“mi serve tempo
per uscire dal mio tempo,
non so che altro dire”
non mentiva l’oblio:
agghindate d’assenza
le sue parole
l’io recita nei suoi ricordi
frattura in silenzio
la sua voce
intorpidisce il profumo delle rose

“mi serve tempo
per uscire dal mio tempo,
non so che altro dire”
non mentiva l’oblio:
agghindate d’assenza
le sue parole
l’io recita nei suoi ricordi
frattura in silenzio
la sua voce
intorpidisce il profumo delle rose

non uccidetemi
ho dei ricordi
guarda la morte
come salta alla corda
ho addomesticato le sue streghe e
i barbagianni
sul volto dell’abbandono
oggi c’è un sorriso
accade una memoria
un segreto smette di riposare
su una smorfia
e uno scambio di intese
apre la casa alle parole
non morirò con me
ho una storia
(da Debitum)

Nel corso del secolo scorso, le feste in casa occupavano un posto speciale nella cultura giovanile, offrendo ai ragazzi un modo di socializzare e divertirsi in un ambiente intimo e familiare. Prima dell’avvento delle tecnologie digitali e dei social media, queste feste rappresentavano un’esperienza unica e irripetibile, un viaggio nel tempo che vale la pena esplorare.

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Foto da Pinterest
“Le Feste in Casa nel Secolo Scorso: Esplorando un Altro Mondo”
Le feste in casa non erano semplicemente raduni casuali, ma eventi attentamente pianificati e anticipati con entusiasmo. Non c’erano inviti virtuali o RSVP online: i ragazzi andavano di persona a chiedere ai loro amici di partecipare. L’attesa e l’ansia per l’evento facevano parte dell’esperienza, e l’aspettativa faceva crescere l’anticipazione per la serata.
Prepararsi per una festa in casa era un rituale in sé. I genitori spesso aiutavano i loro figli a organizzare la casa, a spostare i mobili per creare spazio per ballare e a preparare il cibo e le bevande per gli ospiti. La musica era una parte essenziale del divertimento, e i ragazzi avrebbero passato ore a creare delle playlist con le loro canzoni preferite, spesso registrate su cassette o CD.
Quando la notte della festa arrivava, i ragazzi si presentavano a casa dell’ospitante, portando con sé regali come segno di gratitudine. Le feste iniziavano lentamente, con i primi arrivi che si intrattenevano tra loro, ridendo e scherzando. Man mano che il numero di partecipanti cresceva, la casa si riempiva di energia giovanile e spensieratezza.
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Le feste in casa offrivano un’opportunità unica per socializzare e creare legami significativi. Senza le distrazioni degli smartphone e dei social media, i ragazzi erano completamente immersi nel momento presente e si divertivano davvero a interagire tra loro. I balli e i giochi erano all’ordine del giorno, e anche gli introversi si sentivano a loro agio in questo ambiente intimo.
Tuttavia, le feste in casa potevano anche essere un’occasione per imparare importanti lezioni di vita. L’organizzazione e la gestione di un evento di questo tipo comportavano responsabilità, come assicurarsi che i genitori fossero informati e che tutto si svolgesse senza problemi. Ciò aiutava i ragazzi a sviluppare competenze sociali e a prendere confidenza in sé stessi.
Con l’avvento di internet e dei social media, le feste in casa hanno iniziato a perdere terreno, sostituite da eventi pubblicizzati su piattaforme digitali e incontri virtuali. L’esperienza di socializzare di persona ha lasciato il posto a interazioni online, e molte delle tradizioni del passato sono state dimenticate.
Oggi, mentre osserviamo con nostalgia il secolo scorso, possiamo riflettere con affetto sulle feste in casa che hanno caratterizzato la gioventù di tante persone. Sebbene il mondo sia cambiato e la tecnologia abbia trasformato il modo in cui ci relazioniamo, quei momenti di semplicità e autenticità delle feste in casa restano incisi nei ricordi di coloro che li hanno vissuti.
In conclusione, le feste in casa del secolo scorso erano un altro mondo, un luogo in cui i ragazzi si riunivano per creare ricordi indelebili e instaurare amicizie durature. Anche se il tempo e la tecnologia hanno portato cambiamenti nella cultura giovanile, queste feste hanno lasciato un’impronta speciale nella storia sociale di quegli anni, dimostrando che l’essenza delle relazioni umane e del divertimento condiviso rimane eterna.
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e ci sei
a sbucciare semi di passato
per ricamare i giorni di domani
mingherlina asciutta
gentile
sottoveste di seta e di ricordi
sto qui a strapparti
lo sguardo pronto
all’altro
senza troppe parole
la mia saliva sapora
il gusto con te della memoria
perché tu sei così:
sei Gloria

Di Frida la loka(Lombardia)
Ne avevo tanti… già, sin da quand’ero piccola, alcuni sbiaditi con il passar del tempo, altri avrei voluto proprio cancellarli con qualcuno sono riuscita,
e quelli immancabili dove voglio ancora oggi tuffarmi, perché puri, nobili, sinceri, pieni d’affetto, amore e perché no passione.
I ricordi non li possiamo maneggiare come cartelle in ufficio; non possono essere classificati, belli, meno belli, brutti…
Sono sempre in aguatto, di quando in quando giungono, sempre senza preavviso, ti fanno sorridere a creppa pelle e mille volte piangere, non solo di malinconia…
Parlano, parlano d’un tempo che fu, parlano di passato, immagini che trafiggono il cuore che pensavi non siano mai esistiti..
Uno dei tanti ricordi è, che ho accumulato una quantità non indifferente perciò, ho deciso di starne un pò alla larga e ho fatto un giardino chiuso con un lucchetto in bronzo. A volte penso d’essere troppo rigida e torno adagio; oltre i miei fiori e cespugli preferiti.
Tolgo il lucchetto, apro la porticina e le cerniere fanno il classico rumore di mancanza di cura, do uno sguardo intorno a me, una tiepida brezza, con profumo di libri ingialliti mi da il benvenuto, il cappello vola dalla mia testa e oscilla fra foto vecchie, fa un giro di farfalla e compare sul muretto che divideva casa mia con quella dalla vicina.
Poi impazzita dalla mia presenza ruota e cambia direzione, mi porta verso un cielo stellato e mi ci vedo sdraiata sul pratto, nel buio della notte, sdraiata, fa caldo, ho solo una leggera camiciola in raso, le braccia incrociate dietro la testa e naso in su e le palpebre che aprono e chiudono lentamente, e le pupille che rimpicciolliscono e allargano, non perdono le sconfinate forme che le stelle formano…
D’un tratto, tutto è finito. Si vede che il lucchetto è tornato al suo posto, la prossima occasione porterò con me un rametto dei fiori del sentiero che conduce al giardino e dell’olio!, per aggiustare la porta… tuttosommato, son parte di me; anche d’essi, dovrei prendermi cura.
Tua.
31 dicembre, 2022
Ripubblicato su
In un pezzo di carta straccia
ho raccolto l’oblio
inappagato respirava lì
sotto la gonna a fiori
di mia madre
poi l’ho infilato in gola
per non dimenticare
mi si aggrappa addosso il finimondo
del dirimpettaio
