SULLA PUNTA DELLE DITA

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Nella sofficità
di sconfinate carezze
levighi
l’incerta mia indocilità
annodata a un pegno d’amore
che non si disperda
nelle reticenze d’un vento ostile.
Si attorcigliano cronache sensuali
a dubbi sulla punta delle dita
accentuati da scalpori taciturni
mentre i sensi
liberi da garbugli mentali
snodino manette segrete
a guardia di scabrose voluttà
riflesse su capricci d’ombra…
@Silvia De Angelis
 

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Non sospendi un terremoto, non fermi di Giovanni Raboni

Uno dei nostri più grandi della seconda metà del XX secolo

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Giovanni Raboni poeta (1932 – 2004)

Non sospendi un terremoto, non fermi
la deriva dei continenti; e uguale
successo avrà chi soffre il capitale
e per avversare i suoi non eterni
nè imperscrutabili disegni sale
fiducioso su navicelle inermi
contro le sue corazzate, o in interni
sabotaggi s’avventura. Eh! a che vale,
colombelle mie? Tanto durerà
quanto deve, non un giorno di meno,
a nostro cupo scorno – ma nemmeno
uno di più. La festa si farà
senza di noi, poveri untori senza
pestilenza, solchi senza semenza.

*

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IL VELO DELLA NOTTE, di Silvia De Angelis

Sprofondi

nelle sabbie mobili del tuo qualunquismo

non assaporando

quei sorsi di vita

che amano dare scompiglio

all’ascolto insipido del giorno

Svelate verità

si rincorrono nel tuo sé

in lizza per una meta vincente

Scivolano su codici emotivi

sfiorati dal tuo piglio di fragilità…

sfila sul velo della notte

rendendo privi di rumore

i sogni  che evaporano lusinghe

@Silvia De Angelis

Lucia Triolo: brioche calda


pazzesco

quattro bufere fa
uno che aveva preso impegni seri
col suo silenzio
aveva osato gettarla
come osso al cane 
… e impazziva il vento  
in un giro di abbandoni
tra le foglie 

nessun indirizzo sulla busta
nessun destinatario, ne’ mittente
e dentro
forse 
a non scalfire i silenzi 
nessuna parola

l’ ultimo 

quattro stelle cadenti fa
la carcassa di un pensiero 
galleggiava in uno spruzzo 
d’acqua:
accendeva un ultimo rigagnolo                       
d’idea

la ragazza guardava
la gonna incuneata tra 
le cosce
ma chi può dire
vedesse?
teneva la carcassa tra le mani 
insieme alla lettera 
ma chi può dirne le mani?

gesto

non si tengono carcasse di pensieri
tra le mani
ne’ lettere che 
non scalfiscono silenzi
la ragazza
aveva qualcosa che somigliava
ai miei tratti
quelli essenziali che non ricordo 
mai

… e penzolava                                                        
il tempo
e la vecchia della 
porta accanto
che non aveva voluto
salutarla
la braccava inquietante dal
girello

offrile la brioche calda!