Il 29 giugno 1789 moriva il grande Giacomo Leopardi: dedico a lui questi miei versi,Gabriella Paci

Il tuo passare leggero… (A Giacomo Leopardi )

Era di sicuro una notte di stelle

ad accogliere il tuo respiro

lassù verso quel cielo lontano

che tu interrogavi smarrito

a cercare risposte all’infinito

che ti baciava la fronte

come un amore sfuggente

e perciò più struggente.

Avvolto nell’abbraccio della

tua solitudine, scudo a difesa

dal clamore della vita,

dalla natura amica/nemica

amante illuso volevi sapere

che il rischio di vivere

aveva un perché che forse

neppure la luna poteva dire.

Il tuo passare leggero

sulla terra è stato seme

da cui ha germogliato

una fioritura imperitura

di meraviglie di pensieri

nel profumo delle parole.

L’amore è compimento

L’amore è COMPIMENTO non è riempimento, è compimento di noi stessi, ciò che ci compie come persone, non è riempire un nostro vuoto usando l’altro per colmarlo, come la logica del mondo ci fa credere.

È l’amore l’unica cosa che si può contrapporre alla morte, non c’è nient’altro, tutte le altre cose sono tentativi di rimanere vivi, solo l’AMORE ci fa affrontare a viso scoperto la morte.

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L’amore è compimento

Quel che resta – di Frida la Loka

Poesia di Frida la Loka.

Fonte: astebabuino.it (BALLO EXCELSIOR, TEATRO SAN CARLO NAPOLI
UGONOTTI, SCENA 1)
E quel che resta di Giugno

scorre tra le dita

insolente indolente

ch'un alito di tristezza

soffia il viso e lo ignora

sgranando l'infinito

galeotto che lotta

dentro la bola di sapone

sogni da bambini

Galoppa furioso

verso altri paesaggi lontani

tra boschi pieni

di antichi cedri

ch'una luna timida

accarezza fra un nembo e l'altro

opacando la lucentezza.

Il cervo si cammuffa

di rotondo satelite

che vegge sull'anime.

Tua

29 giugno, 2023

Dal blog personale di http://fridalaloka,comhttp://fridalaloka.com

Ripubblicato su http://2010fugadapolis.wordpress.com

Quel giorno di Adam Zagajewski

Uno tra i più grandi del Novecento

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Adam Zagajewski (1945 – 2021)

Quel giorno in cui giunge la notizia
che è morto qualcuno di vicino, un vero amico, oppure
qualcuno
che non conoscevamo, ma soltanto ammiravamo
da lontano
il primo istante, le prime ore: egli oppure ella ormai
non è più vivo,
ciò sembra certo, inesorabile, forse finanche
dimostrato, ci fidiamo (malvolentieri) della persona
che c’informa
attraverso il telefono, disperata, oppure forse dello
speaker di un’indifferente
stazione radio, eppure non possiamo crederci,
per niente al mondo possiamo accettarlo,
perché ancora non è morto (per noi), non è
completamente, non è affatto morto,
egli non c’è più (ella), ma ancora non è svanito
per sempre, al contrario, è, sembra, nel più forte
punto della sua esistenza, ancora cresce,
sebbene non ci sia più, ancora parla,
sebbene si sia ammutolito, ancora trionfa,
sebbene abbia già perso, abbia perso la lotta – con
che cosa?
col tempo? col corpo? –…

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