 26 anni.

Portami lungo viali vuoti,
parlami di qualche sciocchezza,
pronuncia vagamente un nome.
I lampioni piangono l’estate.
Due lampioni piangono l’estate.
Cespugli di sorbo. Una panchina umida.
Amore mio, resta con me fino all’alba,
poi lasciami.
Rimasto come un’ombra offuscata,
vagherò qui ancora un po’,ricorderò tutto,
la luce accecante, il buio infernale,
io stesso fra cinque minuti sparirò.

*

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Breathe – The Album Leaf con due poesie di Ulla Hahn

Buona musica da un disco uscito di recente e un’ottima poetessa tedesca

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Edizione corretta
.

Ancora solo pochi passi e poi
lei sarà di nuovo sua sentirà
libererà il suo canto che senza di lei
inaridisce. Collo naso orecchie
gli occhi i capelli la bocca
e così via lui
li canterà solo
a eterna gloria di lei.
Ma una voce si alza.
Orfeo ascolta:
lei che doveva solo tendere l’orecchio
cantando gli piomba sulle spalle.
Allora
si volta ed
ecco
dalle turbate mani gli scivola
la lira. Che Euridice raccoglie
e uscendo percuote piano
con tocchi trattenuti. Collo naso orecchie
gli occhi i capelli la bocca
e così via lei
li canterà solo
a eterna gloria di lui.
Se Orfeo l’abbia poi seguita
le fonti lasciano
all’oscuro.

.
*
.
Estate sommersa dalla pioggia
.

Quest’estate vedo proprio
la pioggia cadere
dal cielo e diluviare su
alberi, felci muschio sul guscio della
chiocciola fino all’interno della terra.
Botton d’oro, gladioli, calte
si…

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A 150 anni dalla morte Alessandro Manzoni con il suo romanzo “I promessi sposi “ è ancora portatore di messaggi di speranza e di rinascita,Gabriella Paci

Alessandro Manzoni   stesso non avrebbe mai supposto di diventare una “pietra miliare “ della letteratura italiana , di far scuola per la diffusione della lingua italiana dopo la raggiunta unità del 1861 e di essere considerato un promotore del Risorgimento e dunque, della stessa unificazione.

Secondo Mattarella, che ne ha celebrato a Milano il 22 maggio scorso il 150 esimo anniversario, è stato “un padre della patria” nonostante non abbai mai fatto parte attiva di movimenti di  patrioti e nonostante non si sia interessato di fare politica ,vuoi per indole riservata, vuoi per problemi di salute, anche se accetterà la nomina a senatore del regno nel 1860. Questo perché già si era distinto per la sua opera principale il romanzo “I promessi sposi” anche se era autore apprezzato di Inni sacri, poesie, trattati di storia, tragedie.

Manzoni cercava un’Italia unita, che fosse la sintesi di un grande popolo, fiero della sua cultura della sua lingua e delle sue origini e questo è un messaggio quanto mai attuale.

Il capolavoro.

Del resto, l’amore per la propria terra e la distanza dalla prevaricazione di un popolo su di un altro,(anche se lui parla di spagnoli) permeano tutto il suo romanzo “I promessi sposi “ che si fa anche portavoce dei valori civili e cristiani che saranno poi alla base del nuovo stato. L’espressione dopo “la risciacquatura dei panni in Arno “ e cioè l’eliminazione delle influenze dialettali milanesi, si fa promotore di quella parlata del ceto colto toscano: agile ,duttile, viva. La lingua toscana ,del resto, da Dante e Boccaccio  in poi era già un punto di riferimento per la lingua” nazionale “(anche se si scriveva in modo retorico e artificioso) e proprio per questo il libro fu adottato in tutte le scuole del regno.

Un fine utile attraverso il vero che deve essere interessante

Un libro che doveva -e lo fu-utile, vero, interessante. Utile ,secondo i principi illuministici, a educare politicamente, moralmente e civilmente. Vero o almeno con una storia tale da sembrare, evitando artifici e contenuti inverosimili in cui i lettori non si possano  specchiare ed interessante perché gli argomenti ,vicini ai fatti realmente accaduti ,interessino ampi gruppi di lettori e non elite colte ma ristrette .Interessante per la storia personale dei protagonisti che si intreccia con quella di personaggi verosimili o realmente esistiti. Una storia in cui trionfa la Divina Provvidenza ma con il superamento della visione idilliaca della vita che bisogna imparare ad affrontare a denti stretti, con la consapevolezza del male presente nella storia umana  pur non perdendo mai la speranza di una mano Divina. I due protagonisti Renzo e Lucia,attraverso le loro vicissitudini che si attualizzano nella storia di sempre, dove la prepotenza dei forti opprime i deboli, si  formano e diventano personaggi che acquisiscono una matura consapevolezza del loro stato anche se Manzoni non è un rivoluzionario e vuole che ognuno si evolva rimanendo sempre tuttavia nell’ambito che gli è proprio, senza creare capovolgimenti sociali.

