“Una lettera dal fronte”- Sulla condizione dell’amante quando è lontano dalla sua amata- poesia di Kareem Abdullah -Iraq

Foto cortesia di Kareem Abdullah -Iraq

L’amore in tempo di guerra

La prima poesia: “Una lettera dal fronte”
(Sulla condizione dell’amante quando è lontano dalla sua amata)

Ti scrivo da uno spazio aperto e pieno di silenzio,
da una tenda che a malapena mi protegge dal rompersi del vento.
Tutto qui mi sembra perduto,
persino il nome con cui mi chiami…
ho dimenticato la tua voce.
Il tuo volto mi visita furtivamente, quando le armi si addormentano e la cautela si fa meno rumorosa.
Mi manca il modo in cui organizzavi la giornata,
la tua tazza piena di profumo,
il calore che mi accarezzava il cuore con la punta delle tue dita.
Sto bene, come dicono quando non voglio piangere.
Ma quando mi addormento… dormo nell’ abbraccio della tua voce.

Kareem Abdullah -Iraq

حب في زمن الحرب

القصيدة الأولى: “رسالة من الجبهة”
(عن حالة الحبيب وهو بعيد عن حبيبته)

أكتب إليكِ من عراءٍ يعجّ بالصمت، من خيمةٍ بالكاد تحميني من انكسارات الريح، كلّ شيء هنا يشبه الفقد، حتى اسمي الذي تنادينني به… نسيتُ صوته. وجهكِ يزورني خلسة، حين تغفو البنادق، ويصبح الحذر أقلّ ضجيجًا. أحنّ إلى طريقتكِ في ترتيب النهار، إلى فنجانكِ المسكونِ بالعطر، إلى دفءٍ كان يربت على قلبي من طرف أصابعكِ. أنا بخير، كما يقولون حين لا يريدون البكاء. لكنني حين أغفو… أنام في حضنِ صوتكِ.

Innamorata dei tuoi versi di Giuseppina De Biase.

I tuoi versi
sfiorano la mia anima

come ali di farfalla

la svegliano dal sonno.

I tuoi versi sono

un eco profondo

una dolce melodia

un canto divino

Mi trasportano

Mi rapiscono

Perdendomi nel loro ritmo

nel loro silenzio.

Innamorata dei tuoi versi

prigioniera di questa dolce magia

che illumina i miei occhi

In ogni verso

un brivido

un sussurro

un amore eterno

scolpito nella Poesia.

IL SUO NOME RISUONA COME ETERNO SPLENDORE DI GIUSEPPINA DE BIASE.

Michelangelo

Nome divino

Michele principe guerriero

Angelo la luce che ci guida

Michelangelo artista immortale

Dal David al dipinto della Cappella Sistina

Il suo nome risuona

Come eterno splendore

Nella Cappella Sistina

ogni pennellata un sussurro d’amore

Ogni pennellata un’ode alla bellezza

La volta è un cielo dipinto

Un tesoro di passioni

di emozioni

Un tesoro eterno

In questo tempio

il tempo si ferma

l’anima si eleva

tra affreschi celesti

che incantano

Non è solo un’esperienza mistica

Ma un’emozione intensa

E qui

sotto questa volta

Ci lasciamo andare

alle magiche
alle divine
alle vibranti pennellate di

Michelangelo.

Giuseppina De Biase

“Spesso il  male di vivere ho incontrato” di Montale; una poesia che esplicita questa condizione umana ,allora come oggi.Gabriella Paci

«Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.


Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:

era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato

Una poesia emblematica questa del 1924 nell’ambito della produzione montaliana che fa parte della raccolta “Ossi di seppia “ del 1925. Per Montale la parola poetica deve ricorrere a toni semplici ma non semplicistici ,ad un linguaggio puntuale, a volte anche tecnico e far uso del famoso “correlativo oggettivo” ovvero il riferimento ad un oggetto o un elemento naturale per esprimere un sentimento ,uno stato d’animo .Dai crepuscolari riprende il tono colloquiale e talvolta ironico ma si allontana da D’Annunzio e dai suoi toni celebrativi e dalla parola preziosa e ricercata, pur usandola talvolta .
In questa lirica troviamo esempio di quanto finora affermato :”il male di vivere” conosciuto con il termine più conosciuti di “depressione” è esplicitato attraverso elementi quali un ruscello che sembra impedito nel suo libero fluire, una foglia secca che si accartoccia o un cavallo stremato caduto a terra.Uscirne  non appare possibile(ricordiamo il suo cercare inutilmente ”Il varco” nella poesia Doganieri”) a meno che non si appartenga alla divinità, rappresentata da una statua nell’ora più morta del giorno o ad una nuvola o ad un falco che vola alto sopra la terra,

Nella prima quartina il poeta ci presenta le sue esperienze di vita ,caratterizzate appunto da un malessere riscontrato anche nella natura stessa (e qui ci viene in mente Leopardi quando parla di natura “Matrigna “ che illude ci sia benessere e felicità per poi avvicendare la sorte delle creature fino alla loro distruzione) per poi passare alla seconda quartina dove c’è uno spiraglio ,Un possibile varco per uscire da questo male di vivere. Ma la soluzione è l’indifferenza che è l’atarassia ,come dicevano i greci, che è il distacco dalla passioni, privilegio questo degli esseri insensibili o della divinità e quindi è una soluzione senza un reale risultato salvifico.Unica possibilità l’attimo estatico di indifferenza ma è ,come detto,un attimo  e non uno status.

Questa condizione sistenziale attraversa tutta la produzione di Montale che cerca,senza mai trovarla,un asoluzione al suo malessere nei ricordi ”Cigola carrucola nel pozzo …“Trema un ricordo nel ricolmo secchio, nel puro cerchio un’immagine ride.  Accosto il volto a evanescenti labbri: si deforma il passato, si fa vecchio, appartiene ad un altro… o nella “Casa dei doganieri “Tu non ricordi; altro tempo frastorna la tua memoria; un filo s’addipana. Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana la casa e in cima al tetto la banderuola affumicata gira senza pietà.

Dunque anche il ricordo che invece era per Leopardi uno stratagemma per edulcorare il presente ,non funziona per Montale

Anche l’amore, da quello adolescenziale per Annetta celebrata nella “Casa dei doganieri”o  per l’americana Irma Brandeis fino ad arrivare a Drusilla Tanzi suo grande amore, pur essendo un’ancora di salvezza, non è però rislutivo del suo malessere,Inoltre perde presto la moglie Drusilla e memorabile è la poesia “Ho sceso,dandoti il braccio ,almeno un milione di scale” dove manifesta tutto lo smarrimento e il dolore per non aver più la suo fianco, nelle angustie della vita,colei che in realtà era la sua vista e il suo sostegno;

…Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue….

Questo malessere esistenziale che già era presente nel secolo scorso, non a caso denominato “L’età dell’ansia” in quanto caratterizzati dalla corsa alla produttività, al successo ma anche sotto l’incubo delle due guerre mondiali, si ripresenta  nella sua attualità contemporanea dove la realtà ci impone un ritmo frenetico e un mondo in continuo contrasto ,contraddizioni e guerre.

Margarita Salirrosas de Verdeguer e Luisa Camere condividono la loro gioia per il premio Awards del libro 2024 ricevuto ad Atene durante il Summit 2024

Foto cortesia con Irene Doura-Kavadia e Luisa Camere

COSÌ MI SEMBRA
che sono rimasto in un sogno.
la sonnolenza pomeridiana
aromi di campane
  il piccione tuba.
       Piccole trombe
       disturbano i miei sensi
       Mi riempiono i palmi di sangue.

Sveglio!  e in lontananza

Una dea scende dall’Olimpo
cerca l’acqua vuole calmarsi
la sete divorante…
Sei arrivato! Non c’era nessuna mela
Nemmeno la guerra di Parigi è stata guidata.

Lentamente, Lima, Madrid continui,
Roma e la destinazione dei tuoi sogni.

            Da lì venne il rapsodo…
            Eccoti arrivato.
            Poeta compagno
            di ore
            e lettere.

          Grazie Luisa Camere
          mostra due immagini
          tuo e mio, 
          Tu eri il Premio.

Non voglio lasciare il bellissimo sogno
Tunica bianca, 
“Leda con tulle vaporoso”

        Vostra Grazia, nello sguardo celeste
         riempiva i locali era il Palazzo.

Furgone rosso pieno di ali
carico d’amore.
Gli allori ti coronano la fronte.

