
NOSTALGIA
Sono troppo triste, ti prego, rimandiamo ancora una volta.
I tuoi occhi d’estate, sono pieni di mare.
Sei allegra, leggera.
Guardandoti, coi tuoi bimbi, mi sembra di vedere mia madre giovane, che parlava ai suoi tre bambini in un mattino di cinquanta anni fa.
E mi torna alla mente mio padre, che tornava dal lavoro, la domenica in quei giorni caldi di vacanza.
Sono troppo triste, ti lascio ai tuoi occhi, a tutto il tuo mare.
Oggi mio padre, come tutti i forti e i vincenti, a dispetto degli anni e delle malattie,lancia ancora il suo grido di battaglia, come il Generale lo lancia ai suoi soldati.
Come da bimbo, a lui va il rispetto che si deve alla resistenza e alla lotta, che si deve all’esempio continuo.
Ma anche l’affetto, a chi ti ha sempre dato sempre sicurezza, sapendo della tua fragilità.
Quanto a me, sono più simile al soldato morente, che in battaglia caduto in una pozza di sangue si sforza di morire intorno alle piante e agli animali.
Sono molto triste, ma tu, coi tuoi bambini, mi riporti indietro in un giorno di mare, in cui chiaccherando con mia madre alla Stazione, noi bambini aspettavamo mio padre.
Lo aspettavamo nei colori dell’estate, nei colori di tutto quel vento.
Noi bambini , aspettando alla stazione , riempivamo di colori le vacanze, riempivano di suoni ,il vento di Mistral.