La poesia assoluta di Amelia Rosselli

La poesia assoluta di Amelia Rosselli

Claudio Piersanti 11 Giugno 2022

Forse mi piace parlare di poesia perché sono convinto che sia impossibile parlarne. E anche se “vita e scrittura ène compagni, el sai” (come scriveva Franco Scataglini) montare aneddoti di vita e poesie è un gioco intellettuale non privo di pericoli. Corriamo il rischio di schiacciare in una biografia il vero contenuto del testo, che in realtà non trova nella biografia alcuna spiegazione. Quando i destini del poeta si intrecciano con quelli della Storia, per esempio la seconda guerra mondiale, il rischio è che la poesia venga oscurata, risucchiata dagli eventi, rendendola addirittura impossibile. In realtà la poesia non si lascia mai zittire dalla Storia. La Storia non suscita la poesia, la invade, spesso la perseguita, ma non è mai la sua spiegazione. L’odio di ogni potere verso la poesia dovrebbe dirci molto di più, e senza usare le note sbiadite del vittimismo.

La poesia è sopravvissuta alle dittature più feroci, le ha irrise, e nel grande minestrone della Storia ne è uscita vincitrice. La poesia di Amelia Rosselli entra a pieno diritto in questo discorso, che senza nominarla suscitava la grande poesia russa del novecento. “Ho nella stella nera del mio destino \ un qualche cosa che non è questo \ versificare per buone donne o fanti \ o spente illuse stelle silenziose \ o rauche vanità d’essere additata \ tra i primi.” Traggo questa e le altre citazioni da un volume prezioso edito da Garzanti qualche anno fa, Le poesie (1997) curato da Emmanuela Tandello con prefazione di Giovanni Giudici. Rimando al notevole contributo critico di entrambi per approfondire la conoscenza di Amelia Rosselli. Ma soprattutto rimando alla lettura diretta delle sue opere raccolte in quel volume. Aggiungerei anche l’importante traduzione di Sleep (poesie scritte in inglese) curata da Emmanuela Tandello per le edizioni Garzanti.

Parlare dell’omicidio fascista del padre e dello zio, i fratelli Rosselli ricordati in diverse strade italiane, della sua notevolissima cultura musicale, linguistica, del suo nomadismo attraverso lingue e paesi sarebbe sovrastante e confinerebbe la sua scrittura in una dimensione testimoniale che è invece praticamente invisibile. Il dolore psichico della Rosselli è lo stesso dolore che ha attraversato tutto il mondo. Il lettore delle sue poesie non è in cerca di una diagnosi. Il lettore è (o dovrebbe essere) in cerca di qualcosa di nuovo, esattamente come lei. Chi ha avuto la fortuna di incontrarla personalmente non ha fatto però alcuna fatica ad associarla alla musica dei suoi versi. Sillabe, parole, suoni, passi camminati uno dopo l’altro, veloci, quasi da gazzella, il corpo minuto e longilineo, gli occhi grandi per guardare lontano, le sigarette respirate come aria fresca… leggi tutto su: https://www.doppiozero.com/la-poesia-assoluta-di-amelia-rosselli

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