Piura, 4 luglio 2024

Grazie a Dio, grazie al tuo bellissimo spirito, alla tua brillante semplicità, al tuo cuore infantile nell’accettare il gioco della dinamica, abbiamo raggiunto i nostri amati desideri e il tuo spirito inquieto ha insistito per andare alla pagina successiva PUBBLICARE ed eccoci qui Luchita, con gratitudine a Dio, alla vita che ci ha donato l’immenso sostegno delle nostre famiglie.
FELICE e FIERO DEL NOSTRO “CARICO D’AMORE”, che si è fatto strada ed è arrivato.

Grazie a Preeth Padmanabhan Nambiar, dall’India, Irene Doura-Kavadia, dalla Grecia e Johanna Devadayavu dall’India, sono gli ideatori e coloro che hanno reso possibile questo grande RICONOSCIMENTO, concedendo a “CARICATO D’AMORE” il

  PREMIO LIBRO D’ORO,

Attraverso la Fondazione Writers Capital e grazie alla persona che ci ha proposto ed è stata attenta al nostro lavoro, mi riferisco a Elisa Mascia dall’Italia, alla quale ci accomunano tanti momenti e luoghi del Mondo Poetico Letterario.
Da Elisa Mascia ho ricevuto l’invito a partecipare al PANORAMA INTERNACIONAL ARTS&LITERATURE FESTIVAL, ho ricevuto all’inizio il sostegno dell’amata Mariella Porras dal Venezuela.

Per la mia semplicità, figlia di un Paese di contadini, di genitori di provata decenza e che lavorano dall’alba al tramonto.
Ricevere questa notizia mi ha commossa al punto da piangere come una bambina, per poter raggiungere il Paradiso e ricoprire i miei amatissimi genitori del meritato orgoglio.  Sono grata, naturalmente, alla mia famiglia, che ha finalmente accettato la mia appartenenza a quello che chiamo “Il mio nuovo mondo”.
Luisa te lo dirà con parole sue.

Mia cara amica, compagna di lettere unite da “CARGADITOS DE AMOR” in un modo così bello con la purezza del cuore del “nostro bambino”.
Grazie per il tuo enorme impegno in ogni modo, nonostante il tuo piedino delicato sei riuscita a compiere la tua missione che hai fatto tua fin dal primo momento.
Scritto da Margarita Salirrosas de Verdeguer

Con infinita gioia copio le parole di Luisa Cámere.

” È stato davvero un privilegio ricevere il Golden Book Award da me e Margarita Salirrosas de Verdeguer.  Sapere che Cargaditos de amor ha viaggiato per il mondo ed è stato premiato dalla Writers International Edition è stato un onore.  Grazie Irene Doura-Kavadia per questo riconoscimento, mi sono sentito molto orgoglioso e ringrazio Dio, la mia famiglia e la meravigliosa poetessa e manager culturale che è stata l’artefice di questo legame Elisa Mascia.  Mai più felice, grato per la vita di ricevere un premio da Atene, culla della poesia, di grandi pensatori come Aristotele, Platone, Socrate, culla della democrazia e della cultura occidentale… Non dimenticherò mai questo momento che vivrà ineffabile nella mia memoria e nel mio cuore!  “磊
Luisa Camere

TAL ME PARECE
que me quedé en un sueño.
el sopor de la tarde
aromas de campanillas
arrullos de torcazas.
      Minúsculas trompetas
      alborotan mis sentidos
      llenan mis palmas de sangre.

¡Despierto! Y a lo lejos

Una diosa baja del olimpo
busca agua quiere calmar
la sed devoradora…
¡Llegaste!, no hubo manzana
Ni Paris beleidoso pastoreaba.

Despacito, Lima, Madrid sigues,
Roma y tu destino insoñado.

           De allí salió el rapsoda …
           Allí  llegaste tú.
           Poeta compañera
           de horas
           y de letras.

         Gracias Luisa Camere
         muestras dos imágenes
         tuya y mía, 
         Tú fuiste el Premio.

No quiero salir del bello sueño
Túnica blanca, 
“Leda con vaporoso tul”

       Tu gracia, en celeste mirada
        llenó el recinto fue Palacio.

Camioneta roja llena de alas
cargadita de amor.
Laureles coronen tu frente.

Piura, 04 de julio de 2024

Gracias a Dios, gracias a tu bello espíritu, tu brillante sencillez, a tu corazón niño al aceptar el juego de dinámicas, echamos mano a nuestras amadas añoranzas y  tu espíritu inquieto se empeño en ir a la página siguiente PUBLICAR y aquí  estamos Luchita, con agradecimiento a Dios, a la vida que nos puso el inmenso apoyo de nuestras familias.
FELIZ y ORGULLOSA DE NUESTRO “CARGADITOS DE AMOR”, que se abrió paso y llegó.

Gracias  a Preeth Padmanabhan Nambiar, de La India Irene Doura-Kavadia, de Grecia yJohanna Devadayavu de La India, ellos son los creadores y los que han hecho posible este grandioso RECONOCIMIENTO, concediendo ” CARGADITOS DE AMOR” el

GOLDEN BOOK AWARD,

A través de Writers Capital Fundation y gracias a quien nos propuso y estuvo pendiente  de nuestro trabajo, me refiero  a Elisa Mascia de Italia, con quien nos une muchos momentos y lugares del Mundo Literario Poético.
De Elisa Mascia recibí la invitación  para participar en PANORAMA INTERNACIONAL ARTS&LITERATURE FESTIVAL, recibí  en los inicios el apoyo de la querida Mariella Porras de  Venezuela.

Para mi sencillez, hija de un pueblo de campesinos, de padres de probada decencia y de trabajo de sol a sol.
Recibir esta noticia me emocionó hasta el llanto de niña, para que llegara al cielo y bañar de orgullo merecido a mis muy amados padres. Agradezco, naturalmente a mi familia, que finalmente han aceptado mi pertenencia a lo que llamo “Mi nuevo mundo”.
Luisa ya les contará con sus propias palabras.

Mi querida amiga compañera de letras unidas por “CARGADITOS DE AMOR ” de una manera tan bonita con la pureza de  nuestro corazón niño.
Gracias  por tu tremendo esfuerzo en todos los  sentidos, pese a tu delicado piececito pudiste cumplir con tu misión que la hiciste tuya desde el primer momento.

Margarita Salirrosas de Verdeguer

Con infinita alegría copio las palabras  de Luisa Cámere.

Fue realmente un privilegio haber sido la portadora de recibir el Premio Golden Book  de Margarita Salirrosas de Verdeguer y de mi persona. Saber que Cargaditos de amor recorrió el mundo y fue premiado por Writers International Edition ha sido un honor . Gracias Irene Doura-Kavadia por esta distinción , me sentí muy orgullosa y le doy gracias a Dios a mi familia y a la  poeta y gestora cultural maravillosa que fue la artífice de esta connection Elisa Mascia. Nunca más feliz , agradecida por la vida por recibir un premio desde la Atenas , la cuna de la poesía, de los grandes pensadores como Aristóteles, Platón , Sócrates , cuna de la democracia y de la cultura occidental.. nunca olvidaré este momento que vivirá inefable en mi memoria y en mi corazón! 磊

Sharing beautiful moments during Global Vision Summit 2024
#writerscapitalfoundation#
@highlight

“RITORNO AL VUOTO” saggio breve di Giovanna Fileccia

Per il Maggio dei libri del 2023 ho preso parte al Convegno dal titolo “La poesia: quel poco che riempie il vuoto” promosso dall’Associazione Faro Convention Citizens of Europe presso la Biblioteca di Villa Trabia (PA). Il mio intervento dal titolo “RITORNO AL VUOTO” adesso è stato pubblicato dalla Nuova Euterpe – Rivista di poesia e critica letteraria nella persona di Lorenzo Spurio che ringrazio.
Il quell’occasione la mia opera di Poesia Sculturata Utero della terra è stata inserita in locandina ed esposta per la durata del convegno.

Il mio saggio verte su una mia idea che riguarda due aspetti della poesia.
Buona lettura a voi e attendo i vostri commenti.
Tra l’altro vi anticipo che tale argomento, ampliato e approfondito, sarà protagonista di un incontro a Palermo presso l’ Ottagono Letterario nel mese di giugno. In quell’occasione ne parleremo io e l’amica Giovanna Sciacchitano.

