Lo sapevi che il miele non scade mai?

Lo sapevi che il miele non scade mai? 🍯✨

Il miele non scade mai! Questo affascinante alimento naturale ha delle proprietà straordinarie che gli permettono di rimanere commestibile per secoli, come dimostrano le scoperte di miele nelle tombe degli antichi egizi, risalenti a migliaia di anni fa. Ecco un approfondimento sui motivi scientifici che lo rendono così durevole:

  1. Basso Contenuto di Acqua:
  • Il miele ha un contenuto di umidità inferiore al 18%, che è troppo basso per permettere la sopravvivenza della maggior parte dei microrganismi. Senza acqua, i batteri e le muffe non possono proliferare, rendendo il miele un ambiente ostile per questi agenti di deterioramento.
  1. Alto Contenuto di Zucchero:
  • Con un contenuto di zucchero superiore al 70%, il miele è estremamente igroscopico, ovvero ha la capacità di attirare e trattenere l’umidità dall’ambiente circostante. Questo contribuisce ulteriormente a impedire la crescita microbica.
  1. Acidità Naturale:
  • Il miele ha un pH acido, che varia tra 3.2 e 4.5. Questo livello di acidità è sufficiente per inibire la crescita di molti batteri e muffe, creando un’altra barriera naturale contro la degradazione.
  1. Enzimi delle Api:
  • Durante la produzione del miele, le api aggiungono un enzima chiamato glucosio ossidasi. Questo enzima, una volta che il miele è stato depositato nei favi, converte il glucosio in acido gluconico e perossido di idrogeno. Quest’ultimo agisce come un potente agente antibatterico, proteggendo il miele da eventuali contaminazioni.
  1. Proprietà Antiossidanti:
  • Il miele contiene numerosi composti antiossidanti come flavonoidi e acidi fenolici. Questi composti non solo contribuiscono ai benefici per la salute del miele, ma aiutano anche a prevenire l’ossidazione e la degradazione del miele stesso.
  1. Sigillatura Naturale:
  • Le api sigillano i favi di miele con cera d’api, che protegge ulteriormente il miele dall’esposizione all’aria e all’umidità. Questo sigillo naturale contribuisce a mantenere il miele fresco per lunghi periodi.

Queste straordinarie caratteristiche rendono il miele non solo un delizioso dolcificante, ma anche uno degli alimenti naturali più durevoli al mondo. Quindi, la prossima volta che gusti un cucchiaino di miele, ricorda che stai assaporando un pezzo di storia eterna, custodito dalla natura e dalle api. 🌿🍯✨

Did you know that honey never expires?

Did you know that?

Honey never expires! This fascinating natural food has extraordinary properties that allow it to remain edible for centuries, as demonstrated by the discoveries of honey in the tombs of the ancient Egyptians, dating back thousands of years. Here’s an in-depth look at the scientific reasons that make it so durable:

  1. Low Water Content:
  • Honey has a moisture content of less than 18%, which is too low for most microorganisms to survive. Without water, bacteria and mold cannot thrive, making honey a hostile environment for these spoilage agents.
  1. High Sugar Content:
  • With a sugar content of over 70%, honey is extremely hygroscopic, meaning it has the ability to attract and retain moisture from its surroundings. This further helps prevent microbial growth.
  1. Natural Acidity:
  • Honey has an acidic pH, which varies between 3.2 and 4.5. This level of acidity is enough to inhibit the growth of many bacteria and molds, creating another natural barrier against degradation.
  1. Bee Enzymes:
  • During honey production, bees add an enzyme called glucose oxidase. This enzyme, once the honey has been deposited in the honeycombs, converts the glucose into gluconic acid and hydrogen peroxide. The latter acts as a powerful antibacterial agent, protecting the honey from possible contamination.
  1. Antioxidant Properties:
  • Honey contains numerous antioxidant compounds such as flavonoids and phenolic acids. These compounds not only contribute to the health benefits of honey, but also help prevent the oxidation and degradation of the honey itself.
  1. Natural Sealing:
  • Bees seal honeycombs with beeswax, which further protects the honey from exposure to air and moisture. This natural seal helps keep honey fresh for long periods.

These extraordinary characteristics make honey not only a delicious sweetener, but also one of the most durable natural foods in the world. So, the next time you taste a teaspoon of honey, remember that you are tasting a piece of eternal history, guarded by nature and bees. 🌿🍯✨

Tristezza

Bergamo, ore 20:49

Link al mio blog: idelirididraconius.wordpress.com

Link a questo articolo nel mio blog: https://idelirididraconius.wordpress.com/2022/08/04/tristezza/

Tristezza

Sei sempre più forte…

Posso ingannarti con il computer

Posso illudermi di poter combattere

Posso pensare di non essere

Tuo bersaglio

Non sei stanca di colpirmi?

Non sei stanca di vincere sempre?…

Nemica mia… Perché mi perseguiti?

Non hai già preso il meglio

Degli anni miei?…

Non hai colpito abbastanza?

Perché turbini nella mia vita?

Ho bisogno anche del dolore

E dell’amaro…

Ma non pensi di essere

Onnipresente, nella mia vita?

Buon Dio, ti prego: allontana da me

Questa sofferenza…

Però, sia sempre fatta

Non la mia, ma la Tua

Di volontà.

Bettelmatt, di Me Piemont

Me Piemont

Bettelmatt

Il bettelmatt è un formaggio prodotto esclusivamente in alcuni alpeggi estivi siti nell’Ossola superiore .

In particolare, alpe Bettelmatt, Kastel, Vannino e Toggia che si trovano in alta Val Formazza, mentre alpe Forno, Sangiatto e Poiala in Valle Antigorio (e più precisamente in Valle di Devero), tutti oltre i 1800 m s.l.m.

Con il nome bettelmatt si identifica fin dal XIII secolo, un formaggio di eccellenza che veniva utilizzato come merce di scambio.

Il nome Bettelmatt deriva da battel che significa questua, quindi era senz’altro utilizzato per forme di beneficenza, l’unione a matt, che in tedesco significa pascolo, rende chiaro il significato del nome in: pascolo della questua.

Il suo nome deriva dall’omonima Alpe Bettelmatt anticamente dei signori de Rodis. Deve la sua fama alla ricchissima fioritura del pascolo.

L’attuale tecnica di preparazione risale al Quattrocento. Il latte intero, prima utilizzato solo per produrre formaggio semi-grasso e burro, da allora viene portato a temperatura direttamente all’alpeggio. Il formaggio prodotto viene pressato con grosse pietre, lasciato riposare un giorno, salato e conservato in piccole baite chiamate “Speicher”.

Nel 1710 si parla già di un formaggio Bettelmatto in documenti dell’Archivio Borromeo. Vasti pascoli di produzione sono stati distrutti, negli anni 30, dalla costruzione di diversi bacini idroelettrici.

