Il tempo è trascorso, una pioviggine salata che sa di amaro scarica torpemente creando scanalature; irregolari tra le tegole dei tetti,
Scissione dell'anima, ammaraggio sulle labbra squarciate. Mente ostinata; Il mio viso; dipinto su olio, disgrega;
Lascia cadere passionali sfumature in un indefinito ritratto. Reminiscenze imprese, fotogrami color seppia si susseguono in un freddo tramonto.
Distante, un monotono movimento del lago, la fredda brezza, trascina foglie nude, morte... Come fu quell'amore; senza senso...
Le mie mani tremolanti riposano sulla mia fragile schiena aspettando un tenero abbraccio che non arriverà mai... sogghignando, faccio un respiro
asciugo quel che resta di salato in faccia mi muovo e cammino, adagio; Da qualche parte esiste ancora percepisco la sua presenza! Lo so bene, permane nell'altro Io.
Ti chiedi, -dove ho sbagliato? Mentre un cristallo d'acqua si riversa sulla tua guancia e tuoi occhi chinati accompagnano la postura della testa e del collo
Una mano appoggiata sul mento, per reggerlo mentre l'altro braccio si effonde, divaricato sul tavolo. Lo sguardo ofuscato cerca di plasmare immagini, ma non ci riesce.
La domanda è sempre quella o quasi, -perché? Il silenzio è accanto, ma il frastuono anche... Il cuore si fa piccolo e non batte, galoppa velocemente.
L'universo, il tuo; ora è come quella biglia sul portagioie vicino alla porta, diminuto e fragile ornato da scintillanti colori, come le stelle in un cielo sereno, ma non fai caso...
Piuttosto quello che arriva, è un'aria gelida che traffigge, lacera viscere, dissangua l'anima.
E ti chiedi ancora, - e se tornasse? Avrà peso la sofferenza?, e il tempo?, avrò fiducia un'altra volta?
se non li porti dentro se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Breve biografia:
Un 29 Aprile 1863 nasceva ad Alessandria d’Egitto il poeta Constantino Kavafis. La sua produzione è stata raccolta in un corpus di centocinquantaquattro poesie, originariamente scritte su fogli volanti e solo sporadicamente ordinate in fascicoli. La sua prima raccolta di poesie venne pubblicata, postuma, nel 1935. Le liriche di Kavafis hanno spesso carattere epigrammatico ed essenziale; lo stile è caratterizzato da un vena ironica, rivelatrice di un atteggiamento disincantato verso la realtà. La poesia, occasione di nobilitazione e di riscatto dalla miseria umana, è per Kavafis fondamentalmente memoria, rielaborazione di un passato che se da un lato è biografico dall’altro si incarna nella storia e nella tradizione di un popolo, di una civiltà. In questa chiave si iscrive la scelta del poeta di usare il greco, lingua parlata dalla madre del poeta, e di far rivivere, attraverso le sue liriche, fatti e personaggi dell’epoca ellenistico-romana e bizantina.
Cara Anne, lo so di averti lasciata un po' nell" oblio, ma sai, qui le cose non vanno tanto bene, non abbastanza come dobrebbero e se ci fosti, sicuramente saresti molto delusa degli uomini. Cosicché colgo questo ritaglio di tempo d'una giornata sicuramente particolare per molta gente, oserei dire per il mondo, anche sé, il mondo tutto non lo sa, oppure ha dimenticato o peggio, se ne frega.
Eh sì Annuccia; perché da quel momento in poi sappi che non fu mai più lo stesso e purtroppo non hai avuto la possibilità di venirne a conoscenza. Cercherò di essere poco noiosa, (sei una ragazza inteligente), oggi voglio dedicarti un pò d'attenzione per farmi perdonare,spero ti faccia piacere o almeno, ti raserene sapereche che per quanto sia passato del tempo qualcuno ancora s'interessa di chiarire come fu una parte importante della nostra storia, della tua!
