Le prime pagine del DIARIO sono un preludio al mondo surrealista che prevale nel resto del documento. Continuamente, si nota un (equivoco?) che fa intravedere la sua indifferenza ai “fatti razionali”, suggerendo diversi modi di pensiero, ma tutti con una costante, la sua discordanza fra realtà e “illusorietà”
Diario de Frida kahlo. Traduzione e adattamento di Frida la Loka. Immagine di portata: frammento disegno del Diario
Diego, vero è, tanto grande, che non vorrei, né parlar, né dormir né ascoltar, né amar. Sentirmi racchiusa, senza timore al sangue, senza tempo né magia dentro alla tua propria paura, e dentro alla tua angoscia e nello stesso rumore del tuo cuore.
Tutta questa pazzia, se te la chiedessi, io so che sarebbe, per il tuo silenzio, solo turbamento. Ti chiedo violenza, nel senza senso, E tu, mi doni, la tua luce e calore. Dipingerti vorrei, per averli tanti nella mia confusione, La forma concreta Del mio gran amor.
F.
Oggi. Diego mi ha baciata. Ogni momento, lui è il mio bambino, il mio bimbo nato, ogni pagina, diario di me stessa.
Un 6 luglio di 1907, nasceva Magdalena Cármen Frida Kahlo Calderón, maggiormente conosciuta come Frida Kahlo.
Diario di Frida Kahlo. Pag. 31. Traduzione e adattamento di Frida la Loka
Oggi mercoledì 22 gennaio, 1947
Tu mi piovi io ti cielo Tu la finezza, L'infanzia, la Vita amore mio bimbo; vecchio Madre e centro; blu, tenerezza. Io ti dono il mio universo E tu mi vivi.
Sei tu a chi oggi amo. Ti amo con tutti i miei amori Ti doneró il bosco Con una piccola casa dentro Con tutto il buono che ci sia
Nella mia costruzione, E tu, vivrai contento, desidero Che tu possa vivere contento. Anche sé, io ti darò sempre La mia assurda solitudine E la monotonia d'una complessisima Diversità di amori Lo vuoi? Oggi, amando gli inizi E tu, ami
corro in volo che accarezza con le mie dita le rotonde colline, forano le mie mani le umbre valli ansiose di posseso e mi copre l'abbraccio dei soavi rami, verdi e freschi. Io penetro il sesso della terra intera, mi abbraccia il suo calore e nel mio corpo il tutto sfiora la freschezza delle tenere foglie. La sua rugiada è il sudore dell'amante sempre nuovo.
Non è amore, non è tenerezza né carineria , è la vita intera, la mia, che trovai al vederla nelle tue mani, nella tua boca, nei tuoi senni. Tengo in bocca, il sapore a mandorla delle tue labbre. I nostri mondi non sono mai usciti fuori. Solo una montagna conosce le viscere d'un altra montagna. Per momenti, fluttua la tua presenza.
Diario di Frida Kahlo. pag, 23/24. (traduzione e adattamento di Frida la Loka)
come avvolgendo tutto il mio essere in un'ansiosa attesa di mattina. E vedo, sono ancora con te. In questo momento pieno di sensazioni, ho le mani affondate nell'arancie, e il mio corpo avvolto dai tuoi abbracci.
Siate tutti i benvenuti!!, di Frida la loka, Lombardia.
Foto: Francesco Ungaro ( Pexels), Foto di portata: Isaac García ( Pexels)
La giostra è aperta!
Care amiche, cari amici, conoscenti vari e soprattutto quelli che non lo sono affatto!!!, (per voi, faccio uno strappo alla regola).
L'ingresso è gratuito, ma c'è purtroppo una piccola regola, solo una, chi entra non potrà uscire finché non ha sperimentato l'adrenalina di ogni passatempo o svago che dir si voglia.
Perciò, requisiti indispensabili; coraggio, tenacia e resistenza con una buona dose di (auto)ironia.
Avrete diversi privilegi, i quali vi serviranno a interagire meglio sui diversi ruoli, secondo la situazione proposta, considerate che non tutte saranno gradite, altre addirittura disgustose, beh! sarà parte della vostra "experience", direi, indimenticabile.