(Fonte: Wikipedia)

Momenti di poesia. L’ANTICA FERROVIA (ai miei concittadini) di Augusta Del Corso

L’ANTICA FERROVIA (ai miei concittadini)

Li avremmo visti poi

solcare l’azzurro del mare

i gabbiani…

Io penso a prima

e a quando la vecchia ferrovia

da quelle brulle colline

di pietre e saggina

scendeva a valle

tra casolari ed aie…

Ma che ne è stato

di quello scialle rosa

un po’ svanito…

dei miei sedici anni

e dei tuoi…

dei nostri sogni…

Ora so che anche noi

siamo impastati della terra

di queste colline

che come noi ancora oggi

si struggono

di nostalgia di mare

solo per esserne state abbracciate

in ere lontane…

Augusta Elena Del Corso

18 Ottobre 2022

Diritti Riservati –

Momenti di poesia. LIBERA, di Paola Varotto

LIBERA

Libera

ora sono davvero libera

da quella che sembrava

una prigione

e invece era Vita.

E non saprò mai se

fa più male

sognare ancora

o rinunciare a immaginarti

sulla mia pelle.

Si muore di troppo amore?

Allora stiamo usando le

parole sbagliate.

E se non mi penserai

che differenza fa

Non sarà meno

grande il mare

e il cielo, non avrà

meno stelle da contare.

E se mi cancellerai

riempirai il mio posto

con tutte le parole che

ricami sulla carta.

Sapessi quanto sale può

contenere una ferita

e quanto dolore si prova

a voler essere in un posto

che non è il tuo.

Non mi vedi, ma sono li,,

esisto, come i punti cardinali

i venti, le correnti.

E cammino a testa in su

cercando ossigeno

per respirarti ancora

perchè mi giri dentro

ed io non so tenerti.

Io che pensavo ci fosse

un motivo per ogni cosa

e che nulla avviene per caso.

ci scegliamo con una ragione precisa

e ci lasciamo con il cuore che sanguina.

Per ritornare a cercarci

come il giorno si arrende alla notte,

le nostre anime si cercano

e trovano la pace!

©copyright L.633/1941

Paola Varotto

Territorio. Me Piemont: La Panissa

Panissa

La paniscia (in novarese) è un tipo di risotto diffuso tra Piemonte e Lombardia con alcune varianti regionali.

È diffuso soprattutto nel Novarese con il nome di paniscia e nel Lodigiano ed alta Lomellina, dove è conosciuta come paniscia; nonché nell’appenninica alta val Curone (paesi di Bruggi, Salogni, Caldirola, Forotondo ecc…), dove è stata importata dai lavoratori stagionali nelle risaie vercellesi ed è celebrata da una sagra a Lunassi ad inizio settembre.

Si ipotizza che il nome derivi da panìgo, una varietà povera di miglio, con il quale veniva cucinato questo piatto, prima della diffusione del riso.

Gli ingredienti della panissa vercellese sono: riso della varietà Arborio, Baldo, Sant’andrea o Maratelli, fagioli della qualità tipica coltivata a Saluggia o a Villata, cipolla, vino rosso Barbera, lardo, salam d’la duja, sale.

Gli ingredienti della paniscia novarese sono: riso della varietà Arborio, Carnaroli o Roma, fagioli borlotti, cavolo verza, carota, sedano, cipolla, vino rosso (possibilmente delle Colline Novaresi), lardo (non il burro), cotica di maiale, salam d’la duja, sale e pepe. In ogni casa, naturalmente, la ricetta viene personalizzata e spesso la lista degli ingredienti è ridotta anche se sicuramente non possono mancare i fagioli, la cipolla, il vino e il salame.

Un piatto di panissa si può abbinare ad un vino rosso fermo di medio corpo come un barbera piemontese o un vino delle Colline Novaresi (ad esempio un Ghemme DOCG) o delle Coste della Sesia (come ad esempio un Gattinara DOCG).

(Fonte: Wikipedia)

VOCE DAL SEN FUGGITA, Augusta Del Corso

VOCE DAL SEN FUGGITA

Ho ancora il tuo sapore

sulle labbra

ho ancora dentro

il calore del tuo corpo

ho ancora nella mente

quelle due parole

non potendo tu nell’estasi

mentire

ho ancora in me la pena

dell’ora fuggita troppo presto,

ma quando ti dico

che questo continuo

timore di perderti

può rendere vano

il gigante d’amore

ch’è’nato tra noi

tu sorridi e forse

non comprendi.

Augusta Elena Del Corso

13 Ottobre 2022

Diritti Riservati-

Leggi anche: https://alessandria.today/

NUOVA PROSPETTIVA, Giusy Finestrone

NUOVA PROSPETTIVA

L’alba del nuovo giorno ha i colori dell’estate

Molto più realista, senza gnomi e senza fate

Ho preso coscienza del mondo, ho i piedi ben saldi a terra

Finalmente alla mia anima ho finito di fare la guerra

Da sempre ho idealizzato chi pensavo mi stesse vicino

Ho donato il mio cuore a chi invece è stato meschino

Vivendo nel dubbio atroce che forse ero quella sbagliata

Ma l’unico grande errore è che da sempre mi son fidata

Oggi ho compreso appieno che nessuno senza tornaconto dà

Che devo prender coscienza che sono io la mia sola metà

Tutti bravi a parlare, tutti ” IO CI SARO’ “

Ma è l’enfasi del momento, si eclissano dopo un pò

Ed oggi mi rialzo, metto cerotti ad ogni ferita

Del resto ho preso sempre schiaffi da questa vita

C’è un mondo del tutto nuovo che può ancora darmi molto

Mi scrollo il dolore di dosso che da troppo mi aveva sepolto !!!

Si riserva ogni uso e utilizzo@copyright di Giusy Finestrone

Coldiretti. Gas: contro il caro bollette 1 su 5 ha già rinunciato ai fornelli, i consigli antispreco

I cuochi contadini di Campagna Amica hanno realizzato un vademecum per risparmiare

Gas: contro il caro bollette 1 su 5 ha già rinunciato ai fornelli, i consigli antispreco

Cittadini e aziende sono in grave difficoltà, subito intervento a livello nazionale ed europeo

Con la crisi energetica e i rincari in bolletta quasi un alessandrino su cinque (19%) per risparmiare ha già rinunciato ai fornelli, cucinando di meno e indirizzandosi verso pietanze che non necessitano di essere cotte. E’ quanto emerge da un sondaggio Coldiretti sull’impatto del caro energia i cucina dove un altro 53% ha adottato comunque accorgimenti per coniugare la voglia di continuare a portare in tavola cibi cotti con la necessità di ridurre l’impiego dei fornelli, contribuendo alla campagna per il risparmio energetico lanciata dal Governo con il decreto del ministro Cingolani. Solo il 27% dei cittadini dichiara di non aver cambiato le proprie abitudini di consumo in cucina.

Per sostenere l’impegno dei cittadini per il risparmio i cuochi contadini di Campagna Amica hanno preparato un vademecum che va dal fare attenzione all’uso delle stoviglie al modificare tempi e modalità di cottura.