Ti ricordi?! Se ho iniziato a scrivere, quando avevo più o meno la tua età, è soltanto grazie a te; e le tue preziose pagine, che poi divennero un libro, ma questo te l'ho avevo già detto.
Sai Anne cara, tempo fa, son venuta a conoscenza che una scrittrice importante, ha raccolto in un libro, tantissima informazione, si parla sul fatto di chi rivelò il vostro nascondiglio segreto, come lo chiamavi. Cinque anni e una squadra investigativa composta da quasi duecento persone!!! Hai capito?! Ahimè... alla tua età, diventata famosa, tu diresti sicuramente, -dovuto a cosa?!, già tì sento!! Grazie alla preziosa e minuziosa informazione che col inchiostro è senza rendertene conto ci stavi lasciando come legado.
Dolce Anne, siete stati traditi d'un altro ebreo, come te, come tuoi famigliari e "coinquilini ", triste già, sarai rammaricata oppure sconcertata e ti capisco...
Ma non uno qualsiasi, tale "signore " chiamatosi, Arnold van den Bergh, notaio ebreo, membro del Consiglio ebraico di Amsterdam, sposato con tre figlie.
Pare facesse parte della commissione del Consiglio ebraico che, su ordine dei nazisti, doveva selezionare i nomi degli ebrei da inserire nelle liste di deportazione.
Era molto facoltoso sai!, era riuscito a farsi inserire nella lista del tedesco Hans Georg Calmeyer che, ufficialmente, addirittura dichiarò la sua non appartenenza alla razza ebraica. Per questo, nonostante il decreto nazista che obbligava i notai ebrei olandesi a cedere la loro attività, Arnold van den Bergh poté svolgere il suo lavoro fino al gennaio del 1943, fino a quando un collega ariano, destinato a occupare il suo studio, J. W. A. Schepers, lo denunciò alle SS e gli fece perdere i suoi privilegi.
Probabilmente, a questo punto, sarai un pò seccata? Forse, ma ho pensato che quello che v'è capitato e non solo a voi, è stata una tragedia imanne. E mi dirai, - ma è passato del tempo, a cosa serve oramai sapere, ricordare?, e io ti dirò una frase scritta da un signore, Primo Levi, che subì come te, perché ebreo, ma sopravvisse e divento una scrittore! Pensa te, il tuo sogno! E recita,
《"L'Olocausto è una pagina del libro dell'Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria"》.
Bene! Chissà cosa continuerai a scrivere, là, dove tu sia; spero siano cose colorate, radiose e piene di emozioni.
Ti abbraccio forte, carissima.
Ps: Sono molto soddisfatta di averti scritto e sedermi con te per terra sui pavimenti in legno, con le gambe incrociate come indiani, mentre tiepida filtra un raggio da qualche fessura Credo essermi ritagliata un pò "troppo " di tempo, alla prossima.
Oggi c'è, è venuto a trovarmi, io l'ho accolgo con tenero abbraccio, mi scalda, sento il brivido accarezzando il corpo
Sono grata; e mi disperdo, come bimbi ch'accolgono la curiosaggine.
Non so quanto durerà; non ha importanza...
S'è affacciato ed è quello che conta per me. Tornerà?... Sicuramente.
L’Abbraccio di Klimt è parte di un trittico composto da tre pannelli che sono dedicati alla serie dell’Albero della vita, realizzato tra il 1905 e il 1909.
Non dico basta, perché ancora non finisce perché pese a tutto, ancora fiore sboccia germogli d'ogni sono lì pronti. Perché sempre torniamo sui nostri passi, su sentieri già battuti mile volte, avvolti di bruma che toglie il fiato e ci si sbaglia, ancora.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché malgrado questo grigiore che ci avvolge e soffoca, resta quel poco di pensiero, se pur onnubilato, per riflettere.
Non dico basta, perché ancora non è finita si può percepire timidamente ancora, il cinguettio fremere al mattino.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché c'è da piangere ma anche tanto per cui, vale la pena ridere a squarciagola.
Non dico basta, perché ancora non è finita perché ci sono infinite sfide d'intraprendere perché se non mi ci butto sarà stato un semplice forse.
