Viaggio, di Franco Bonvini

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Alessandria, pubblicato da Pier Carlo Lava – Social Media Manager

Viaggio

 franco bonvini  

C’è un posto, lungo la ciclabile, dove non sono mai stato
e neanche conosco qualcuno che ci sia stato
lo conoscono tutti per sentito dire
così oggi mi metto in viaggio, che tanti l’han già fatto
non per cercarlo, se c’è qualcosa da trovare si mostrerà.
Forse sarà un’ auto rossa, sbucando improvvisa da destra a portarmici
o uno stupore improvviso
un’ assenza di suoni nell’ aria
senza risa di bimbi
nessun rumore di cascate
un’assenza di colori d’arcobaleno per gli spruzzi dell’acqua.
Vorrei una donna ad aspettarmi lì
già me la immagino
ferma nel tempo a sessant’ anni,
mentre io li ho superati già da un bel pò.
Ferma sulle rive di un lago
dove si specchia lei e il suo cielo, insieme,
col suo sorriso e il suo vestito azzurro
dello stesso azzurro di quel cielo.
Mi prenderà il capo tra le mani con lenezza
come faceva un tempo
per calmare un dolore, un tormento
o solo per una ninna nanna.
Vorrei lo poggiasse sulle ginocchia
o al seno
e mi facesse riposare.
Un giorno lo troverò quel posto
la troverò e saremo insieme
ci volessero altri sessant’ anni
non ho fretta.

Sfrontata, di Franco Bonvini

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Sfrontata

 franco bonvini  Pensieri  14 ottobre 2022 

Viene, sfrontata come sempre davanti agli occhi miei
viene a mostrar la verità che io mi ostino a non vedere
quella che scoloro, e ricoloro con i colori miei
quella che è una bugia, quella che non è lei.
Intanto aspetto sempre il giorno che verrà
un po’ meno vera e un po’ bugiarda come non è lei
ma con in mano una bugia
quella che le metto in mano
fatta con i colori miei.

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Gitana, di Franco Bonvini

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Gitana

 franco bonvini  Pensieri  12 ottobre 2022 

Un sogno!
Ma un sogno dove manca sempre qualcosa
la gitana che danza nuda al fuoco del falò
collana ai fianchi e monete d’oro ai seni
veli che nascondono il viso e ombre al fiore della vita.
Danza sicura e leggera e silenziosa
la figura amica delle ombre e licenziosa
c’è sempre quella musica che tanto piace a me
ma è troppo lenta per volteggiare come so che sa fare.
E’ proprio mentre il velo cade che si spegne il fuoco
forse è proprio il velo che cade a spegnere il fuoco.
Nel buio cessa anche la musica e fa un silenzio piccolo
solo un fruscio di gonna resta, che continua a volteggiare.

In fondo poi non è che manchi qualche cosa, è che il sogno non basta mai.

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Elleboro, di Franco Bonvini

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Elleboro

 franco bonvini  PensieriRipescaggi  11 ottobre 2022 

E poi ti accorgi che non è come nelle poesie.
Un giorno sali su fino alle colme,
fino al grande prato al limitare del bosco
e il bosco è proprio quello dei ciclamini,
e il prato quello che hai tanto cantato,
dove correvi nel sole tra le api e le farfalle
e lì le bambine erano belle.
C’erano fiori tanti,
e freccie che rimbalzavano sugli alberi,
c’ era un’ armonica che riempiva l’ aria.
Un giorno sali alle colme dicevo,
e scopri che il grande prato non è poi così grande,
come se il bosco fosse avanzato a prenderselo
e poi nel bosco non ci sono nemmeno i ciclamini,
e allora inventi la scusa della stagione,
sarà che l’ inverno è già quasi finito,
ma neanche al prato non ci sono fiori,
nè api o farfalle
sarà sempre colpa della stagione.
C’è solo un elleboro dove il prato finisce
e scivola ripido a valle
se ne stà lì, col suo verde sfacciato, e se la ride,
come a dirti inutilmente,
vieni giù dal pero povero illuso.
Inutilmente, appunto perchè non è pazzia,
io li ho visti i narcisi e anche i ciclamini
e le bambine belle
e non era un sogno,
e poi si sente una fisarmonica lontana suonare per davvero.
Forse sarà più in su, alla prossima colma.
forse più su, sarà la prossima volta,
dovrò solo smettere di fumare per arrivarci
e non smettere di cantare tutte queste cose.