“Meglio usare pentole che consentono il risparmio di energia come quella a pressione o per cotture plurime (bollitura e vapore) e utilizzare il coperchio quando è possibile. Importante anche utilizzare il fornello adeguato alle dimensioni della pentola che si sta utilizzando e verificare che la fiamma del fornello sia di colore blu, che indica efficienza nella combustione – ha affermato Stefania Grandinetti, cuoco contadino di Campagna Amica e presidente provinciale Terranostra -. Ridurre la cottura dei cibi per gustare bocconi più croccanti, al dente, leggermente al sangue vuol dire ingerire cibi con un più alto contenuto di nutrienti, assaporarne gli aromi originari degli ingredienti e soprattutto masticare di più aiutando moltissimo la digestione. Per gli alimenti che, per sicurezza alimentare, è meglio servire ben cotti, come pollo e uova, preferire ricette che permettano cotture veloci. Quando si utilizza il forno si possono pianificare più infornate, cuocendo contemporaneamente più pietanze facendo attenzione ai vari gradi di cottura, oppure infornare di seguito piatti diversi sfruttando la temperatura già raggiunta dal forno”.

Ma è possibile risparmiare anche l’energia elettrica, magari scegliendo di scongelare i cibi togliendoli qualche ora prima dal congelatore invece di utilizzare il forno a microonde o usando per la preparazione dei cibi gli attrezzi manuali come frusta e cucchiai invece del frullino elettrico. 

Consigli pratici per fronteggiare una situazione che necessita però di un intervento a livello nazionale ed europeo per sostenere i cittadini e le aziende.  

“Con i rincari energetici che stanno facendo esplodere le bollette di famiglie e imprese, occorre innanzitutto mettere un tetto al prezzo di tutto il gas che entra in Europa, non solo a quello proveniente dalla Russia – ha aggiunto il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Come Coldiretti abbiamo già chiesto al Governo di dare risposte ai bisogni delle nostre imprese ma queste risposte devono venire anche dall’Europa perché non è accettabile in un momento di gravissima crisi prevalgano gli egoismi. Con la beffa che le nostre aziende si trovino a subire, oltre all’aumento dei costi, anche la concorrenza sleale da parte di Paesi come l’Olanda o la Germania, che ha annunciato un piano nazionale di sostegno al proprio sistema economico”. 

“Ma occorre lavorare anche per l’autosufficienza energetica, incentivando l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti per stimolare la produzione di energia rinnovabile nelle aziende agricole, superando a livello europeo il limite dell’autoconsumo come barriera agli investimenti agevolati – ha concluso il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Ed è importante anche supportare la produzione di biogas e biometano, arrivando ad immettere nella rete fino a 6,5 miliardi di metri cubi di gas “verde” da qui al 2030, e potenziare la capacità estrattiva che nel nostro paese si è ridotta dei 3/4 negli ultimi decenni. E possiamo fare anche a meno dei fertilizzanti prodotti proprio a partire dal gas, puntando su quelli organici e, in particolare, sul digestato, facendo chiarezza sulla possibilità di utilizzo ed eliminando la soglia dei 170 chilogrammi di azoto per ettaro all’anno”.

L’attività di trasformatori “fai da te”, comunque comporta l’osservanza di precise regole in quanto la sicurezza degli alimenti conservati parte dalla qualità e sanità dei prodotti utilizzati, ma non può prescindere da precise norme di lavorazione che valgono per il settore agroindustriale, ma che devono valere anche per i consumatori casalinghi, soprattutto nella fase della sterilizzazione.

Cuneese al rum

Me Piemont: Cuneese al rum

Il cuneese al rum è un tipo di cioccolatino formato da due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticcera al cioccolato fondente e rum, il tutto rivestito da uno strato di cioccolato fondente, che si produce a Cuneo. Solitamente è avvolto in carta rossa con scritte dorate.

Il cuneese al rum venne inventato da Andrea Arione, primo proprietario dell’omonimo negozio-bar, il quale decise di proteggere la sua creazione registrandola con il Brevetto per Marchio d’Impresa. Oggi, tale cioccolatino viene imitato in tutta la provincia, ma la ricetta originale è custodita dai proprietari del negozio-bar Arione.

L’8 maggio 1954 Ernest Hemingway sostò a Cuneo circa un’ora per recarsi nel negozio-bar Arione e acquistare i Cuneesi al rum per la moglie in vacanza a Nizza.

Versioni

Nonostante il principale e storico cioccolatino sia il Cuneese al rum, è possibile trovarlo in diverse versioni, con e senza liquori. Esso è, infatti, disponibile anche ai gusti Grand Marnier, nocciola, crema di marroni, cremino.

(Fonte: Wikipedia)

Paste di meliga

Me Piemont: Paste di meliga

Le paste di meliga (in piemontese paste ‘d melia) sono un biscotto frollino tipico del Piemonte, in particolare delle Valli di Lanzo, del cuneese, del biellese e bassa Val di Susa.

Sono dolci a base di farina di frumento, farina di antico mais piemontese (melia o meira in piemontese), burro, zucchero, miele, uova e scorza di limone.

Cenni storici

Di origine antica, si vuole che siano nati per necessità di fronte ad un cattivo raccolto che aveva fatto salire alle stelle il prezzo del frumento. I fornai cominciarono quindi a mescolare il fior di farina (oggi definito farina 00) con il frumento di mais, cioè con la farina ricavata dal mais macinata finissima, del tipo non utilizzabile per la polenta ma destinata a confezionare dolci. La peculiarità della macinazione molto fine favorisce la realizzazione di un biscotto dal gusto particolarmente definito e di struttura molto friabile.

(Fonte: Wikipedia)

Piatto inventato ieri sera per cena da mia moglie Anna Maria, Bruno Mattu

Piatto inventato ieri sera per cena da mia moglie Anna Maria.

Pasticcio di Persico in crosta di lenticchie.

Ingredienti:

filetti di persico (circa 1 kg)

prosciutto crudo (circa 150 gr)

2 uova

parmigiano reggiano grattugiato (circa 50 gr)

lenticchie rosse decorticate (circa 50 gr)

un finocchio intero

Olive dolci (circa una decina)

sale q.b.

Procedimento:

Sciacquare i filetti di persico e tagliarli a rettangoli, disporli nella teglia.

Sgrassare le fettine di prosciutto e disporle in modo da avvolgere i rettangoli di filetto di persico, disponendoli nuovamente nella teglia.

Rompere le uova in un piatto e sbatterle, aggiungendo una parte del parmigiano grattugiato.

Versare l’uovo sbattuto sui rettangoli di filetto di persico ricoperti dal prosciutto.

Disporre il finocchio tagliato a spicchi negli spazi liberi della teglia.

Disporre la decina di olive nella teglia.

Ricoprire tutto il contenuto della teglia con una spolverata di parmigiano e lenticchie decorticate.

Eventualmente aggiungere un po’ di sale, ma pochissimo, vista la presenza del prosciutto e del parmigiano.

Infornare in forno ventilato a 200 gradi Celsius per circa una ventina di minuti, o comunque fino a che la superficie non risulta ben dorata.

È anche possibile ruotare i rettangoli nella teglia, in modo da farli dorare anche sul lato sottostante e nel caso aggiungere lenticchie decorticate e spolverata di parmigiano grattugiato anche nel lato che si è girato.

Nel caso si procede con la rotazione del contenuto, infornare nuovamente fino alla doratura della nuova superficie, ma non più di altri dieci minuti (per non rendere stoppaccioso il filetto).

