ABBANDONO, di Vincenzo Cardarelli, recensione di Elvio Bombonato

ABBANDONO, di Vincenzo Cardarelli, recensione di Elvio Bombonato

ABBANDONO

Volata sei, fuggita

come una colomba

e ti sei persa, là, verso oriente.

Ma sono rimasti i luoghi che ti videro

e l’ore dei nostri incontri.

Ore deserte,

luoghi per me divenuti un sepolcro

a cui faccio la guardia.

VINCENZO CARDARELLI 1936

Poesia di 8 versi: 3 settenari, 3 endecasillabi, 1 quinario, 1 novenario. Il titolo è un indicatore semantico.

Questa lirica appartiene agli amori tormentati di Cardarelli, come: Amicizia, Amore, Distacco, Attesa, Passato, Crudele addio, Gabbiani, Aprile, Ritratto. 

Lei lo ha lasciato, scomparsa chissà dove; l’abbandono è definitivo, senza speranza. A lui è rimasta solo la rimembranza – leopardiana –, nello spazio e nel tempo, dei loro incontri. 

Adesso le ore del poeta sono deserte, i luoghi sono diventati un sepolcro, al quale fare un’inutile guardia. L’avversativa perentoria del v.4 sigilla la fine del loro amore, e il tu implicito sottolinea l’amarezza del poeta.

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