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Anch’io sbirciavo un tempo, di Franco Bonvini

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Anch’io sbirciavo un tempo

 franco bonvini  PensieriRipescaggi  14 ottobre 2022 

Credevo se ne fosse andata un giorno
verso la notte più buia del mondo
credevo anche che mi avesse dimenticato
solo, in tutto quel buio.
Ero solo arrabbiato e così m’ ero nascosto
come al solito sotto il tavolo con la coperta fino a terra
e lì niente esisteva più.
Invece è sempre stata là fuori
ad aspettare che io uscissi
per continuare a baciarmi gli occhi prima di dormire
e per venirmi a trovare quando più mi manca.
E ci sarà per sempre
nei giri in bici per boschi e vie d’acqua
nelle corse con i nipotini
o nelle serate estive in riva al lago
sì, ci sarà per sempre.
Verrà ancora, e ancora
Eterna come credevo allora
quando sbirciavo dalle coperte facendo finta di dormire
e lei veniva a cantare di fianco a me
una eterna vie en rose.

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Forse è presto, forse troppo tardi, Franco Bonvini

Forse è presto, forse troppo tardi

 franco bonvini  pensieri notturni  3 ottobre 2022

Mi sono svegliato troppo presto stamattina
così che non c’è annuncio del nuovo giorno in cielo
solo buio, e ombre dei lampioni sulle case
che continuano a non muoversi
e altre ancora, che continuano a non esserci
l’aria però è fresca e invita a respirarla
ma io continuo a fumare guardando il cielo
e penso che è inutile tornare a dormire
e non so nemmeno che ore sono, che non ho orologio
e il telefono è scarico per dimenticanza
caduto sotto al divano.
Così sto qui, al balcone, e la fantasia è il lampione acceso che disegna le ombre ai muri
che continuano a non muoversi e a non esserci
nemmeno un po’ di vento che muova gli alberi e le vesti
della figura accesa dal lampione.
Forse non mi aspettava così presto
ma in verità non so nemmeno se è troppo tardi
solo sto qui, e aspetto il sole se verrà
qualcosa dovrà pur venire
fosse anche un lampo di luce e poi ancora il buio
e nel lampo vederla passeggiare qui di sotto
e salutarmi con la mano
e poi sparire.
Che faccia luce però è certo, come il suo passeggiare no
anzi si vedrà bene quanto non c’è
e continua a non esserci
almeno nella forma che conoscevo da ragazzo
fissata in qualche foto in bianco e nero.
Però qui è così calmo, che anche le stelle sorridono
dovrebbe restare così per sempre
ma già passa la prima auto che mi separa dal Sogno.

Qualcosa che batte, Franco Bonvini

Qualcosa che batte

 franco bonvini  Pensieri  5 ottobre 2022 1 Minute

C’ è qualcosa nella nebbia dei mattini di questi giorni d’inverno
nell’ umidità che condensa e scende in goccioline rigando il parabrezza
mentre il sole che nasce imbianca sullo sfondo.
Qualcosa che ti invoglia a spegnere il motore
procedere ascoltando il rotolio delle gomme
l’ aria che fischia come il vento tra gli alberi,
e a osservarli gli alberi
appaiono a uno a uno dallo sfondo bianco.
Stai in ascolto e senti qualcosa battere nel petto
ma non sai se è il cuore
che si fa anima
o l’ anima
che si fa cuore.
Intanto sei lì,
in auto e anche fuori
tra gli alberi.
E gli alberi ti vedono apparire dallo sfondo bianco
a motore spento, in silenzioso elettrico
a uno a uno ti vedono apparire, per poi sparire nel bianco.

Rapide, Franco Bonvini

Rapide

 franco bonvini  5 ottobre 2022 

C’è un luogo, lungo il Lambro
dove l’ acqua accelera la sua corsa scendendo rapide artificiali
prende forza e velocità
per alimentare la ruota dell’ antico mulino in disuso.
L’ acqua spumeggia di bianco mescolandosi all’ aria
si insinua in ogni passaggio
corrode le pale della ruota che ormai non gira più.
Se ti fermi lì, se stai a guardare,
dopo un po’ ti trovi a pensare come lei.
Ma quando esce dalla strettoia
tutto s’ acquieta
l’acqua riprende la sua calma,
puoi seguire il corso del fiume con lei
dalla ciclabile a lato, pedalando senza fretta,
e dopo un po’ ti trovi a pensare come lei.

Attrice dei sogni, Franco Bonvini

Attrice dei sogni

 franco bonvini  Pensieri  25 settembre 2022

Forse è una maga, forse una fata
o solo la donna che l’ha sognata
giovane, vecchia oppur bambina
o forse solo una vecchia bambina
nata dall’onda come sirena
ardita sì ma non oscena.
Sirena di lago dall’acqua sorge e la coda brilla
forse è la gonna che di monete d’oro scintilla
gonna gitana che segue le forme
così che chi la guarda mai più non dorme
e gira la gonna ai venti del lago
e s’alza e s’abbassa per il suo mago.
Forse è una maga, forse una fata
forse son solo nuvole con la forma amata
capelli nel cielo del lago argentato
l’occhio ne è appagato e abbacinato
resta però il sogno, l’incantatrice
forse è una maga, forse dei sogni l’attrice.
Attrice sì ma protagonista
che dietro alle quinte si sta preparando alla vista.