Foto 1 prima della cottura

Foto 2 lato sottostante appena ruotato e prima della seconda doratura.

Foto 3 fine cottura

Foto 4 impiattamento con insalata mista.

da:”Piatti improvvisati”

25/09/2022

CAMPIONATO MONDIALE DEL PESTO, VINCE LA STUDENTESSA CAMILLA PIZZORNO

CAMPIONATO MONDIALE DEL PESTO, VINCE LA STUDENTESSA CAMILLA PIZZORNO

Sfidanti da ogni angolo del mondo, a trionfare è la genovese e più giovane della gara 

Camilla Pizzorno vince il Campionato

Frequentando il corso di giornalismo presso l’Università di Genova, ho avuto la possibilità di poter scrivere in prima persona articoli che trattano gli eventi più significativi della zona. Attrezzata di carta e penna, sono riuscita ad intervistare in esclusiva la vincitrice del Campionato Mondiale del Pesto. Con questo articolo voglio portarvi con me alla scoperta di tradizioni familiari e ricette segrete tra il profumo del basilico. 

Il pesto più buono del mondo lo prepara Camilla Pizzorno, 22 anni, studentessa universitaria di psicologia, residente a Pegli. È la terza donnae la ragazza più giovane nella storia a vincere il  Campionato Mondiale del Pesto Genovese, che è tornato dopo 2 anni di assenza, causa Covid. Camilla ha sbaragliato i cento concorrenti provenienti da tutto il mondo, sabato 4 giugno, sfidandosi a colpi di pestello nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Hanno partecipato adulti, bambini e addirittura un robot, grazie al contributo dell’Istituto Italiano di Tecnologia: Robo Twin, caratterizzato da un sistema di movimentazione composto da due braccia robotiche dotate di mani poliarticolate e muscoli artificiali che per la prima volta nella storia si è cimentato con la preparazione della storica salsa genovese. 

Robo Twin

Si sono sfidati concorrenti provenienti da  Cambogia, Camerun, Giappone, Guinea, Messico, Moldavia e Stati Uniti, alla presenza di trenta giudici selezionati per esperienza, competenza e attivismo nel mondo del food e della promozione territoriale, e tanti illustri ospiti, ma i veri protagonisti sono i sette ingredienti “magici” uguali per tutti, un mortaio e il pestello. 

La più giovane concorrente in gara vince con due ingredienti segreti “lo faccio con amore e divertendomi”, dedicando la vittoria alla nonna che le ha insegnato da bambina la passione per il pesto genovese “ricordo ancora quando mi veniva a prendere a scuola alle elementari, mi portava  a casa e nella sua cucina preparavamo il pesto con il suo  grosso mortaio. La guardavo affascinata, rappresentava un momento per stare insieme”. 

Una tradizione di famiglia, tanto che il padre aveva già partecipato ad altre edizioni del campionato, nel 2016 e nel 2018, arrivando due volte secondo. Lei lo ha superato: “Adesso il pesto a casa lo farò solo io – ha detto al termine della premiazione – Qual è il segreto del mio pesto? I segreti non vanno mai rivelati”. Inattesa la vittoria dato che il mondo delle cucina non le appartiene, ma da vera genovese è cresciuta tra basilico e mortaio

Il “trofeo”

Il pesto è la salsa più conosciuta al mondo dopo quella al pomodoro – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – non possiamo parlare di un semplice condimento ma di una bandiera non solo della Liguria ma del nostro Paese, perché all’interno dello scrigno del mortaio c’è il profumo e il sapore della nostra terra”. Il Campionato si svolge una volta ogni due anni e il vincitore viene selezionato tra i cento finalisti mondiali. Sarà dunque un compito importante per Camilla che diventa così la portavoce del pesto in tutto il mondo: “spero di adempiere questo ruolo al meglio” spiega emozionata, dovendo partecipare come giudice alle selezioni dei prossimi finalisti, una grande responsabilità rappresentando la Liguria e sopratutto Genova.

4 Pentole in Valigia

Ovunque tu vada, vacci con tutto il cuore

BISCOTTI CON GOCCE DI CIOCCOLATO — dolci.follie

BISCOTTI CON GOCCE DI CIOCCOLATO — dolci.follie

Quanti di voi amano iniziare la giornata con dei buoni e friabili biscotti fatti in casa? Oppure fare un break goloso e allo stesso tempo sano ed equilibrato con un dolcetto homemade? Noi non possiamo fare a meno di tutto ciò ed è per questo che spesso ci rifugiamo in cucina a prepare qualcosa di […]BISCOTTI CON GOCCE DI CIOCCOLATO — dolci.follie

LEMON SQUARE — dolci.follie

LEMON SQUARE — dolci.follie

Abbiamo trovato il modo di illuminare la nostra giornata!Volete sapere come? Con i LEMON SQUARE! Se ancora non li conoscete, possiamo assicurarvi che questi dolcetti di origine anglosassone vi conquisteranno al primo assaggio. Tre strati di pura bontà: una base di frolla, un morbido ripieno al limone ed una crosticina croccante, che urlano estate da […]LEMON SQUARE — dolci.follie

PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO — dolci.follie

PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO — dolci.follie

Se state cercando una ricetta per un dolce fit, ci spiace deludervi ma da noi non la troverete mai. Accantoniamo le calorie e godiamoci l’assaggio di questo morbidissimo PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO, con tanta tanta panna nel suo impasto. La vita è già dura di suo è un dolce fit, noi proprio […]PAN DI PESCHE AL PROFUMO DI BASILICO — dolci.follie

Dolci piemontesi: i baci di dama

Baci di dama

I baci di dama sono dei biscotti originari del Piemonte della città di Tortona dove nacquero un secolo fa, chiamati così perché composti da due calotte di pasta unite dal cioccolato che richiamano due labbra intente a baciare.

I baci di dama nacquero a Tortona nell’Ottocento ed erano originariamente prodotti con le nocciole piemontesi, più facili da reperire e meno costose delle mandorle. Sarà infatti il cavalier Stefano Vercesi sul finire del 1810 a modificare la ricetta sostituendo le nocciole con le mandorle e brevettando i “baci dorati”. Presentati alla fiera internazionale di Milano nel 1906, vincono la medaglia d’oro, massimo riconoscimento di pasticceria del tempo.
(Fonte: Wikipedia)

Festa del Vino del Monferrato Unesco: le ultime novità in attesa dell’inaugurazione

Casale Monferrato: Festa del Vino del Monferrato Unesco: le ultime novità in attesa dell’inaugurazione

Parcheggi blu gratuiti, apertura parcheggio multipiano, navetta gratuita, visita al treno storico e ordinanza sulle bottiglie in vetro

A poche ore dall’inaugurazione della sessantunesima Festa del Vino del Monferrato Unesco, prevista per domani, venerdì 16 settembre, alle ore 18,00 al Mercato Pavia, ecco alcune novità per chi vorrà partecipare al grande evento di Casale Monferrato.

