E sarà autunno?- da Frida la loka.

Lombardia

E siamo qui; ancora. Il sole immutato offre il suo candore più vitale come se no fossimo ad un passo di Natale, come se no fossimo in guerra.

Il mare increspato, le sue onde che colpiscono la pietra, una, due, infinitamente è sempre lui, semplicemente cambia colore secondo le sue emozioni.

Qualche telo copre la fine sabbia e uno ch'alto umano si fa abbraciare dall'acqua.

La maggior parte delle piante, con un verde e brillante fogliame, qualcuna di loro ingiallita per terra e un timido fiore ancora nasce trionfalmente.

Per quanto mi riguarda, m'affascina il lago, mi rassicura; quando giovane, sfidavo le onde in mare aperto con la gagliardia propria della spensieratezza, addirittura pazzia osserei.

Adesso mi cula il calmo e sereno, quando le gocce l'ho stuzzicano la sua pelle si'arriccia e i pesci vanno a rifoccillarsi.

E io osservo. Pensieri; tanti.

Vincitori e vinti, siamo qua, nessuno va molto lontano.
Su oppure giù...
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Tua.

1 novembre, 2022.

Dal blog personale:

http://fridalaloka.com

Lo so, è di giorni fa, pubblico solo oggi perché sono stata travolta da tante situazioni da risolvere e non postergabili. Quella giornata era bellissima e quel sole fu l’ultimo; preludio d’un autunno che arrivò proprio il giorno successivo.

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NOSTALGIA, di Miriam Maria Santucci

NOSTALGIA

Sono tornata a sedermi sulla siepe
dietro il muro della vecchia fonte.
L’acqua non sgorga più da lungo tempo
e i rovi s’intrecciano e fanno capanna.
Io ci sto sotto rannicchiata a pensare…
L’acqua sgorgava,
quando venivo qui,
e i rovi erano più radi,
e tu c’eri ancora.
Ora non esisti più
ed io sono tornata a sedermi sulla siepe.
Qui, dove annullavo ogni immagine,
sono venuta a cercarti…
Ma i rovi s’intrecciano intorno a me
e graffiano le mie carni,
e l’acqua non sgorga più,
da lungo tempo…

#MiriamMariaSantucci

#oltreiconfinidelcieloedelmare
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#poesiaitaliana
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Racconti: NOSTALGIA, di Alessandro Prever

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NOSTALGIA

Sono troppo triste, ti prego, rimandiamo ancora una volta.

I tuoi occhi d’estate, sono pieni di mare.

Sei allegra, leggera.

Guardandoti, coi tuoi bimbi, mi sembra di vedere mia madre giovane, che parlava ai suoi tre bambini in un mattino di cinquanta anni fa.

E mi torna alla mente mio padre, che tornava dal lavoro, la domenica in quei giorni caldi di vacanza.

Sono troppo triste, ti lascio ai tuoi occhi, a tutto il tuo mare.

Oggi mio padre, come tutti i forti e i vincenti, a dispetto degli anni e delle malattie,lancia ancora il suo grido di battaglia, come il Generale lo lancia ai suoi soldati.

Come da bimbo, a lui va il rispetto che si deve alla resistenza e alla lotta, che si deve all’esempio continuo.

Ma anche l’affetto, a chi ti ha sempre dato sempre sicurezza, sapendo della tua fragilità.

Quanto a me, sono più simile al soldato morente, che in battaglia caduto in una pozza di sangue si sforza di morire intorno alle piante e agli animali.

Sono molto triste, ma tu, coi tuoi bambini, mi riporti indietro in un giorno di mare, in cui chiaccherando con mia madre alla Stazione, noi bambini aspettavamo mio padre.

Lo aspettavamo nei colori dell’estate, nei colori di tutto quel vento.

Noi bambini , aspettando alla stazione , riempivamo di colori le vacanze, riempivano di suoni ,il vento di Mistral.