Lucia Triolo: a rovescio

costruire a rovescio 
appaga se capito in fondo,
ogni parola è anche il suo contrario:
crea alibi, pretesti
amnesie
storie di fuga, ritorni
rimandi

quelle infilate 
nell’armadio delle nostre cose
vengono fuori
ordinate
nell’incastro
come sampietrini

utopia non inciampare!
dentro l’incanto cullo
il disincanto

Lucia Triolo: sogno nomade

tra le mani
il viso, 
senza principio e
senza meta;

era nomade
il mio bel sogno
non mi apparteneva
nemmeno io
appartenevo a lui:
ma ogni sua pietra 
mi conosceva

andava dal giorno prima,
al giorno dopo;
per essere lo stesso, si fotocopiava
mi indossava come un soprabito leggero
sulle spalle del
“mai quello di oggi”

Così, non ci incontravamo                         
io e il mio sogno:
un efficace esempio di 
rivolte mancate 
mezze parole rimaste
sulle labbra
un interrotto me

Ora 
finalmente è
alle porte:
viene a farmi le condoglianze 
per la mia morte

Lucia Triolo: i giorni del silenzio

C’è una strana immobilità oggi nello spazio
non la capisco e un po’ la temo
come volesse cadermi improvvisamente
addosso.
Ricorda quella della belva
pronta a spiccare il salto 
sulla preda

Se qualcosa m’accarezza
oggi o ancora non è il giunco che si piega
al mio passaggio
né l’uscio di una porta aperta
su invisibili occhi che sai che ci sono
ma non se son dolci o indagatori
né il tuo ricordo sempre coronato di spine e
sanguinante

C’è una strana immobilità 
oggi 
sul foglio dell’anima
come fosse cresciuto poco e
niente ci si potesse scrivere sopra
Ricorda la profonda stanchezza
di ciò che deve sempre cominciare e 
mai ha inizio

Se qualcosa mi terrorizza oggi o ancora
è il silenzio
non sono che una sua voce

morta

Lucia Triolo: sogni e peccati

ai miei peccati 
i sogni hanno chiesto
da dove provenissero

loro hanno risposto:
dalle pieghe incalcolabili
del corpo
a passeggio sui vostri 
naufragi

in lunghe vesti 
l’evidenza di una forza ci afferra: 
trappola calda,
urla un presagio di vita 
che ancora
trema addosso
e l’aria è spenta

il cielo ha ancora ganci per noi?

IL CONTROLLO, di Silvia De Angelis

Siamo coinvolti, di tanto in tanto, da stranissime sensazioni interiori…..quasi inspiegabili!

Soprattutto quando un pensiero ansioso si fa strada, nella nostra mente, sembra logorarciper un determinato tempo e poi, improvvisamente, si placa, come se per qualche inspiegabile

magia, la situazione temuta, si fosse appianata.

Telepatia, sesto senso, incontrollabili moniti del nostro cervello, che ci lascia sbalorditi perla sua inverosimile potenza.

Siamo davvero schiavi della nostra mente, infatti è molto difficile, tenerla a bada e cercaredi sopire quelle intense pulsioni, che s’impadroniscono, a forza, della nostra razionalità.

Quando  abbiamo un pensiero assillante, è difficilissimo allontanarlo dalle nostre tempie,cercando di soffermarci su un argomento piacevole e questo stato di cose, crea un notevole stress all’organismo, agendo anche, non bene, sul nostro sistema immunitario.

Avere la padronanza di sé stessi, non è cosa facile…..forse col passare degli anni, si riesce unpochino a controllare l’impulso tramesso dalla coscienza, anche perché l’esperienza hainsegnato, che è inutile crogiolarsi inutilmente su una realtà che rimane invariata…

L’esistenza, certamente, rappresenta un infinito labirinto, in cui è complicatissimo districarsie trovare la giusta uscita che ci permetterà di fare il ragionamento più appropriato

@Silvia De Angelis

Un cammino segreto,Gabriella Paci

( a volte l’amore è anche resilienza.

Hai  indossato una corazza di durezza

contro cui si rifrangono

 parole di acqua e di sole

e gesti d’amore senza ritorno.

 Invulnerabile, hai tatuato sulla pelle

 l’illusione di un dominio sul mondo.