Torna la navetta gratuita che collegherà ogni 25 minuti piazza d’Armi con il Mercato Pavia, e viceversa, il sabato dalle 18,00 e la domenica dalle 11,00 alle 15,30. Un servizio che permetterà di unire l’ampio parcheggio della Cittadella a piazza Castello che, proprio per consentire lo svolgimento della festa e degli eventi collegati, vedrà ridotto il numero di posti auto. I punti di partenza della navetta saranno: di fronte alla galleria del PalaFiere, lato Cinelandia, e lo spiazzo della rotonda tra via XX Settembre e lungo Po Gramsci.

Sempre per quanto riguarda i parcheggi, sarà aperto per tutte le notti della Festa del Vino del Monferrato Unesco il multipiano di via Sant’Anna, mentre in occasione dello spettacolo pirotecnico nella giornata di sabato 17 settembre saranno gratuiti dalle ore 8,00 i parcheggi blu di piazza Castello.

Oggi, giovedì 15 settembre, è stata firmata l’ordinanza che prevede alcune prescrizioni da adottare all’interno e all’esterno della sede della festa. In particolare, durante lo svolgimento dell’evento, all’interno del Mercato Pavia sono vietati, tra l’altro, la vendita di birra, l’utilizzo di bicchieri di vetro e portare all’esterno bottiglie di vino aperte o delle quali non si è ultimato il consumo.

Nell’ambito del raggio di 300 dalla sede dell’evento, invece, sono vietati la vendita, per asporto o consumo sul posto, di bevande alcoliche di volume superiore ai 21° in qualsiasi contenitore e la vendita di bevande di qualsiasi specie e gradazione in contenitori di vetro e in lattine metalliche, essendo consentita la vendita e la somministrazione esclusivamente in bicchieri di plastica o di carta da parte di tutte le attività di somministrazione alimenti e bevande, autorizzate anche in forma temporanea, circoli privati, distributori automatici, attività artigianali autorizzate alla vendita di bevande.

Sono fatti salvi gli esercizi di ristorazione, ai quali è consentito di somministrare bevande alcoliche esclusivamente ai clienti durante la consumazione dei pasti, fermo restando anche per essi il divieto assoluto di vendita per asporto. È consentita altresì la vendita di bevande in contenitori in vetro e/o lattine da parte di esercizi commerciali, compresi i supermercati, a condizione che l’acquisto rientri in una spesa complessiva di generi alimentari.

Domenica 18 settembre, in occasione dell’arrivo in città del treno storico da Milano Porta Garibaldi, sarà possibile visitare gratuitamente, grazie al personale di Fondazione Fs, il convoglio composto da una locomotiva diesel e cinque vetture tipo 45000 direttamente in stazione dalle 14,00 alle 16,30.

Chi volesse ancora acquistare i biglietti per il viaggio, invece, può farlo direttamente online sul sito di Vivaticket alla pagina http://www.vivaticket.com/it/ticket/treno-storico-milano-casale-a-r/187734: il treno partirà alle ore 8,55 dalla stazione di Milano Porta Garibaldi e giungerà in città alle ore 11,30 con le seguenti fermate intermedie: Milano Lambrate (alle ore 9,20), Milano Rogoredo (9,30), Pavia (9,59), Garlasco (10,21) e Mortara (11,00). Ritorno previsto per le ore 17,00 da Casale Monferrato.

Si ricorda, infine, che la Festa del Vino del Monferrato Unesco porterà al Mercato Pavia le eccellenze enogastronomiche monferrine, e non solo, con oltre venti aziende vitivinicole e oltre trenta Pro Loco che proporranno gustosi piatti venerdì 16 e 30 settembre dalle 18,00 alle 24,00 e sabato 17 settembre e 1° ottobre e domenica 18 settembre e 2 ottobre dalle 10,00 alle 24,00 con orario continuato.

I posti a sedere disponibili sono 4 mila, ma sarà possibile anche il servizio da asporto per potersi portare direttamente a casa le tipicità del territorio. Per conoscere i menu, le aziende e tutte le iniziative legate alla Festa del Vino del Monferrato Unesco è possibile consultare il sito http://www.festadelvinodelmonferrato.it.

Casale Monferrato, 15 settembre 2022

Il presente comunicato è redatto in modo impersonale (senza nomi e virgolettati) secondo quanto disposto dall’art.9 c.1 della legge n° 28 del 22 febbraio 2000 in tema di par condicio nei periodi pre-elettorali.

Era il 1979, avevo 12 anni ed ero razzista, di Lorenzo Rossomandi – Scritti

Era il 1979, avevo 12 anni ed ero razzista.

Ovviamente non lo sapevo, ma lo scoprii quell’estate.

A mia, parziale, discolpa posso dire solo che in Italia all’epoca non c’erano neanche i “vu’ comprà”.

Grazie anche al fatto che avessi due zie in Australia (Sydney per la precisione) mio padre mi mandò laggiù per le vacanze estive.

E grazie al fatto che una delle due insegnasse in una scuola pubblica mi sono fatto anche qualche giorno di scuola “australiana”.

“Scuola australiana”, insomma.

Bianchi, neri, gialli, marroncini, un po’ anche rossi. Insomma. Un arcobaleno di colori che mi stupirono.

Beh. Ho deciso di essere sincero e lo sarò. I neretti mi facevano un po’ senso… neri, con il naso schiacciato e grossetto, i palmi delle mani chiari con le pieghe scure.

Insomma via…spero che non facciate troppo i puristi. Per un dodicenne, italiano nel 1979 non poteva essere che una cosa strana.

Ma mi ricordo un giorno. Eravamo fuori, nel piazzaletto esterno della scuola, nell’ora del lunch.

5 minuti per inghiottire un “meat pie” e un po’ di succo di frutta. E via!

a giocare a “soccer”. In italia ero un mediocre giocatore di calcio, ma lì potevo fare il Pelé della situazione. Ma ancora nessuno mi conosceva. Ad inizio partita si facevano le squadre. Ne più ne meno di come facevamo in Italia, i capitani scelgono i giocatori, uno per volta a turno. Si comincia. Parte il primo capitano e sceglie Tommy il neretto. L’altro capitano sceglie un altro. Tocca di nuovo al primo. Prima ancora che alzi la testa per guardare i candidati, Tommy gli salta quasi addosso urlandogli “Lorenzo! Lorenzo!” con quella zeta dolce che pronunciano gli anglofoni. Il capitano non può fare a meno di scegliermi.

Gli ero grato per la fiducia.

La partita fu uno spettacolo. Vabbè… più volte, io e Tommy, ci siamo dati il dieci. Io con la mia manina bianca.

Lui con la sua bicolore.

Alla fine persino un abbraccio.

Nei giorni successivi ci siamo cercati. Siamo diventati amici. Abbiamo parlato, giocato assieme. Lui mi ha difeso diverse volte da qualche facinoroso. Io gli insegnai a palleggiare.

Fu strana quella vacanza.

Partii che non sapevo di essere razzista. Scoprii di esserlo e in pochi minuti mi resi conto di non esserlo più.

E che non lo sarei mai più stato in vita mia.