Il lieto fine era d’obbligo non solo perché una bella storia d’amore deve avere successo ma anche perché educativo: lottare e credere in un obiettivo è un atteggiamento che tutti dovrebbero avere ma se…il lieto fine non c’è? Manzoni ci rasserena perché ci dice che ci sarà nell’aldilà una ricompensa tale da non farci disperare se qui sulla terra non abbiamo fortuna e a tale scopo è emblematica la poesia “Il cinque maggio” dove Napoleone muore sì nella desolazione e nell’abbandono terreno ma con la prospettiva di una gioia e una pace celeste senza limiti.

BELLEZZA, di Silvia De Angelis

donna-bruna

Bellezza
ch’imprime forza
Bellezza che anima
e fa volare il cuore
Bellezza
che di brividi sfiora

BELLEZZA D’AMORE

Tu la doni
con giovanile carica
Donna vera
ora mi fai inebriare

Di slancio m’accarezzi
con riflessi d’oro
Intuir mi fai
quel piacere
d’ossigeno leggero

Pianti
d’un sentimento antico
fermi sono
in gola

Ora dissetante
scende acqua
Un mondo d’ilarità
rivive
in un bicchiere
d’amoroso istinto

@Silvia De Angelis

GIOIELLI RUBATI 250 : NEUS BONET I SALA-MASSIMO RIZZANTE-ACHILLE SCHIAVONE-SILVIA DE ANGELIS-DONATELLA PEZZINO-MONICA SANTI-ROBERTO FONTANA-BARBARA AUZOU

Avatar di silviadeangelis40dquandolamentesisveste

Ringrazio l’autore Flavio Almerighi per avermi inserito in questa rosa d’autori

Posted on Maggio 28, 2023
Col tempo
.
Col tempo
ho imparato che non tutto è bianco o nero
che ci sono grigi se apri la mente.
Col tempo
non ho smesso di sognare
ebbene, il giorno in cui non sognerò più,
il mio bambino interiore sarà scomparso.
Col tempo
ho imparato a godermi l’attimo
senza pensare a ciò che è successo
o al tempo in cui accadrà.
.
di Neus Bonet I Sala, qui:
CON EL PASO DEL TIEMPO…
. * . Una Lettera . in maggio la selvaggina crepitava sul fuoco poi gli inni alla gioia dei berliner si sono confusi ai pianti sugli imperi dissolti ti scrivevo, qui in questa palude di principi ranocchi non si è salvato né l’odio per i libretti rossi né il marasma degli innamorati: l’estinzione della Storia infiamma le folle come ai…

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Giorni di Leila Falà

Attrice e poeta contemporanea molto interessante

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Attrice e poeta. Nata ad Ancona, vive a Bologna dove è impiegata presso l’Università.

Ci sono giorni che non riesco a starmene seduta
la sedia è troppo alta, il divano non accoglie.
Ci sono i giorni del letto duro e inospitale
che pare il disordine insopprimibile del cosmo
riversarsi in un instabile equilibrio del mio corpo.
Se ne stanno dure le cose e ossute
preoccupate di seguire il palinsesto quotidiano.

*

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UN’EVASIONE, di Silvia De Angelis

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Sono anemone rigogliosa e vermiglia

nella stanza stemperata di destini viola

Sommosse provocanti dolci tremolii

scivolano nel colore del tempo senza far rumore

Avverto la caduta leggera d’un sussurro

fa amore sul pregio di parole ardenti

E’ la fretta di tornare nell’oltre

ad accelerare tonalità sbiadite..

rincorrono il vuoto fugace d’un’ evasione

tracciata sul filo d’una retta inconsapevole

leccata di segreti che inebrino lavanda

@Silvia De Angelis

Jack McGuire di Edgar Lee Masters

Dall’Antologia di Spoon River

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Edgar Lee Masters (1868 – 1950)

Mi avrebbero linciato
se non fossi stato spedito in segreto
alla prigione di Peoria.
Eppure me ne tornavo in pace a casa mia,
con in mano il boccale, un po’ ubriaco.
Quando Logan, il maresciallo, mi fermò,
mi diede del porco ubriaco e mi scrollò,
e quando gli risposi per le rime, mi colpì
con quel bastone proibizionista di metallo –
tutto questo prima ch’io sparassi.
Mi avrebbero impiccato se non per questo:
il mio avvocato, Kinsey Keene, stava cercando d’imputare
il Vecchio Thomas Rhodes per il fallimento della banca,
e il giudice era un amico di Rhodes
e voleva che fuggisse,
e Kinsey offrì di tralasciare Rhodes
in cambio di quattordici anni per me.
L’affare fu concluso. Scontai la pena
e imparai a leggere e a scrivere.