Potrete fruire di maschere, (disporrete dun'ampia varietà di scelta), giacché noterete che nel percorso ci saranno contesti nei quali, sé avrete indossato la maschera con un sorriso stampato su di essa, il resto vedrà in voi una persona allegra e che in apparenza si gode la giostra, concludendo col ragionamento che poi alla fine, non è tanto male. Qualcun'altra, porterà con sé, la maschera della malinconia, che parla da sola, siccome la stragrande maggioranza sarà impegnata ad altro (non preoccupatevi!), passerete inosservati.
Noterete che la maschera con le labbra verso il basso, con gesto di tristezza, non la prenderà quasi nessuno, non sia il caso di far intravedere agli altri i propri stati emozionali...
Infine, avrete (eccezionalmente), l'opportunità di assaggiare il vero senso delle vertigini, quelle che vi metteranno un disagio unico e inspiegabile, sembrerà che il battito cardiaco acellera e il tutto viene a mancare, le gambe tremerano e ogni senso non sarà più in grado di avere il proprio controllo, e penserete, - è il momento di dire basta!!
Beh, vi do una notizia, non sarete in grado di uscirne, a questo punto, non sarete voi a decidere. Vi ricordate "Jumanji"? Quel gioco che prende vita e finché non si fa come da regolamento, non se ne esce.
Probabilmente più d'uno penserà che sta avendo un attacco di panico, tranquilli sono soltanto le vertigini, (le qualli vi faranno forse pentirvi d'aver accettato, a tal punto di rimettere tutti i tramezzini).
La giostra avrà presso le vostre anime e sarà lei a gestirvi.
Allora! Se sarete stati alla altezza e, come consigliato all'inizio: portasti con voi tenacia, resistenza, coraggio, vorrà dire che avrete trascorso solo delle poche ore, d'una sola giornata, delle vostre vite in questa giostra, la mia.
Cosa avete vinto? Nulla...
Semmai, avrete capito per un istante, come ci si sente, vivere gli alti e bassi di questa sciagurata e miserabile giostra chiamata vita...
Ti chiedi, -dove ho sbagliato? Mentre un cristallo d'acqua si riversa sulla tua guancia e tuoi occhi chinati accompagnano la postura della testa e del collo
Una mano appoggiata sul mento, per reggerlo mentre l'altro braccio si effonde, divaricato sul tavolo. Lo sguardo ofuscato cerca di plasmare immagini, ma non ci riesce.
La domanda è sempre quella o quasi, -perché? Il silenzio è accanto, ma il frastuono anche... Il cuore si fa piccolo e non batte, galoppa velocemente.
L'universo, il tuo; ora è come quella biglia sul portagioie vicino alla porta, diminuto e fragile ornato da scintillanti colori, come le stelle in un cielo sereno, ma non fai caso...
Piuttosto quello che arriva, è un'aria gelida che traffigge, lacera viscere, dissangua l'anima.
E ti chiedi ancora, - e se tornasse? Avrà peso la sofferenza?, e il tempo?, avrò fiducia un'altra volta?
Cara Anne, lo so di averti lasciata un po' nell" oblio, ma sai, qui le cose non vanno tanto bene, non abbastanza come dobrebbero e se ci fosti, sicuramente saresti molto delusa degli uomini. Cosicché colgo questo ritaglio di tempo d'una giornata sicuramente particolare per molta gente, oserei dire per il mondo, anche sé, il mondo tutto non lo sa, oppure ha dimenticato o peggio, se ne frega.
Eh sì Annuccia; perché da quel momento in poi sappi che non fu mai più lo stesso e purtroppo non hai avuto la possibilità di venirne a conoscenza. Cercherò di essere poco noiosa, (sei una ragazza inteligente), oggi voglio dedicarti un pò d'attenzione per farmi perdonare,spero ti faccia piacere o almeno, ti raserene sapereche che per quanto sia passato del tempo qualcuno ancora s'interessa di chiarire come fu una parte importante della nostra storia, della tua!
Ti ricordi?! Se ho iniziato a scrivere, quando avevo più o meno la tua età, è soltanto grazie a te; e le tue preziose pagine, che poi divennero un libro, ma questo te l'ho avevo già detto.