Non dico basta, perché ancora non è finita finché ci sia aria da riempire polmoni, voce per canticchiare oppure urlare, occhi per vedere tutto, il bello, pure quello che no sopporti.
Ma, nel caso, il tempo si ostinasse con me, sarò io a dire la mia.
Benché gli infissi di casa siano senza chiave, si possano aprire e chiudere quando lo si desideri E le tende siano spalancate per far spazio alla luce sinonimo di vita Talvolta non riesco ad uscire dal guscio che mi tiene aggrappata a qualche maniglia di qualche porta Il tempo passa e il mio orologio vitale rallenta e subentra la paura, soprattuttotanti pensieri...
Perché? Oggi il cielo è così blu! Come sarà fuori? L'aria sarà mite o fredda e profumata di neve? Non lo so, non lo saprei è calato il buio, le lancette hanno fatto il loro giro, ancora una volta.
Se un poeta di alto livello partecipa a un Poetry Slam può arrivare a prendere anche 100 euro di gettone di presenza (come scriveva la professoressa Gilda Policastro in una sua poesia, molto prima della crisi economica della pandemia). Un componente di una cover band o di una tribute band percepisce oggi dai 50 ai 100 euro come minimo, senza necessariamente essere di buon livello. Il fatto è che la cover band fa quantomeno 200 serate all’anno, mentre il poeta al massimo ne fa 10 di serate (se va di lusso). A un componente di una cover band i gestori dei locali offrono sempre da bere e da mangiare, mentre invece ciò non è affatto scontato per il poeta. Inoltre il componente della cover band non è costretto a viaggiare, a fare centinaia di km; di solito suona nei locali vicini, della sua città e dei paesi limitrofi, al massimo qualche volta va fuori provincia ma rimane comunque nella sua regione di appartenenza. Il poeta è costretto spesso a fare centinaia di km, andare fuori regione, spendere per il viaggio, per le spese di pernottamento perché i festival di poesia o i Poetry Slam non sono così diffusi. Gli italiani preferiscono la musica alla poesia. Dirò di più: gli italiani preferiscono canzoni cantate non dai migliori interpreti e non dai migliori musicisti (non me ne vogliate, ma è il mercato a stabilire questo) ai migliori poeti e alle migliori poetesse italiane. Quindi correggo il tiro: gli italiani preferiscono di gran lunga la musica appena passabile alla poesia di buon livello. È sempre il mercato che stabilisce tutto. Andare a sentire dei musicisti e cantanti appena passabili, che fanno le canzoni di Ligabue o Vasco Rossi, è di gran lunga preferibile per tante persone a un Poetry Slam, a un reading, a una presentazione di un libro di un poeta o di una poetessa importante, riconosciuti dalla critica. Volete mettere farsi diverse birre o alcolici in un locale pieno di tanti giovani ad ascoltare le canzoni sentite centinaia di altre volte dei propri beniamini, cantate da degli onesti musicisti in buon parte dei casi ma nulla più? Che poi l’importante in serate come quelle è ritrovarsi insieme, condividere qualcosa con gli altri, avere uno stato alterato di coscienza, essere in buona compagnia, avere più probabilità di trovare l’anima gemella, magari con gli stessi gusti musicali. Tutte cose, anche giuste o sacrosante, che una serata musicale può garantire oggi in Italia e una serata poetica invece no. Ma perché confrontare una serata poetica di alto livello con quella di una cover band? Paragoniamo un grande reading poetico a un concerto di un grande cantautore o di una grande interprete. Di solito con poche decine di euro si può assistere al concerto di musica leggera, quella che è considerata oggi la migliore musica leggera, e si vede dal vivo il proprio mito musicale. Inoltre tutti i cantanti fanno un tour, che