*

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Terra di Forough Farrokhzad

Poetessa iraniana

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Forough Farrokhzad (Teheran, 5 gennaio 1934 – Teheran, 13 febbraio 1967), poetessa iraniana, sfidando le autorità religiose e i letterati conservatori, Farrokhzad espresse con fermezza la propria posizione sulla situazione femminile nella società iraniana degli anni cinquanta-sessanta, contribuendo in modo decisivo al rinnovamento della letteratura persiana del ‘900.

Ah se in questo silenzio
con questa purezza
tu diventassi terra tra le mie braccia,
in questo silenzio, con questa purezza
tra le mie braccia
sotto l’ombrello dei miei capelli
quando il terreno del mio giovane corpo
ti beve
come una pioggia delicata
o una carezza di luna.

*

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CUORE DI SILENZIO, di Silvia De Angelis

Ascolto lontano

d’un moto ambiguo

nell’attimo volatile

additato dal vento.

Accalorato l’abbraccio

dentro una sincronia

d’occhi lucenti.

Un accucciarsi rivelato

dal desiderio di bellezza

ove la bocca chiama amore

in un frugar sparpagliato di sensi.

Con la benda accecante

si fa rapace il vuoto

nello sconsolato inganno

d’una sola volta

nel cuore di silenzio….

@Silvia De Angelis

Al Cabaret-Vert di Arthur Rimbaud

Poeta maledetto

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Jean Nicolas Arthur Rimbaud (1854 – 1891) è stato un poeta francese.

cinque della sera
Da otto giorni laceravo i miei stivali
Sulle pietre dei sentieri. Entrai a Charleroi.
– Al Cabaret-vert: chiesi dei crostini di burro
E del prosciutto che fosse mezzo freddo.
Beato, distesi le gambe sotto il tavolo verde:
Contemplai i soggetti piuttosto ingenui
Della tappezzeria. – E fu adorabile,
Quando la ragazza dalle enormi tette, gli occhi vispi,
– Quella, non era certo un bacio a spaventarla! –
Sorridente mi portò i crostini imburrati,
E il tiepido prosciutto, in un piatto colorato,
Prosciutto bianco e rosa profumato da uno spicchio
D’aglio, – e mi riempì un boccale immenso, con la schiuma
Che un raggio di sole tardivo indorava.

*

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Il cibo e i poeti, il banchetto per Pascoli

La poesia nacque per allietare i banchetti,infatti, gli aedi, gli antichi cantautori, durante i banchetti regali cantavano le imprese degli eroi mitici, mentre durante i pasti nuziali intonavano la melica e la satira giambica e nel corso dei banchetti funebri l’elegia. Perciò la cornice conviviale dei piaceri della tavola, scanditi quasi come se fossero su uno spartito musicale dai brindisi dei convitati, è strettamente legata con l’arte della parola. Nonostante questo legame viscerale tra cibo e arte poetica, la letteratura l’ha scelto poche volte come centro di interesse, soprattutto per quanto concerne la preparazione delle pietanze. I riferimenti gastronomici erano considerati impoetici. Il grande poeta simbolista italiano, Giovanni Pascoli, nel suo “romanzo georgico”, i Poemetti, fu tra i primi a sublimare nella poesia i riti della preparazione di pietanze, facendoli assurgere ad opere d’arte in quanto eseguiti con amore e maestria.

NAPOLI

Il cibo nelle opere di Pascoli assume a seconda dei casi ruoli e funzioni assai diversi: la sua scelta quindi, come quella di oggetti e di luoghi, non è casuale ma fatta perché apportatrice di precisi significati che possono essere slegati da una descrizione di un prodotto o di una ricetta e più collegati a quella di un atto di preparare o trasformare una materia alimentare. Il banchetto in particolare, all’interno della poetica pascoliana, è una metafora della vita e della morte. Il momento conviviale, generalmente simbolo di unione e coesione tra persone che condividono tra loro qualcosa o che sono parenti, è per il nostro protagonista fonte di inquietudine, esempio della sua relazione col senso del vivere; la vita è intesa infatti sostanzialmente come un banchetto dal quale si può essere scacciati all’improvviso. Interessanti a tal proposito sono anche le metafore che utilizza per delineare il comportamento del giusto invitato e quindi, per associazione, dell’uomo che deve avere nei confronti della vita. La morte, tema dominante nella poetica pascoliana, emerge inevitabilmente anche nelle metafore conviviali o a tema cibo ma anche nelle credenze dei propri territori alle quali il poeta fa costantemente riferimento. C’è una tradizione di matrice popolare presente in Romagna che vuole che i morti della famiglia assieme ad altre entità possano, in determinate occasioni, avere accesso libero alla casa; Quindi, di sera era opportuno di non lasciare la tovaglia sulla tavola e lasciare del cibo per non attirarli. A questa usanza fa riferimento la poesia “La Tovaglia” facente parte della raccolta “I canti di Castelvecchio” del 1903. In questo componimento il poeta prega la sorella di non seguire la tradizione e far si che i morti amati, quelli dei parenti, possano giungere a casa. Le tradizioni contadine inoltre, unite alla descrizione delle ricette non sono solo descrizioni atte a documentare gli usi di una porzione di territorio italiano ma, attraverso esse, vengono costruiti significati simbolici, metaforici e rituali, che assumono grande valore per il poeta.

