Arezzo veste Prada e non solo nella moda: tre location acquistate dal noto marchio e riportate a nuova vita;Gabriella Paci

L’edicola

Nel centro di Arezzo, in piazza San Jacopo, c’è un’edicola “storica “che, nata nel 1953, è sempre stata gestita da Piero Scartoni e lo è tuttora, nonostante che il titolare abbia ben novant’anni. Questa edicola, simbolo di Arezzo, rischiava di essere chiusa se Patrizio Bertelli, il presidente del gruppo Prada, non avesse deciso di acquistarla, realizzando un atto d’amore e di riconoscenza verso la città che ha segnato la sua fortunata carriera.

 Ritrovo nel tempo passato di sportivi e frequentata dal giornalista Gianni  Brera e da Pier Paolo Pasolini,questa piccola edicola retrò è appunto un “luogo del cuore “per tanti aretini delle passate generazioni. Aveva resistito, per 70 anni, alle mutazioni intorno come l’abbattimento nel 1967  della retrostante chiesa del XII secolo per far posto alla costruzione dei Grandi magazzini Rinascente-Upim.

Lì gravitavano i giocatori della squadra amaranto  e gli allenatori Manlio Bacigalupo o Omero Tognon , quando erano allenatori dell’Arezzo” o   politici come Walter Veltroni e Luciano Lama  e artisti come Pier Paolo Pasolini, in città in visita al suo amico Ninetto Davoli, all’epoca in servizio di leva presso la Cadorna.

 Fino a settembre sarà ancora Piero Scartoni con la figlia, a gestire il chiosco ma la continuità grazie all’acquisto di Prada , gestito dall’avvocato Gatteschi, è garantita. Tuttavia ,come rileva Scartoni, la carta stampata oggigiorno interessa pochi,soppiantata dall’informazione online .

Il caffè de’Costanti”

E’il terzo atto d’amore da parte di Bertelli, il quale ha rilevato anche un altro locale storico, “Il caffè dei Costanti “ situato nella bellissima Piazza San Francesco.Un locale d’altri tempi, dove i liceali di un tempo si fermavano per una rapida colazione e dove le signore sostavano il pomeriggio nella saletta da the interna al locale. Oggi il  caffè con il suo outdoor  nella bella piazza storica, era affollato da turisti e aretini, specie all’ora degli aperitivi. Chiuso da tempo, circa 500 giorni, nonostante l’espandersi con i tavoli dei locali attigui, la piazza era menomata nel suo  tradizionale modo di essere. Ancora il caffè ,che ultimamente era anche un ristornate con piatti veloci, è chiuso, ma il suo acquisto da parte di Bertelli rende   imminenti i lavori di ristrutturazione per la sua riapertura a fine estate.

L’asta, lanciata ad inizio anno da Intesa Sanpaolo ,proprietaria dell’immobile ereditato da Ubi e a sua volta  da banca Etruria prevedeva una base di 1 milione e 350 mila euro e Prada l’ha acquistata per 1 milione e 600 mila euro.

 La” buca di San Francesco”

Altro acquisto che è tuttora attivo ,con un menu toscano ,è il ristorante chiamato “la buca di San Francesco”,situato nell’omonima piazza. Nato nel 1929 ad opera di Giuseppe Porcellotti, detto” Beppino della Buca” è stato gestito fino 2018, anno della sua scomparsa da Mario De Filippis che aveva sposato al figlia del Porcellotti. Gestito poi anche con i due figli ,era diventato un punto fermo di Arezzo. Chiuso poi nel 2019 causa covid, non era stato più riaperto. Il locale ha visto passare regine, scienziati,attori, registi, vips vari, e tutti gli amanti della tradizione culinaria toscana di livello. Perfino Harry Truman, presidente degli Stati Uniti ha mangiato nella Buca,come personaggi del calibro di Charlie Chaplin,Roberto  Benigni, Salvador Dalì, Gustavo VI di Svezia, Raymond Peynet, Adriano Celentano,Sting, Carolina di Monaco, Giorgio Gaber ,Margherita Hack e altri…

Sotto le suggestive volte affrescate,il locale ha riaperto ora  i battenti con prezzi accessibilissimi.

La città auspica di vivere una nuova stagione di presenze di  personaggi di spicco perché questo significa turismo e nuova linfa per una città che ha , peraltro, un centro storico d’eccellenza e borghi limitrofi di straordinaria bellezza.

.

Inventario di Günter Eich

Letteratura delle macerie da un grande poeta tedesco

almerighi

Günter Eich (1907 – 1972) scrisse questa poesia mentre si trovava in un campo di prigionia americano.
“Inventur” è una delle più note e rappresentative composizioni della cosiddetta “Trümmerliteratur”, la 
letteratura delle macerie , nella Germania dell’immediato secondo dopoguerra.

Questo è il mio berretto
questo è il mio cappotto
qui le mie cose per radermi
nel borsello di lino.

Barattolo di conserva:
il mio piatto, il mio bicchiere,
nello stagno bianco
ho inciso il nome.

Inciso qui con questo
chiodo prezioso,
che sorveglio
da occhi bramosi.

Nel tascapane ci sono
un paio di elencare di lana
e alcune cose che non ho
mostrato a nessuno,

molto utili di notte
come cuscino per la mia testa.
Il cartone sta qui
tra me e il terreno.

La mina della matita
l’amo più di tutto il resto:
di giorno mi scrive i versi
che di notte ho inventato.

Questo è il mio taccuino,

View original post 24 altre parole

MEMORABILE FINITO, di Silvia De Angelis

donna-sogno1

Motivazioni sbiadite

nella segreta stanza

espandono nuove filigrane

sul mutismo della notte

E’ allora che morbidi polpacci

intraprendono

con languidezza

un percorso senza teoremi

Vieni tu

uomo sconosciuto

posando passi da ladro

Mi senti con gli occhi

nei piombi di piuma

mentre il ventre pulsa

intense risalite d’amore

Compare

avvolgente

un orgasmo indefinito

quanto la caduta d’una goccia

nel suo memorabile finito…

@Silvia De Angelis