Giovanna Fileccia

N.E. 02/2024 – “Ritorno al vuoto”, saggio di Giovanna Fileccia

Mi è capitato in passato di affermare che la poesia possiede i suoni della musica jazz la quale produce onde sonore elastiche che danno vita a emozioni-come-colori. La poesia accade nell’animo di chi la sa accogliere e si rannicchia in un angolo del corpo fino a che esplode nello spazio circostante. La poesia può fare molto rumore e può anche placare un animo in fermento. Immaginiamo il poeta, la poeta, come se fosse un equilibrista che, asta alla mano, cammina sul filo e, in bilico, ascolta la voce del vento che conduce a due passi dal sole dove è più facile asciugare le lacrime. In questo miracolo poetico vi è nascosto un segreto: il funambolo sa dove e come poggiare i piedi, egli attraversa a piccoli tentativi le emozioni su di un filo sospeso che è sì fragile, ma resistente; nel suo procedere si affida alla propria forza, al proprio coraggio e colma il vuoto – qui rappresentato dall’altezza e dalla sospensione -, prendendo energia dal sé-baricentro.

 La poesia è capace di alleggerire le menti e di sollevare il corpo. Guardiamo, altresì, alla poesia come a una cordicella che lega noi agli altri: come se le parole fossero i minuscoli fili resistenti, compatti che compongono la corda. Scrivere fortifica: è un processo comune a chi, come noi, incide su carta le emozioni più profonde. E, scrivendo, affiorano sentimenti che appartengono a ognuno.

Mi reputo una lettrice esuberante: non riesco a stare lontana dalle parole di poeti e narratori. Tra l’altro ho fatto parte di giurie di concorsi letterari, ho recensito e presentato vari libri e ho ideato alcune rubriche letterarie nelle quali parlo e scrivo di autori sia classici che contemporanei. Questa premessa da parte mia è doverosa in quanto ho rilevato, già da tempo, che, in letteratura in generale e nella poesia in particolare, spesso chi scrive espone più o meno consapevolmente ciò che gli manca. Anche i grandi poeti hanno scritto per mancanza, per difetto, per sottrazione e alienazione. Il poeta desidera, anela con tutto se stesso a (continua sul sito della rivista Nuova Euterpe)

Intervista a Ilaria Cino

Ilaria Cino è nata a Napoli nel 1978. È sociologa e operatrice culturale.  È stata inserita in antologie poetiche prestigiose. Ha fondato  il blog letterario Le stanze di carta. Recentemente ha aperto il lit-blog personale Ilaria Cino – literature influencer, che potete trovare qui: https://www.ilariapage.blogspot.com

Dopo un periodo di assenza dalla comunità poetica e dai social, in cui tutti ci chiedevamo che cosa avesse fatto, finalmente è tornata e ne siamo tutti lieti. 

1) Quando è nato il tuo amore per la poesia?

Più che di amore per la poesia parlerei di evento casuale, cominciato con la perdita del lavoro di Fabbrica. Avevo circa trent’anni, un sogno nel cassetto, e un altro poeta militante di famiglia. Prossima ai cinquant’anni, la poesia è una questione di Luna rispetto ad un paese che, per le mie origini mussulmane, mi ha declassata socialmente.

2) Leggere poesia può aprire la mente, e combattere i luoghi comuni?

Leggere poesia non ha mai fatto male, scrivere è diverso. Se pensi che per una poesia sul fiore, scritta dieci anni fa sulla Recherche.it c’è una guerra letteraria, ancora in corso, si dà la risposta.

3) Secondo l’immaginario comune il poeta è una persona sensibile. Secondo te, ciò corrisponde alla realtà?

Se consideriamo il termine sensibile, assimilandolo ad un sinonimo come “suscettibile”, allora si, il poeta è una persona sensibile, sensibile al vento…

4) Cosa ne pensi di quella che viene definita attualmente poesia di ricerca?

Scartando le ipotesi che relegano la poesia alla Treccani, alla Psichiatria, e altre scienze, rimane tutto il resto, rimane l’umano, e la ricerca.

5) Che rapporto hai con altri poeti, e poetesse italiane?

Ho molta stima dei poeti in generale, e di amicizia con chi mi è rimasto accanto, andando oltre le apparenze. In passato ho avuto delle relazioni sentimentali con poeti italiani. Ricordo il poeta F. Repetto, le sue letture pubbliche dedicatemi a Genova. 

Per i salotti letterari eravamo una buona speranza di poesia contemporanea italiana, sulla scia di E. Miller e la poetessa Anais Nin. È a lui che devo i versi sul poeta, pubblicati da Aletti Editore, nel 2017/18, con la poesia “Il poeta”: /Sei un uomo di brughiere/di luoghi incerti/dove il sospiro mette radici/ …

6) Puoi spiegare in parole semplici la tua poetica?

Se consideriamo la poetica come l’insieme dei versi, delle ispirazioni, e delle esperienze che confluiscono nella scrittura, allora parlerei della mia poetica come poetica repettiana, “un militante atto artistico”, lasciatomi dal poeta Francesco Repetto.

7) Quali sono i tuoi poeti preferiti?

Ho letto con piacere Rilke, Campana, A. Rosselli, e molto intimismo americano, tra cui S. Plath, e A. Sexton.

8) Se dovessi salvare un solo libro di poesia italiana per i posteri, quale salveresti?

Salverei il libro che non ho mai scritto e che mai scriverò.

9) Secondo te la poesia morirà con l’ultimo uomo oppure è destinata a scomparire nella civiltà dell’immagine? Aveva ragione Montale che era molto pessimista sul futuro della poesia nella società di massa?

La storia è una cosa strana che sorprende, se pensiamo all’estinzione di massa come fenomeno fisiologico, al “natura crea, natura distrugge”, ai cataclismi degli anni,  Leopardi, la peste, l’esplosione del Vesuvio, la recente epidemia di coronavirus, il motto di Whitman, il “cogli la rosa quand’è il momento”, si afferma quasi come un imperativo.

10) Che cosa hai in cantiere? Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Cosa dare al futuro se non la commozione di una fine alla C. Chaplin? È in essere un ipotesi di libretto artistico di poesie con il poeta L. Mullon.

Parole salmastre, di Frida la Loka (IT-ESP)

Poesia di Frida la Loka

Le parole spariscono di fronte alla miseria umana... dubito di essa,
faccio fatica pronunciare "umano"
mi vergogno.

Le parole si disperdono stipate
nella fitta nebbia di polvere color cemento mischiata bruttalmente con particelle di fino cremisi...

Laddove; sorrisi, piccoli passi e avorio disegnavano dentini, affrescando innocenti visi, tanti...

Le parole non sono più tali, urla silenziose lamenti caustici,
sguardi persi nel nulla, solo quello s'è salvato.

Fiato rubato ad un'ammasso di anime,
semplici atomi per qualcuno
convinto d'essere diverso, eppure sempre la stessa materia è.

Le parole... parole che divengono amare blasfemie inecesarie ipocrite
Tanto pianto, parole salmastre...
Immagine: Pexels, (Beyzaa Yurtkuran). Foto portata: Pexels (Disha Sheta)

Palabras salobres, de Frida la Loka

Las palabras desaparecen de frente a la miseria humana... dudo de ella,
me cuesta pronunciar "humano",
me avergüenzo.

Las palabras se desparraman apiñadas
en la densa niebla de polvo color cemento mezclado brutalmente con partículas de delicado carmesí...

Donde un tiempo; sonrisas, pequeños pasos y marfil diseñaban dientecitos
delineando inocentes rostros, tantos...

Las palabras, no son más tales,
lamentos silenciosos, lamentos cáusticos, miradas perdidas en la nada,
sólo eso se ha salvado.

Aliento robado a un montículo de almas,
simples átomos para alguien
convencido de ser diferente,
sin embargo siempre
la misma materia es.

Las palabras resultan amargas
blasfemias innecesarias hipócritas
demasiado llanto, palabras salobres...

Tua

7 novembre, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Dov’è? – di Frida la Loka (IT – ESP)

Nota: questa poesia è datata 6 settembre, 2022, ho aggiornato il post aggiungendo la versione in spagnolo e modificando dati sul argomento “amuleto del cuore, Antico Regno”

Poesia di Frida la loka

Vorrei che l'anima
tornasse al suo corpo,
non so di preciso il momento
nel quale è stata rapita,
folgorata, affranta
al contempo da non so cosa,
oppure si sa ...
(ma non si vuole accettare),
spegnendo quell'che resta
solo materia ibrida, ammuffita ...
Il vento arido
l'ha portato con sé;
trascinando e lasciando
solo scie d'acqua salata
nel suo percorso,
successione infinita di pelle spenta.
È ora; il tempo è questo,
non seguo nient'altro
la verità per cruda che sia,
le ferite nel corpo e anima
ormai sono calli rinsechiti,
segni indelebili; differenti valli non più fertili;
il nulla cresce,
non c'è modo di seminare,
è destinato a soccombere.
Foto: Pexels

Poesía, Donde está?