LA TOVAGLIA

Le dicevano: ― Bambina!
che tu non lasci mai stesa,
dalla sera alla mattina,
ma porta dove l’hai presa,
la tovaglia bianca, appena
ch’è terminata la cena!
Bada, che vengono i morti!
i tristi, i pallidi morti!

Entrano, ansimano muti.
Ognuno è tanto mai stanco!
E si fermano seduti
la notte attorno a quel bianco.
Stanno lì sino al domani,
col capo tra le due mani,
senza che nulla si senta,
sotto la lampada spenta.

È già grande la bambina;
la casa regge, e lavora:
fa il bucato e la cucina,
fa tutto al modo d’allora.

Pensa a tutto, ma non pensa
a sparecchiare la mensa.
Lascia che vengano i morti,
i buoni, i poveri morti.

Oh! la notte nera nera,
di vento, d’acqua, di neve,
lascia ch’entrino da sera,
col loro anelito lieve;
che alla mensa torno torno
riposino fino a giorno,
cercando fatti lontani
col capo tra le due mani.

Dalla sera alla mattina,
cercando cose lontane,
stanno fissi, a fronte china,
su qualche bricia di pane,
e volendo ricordare,
bevono lagrime amare.
Oh! non ricordano i morti,
i cari, i cari suoi morti!

― Pane, sì… pane si chiama,
che noi spezzammo concordi:
ricordate?… È tela, a dama:
ce n’era tanta: ricordi?…
Queste?… Queste sono due,
come le vostre e le tue,
due nostre lagrime amare
cadute nel ricordare! ―

*Ancora una poesia profonda e struggente, del grande Pascoli. Come sempre il tema centrale il desco familiare, il nido, il cibo come atto di unione e la morte fine e separazione. È talmente grande la nostalgia dei cari persi così tragicamente che trova spunto da un’antica tradizione che vuole che nel giorno dei morti, hanno il permesso di sedersi alla tavola dei vivi e lì sostare un attimo per mangiare qualcosa se chi è rimasto lì ricorda e li attende. E lui immagina la figura della sorella che contro ogni raccomandazione e paura mette la tovaglia e lascia del pane innaffiato di lacrime, le stesse che i cari estinti verseranno su quel cibo fatto di ricordi di passati pranzi, di passate gioie.

VIVERE 5 ORE? VIVERE 5 ETÀ? Guido Gozzano, la Salvezza sta nel sopore.

Guido Gustavo Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto 1916) è stato un poeta e scrittore italiano. Nato da una famiglia benestante di Agliè, inizialmente si dedicò alla poesia nell’emulazione di Gabriele D’Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti che, poi, sarebbero stati denominati “crepuscolari”. Guido Gozzano nasce il 19 dicembre 1883 ad Agliè, in provincia di Torino, in una famiglia dell’alta borghesia piemontese. Gli studi del poeta sono piuttosto travagliati: bambino svogliato, ha bisogno di un’insegnante privata per terminare le elementari; al liceo viene prima bocciato, poi trasferito in un collegio e infine torna a Torino, dove consegue la maturità nel 1903, la sua prima poesia nota, è dedicata alla madre: Primavere romantiche. Iscritto a Legge, Gozzano iniziò a frequentare i corsi di letteratura di Arturo Graf e la Società della Cultura, un circolo fondato nel 1898 da alcuni tra i più importanti intellettuali piemontesi, il poeta non apprezza particolarmente il circolo, che si rivela però fondamentale per la sua formazione e la sua carriera. Nel 1906, nella Società di Cultura, conosce Amalia Guglielminetti, con la quale inizia l’anno dopo una tormentata relazione: è un anno avaro di componimenti, dedito com’è al progetto di raccogliere in volume i suoi lavori, Il risultato è il volume La via del rifugio, raccolta di 30 poesie, tra le quali spiccano La via del rifugio, che dà il titolo alla raccolta. Il libro è accolto favorevolmente dalla critica, con l’eccezione di Italo Mario Angeloni. Il 29 agosto Rina Maria Pierazzi, sulla rivista « Il Caffaro », rimproverando il « critico poco sagace » di averlo giudicato « un empio », considera invece la poesia di Gozzano « una pura vena di acqua sorgiva ». Il successo ricevuto è presto turbato dalla diagnosi di una lesione polmonare (che si rivelerà dovuta alla tubercolosi). Nella speranza di guarirla, Gozzano inizierà a spostarsi alla ricerca di climi caldi e marini, in particolare in Liguria. Nel 1911 esce il suo libro più importante: I colloqui (a questa raccolta appartiene la famosa poesia La signorina Felicita ovvero La felicità). Nel 1912, sempre più gravemente ammalato, Gozzano decise di imbarcarsi per l’India alla ricerca di un clima migliore. Da questo viaggio scrive: Verso la cuna del mondo. Lettera dall’India.
Muore nel 1916. La triste e precoce consapevolezza della propria morte trapela molto presto nelle poesie di Gozzano, ma è sempre filtrata con distacco ironico. Con questa certezza dolorosa, unita al senso della malattia e alle delusioni amorose è costretto a scontrarsi un altro elemento tipico della produzione del poeta: il suo romantico desiderio di amore e felicità, raggiungibili nelle “cose piccole”, quotidiane e serene.