Memorie, Franco Bonvini

Memorie

 franco bonvini  Pensieri  29 settembre 2022

Se ne sta lì, dove comincia il prato, un vecchio cancello arrugginito
solo i pilastri a ricordare quel che è stato, le mura inesistenti, il recinto solo dagli alberi definito.
Le case intorno fan paura e forse serviva solo a rinchiudere chi ci abitava
ora gli alberi avanzano, a riprendersi il prato, a coprire tutto per farne un segreto
resteranno solo le tracce di quel che è stato, come tanti specchi, nella memoria dei vecchi.
E negli specchi il sogno è vero, come il dolore che sente, anche se non c’ero
e proprio lì, dove comincia il prato, scende la luce a trattenere il passato.

Memorie d’ottobre, Franco Bonvini

Memorie d’ottobre

 franco bonvini  Pensieri  1 ottobre 2022 

Non ricordo la neve
ricordo il sole, e il lago, i monti
qualche giorno uggioso e umido di pioggia
i sentieri in salita quando con piedi che non erano i miei
quando ero alto più di mio padre.
Eppure non ricordo la neve.
Ricordo l’acqua, e la piazza allagata, le passerelle
gli schizzi che faceva la biciclettina attraversandola
e mamma che diceva va minga trop in là.
E poi i cortili, le soffitte, i giardini
i primi giringiro solo in esplorazione, o fuga
ma non la neve
eppure deve esser nevicato a volte.
Di bianco ricordo i narcisi, e le nuvole
c’era sempre un falchetto che le attraversava
di rosso le macchinine a pedali in attesa di una corsa sull’acqua.
E io giù a guardare, come ora, ancora
e con quegli occhi vedere quello che più non c’è.

On the road again, Franco Bonvini

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On the road again

 franco bonvini  Pensieri  25 settembre 2022 1 Minute

Il sabato era giorno di festa
c’era il mercato lungo le mura.
Delle bancarelle ricordo quelle dei giochi e quello della Silvana
e poi c’ erano i chioschetti delle caramelle
ci si andava per la spesa o per un abitino nuovo
che la sera tornava papà
ma c’ era sempre qualcosa anche per me.
Sta chi tacà, la diseva
stammi vicino, diceva.
Così, appena posso, prendo la bici e ci torno lungo le mura,
adesso che so la strada
Sun chi, ghe disi,
sono qui,
al chioschetto per un panino e un tè al limone
son qui in bellavista e non mi nascondo più.
Ah, quelle bancarelle lungo le mura
cavalletti di legno e assi vecchie
e un telo sopra per esporre la mercanzia
sotto era un rifugio dove nessuno ti trova più
e poi il telo scendeva a terra solo dalla parte della strada
dall’altra c’erano le gambe della Silvana
con quelle mutandine un pò larghe che pareva si potesse sbirciarci dentro
e non sapevo neanche perchè..
non era vero che nessuno ti trovava più
il vigile mi trovava sempre e mi riaccompagnava a casa
mamma ormai lo sapeva e non andava più su e giù lungo le mura
mi aspettava a casa per una bella ramanzina.
Ma ormai è tardi.
Sono troppo grande per starci sotto alle bancarelle
e mi ritrovo a ripetere son qui come dei bimbi una filastrocca
sono qui, non andare più avanti e indietro
e a volte credo pure che i fioretti servano
e che è tutta quest’aria che fa lacrimare gli occhi ai vecchi.
Nessuno però arriva mai qui dove sono
così riprendo la bici e torno a casa
che ormai la so la strada.

Gira la luna e gira il sole, Franco Bonvini

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Gira la luna e gira il sole

 franco bonvini  cazzate varie  21 settembre 2022 

Passano immagini in questi occhi d’allora
viste più volte e riviste più ancora
non mille non una ma mille e una.
E’ questo cielo così grigio e spoglio
questo cielo di settembre che fa da foglio
ci metto un prato, e un agrifoglio
e poi anche tutto quello che voglio.
E gira il sole da sinistra a destra
finche fa buio alla finestra
ci metto le stelle, la luna e un soffitto
e sotto il soffitto un silenzio zitto.
E gira la luna, da sinistra a destra
tornerà il sole alla finestra
nel prato c’è il sole, e l’agrifoglio
spero soltanto che quella che voglio
si sdrai al sole e non sull’agrifoglio.