Autunno, di Giuseppe Pippo Guaragna

Autunno

Nei toni d’ambra splende la betulla,

nel radioso tramonto della sera

e tende verso l’acero i suoi rami,

come tenera amante,

attratta dal carminio delle foglie.

Fiorisce il ciclamino

nelle forre e nei fossi,

rosseggiano le bacche

ai bordi dei sentieri,

vanno nel cielo nuvole e gabbiani.

Si va nei boschi in cerca di castagne,

si raccolgono funghi

mirtilli ed uva spina,

prepara le cataste il taglialegna,

s’accendono i camini.

È arrivato l’autunno

con le melanconie dei giorni uggiosi,

con i venti impetuosi,

che rendono di gelo anime e volti

e fan desiderare,

che il tempo passi e torni primavera.

GPG

Cucina: Agnolotti piemontesi – Agnolotti del plin o al plin

Me Piemont

Agnolotti piemontesi

Gli agnolotti piemontesi, o più semplicemente agnolotti (agnolòt o gnolòt in piemontese), sono una specialità di pasta ripiena tradizionale del Piemonte, e in particolare, della zona dell’Astesana e del Monferrato, nelle province di Alessandria e Asti, ma diffusa in tutta la regione. Esistono varianti degli agnolotti, tra cui gli agnolotti pavesi, che si differenziano per il ripieno a base di stufato.

L’origine del nome è incerta: la tradizione popolare identifica in un cuoco monferrino di nome Angiolino, detto Angelòt, la formulazione della ricetta; in seguito la specialità di Angelòt sarebbe diventata l’attuale Agnolotto. Un’altra teoria più moderna fa derivare il nome dal piemontese anolòt che nient’altro era che un ferro adoperato per tagliare questa pasta a forma di anello, che a detta di alcuni era appunto la forma primitiva che assunsero gli agnolotti.

La forma tradizionale è quadrata, con il ripieno racchiuso da due sfoglie di pasta all’uovo. La caratteristica principale dell’agnolotto piemontese rispetto alle altre specialità di pasta ripiena del resto d’Italia è l’utilizzo di carne arrosto per il ripieno.

Caratteristici della zona delle Langhe e del Monferrato sono gli agnolotti del plin o al plin, di piccole dimensioni e forma perlopiù rettangolare (il termine deriva appunto dal “plin”, ovvero il pizzicotto che viene dato per chiuderlo). Unici in tutto il Piemonte, e tipici del paese di Calliano in provincia di Asti, sono gli agnolotti d’asino, che si caratterizzano, a differenza di quelli standard, per avere il ripieno di carne d’asino.

Agnolotti del plin o al plin

Sia gli agnolotti piemontesi che gli agnolotti del plin sono inseriti nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani, stilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e quindi tutelati secondo un disciplinare della Regione Piemonte. Pur potendo essere cucinati in diversi modi, sono quattro le ricette tradizionali:

con sugo di carne arrosto.

con burro, salvia e formaggio grana.

con ragù di carne alla piemontese.

in brodo di carne.

nel vino (solo in alcuni paesi dell’Alto Monferrato).

La ricetta classica non prevede la creazione di agnolotti piemontesi di magro: nel raro caso vengano prodotti, sono comunque denominati ravioli; allo stesso modo sono denominati ravioli gli agnolotti piemontesi contenenti un ripieno a base di fontina, comuni nel Canavese e nella Valle d’Aosta.

L’agnolotto è un piatto classico della cucina popolare piemontese: è infatti consuetudine utilizzare per il ripieno gli avanzi di arrosto dei giorni precedenti, triturati e mescolati fra loro, insieme a verdure, formaggio o altri ingredienti. Considerando questa origine risulta improprio parlare di una ricetta tradizionale per il ripieno, in quanto questo variava in relazione agli avanzi a disposizione; il fatto che questa sia da considerare l’origine più genuina dell’agnolotto è attestata dall’utilizzo del sugo d’arrosto per il condimento: questa ricetta infatti prevede di riutilizzare non solo la carne avanzata, ma anche l’intingolo dell’arrosto, coerentemente con la tradizione contadina che prevede di evitare ogni spreco.

(Fonte: Wikipedia)

Mi somiglia l’autunno,Gabriella Paci

(Arezzo,16,20 )

una poesia vincitrice di numerosi premi che mi è cara…

Mi somiglia l’autunno che finge

o forse prova davvero  un’allegria

di colori rubati al sole che s’illude

della sua chiarità che s’annega

  in ombre d’improvviso calate.

Il capriccio del vento sfida

la foglia ostinata che dipinge

sugli occhi il rimpianto mentre

si veste d’impossibili  gaie tinte

a  negare il grigio annodarsi

di  pensieri,  cirri vaganti

nell’inquietudine d’un cielo

che cede alla sera ammantata

di rosso nell’ultimo saluto

al giorno che si perde nel buio.

L’autunno insegue la chimera dei

passi di luce prima che si smargini

il quadro di colore del bosco sotto

una pioggia che piange un’estate

smarrita  nei passi di foglie caduche

.

Anche io inseguo bagliori ostinati

mentre abbraccio incipienti crepuscoli.

P

Menù delle Pro Loco 2022 in provincia di Alessandria

Menù delle Pro Loco 2022: menù proposti dalle 31 Pro Loco della Festa del Vino del Monferrato Unesco con le correzioni / modifiche in giallo.

Pro Loco Altavilla Monferrato – Franchini 

TARTARE DI FASSONA PIEMONTESE + TOMINO € 7,00

TAGLIOLINI AL SUGO DI NOCCIOLE DI LU € 7,00  

PANNA COTTA AI FRUTTI DI BOSCO € 4,00

Comitato folkloristico Asiglianese

STUFATO D’ASINO CON POLENTA € 8,50

LUMACHE IN UMIDO € 8,50

TIPICA FAGIOLATA PIEMONTESE € 5,00

BISCOTTI ASIANOT CON ZABAIONE € 4,00

Balzola – Pro loco Balzola – Rimbalzolando APS: 

