Racconti: La fiamma

Racconti: La fiamma

Date: 25 settembre 2021Author: alessandria today

Racconti: La fiamma

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C’è una fiamma che non si spegnerà mai del tutto. A volte flebile, altre accecante, ma sempre e comunque viva. E’ lì, con la pioggia, col vento, nemmeno se un estintore l’assaltasse cederebbe. 

E’ come colui che attende sulla riva del fiume, in attesa che il cadavere passi. E quel cadavere può essere anche un’idea, una speranza, un progetto. Perché tutto passa. Quella fiamma, però, non si spegne. 

Non ha bisogno che qualcuno la osservi, lei resta accesa comunque. Non ha bisogno che se ne parli, che la si commenti, che qualcuno ci si scatti delle fotografie da pubblicare su un social network. No, non è una moda, né una tendenza, né un irrazionale moto di un giovane scapestrato. 

No, è semmai un manifesto di verità, di trasparenza, di purezza. Un agognato spazio di beatitudine ritagliato tra le montagne, col suono della fauna a tener compagnia, e il vento che non smette di tentare. La potresti osservare per ore, quella fiamma. 

Si muove, mai allo stesso modo, mai uguale a se stessa. E’ il frutto di un’anima che non ama la vendetta, che cerca di controllarsi, che aspira a qualcosa di più alto. Un’anima che non pensa a questo mondo, ma al Regno dei Cieli, e che grazie a questa impostazione spirituale riesce a cavalcare l’onda del suo dolore rimanendo in piedi. 

Perché la fiamma non si spegne. Puoi urlare, puoi sventolare un ventaglio, sputare, calpestare, ma non si spegne. Potresti portarla con te, a illuminare il tuo cammino in una notte mai così oscura. Segnerebbe i tuoi passi, i tuoi respiri, il battito del tuo cuore. 

Col suo moto ondulatorio ti accompagnerebbe, evitando di lasciarti in pasto ad una solitudine potenzialmente tentatrice. Ci sono vuoti da riempire, ma è il suo calore che non manca mai a tenere la temperatura ad un livello sempre piacevole. E quella fiamma a cui nessuno fa neanche più caso è un posto sicuro. Forse, chi lo sa, è proprio questo che ti spaventa. 

Si preferisce spesso assecondare l’istinto di una parvenza di apparente libertà, anziché tentare di costruire una fortezza circondata esclusivamente dalle (poche) persone che abbiano a cuore il destino della nostra anima. Io non so come finirà quel viaggio, non so in quanti prenderemo la destinazione che spero, ma so che fino ad allora la fiamma resisterà. 

E quanto al dopo, non sta a me deciderlo. Il silenzio, il silenzio non cancella. Anzi, semmai talvolta accentua. Ma io lo reputo degno dell’immutabilità, della conservazione, nonostante tutto anche del rispetto. Non c’è sempre bisogno di parlare. Anzi, spesso è esattamente l’opposto. 

Sta alla sensibilità di ciascuno, imparare da ciò che accade intorno a noi. Tutto, in qualche modo, ci segnerà. Ma ci sono ferite che si rimarginano, e altre che lasceranno un marchio. E se io proprio devo avere un marchio, lascio allora che sia quella fiamma. 

Perché non mi piacciono i tatuaggi, ma l’indelebilità delle parole racchiuse per sempre spiritualmente in me, quella sì. La fiamma resiste anche da sola, fino alla fine, con inesorabile certezza. 

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