Quisiera que el alma
regresara a su cuerpo,
no sé precisamente el momento
en el qual fue raptada,
fulminada, desconsolada
al mismo tiempo de no sé qué
o tal vez se sabe...
(pero no se quiere aceptar)
haciendo morir aquello que queda
solo materia híbrida, enmohecida...
El viento árido
lo ha llevado con él;
arrastrando y dejando
tan solo un sendero de agua salada
en su recorrido,
sucesión infinita de piel muerta.
Es la hora; el tiempo es éste
no persigo nada más
la verdad por dura que sea
las heridas en el cuerpo y alma
ahora son callos secos
marcas indelebles; distintos valles, no más fértiles. Crece la nada,
no hay modo de sembrar,
está destinado a expirar.
Il Cairo, museo egizio.
Fonte: Tutankhamun, T.G.H. James

Amuleto del cuore, Antico Regno, Egitto

Il cuore rapresenta la vita e la sede dell’anima. Cita il Libro dei Morti:

“Questo cuore che mi appartiene piange dinnanzi a Osiride, supplica per me [...], o mio cuore non levarti contro di me, non accusarmi nel tribunale, non volgerti contro di me al cospetto degli addetti alla Bilancia [...], se tu ti rivolgi bene saremo salvi[...], non calunniare il mio nome alla corte che assegna la posizione alla gente, sarà bene per noi il giudizio, sarà lieto il cuore di chi giudica [...], non dire menzogna contro di me davanti al Dio dell’Occidente [...]." (1)

Gli Egizi ritenevano fosse il cuore, l’ib, l’organo più importante del corpo umano. Al momento del giudizio di Osiride, il peso del cuore del defunto veniva confrontato con quello della piuma di Maat, per giudicare la sua vita; se il cuore aveva lo stesso peso della piuma, significava che era leggero e dunque privo di colpe: il defunto poteva allora accedere all’Aldilà. Per gli Egizi il cuore era la sede del pensiero e delle emozioni, l’artefice di tutti i sentimenti e di tutte le azioni, oltre a essere sede della memoria, e perciò responsabile del carattere di ciascun individuo. (2)

Questo amuleto era fatto in pietra vitrea bianca, corniola o lapislazzuli e durante la mummificazione veniva posto tra le bende che avvolgevano il defunto per assicurare al morto che il suo cuore potesse rispondere in modo sincero nel momento del giudizio di Osiride.

Nell'Antico Egitto, “ib”, era il luogo in cui gli Egizi credevano fosse racchiuso il carattere della persona, dimoravano le emozioni dalle quale scaturivano i sentimenti, l’intelletto che generava le azioni e, soprattutto, conteneva la memoria. Di conseguenza, il cuore serbava anche la morale dell’individuo, che doveva rimanere quanto più “giusta” possibile in previsione del momento della sua pesatura al cospetto degli dèi.

Tra gli organi interni, il cuore era dunque quello che vantava il privilegio di rimanere (quasi sempre) dentro il corpo del defunto durante il processo di mummificazione. In aggiunta, tra le bende venivano anche posti amuleti con la sua forma e, nella fase finale del processo, molti incantesimi venivano pronunciati per proteggerlo e renderlo forte per il momento del giudizio.(3)

Fonti: (1)Libro dei morti, antico testo funerario egizio, utilizzato stabilmente dall'inizio del Nuovo Regno (1550 a.C. circa) fino alla metà del I secolo a.C.
(2), Maria Carmela Betro’ Geroglifici, 580 Segni per capire l’Antico Egitto. (3) Museo egizio TO.

Tua.
6 settembre,  2022.

Dal blog personale: http://fridalaloka.com

Ancora sa di Primavera, di Frida la Loka, (IT-ESP)

Poesia di Frida la Loka, Lombardia

E il divino se la gode, 
la tua presenza profuma tuttora
volteggia in mille giri
una brezza impazzita
confusa ti porta
non sapendo nemmeno lei
da dove arriva e dove è diretta, ti si vede splendente
tra cespugli ancora in fior.

Il grande vaso in cotto
crea un dipinto a olio
un bouquet di begonie
ibisco, fresie e petunie
rifiutano di chiudersi
facendo a gara per la soppravvivenza
il divino li protegge e regala vigore.

Tuttavia in fondo a quel profondo verde
che permea tra i vecchi muri del borgo
si intravedono nei giardini di case senz'anime, sfumature
delle tonalità autunnali
foglie senza padrone, senza destino
vagano facendo mucchio
e un venticello bramoso
conosce il tempo, esso sa che il momento del cambio è arrivato.    
Immagine: Pexels, (Lina 
Kivaka). Immagine portata: Pexels(Dagmara Dombrovska)

Todavía sabe a Primavera

Y el divino disfruta,
tu presencia aún perfumada
en mil volteretas
una brisa enloquecida
confundida te lleva
no sabiendo ni siquiera ella
de donde viene y hacia donde va, se te ve esplendido
entre arbustos todavía en flor.

La grande maceta en terracota
crea un cuadro en olio
un bouquet de begonias
hibisco, fresias y petunias
se niegan a cerrarse
compitiendo por la sobrevivencia
el divino las protege y regala vigor.

No obstante en fondo a aquel verde profundo
que penetra entre viejos muros del casco antiguo
se divisan en jardines de casas sin almas,
matices de tonalidades otoñales
hojas sin dueño, sin destino
deambulan formando una montaña
y un vientecito deseoso
conoce el tiempo, aquel sabe que el momento del cambio ha llegado.

Tua

30 settembre, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Ripubblicato su alessandria.today

Frutto acerbo – di Frida la Loka, (IT-ESP)*

Di Frida la loka, Lombardia.

Poesia al bambino che fu.

Bambino che non sei altro 
Il tuo percorso l'hai fatto;

camminavi goffamente una volta;

poi hai corso per lungo tempo; e senza accorgertene, sei stato derubato dal vivere.

Cosa si sente, camminare ex novo?; i pavimenti scintillanti;
luccicano lungo i corridoi monotoni, silenziosi.
Sei soddisfatto?

Raccontami! Dolce bambino, filtra la luce tra le finestre?

Sei stanco oramai;
Riesci a vedere il colore dei fiori?

Riesci ad amarli?

Chissà sé al calar la notte, ti spaventa, non essa, dico la solitudine?

La tua voce echeggia nelle stanze vuote.

Tansolo una musica soave ti fa compagnia.

Ancora oggi, si sente il ticchettio dei passettini di quel frutto acerbo.

Fruto verde

Poesía al niño que fue

Niño que no eres otra cosa
tu cammino lo haz hecho;

caminabas una vez graciosamente;

después haz corrido por mucho tiempo;
y sin darte cuenta, te robaron el vivir.

Que se siente, caminar ex novo?,
los pisos brillantes;
centellean a lo largo
de corredores monótonos, silenciosos.
Estás satisfecho?

Cuéntame, dulce niño,
pasa la luz a través de las ventanas?

Ya estás cansado;
logras ver el color de las flores?
Puedes amarlas?

Quien sabe si quando cae la noche, te asusta, no ella; digo la soledad?

Tu voz lanza ecos
en las habitaciones vacías.

Solamente una música poética
te hace compañía.

Hoy todavía, se siente el repiqueteo de los pasitos de aquel fruto verde.

Tua.

7 febbraio, 2023.

Dal blog personale

http://fridalaloka.com

Ripubblicato su

http://alessandria.today

*Nota: questa poesia è stata pubblicata come noterete a febbraio di quest’anno. Mi faceva piacere riproporla con l’aggiunta della versione in spagnolo. Come farò di seguito con le altre, grazie a tutti quanti per la lettura. Frida.

Una bella serata con l’amico mio…

Bella serata con l’amico mio, che per una sera non ha neanche smanettato al telefono. Abbiamo mangiato un ottimo kebab indiano. Abbiamo camminato e sudato parecchio. Poi ci siamo fermati a una panchina e abbiamo parlato dei nostri problemi. Questa convivialità e questa amicizia ci vogliono a entrambi. L’importante era ritrovarsi insieme, sfogarsi, raccontare aneddoti, cercare di ritrovare quel sottile filo rosso che lega il nostro passato, anche remoto, al presente. Ci conosciamo da più di 40 anni. È cambiato il mondo, sono cambiate troppe cose e troppe persone (le bimbe sono ora vecchie, come scriveva Guccini in “Piccola città”), ma siamo rimasti amici, nonostante che abbiamo due vite totalmente diverse, quasi agli antipodi. E cos’è che ci lega? Il fatto che ci capiamo all’istante, che abbiamo condiviso tante cose, che abbiamo vissuto tante stagioni insieme. Sono immancabili per noi questi appuntamenti, uscire una sera al mese, perché riusciamo a far coesistere leggerezza e profondità, discorsi impegnati e battute in un clima agrodolce perenne stile “Amici miei”. Attraversiamo tutti gli stati d’animo e tutti gli stati mentali nelle nostre serate; si ripercorre a ritroso le nostre vite e poi talvolta si dà sfogo all’immaginazione, proiettandoci nel futuro. Ci sono slanci vitali e momenti di malinconia. Si parla dei mille casi della vita e degli illimitati modi di morire, per tre quarti d’ora ieri abbiamo parlato di donne per poi scivolare immancabilmente su chi era morto giovane in questa cittadina negli ultimi giorni (“Oggi ci sei, ma domani non lo sai. Forse domani non ci sei più”. E quando al liceo si leggeva nei libri di letteratura della precarietà dell’esistenza non era come ora, che ci troviamo di fronte al fatto compiuto). E si parla di quasi tutto, perché ci si confida e ci sono tante cose che l’uno sa dell’altro. E io non sono una bella donna per lui, né lui è una bella donna per me, ma c’è bisogno ogni tanto di dare valore a una bella amicizia disinteressata e genuina, che sa stare in superficie e che però va anche alla radice delle cose. Passerà anche questa estate torrida.