PANISSA BALZOLESE € 6,00

POLENTA E GORGONZOLA € 7,00

CARPIONE MISTO (bistecca con zucchine) € 7,00

Associazione Turistica Pro loco di Borgo S. Martino

AGNOLOTTI AL SUGO D’ARROSTO €   6,00

BOLLITO MISTO CON BAGNETTO VERDE € 10,00

ZABAIONE CON KRUMIRI €   4,00 

La Pro Loco Caminsport    

AGNOLOTTI AL SUGO CIVET O BURRO E SALVIA € 5,00

PANZEROTTI DI MAGRO AL BURRO E SALVIA € 5,00

VITELLO TONNATO € 3,50 

TORTA DI NOCCIOLE E CIOCCOLATO € 3,00

Pro Loco Casale           

GNOCCHI AL CASTELMAGNO CON GRANELLA 

DI NOCCIOLE O AL BRASATO €   7,00

GNOCCHI CON SUGO DI BRASATO  

BRASATO AL BARBERA CON PATATE AL FORNO € 10,00

PATATE FRITTE €   3,00  

BUNET €   4,00 

At Pro Loco Cereseto                   

GNOCCO FRITTO “SALATO” € 5,00                         

GNOCCO FRITTO “DOLCE” € 5,00 

Pro Loco Coniolo 

INSALATA DI FAGIOLI, TONNO E CIPOLLE € 3,50 

AGNOLOTTI CON RAGÙ ALLE 3 CARNI MONFERRINE € 5,50 

STRACOTTO AL VECCHIO BARBERA CON PATATE FRITTE € 8,00 

PATATE FRITTE € 2,50

Crescentino – Gruppo Culturale Rione Praiet 

TOMINI FRESCHI ALLA PRAIETTESE €   3,50

FRITTO MISTO ALLA PIEMONTESE € 12,00

PATATINE FRITTE €   3,00

Associazione Turistica Pro loco di Frassinello Monf.to

CAFFETTERIA  

Pro Loco Gabiano    

TAGLIATELLE AL SUGO DI CINGHIALE € 6,00

TAGLIATELLE AL TARTUFO € 6,00

PESCHE RIPIENE € 3,50

SALAME CINGHIALE € 3,50

Pro Loco Giardinetto – Fr. Castelletto Monferrato 

STINCO DI MAIALE INTERO (600 GR CIRCA)                                                                                      CON PATATE AL FORNO € 11,00 

STINCO DI MAIALE INTERO (600 GR CIRCA) €   9,00

PATATE AL FORNO €   3,50

TORTA ALLE NOCCIOLE €   4,00

Associazione Turistica Pro Loco Di Grana     

SELEZIONE CARNI CRUDE MONFERRINE € 8,00

AGNOLOTTI D’ASINO CON SUGO D’ASINO € 7,00

AGNOLOTTI AGLI SPINACI CON SUGO BURRO E SALVIA € 6,00                                                             

TIRAMISÙ € 3,00

Pro Loco Di Mirabello                             

LASAGNETTA DELLA VIGILIA € 6,00

SALAMINO CIUCCO CON POLENTA O PATATA € 6,50

PATATE RUSTICHE FRITTE € 3,50

BUNET € 3,00

Pro Loco Morano Sul Po A.P.S.         

PANISSA € 6,00 

CROSTONE CON BAGNETTO E ACCIUGHE € 4,00

CROSTATA DI RISO € 3,00

Pro Loco Mottese                                   

FRITTO MISTO PIEMONTESE € 12,00

LINGUA IN SALSA VERDE €   5,00

Associazione Turistica Pro Loco Di Occimiano    

RISOTTO SALSICCIA E BARBERA € 5,00

PROSCIUTTO AL FORNO CON PATATINE € 7,00

TORRONATA € 3,50

PATATINE FRITTE € 2,50

Associazione Polisportiva Pro Loco Ozzano            

AGNOLOTTI CON TARTUFO €   6,00

GRIGLIATA MISTA CONPATATE € 10,50

PATATINE FRITTE €   3,00

PESCHE AL VINO O GELATO ARTIGIANALE €   3,00

Pro Loco La Tabarina – Piagera Di Gabiano   

tris antipasti: salamino al barbera, friciulin all’erba di S. Pietro,

fagioli in umido alla Tabarina €   6,00

reginette al sugo di nocciole o al sugo della Tabarina€   6,00

spezzatino di capriolo con pulenta €   8,00

dolce della Tabarina: torta di nocciole accompagnata da una 

crema di zabaione allo spumante €   5,00

Atsd Pro Loco Di Pontestura       

AGNOLOTTI DE.CO. DI PONTESTURA AL RAGÙ MONFERRINO € 6,00

BATTUTA DI CARNE CRUDA CON SCAGLIE DI GRANA € 8,00

TORTA DE.CO. CASTAGNACCIO E AMARETTI € 3,00

TRIS DI SEMOLINI – AL LIMONE – CIOCCOLATO E ZABAIONE  € 3,50

Associazione Turistica Pro Loco Casale Popolo A.P.S.  

CARPACCIO DI CARNE C/BAGNA CAUDA O GRANA € 7,00 

TAGLIERE DI SALUMI E FORMAGGI € 7,00

PATATINE FRITTE € 3,00

CHEESE CAKE ALL’UVA € 4,00

Associazione Turistica Pro Loco Prarolo      

RISOTTO CON PORRI MANTECATO CON PETALI DI GRANA €   5,00

SPEZZATINO D’ASINO CON POLENTA € 10,00 

COTECHINO CON PATATE €   7,00

Associazione Polisportiva Quarti 

GNOCCHI AL RAGÙ € 6,00

GNOCCHI AI FORMAGGI € 6,00 

GRAN GNOCCO FRITTO DI QUARTI                                                                                                      E SALUMI-FORMAGGI E MARMELLATA € 7,00 

GNOCCO FRITTO E NUTELLA € 4,00

A.T. Pro Loco Rosignanese Aps      

– “ROSIBURGER” + PATATE AL FORNO: panino con hamburger di manzo piemontese, bacon croccante, formaggio, insalata valeriana, pomodoro, cipolla rossa caramellata + patate al forno 12€

– TAGLIATA DI FASSONA PIEMONTESE CON PATATE AL FORNO 13€

– CARNE CRUDA 7€

– PANNA COTTA ALL’UVA FRAGOLA 4€

Pro Loco Sala Monf.To “Compagnia Della Muletta”       

PIATTO DI MULETTA € 5,00

LIMONE RIPIENO € 4,00

SEMIFREDDO AL TORRONCINO € 4,00

SERVIZIO BAR

Pro Loco San Salvatore                    

TAGLIOLINI AL SUGO DI LEPRE €   7,00

AGNOLOTTI FRITTI €   5,00 

BRASATO CON PATATINE FRITTE € 10,00 

PESCHE RIPIENE €   4,00

Associazione Turistica Pro Loco Terranova  

SALAM D’LA DUJA – SALAME SOTTO SALAMINO GRASSO CON FORMAGGIO € 6,00 

TRIPPA € 6,00

SGROPPINO € 3,00

BUNET E/O PANNA COTTA € 2,50

Associazione Turistica Pro Loco Terruggia Aps    

FRICIULIN € 4,50

PEPERONATA € 4,00  

STRACCETTI DI POLLO € 5,50

SALAME DI CIOCCOLATO € 4,00

Vercelli – Vecchia Porta Casale Aps               

PANISSA VERCELLESE € 5,50

POLENTA E CINGHIALE € 8,50 

TARTUFATA € 3,50

Associazione Turistica Pro Loco Vignale             

FRICIULIN DE.CO € 4,00

ACCIUGHE CON BAGNETTO € 5,00 

SALAME DI CIOCCOLATO € 4,00 

Pro Loco Di Villanova Monferrato      

BRUSCHETTA MELANZANE BURRATINA 

E GRANELLA DI PISTACCHIO € 4,50

RISOTTO CON SALSICCIA 

E ZUCCHINE CON BURRATA A CASCATA € 6,00

TOMINO RUSPANTE 

CON MARMELLATA DI CIPOLLE E BARBERA € 5,00

TORTA CIOCCOLATINO SENZA GLUTINE SENZA LATTOSIO € 3,50

Maria Clausi: RIFLESSIONI SULL’ESSERE UMANO.