Sai Anne cara, tempo fa, son venuta a conoscenza che una scrittrice importante, ha raccolto in un libro, tantissima informazione, si parla sul fatto di chi rivelò il vostro nascondiglio segreto, come lo chiamavi. Cinque anni e una squadra investigativa composta da quasi duecento persone!!! Hai capito?! Ahimè... alla tua età, diventata famosa, tu diresti sicuramente, -dovuto a cosa?!, già tì sento!! Grazie alla preziosa e minuziosa informazione che col inchiostro è senza rendertene conto ci stavi lasciando come legado.
Dolce Anne, siete stati traditi d'un altro ebreo, come te, come tuoi famigliari e "coinquilini ", triste già, sarai rammaricata oppure sconcertata e ti capisco...
Ma non uno qualsiasi, tale "signore " chiamatosi, Arnold van den Bergh, notaio ebreo, membro del Consiglio ebraico di Amsterdam, sposato con tre figlie.
Pare facesse parte della commissione del Consiglio ebraico che, su ordine dei nazisti, doveva selezionare i nomi degli ebrei da inserire nelle liste di deportazione.
Era molto facoltoso sai!, era riuscito a farsi inserire nella lista del tedesco Hans Georg Calmeyer che, ufficialmente, addirittura dichiarò la sua non appartenenza alla razza ebraica. Per questo, nonostante il decreto nazista che obbligava i notai ebrei olandesi a cedere la loro attività, Arnold van den Bergh poté svolgere il suo lavoro fino al gennaio del 1943, fino a quando un collega ariano, destinato a occupare il suo studio, J. W. A. Schepers, lo denunciò alle SS e gli fece perdere i suoi privilegi.
Probabilmente, a questo punto, sarai un pò seccata? Forse, ma ho pensato che quello che v'è capitato e non solo a voi, è stata una tragedia imanne. E mi dirai, - ma è passato del tempo, a cosa serve oramai sapere, ricordare?, e io ti dirò una frase scritta da un signore, Primo Levi, che subì come te, perché ebreo, ma sopravvisse e divento una scrittore! Pensa te, il tuo sogno! E recita,
《"L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria"》.
Bene! Chissà cosa continuerai a scrivere, là, dove tu sia; spero siano cose colorate, radiose e piene di emozioni.
Ti abbraccio forte, carissima.
Ps: Sono molto soddisfatta di averti scritto e sedermi con te per terra sui pavimenti in legno, con le gambe incrociate come indiani, mentre tiepida filtra un raggio da qualche fessura Credo essermi ritagliata un pò "troppo " di tempo, alla prossima.
Oggi c'è, è venuto a trovarmi, io l'ho accolgo con tenero abbraccio, mi scalda, sento il brivido accarezzando il corpo
Sono grata; e mi disperdo, come bimbi ch'accolgono la curiosaggine.
Non so quanto durerà; non ha importanza...
S'è affacciato ed è quello che conta per me. Tornerà?... Sicuramente.
L’Abbraccio di Klimt è parte di un trittico composto da tre pannelli che sono dedicati alla serie dell’Albero della vita, realizzato tra il 1905 e il 1909.
Non dico basta, perché ancora non finisce perché pese a tutto, ancora fiore sboccia germogli d'ogni sono lì pronti. Perché sempre torniamo sui nostri passi, su sentieri già battuti mile volte, avvolti di bruma che toglie il fiato e ci si sbaglia, ancora.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché malgrado questo grigiore che ci avvolge e soffoca, resta quel poco di pensiero, se pur onnubilato, per riflettere.
Non dico basta, perché ancora non è finita si può percepire timidamente ancora, il cinguettio fremere al mattino.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché c'è da piangere ma anche tanto per cui, vale la pena ridere a squarciagola.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché ci sono infinite sfide d'intraprendere perché se non mi ci butto sarà stato un semplice forse.
Non dico basta, perché ancora non è finita finché ci sia aria da riempire polmoni, voce per canticchiare oppure urlare, occhi per vedere tutto, il bello, pure quello che no sopporti.
Ma, nel caso, il tempo si ostinasse con me, sarò io a dire la mia.