Il nuovo thriller di Alessandra De Matteis, a cura di Silvestra Sobrera

Alessandra De Matteis presenta il suo romanzo Noli me tangere.

 Secondo te scrivere cosa vuol dire, o cosa vuol dire per te?

La risposta a questa domanda, è, anch’essa, nella premessa del romanzo: “Ma scrivere, per me, non è un lavoro e non è nemmeno un hobby: è l’unico modo per veder accadere l’impossibile. Per renderlo possibile. L’unico modo per liberare l’ordinario corso delle cose dalle costrizioni impostegli dalle regole precostituite del mondo, conoscendo, tuttavia, la netta distinzione tra le due dimensioni.” 

Scrivere questo romanzo per me ha significato poter esprimere forte quel sentimento di ingiustizia che ho provato nei confronti del destino quando ho visto per la prima volta Rosalia, e mi ha fatto pensare a quanti altri bambini, quotidianamente, costantemente, nel tempo, sono vittime ingiuste di una sorte immeritata. Ho sempre scritto, fin da piccola: diari, lettere, pensieri, timori. Era ed è sempre stato un modo per esorcizzare paure e cullare speranze. 

 La parte più semplice dello scrivere?

L’abbandono alle infinite possibilità regalate da un foglio bianco. La consapevolezza che possa succedere di tutto, non avere limiti: i mondi del possibile e dell’impossibile possono collidere e confondersi.

Trama:

A cinque anni di distanza dalla notte in cui per Jeremy e Alice il confine tra vita e morte è diventato sottile come un foglio di carta velina, quel passato da cui sembravano essere ormai lontani e al sicuro ritorna sotto forma di richiesta d’aiuto. Un giovane studioso deve salvare la carriera a cui ha votato la sua esistenza, compiendo ogni sorta di sforzo per tutelare dal tempo e nel tempo Rosalia, “la Bella Addormentata di Palermo”, mentre un analista dati del governo degli Stati Uniti cerca di difendere la propria dalle interferenze di un uomo che vuole condurlo su una strada della quale non riesce a comprendere il senso e la meta. Sullo sfondo, la figura di due padri accomunati dallo stesso terribile destino, che si intreccia con quello di tutti i protagonisti i quali capiranno troppo tardi ciò di cui sono realmente parte, cosa e chi li lega.

Scheda del libro:

Autrice: Alessandra De Matteis

Titolo: Noli me tangere

Anno di pubblicazione: 08 maggio 2023

Presentato da: Agenzia di marketing editoriale Ciclope Lettore

Genere: Thriller

La Portalettere, di Francesca Giannone: Un Viaggio Inatteso attraverso le Emozioni umane. Recensione di Alessandria today

“La Portalettere” di Francesca Giannone è un romanzo delicatamente costruito che cattura l’anima del lettore sin dalle prime pagine. Articolato in una trama sublimemente intrecciata, il libro offre un ritratto commovente e penetrante del mondo emotivo delle sue protagoniste.

Foto da: lafeltrinelli.it

“La Portalettere: Un Viaggio Inatteso attraverso le Emozioni umane”

L’autrice mostra un’incredibile abilità nell’intrecciare le storie personali dei destinatari delle lettere con quella della portalettere, creando un racconto profondamente umano. C’è una sensazione di autenticità che risuona in ogni pagina, rendendo quasi tangibili le emozioni dei personaggi.

La scrittura di Giannone è affascinante ed elegante, ricca di dettagli evocativi che ti fanno sentire come se tu stessi passeggiando per le strade della città insieme alla protagonista. La sua descrizione delle emozioni e delle interazioni è tanto delicata quanto potente, fornendo un quadro sincero della natura umana.

“La Portalettere” è un viaggio emozionale che tocca il cuore del lettore. Francesca Giannone ha scritto un’opera di grande sensibilità e intensità, che esplora con grazia l’aspetto umano della vita quotidiana. Un libro sicuramente da non perdere per gli amanti delle storie profonde e commoventi.

Siamo papaveri, (ITA – ESP), di Frida la Loka

Poesia di Frida la Loka

Noi uomini, avidi, pieni d'ingordigia,
la gola non è mai sazia, e il bramare delle tasche
non ha né confini, né morale.

Noi uomini, abbiamo la sporca smania incrostata sotto la pelle morta; come l'anima rinsechita.

Noi uomini con desideri senza fine,
la cupidigia s'è impossessata di noi
e non reagiamo.

Nostra madre si ribella a noi miseri ominidi.
Terra di Demetra aflitta, immersa nel dolore e nell'oblio.

Le sue lacrime sono semi, i suoi occhi l'ovario che genera vita, ogni volta più fievole.

Noi uomini, siamo papaveri,
inabissati in un sonno eterno nel mare della arroganza,

Esili, taciturni, protetti d'un velo dorato di spighe di grano, sommersi.
Papaveri...

Il vento gioca con loro,
ed egli improvisano teneri gesti d'amore.

Mentre il soffio tra una spianata e l'altra, spinge furibondo un fuoco, frutto del peccato della mano di chi e sorto da Lei, Madre.

Giacciono sui cigli di sentieri aridi;
leggeri da movenze di valzer.

Petali rossi, venature di delicate trasparenze, vesti sottili,
come le carezze a un bimbo appena nato.
Immagine:  Žaneta Mišutová, Foto portata: Joanna Chaumontoise

Somos amapolas?

Nosotros los hombres, avaros,
llenos de codicia
La garganta no está satisfecha y la avaricia de los bolsillos, no tiene ni fín, ni moral.

Nosotros los hombres, tenemos el sucio frenesí incrustado bajo la piel muerta; como el alma ajada.

Nosotros los hombres, con un deseo sinfín
la tentación se ha apoderado de nosotros y
no reaccionamos.

Nuestra madre se revela contra nosotros miserables homínidos. Tierra de Deméter, afligida sumergida en el dolor y el olvido.

Sus lágrima son semillas, sus ojos, ovarios que generan vida, cada vez más débil.

Nosotros los hombres, somos amapolas,
Sumergidos en el mar de la arrogancia.

Delgadas, taciturnas, protegidas de un velo dorado de espigas de grano, sumergidas; Amapolas...

El viento juega con ellas,
improvisando tiernos gestos de amor.

Mientras el aliento entre una llanura y otra, lanza furibondo un fuego, fruto del pecado de la mano de aquél, que proviene de Ella, Madre.

Yacen en los bordes de senderos áridos; ligeras en sus movimientos de vals.

Pétalos rojos, líneas de delicadas transparencias,
Vestiduras suaves,
como las caricias a un niño apenas nacido.

Tua

28 luglio, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Mappe

Poesia di Frida la Loka, Lombardia

Linee irregolari

Tracciano mappe uniche

Manifesto d'un trascorso

promemoria di vissuto

ricordi di sofferenza

Breve scritto d'una fine incerta.


Punte delle dita

ognivolta s'immergono in esse

e i suoi bordi appuntiti lacerano

Il pensiero, la mente,

il cuore, persino l'anima.


Mappe che non portano da nessuna parte

Non muteranno;

il percorso è già stabilito

raccontano storia che a nessuno interessa.


Pure i cartelli stradali

Son girati in senso opposto.

Un trascorrere sconclusionato.


Vivere senza una vita

fermo immagine in bianco e nero.

Foto: Pexels / Foto portata: SHVETS production

Tua

23 luglio, 2023

Blog personale di http://fridalaloka.com

Onde delle mie poesie (Ita – Esp), Marcello Comitini.

