Antonella Viola: “Il Covid non è ancora sconfitto ma il periodo più drammatico è passato”

“Il Covid non è ancora sconfitto ma il periodo più drammatico è passato”. Con queste parole di grande equilibrio e buonsenso, il Presidente Mattarella ha richiamato i politici a non strumentalizzare una tragedia come la pandemia e ad attenersi ai fatti e alla scienza che, come il Presidente ha ricordato, è stata decisiva. E lo è stata proprio perché la scienza non è una religione: non si basa su fede o miti o sentimenti individuali ma su fatti dimostrabili e condivisi tra chi di scienza si occupa. Proprio per questa sua natura concreta e razionale, la scienza deve essere la guida durante una pandemia, l’unico strumento di navigazione su cui possiamo fare affidamento. Per nostra fortuna – di tutti noi, comunque la pensiamo – l’ex ministro Speranza questo lo sapeva bene e, pur non avendo una formazione biomedica, si è affidato alla comunità di esperti per prendere decisioni difficili, spesso impopolari, ma nel complesso razionali e giustificate dai dati. E’ grazie alla sua guida e alla maturità dimostrata dall’87% degli italiani vaccinati (91% se si considerano gli italiani con più di 12 anni) se ci prepariamo ad affrontare il prossimo inverno senza l’ansia e l’angoscia di quelli passati.

Il neo-ministro Schillaci avrà la possibilità di muoversi in uno scenario completamente diverso e non deve quindi sorprendere se la sua linea di azione non sarà sovrapponibile a quella del suo predecessore. Indipendentemente dalle frasi ad effetto di chi nel governo continua a strizzare l’occhio ai no vax, analizziamo quali novità potrebbero arrivare nella gestione della pandemia. La prima è stata già annunciata: non ci saranno più i bollettini quotidiani sul Covid19, che diventeranno settimanali. Questa mi sembra una decisione giustissima – che io stessa proposi tempo fa – in linea con la fine dello stato di emergenza. Del resto, ai cittadini non si nasconde nulla perché le informazioni e i dati saranno sempre disponibili a chi li voglia cercare. Le altre possibili azioni riguarderebbero i sanitari no vax, l’isolamento dei positivi asintomatici e le mascherine. La scelta del reintegro anticipato dei sanitari no vax è politica e come tale va letta: entrano in gioco problemi di carenza di personale, così come il tentativo di andare verso una pacificazione che il Paese merita. Certamente, da cittadina e possibile paziente, io non vorrei essere curata da un medico no vax, che non conosce la medicina e che quindi potrebbe fare sulla mia pelle molte scelte sbagliate. Ma il ministro sta solo anticipando di un paio di mesi un reintegro che era già previsto e basterebbe una sua dichiarazione forte sulla necessità che il personale sanitario si vaccini (anche contro l’influenza) per spegnere ogni polemica su questa decisione. Si sta inoltre valutando la possibilità di eliminare l’obbligo di isolamento per i positivi asintomatici e anche in questo caso, considerando che sempre più persone fanno il tampone a casa, più che l’obbligo è importante la comunicazione: anche gli asintomatici possono contagiare, e avere contatti con altre persone da positivi significa metterne a rischio la salute. Più che sull’obbligo, facilmente raggirabile, è bene puntare quindi sull’accortezza degli italiani, perché credo che nessuno di noi vorrebbe sentirsi responsabile della morte di una persona fragile. Infine, mi auguro vivamente che il ministro Schillaci, che è un medico e che quindi conosce la situazione delicata dei reparti ospedalieri e delle RSA, mantenga l’obbligo di mascherina in questi ambienti. Tra nuove e vecchie varianti del SARS-CoV-2 in circolazione, tra influenza e virus stagionali, le mascherine negli ospedali e nelle RSA dovrebbero continuare a costituire un essenziale strumento per limitare la circolazione dei patogeni. Le abbiamo scoperte col Covid19 ma, indipendentemente dalla pandemia, dovremmo continuare a indossarle quando ci rechiamo in quei luoghi in cui ogni microbo, anche il meno aggressivo, può aggravare le già precarie condizioni di salute di chi è fragile. La pacificazione e il ritorno alla normalità passano anche attraverso questo: l’abbandono delle posizioni conflittuali prese in campagna elettorale, in nome della tutela della salute pubblica e di una vera etica della convivenza.