NAPOLI

È l’ora del crepuscolo per Guido Gozzano. Ha ventisette anni quando scrive questa poesia, ma sa che la morte sta per raggiungerlo. La sua vita finirà cinque anni più tardi, stroncato dalla tisi che lo affliggeva da tempo. Di fronte a questa situazione, per Gozzano c’è solo un modo per sopportare il dolore: quel sopore che lui chiama Salvezza, la giovinezza non c’è più, “non ha ritorno il riso mattutino” e allora non ha importanza vivere cinque età – ovvero infanzia, adolescenza, gioventù, età adulta e vecchiaia – se si è perduta la fase più bella della vita. Non rimane che dormire per risvegliarsi al mattino, il momento migliore non solo della giornata, ma anche della vita, in un giorno qui inteso come metafora dell’esistenza intera.

Salvezza

Vivere cinque ore?
Vivere cinque età?…
Benedetto il sopore
che m’addormenterà….

Ho goduto il risveglio
dell’anima leggiera:
meglio dormire, meglio
prima della mia sera.

Poi che non ha ritorno
il riso mattutino.
La bellezza del giorno
è tutta nel mattino.

*Versi molto diversi dalla giocosità delle “Golose”, la sofferenza e la malattia sono compagne che distruggono il corpo e l’anima di chiunque. Alla fine il poeta “dal sorriso buono” ha un’amara chiusa sarebbe stato meglio addormentarsi subito che vivere le fasi della vita senza poterne godere appieno la gioia.

Ritratto, di Vincenzo Cardarelli, 1916, recensione di Elvio Bombonato

Ritratto, di Vincenzo Cardarelli, 1916, recensione di Elvio Bombonato

Vincenzo Cardarelli

Esiste una bocca scolpita, un volto d’angiolo chiaro e ambiguo, una opulenta creatura pallida dai denti di perla, dal passo spedito, esiste il suo sorriso, aereo, dubbio, lampante, come un indicibile evento di luce.

Il titolo è un indicatore semantico. Il ritratto della donna si ispira allo Stilnovo (angiolo, toscanismo), perché privilegia il viso: bocca, denti, sorriso, in un crescendo irresistibile.

Incipit perentorio, con la ripresa anaforica al v. 6: “esiste”, concretato da “evento”. Ossimori ai vv. 2: chiaro/ambiguo; 3: opulenta/pallida; 7: dubbio/lampante. Un climax anomalo: aereo/dubbio/lampante. L’ultimo verso  rivela che la breve lirica consiste in una similitudine. 

La prepotente luce finale dissolve i precisi contorni della donna (Simona Costa). L’implicita dichiarazione d’amore diventa contemplazione estatica.  Per ora; poi si vedrà. 

foto: Vincenzo Cardarelli nel 1957, fotografato da Paolo Monti da wikipedia

La pioggia è il tuo vestito, di Corrado Govoni, recensione di Elvio Bombonato

govoni

La pioggia è il tuo vestito, di Corrado Govoni, recensione di Elvio Bombonato

La pioggia è il tuo vestito.Il fango è le tue scarpe.La tua pezzuola è il vento.Ma il sole è il tuo sorriso e la tua boccae la notte dei fieni i tuoi capelli.Ma il tuo sorriso e la tua calda pelle¨C12C¨C13C

CORRADO  GOVONI, 1943

Strofa insolita di 7 versi: i primi 3 sono settenari piani, gli altri 4 endecasillabi piani. La disposizione versale è sorretta dalla rima: abaCDEE.  Però capelli/stelle è una quasi rima consonantica. Troviamo un’immagine in ciascun verso, mancano infatti gli enjambement.  

Il parallelismo si fonda sulle iterazioni anaforiche: prima di tutte “è”; quindi la congiunzione avversativa “ma”; l’aggettivo possessivo “tua”; per chiudere con “il tuo sorriso”.  La pezzuola – il fazzoletto messo sui capelli – quale terzo membro –  completa il climax: vestito scarpe pezzuola.  

Mi pare evidente la sensualità volatile della breve lirica, morbida delicata affascinante.  L’elogio della donna ricalca le poesie, quelle solari, dello Stilnovo.