Ripubblicato da Frida la Loka

Con stremo piacere condivido con voi amici, i versi d'un poeta stremamente sensibile quanto lungimirante dei giorni nostri, il nostro amico Marcello Comitini. 
Marcello Comitini

a Catherine, onda d’amore

Onde delle mie poesie

Sollevate dall’inquietudine perenne delle mie poesie
onde armoniose e azzurre si adagiano lungo il tuo corpo
schiumano fra i tuoi corti capelli di maschio
ti carezzano sin sulla punta delle dita.
Tra le mani le senti turgide come le vene del tuo sesso.
Vorresti immergerti nella loro sostanza
di parole e carne.

Onde misteriose e intimamente desiderate
che sfiorano anche te donna
ti carezzano con dolcezza i seni
toccano il cuore
scivolando sulla seta del tuo ventre
s’insinuano tra le tue gambe
ti fanno chiudere gli occhi e sognare.

Voi ed io all’apice del desiderio sentiamo
che l’amore ci lega
e le onde delle mie poesie ci accompagnano
come vele frementi.
Ci conducono nei porti dove oziano barche
e velieri che hanno solcato litorali di terre
dalla natura rigogliosa
dai nomi che ricordano isole
di voluttà e passione.

Cullati dalle onde dei miei versi
amiamo e speriamo.

A volte nelle mie poesie onde gonfie e rugose
si rivoltano sollevate dai venti
che giungono da città disumane
di solitudine e alienazione.
Specchi di vane speranze iniettano
il loro triste incanto
sin dentro i cuori di coloro che percorrono
lunghi viali assordati da parole che i vincitori urlano.

Onde delle mie poesie inaridite dal sole
che brucia come l’uomo intere foreste
e la calotta d’ozono che lo protegge
e uccide animali, spiana montagne
devia e ferma lo scorrere dei fiumi.

Poesie tormentate dalle pene dei deboli
dei poveri degli sfruttati dei dimenticati
delle donne stuprate
abbandonate su spiagge di sangue
degli emigranti
che chiedono aiuto a una nave
che gira su quelle acque e i passeggeri si sporgono
dagli oblò cerchiati d’oro
aprono e chiudono le braccia
li lasciano annegare in colpevole silenzio.

Tutte onde nel mare inquieto delle mie poesie
che s’infrangono sulle scogliere della ragione
dei sentimenti dei desideri.
Siete voi, amici e fratelli, uomini e donne
uniti dall’amore reciproco
per me per l’umanità per l’arte
che v’immergete e salvate l’essere abbracciando la dignità
che conosce quanto sia dura la vita
e quanti disprezzino quella degli altri.

Olas de mis poesías

Elevadas por la inquietud perenne de mis poesías
olas armoniosas y azules se relajan a lo largo de tu cuerpo
espuman entre tus cortos cabellos masculinos
te acarician, hasta la punta de los dedos;

Entre tus manos, las sientes turgentes
como las venas de tu sexo,
desearías sumergirte en la substancia, de palabras y carne.

Olas misteriosas e intimamente deseadas que a tí tambíen tocan, mujer
acariciando suavemente los senos, llegando a tu corazón
deslizándose sobre la seda de tu vientre, se escurren entre tus piernas y cierras los ojos y sueñas.

Ustedes y yo desde la cima del deseo,
sentimos que el amor nos une
y las olas de mis poesías nos acompañan
como velas palpitantes.

Nos conducen en puertos donde ociosos duermen, barcos y veleros 
que han navegado litorales de tierras, de exuberante naturaleza
con nombres que recuerdan, islas de placer y pasión.

Acurrucados por las olas de mis versos, amamos y esperamos.

A veces en mis poesías, las olas son hinchadas y arrugadas, se alzan en vuelo de vientos que llegan de ciudades deshumanas, de soledad y alienación.

Espejos de vanas esperanzas inyectan su triste encanto
hasta en los corazones que recorren, largas avenidas 
ensordecidas de palabras que los Vencedores gritan.

Olas de mis poesías, secas al sol que quema como el hombre, enteras forestas y la capa de ozono que lo protege; 
mata animales, arraza montañas, desvía y frena el curso de ríos.

Poesías atormentadas por la pena de los débiles,
de los pobres, de los explotados, de los olvidados,
de las mujeres violadas,
abandonadas en playas de sangre de inmigrantes
que piden ayuda a un barco que va,
sobre las mismas aguas y los pasajeros se asoman
de las redondas ventanillas, decoradas de oro,
abren y cierran los brazos
dejándolos ahogarse en un silencio culpable.

Todas, olas en el mar agitado de mis poesías,
que rompen contra el acantilado de la razón de sentimientos, de deseos.

Son ustedes, amigos y hermanos, hombres y mujeres
unidos del amor recíproco por mí,
por la Humanidad, por el Arte,
que se sumergen y salvan el Ser,
abrazando la Dignidad
que sabe cuán dura es la vida
y cuantos desprecian las de los otros.

Marcello Comitini

Tua

19 luglio, 2023

dal blog personale http://fridalaloka.com

Frida Kahlo, il suo mese – da Frida la Loka

Sfogliando pagine, da Frida la Loka, Lombardia

Le prime pagine del DIARIO sono un preludio al mondo surrealista che prevale nel resto del documento.
Continuamente, si nota un (equivoco?) che fa intravedere la sua indifferenza ai “fatti razionali”, suggerendo diversi modi di pensiero, ma tutti con una costante, la sua discordanza fra realtà e “illusorietà”

Diario de Frida kahlo. Traduzione e adattamento di Frida la Loka.
Immagine di portata: frammento disegno del Diario
Diego,
vero è, tanto grande, che non
vorrei, né parlar, né dormir
né ascoltar, né amar.
Sentirmi racchiusa,
senza timore al sangue,
senza tempo né magia
dentro alla tua propria paura,
e dentro alla tua angoscia e
nello stesso rumore del tuo cuore.

Tutta questa pazzia,
se te la chiedessi,
io so che sarebbe, per il tuo silenzio,
solo turbamento.
Ti chiedo violenza,
nel senza senso,
E tu, mi doni, la tua luce e calore.
Dipingerti vorrei, per averli tanti nella mia confusione,
La forma concreta
Del mio gran amor.

F.

Oggi. Diego mi ha baciata.
Ogni momento, lui è il mio bambino, il mio bimbo nato, ogni pagina, diario di me stessa.

Tua

20 luglio, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Ripubblicato su http://2010fugadapolis.wordpress.com

Cielo in burrasca, i suoi occhi – di Frida la Loka

Poesia di Frida la Loka, Lombardia.

Un mare agitato vedo;
nervoso lo vedo; lo sento...
pensieri nel fondo;
giacciono

Cozzaglie di vite
Mescolanza di sudori,
sapori del mondo nelle labbra,
profumi che sanno di fiori raccolti tempo addietro e sale di mare e lacrime;
Tutti annegati.

Alghe verdastre dei tuoi occhi opachi
sovente ondeggiano
nel sereno silenzio
degli abisi seguendo musiche primitive.

Nel lontano e sottile solco
tra mare e cielo
Scorgo la vela
gonfia e scucita
D'una barca...

Gli occhi umidi
Lentamente s'annebbiano
facendo scomparire la giallastra vela;

Avrei voluto stringerla
Afferrare dolcemente
Fra le mie braccia
ormai troppo lontana.

Andar a prendere
ricordi, sofferenze,
timori, pure  vissuti?
Ostico il compito;
quando un timone manca...

Tua

16 luglio, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Frida Kahlo – il suo mese, il mio mese, oggi particolarmente.

Sfogliando pagine, 31 – di Frida la Loka

Un 6 luglio di 1907, nasceva Magdalena Cármen Frida Kahlo Calderón, maggiormente conosciuta come Frida Kahlo.

Diario di Frida Kahlo. Pag. 31. Traduzione e adattamento di Frida la Loka
Oggi mercoledì 22 gennaio,  1947

Tu mi piovi
io ti cielo
Tu la finezza,
L'infanzia,
la Vita
amore mio
bimbo; vecchio
Madre e centro;
blu, tenerezza.
Io ti dono il mio universo
E tu mi vivi.