Solo gli occhi tradiscono una tenerezza negata

e una fragilità nascosta sotto la maschera

dell’indifferenza e del rifiuto.

La tua sofferta solitudine mi penetra

come acuta lama e taglia

le mie disancorate sicurezze

di esser per te guida e porto.

Inutilmente cerco la mappa

per percorrere il labirinto dell’anima.

Eppure sento di aver ancora

un cammino segreto per raggiungerti

perché ho

il filo rosso dell’amore

che mi tiene agganciata

alla parete scoscesa del tuo cuore.

Il 14 febbraio è San Valentino….una canzone mai tramontata celebra l’amore,Gabriella Paci

IO VORREI…NON VORREI… MA …SE VUOI (Lucio Battisti)

Dove vai quando poi resti sola?
Il ricordo, come sai, non consola
Quando lei se ne andò, per esempio
Trasformai la mia casa in un tempio
E da allora solo oggi non farnetico più
A guarirmi chi fu
Ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi

Come può uno scoglio
Arginare il mare
Anche se non voglio
Torno già a volare
Le distese azzurre
E le verdi terre
Le discese ardite
E le risalite
Su nel cielo aperto
E poi giù il deserto
E poi ancora in alto
Con un grande salto

Dove vai quando poi resti sola?
Senza ali tu lo sai non si vola
Io quel dì mi trovai per esempio
Quasi sperso in quel letto così ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
Io la morte abbracciai

Ho paura a dirti che per te
Mi svegliai
Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei, non vorrei ma se vuoi

Come può uno scoglio
Arginare il mare
Anche se non voglio
Torno già a volare
Le distese azzurre
E le verdi terre
Le discese ardite
E le risalite
Su nel cielo aperto
E poi giù il deserto
E poi ancora in alto
Con un grande salto

La poesia (perché il testo della canzone si può definire “poesia) si apre con una domanda rivolta alla ragazza per sapere dove vada a vivere la sua solitudine. L’uomo è uscito da una relazione amorosa ,il cui ricordo non è tuttavia bastato a consolarlo ,anche se ha dapprima cercato di vivere conservandolo intatto nei luoghi e nelle cose che sono stati testimoni del passato amore(Trasformai la mia casa in un tempio)ma ora avverte di poter ricucire lo strappo doloroso che lo ha quasi portato fuori di senno (non farnetico più) grazie alla presenza della ragazza nella sua vita( A guarirmi chi fu/ Ho paura a dirti che sei tu /Ora noi siamo già più vicini/ Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi)ma teme una nuova delusione e perciò chiede conferma di quello che avverte.

 Ma una delusione, seppur cocente, non può frenare il suo slancio vitale come uno scoglio non può essere barriera alle onde del mare (Come può uno scoglio /Arginare il mare/ Anche se non voglio /Torno già a volare)
Nel suo animo si alternano momenti di euforia e di ritrovata vitalità ed altri di cupa malinconia e disillusione per cui ci sono discese ardite e risalite ,cieli aperti e deserti…

La domanda di nuovo posta alla ragazza è in realtà una conferma che senza avere di nuovo lo slancio vitale si resta cupi e solitari e si cristallizza il dolore tanto che si può desiderare di morire  (Senza ali tu lo sai non si vola /Io quel dì mi trovai per esempio/ Quasi sperso in quel letto così ampio/ Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei/ Io la morte abbracciai)

Ancora il timore e l’indecisione che tornano ed ecco che allora si chiede di fare un ultimo piccolo passo alla ragazza,a conferma che finalmente può iniziare la loro storia d’amore perchè anche lei lo desidera come lui

Nell’ultima strofa ritorna dunque l’invito a condividere questo desiderio di tornare a vivere un amore che scacci finalmente i fantasmi del passato. In sintesi è la storia di un grande amore,finito per l’abbandono della donna che lascia l’uomo in uno stato di dolore e delusione tale da farlo quasi impazzire e uccidersi : a nulla sembra valere il ricordo a cui si attacca tenacemente, Tuttavia la voglia di rinascere e di innamorarsi di nuovo gli è offerta dall’incontro con una ragazza alla quale chiede ,temendo una nuova delusione,di fare un passo avanti e confermargli il suo amore poiché lui sente di voler dare spazio ad un anuova storia d’amore.

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