Carta Carbone: “Questa Femmina” di Manuela Di Dalmazi

by Filippo Fenara “Questa Femmina” di Manuela Di Dalmazi mette in campo tutta la trasgressiva ma politicamente corretta (per un soffio) femminilità del suo essere donna. Tra questi versi inebrianti c’è tutto: la seduzione, l’emancipazione, il vanto, la tradizione, la sensualità, lo scherzo che rivela, la verità che soggioga, gli occhi profondi, l’anima sfuggente. Pubblicata originariamente l’otto […]

Carta Carbone: “Questa Femmina” di Manuela Di Dalmazi

Tessa Gelisio: età, altezza, Cotto e Mangiato, Massimo Pusceddu

Tessa Gelisio

Conduttrice e attivista ligure, dalla passione per la cucina ai programmi TV e l’attività imprenditoriale in Sardegna

La conduttrice Tessa Gelisio

Fonte: Archivio

  • Nome completo: Tessa Gelisio
  • Data di nascita: 06/05/1977
  • Luogo di nascita: Alghero
  • Segno zodiacale: Toro
  • Altezza: 1.75 m
  • Nazionalità: Italia
  • Professione: conduttrice
  • Data debutto: 2001
  • Social: FacebookInstagramTwitter

Biografia

Tessa Gelisio debutta in tv nel 2001 con Blu & Blu, un programma dedicato al mondo marino, e nella stagione successiva approda su La7 con Oasi, un programma di divulgazione scientifica. Nel 2002 collabora con un’edizione di Sereno Variabile mentre nel 2003 conduce Italia che vai. Nel 2003 le viene affidata la conduzione di Pianeta Mare che porta avanti fino al 2017. Inoltre, dal 2002 al 2006 conduce anche Solaris, il mondo a 360°. Dal 2011 è alla guida di Cotto e mangiato all’interno di Studio Aperto e dal 2014 conduce InForma, un magazine di Canale 5 che tratta di salute, medicina e benessere psicofisico. In qualità d’imprenditrice, nel 2015 ha avviato La Sabbiosa, una tenuta che sorge di fronte al mare, tra le dune dell’Isola di Sant’Antioco, nella provincia del Sud Sardegna. Lì, insieme al suo compagno Massimo Pusceddu, Tessa Gelisio produce uva da tavola biologica e vini d’alta qualità. A partire dal 25 ottobre 2021 torna su Italia 1 alla conduzione di Cotto e mangiato – Il Menù. Sin da giovane è un’attivista e milita in Legambiente e nel WWF. Dal 2021 è entrata a far parte del comitato dei promotori della Fondazione Symbola, presieduta dal presidente onorario di Legambiente.

Vita privata

Tessa Gelisio è nata ad Alghero il 6 maggio 1977 ma è cresciuta a Rosignano Marittimo in provincia di Livorno, paese d’origine della madre, insieme alla sorella Olivia. Il padre Luciano Gelisio è invece un produttore di borse in pelle. Dopo aver conseguito il diploma di maturità, si è trasferita a Milano per proseguire gli studi ed è qui che ha iniziato il suo impegno ambientalista ed ecologista, anche in quanto esperta di comunicazione. È legata sentimentalmente da molti anni a Massimo Pusceddu, operatore che lavora dietro le quinte nel mondo dello spettacolo. I due si sono incontrati nel 2009, ai tempi di Pianeta Mare, e da allora hanno condiviso molti progetti professionali, tra cui la rubrica di Cotto e mangiato e l’apertura della loro azienda agricola in Sardegna…. leggi tutto su: Sorgente: Tessa Gelisio: età, altezza, Cotto e Mangiato, Massimo Pusceddu

Andrea Camilleri: Il maestro del giallo mediterraneo

Andrea Camilleri foto Wikipedia

Andrea Camilleri: Il maestro del giallo mediterraneo

Andrea Camilleri, uno dei più celebri autori italiani del XXI secolo, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della letteratura con la sua serie di romanzi dedicati al commissario Montalbano. Con il suo stile unico e coinvolgente, Camilleri ha saputo creare un universo letterario che combina abilmente il genere del giallo con una vibrante rappresentazione della Sicilia e della sua cultura.

Nato a Porto Empedocle nel 1925, Camilleri ha vissuto una vita ricca di esperienze e influenze che hanno plasmato la sua scrittura. Dopo una carriera come regista teatrale e televisivo, ha iniziato a dedicarsi alla narrativa, conquistando il pubblico con il suo primo romanzo del 1994, “La forma dell’acqua”.

Tuttavia, è con la serie di romanzi incentrati sul personaggio del commissario Montalbano che Camilleri ha raggiunto il successo internazionale. Attraverso le indagini del cinico, ma umanamente imperfetto, commissario, l’autore ha creato una trama avvincente e una ricca galleria di personaggi che riflettono le dinamiche sociali e politiche dell’isola siciliana.

Il fascino dei romanzi di Camilleri risiede nella sua capacità di trasportare i lettori in un affascinante mondo mediterraneo. Le descrizioni vivide dei paesaggi, degli odori e dei sapori della Sicilia si fondono con la trama del giallo, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. La scrittura di Camilleri è vivace, ricca di ironia e di dialoghi pungenti che catturano l’autentico spirito siciliano.

