nelle sere d’estate quei luoghi intorno a me passeggiano tra le parole come tra boschi incantati di mitiche stagioni infantili
“Chi cercate” chiedo in nome delle favole di cui, sventatamente, li ho nutriti. “non sapete che mai nella tempesta ci si affida a un nocchiero inconcludente?”
Infrante certezze vivono nei mie volti mentre mi tuffo in piscina
Un passato che non torna; magre gambine corrono frettolosamente nei pomeriggi caldi di estati lontani. Piedini piccoli ma snelli. Le cicale assordano freneticamente al punto di non sentirle.
C’è l’immenso; di verdi e ondeggianti pianure e terre aride d’un oro che brucia con solo guardarle, le piane non sono sole; a dare un pò di rinfresco con la loro ombra, afferrati saldi al suolo qualche quebracho blanco e tanti spinillos, spuntati ovunque. Le mucche ruminando svogliatamente al mio sguardo curioso.
Per fortuna, la mia terra, dà un soffio di armonia che si sente attraverso il finestrino spalancato della macchina, che colpisce in volto, assorbendo ogni profumo di campo.
Da piccola non ho avuto il piacere di conoscere quell’immensa vastità azzurra che affascina con il danzare delle onde e rompono fila perdendo forza verso la spiaggia o talvolta furiose ed arrabbiate contro un dirupo.
Mare ispiratore di poemi, sin da tempi remoti, che fa sognare, fa divertire, soffrire e fa commuovere.
Non ho il mare vicino; in compenso ci sono infiniti fiumi, infinite cascate, ruscelli mistici dove trascorrere i giorni più caldi e tuffarsi nelle tiepide e dolci acque.
Minuta, magrolina, son cresciuta, nella sabbia in riva a tanti fiumi quando estate e il ricordo, torna diverso, il mare manca; i fiumi e i profumi; di più.
Nei mesi estivi il solleone rende i muri così abbaglianti che a fissarli vien sonno: tende gialle e rosse si abbassano sui negozi il nastro di cielo che s’allunga fra due strisce parallele di tetti è una lamina di metallo rovente. Dolce è non far niente, accucciati sulle pietre roventi, respirando il caldo.
ADA NEGRI
Lirica di 12 versi piani. Ho contato 5 novenari, 5 settenari, 1 doppio senario, 1 endecasillabo. Il titolo è un indicatore semantico; la poetessa, infatti, descrive l’estate: il solleone, i muri abbaglianti e roventi, la sonnolenza, le tende abbassate sui negozi, ‘il nastro di cielo che s’allunga fra due strisce di tetti’ (immagine notevole); il dolce far niente, respirando il caldo (altra immagine notevole).