tocca ogni regione o ogni città. Basta solo saper aspettare qualche mese nel peggiore dei casi e il cantante o la cantante prima o poi fanno una data vicino casa del suo fan. Ma alla base di tutto c’è un rapporto diverso tra cantante e pubblico rispetto al rapporto tra poeta e pubblico. Il cantante è adorato. Anche i componenti delle cover band più scarsi hanno le loro fan e spesso non sono belli né bravi (ho conosciuto queste realtà di persona). Il poeta viene considerato uno qualsiasi. Il poeta non ha pubblico. Al massimo amici, parenti, aspiranti poeti pseudoamici. La bravura o presunta tale nel cantare o nel suonare è stimata molto di più che del talento poetico. È così. Non c’è nulla da fare. Alla base di tutto c’è il fatto che la musica leggera emoziona molto di più della poesia. Di conseguenza tra cantante e pubblico si crea un rapporto libidico che non si crea tra poeta e lettrici. La stessa stima o reputazione di cui gode un cantante un minimo decente è di gran lunga superiore a quella dei migliori poeti in circolazione, almeno qui in Italia. E non è solo una questione di soldi. Ai cantanti e ai musicisti si vuole bene, mentre i poeti sono guardati come persone strane, eccentriche, singolari, un poco disturbate. Il poeta non gode di buona reputazione. Spesso scrivere poesie è considerato un tarlo. Di solito vecchi amici, diventate persone serie e rispettabili, ti chiedono dopo anni che non ti vedono, molto ironicamente e con paternalismo: scrivi ancora poesie? Scrivere poesie non è considerata una cosa seria perché non porta soldi né successo. Non è considerata dagli intellettuali un’attività rispettabile. Detto tra noi, un italianista ti considera degno di nota solo se hai pubblicato con una grande casa editrice, almeno un libro. Non parliamo poi della mentalità comune. C’è sempre qualcosa che alla gente fa ridere di un poeta o di una poetessa, anche se famosi. Il 16% delle persone in Italia scrive poesie, ma pochi tra loro leggono libri di poesia contemporanea. Invece un d.j, anche uno poco professionale, è venerato dalle ragazze. Saper mixare delle canzoni (nemmeno scriverle o cantarle) è considerato molto di più che lo scrivere poesie, anche con talento. I dischi, i CD vengono venduti, nonostante la crisi, i libri di poesia contemporanea invece no. Ma queste problematiche esistevano anche ai tempi antichi (carmina non dant panem) e ai tempi di Orwell, che scrisse “Fiorirà l’aspidistra”. Il poeta o la poetessa oggi fatica a riempire una libreria di 100 persone, che appartengono soprattutto alla sua rete amicale, per non parlare di tutti i parenti che vengono lì per fare numero. Ci sono poeti che pubblicano con grandi case editrici e si devono raccomandare per far venire le persone alla presentazione del loro libro. Va un poco meglio se l’autore o autrice è insegnante e giocoforza invita gli studenti, obbligandoli a presenziare. Insomma scrivete pure poesie, ma non disturbate troppo gli altri con illusioni e vanagloria. Bisogna sempre farsi un esame di realtà.
La coppa di cristallo si ruppe; Condizionata dalle variabili alle quali era sposta;
Può essere che sopravviva a tempeste, terremoti; una svista e si rovescia, però non si è rotta, ancora;
neanche un graffio giacché, ben protetta, custodita accuratamente; tenuta lontana dai pericoli...
quando v'è l'affetto ad essa; Da sola, è un oggetto come qualsiasi altro della sua specie, gracile...
Dilazionare il suo utilizzo più di quanto si possa immaginare talvolta è una inconsueta preziosità ...
Le variabili, già; Suficiente una lacrima piena di dolore, pessante di tanto contenimento caduta dal cielo per compiere l'atto finale sul orlo del calice per disfarsene.