Benché gli infissi di casa siano senza chiave, si possano aprire e chiudere quando lo si desideri E le tende siano spalancate per far spazio alla luce sinonimo di vita Talvolta non riesco ad uscire dal guscio che mi tiene aggrappata a qualche maniglia di qualche porta Il tempo passa e il mio orologio vitale rallenta e subentra la paura, soprattuttotanti pensieri...
Perché? Oggi il cielo è così blu! Come sarà fuori? L'aria sarà mite o fredda e profumata di neve? Non lo so, non lo saprei è calato il buio, le lancette hanno fatto il loro giro, ancora una volta.
La coppa di cristallo si ruppe; Condizionata dalle variabili alle quali era sposta;
Può essere che sopravviva a tempeste, terremoti; una svista e si rovescia, però non si è rotta, ancora;
neanche un graffio giacché, ben protetta, custodita accuratamente; tenuta lontana dai pericoli...
quando v'è l'affetto ad essa; Da sola, è un oggetto come qualsiasi altro della sua specie, gracile...
Dilazionare il suo utilizzo più di quanto si possa immaginare talvolta è una inconsueta preziosità ...
Le variabili, già; Suficiente una lacrima piena di dolore, pessante di tanto contenimento caduta dal cielo per compiere l'atto finale sul orlo del calice per disfarsene.
Quando ho iniziato a scrivere, non sapevo da dove iniziare, ancora oggi sono confusa, nel cosa…
Volevo scrivere e basta, avevo bisogno di trasmettere, di condividere, ma no, come nei social, a mio parere molto più, se mi passate la parola, superficiali. Scrivevo e non riuscivo ad arrivare alle persone, mi sentivo no capita, ho addirittura, giudicata.
Qui, ho trovato un posto molto accogliente, come per tanti che abbiamo fatto un salto nel vuoto, lasciando ognuno la loro terra.
Non ho mai aspettato niente di nessuno, né i likes, né parole belle nei miei confronti. Sorpresa mia, non sono da sola, non mi sento sola, anche sé nel quotidiano lo sia e affrontare, malattia, famiglia e quello che arriva improvvisamente, e non aspetti.
Volevo solo ringraziare ogni singola persona che mi ha letto, ha lasciato qualche parola o messo un mi piace.
Non avete idea del peso psicologico che possiede, in positivo!!! Anche sé, quest’anno è stato davvero duro per me.
RINGRAZIO A TUTTI VOI!
Avete alleggerito ogni singolo giorno di quest’anno, mi auguro di cuore che proseguirà…
Una panchina in legno sporca e consumata dagli anni è sempre lì, in quel pezzo di sentiero, che se non fosse bullonata al pavimento probabilmente sarebbe già scomparsa. È stata testimone di tante storie; seduta questa ragazza sorride ed abbraccia il suo lui, in procinto di leggere un libro.
Una mamma sfinita, si siede, con un passeggino al fianco che; con il piede sinistro fa un movimento avanti, uno indietro per cullare il bimbo, lei a riposo mentre fruga ad occhi chiusi nella borsa.
Dietro la panchina, tante scritte, molte insolite, tante graffiature, altri disegni incomprensibili, non manca il cuore e addirittura il simbolo anarchico che più di un giovane fiero del fatto, avrà portato pure sulla maglietta.
Bambini l'hanno usato come cavalluccio, il gruppetto! dopo la partita di calcio...
Son passati in tanti davanti a quella panchina eppure più di uno non si è mai fermato, troppa fretta.
Ma, c'era un'ora ben precisa, dopo cena, non molto tardi, a quell'ora ormai non c'era quasi più nessuno; un uomo con una discreta gobba e cappello, si avvicinava a passo lento appoggiato con la mano destra sul vecchio bastone, sotto l'abambraccio destro un foglio di giornale arrotolato. Sedeva senza fretta, su quella panca; appoggiava il suo bastone di fianco, prendeva un sigaro della tasca interna della stessa giacca di sempre, lo scrutava e sentiva il suo aroma intenso, come fosse la prima volta.
Finalmente lo accendeva, l'aria si mescolava col fumo, si percepiva che per l'uomo non era un problema il tempo, né le stagioni, perché ogni mercoledì, in primavera, d'estate,oppure col freddo, per l'uomo era lo stesso; tutti i mercoledì al calare del sole, si trovava lì, incorvato,gambe incrociate, bastone s'un fianco e il rotolo di giornale di fianco, sulla panca.