Oltre all’intrattenimento, i romanzi di Camilleri affrontano temi sociali complessi. La corruzione, la criminalità organizzata, le tensioni culturali e politiche sono solo alcuni degli argomenti che l’autore esplora nelle sue opere. La critica sociale presente nei romanzi di Montalbano ha reso le storie di Camilleri ancora più rilevanti e amate dal pubblico.

La fama di Camilleri ha superato i confini italiani, raggiungendo un pubblico internazionale. Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue, consentendo a lettori di tutto il mondo di apprezzare il suo talento narrativo e la sua capacità di catturare l’essenza della Sicilia.

Andrea Camilleri è stato un autore che ha segnato un’epoca nella letteratura italiana. La sua abilità nel combinare il giallo con la cultura e la società siciliana lo ha reso un maestro indiscusso del genere. La sua eredità letteraria rimarrà per sempre, continuerà a influenzare le generazioni future di scrittori e a incantare i lettori con le sue indimenticabili storie.

In conclusione, Andrea Camilleri è stato un autore straordinario che ha saputo creare un mondo letterario avvincente e unico. La sua serie di romanzi dedicati al commissario Montalbano ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama della letteratura gialla, offrendo al lettore un’esperienza coinvolgente e un viaggio nell’anima della Sicilia.

I movimenti sociali nell’era dei social media: Le manifestazioni di protesta nella società odierna

I movimenti sociali nell’era dei social media: Le manifestazioni di protesta nella società odierna

Oggi qualsiasi evento, anche il Salone del libro di Torino, diventa un occasione per manifestazioni di protesta, con questo teniamo a precisare che non vogliamo entrare nel merito dei contenuti della protesta che si è svolta ieri a Torino ma semplicemente fare alcune considerazioni su un fenomeno sociale dell’attuale epoca:

Ci possono essere diverse ragioni per cui gli eventi, incluso il Salone del libro di Torino, diventano occasione per manifestazioni di protesta:

Visibilità pubblica: Gli eventi di grande portata, come il Salone del libro, attirano l’attenzione dei media e di un vasto pubblico, offrendo alle persone la possibilità di far conoscere le loro preoccupazioni e richieste attraverso le manifestazioni.

Accesso a un pubblico ampio: Gli eventi di questo tipo attraggono spesso una vasta gamma di partecipanti provenienti da diverse sfere della società, offrendo alle organizzazioni e ai movimenti la possibilità di raggiungere un pubblico più ampio con il proprio messaggio.

Questioni rilevanti: Gli eventi culturali e letterari come il Salone del libro possono essere collegati a questioni sociali, politiche o culturali che generano controversie o disaccordi. Queste questioni spesso diventano il centro delle manifestazioni di protesta durante tali eventi.

Piattaforma per l’espressione: Gli eventi pubblici sono spazi in cui le persone possono esprimere le proprie opinioni e protestare pacificamente per richiamare l’attenzione sulle questioni che considerano importanti. L’organizzazione di proteste durante gli eventi può essere considerata un modo per sfruttare questa piattaforma di espressione.

Coinvolgimento politico: Gli eventi di grande rilievo possono diventare terreno fertile per le manifestazioni politiche, dove le organizzazioni e i movimenti cercano di promuovere le proprie cause o criticare le politiche attuate.

È importante notare che non tutti gli eventi diventano automaticamente occasione per proteste. Tuttavia, quando ci sono questioni rilevanti o dibattute nella società, gli eventi pubblici possono essere scelti come luogo di manifestazioni di protesta per attirare l’attenzione e far sentire la propria voce su tali questioni.

Nella società odierna, ci sono diverse dinamiche e tendenze che possono influenzare il modo in cui le persone si esprimono attraverso le proteste e le manifestazioni. Ecco alcune delle caratteristiche salienti:

Movimenti sociali: Ci sono numerosi movimenti sociali attivi in tutto il mondo che si impegnano per una vasta gamma di cause, come i diritti umani, l’uguaglianza di genere, la giustizia sociale, l’ambiente e molto altro. Questi movimenti spesso organizzano manifestazioni di protesta per sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere il cambiamento e far sentire la propria voce.

Utilizzo dei social media: I social media hanno un ruolo significativo nelle manifestazioni di protesta nella società odierna. Piattaforme come Twitter, Facebook, Instagram e YouTube consentono alle persone di organizzarsi, diffondere informazioni, condividere testimonianze e mobilitare sostenitori per le cause che promuovono.

Preoccupazioni ambientali: La questione del cambiamento climatico e dell’ambiente è diventata sempre più importante nella società odierna. I movimenti come Fridays for Future e Extinction Rebellion hanno organizzato manifestazioni di protesta in tutto il mondo per richiamare l’attenzione sulle questioni ambientali e chiedere azioni concrete per affrontarle.