Sei tu a chi oggi amo.
Ti amo con tutti i miei amori
Ti doneró il bosco
Con una piccola casa dentro
Con tutto il buono che ci sia

Nella mia costruzione,
E tu, vivrai contento,  desidero
Che tu possa vivere contento.
Anche sé, io ti darò sempre
La mia assurda solitudine
E la monotonia d'una  complessisima
Diversità di amori
Lo vuoi?
Oggi, amando gli inizi
E tu, ami

Tua

6 luglio, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Ripubblicato in http://2010fugadapolis.wordpress.com

Ripubblicato in http://alessandria.today

Un buon posto in cui fermarsi, di Matteo Bussola: Una toccante riflessione sulla fragilità e la ricerca della felicità. Einaudi Editore

Scopri il toccante romanzo di Matteo Bussola, “Un buon posto in cui fermarsi”, che esplora la fragilità umana senza stereotipi. Attraverso storie commoventi e personaggi autentici, l’autore ci guida nella ricerca del senso della vita e della felicità. Leggi la recensione completa per immergerti in questa narrativa ricca di emozioni e scoprire come la resa può portare ad una inaspettata felicità.

La Feltrinelli

Matteo Bussola, Un buon posto in cui fermarsi, romanzo, fragilità, ricerca della felicità, recensione libro.

https://www.lafeltrinelli.it/

Un buon posto in cui fermarsi di Matteo Bussola: Una toccante riflessione sulla fragilità e la ricerca della felicità

Recensione:

In “Un buon posto in cui fermarsi”, l’autore Matteo Bussola ci regala un romanzo commovente che affronta tematiche profonde e universali. Con la sua scrittura schietta e carica di umanità, Bussola ci guida attraverso le vite di diversi personaggi, ognuno alle prese con la propria fragilità e la ricerca di un senso nella vita.

Ciò che colpisce fin dalle prime pagine è la capacità di Bussola di raccontare la fragilità maschile senza cadere negli stereotipi o nei pregiudizi. I personaggi che popolano il romanzo sono autentici, vulnerabili e pienamente umani. Ciò permette al lettore di connettersi con loro e di vivere le loro emozioni in modo profondo.

Attraverso storie lancinanti, ma permeate da una luce di speranza, Bussola ci invita a guardare il mondo con gli occhi di chi è a terra, di chi ha conosciuto la sconfitta. E in questo sguardo ribaltato, troviamo una strana forma di felicità, un’inattesa risposta alle domande che ci assillano.

Il romanzo esplora temi delicati come la malattia, la perdita, la solitudine e il senso dell’esistenza. Ogni personaggio affronta la propria battaglia interiore e trova una via personale per dare un significato alla propria vita. Bussola ci mostra che anche nelle situazioni più buie, c’è spazio per la speranza, la crescita e la scoperta di se stessi.

La scrittura di Bussola è coinvolgente e ricca di dettagli, permettendo al lettore di immergersi completamente nelle vicende dei personaggi. I dialoghi sono autentici e gli eventi narrati sono pervasi da una verosimiglianza che rende il tutto ancora più emozionante.

“Un buon posto in cui fermarsi” è un romanzo che tocca le corde più profonde dell’animo umano. Matteo Bussola ci regala una narrazione sincera, senza filtri, che invita alla riflessione sulla nostra esistenza e ci spinge a trovare il nostro posto nel mondo, nonostante le avversità.

Titolo SEO: “Un buon posto in cui fermarsi di Matteo Bussola: Una profonda riflessione sulla fragilità e la ricerca della felicità”

Descrizione SEO: Scopri il toccante romanzo di Matteo Bussola, “Un buon posto in cui fermarsi”, che esplora la fragilità umana senza stereotipi. Attraverso storie commoventi e personaggi autentici, l’autore ci guida nella ricerca del senso della vita e della felicità. Leggi la recensione completa per immergerti in questa narrativa ricca di emozioni e scoprire come la resa può portare ad una inaspettata felicità.

Matteo Bussola, Un buon posto in cui fermarsi, romanzo, fragilità, ricerca della felicità, recensione libro.

Le otto montagne, di Paolo Cognetti: Un viaggio avventuroso tra amicizia e montagne. Editore Super ET

Scopri la nostra recensione su “La vita intima Condividi” di Niccolò Ammaniti, un romanzo finalista del prestigioso Premio Viareggio-Rèpaci 2023 nella categoria Narrativa. Esplora la complessità della mente di Maria Cristina Palma, il suo segreto nascosto e le profonde emozioni che permeano il romanzo. Leggi di più per scoprire come Ammaniti combina audace fantasia, realismo psicologico e un senso del tragico in questo coinvolgente capolavoro letterario.

La Feltrinelli

http://www.lafeltrinelli.it

Niccolò Ammaniti, La vita intima Condividi, recensione libro, finalista Premio Viareggio-Rèpaci, narrativa contemporanea, segreto, realismo psicologico, complessità umana, emozioni contrastanti.

Le otto montagne di Paolo Cognetti: Un viaggio avventuroso tra amicizia e montagne”

Recensione:

“Le otto montagne” di Paolo Cognetti è un romanzo straordinario che ha conquistato numerosi premi, tra cui il prestigioso Premio Strega. La storia ci porta nel mondo di Pietro e Bruno, due ragazzi legati da un’amicizia profonda e dalla passione per la montagna.

Cognetti ci regala un’opera narrativa potente e coinvolgente, in cui la montagna diventa un vero e proprio modo di vivere. Con uno stile raffinato, l’autore ci trasporta tra vette, baite e sentieri, creando una narrazione avventurosa e spirituale allo stesso tempo.

La storia si sviluppa attraverso fughe e tentativi di ritorno, con i protagonisti alla costante ricerca di se stessi e di una strada per riconoscersi. La loro amicizia, nonostante le loro diversità, è il fulcro del romanzo e viene esplorata in profondità, mostrando le dinamiche complesse e affascinanti che possono caratterizzare un legame così intenso.

Paolo Cognetti dimostra una grande sensibilità nel descrivere i paesaggi montani, andando oltre l’aspetto fisico e rivelando il significato profondo che la montagna può avere per chi la vive appieno. Attraverso la storia di Pietro e Bruno, l’autore ci invita a riflettere sulle nostre passioni, sul senso di appartenenza e sulla ricerca della propria identità.

Le parole di Annie Proulx, autrice celebre, descrivono in modo impeccabile l’essenza del romanzo: “Il raffinato racconto di quanto può essere profondo l’amore che lega gli esseri umani”. “Le otto montagne” è una storia universale che tocca le corde dell’animo umano, esplorando temi come l’amicizia, la nostalgia e la ricerca di se stessi.

In conclusione, “Le otto montagne” è un libro straordinario, capace di affascinare i lettori con la sua scrittura evocativa e le sue emozioni profonde. Paolo Cognetti si conferma come uno dei migliori narratori contemporanei, donandoci un’opera indimenticabile che ci spinge a riflettere sulla nostra vita e sui valori che realmente contano.

Titolo SEO: “Le otto montagne di Paolo Cognetti: Un viaggio emozionante tra amicizia e montagne”

Descrizione SEO: Scopri il romanzo vincitore del Premio Strega “Le otto montagne” di Paolo Cognetti. Esplora la profonda amicizia tra Pietro e Bruno, unita alla passione per la montagna. Lasciati coinvolgere da questa storia avventurosa e spirituale, ricca di emozioni e riflessioni sulla ricerca di sé stessi. Leggi la recensione completa per immergerti in questo caso editoriale internazionale.

Paolo Cognetti, Le otto montagne, Premio Strega, amicizia, montagna, viaggio, emozioni, romanzi italiani contemporanei

Niccolò Ammaniti ci sorprende ancora una volta con il suo ultimo romanzo, “La vita intima 

Finalista del prestigioso Premio Viareggio-Rèpaci 2023 nella categoria Narrativa, questo libro ci porta nell’intimità di Maria Cristina Palma, un personaggio enigmatico e affascinante.

Maria Cristina sembra avere tutto nella vita: bellezza, ricchezza e fama. Tuttavia, il suo mondo viene sconvolto quando riceve un video sul cellulare che rivela un segreto del suo passato che ha ignorato fino ad ora. Con la maestria di un moderno alienista, Ammaniti ci conduce in un viaggio nella mente di questa donna complessa, esplorando le sue paure, ossessioni e desideri inconfessabili.

Il romanzo si distingue per la sua combinazione unica di fantasia audace, realismo psicologico e un profondo senso del tragico. Ammaniti ci delizia con la sua prosa tagliente e il suo stile incisivo, che ci trascina in un vortice di emozioni contrastanti. Ci fa ridere, riflettere e, allo stesso tempo, ci fa sentire il peso dell’inesorabilità del destino.

In “La vita intima Condividi”, Ammaniti dimostra ancora una volta il suo talento nel creare personaggi indimenticabili e situazioni cariche di tensione. Il suo stile cattivo, divertente e romantico si mescola perfettamente con la trama, regalando al lettore un’esperienza coinvolgente e appagante.

Questo romanzo affronta tematiche profonde e complesse, ponendo domande sulla verità, sulla paura e sulla natura umana. Ammaniti ci invita a esplorare gli angoli più oscuri della mente umana e a interrogarci sulle scelte che facciamo e sulle conseguenze che ne derivano.