Sembrerebbe un tipo strano, per chi lo vedesse per la prima volta. Aveva l'abitudine di fumare il suo sigaro, leggermente amaro mescolato ad un retrogusto dolce salato, ma, piacevole al palato il capo leggermente chino verso l'alto, guardava vada a sapere cosa, forse nulla... sguardo perso nel'aldilà passava il tempo e lui delibaba il fumo e lo guardava come saliva e si perdeva fra i frondosi cipressi fino a scomparire le figure che si formavano.
Una volta finita la sua costumanza, prendeva il suo bastone e appoggiato, con la destra, srotolava il foglio di giornale e con tutta la sua tenerezza, mani tremanti e rugose segnate dal tempo lo spostava, lasciando sulla panca, la solita rosa rossa, bella turgida come nessuna... come lei...
Un día del año 1830 cierta prostituta fue estrangulada en las afueras de Nueva York. Varios testigos vieron huir al asesino, pero no pudieron distinguir su rostro, aunque advirtieron que iba uniformado como los cadetes de West Point.
Las investigaciones efectuadas por los agentes de la ley dejaron constancia de que aquel día todos los cadetes tenían una coartada irrefutable, con solo dos excepciones.Uno de los posibles sospechosos era el joven Jack Marlowe, muchacho de buena familia y expediente intachable. El otro era un individuo de costumbres disolutas y mente algo desequilibrada, al que sus escasos amigos solían llamar Eddy.
Con semejantes antecedentes, no es de extrañar que este último se convirtiera en el blanco de todas las sospechas. O, mejor dicho, de casi todas, pues uno de sus compañeros había hecho buenas migas con él y creía en su inocencia. Así pues, Robert Reynolds decidió investigar el caso por su cuenta, para echarle una mano a su amigo Eddy antes de que alguien decidiera ahorcarlo.
Aquella noche consiguió salir de la academia sin que su fuga fuera advertida y se acercó a la ciudad, concretamente al depósito de cadáveres. Tras sobornar al guardia, examinó el cadáver de la desdichada prostituta y, tras hacerse con una buena lupa, examinó atentamente las marcas que los dedos asesinos habían dejado en su cuello. Tras una larga observación, se guardó la lupa en el bolsillo y se dijo:
-A juzgar por la posición de las marcas, quien asesinó a esta desgraciada debía de tener unas manos bastante grandes. Las de Eddy son más o menos como las mías (lo sé porque nos hemos echado unos cuantos pulsos). Las de Marlowe no sé cómo serán, nunca me he fijado en ese detalle. Pero él es un hombre bastante alto y fuerte, así que lo lógico sería pensar que tiene unas manos grandes. Pero aquel era un indicio demasiado vago para satisfacer a Reynolds.
Además, Marlowe no era de los que frecuentan la compañía de las prostitutas y, desde luego, no estaba loco. ¿Qué razón podía tener para matar a una desconocida?
Entonces Reynolds decidió acercarse al barrio donde se había cometido el crimen y, tras otro soborno, pudo hablar con una compañera de la víctima. Esta no tenía ni idea de quién podía haber estrangulado a la pobre Betty, así que Reynolds optó por preguntarle directamente:
-¿Le habló alguna vez su amiga de un cadete llamado Marlowe?
La apenada prostituta caviló en silencio durante unos segundos y luego dijo:
-Creo que no. Recuerdo que hace pocos días Betty mencionó a un tal Marlowe, con el cual se había acostado varias veces. Pero, por lo que dijo de él, debía de ser un pez más gordo que un simple cadete. Además, lo mencionó precisamente para decir que había muerto.
Como aquella línea de investigación parecía cerrada, Reynolds se despidió de la prostituta con una generosa propina y volvió a West Point antes de que alguien notara su ausencia.
Una vez allí, buscó a un veterano ordenanza llamado Seymour. Este era un hombre astuto, que, sin ser amigo de nadie, conocía los entresijos de todo el mundo.Normalmente era un tipo discreto, pero Reynolds obtuvo el placer de su conversación a cambio de unos cuantos dólares. Tras asegurarse de que nadie los escuchaba, le preguntó:
-Seymour, ¿sabe si recientemente ha fallecido algún pariente del cadete Marlowe?