Polarizzazione politica: La polarizzazione politica può portare a tensioni nella società e alimentare manifestazioni di protesta. Le persone possono protestare contro le politiche del governo, le disuguaglianze sociali, l’ingiustizia economica o altre questioni legate alle divisioni politiche.

Questioni di giustizia sociale: La lotta per la giustizia sociale e l’uguaglianza è un tema centrale nelle proteste attuali. Le manifestazioni si concentrano su questioni come il razzismo, la brutalità della polizia, la discriminazione di genere, l’omofobia e la xenofobia, cercando di portare cambiamenti significativi nel trattamento e nei diritti delle diverse comunità.

È importante sottolineare che le manifestazioni di protesta possono assumere forme diverse a seconda del contesto sociale, politico e culturale specifico di ogni paese e regione. Le proteste possono essere pacifiche e mirate a sensibilizzare l’opinione pubblica o possono sfociare in tensioni e conflitti. La società odierna è caratterizzata da un’ampia gamma di preoccupazioni e movimenti che riflettono la diversità di opinioni, valori e lotte per il cambiamento.

Libri: “Aspettando l’alba” By Zephyro Edizioni di Marco Conti

“Aspettando l’Alba” è il mio secondo romanzo ed è quello che più ho sentito mio. Questo racconto, mi ha permesso di terminare il mio “Strip-tease al contrario”, ovvero mi ha permesso di parlare ancora una volta del mio passato e delle emozioni che mi ha lasciato. E’ una teoria secondo la quale, chi scrive compie appunto una sorta di “Strip-tease al contrario”, parlando di sé e del proprio passato, dapprima in modo insistente, ma via via sempre meno rilevante. Ci si denuda, si ha il bisogno di farlo, di cercare in fondo a sé le motivazioni e gli stimoli per scrivere e per farlo, si parte dalle emozioni vissute in prima persona. Avevo voglia e bisogno di raccontare il mio passato, degli amici con cui sono cresciuto, quelli con i quali ho intrapreso un lungo percorso di vita che continua ancora oggi. Ecco perché la scelta dall’epigrafe di Nelson Mandela:  Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati”.  

Andrea, protagonista del romanzo, dopo un percorso lavorativo e umano a Roma, sente il bisogno e il richiamo della sua terra per chiudere il cerchio e ripartire dalle proprie origini.

Anche per “Aspettando l’alba” ho creato il Book Trailer, nel quale ho cercato di far risaltare il motivo per cui ho scritto questa storia, il senso del mio viaggio nel tempo. Le immagini che vedrete e che ho utilizzato, sono ricavate da pixaby, tranne quelle del furgone che invece sono il frutto di un ottimo lavoro fatto con l’amico fotografo Andrea Lanceni. Tengo a precisare che il furgone utilizzato è stato gentilmente prestato dall’amico Valerio Pievani, appassionato di auto d’epoca che si è messo a nostra disposizione per un set fotografico.

Oggi c’è una grande e importantissima novità: ASPETTANDO L’ALBA verrà pubblicato nei prossimi mesi da ZEPHYRO EDIZIONI che voglio ringraziare per la stupenda cover creata!

Vi lascio la trama e il Book trailer…aspetto i vostri commenti!!

La trama:

Andrea lavora per una piccola testata giornalistica di Roma, ma ambisce a qualcosa di più. Quando meno se lo aspetta e nel modo più inconsueto che abbia mai potuto immaginare, la sua carriera prende una piega decisamente positiva. La sua vita cambia totalmente: i soldi non sono più un problema, ma l’aspetto sociale ne risente molto. Carmen, storica coinquilina con cui ha intrecciato un’amicizia profonda, non lo riconosce più.
La sua relazione con Silvia fatica a decollare. A frenarlo come sempre, sono le stesse paure e angosce che l’hanno costretto ad andarsene da Bergamo parecchi anni prima: un fatto accaduto negli anni della sua adolescenza, ha condizionato e indirizzato la sua vita in maniera irreversibile. In mezzo a questa crisi interiore, Andrea cerca contro tutto e tutti di mantenere quella posizione che da sempre ambiva, ma che rivela aspetti che non aveva previsto. Saranno le stesse persone che tanto hanno creduto in lui, a porlo di fronte a un bivio.

“Aspettando l’alba”…Il BookTrailer:

https://youtu.be/Lfo8kp0LBXY

Marco

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L’Eroe di Marianne Moore

Poetessa americana appartenente al movimento modernista

Avatar di almerighialmerighi

Marianne Craig Moore (Kirkwood, 15 novembre 1887 – New York City, 5 febbraio 1972) è stata una poetessa e scrittrice statunitense appartenente al modernismo

Come Pilgrim, costretto ad andar piano
a trovare il suo rotolo; stanchi ma pieni di speranza –
non essendo speranza la speranza
finché non sia svanito ogni motivo
di speranza; e indulgenti, pronti a considerare
l’errore del proprio simile
col cuore di una madre –
donna o gatta.

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