Anime di luce, Franco Bonvini

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Anime di luce

 franco bonvini  Pensieri  21 settembre 2022 

Non come ombra alla finestra appare
ma come lama di luce accesa in cielo
e tu passi lento sotto a quel cielo
da cui cade freddo tutto l’agosto appena passato.
Ci puoi vedere una promessa d’ inverno e di neve
mentre gli amanti promettono una nuova estate.
E intanto l’ aria si riempe di schizzi bianchi
nel cielo mutevole dal grigio al bianco
la luce vibra come piccole ali
c’è un gran caldo intorno e niente altro
nemmeno io
nemmeno tu
soltanto Noi e un felice pensiero.
E ad ogni lama di luce appare,
quel che non si vede appare
Come quel che invece si vede
lentamente scompare.
Si resta così, nudi sotto a quel cielo
da cui cade freddo tutto l’ agosto passato.
Potremmo guardare il fiume dal bosco o il bosco nel fiume
dico sotto a quel cielo
attraverso le nebbie che fanno le nuvole, dici
poi scendere leggeri verso la riva.
Potremmo scendere da quella scaletta, dico sotto quel cielo
e arrivare davanti all’acqua, dici, e amarsi alla fine di quel sentiero.
Davanti alle pace delle onde inquiete
tra la nostra stella e la luna
Lì, dove le rocce si scuriscono in rifugi di buio
Lì dove si alza il silenzio buono
quello che contiene speranze e sogni.
Potremmo aspettare la sera, dici
e addormentarci come bimbi, dico
in un felice pensiero che è più di un rifugio di buio.

Sogno triste, di Franco Bonvini

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E’ lei il sogno.
E quando la sogno è solo perchè lei vuole
la vedo, stesa sulle lenzuola bianche solo perchè desidera che io la veda
vuol essere percorsa fin dove il desiderio si fa più duro
dai capelli ai piedi e poi tornare dove la pelle è chiara.
Potrebbe anche essere che invece è lei che sogna
e io la vedo dal suo sogno mentre gioca con le dita
il collo teso, al cielo e i seni duri
e poi le costole, dove abita il respiro
e il ventre, e poi più giù dove il ventre cambia in sogno.
Poi cambia prospettiva e inarca un po’ la schiena
offre il sedere al sogno e il sogno sono io
nel sogno posso prenderla alle spalle e ai fianchi
accarezzarla ed assaggiarla e poi affondare come l’ape affonda.
Quando non vuole invece è solo un ricordare il sogno
ma è un sogno triste, come di qualcosa che muore.

Dentro gli occhi, di Franco Bonvini

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Dentro gli occhi

 franco bonvini  

Cosa vedi quando guardi il lago non lo so
ma posso dirti cosa vedo io
vedo il tempo farsi eterno
vedo il bimbo che gioca nell’ acqua
e il nonno sulle rive bianche di neve che lo guarda.
Non ci sono ore più belle di altre
che sia mattino di sole o bianco di nebbia
o notte scura e nera coi monti invisibili nel cielo
sono tutte qui, dentro gli occhi, insieme
nient’altro attorno, sei sempre solo quando guardi il lago.
Forse però un’ora c’è
quando il lago s’indora, che il sole sta per scendere oltre i monti
e cade obliquo nell’ acqua
allora i monti sembrano grembi di madri
con bimbi attaccati al seno
e c’è la stessa pace.
Sarà che ho questi occhi acquosi di lago
dentro i quali lei si è fatta isola eterna
sulle cui rive gioca mia madre bambina
e la notte lascia graffi di luce nell’acqua nera.
lì dentro non sono il nonno che guarda dalle rive bianche di neve
ma il figlio, e c’è una gran pace
proprio come sotto un immenso cielo stellato che si riflette nel lago.

Stupidata mattutina, di Franco Bonvini

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Stupidata mattutina

 franco bonvini    5 settembre 2022 1 Minute

Da Ugovizza verso Chiusaforte non è che ci fosse stata una gran movida
solo qualche bar, qualche osteria
ma tante ombrette lungo la via.
Da Chiusaforte verso Ugovizza poi era la stessa cosa
solo la via un po’ più difficoltosa
per altre ombrette, ancora, lungo la via.
Se ti fermavi un po’ a Pontebba c’era la mensa della ferrovia
si mangiava una lasagna uguale uguale a quella della caserma mia
a dartela però era una bella cameriera
e non un militare di fanteria.
Sì lo so sono ricordi
ma non sono da dimenticare
e la lasagna è buona secondo chi te la fa mangiare.