-En efecto. Y me extraña que usted lo haya descubierto, porque es un asunto del cual se ha hablado muy poco por estos lares. El hermano mayor de Marlowe murió la semana pasada, después de que se disparara por accidente la pistola que estaba limpiando. Ya sabe: la típica tontería que se cuenta para ocultar un suicidio.
-¿Y qué motivo podía tener ese hombre para suicidarse?
-Según tengo entendido, iba a casarse con una señorita de alta alcurnia, pero el compromiso se rompió bruscamente pocos días antes de la boda. Al parecer, ese individuo quiso comer entremeses antes del banquete nupcial y hubo un entremés que no mantuvo la boca cerrada. No sé si me entiende.
Da Tenor
Reynolds entendía perfectamente y pensó que la pobre Betty había sido un entremés demasiado parlanchín. Si el hermano de Jack Marlowe se había suicidado por culpa de sus habladurías, entonces ya había un móvil para el asesinato. El cadete Marlowe podía ser un hombre irreprochable en muchos aspectos, pero en varias ocasiones había manifestado un carácter arrogante y vengativo, incapaz de perdonar.
Tras unas palabras de Reynolds con el jefe de policía, se procedió al arresto de Jack Marlowe, quien consiguió escapar antes del interrogatorio. Aquella fuga se consideró un indicio evidente de culpabilidad y así Eddy dejó de ser sospechoso.
Éste abrazó a su amigo Reynolds con lágrimas en los ojos y le dijo:
-Muchas gracias, Robert. No sabes cuánto te debo.
-No exageres, Eddy. De todas formas, no había ninguna prueba contra ti.
-No me refiero a eso. Ya sabes que quiero ser escritor cuando abandone esta maldita academia. Y tú me has inspirado la creación de un nuevo género literario.
Varios años después Eddy, cuyo nombre completo era Edgar Allan Poe, creó la literatura de misterio.
Me ne accorgo sai? Io ti vedo Invece tu? Tanti pensieri, insoddisfazioni, domande senza risposte, tanta malinconia, solitudine immersa fra tanti, ma quanti veri?
Non ti manca niente per essere felice, invece... Sempre quello sguardo; Perso nel nulla, nell'infinito che nessuno ha mai raggiunto nemmeno tu ne riuscirai.
Una camuffata indifferenza evoca, suplica, implora affetto, tenerezza, serenità che mai usciranno dalle tue labbra, perché non è nel tuo; chiedere... amore.
Si fa mattino, le ultime gocce scorrono Pulito cielo, lavato, azzurro I fusti coperti a punto d'esplodere da tant'acqua, che un tiepido sole non prosciuga mai.
I peccatori oggi stanno meglio La salvezza da la su è arrivata purificando possibili vizi, traviamenti; la schiena è meno pesante, si cammina adagio.
Passi leggeri si mescolano nel frastuono del brulicante paessaggio.
“Frida è acida e tenera, dura come l’acciaio e delicata e fine come l’ala d’una farfalla. Adorabile come un bel e profondo sorriso e crudele come l’amarezza della vita”
“Frida es ácida y tierna, dura como el acero y delicada y fina como el ala de una mariposa. Adorable como una bella y profunda sonrisa y cruel como la amargura de la vida.”
DIARIO 15 OTTOBRE 2022 Sospesi su un passato che a volte ritorna, il presente da vivere alla meno peggio, con il futuro incerto all’ orizzonte noi abbassiamo la guardia nelle strettoie di un delirio. Le ruote della ragione stridono come granelli di sabbia nel nostro ingranaggio vitale e noi non ci prendiamo più per mano. Ma niente resta fermo, tutto si muove per energia propria. Ogni sera un giorno muore, dopo ogni notte un altro giorno nasce. In mezzo ci siamo noi e il mondo. Oh come forse sarebbe bello sedersi comodi e osservare il mondo con l’ indifferenza propria degli occhi di un gatto. Vivere la vita come viene, un prendere o lasciare con saggezza, fare la conta dei momenti che nella vita veramente contano e mandare a fanculo tutto il resto. VINCENZO POLLINZI – Ottobre 2022 Foto mia di un incontro per caso.