
Si può amare ad ogni età.
Erikson, psicoanalista infantile e autore della Teoria psicosociale dello sviluppo, sostiene che la vecchiaia, sia il momento dell’incontro di «dimensioni psicologiche quali integrità e disperazione».
Una fase in cui si rivedono le decisioni prese nel corso della propria esistenza, alla luce di nuove informazioni, e si cerca di dare una spiegazione, una giustificazione, un senso, a quello che si è fatto e a quello a cui si è rinunciato.
In questo particolare momento della vita può affiorare anche la consapevolezza di non aver più bisogno (se in passato lo si è avuto) di approvazioni o riconoscimenti, sostituiti da una matura coscienza di aver ormai conseguito stili esistenziali propri che possono o meno incontrare l’approvazione degli altri (da qui la difficoltà di far cambiare idea a qualcuno avanti negli anni).
Tra le gli aspetti della vita che vengono presi in considerazione vi sono anche la sfera affettiva e amorosa che può intraprendere due vie:
- quella triste, rispetto a un’esperienza persa (nel caso della vedovanza) o mai avuta, nel caso in cui si fosse deciso o non si fosse potuto, negli anni addietro, costruire legami
- quella saggia che permette di accettare il tempo trascorso e recuperare nella vecchiaia ciò che non si è avuto prima
L’amore o le relazioni affettive vengono vissute, a seconda del cammino intrapreso in modo conflittuale o maturo poiché, sempre secondo Erikson, «l’adolescenza come la vecchiaia sono stadi complessi.»
La ricerca dell’altro e il consolidamento di un rapporto consentono di vivere in modo pieno e sano un periodo importante della propria vita.
Secondo Harfield e Traupmann i partner devono sentire e ricevere dalla relazione tanto quanto danno (1986) per questo anche nella tarda età le relazioni durano solamente se nella coppia ci sono regole. Anche il riconoscere il proprio bisogno di avere accanto qualcuno da amare e che ci faccia sentire amato, può essere una regola che fa da collante al rapporto.
Secondo uno studio dell’università svedese di Göteborg, che ha messo a confronto la terza età degli anni Settanta con quella di oggi, le ultrasessantenni a differenza delle loro mamme e nonne, continuano ad avere una vita sessuale attiva, divorziano, escono la sera e sono mediamente in buona salute. In una parola, si godono la vita.
Per Francesco Alberoni: «Noi tendiamo a innamorarci quando siamo pronti a cambiare». E il cambiamento, è una prerogativa dalla giovinezza.
Certamente il rischio di innamorarsi delle persone sbagliate esiste, esattamente come esisteva quando avevamo 20 anni. L’amore, a qualunque età si provi, rende fragili e forti, saggi e stupidi.
Tornando a Erikson gli anziani cercano di dare un senso alla loro esistenza quella attuale e quella che ormai vedono in prospettiva passata e futura e la scelta di abbracciare e rischiare un amore tardivo è la dote di chi, non essendo philofobico (paura di innamorarsi) non vede nell’unione con l’altro una minaccia al suo Sé.
Non vi è quindi nulla di ridicolo in un novantenne innamorato, ciò che egli ci mostra è la maturità di un uomo che ha deciso di continuare a dare un senso alla propria esistenza.
Dott.ssa Maria Angela Ciceri
Psicologa Clinica
Libera professionista nel contesto peritale giuridico e forense
Sono psicologa clinica e forense. Come clinica mi occupo di consulenza e supporto psicologico sia individuale che di coppia, di psicodiagnostica, di sostegno alla genitorialità, di psico-geriatria, di orientamento scolastico e professionale. Come libera professionista in ambito giuridico e forense il mio ruolo è quello di consulente nella valutazione del danno psichico dovuto ad eventi traumatici, di valutazione delle competenze genitoriali in caso di separazione e divorzio, di mediazione familiare. Conduco inoltre laboratori di comunicazione, psicologia sociale, uso della scrittura come strumento di consapevolezza e problem solving, al fine di facilitare il superamento di criticità emotive.