(Editoriale pubblicato ieri su La Stampa)

Antonella Viola: Non mi disturba l’idea di una commissione d’inchiesta sulla pandemia

Non mi disturba l’idea di una commissione d’inchiesta sulla pandemia. E credo anzi che, se condotta con onestà e intelligenza, sia doverosa e utile. Appalti, finanziamenti, spartizioni, nomine, gestione dei tamponi… sono tutte cose che vanno controllate perché sarebbe inaccettabile se qualcuno avesse approfittato della pandemia e commesso illeciti. Così come è importante capire bene cosa è accaduto nelle RSA perché non accada mai più. Anche sulla gestione della scuola o sulla scelta delle categorie da vaccinare per prime è bene che si faccia chiarezza (chi mi segue sa che ho sempre criticato le misure restrittive scolastiche).

Quello che non si deve fare è usare questa importante occasione per screditare la scienza in nome della religione no vax (quella sì è una religione!). Per il resto, chi ha operato nella legalità, guidato dalle evidenze scientifiche e per il bene comune non ha nulla da temere da un’inchiesta.

Abbiamo davvero gestito male la pandemia? O, come ha detto la premier, abbiamo avuto più morti degli altri nonostante le misure più drastiche? No. L’Italia è stata la prima ad essere colpita e questo ha causato la tragedia dei primi mesi del 2020. Ma se confrontiamo i dati di eccesso di mortalità vediamo che siamo messi molto meglio di tanti altri Paesi (Uk e Spagna per restare in zona) e che siamo in linea con la mortalità che c’è stata in Francia e Germania. (I dati sono disponibili sul sito EuroMomo; ringrazio Enrico Bucci per la segnalazione). Così come è discutibile l’affermazione che abbiamo adottato le misure più restrittive, perché lockdown lunghi, mascherine e green pass ci sono stati ovunque. Quindi se questo è il motivo per la commissione d’inchiesta è meglio non sprecare tempo e denaro (pubblico) perché la domanda è basata su affermazioni false. Meglio invece capire se c’è stato spreco di denaro pubblico per illeciti, se i finanziamenti pubblici sono stati assegnati con trasparenza e usati in maniera efficace. O, come scrivevo ieri, per essere più preparati alla prossima pandemia, mettendo in sicurezza ospedali, scuole e RSA.

Antonella Viola: Dagli errori e dai sogni…

Antonella Viola

Ci sono giorni in cui lasciare casa, prendere un treno per un impegno di lavoro fuori città è pesante, difficile… e si parte con una sorta di triste stanchezza che apre le porte a troppe domande. Ieri è stato così.

Mio figlio, in lacrime per un insignificante fallimento, mi ha detto “Io non sono capace di fare nulla, non ho alcun talento: sono inutile“. Questa è una frase che sento ripetere spesso dai ragazzi: non sono un genio e quindi devo accontentarmi delle briciole, non realizzerò mai i miei sogni. E, d’altro canto, sento troppo spesso adulti parlare di talento come se fosse un dono riservato a pochi.

Mi domandano: lei come ha scoperto il suo talento? E io rispondo: scusi quale? …. Ragazzi, tranne che per rarissime eccezioni, il genio o il talento non esistono! Esistono persone mediamente intelligenti che però si sono impegnate molto, esiste la passione, la perseveranza, la capacità di imparare dai propri, tanti, utilissimi errori.

Conosco personalmente premi Nobel che sono persone di una banalità inimmaginabile… ma che non hanno mai smesso di far volare i sogni e di alimentare la passione con l’impegno e la fatica. E che quando falliscono, piangono sì (quanto ho pianto per il mio lavoro!) ma il giorno dopo si rimboccano le maniche e ricominciano proprio da lì. Dagli errori e dai sogni.