Maria Clausi: RIFLESSIONI SULL’ESSERE UMANO.

Questa mattina ho avuto una piacevole conversazione con un signore colto, intelligente, dotato di notevole profondità d’animo. 

Abbiamo riflettuto sul perché della necessità degli esseri umani di darsi delle leggi.

Io, da parte mia, sono giunta alla conclusione che le leggi in verità servono perché i popoli hanno bisogno di essere sottomessi ad un’autorità e hanno bisogno di essere costretti alla osservanza di norme codificate in ragione della durezza del loro cuore. In realtà, basterebbe il diritto naturale per garantire la pacifica convivenza tra gli esseri umani. 

Sant’Agostino diceva, infatti, che esiste un diritto naturale che Iddio ha impresso nel cuore di ogni uomo: la coscienza del bene e del male!

La necessità di norme che costringono alla loro osservanza nasce dal grande egoismo dell’uomo e dalla sua voglia di prevaricare sugli altri.

Da qui nasceva un’altra mia riflessione: ultimamente sto rileggendo l’antico testamento e sono giunta alla conclusione che l’umanità, nel corso dei millenni, è rimasta identica a sé stessa. Identici sono i sentimenti, identiche sono le relazioni umane, identici gli inganni …

L’essere umano ha cambiato le tecnologie, gli strumenti attraverso i quali determina la qualità della sua esistenza: alle caverne si sono sostituiti i grattacieli, alle carrozze le ferrari, ai messaggeri i telefoni cellulari. Ma il suo animo è identico a quello di millenni fa!

Ed allora sono giunta alla triste conclusione che dalla storia dell’umanità e da quella del singolo non scalzaremo mai odio, inganno, tradimento, egoismo, tirannia, invidia, gelosia …

L’unica cosa che il singolo individuo può fare è scegliere quotidianamente il bene anziché il male.

Il resto sfugge al suo controllo.

MC

Muletta e Grissia Monferrina, di Silvia Gario

Muletta e Grissia Monferrina, di Silvia Gario

La “Muletta” (divenuta prodotto a Denominazione Comunale) è un pregiato salume tipico del Monferrato dal sapore decisamente interessante, delicato ma al contempo speziato e decisamente appagante per il palato.

Le fette di “Muletta”, tagliate a coltello e non troppo spesse, devono essere necessariamente abbinate alla “Monferrina” detta “Grissia”: un pane, tipico del Monferrato, che ha una forma particolare che ricorda due chiocciole unite insieme alle estremità posteriori, grazie alla bravura dei panettieri artigiani.

La “Grissia” è un pane a pasta dura dal doppio impasto, è un pane di altri tempi, visto la lunga lavorazione che richiede ed è adatto ad essere conservato per alcuni giorni.

A questo punto ad uno straordinario salume ed a un eccezionale pane non può che essere abbinato un bicchiere del tipico e stupefacente Grignolino!

Buona degustazione!

I cibi “poveri” cantati da Neruda

Ode alla patata – (Nuove Odi Elementari, 1955)
Pablo Neruda

PAPA,
ti chiami
papa
e non patata,
non nascesti castigliana:
sei scura
come
la nostra pelle,
siamo americani,
papa,
siamo indios.
Profonda
e soave sei,
polpa pura, purissima
rosa bianca
sepolta,
fiorisci
là dentro
nella terra,
nella tua piovosa
terra
originaria…

Papa
materia
dolce,
mandorla
della terra…

Onorata sei
come
una mano
che lavora nella terra,
familiare
sei
come
una gallina,
compatta come un formaggio
che la terra produce
nelle sue mammelle
nutrici,
nemica della fame,
in tutte le nazioni
si piantò la sua bandiera
vittoriosa…

Universale delizia,
non aspettavi
il mio canto,
perché sei sorda
e cieca
e sepolta.
A malapena
parli nell’inferno
dell’olio
o canti
nelle fritture
dei porti,
vicino alle chitarre,
silenziosa,
farina della notte
sotterranea,
tesoro infinito
dei popoli.

  • Meravigliosa scoperta questo mondo di semplici ortaggi che il nostro sommo poeta traduce in perle di versi. La patata o papa…eh sì ormai è così comune sulle nostre tavole, coltivata nei nostri campi che dimentichiamo che non ci appartiene, ha l’animo americano questa delizia prodotta dalle mammelle della terra, tesoro infinito dei popoli.

A chi non piacciono le patatine fritte?

Già sono buone, se poi un grande poeta ci compone dei versi, creando un’immagine deliziosa facendocele assaporare, coglierne l’odore e il suono allegro dello sfrigolio della frittura allora è un invito irrinunciabile.

Ode alle patate fritte, da “Navegaciones y regresos (1957-1959)”, Pablo Neruda

Scoppietta
nell’olio
friggendo
l’allegria
del mondo:
le patate
fritte
entrano
nella padella
come candide
piume
del cigno del mattino
ed escono
semidorate dalla crepitante
ambra delle ulive.

L’aglio
aggiunge ad esse
la sua terrena fragranza,
il pepe,
polline che attraversò le scogliere,
e
vestite
a nuovo
con abito d’avorio, riempiono il piatto
ripetendo l’abbondanza
e la saporita semplicità della terra.

Amici di S. Maria e S. Siro

Amici di S. Maria e S. Siro: Concerto per violino e chitarra classica

Siamo giunti al quarto appuntamento del Maggio Musicale in S. Maria e S. Siro in Sale. Sabato 18 giugno, ore 21,15 sarà ospite una formazione inusuale, chitarra classica-violino, formata  da due valenti musiciste italo svizzere Virginia Arancio e Cordelia Hagmann, che promettono di regalarci intense emozioni. Eseguiranno  musiche di Schubert, Villa Lobos, Ramirez  e Piazzolla.  Ringraziamo la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e la Fondazione Cassa di Risparmio si Alessandria che , con il loro contributo hanno reso possibile  questa  stagione in S. Maria e S. Siro in Sale 

A seguire una breve presentazioni delle artiste.

Virginia Arancio, alessandrina, per la precisione di Carbonara Scrivia , di nascita e formazione (diploma al Conservatorio di Alessandria sotto la guida di Guido Margaria) si trasferisce in Svizzera per specializzarsi in interpretazione della musica Contemporanea. Dal 2008 è docente di chitarra classica presso Conservatoire du Musique de la Broye (Svizzera francese) e dal 2011 è docente di chitarra classica presso la scuola di musica  Konservatoriun Bern e Konservatorium Winterthur.   Ha lavorato con diversi ensemble di musica contemporanea e di  musica da camera in varie formazioni 

Cordelia Hagmann, svizzera, anche lei insegna presso il Konservatorium Bern, è musicista  versatile che si esibisce sia in formazioni classiche che jazzistiche. Ha eseguito concerti negli Stati Uniti, in Europa e in Israele, come la Carnegie Hall, il Barbican Center e la Wigmore Hall di Londra, la Salle Pleyel e l’Olympia di Parigi, la Konzerthaus di Vienna, la Konserthus di Stoccolma, Heidelberger Frühling. Ha vinto in questi anni  premi e ottenuto diversi riconoscimenti.