Alessandria today presenta “Verità e Misteri” il nuovo libro di Elena Di Gesualdo, da Tubinga fino a Stonehenge
Siamo molto lieti di presentare ai nostri lettori l’ultima fatica letteraria della scrittrice Elena Di Gesualdo “Verità e Misteri”, da Tubinga fino a Stonehenge
Alessandria, post pubblicato a cura di Pier Carlo Lava Social Media Manager – Alessandria today
Sinossi:
Tradizione e fede religiosa fanno da sfondo nella narrazione di questa storia, al punto da sondare le profondità del cuore dell’uomo e il suo anelito verso l’Infinito, che si esprime non solo nella contemplazione ma anche nelle bellezze artistiche, le quali fanno da fil rouge al viaggio, da Tubinga fino a Stonehenge, dove storia e leggenda si intrecciano mirabilmente fino a formare uno splendido ordito di sapere
Biografia: Elena Di Gesualdo è nata a Genova nel 1971.
All’età di quattro anni si è trasferita in Francia, a Toulouse, dove ha iniziato la sua formazione scolastica e, adolescente, è tornata in Italia, proseguendo gli studi a Genova. Nel 1994 si è laureata in filosofia con la tesi: ‘Politica e religione in America: un confronto tra Alexis de Tocqueville e Michel Chevalier”.
Insegnante in un Istituto Superiore di II grado, già articolista per settimanali della provincia di Alessandria, è appassionata anche di scienza e letteratura.
Ha già pubblicato ‘Alla scoperta degli Inca’, Edizioni Abrabooks, 2021, romanzo storico in cui è manifesto tutto il suo amore per la conoscenza.
La scrittrice Maria Santoro è una nuova autrice di Alessandria today Biografia e Sinossi libri
Sono particolarmente lieto di comunicare agli affezionati lettori di Alessandria today che ci seguono sempre più numerosi, che da oggi la scrittrice Maria Santoro è una nuova autrice della nostra redazione.
Mi chiamo Maria Santoro, sono nata a Sorrento (Na) il 03/04/1985 e risiedo a Massa Lubrense (Na). Ho una laurea magistrale in giurisprudenza.
Amo da sempre leggere e scrivere, ho pubblicato due romanzi storici con la casa editrice Albatros-Il filo di Roma, “Il destino tra noi” e “Il destino tra noi-parte seconda”.
In self-publishing ho all’attivo anche un romanzo contemporaneo, “La voce del cuore”.
Attualmente ho un blog di recensioni libri “La valigia di carta” con mia sorella Valeria, dove ci piace parlare di quello che leggiamo ed aiutare autori emergenti a farsi conoscere.
Il Destino tra noi
Trama del libro
Dopo la tragica morte del padre la giovane contessa Melanie de Varenne cerca di reagire al dolore. A un ricevimento conosce il conte Adrian Lebon, pericolosamente affascinante e romantico, e i due s’innamorano. L’uomo però è promesso sposo di un’altra, perciò entrambi impongono al proprio cuore di dimenticare. Ma quando si rivedono la prepotenza dei reciproci sentimenti scardina inevitabilmente ogni difesa eretta dal buonsenso.
Il destino ha già scritto per loro storie diverse, obbligandoli a unirsi in matrimonio con altri, ma l’amore fonde le loro anime in una, per sempre. E nemmeno un ingiusto, doloroso addio ne segnerà la fine. Il destino tra noi è un romanzo che parla d’amore, quell’incognito imprevisto che entra nelle nostre vite senza chiedere il permesso, catapultandoci inconsapevolmente in un magico mondo dove volontà e ragione sono bandite, dove ci si ubriaca con calici colmi di frizzanti emozioni, dove i cuori alati si ritrovano per librarsi in volo nei cieli dell’eternità, dove gli occhi vengono rapiti dal fiabesco panorama di una tanto anelata felicità; e forse è per questo che è il nostro sogno più grande.
La Voce del Cuore
Trama del libro
Marina non sente più Davide da un pò. Eppure le aveva giurato che il loro amore sarebbe sopravvissuto alla lontananza. Invece erano solo parole. E’ a pezzi, il cuore devastato, proprio non le va di farsi prendere in giro da Gabriele, il playboy della pittoresca cittadina costiera dove vive che l’ha puntata. Però, dopo un bacio rubato, qualcosa cambia per entrambi, anche se ammetterlo non è così semplice., soprattutto se il passato torna a bussare alla porta…