Lucia Triolo: in piscina

nelle sere d’estate
quei luoghi
intorno a me
passeggiano tra le parole
come tra boschi incantati
di mitiche stagioni infantili

“Chi cercate”
chiedo in nome delle favole
di cui, sventatamente,
li ho nutriti.
“non sapete che mai nella tempesta
ci si affida a un nocchiero
inconcludente?”

Infrante certezze vivono
nei mie volti
mentre mi tuffo in piscina

Lividezza di ricordi d’estate, da Frida la loka.

Un passato che non torna; magre gambine corrono frettolosamente nei pomeriggi caldi di estati lontani. Piedini piccoli ma snelli. Le cicale assordano freneticamente al punto di non sentirle.

C’è l’immenso; di verdi e ondeggianti pianure e terre aride d’un oro che brucia con solo guardarle, le piane non sono sole; a dare un pò di rinfresco con la loro ombra, afferrati saldi al suolo qualche quebracho blanco e tanti spinillos, spuntati ovunque. Le mucche ruminando svogliatamente al mio sguardo curioso.

Per fortuna, la mia terra, dà un soffio di armonia che si sente attraverso il finestrino spalancato della macchina, che colpisce in volto, assorbendo ogni profumo di campo.

Da piccola non ho avuto il piacere di conoscere quell’immensa vastità azzurra che affascina con il danzare delle onde e rompono fila perdendo forza verso la spiaggia o talvolta furiose ed arrabbiate contro un dirupo.

Mare ispiratore di poemi, sin da tempi remoti, che fa sognare, fa divertire, soffrire e fa commuovere.

Non ho il mare vicino; in compenso ci sono infiniti fiumi, infinite cascate, ruscelli mistici dove trascorrere i giorni più caldi e tuffarsi nelle tiepide e dolci acque.

Minuta, magrolina, son cresciuta, nella sabbia in riva a tanti fiumi quando estate e il ricordo, torna diverso, il mare manca; i fiumi e i profumi; di più.

Tua.

16 agosto, 2022.

http://fridalaloka.com

lucia triolo: bambola di paglia, ballata per una canzone

Amore che si rompe,
             amore che si incolla
amor che si trastulla
        e poi che invecchia

Tu sai: adesso non è più come allora
Voltati indietro
                     guarda:
sei sdraiata nel prato,
        gonfia la gonna al vento
e le sue mani dentro.

        Bambola di paglia:
lui accende un fiammifero
          e ti infiamma.
Prendi fuoco al suo tocco
                 e non ti spegne.

Lascia che ti consumi
lentamente.
La cenere d’amore
disperderà in campagna
E l’orologio gira
e gira
mentre la notte avanza

Amore ch’è finito
              eppur continua:
che nulla sia perduto
        di quell’ora.
Il prato ormai invecchiato
             segna la tua sagoma ancora.

Amore che si rompe,
amore che si incolla
amor che si trastulla
amore che s’immola

Attimi di poesia, ESTATE, Alberta Scarpetta

Attimi di poesia, ESTATE, Alberta Scarpetta

ESTATE

Ho voglia di sole,

Ho  voglia di mare, 

Ho voglia di amare,

Ho voglia di te !

Ho voglia di godere intensamente questa calda estate piena di dolci promesse senza chiedermi nulla.

Oggi ci sei tu nel mio presente  amiamoci senza farci promesse, senza giuramenti di eternità.

È  estate, cogliamo l’attimo, viviamolo intensamente come non  ci fosse un domani.

Oggi ho voglia di vivere!

A.S.

Estate, di Ada Negri, analisi di Elvio Bombonato

Estate, di Ada Negri, analisi di Elvio Bombonato

Author: Cristina Saracano

ESTATE

Nei mesi estivi il solleone  
rende i muri così abbaglianti  
che a fissarli vien sonno:  
tende gialle e rosse  
si abbassano sui negozi  
il nastro di cielo  
che s’allunga fra due strisce  
parallele di tetti  
è una lamina di metallo rovente.  
Dolce è non far niente,  
accucciati sulle pietre roventi,  
respirando il caldo.  

ADA NEGRI  

Lirica di 12 versi piani. Ho contato 5 novenari, 5 settenari, 1 doppio senario, 1 endecasillabo. Il titolo è un indicatore semantico; la poetessa, infatti, descrive l’estate: il solleone, i muri abbaglianti e roventi, la sonnolenza, le tende abbassate sui negozi, ‘il nastro di cielo che s’allunga fra due strisce di tetti’ (immagine notevole); il dolce far niente, respirando il caldo (altra immagine notevole).