In conclusione, “La vita intima Condividi” è un altro capolavoro letterario di Niccolò Ammaniti. Con la sua prosa affilata e la sua narrazione coinvolgente, l’autore ci regala un romanzo che ci lascia senza fiato e ci spinge a riflettere sulla complessità dell’esistenza umana. Non perdete l’occasione di immergervi in questa storia avvincente e appassionante.

Recensione del libro: Il cognome delle donne, di Aurora Tamigio. Narratori Feltrinelli

Il cognome delle donne, di Aurora Tamigio

Il cognome delle donne di Aurora Tamigio è un romanzo familiare che affascina con la sua freschezza e il suo passo veloce. Con un’epica popolare, un’anima antica e una leggerezza immaginifica, l’autrice ci trasporta in un viaggio coinvolgente, fatto di risate e lacrime, con personaggi indimenticabili. La scrittura di Tamigio sembra così semplice, ma è proprio quella semplicità che rende impossibile smettere di leggere fino all’ultima parola.

La storia ha inizio con Rosa, una giovane donna nata nella Sicilia dei primi anni del Novecento e cresciuta in un piccolo paesino montano. Fin da bambina, si dimostra essere fatta della stessa materia del suo nome: una donna forte come i fiori che sbocciano sempre, con una forza che contrasta le avversità come frutti benefici contro i malanni, e una resistenza come il legno spinoso. Non si piega mai completamente di fronte al padre e ai fratelli, che sembrano poter tutto. Ma nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, l’unico uomo al mondo che non sa come conquistarla. È amore a prima vista, un amore reale che non inganna. Rosa scappa con Sebastiano e i due aprono un’osteria che diventa un punto di riferimento per la gente dei dintorni.

Nascono i loro figli: il bel Fernando, Donato che diventerà prete e infine Selma, una ragazza dalle mani delicate come i suoi preziosi ricami. Selma, semplice e docile, si lascia affascinare da Santi Maraviglia, soprannominato Santidivetro per la sua pelle diafana, e lo sposa contro il parere della madre. Ma quando Santi diventa legalmente il capofamiglia, iniziano i guai e un’importante eredità viene sottratta. Le figlie di Selma e Santi, Patrizia, Lavinia e Marinella, pagheranno il prezzo di questa situazione. Patrizia è la più combattiva delle tre sorelle, Lavinia è affascinante come l’attrice Virna Lisi e Marinella è la preferita del padre, che si trasforma in una giovane donna negli anni ’80 e sogna di studiare all’estero. Durante i momenti più difficili, lo spirito di Sebastiano Quaranta veglia su di loro, tornando a far visita quando ne hanno più bisogno.

Il cognome delle donne è un romanzo coinvolgente che cattura l’attenzione del lettore con la sua narrazione vivace e la complessità dei personaggi. Aurora Tamigio ci regala una storia familiare ricca di emozioni, intrighi e segreti che si svelano nel corso del tempo. È un viaggio nel passato e nel presente, un intreccio di generazioni e destini che lascia un segno profondo. Con maestria, l’autrice ci porta in un mondo in cui la forza delle donne e la resilienza familiare si intrecciano in un modo unico. Una lettura che lascia un’impronta nel cuore dei lettori.

Per acquisti: 

https://www.lafeltrinelli.it/cognome-delle-donne-libro-aurora-tamigio/e/9788807035609

Frida Kahlo, il suo mese, il mio mese – di Frida la Loka

Sfogliando pagine – di Frida la Loka

Diario di Frida Kahlo, pag. 23/24
corro in volo che accarezza con
le mie dita le rotonde colline,
forano le mie mani le umbre valli
ansiose di posseso e mi copre l'abbraccio
dei soavi rami, verdi e freschi.
Io penetro il sesso della terra intera,
mi abbraccia il suo calore e nel mio corpo
il tutto sfiora la freschezza delle tenere foglie.
La sua rugiada è il sudore dell'amante sempre nuovo.

Non è amore, non è tenerezza né carineria ,
è la vita intera, la mia, che trovai al vederla nelle tue mani,
nella tua boca, nei tuoi senni.
Tengo in bocca, il sapore a mandorla delle tue labbre.
I nostri mondi non sono mai usciti fuori.
Solo una montagna conosce le viscere d'un altra montagna.
Per momenti, fluttua la tua presenza.
Diario di Frida Kahlo. pag, 23/24. (traduzione e adattamento di Frida la Loka)
come avvolgendo tutto 
il mio essere in un'ansiosa attesa
di mattina. E vedo, sono ancora con te.
In questo momento pieno di sensazioni,
ho le mani affondate nell'arancie,
e il mio corpo avvolto dai tuoi abbracci.

Tua

5 luglio, 2023

dal blog personale di http://fridalaloka.com

Ripubblicato su http://2010fugadapolis.wordpress.com

L’amore è compimento

L’amore è COMPIMENTO non è riempimento, è compimento di noi stessi, ciò che ci compie come persone, non è riempire un nostro vuoto usando l’altro per colmarlo, come la logica del mondo ci fa credere.

È l’amore l’unica cosa che si può contrapporre alla morte, non c’è nient’altro, tutte le altre cose sono tentativi di rimanere vivi, solo l’AMORE ci fa affrontare a viso scoperto la morte.

Continua👇

L’amore è compimento

Quel che resta – di Frida la Loka

Poesia di Frida la Loka.

Fonte: astebabuino.it (BALLO EXCELSIOR, TEATRO SAN CARLO NAPOLI
UGONOTTI, SCENA 1)
E quel che resta di Giugno

scorre tra le dita

insolente indolente

ch'un alito di tristezza

soffia il viso e lo ignora

sgranando l'infinito

galeotto che lotta

dentro la bola di sapone

sogni da bambini

Galoppa furioso

verso altri paesaggi lontani

tra boschi pieni

di antichi cedri

ch'una luna timida

accarezza fra un nembo e l'altro

opacando la lucentezza.

Il cervo si cammuffa

di rotondo satelite

che vegge sull'anime.

Tua

29 giugno, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka,comhttp://fridalaloka.com

Ripubblicato su http://2010fugadapolis.wordpress.com

Ti ho visto, sai? – di Frida la Loka

Poesia di Frida la Loka, Lombardia.

libreria WordPress
L'afa della città t'accompagnava
camminavi senza fretta, adagio,
scrutando il tutto, come nuovo,
profumi dei bar, locande incantevoli, edicole piene,
sempre accattivante, no?

Un via vai incesante,
il frastuono di macchinari
carico scarico merci
migliaia di piedi come formichine,
automobili, le rottaie del tram,
quello antico e pure quello moderno.

Gente indaffarata,
col pensiero stralunato,
corre a metta precisa,
pure quel giorno,
cristalli scintillanti
di mille uffici
riffletevano lumi multicolori.

E tu camminavi...
come prima volta
sentiero attraversato
infinite volte.

Ho visto la tua ombra, ho accarezzato la tua presenza, inebriante come le magnolie che hanno già fiorito.

Dietro il vetro, quella stanza...
Aspettando cosa?

Ti ho visto, sai?
soltanto con gli occhi del cuore
ch'intensi battevano e mare piangevo.

Tua

23 giugno, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka.com

Ripubblicato su http://2010fugadapolis.wordpress.com

Da “Rose di velluto rosso”, Giovanna Fileccia, Delta3 Edizioni 2022.

Il libro: http://giovannafileccia.com/2023/06/23/da-rose-di-velluto-rosso-giovanna-fileccia-delta3-edizioni-2022/

ROSE DI VELLUTO ROSSO –Dal primo sguardo all’ultimo respiro, di Giovanna Fileccia, il 10 dicembre 2022 è stato premiato al Premio nazionale L’Inedito – XV edizione – sulle tracce del De Sanctis. 

Giovanna Fileccia, oltre la targa in marmo dell’Irpinia e la motivazione della giuria, ha vinto la pubblicazione e la distribuzione a cura della Delta 3 Edizioni di Silvio Sallicandro.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA: Per la forza e insieme la delicatezza con cui l’autrice è riuscita a raccontare il suo dramma personale, sottraendolo all’urgenza del proprio vissuto ed elevandolo a metafora dell’amore assoluto, che è in grado di infrangere le barriere del tempo e dello spazio e di durare oltre il breve arco dell’esistenza umana.

La giuria. Andretta (AV) 2022.




Qui la descrizione del romanzo autobiografico ROSE DI VELLUTO ROSSO di Giovanna Fileccia: https://giovannafileccia.com/rose-di-velluto-rosso-2/